Scarica Paniere AGGIORNATO domande aperte e chiuse di Storia della Televisione Prof. Teti e più Panieri in PDF di Storia Della Radio E Della Televisione solo su Docsity! SET DOMANDE (AGGIORNATO) STORIA DELLA TELEVISIONE Prof. Teti Lezione 002 01. Cosa condividono, in particolare, la radio e la televisione? La tecnologia di funzionamento 02. Per quale motivo la radio è importante nell'ambito della storia televisiva? Perché anticipa i principi di organizzazione del lavoro e le strategie di programmazione 03. Qual è l'etimologia della parola "televisione"? Il vocabolo "televisione" va inteso nell'accezione di "visione da lontano" o "visione del lontano" 04. Cosa è l'etere? Il luogo o meglio l'ambiente, lo spazio (aereo) all'interno del quale viaggiano le onde radio 05. Quale è l'etimologia della parola «radiofonia»? Significa letteralmente «trasmissione (o propagazione) delle voci e dei suoni attraverso i raggi, attraverso le onde radio» 06. Cosa intende la studiosa Sandra Lischi per "simultaneità" della radiofonia? È la radicale novità della radiofonia e consiste nella "simultaneità" tra ripresa, diffusione e ricezione del suono. 07. Cosa si intende quando si parla di "comunicazione immateriale" della radio? La radio è il primo strumento di comunicazione che non ha bisogno di alcun supporto materiale, né di cavi come il telegrafo e il telefono 08. Cosa è il broadcasting? La radio e la televisione rientrano all'incirca dalla metà del Novecento nel medesimo sistema delle telecomunicazioni o, in lingua inglese, del broadcasting 09. Cosa significa che la radio e la televisione sono media della simultaneità? Che i loro segnali vengono trasmessi in modo immediato 10. Definire il rapporto instaurato, su vari piani, dalla televisione con la radio. L’universo radiofonico viene delineato tra gli anni Dieci e gli anni Venti del Novecento: la sua importanza risiede innanzitutto nell’avere anticipato i principi di organizzazione del lavoro e le strategie di programmazione che ritroveremo nella televisione. La televisione, infatti, nasce alcuni decenni dopo la radio, dalla quale attinge l’articolazione strutturale e i modelli produttivi. Sia sotto il profilo economico che sotto il profilo tecnico e realizzativo la televisione attua delle politiche simili a quelle adottate in precedenza dalla radio. Le politiche in questione sono di natura industriale e poggiano dunque sulla codificazione di peculiari generi, sulla distribuzione delle mansioni e sulla standardizzazione dei prodotti. Nello specifico la televisione recupera dalla radio l’assetto finanziario e giuridico-legislativo: la divisione in servizio privato e servizio pubblico e le stazioni televisive come compagnie sostenute dagli imprenditori oppure dallo stato. Tra il mezzo radiofonico e quello televisivo esistono ovviamente numerose differenze, sia a livello formale che ha livello contenutistico ma la radio e la televisione condividono anche la tecnologia di funzionamento: sono entrambe fondate sulla propagazione di segnali ripresi, diffusi e trasmessi simultaneamente. La radio e la televisione rientrano all’incirca dalla metà del Novecento nel medesimo sistema delle telecomunicazioni o, in lingua inglese, del broadcasting. Il complesso organismo mediale generato dalla loro relazione viene chiamato, con semplicità e efficacia, servizio radiotelevisivo. Lezione 003 01. Quale è il sistema radiofonico e televisivo che si impone negli Stati Uniti? Il sistema basato sui network privati a carattere commerciale 02. A quale periodo storico risale l'avvento della radio in Italia? All'epoca della dittatura fascista 03. Quale è il sistema radiofonico e televisivo che si impone in Gran Bretagna? Il monopolio pubblico 04. Quale famoso scienziato contribuisce all'istituzione della radio? Guglielmo Marconi 05. Riferire in merito all’avvento e all’affermazione della radio in Italia. Durante il periodo fascista Guglielmo Marconi è una delle figure di spicco della radio in Italia. A onor del vero, Marconi influenza il broadcasting italiano pure negli anni che precedono la comparsa del movimento fascista. Nel 1902 Marconi concede alla Marina e all’Esercito la possibilità di utilizzare gratuitamente per venti anni i prodotti che ha brevettato e dà così prova del proprio patriottismo. Il 30 dicembre 1914 lo scienziato bolognese riceve la nomina di Senatore del Regno d’Italia, oltre essere guida dell’Agenzia radiotelegrafica italiana nel 1920 e della Società italiana per i servizi radiotelegrafici e radiofonici nel 1921. Queste due aziende da lui dirette concorrono alla crescita della radiofonia italiana. La funzione svolta da Marconi diventa quasi fondamentale dopo la formazione del governo fascista. L’inventore di origini bolognesi si iscrive tra l’altro subito e con convinzione al partito fascista. Egli viene visto come un esempio da imitare. Negli anni Venti Marconi è avvolto da una aura mitica, leggendaria derivante dal conferimento del premio Nobel per la fisica. Mediante la Società italiana per i servizi radiotelegrafici e radiofonici, segnalata spesso nei documenti ufficiali con l’acronimo di SISERT, Marconi cerca di installare una grande rete radiofonica. Egli immagina di collocare dei potenti trasmettitori, dei potenti impianti radiofonici, in diversi luoghi della penisola. I trasmettitori vanno (almeno in teoria) collocati a Milano, a Napoli, nell’Italia centrale e nelle principali città. Il progetto viene abbandonato provvisoriamente nel 1921 e I programmi non devono interferire con la vita lavorativa e devono accrescere il livello culturale degli spettatori 04. Quale è la principale dimensione posseduta dalla TV italiana negli anni Cinquanta? La dimensione “pedagogica”, vale a dire “educativa" 