Scarica Orazio, Satira 8, Libro I, TRADUZIONE e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Letteratura latina solo su Docsity! SERMONVM Q. HORATI FLACCI LIBER PRIMVS 8, (Horti maecenatiani) – TRADUZIONE GLI ESORCISMI DI CANIDIA E SÀGANA Un tempo ero un tronco di fico, un legno buono a nulla, quando un falegname incerto se farne uno scanno o un Priapo, decise per il dio. E dio sono d'allora, spauracchio senza pari d'uccelli e ladri: i ladri li tengono a bada la mia destra e il palo rosso che s'erge oscenamente dal mio inguine, mentre un fascio di canne fissato alla testa atterrisce i volatili dannosi e impedisce che si posino sui nuovi giardini. Qui un tempo gli schiavi facevano portare in casse miserevoli i cadaveri dei compagni, gettati fuori dalle loro celle anguste; qui si trovava l'ossario comune dei derelitti; qui al buffone Pantòlabo e a Nomentano, quel dissipatore, un cippo assegnava mille piedi di fronte per trecento nei campi, col divieto che il sepolcreto fosse alienato dagli eredi. Ora sull'Esquilino risanato si può abitare e passeggiare al sole sui bastioni, dove con raccapriccio allora si vedeva biancheggiare di ossa la terra desolata; e a me non danno piú tanto noia o da fare ladri e animali, che in genere infestano questi luoghi, quanto le maliarde che con filtri e magie sconvolgono la mente umana: e in verità non riesco a sterminarle e a impedire che raccolgano ossa o erbe velenose, quando la luna nel suo vagare mostra il volto pieno di luce. Io, con questi occhi, ho visto Canidia aggirarsi, la veste nera cinta in vita, piedi nudi, capelli scarmigliati, e insieme a Sagana maggiore urlare al vento: orribili le rendeva il pallore. Eccole scavare con le unghie la terra, dilaniare a morsi un'agnella nera: il sangue fu raccolto in una fossa per evocare dagli abissi gli spiriti dei Mani e ottenerne responsi. Con sé avevano un fantoccio di lana ed un altro di cera: piú grande quello di lana perché potesse infliggere la pena all'altro, e quello di cera in atteggiamento supplice, perché sa di dover morire come accade a uno schiavo. La prima invoca Ecate, l'altra la crudele Tisifone: avresti potuto vedere errare cagne infernali e serpenti e la luna rossa di fuoco nascondersi dietro i grandi sepolcri per non esserne testimone. E se dico bugie, i corvi m'insozzino il capo di bianco sterco, mi piscino e cachino addosso Giulio, l'effeminato Pediazia e quel ladro di Vorano. Dovrò ricordare i particolari? come le ombre, parlando con Sàgana, emettessero cupi e striduli lamenti? come di soppiatto le streghe nascondessero in terra la barba di un lupo e un dente di serpe screziata? 1