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Musei Virtuali pro e contro di questa nuova realtà, Sintesi del corso di Museologia

Dibattiti, analisi e critica sul nuovo modo di fare museologia e museografia. Anche il web ha abbracciato l'Istituzione Museo. Una promessa non mantenuta?

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022

Caricato il 20/04/2023

ABthevoice84
ABthevoice84 🇮🇹

5

(1)

6 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Musei Virtuali pro e contro di questa nuova realtà e più Sintesi del corso in PDF di Museologia solo su Docsity! I MUSEI VIRTUALI PROMESSE NON MANTENUTE? • Il 21ottobre del 1994 fu inaugurata la mostra Nefertari: luce d’Egitto, a palazzo Rispoli, a Roma, riguardante il restauro della tomba di questa regina a cura della fondazione Getty. L’interesse del pubblico si concentrò però solo sulla stanza dov’era possibile visitare la tomba della regina : come se si fosse al suo interno attraverso l’uso di occhiali 3D. • Attraverso il connubio tra beni artistici e tecnologia si realizza un processo di valorizzazione :infatti mediante l’ utilizzo dell’ ambito digitale il visitatore veniva immerso in un universo tridimensionale e i mondi del passato rivivevano non tramite le parole dell’ esperto o della guida ma proprio davanti agli occhi del visitatore, dandogli l’ impressione di poter toccare con mano ciò che vedeva. • Il concepire un bene artistico in funzione di una percezione visiva offerta ad un destinatario ha i suoi vantaggi in quanto si poteva visitare una determinata struttura( la tomba di Nefertari ) senza andare sul luogo di origine (Egitto),quindi non la si danneggia, si vive interamente, non solo immaginandola . In particolare la mostra fu ricostruita mediante l’archeologo Ernesto Schiapparelli nel 1904, con un approccio scientifico e tecnologico straordinario , infatti egli aveva fatto realizzare foto della tomba in tutti i punti, e produrre disegni e acquarelli . Ciò ha permesso alla tecnologia non solo di contemplare l’opera ma di comprenderla in modo corretto, come se si fosse sul luogo, per esempio Anubi diventava davvero il dio della Morte e non era più confuso con un cane. • Il processo di apprendimento, infatti, si basa su due fasi: 1) cognitivo, comprensione dell’ oggetto di apprendimento, non si può apprendere ciò che non si capisce. La seconda è la componente dinamica , è la motivazione ad apprendere , il voler sapere . La tecnologia potenzia questi due fattori , in quanto il mezzo audio visivo è più efficace di quello linguistico per fornire conoscenze. • Il connubio tra beni culturali e tecnologia però non ha creato una nuova era riguardo al nuovo tipo di fruizione in quanto un gran numero di persone rimane legato a vecchi sistemi e usi, perché il rapporto tra BC e tecnologia è diventato sempre più confuso, i BC sono al centro di strategie politiche-manageriali, e il rapporto mette in evidenza la concezione tutta italiana dell’innovazione, totalmente miope incapace di avere un ritorno economico. • Ci sono anche falsi problemi: non è vero che la tecnologia non ha mantenuto le promesse, eventi come quelle di Nefertari, si realizzano in modo molto semplice ed economico, anzi, lo sviluppo economico permette di ottenere ricostruzioni storiche virtuali molto superiori a quelle di N. • Non è la tecnologia che ha impedito di sviluppare su larga scala progetti come quello di N, ma l’incapacità di gestione della tecnologia da parte di chi dovrebbe avere le competenze necessarie per la valorizzazione dei BC. QUAL È IL PROBLEMA? • La prima esigenza è quella di rendere comprensibile a tutti i livelli,l’opera infatti è un oggetto comunicativo, e ha bisogno di essere interpretato per comprendere il significato che chi l’ha creato voleva dargli. Se non c’è comunicazione non c’è comprensione perché non si può dare una proprio interpretazione. • La comprensione può esserci solo se c’è la conoscenza di un codice in base alla quale è stato formulato e la condivisione di un contestoossia