05. Descrivi il pubblico della televisione italiana degli anni Cinquanta. l’Italia degli anni Cinquanta è ancora un paese povero, con un’economia ancora prevalentemente agricola, che conta un 50% per cento di analfabeti e che per la maggioranza si esprime nei dialetti regionali. Il medium d’elezione in quel momento è il cinema, che nella prima metà del decennio ha conosciuto una forte ripresa industriale, ma del quale il pubblico preferisce consumare i prodotti d’importazione, in particolar modo hollywoodiani. Come il cinema, anche la televisione è all’inizio un’esperienza collettiva: pochissimi spettatori sono in grado di comprarsi un apparecchio televisivo, e l’arrivo del nuovo mezzo inizia a ridisegnarne la socialità. I fortunati che si sono potuti permettere un televisore iniziano la pratica di invitare amici, vicini di casa o inquilini dello stesso stabile in soggiorno, e la televisione diviene così un polo di aggregazione anche nei caseggiati. Ma la modalità di consumo più diffusa è forse quella che avviene nei bar e nelle latterie che, in cambio di una consumazione obbligatoria, divengono delle sale di proiezione dove molti assistono alle trasmissioni per la prima volta. Il rituale collettivo della visione televisiva diviene in breve talmente forte da scombussolare l’industria cinematografica, che a metà degli anni Cinquanta stava affrontando la sua prima crisi dal dopoguerra. Nel 1956, le associazioni di categoria dei produttori e distributori (Anica) ed esercenti (Agis) cinematografici dapprima chiedono (e ottengono) addirittura di spostare il popolarissimo quiz Lascia o raddoppia? dal sabato al giovedì, in modo da non interferire con il weekend (il periodo di maggiore incasso per le sale cinematografiche). Poi, in seguito a un accordo con la Rai, iniziano a installare nelle sale degli schermi televisivi, in modo che il pubblico pagante possa recarsi al cinema per assistere al programma. In sostanza, la televisione si inserisce in abitudini di consumo già esistenti (la visione collettiva e socializzata propria dell’esperienza cinematografica), ma a poco a poco inizia a modificarle: complice il boom economico (che investe l’Italia dalla fine degli anni Cinquanta all’inizio del decennio successivo) e la maggior diffusione degli apparecchi, la televisione diverrà presto un’esperienza isolata, che ogni nucleo familiare potrà consumare in solitudine tra le mura domestiche. Lezione 008 01. Cosa fa la Rai negli anni Cinquanta per combattere l'analfabetismo di parte della popolazione? Crea trasmissioni specificatamente didattiche come "Non è mai troppo tardi" 02. Cosa eredita la programmazione televisiva della seconda metà degli anni Cinquanta dalla radio? Una collocazione cronologica dei programmi, ad appuntamenti settimanali 03. Di quale mezzo di espressione prende spunto la televisione italiana per la sua programmazione fin dai suoi primordi? Il teatro 04. Come è strutturata la programmazione della Rai degli anni Cinquanta? Prevede appuntamenti e generi settimanali fissi Lezione 009 01. Per quale ragione il programma ?Carosello? ricopre un ruolo importante nell'ambito della storia televisiva italiana? Perché introduce la pubblicità nell'emittente pubblica 02. Cosa contraddistingue i quiz della televisione italiana degli anni Cinquanta? Sono imitazioni dei quiz della televisione americana 03. Quale di questi generi riscuote successo negli anni Cinquanta? Il varietà 04. Cosa è e quando nasce il Festival di Sanremo? Una gara canora nata nel 1951 dapprima trasmessa in radio e dal 1955 in televisione Lezione 010 01. In quale periodo Ettore Bernabei guida la Rai? Dal 1961 al 1975 02. Per quale motivo la tecnologia Ampex rivoluziona il linguaggio televisivo? Perché consente di registrare i programmi, permette di effettuare il montaggio delle scene e favorisce una maggiore articolazione del palinsesto 03. Quale identità assume il ?Secondo Canale? durante la direzione della Rai di Ettore Bernabei? L'identità di una rete improntata a un intrattenimento leggero 04. Che ruolo assume la televisione in Italia negli anni Sessanta? La televisione è una sorta di passatempo consumato dalle famiglie nelle proprie abitazioni durante il tempo libero 05. Come è concepita la programmazione dopo la nascita del Secondo programma? I programmi di maggior successo vengono trasmessi dal Programma nazionale mentre quelli sperimentali vengono trasmessi dal Secondo programma 06. Quali sono le strategie editoriali elaborate da Ettore Bernabei? Con i cambiamenti del pubblico, cambiano anche le strategie di palinsesto della Rai. Negli anni della gestione di Ettore Bernabei, l’azienda non ha più di fronte un pubblico indifferenziato che è interessato più che altro alla novità del mezzo, ma ha di fronte spettatori più qualificati, che stanno gradualmente migliorando le proprie condizioni di vita e la loro istruzione. Sebbene la dimensione pedagogica sia ancora al centro della filosofia editoriale della Rai, essa viene smorzata nei toni e resa meno pedante. Piuttosto, la televisione italiana tenta di orientare le scelte e i percorsi culturali del suo pubblico attraverso strategie di palinsesto più sofisticate. Fino a questo momento, infatti, la logica che guidava la collocazione dei contenuti era imperniata semplicemente sulla messa in sequenza di una serie di programmi fortemente disomogenei. Ora la Rai tenta invece di individuare dei percorsi, di rafforzare l’idea di un’offerta organizzata verticalmente nel corso della giornata e orizzontalmente per appuntamenti settimanali. Lo strumento principale per l’elaborazione di un palinsesto più sofisticato è il secondo canale, che entra a pieno regime solo a partire dal 1962. Il progetto iniziale che stava dietro al