Scarica Orazio e la Poesia: Autarkeia, Satira e la Fugacità della Vita e più Appunti in PDF di Latino solo su Docsity! ORAZIO LA VITA nato nel 65 a.C. a Venosa figlio di un liberto cioè di uno schiavo liberato e grazie al padre riuscì a completare la sua istruzione perché si trasferì a Roma per esercitare l’esattore nelle aste pubbliche così da potergli pagare gli studi con i maestri più facoltosi . Andò a perfezionare i suoi studi ad Atene che furono interrotti per l’uccisione di Cesare . E anche lui animato dall’amore per la libertà, acquisito nelle scuole filosofiche , partecipo alla battaglia dei Filippi nel 42 a.C. conclusa con la disfatta dei repubblicani . Tornato nel 41 a Roma trovò il suo podere confiscato così per guadagnarsi da vivere diventa il segretario di un questore. Questo è il periodo in cui fa amicizia con Virgilio che lo presento nel circolo di mecenate nel 38 .tra mecenate e Orazio nacque una forte amicizia alimentata dalla comune fede epicurea . Ma non fu mai un rapporto di rinunce per Orazio infatti lui esercito sempre la sua libertà tanto che nel 33 mecenate appago il suo desiderio e gli donò una villa a Sabina perché Orazio non era affine alle noie della vita urbana e preferiva la tranquillità della campagna e la vita tranquilla tanto che reclino la proposta di Augusto che lo avrebbe voluto come segretario privato, GLI EPODI ( dal greco epodos canto che viene dopo) 17 componimenti (41-30 a.C.) scritti utilizzando la forma metrica del distico (alterna un verso lungo e uno breve) .Visto che prevaleva in essi il mentro giambico in riferimento alla poesia giambica greca di Callimaco e Ipponnatte caratterizzata da violenza invettiva, li chiamo iambi . Grazie a questi influssi greci ma anche ai poeti neoterici romani come Cantullo c è una forte ricerca della brevitas = componimenti rifiniti. Ma supera questi ultimi trattando di tematiche politiche . Scritti nei anni seguenti alla battaglia dei Filippi perciò rivelano una passionalità giovanile segnata da un immaturità artistica e esperenziale . Possiamo trovare in essi già i caratteri oraziani in quanto rinuncia all invettiva e all attacco personale prediligendo caratteri più pacati toni che poi sfoceranno nella sua satira 1 LE SATIRE Chiamate da Orazio sermones cioè conversazioni comprendono 18 componimenti in due libri 10 nel primo pubblicato nel 35 e 8 nel secondo pubblicato nel 30 per un totale di 2000 esamentri . Caratterizzate dalla critica dei costumi denunciandone i vizi ma allo stesso tempo l umana comprensione quindi riesce a trovare un equilibrio che poi sarà significativi nell età dell impero con persio I temi trattati sono vari come scelte di vita esperienze biografiche sregolatezza sessuale denaro Come negli epodi si riscontra la preferenza per i toni pacati evitando i toni violenti e cercando sempre un accordo tra le parti non intende colpire i protagonisti definendoli irresponsabili ma offrire una proposta che vale per se è per i suoi amici una morale mondana a differenza del modello che si era fissato di lucilio caratterizzato dall aggressività polemica e carattere autobiografico nelle tematiche mentre sullo stile l espressione libera e informale . Ma Orazio mantiene la sincerità biografica sottoponendo il tutto a un controllo della forma infondendo nel testo valori e principi morali . Solo così poteva far arrivare e la satira a un pubblico colto anche se trasformandola in un intrattenimento colto Morale -L’originalità di Orazio quindi sta nel inserire quelli che sono i suoi obbiettivi che regolano le sue scelte di vita : concetto di autarkeia cioè l autosufficienza del saggio obbiettivo stoico ma anche del raggiungimento della felicità per l’epicureo e la medietas ovvero il senso della misura che porta all equilibrio nell agire Sono concezioni codificate dalla scuola stoica, dalla morale