conoscenze necessarie alla sua interpretazione . • Ma nell’opera contesto e codice sono assenti , ciò perché tendono a decadere con l’ estendersi dell’ orizzonte temporale e spaziale che separa l’ emissione dalla ricezione del messaggio. Più passa il tempo, più la distanza aumenta e più risulta difficile interpretare , il contesto, così come il codice. tra conoscenze del destinatario e quelle pertinenti alla comprensione del messaggio. • Questa ‘traduzione’ supportata dalla tecnologia ristabilisce le condizioni di codice e contesto . Se si pensa ad un museo dove l’opera è supportata da un cartoncino didascalico, risulta difficile guardare e leggere contemporaneamente , è esperienza comune che una delle due venga eliminata .Con la tecnologia invece il visivo viene associato al visivo. C’è più omogeneità di linguaggio che rende immediata la comprensione. • Riagghianti non aveva tecnologie ma ugualmente arrivò alla formulazione che il visivo si spiega con il visivo . Diede vita ad una produzione cinematografica per dare vita alle proprie parole , si spinse a compiere inoltre piccoli esperimenti con l’ utilizzo del plotter ossia del computer , unico strumento grafico che aveva allora (anni 70) . Oggi giorno le tecnologie presenti permetterebbero di fare ciò con molta semplicità , quindi risulta lecito domandarsi perché non ci si muova in tale direzione. OSTACOLI • Per un adeguato utilizzo della tecnologia ci vogliono conoscenze specifiche di coloro che sovraintendono i BC . Questo compito è spettato istituzionalmente al museo , ma in passato esso poteva permettersi di ignorarlo avendo un usufruizione culturale da parte di un circuito selezionato di visitatori , quindi l’ esporre si limitava alla semplice accessibilità fisica. • Prima l’esposizione era rivolta all’ analisi delle opere per determinare il processo della loro genesi , quindi una prassi di studiosi per studiosi , non volta a stabilire il circuito comunicativo dell’ opera , ma renderla ad un esame analitico . • Molto spesso nell’esposizione vi è un affollamento delle opere nella stessa sala , ciò permette di fare confronti analitici , ma pessimo per far parlare le singole opere . Da ciò scaturisce che chi ha le competenze per realizzare un contesto tale da fare risaltare le caratteristiche dell’opera , deve far arrivare il messaggio al destinatario, modificando il suo atteggiamento per tale scopo. • E’ da considerare inoltre che un curatore sa scrivere , ma difficilmente sa esprimersi mediante il mezzo visivo . Quindi dovrebbe prefigurarsi nella figura di mediatore tra visitatore e opera , affiancandosi a qualcuno che domini le tecniche e i formati tipici dei mezzi comunicativi visivi . • Le persone competenti in comunicazione visiva sono poche , inoltre la loro professionalità non incrocia il mondo dei musei e degli oggetti d’ arte . RIMEDI AGLI OSTACOLI • Quindi esistono due ostacoli uno umano e l’ altro conoscitivo . Per rimuovere l’ ostacolo umano bisognerebbe motivare i curatori a ristabilire la comunicazione degli oggetti che il museo contiene ( attraverso il meccanismo della ‘traduzione’ e del ‘riempimento’ locale). Per ottenere ciò si possono richiedere finanziamenti , stabilire premi non simbolici. • Ulteriori rimedi agli ostacoli sono 1. Costituzione di un team per la comunicazione delle opere con competenze specificate e documentate 2. Tale costituzione deve essere contemporanea al team di allestimento della mostra per effettuare un lavoro a livello paritario. 