lancio del Secondo canale era quello di farne una rete di élite, improntata a un consumo culturale di alto livello, come era già accaduto nella radio della Rai. Tuttavia Bernabei si oppone fortemente a questo disegno, rivendicando per il secondo programma l’identità di una rete improntata all’intrattenimento leggero. La programmazione del secondo canale ha la prima, ovvia conseguenza di aumentare l’offerta, che non soltanto raddoppia per via della presenza di due canali alternativi, ma si espande anche sul piano delle fasce orarie. L’idea di una televisione che non deve confliggere con la produttività o con altri impieghi del tempo libero da parte dei propri spettatori, che era propria della Rai degli anni Cinquanta, segna il passo a favore di una televisione sempre più pervasiva, e soprattutto a caccia di un pubblico sempre più ampio. La seconda rete si contraddistingue spesso per scelte ardite, per una programmazione sperimentale mirata a svolgere una funzione integrativa rispetto al primo canale, andando a intercettare le esigenze di nicchia di un pubblico che inizia a essere meno monolitico che nel decennio precedente. Lezione 011 01. Quale grande attore e regista teatrale collabora con la Rai negli anni Sessanta? Dario Fo 02. Cos'è “Tribuna elettorale”? Un programma d'informazione politica trasmesso a partire dal 1960 03. Quale tra queste affermazioni è falsa? Giochi senza frontiere (1965-1982) è un gioco a premi voluto da Charles De Gaulle per migliorare i rapporti tra Francia e Germania Ovest Lezione 014 01. Negli anni Sessanta a cosa dedica la propria carriera il regista Roberto Rossellini? A un personale progetto di televisione pedagogica 02. Tra gli sceneggiati della Rai, quale è l'esempio più emblematico di coproduzione internazionale? Marco Polo del 1982, che la Rai coproduce con Germania occidentale, Francia, Giappone, Stati Uniti e Cina comunista 03. Cosa caratterizza lo sceneggiato "l'Odissea"? Viene realizzato su pellicola e combina divulgazione e spettacolarità 04. Cos'è lo sceneggiato filmato? Uno sceneggiato realizzato in pellicola e vicino agli standard cinematografici Lezione 015 01. In quale anno viene introdotto il colore nella televisione italiana? 1977 02. Quali sono i punti salienti della legge di riforma della Rai del 1975? Lo Stato mantiene il monopolio, viene progettato un terzo canale ma le emittenti straniere possono trasmettere in Italia 03. Quale è il primo effetto pratico della legge di Riforma della Rai? Il cambiamento dei palinsesti e delle strategie editoriali 04. Quale è il programma di intrattenimento che sostituisce la prosa del venerdì sera nel 1977? Portobello, condotto da Enzo Tortora. Lezione 016 01. Quale è il primo film trasmesso dalla televisione italiana? Le miserie del signor Travet (1945), di Mario Soldati. 02. Per quale ragione negli anni Settanta la Rai finanzia i film di vari autori internazionali? Per aumentare il proprio prestigio e espandersi al di fuori dei confini nazionali 03. Come vengono consolidati i rapporti tra la televisione e il cinema in Italia a cominciare dagli anni Sessanta? La televisione finanzia varie produzioni cinematografiche 04. In quale decennio la Rai inizia a finanziare produzioni cinematografiche? Negli anni Sessanta 05. Fornire informazioni sulla produzione cinematografica della Rai. Dopo la metà degli anni Sessanta, il cinema italiano continua ad avere un grande successo nazionale e internazionale, e riesce perfino a superare i prodotti hollywoodiani nelle preferenze del pubblico interno. Tuttavia, una ciclica crisi si abbatte su buona parte delle case di produzione maggiori, costringendo alla chiusura molte di esse. La Rai effettua allora un passaggio importante: non si limita più ad acquistare e trasmettere i film, ma inizia anche a produrli. Le ragioni di questa decisione sono molteplici: innanzitutto fornire ai propri spettatori dei prodotti di qualità che essi sembrano gradire, e che sono sempre conformi agli standard didattici e morali richiesti dall’azienda. In secondo luogo, la produzione di film di qualità è anche un’operazione di prestigio, che rilancia l’immagine dell’emittente pubblica in Italia e nel resto d’Europa. Le prime produzioni cinematografiche Rai sono dei film pensati principalmente per la trasmissione televisiva (assimilabili quindi alla formula del “TV movie”). Un primo esempio è “Francesco D’Assisi”, esordio nel lungometraggio della regista Liliana Cavani. La Rai allo stesso tempo produce anche film di registi già accreditati, o addirittura di grandi maestri che sono nel pieno della loro carriera. Al primo gruppo appartiene Bernardo Bertolucci che, dopo aver già diretto importanti lungometraggi, nel 1970 realizza per l’emittente pubblica “La strategia del ragno”, ispirato a un racconto dello scrittore argentino Jorge Luis Borges. Tra gli autori già celebri che lavorano per la Rai troviamo invece Federico Fellini, che sempre nel 1970 firma “I clowns”, un complesso ibrido di documentario e cinema di finzione dedicato al circo, da sempre una delle passioni del grande regista. La politica cinematografica della televisione di stato porta presto all’azienda degli importanti riconoscimenti internazionali: due produzioni Rai, Padre padrone, diretto dai fratelli Taviani e tratto dal libro autobiografico di Gavino Ledda, e il capolavoro di Ermanno Olmi, L’albero degli zoccoli, vincono entrambi la prestigiosa Palma d’oro al Festival di Cannes, rispettivamente nel 1977 e nel 1978. Non va dimenticato infine che in questo periodo la televisione di Stato è impegnata anche nella realizzazione di film non-fiction che vedono coinvolti registi cinematografici di prestigio: è il caso di Michelangelo Antonioni, che nel 1972 viene invitato