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Neuroanatomia- il cervelletto, Appunti di Neuroanatomia

sbobinatura da lezione prof. Rodella

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 11/07/2019

Valeriegiudici
Valeriegiudici 🇮🇹

4.7

(3)

11 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Neuroanatomia- il cervelletto e più Appunti in PDF di Neuroanatomia solo su Docsity! CONFORMAZIONE ESTERNA Posizione. Il cervelletto, facendo parte dell’encefalo, si trova nella scatola cranica, dorsalmente posteriormente. In immagine abbiamo una sezione dei due emisferi cerebellari e della parte centrale che unisce i due emisferi, che viene chiamata verme, lungo il piano sagittale mediano. Il verme non è solo sostanza bianca, fibre mieliniche, come abbiamo definito il corpo calloso per gli emisferi telencefalici, ma è costituito anche da sostanza grigia, cioè da nuclei, o da parti diverse che presentano sostanza grigia(la componente nucleare con pirenoforo e dendriti). Non è quindi uguale al corpo calloso, perché questo è formato da fibre che uniscono i due emisferi telencefalici; il verme, invece, è vero che fa da ponte fra i due emisferi cerebellari, ma non è solo sostanza bianca. La sostanza grigia è presente esternamente a costituire la corteccia cerebellare, mentre internamente abbiamo sostanza bianca e nuclei. Questi ultimi garantiscono al cervelletto la propria funzione, perché permettono al cervelletto di eseguire il proprio ruolo, dal mantenimento dell’equilibrio, al mantenimento della postura, all’azione dei muscoli associati alla colonna vertebrale fino anche ad un’altra applicazione, quella nel sistema extrapiramidale, cioè nel sistema motorio inteso come vie correlative, discendenti che raggiungono il midollo spinale per andare poi in periferia a raggiungere l’organo effettore. Quest’ altra immagine mostra dove si trova posteriormente il cervelletto, nella fossa cranica posteriore. Il cervelletto, se lo consideriamo esternamente, in questo caso in una visione dorsale, è costituito da due emisferi cerebellari e, centralmente, dal verme, che taglia dall’alto in basso gli emisferi. Dall’immagine possiamo vedere che la superficie esterna del cervelletto non è liscia, ma come il telencefalo presenta dei solchi, dette anche scissure o fessure. Importante è ricordare che questi solchi creano delle aree che funzionalmente sono differenti in relazione anche al momento di formazione delle stesse durante lo sviluppo embrionale. Quando queste aree vengono ad essere determinate in fase molto precoce di sviluppo(questo vale in senso generale, non solo associato al cervelletto), facilitano la componente funzionale, cioè garantiscono che le aree che si sono venute a formare per la presenza di questi solchi siano funzionalmente attive. Le scissure e i solchi sono molti, con la necessità di distinguere le più precoci per la loro importanza funzionale. Il solco primario taglia entrambi gli emisferi cerebellari e il verme, garantendo la suddivisione del cervelletto in due parti anatomiche che sono chiamate lobi, anteriore e posteriore(o medio). Un altro solco è quello orizzontale che taglia il cervelletto in aree diverse, ma dal momento che questo solco si viene a creare tardi nello sviluppo del cervelletto, non ha la stessa importanza del solco primario, tanto più che non suddivide il cervelletto in ulteriori lobi. Oltre a questi due lobi, guardando il cervelletto ventralmente(dalla parte del tronco encefalico)si intravede ancora il verme, centralmente, un’altra fessura definita come postero-laterale. Questa determina la formazione di un ulteriore lobo, chiamato lobo flocculo-nodulare. Con questa definizione vengono intese due strutture chiamate flocculi(dalla forma richiamante delle dita), che sono parte degli emisferi cerebellari, e il nodulo, che invece è parte del verme. I lobi principali sono dunque tre: anteriore, posteriore e lobulo flocculo-nodulare, che insieme garantiscono la corretta funzionalità del cervelletto(equilibrio, postura e componente motoria). In questa altra immagine si ha una visione dorsale, in cui si riconoscono i due emisferi cerebellari e centralmente il verme. Si distingue anche la scissura primaria da quella orizzontale, che non garantisce la suddivisione del lobo posteriore in altri lobi. Qui, invece, una visione ventrale. Si riconoscono il verme centralmente, i due emisferi cerebellari e la parte dei peduncoli, il quarto ventricolo e il lobulo flocculo-nodulare grazie alla fessura postero-laterale che fa sì che ci sia un ulteriore lobo funzionalmente importante. La struttura è tale che a livello dei due emisferi cerebellari troviamo una specie di introflessione tra un