aristotelica e allo stesso tempo dell’epicureismo che andava di pari passo con il pensiero Oraziano secondo cui la felicità può essere raggiunta lontano dagli eccessi attraverso le esigenze naturali e nell’indipendenza senza che si traduca in forme di isolamento . LE ODI( i carmina) I primi 3 libri pubblicati nel 23 a.C. formati da 88 componimenti in strofe saffiche invece il 4 è composto da 15 odi. Considerati i suoi capolavori per aver dato vita a una lirica romana adattando forme metriche di origine greca. La perfeziona partendo dai modelli ellenistici e dai poeti novi( Catullo)fino a 2 Possiamo dire in collusione che orazio cercava una saggezza certa e questo bisogno lo spinge a cercare in varie direzioni adottando un pensiero provvisorio , appare i principi di base, e questo gli consentiva di” non impegnato a giurare sulle parole di alcun maestrso” LINGUA E STILE Si possono individuare due modalità espressive che esprimono una grande perizia tecnica , tralasciando gli epodi che sono esperienze giovanili: -il sermo delle satire e delle epistole, di naturale semplicità vicino al parlato una semplicità che per orazio e la ricerca dell’immediatezza e proprio per essere più vicini alla realtà privilegia parole ordinarie e forme del parlato diminuitivi e composti.quindi la semplicità che ne traspare è frutto della musa pedestris ovvero la musa prosaica cioè una sapiente ricerca formale . La sintassi presenta una sottile ironia per sdrammatizzare le problematiche morali e libertà nel ritmo. -la lirica elevata delle odi , raffinatezza e classico equilibrio, caratterizzata dalla limpidezza delle soluzioni formali attraverso il potenziamento della parola e la sua studiata collocazione sorrette dall’intensità dei contenuti. Nietzsche diceva che le odi riuscissero ottenere massimo di energia poetica attraverso un minimo di segni. 5 Orazio da prova di una abilità inventiva e della forza presenza del classicismo attraverso le callidae iuncturae cioè espressioni che addensano in poche parole immagini efficaci . Cosa differente dalla poesia virgiliana caratterizzata dalla forza di suggestione e di evirazione .a sostenere il classicismo e anche nella scelta di utilizzare il Labor lime , atteso lavoro di rifinitura dei testi , e il lucidus ordo luminosa armonia , ma vi e anche tutta la morale Graziana autarchia. Medietas , il bisogno di equilibro SPUNTI AUTOBIOGRAFICI Orazio giudica il comportamento altrui non per elogiare o andare contro ma per opporre valori positivi così da delineare parametri morali. Orazio quindi lega la satira alla diatriba ovvero un modo di filosofare su temi di morte spicciola ravvivato da battute umoristiche e da polemiche espresse in dialoghi fittizi. T5-PER LE STRADE DI ROMA SATIRA 1: si parla di un avvenimento dell’ambiente cittadino legato alla notorietà di Orazio . Infatti mentre attraversa il Foro Romano sulla via Sacra ,viene fermato da un clientes sfacciato che si propone come un letterato e che lo segue con ostinazione che si propone di accompagnarlo fino alla fine del suo tragitto allora orazio dice che dovrà andare a trovare un amico malato oltre il Tevere ma il clinetes non demorde dicendo che non ha nulla da fare e inizia a vantarsi delle proprie abilità ( sa scrivere versi in fretta, sa cantare e danzare ) nel brano successivo T7-SALVATAGGIO IN EXTREMIS Mentre camminavano gli viene in contri Aristio Fusco un amico burlone che fa finta di non capire la situazione no ostate i continui segnali di orazio ( dice che dovevano parlare in privato ma l amico risponde che possono farlo in un altro 6 momento.fin o a che il poeta riesce a salvarsi solo perché arriva un suo avversario in tribunale che lo trascina in tribunale CRITICA SOCIALE VERSO QUESTO TIPO DI PERSONE T8-IL TOPO DI CITTA’ E IL TOPO DI CAMPAGNA SATIRA 6: affronta il tema del rapporto tra