dalle autorità cinesi a realizzare un documentario. Il risultato sarà Chung Kuo – Cina. Lezione 017 01. Quali sono le tecnologie che negli anni Settanta favoriscono l'ingresso di soggetti privati nel mercato televisivo europeo? Il cavo e il satellite 02. Quale risultato produce la combinazione della tecnologia satellitare e della tecnologia via cavo? Lo sviluppo della televisione a pagamento negli Stati Uniti 03. Cosa sono il cavo e il satellite? Delle tecnologie di "narrowcasting" 04. Quale è la prima e più famosa televisione a pagamento? Hbo (Home box office: "La biglietteria in casa"), nata nel 1972, trasmette cinema e sport inizialmente solo nella zona di New York Lezione 018 01. Cos'è la ITV (Independent Television)? Un network commerciale britannico 02. Cos'è Channel Four? Una rete televisiva inglese 03. Cos'è Canal+? Una emittente televisiva francese 04. Quale è la prima tra le nazioni europee a riprende le trasmissioni televisive dopo la seconda guerra mondiale? Il Regno Unito nel 1946 05. Quando e come avviene la comparsa delle televisioni private nell’Europa occidentale? Lezione 020 01. Con quale programma inizia la trasmissione in network di Canale 5? Con il quiz "I sogni nel cassetto", condotto nel 1980 da Mike Bongiorno 02. Quale è la fonte economica di sostentamento delle televisioni private? La vendita di spazi pubblicitari 03. Quale è uno degli obiettivi della cosiddetta "neotelevisione"? Coinvolgere il pubblico e farlo partecipare in modo più attivo 04. Cosa sono i canali televisivi ?generalisti?? Canali che si indirizzano alla ?generalità?, ossia alla maggioranza, degli spettatori Lezione 021 01. Quali sono le principali emittenti che negli anni Ottanta e Novanta si contendono il mercato televisivo italiano? Rai e Fininvest 02. Quali effetti produce la Legge Mammì? Regolarizza la situazione esistente ma non si preoccupa di aprire il mercato a nuovi soggetti 03. Come viene combattuta la guerra degli ascolti tra Rai e Fininvest? Su tre fronti: l'acquisto di programmi e film dall'estero, la produzione di programmi in proprio, e l'ingaggio delle star 04. Quale è la prima televisione italiana a pagamento? Telepiù Lezione 022 01. Cos'è il talk-show? È un programma piuttosto economico basato sulla conversazione tra alcune persone 02. Cos'è l'infotainment? Un genere che combina informazione e intrattenimemento 03. Quale ruolo assume il presentatore nel programma contenitore? Il presentatore è il protagonista assoluto della trasmissione 04. Cosa unisce il programma contenitore e il varietà? Il susseguirsi di numeri di canto o ballo e attrazioni di vario tipo 05. Quali sono i macrogeneri principali della cosiddetta ?neotelevisione?? Il contenitore e il talk-show 06. Offrire informazioni riguardo ai programmi della “neotelevisione” in Italia. Con l’affermazione delle televisioni commerciali, si produce anche in Italia il passaggio dalla vecchia Tv alla “neotelevisione”. Cambia dunque l’offerta televisiva, che ora ha l’obiettivo di massimizzare l’ascolto in ciascuna delle fasce orarie, evitando che lo spettatore, ora dotato di telecomando, vaghi da una rete all’altra. La televisione commerciale tende a fidelizzare lo spettatore attraverso una programmazione a strisce settimanali e a “trascinamento” verticale. La programmazione tiene comunque conto delle diverse fasce di pubblico, suddivise per età e genere sessuale, ma la distinzione tra i generi viene meno. La televisione diventa più generalista, ha l’obiettivo di piacere alla maggioranza degli spettatori. Il genere, di cui fanno parte l’intrattenimento, il quiz, il programma culturale ecc., cede il passo al “macrogenere”, che è in grado di contenerli tutti. Ne è esempio il “Talk show”, nato alla fine degli anni Settanta, e il “Contenitore”, che presenta aspetti comuni con il varietà della vecchia televisione: mentre nel varietà c’era un presentatore, che si limitava a introdurre numeri pensati da altri e a fare dei piccoli sketch egli stesso, nel programma contenitore c’è un conduttore, protagonista assoluto della trasmissione, che con la propria presenza e la propria affabulazione tiene insieme un insieme eterogeneo, e spesso inconsistente, di attrazioni. Il conduttore può essere un cantante, come Adriano Celentano, o una soubrette, come Raffaella Carrà. Più spesso, non ha bisogno di competenze particolari in altri rami del mondo dello spettacolo: il conduttore più importante degli anni Ottanta e Novanta, Pippo Baudo, al di là della televisione non ha nel suo curriculum altro che qualche occasionale esperienza di attore e cantante. Il contenitore è inizialmente concepito come un programma festivo, tuttavia si è rapidamente allargato alla fascia pomeridiana dei giorni feriali. Il primo e più famoso programma contenitore è “Domenica in”, in onda su Raiuno e condotto inizialmente da Corrado Mantoni (1976-1979) e poi da Pippo Baudo (1979-1985). A partire dal 1985 Canale 5 propone in alternativa “Buona domenica”, organizzato in modo simile e condotto inizialmente da Corrado Mantoni e Maurizio Costanzo (1985) e poi dal solo Costanzo (fino al 1987). Come già detto, l’altro macrogenere della neotelevisione è il talk show: ideato negli Stati Uniti, ha avuto in Italia però un’impronta fortemente nazionale. L’artefice del talk show italiano è infatti Maurizio Costanzo, che l’ha introdotto con programmi come “Bontà loro” (1976-1978), “Acquario” (1979) e “Grand’Italia” (1980), e poi ne ha cristallizzato le forme con il longevo “Maurizio Costanzo Show” (dal 1982 al 1986 su Rete 4, poi su Canale 5 fino al 2006). Si tratta di un tipo di programma estremamente economico, basato sulla conversazione tra alcuni personaggi supervisionata da un moderatore, o dal dialogo diretto di una sola