emisfero cerebellare e l’altro che viene chiamata vallecula, data dalla conformazione esterna dei due emisferi. Essa non è altro che la parte inferiore del verme, cioè una cavità che per conformazione dei due emisferi cerebellari è diversa dal verme. Visione di due video mostranti il cervelletto in conformazione esterna nell’uno, e in conformazione interna con un piano sagittale mediano nell’altra. (Lobo posteriore---moviment automatici e vie correlative Altri due lobi—postura ed equilibrio.La postura è associata all’equilibrio,quindi quando funziona un lobo funziona anche l’altro,come funziona anche quello motorio,perché devo garantire la propriocezione muscolare.) Ai lati del verme ci sono due zone intermedie associate agli emisferi cerebellari che coadiuvano l’azione del verme, che non è corpo calloso, perché è anche sostanza grigia, oltre che bianca. Associati al cervelletto ci sono i peduncoli cerebellari , collegati alle tre parti del tronco encefalico:il peduncolo cerebellare inferiore alla parte del bulbo, il peduncolo cerebellare medio e superiore rispettivamente a ponte e mesencefalo. Visione di un secondo video, con sezione sagittale mediana del cervelletto. Si vede la corteccia cerebellare e la sostanza bianca interna, come se quest’ultima penetrasse a mo’ di tronco con rami verso la corteccia, creando una struttura ramificata chiamata “albero della vita”(arbor vitae). Siamo in un piano sagittale mediano: si vede il verme tagliato proprio medialmente, quindi parte del verme con a lato un emisfero cerebellare. Si può parlare di arbor vitae anche se con un taglio a livello dell’emisfero cerebellare. Il verme è suddiviso in tante aree, grazie alla presenza dei solchi, che sono classificate in dieci aree o con i numeri romani oppure chiamate in modo diverso con un nome, senza numero, come avviene per la nomenclatura alternativa dei nervi encefalici. Il lobo flocculo-nodulare è insieme a quello anteriore il più arcaico, cioè sono loro i primi a formarsi nel processo evolutivo. Conformazione vista e acquisita, si affronta il cervelletto dal punto di vista funzionale. Tutti e tre i lobi abbiamo detto che garantiscono, messi insieme, equilibrio, postura e sistema motorio. Il cervelletto è suddiviso in zone laterali, che sono le parti laterali degli emisferi cerebellari, una per ciascuno, una zona intermedia che è parte degli emisferi cerebellari in vicinanza del verme, e poi centralmente il verme. Quindi area laterale e intermedia, centralmente il verme. Se si considerano il verme e le due aree intermedie degli emisferi, queste costituiscono un area anatomica del cervelletto che è chiamata paleocerebello o spinocerebello. Questa area corrisponde anatomicamente al lobo anteriore, quindi si parla anatomicamente di lobo anteriore e funzionalmente di paleocerebello. Poi abbiamo le due estremità laterali degli emisferi cerebellari che sono chiamati dal punto di vista funzionale neocerebellum, o neocervelletto, o cerebrocerebello. Si tratta di quelle parti degli emisferi cerebellari che costituiscono il lobo posteriore dal punto di vista anatomico. Grazie alla presenza della fessura postero laterale poi abbiamo il lobo flocculo nodulare, costituito dai due flocculi e dal nodulo. Dal punto di vista funzionale si chiama archicerebello, o archicervelletto o vestibolo-cerebello. Si parla quindi di paleocerebello, arcaico, corrispondente al lobo anteriore, di archicerebello, dal punto di vista anatomico lobulo flocculo-nodulare, arcaico, e neocerebello, associato a lobo posteriore, che è la parte filogeneticamente più recente. Quest’ultima garantisce al cervelletto la funzione motoria e vie correlative. Neocerebello si è sviluppato quindi dopo rispetto a archicerebello e paleocerebello. Se diciamo che il neocerebllo è quella parte che permette il sistema extrapiramidale e le vie correlative(ed ecco perché è chiamato anche cerebrocerebello) vuole dire che quella parte del cervelletto ha stretti rapporti con il telencefalo, ma, oltre ad avere ruolo telencefalo-cervelletto e cervelletto-telencefalo è anche il punto di riferimento verso il midollo spinale, permettendo il sistema extrapiramidale in discesa. Ha quindi funzione di vie correlative ma anche di sistema extrapiramidale in periferia(diencefalo-tronco-midollo spinale). Invece paleocerebello e archeocerebello mantengono postura ed equilibrio. Non esiste però il funzionamento del neocerebello senza che gli altri due siano attivi, perché ci deve essere equilibrio. E se archicerebello è anche chiamato vestibolo-cerebello vuol dire che è la parte del cervelletto che ha a che fare con i quattro nuclei vestibolari(per il mantenimento dell’equilibrio). Se invece il