campagna e città . Un topo di città fa visita a uno di campagna attento ai risparmi ma molto ospitale . Gli offre uva passa e pezzi di lardo ovviamente il topo di città magiacva a malapena mentre l’altro gli lascia i pezzi migliori. E gòi chiede che cosa provasse nel vivere così e ribadisce che la sorte di tutti è la morte perciò è meglio vivere felici e in mezzo ai piaceri finche si può . Così il topo di città lo portò nella sua dimora sontuosa e cenarono con grandi portate riveriti da uno schiavo . Si chiude con un apologo ovvero una favola da interpretare in modo allegorico. Il topo di campagna gode di tutto quel benessere fino a che sentono il rumore delle porte e i latrati dei cani cosi il topo di campagna impaurito dice che quella vita non fa per lui e preferisce ritornare nella tranquillità della sua campagna senza pericoli. MORALE DI ORAZIO: AUTARKEIA. L’ATTIMO CHE FUGGE Fa una connessione tra amore gioventù e tempo che sono talmente naturali da essere stati oggetto di scrittura basti guardare cautelo con il carme dei baci .il tipo che fugge diventa l’elemento dominante l’amore sancisce la riflessione su di esso . E poi abbiamo il rimpianto dell agiovinezza che anima i lavori di orazio perché la gioventù è la stagione degli amori ma il tempo scorre veloce e gli amori finiscono e subentra la vecchiaia che è l’anticamera della morte per questo il 7 TRADUZIONE Tu non chiedere, è vietato sapere, quale fine a me, quale a te gli dei abbiano assegnato, o Leuconoe, e non cercarlo nei calcoli babilonesi. Quanto (è) meglio, qualsiasi cosa sarà, accettarla! Sia che Giove abbia assegnato più inverni, sia che abbia assegnato come ultimo quello che ora sfianca con le scogliere di pomice che gli si oppongono il mare Tirreno, sii saggia: filtra il vino e ad una breve scadenza limita la lunga speranza. Mentre parliamo sarà fuggito, inesorabile, il tempo: cogli il giorno, il meno possibile fiduciosa in quello successivo. T16-Non pensare al domani Ode 9: Si apre con il monte Soratte candido di neve nel pieno inverno diffondendo nell’animo un sentimento di gelo . Un inquadramento con tono aulico che ci permette di entrare nel tema del brano ovvero l inesorabile scorrere delle stagione che ci fanno capire che il tempo è ciclico e perciò ci inizia al tema della fugacità della vita è l invito a vivere ogni giorno senza darsi pensiero del domani tanto che nomina gli dei . Orazio infatti è ben lontano da introdurre un idea di provvidenza divina e indica con il termine divis il destino che l uomo non può controllare godendo le gioie della giovinezza che Orazio ormai maturo riguarda con rimpianto e malinconia tanto che il brano si chiude con un incontro in campo marzio luogo prediletto dai giovani per ritrovarsi dopo il tono familiare e discorsivo dei primi versi e la spiegazione delle riflessioni su base epicurea , ci presenta una scenetta di sapore ellenistico : la ragazza si è recata all appuntamento ma si è nascosta in un svolò della piazza e non vuole che il giovane se ne vada deluso perciò si tradisce con una risata così il giovane sottrarrà un anello come un pegno per un altro incontro questa finge di opporre resistenza ma e desiderosa di rivederlo . Questa chiusura ha una sottile ironia che contiene tutta la saggezza dell uomo maturo che e Orazio che ne ha goduto in giovinezza e ne sa parlare con distacco ma ad llo stesso tempo attrazione. T19-Pulvis et umbra Ode 7 : Questa lirica appartiene all ultima fase dell attività politica di Orazio e ormano 50 enne e si sente vecchio e stanco bello spirito perciò il tema della lirica è sempre sulla vita ma vista in maniererà cupa e desolata 10 Si apre comunò scenario in cui si sciolgono le bevi e si vede l erba nei campi e i fiumi ritornano a scorrere quindi il ritorno alla primavera rappresentata da queste dee ignude ancora ci presenta la