persona con quest’ultimo, secondo modalità vicine alla pubblica confessione. Il moderatore ha il ruolo di padrone di casa di un ipotetico ricevimento in salotto, e ha il compito di avviare una discussione che, per il resto, deve svolgersi in maniera autonoma tra gli ospiti. La novità del “Maurizio Costanzo Show” consiste nell’ancorare la discussione a precisi argomenti di attualità, che possono essere frivoli o seri a seconda delle puntate. La presenza di persone comuni, insieme o in alternativa ai vip, permette di aumentare la sensazione di autenticità del programma. Tuttavia, questi programmi cercano comunque di far emergere i lati più spettacolari della vita degli individui, che vengono scelte in quanto le loro vicende costituiscono dei “casi umani” di cui esasperare i lati più drammatici, secondo un’estetica della “televisione del dolore”. Il ruolo del talk show, e la ragione del suo straordinario successo, è perciò quello di “narrativizzare” la società mediante la conversazione. La televisione funge da polo di aggregazione, creando una nuova narrazione collettiva attraverso le storie generate dal chiacchiericcio degli ospiti dei programmi televisivi. Con la nascita di “Il processo del lunedì” (1980-1997, in onda su Raiuno), condotto da Aldo Biscardi, l’informazione sportiva assume infatti le forme della conversazione, spesso animata ed eccessiva, sull’argomento calcistico. Lezione 023 01. Cosa si intende per dimensione multimediale dell'"anime" giapponese? Gli "anime" mutuano dal manga la dimensione multimediale e la vocazione internazionale. Dagli anime derivano videogiochi, giochi di ruolo, gadget e accessori di vario tipo, giocattoli e così via. 02. Cosa contraddistingue le serie animate giapponesi? La dilatazione della dimensione del tempo e la continuità narrativa 03. Cosa designa la parola "anime"? Le produzioni giapponesi a disegni animati 04. In quale periodo la televisione italiana inizia a trasmettere le serie animate giapponesi? Tra gli anni Settanta e Ottanta 05. Quando e perché compaiono e si diffondono le serie animate giapponesi nella televisione italiana? L’Italia è la nazione in cui, dalla fine degli anni Settanta, vengono importate in assoluto più serie giapponesi a disegni animati. In Italia, negli anni Ottanta, l’animazione giapponese è messa al centro di polemiche piuttosto accese, scatenate dai giornalisti e da sedicenti studiosi, a causa dei canoni stilistici a cui le serie animate nipponiche sono invitate a attenersi, la presunta funzione pedagogica che viene auspicato esse svolgano e il pubblico al quale si suppone vadano indirizzate. L’infondatezza e la pretestuosità delle tesi avanzate vengono, di recente, dimostrate da ricercatori universitari. Dalla fine degli anni Novanta comincia a salire alla ribalta anche in campo accademico un gruppo di giovani studiosi interessato al disegno animato giapponese, una vera e propria generazione di esperti e critici cresciuta, non a caso, guardando gli anime in televisione negli anni Ottanta. Principale caratteristica dell’animazione giapponese di serie è costituita dal fatto di indirizzarsi ad un pubblico eterogeneo e vasto. Le studiose Antonini e Lucianetti sostengono che per l’industria di animazione giapponese, nata cinquant’anni dopo quella americana, non fu facile trovare immediatamente una propria identità, benché due caratteristiche peculiari separassero il mercato nipponico da quello d’oltreoceano: il fatto che l’anime nascesse sonoro e televisivo e il fatto che fosse una diretta, resa visiva, del manga, un prodotto corposo e per questo differente rispetto alle brevi strip 06. Quando e per quali ragioni si tenta di costituire un “terzo polo” televisivo in Italia? Tra la metà degli anni Ottanta e gli anni Duemila, il mercato televisivo italiano viene dominato dal duopolio di Rai e Fininvest, che ottengono all’incirca il 90% degli ascolti e il 90% della raccolta pubblicitaria. Questo non significa però che i due colossi siano gli unici soggetti in circolazione, né che non ci siano altre emittenti degne di nota. Nel periodo che va dagli anni Ottanta ai giorni nostri, varie sigle hanno tentato di proporsi come alternativa al gruppo Fininvest nel settore privato, o hanno funzionato in simbiosi con essa (come il circuito Italia 7, che dalla fine degli anni Ottanta agli anni Novanta è stata sostanzialmente un quarto canale Fininvest). Due emittenti, però hanno una storia particolare, in quanto presentano caratteri unici e perché, a partire dagli anni Duemila, hanno attivamente cercato di diventare quel fantomatico terzo polo che avrebbe potuto riportare equilibrio nell’imperfetto dualismo Rai- Mediaset. La prima di esse è Videomusic: primo canale tematico italiano nato nell’84 dal gruppo Marcucci. Ispirato al network americano MTV, aveva una programmazione formata da videoclip musicali, introdotti dalla voce fuoricampo di uno speaker. Videomusic presentava anche programmi originali realizzati in studio, registrazioni di eventi live o piccoli documentari monografici sulle star della musica. La seconda è Telemontecarlo, la cui programmazione è incentrata su serie tv e film, alternata a programmi di propria produzione, condotti da star provenienti da Rai e Mediaset. Telemontecarlo ha tentato di diventare un’alternativa generalista di queste due emittenti, senza mai riuscirci a causa della scarsa copertura nazionale. Nel 1995 i canali Telemontecarlo e Videomusic vengono entrambi acquistati dal gruppo Cecchi Gori e vengono rinominate TMC e TMC2, divenendo entrambe a programmazione generalista, e nel caso di TMC2, mantenendo una forte componente musicale. Nel 2000 entrambi i canali vengono acquistati dal gruppo Seat-Pagine Gialle che li ristruttura per trasformarli: TMC diventa La7, a programmazione generalista orientata verso un target giovanile, mentre TMC2 diventa l’emittente italiana di MTV, che abbandona sempre più la componente musicale per concentrarsi sulla trasmissione di reality show di matrice americana, riferendosi ad un target fortemente giovanile. La7, al contrario, con la nuova proprietà di Tronchetti Provera, viene trasformata da Telecom in un canale di nicchia orientato verso il giornalismo, con occasionali puntate nel settore dell’intrattenimento. Lezione 027 01. Quale tecnologia viene imposta dalla legge Gasparri? Il digitale terrestre 02. Quale è il principale effetto del passaggio al digitale terrestre? Viene rafforzato il quadro preesistente e il mercato continua dunque a essere dominato da Rai e Mediaset 03. Quale è la principale novità introdotta dalla legge “Maccanico” (249/1997)? L'istituzione di una Autorità garante per le telecomunicazioni chiamata “Agcom” 04. Attraverso quale strumento, a cominciare dagli anni Duemila, è possibile aprire il mercato televisivo a un maggior numero di soggetti? Attraverso le bande di trasmissione digitali Lezione 028 01. Quale è un esempio di elemento "semantico" all'interno di un prodotto come una serie televisiva? Una serie di caratteristiche visive immediatamente identificabili, come ad esempio i cappelli a larga tesa, pistole e cavalli per serie western 02. Quali programmi appartengono a generi televisivi, relativi a tipi specifici di programmi da mandare in onda? Il quiz, o il varietà di intrattenimento, il talk show, l'approfondimento di informazione, lo sceneggiato, la soap opera e così via. 03. Cosa indica il termine 'formato'? La durata, la frequenza di programmazione e la struttura di un programma 04. Cos'è un format? Un prodotto creato da società esterne alle reti TV, soggetto a copyright e venduto sui mercati mondiali Lezione 029 01. Cos'è la pre-produzione? La prima fase di creazione di un programma, che precede le riprese vere e proprie 02. In quante aree è di solito diviso uno studio televisivo? In due aree: area di ripresa e cabina di regia 03. Quale è il compito del regista nella cabina di regia? Il regista in collegamento radio con i cameramen li istruisce sulla porzione di spazio da riprendere, sceglie quale immagine o quale fonte audio deve andare in onda (o essere registrata) Lezione 030 01. Quale è la fascia oraria più importante nella programmazione di una rete? La fascia Serale 02. Cosa designa il termine ?contro programmazione?? Una strategia che prevede di competere con un canale concorrente offrendo una trasmissione completamente diversa 03. Quali sono le principali funzioni del palinsesto? Creare una identità dell'emittente e individuare in anticipo il pubblico di riferimento 04. Quale è la logica di programmazione adottata dall'intera televisione italiana dalla seconda metà degli anni Settanta? La logica di una competizione tra varie società concorrenti 05. Cos'è il palinsesto? La ?griglia? in cui vanno inseriti i singoli programmi 06. Definisci il termine “palinsesto” e fornisci degli esempi a riguardo. La programmazione di una rete, la “griglia” nella quale vanno inseriti i singoli programmi è di fondamentale importanza: il “palinsesto” permette di creare l’identità dell’emittente, attraverso scelte editoriali e di individuare in anticipo il target di riferimento. “Palinsesto” è un termine che viene dalla filologia, che si riferisce alle pergamene che venivano raschiate e riscritte più volte, dunque ha la peculiarità di essere un programma temporaneo e soggetto a modifiche che variano a seconda di fattori come le variazioni di ritmo del consumo televisivo, le preferenze del pubblico o strategie di concorrenza. Durante gli anni del monopolio Rai, il palinsesto veniva concepito come una serie di caselle nelle quali inserire diversi generi di programmazione, a prescindere dalle preferenze di un pubblico che doveva ancora formarsi delle abitudini in relazione al nuovo mezzo televisivo. Le ore di programmazione giornaliere erano poche, sviluppate su di un solo canale, suddivise in fasce orientate verso un target molto generico: il pomeriggio per i ragazzi, la fascia preserale e quella serale per le famiglie. Tra il 1961, col nuovo direttore Ettore Bernabei, e il 1975, anno della riforma della Rai, le logiche di palinsesto cambiano sensibilmente soprattutto per via dell’apertura del Secondo canale. A partire dalla seconda metà degli anni Settanta, sull’onda della comparsa delle reti commerciali, l’intera televisione italiana inizia a costruire i propri palinsesti secondo la logica di una competizione tra diversi gruppi concorrenti (principalmente tra Rai e Fininvest), ma anche tra le reti di uno stesso editore. La struttura assunta dal palinsesto durante gli anni della neotelevisione è sostanzialmente rimasta inalterata fino ad oggi dal momento che, nonostante le possibilità offerte dai canali a pagamento e dalle nuove piattaforme digitali, la televisione generalista continua ad avere un ruolo centrale nell’esperienza di visione della maggior parte del pubblico. 