3. Formazione di un progetto esplicito 4. Il progetto deve esser soggetto a valutazione esterna . Per rimuovere l’ostacolo conoscitivo- il non sapere come fare dei curatori – si elimina con lo studio e la sperimentazione focalizzata su un progetto. L’ ostacolo conoscitivosi rimuove con ricerche , studi e sperimentazioni finalizzate al problema. RICERCA , CARATTERI E DISTORSIONI • La ricerca nei BC è chiamata technologydriven ossia tecnologia come fine e non come mezzo. Si finanzia l’ applicazione e l’ avanzamento della tecnologia. Tuttavia configurandosi qui la tecnologia come mezzo per raggiungere le finalità , viene a crearsi una distorsione .Alcuni esempi : • Esempio1: con un telefonino si scatta una foto a un resto archeologico , si invia a un server centrale e si ricevono informazioni su questo .L’ obiettivo è quello di identificare mediante una foto l’ oggetto preso in considerazione . Questo sistema è costoso e inutile in quanto esistono mezzi più semplici per ottenere un’ identificazione ad es una targhetta numerica riportata sull’ oggetto e che il visitatore può digitare e inviare . Con ciò si aumenterebbe l’ affidabilità e diminuirebbero i costi . • Esempio2: Il visitatore è connesso attraverso il telefonino o il palmare a un sistema di posizionamento satellitare che riferisce al sistema centrale la sua posizione nello spazio , da queste informazioni il sistema deduce cosa sta guardando il visitatore . Come nel caso precedente non viene detto nulla però sul cosa è possibile mandare sul telefonino • Esempio3.: A Pompei una workstation sulla schiena , un casco con visiera e una piccola telecamera attaccata , permette di girare per le strade e vederle ripopolate di popolazioni antiche . Quindi Un tour (augmented reality che permette di sovrapporre in tempo reale la visione della scena reale con immagini virtualmente generate e in movimento) .Il problema che viene a crearsi è quello che in questa vetrina virtuale vengono riprodotti un esiguo numero di oggetti in cui il visitatore si perde . • Numerose ricerche si sono attivate al fine di portare oggetti tridimensionali sul web e lasciarli manipolare liberamente all’ utente . Si tratta di oggetti realmente esistenti e non ricreati , il problema è come scannerizzarli bene tridimensionalmente . Queste proposte sembra che stiano pe invadere il campo dei BC , ciò genererebbe miliardi di dati da conservare e gestire . LE CONSEGUENZE: • I problemi della fruizione del BC sono due: umano (incomprensione e conservatorismo dei curatori) e Ossia è il concetto di fruizione , le sue determinanti che vanno specificate , i mezzi per fare ciò divengono poi oggetti di implementazione nella ricerca : tecnologie grafico visive , verifica empirica dei risultati .Oltre che concpetdriven la ricerca deve esser anche case based ossia condotta su casi concreti che non siano isolati al solo scopo di mostrare la funzionalità dell’applicazione. • Va perseguita una ricerca mirata, attraverso il finanziamento , sviluppo e implementazione di realizzazioni operative in situazioni concrete affidate a team compositi in cui siano rappresentate le diverse competenze , incluse quelle estranee al mondo dei musei ma di provata esperienza nel campo della comunicazione visiva . Inoltre va imposta per tutte le realizzazioni una rivelazione sperimentale controllata dei risultati relativo alla trasmissione culturale . • Per arrivare alla costruzione di progetti credibili che sfocino in concrete realizzazioni , appare necessario un promotore che svolga vari ruoli : 1. di facilitatore di contratti tra competenze diverse , mantenendone un’ efficace comunicazione interdisciplinare , 2. di catalizzatore rispetto all’ obiettivo , fornendo suggerimenti e raccordi alle idee progettuali che mantengano il focus , 3. di garante di trattamenti imparziali e paritari , e di valutazioni dei risultati . LEADERSHIP: • Se si attuasse il programma si ristabilizzerebbe il circuito comunicativo delle opere , musei e mostre diventeranno ambienti di comprensione e apprendimento primari ossia luoghi di istruzione per i giovani e di educazione per gli adulti • Infatti l’ aspetto economico, non renderà mai piena autosufficienza del sistema museale, ma se le istituzioni divenissero un elemento di formazione e integrazione grazie al recupero del meccanismo di trasmissione culturale , allora la spesa si trasformerà in investimento . • In tale campo può svilupparsi una leadership qualitativa di esperienza .E l’ Italia per il suo mix di fattori (sensibilità estetica , abitudine con un vasto patrimonio artistico , …) può eccellere in questo settore . Si può costruirla attraverso applicazioni tecnologiche avanzate . • Negli anni 90 un istituzione culturale americana il GettyConservationInstitute affidò a istituzioni scientifiche e industriali italiane la ricostruzione virtuale della tomba di Nefertari . Il team che la realizzò diede vita anche alla ricostruzione della Basilica Ulpia del foo di Traiano . Con ciò l’ Italia acquisì una leadership nello sviluppo della realtà virtuale . Ma quando si trattò di ampliare il sistema tutto svanì .Data dalla mancanza di focalizzazione sugli obiettivi unita alla capacità di saper scegliere gli attori senza delegare . MUSEO SUL WEB: • Ragghianti fondatore della museologia italiana osservò come i musei odierni , quelli ereditati e quelli della cultura dell’ 800 non rispondono all’ esigenza di essere strumenti di comprensione delle opere d’ arte , cioè non svolgono la funzione educativa di carattere pubblico . Le finalità espositive attuali sono orientate all’ analisi e al confronto , al discorso critico sulle opere e la loro genesi e non alla spiegazione di esse tramite la ricostruzione dei loro presupposti comunicativi . • Per un’ opera pittorica si potrebbe far capire al visitatore cosa l’ autore voleva comunicare attraverso essa , mediante gli accostamenti con altre opere . Ragghianti nel 1970 chiese l’ esame del progetto Costruzioni Meccaniche Finsider di un contenitore a carpenteria metallica in acciaio , in serie , aumentabile e smontabile , offerto ai comuni italiani come silos per automobili ad un prezzo discreto che sarebbe stato adottato a contenitore museale vantaggioso . Il museo dovrebbe divenire quindi una machine a voir e dovrà cambiare moltissimo per farlo . Sarebbe opportuno disporre di un test bed , un luogo dove collaudare aspetti del sistema , dove poter sperimentare variazioni , senza che comporti interventi pesanti dal punto di vista fisico – strutturale . Un ideale test bed è il sito web del museo . E’ infatti possibile sperimentare gran parte dei materiali digitali che si vorrebbe mettere alla prova rispetto all’ obiettivo della fruizione delle opere nel museo. MUSEO SUL WEB : NUMERI • L’ analisi di un sitoweb di un museo non deve patire da coloro che contattano il sito web del museo : deve partire da coloro che conoscono , contattano il museo reale . Per svolgere l’ analisi è stato preso in considerazione il sito web dei Musei Vaticani a Roma . Il sito replica il museo nella sua totalità , con i suoi ambienti. E’ possibile avere una vista di ciascuna sala , con tutte le opere esposte . Vi è una descrizione verbale di tutte le opere . I visitatori sono stati intervistati dopo la loro visita al museo .L’ 82% dei visitatoi del museo non vede il sito web del museo , tutto il lavoro di manutenzione e costruzione di questo va a dirigersi solo al 16 % .Coloro che non visitano il sito web non lo considerano necessario in quanto non aggiunge nuove informazioni , qualcuno afferma che è una brutta copia del museo reale . Coloro che lo visitano invece lo fanno in vista di ricevere informazioni su come raggiungerlo , sugli orari di apertura , ecc. Il problema è dato dal fatto che i siti sono realizzati senza una chiara visione delle loro finalità , ma se si prova a rovesciare la situazione si ricadrà sul progetto del museovirtuale. MUSEO VIRTUALE • Il museo virtuale non è il museo reale trasposto sul web . Vedere un quadro o un oggetto su uno schermo di un computer anche con alta definizione non genera l’ impressione percettiva che si ha sul posto . Il museo si percepisce con il corpo e non solo con gli occhi , ci si muove nelle sale , attorno e davanti agli oggetti , si ha un senso di posizione dello spazio che contribuisce all’ apprezzamento dell’ esperienza . • Il museo virtuale non è l’ archivio database complemento elettronico del museo reale. Qui un valore aggiunto intrinseco c’è : La schedatura di tutte le opere , tutti i dati di provenienza e