meditazione della ciclicità delle stagioni a differenza di quello degli uomini che perisce e basta e l inesorabile fuga del tempo e perciò introduce il tema della morte tanto che dice che il trionfo della morte non ha risparmiato nemmeno il pater aeneas ne i re di Roma tullo ostilio è ancora marzio con allusione al pessimismo Lucrezio( così anche il buon amico marcio chiuse gli occhi alla luce ) e all prtimismo di Virgilio che nell eneide aveva promesso l immortalità al suo eroe Quindi oppone una visione lucida e sconsolata della morte come ultima linea rerum Nomina sempre gli dei dicendo chissà se ci daranno dei giorni in più e mette il tema dell erede che consumerà i beni che lascerà il propriTeio Quando sarai morte Minosse giudice infernale nessuno ti farà rivivere e nemmeno ippolito ne piritooo né Teseo podranno salvarti LA PRIMAVERA La stagione come metafora la metafora stagionale (cioè la stagione come simbolo di uno stato d'ani-mo) è una delle soluzioni testuali più presenti nella lirica di ogni tempo, Nell ode 9 l'inverno è sintomo di gelo interiore mentre la primavera è la stagione della giovinezza e degli amori, mentre nell'ode IV 7 , il ritorno della primavera è indice del succedersi delle stagioni, quindi della fuga del tempo e dell'incombere della morte. La malinconia della primavera in Orazio La malinconiaè certamente la nota dominante :il ritorno della primavera è sintomo dell'eterno fluire del tempo, ricorda la fugacità della vita e ammonisce a commisurare a essa le nostre speranze. Gli elementi costitutivi sono gli stessi dell'ode IV 7, ma I 4 denota una fase ancora giovanile sia sul piano concettuale sia nella fattura del testo: in essa il pensiero della morte trova una sorta di antidoto nella gioia per l'avvento della primavera, che desta il fervore del 11 giovanile carpe diem e invita a non rinviare ad altro tempo le gioie che ben presto ci verranno tolte. Nella tarda ode IV 7, scritta in età avanzata, Orazio ha ripreso lo stesso tema, ma con uno stato d'animo più cupo e più teso, nel quale l'invito al carpe diem appare sommerso da desolate considerazioni sull'ineluttabilità della morte e affiora tra le righe non come partecipazione alla gioia della primavera ma come mero tentativo di reagire a un oscuro destino di morte. metafora della primavera a interpretare emozioni liricamente sog- gettive. T22-La fonte Bandusia La poesia assicura l eternità a immagini luoghi condannati alla dimenticanza in questo caso della fons bandusiae che sgorgava nei pressi della villa Sabina di Orazio la composizione è breve ma elegante e rappresenta il topos del locus amenus di questo paesaggio che può infondere serenità La definisce come più splendota del vetro se perciò è forte il sentimento di amore per la campagna e le cose umili importanti per conseguire k equilibrio epicureo rappresenta quindi serenità e armonia tra l uomo è la natura Ma questa serenità e sacralità e rotto dal sacrificio di quest agnelli una morte cruenta che sporca le acque limpide della fonte E infine grazie alla formula me dicenti possiamo capire come Orazio rende immortale e eterna imperitura la fonte grazie alla poesia quindi affianca alla tristezza della fine questo suo non sentire il senso di precarietà perché la fonte è la stessa fonte e le cose di cui parla andrà oltre la vita naturale vincendo la morente a cui saranno donati sacrifici di agnelli che sporcheranno le sue acque di colore rosso Traduzione O fonte baldusia più splendida del vetro Con dolci fioriti ti sarà donato un capretto a cui la fronte gonfia per le corna novelle ed è destinato ad amore e lotte Invano esso infatti prole del gregge pedulante ti macchierà le acque gelide di rosso sangue Il tempo atroce della canicola(estate) ardente non può toccarti tu ai tori stanchi dell anno offri un amabile frescura e al gregge errante. 12