07. Quali sono le logiche di natura professionale alla base della costruzione di un palinsesto? Il palinsesto viene preparato con molto anticipo rispetto all’effettivo periodo di programmazione, e viene aggiornato più volte in base agli input provenienti dagli indici di ascolto e della concorrenza. Quando viene steso, si succedono varie fasi: si passa per un 01. Quale importante canale televisivo rinuncia da sempre alla pubblicità? La Bbc 02. Che struttura hanno le pubblicità trasmesse da "Carosello"? Si dividono in due parti: 100 secondi per un cortometraggio e 35 secondi per il codino commerciale vero e proprio 03. Quali sono i soggetti coinvolti nella vendita degli spazi pubblicitari? La rete, la concessionaria pubblicitaria e gli inserzionisti 04. Cos'è un ?periodo di garanzia?? Il periodo dell'anno nel quale i canali televisivi garantiscono agli inserzionisti pubblicitari il raggiungimento di un discreto share 05. Quali principi regolano l’acquisto e la vendita degli spazi pubblicitari? L’aspetto più importante della pubblicità televisiva è quello relativo alla contrattazione degli spazi pubblicitari. Prevede infatti l’interazione di tre soggetti: l’editore (ovvero l’emittente), la concessionaria pubblicitaria e gli inserzionisti. L’emittente prepara con molto anticipo un palinsesto all’interno del quale è previsto un certo numero di spazi pubblicitari, che la concessionaria cerca di vendere agli inserzionisti sulla base delle previsioni di ascolto. Queste ultime possono essere relativamente affidabili nei periodi dell’anno in cui il pubblico trascorre molto tempo a casa, ma non lo saranno nei periodi in cui gli spettatori potrebbero andare in ferie per via delle festività natalizie o dell’arrivo della bella stagione. Invece i due periodi che corrispondono grossomodo all’autunno (da metà settembre fino quasi a Natale) e all’inverno e alla primavera (da gennaio a giugno) vengono chiamati “periodi di garanzia”, proprio perché le emittenti si impegnano a raggiungere uno share minimo, al di sotto del quale saranno costrette a pagare una penale, che prende spesso la forma non di un rimborso monetario, ma della concessione di spazi pubblicitari a titolo gratuito nella stagione successiva. È per questa ragione che i programmi di maggior impegno produttivo sono tutti concentrati nei due periodi di garanzia: perché sono quelli su cui puntano le reti per ottenere ascolti sempre più alti e per poter contrattare di conseguenza prezzi sempre più vantaggiosi per la vendita degli spazi corrispondenti. Tuttavia, a causa di questo meccanismo, una trasmissione che si rivela un flop si può tradurre in un danno economico per l’azienda, che sarà costretta a cedere spazi gratuiti perdendo opportunità di guadagno. Vale la pena notare che le concessionarie pubblicitarie svolgono un ruolo fondamentale all’interno di questa mediazione e non a caso, come abbiamo sottolineato parlando della nascita delle TV commerciali, possedere una concessionaria interna è un asset fondamentale per un’emittente televisiva: Rai e Mediaset infatti posseggono ciascuna la propria concessionaria (rispettivamente Sipra e Publitalia ’80), così come Sky, proprietaria di Sky pubblicità. La7, che fino al 2013 era di proprietà di Telecom e si affidava per la raccolta delle inserzioni alla Cairo pubblicità, un’agenzia esterna, è stata poi acquistata proprio dal gruppo proprietario di questa concessionaria, la Cairo communications. 06. Illustrare a grandi linee il processo di vendita degli spazi pubblicitari. L’aspetto più importante della pubblicità televisiva è quello relativo alla contrattazione degli spazi pubblicitari. Prevede infatti l’interazione di tre soggetti: l’editore (ovvero l’emittente), la concessionaria pubblicitaria e gli inserzionisti. L’emittente prepara con molto anticipo un palinsesto all’interno del quale è previsto un certo numero di spazi pubblicitari, che la concessionaria cerca di vendere agli inserzionisti sulla base delle previsioni di ascolto. Queste ultime possono essere relativamente affidabili nei periodi dell’anno in cui il pubblico trascorre molto tempo a casa, ma non lo saranno nei periodi in cui gli spettatori potrebbero andare in ferie per via delle festività natalizie o dell’arrivo della bella stagione. Invece i due periodi che corrispondono grossomodo all’autunno (da metà settembre fino quasi a Natale) e all’inverno e alla primavera (da gennaio a giugno) vengono chiamati “periodi di garanzia”, proprio perché le emittenti si impegnano a raggiungere uno share minimo, al di sotto del quale saranno costrette a pagare una penale, che prende spesso la forma non di un rimborso monetario, ma della concessione di spazi pubblicitari a titolo gratuito nella stagione successiva. È per questa ragione che i programmi di maggior impegno produttivo sono tutti concentrati nei due periodi di garanzia: perché sono quelli su cui puntano le reti per ottenere ascolti sempre più alti e per poter contrattare di conseguenza prezzi sempre più vantaggiosi per la vendita degli spazi corrispondenti. Tuttavia, a causa di questo meccanismo, una trasmissione che si rivela un flop si può tradurre in un danno economico per l’azienda, che sarà costretta a cedere spazi gratuiti perdendo opportunità di guadagno. Lezione 033 01. Cosa si intende per pratica 'bottom-up'? La pratica degli utenti di generare e diffondere nuovi contenuti, a volte accolti e sviluppati dalle reti o dalle case di produzione 02. Cosa contraddistingue la programmazione televisiva contemporanea? Il fatto che il televisore (inteso come mezzo di diffusione) sia sempre meno centrale, in quanto viene affiancato da tanti altri dispositivi 03. Quale è il nome dello studioso che ha elaborato il concetto di ?cultura della convergenza?? Henry Jenkins 04. Cosa offre in particolare l'adozione della tecnologia digitale? La possibilità di creare un sistema di testi differenti che accompagnano ogni singolo prodotto televisivo 05. Quali cambiamenti avvengono in campo televisivo dopo la comparsa dei cosiddetti nuovi media e delle tecnologie digitali? La comparsa dei nuove media e delle tecnologie digitali ha apportano una trasformazione radicale in campo televisivo. A partire dagli anni Novanta infatti le nuove possibilità offerte da Internet hanno cambiato il rapporto tra gli utenti e le informazioni: la dimensione bidirezionale di questo sistema che consente sia di ricevere che di inviare dei contenuti, ha determinato l’esistenza di rapporti meno verticistici e più orizzontali tra individui e istituzioni. In linea di principio, gli utenti di Internet possono condividere tra loro informazioni partite dal basso, anziché provenienti da luoghi istituzionali come la tradizionale informazione televisiva. A questo fenomeno va aggiunta la progressiva digitalizzazione dei segnali audiovisivi. Un segnale digitale può trasferirsi, senza modifiche significative, da un dispositivo a un altro. Di conseguenza il televisore, inteso come quel particolare elettrodomestico utilizzato per ricevere i segnali televisivi, diventa sempre meno centrale, in quanto viene affiancato da tanti altri dispositivi, più o meno di uso comune, che adesso fanno anche ciò che un tempo faceva solo lui, insieme a svolgere tanti altri servizi. Bisogna anche sottolineare che non solo questi dispositivi fanno le stesse cose che un tempo faceva il televisore, ma spesso offrono anche di più: come la possibilità di commentare in tempo reale quello che stiamo vedendo (o di leggere i commenti altrui), oppure una “moviola” che ci permette di tornare indietro a rivedere qualcosa che abbiamo perso o che abbiamo apprezzato particolarmente di un evento che stiamo guardando, un po’ come se fosse un Dvd, anche se viene trasmesso in diretta. Si crea quindi un sistema di testi differenti che accompagnano ogni singolo prodotto. Ogni trasmissione televisiva ha un sito ufficiale che spesso propone contenuti supplementari o altre volte, questi contenuti supplementari vengono offerti su canali premium. A un prodotto televisivo se ne affiancano tanti altri che possono fungere da approfondimento o essere punto di partenza per uno sviluppo del prodotto, che costituisce dunque il centro di un “ecosistema narrativo”. Lezione 034 01. Da quale format deriva il celebre reality ?ll Grande fratello?? Dal format olandese ?Big Brother? 02. Cosa offrono i reality show? La possibilità di manifestare il talento posseduto dai concorrenti La possibilità di vedere in televisione della gente comune A chiunque la possibilità dipartecipare ai programmi televisivi L'impressione di assistere a qualcosa di quanto più reale e oggettivo possibile 03. Quale è il titolo di un reality di grande successo? "Grande Fratello" 04. Quale genere inaugura in Italia il programma "Davvero"? Il reality show 05. Fornire le informazioni più rilevanti in merito al programma "Grande fratello". Il primo vero reality di successo trasmesso in Italia, il Grande fratello, dal 2000 in onda su Canale 5, deriva dal format olandese Big Brother. Il programma riprende la formula di The Real World e Davvero: delle persone comuni devono condividere un appartamento con degli estranei, e vengono continuamente sorvegliati da una serie di telecamere, ma aggiunge alla formula di partenza alcune dinamiche proprie dei game show. Ogni settimana, i concorrenti assegnano una “nomination” a due loro compagni, che rischiano così l’eliminazione dal gioco. A decidere saranno gli spettatori,tramite un meccanismo di voto a distanza. L’ultimo concorrente rimasto verrà premiato con una somma in denaro. Il Grande fratello si contraddistingue fin da subito per la sua natura ibrida, e per il fatto che permette diverse esperienze di visione in base alle piattaforme utilizzate dagli utenti. Il programma viene infatti genitore, ecc.) e a sentirsi più adeguato e inserito. I campi in cui avviene questa trasformazione sono pressoché infiniti: si va dal look, come in “Ma come ti vesti?!”; al proprio aspetto fisico modificato tramite interventi chirurgici in “E2xtreme Makeover”; alla propria abitazione come in “Extreme Makeover: Home Edition”; fino all’educazione dei figli in famiglie disfunzionali, come in “S.O.S. Tata”. Altri programmi di questo tipo, tuttavia, sono invece imperniati su patologie od ossessioni percepite dal pubblico come assurde, e permettono di osservare a distanza, ma con compiacimento, fenomeni ritenuti raccapriccianti, o situazioni sociali pericolose: è il caso rispettivamente degli accumulatori compulsivi di oggetti di “Sepolti in casa”; o di “16 anni e incinta”; o ancora di “Non sapevo di essere incinta”, un programma che ricostruisce le inverosimili vicende di donne che non si sono accorte di essere in gravidanza fino al momento del parto. Lezione 037 01. Quali generi valorizzano le competenze e le abilità possedute dagli individui? Talent show e factual 02. Cosa possono fornire i programmi di genere factual? Dei modelli di imprenditoria fai-da-te, alternativa 03. Quale di queste caratteristiche è attribuibile ai programmi di genere factual e makeover? Si indirizzano a pubblici specifici e hanno una marcata connotazione di gender 04. Quali concetti vengono riscoperti e sottolineati dal talent-show e dalla lifestyle television? La valorizzazione delle competenze personali e la celebrazione dell'expertise 05. Cosa si intende con il termine 'expertise'? Il Grande fratello sembra marcare la scomparsa delle competenze specifiche dal mondo della televisione, i cui nuovi protagonisti sarebbero figure prive di ogni qualità,che appaiono in video per il semplice fatto di esistere. L’idea della competenza,così come il senso dell’esperienza estetica proposta agli spettatori - declinata secondo il modello di una formazione del gusto- vengono invece riscoperti dai talent show e dalla lifestyle television, i quali recuperano, a loro modo, concetti come la valorizzazione delle competenze personali e la celebrazione dell’expertise. Per esempio i concorrenti dei talent sono sì delle persone comuni, ma che hanno un sogno, per raggiungere il quale hanno sviluppato delle capacità, spesso studiando: hanno frequentato corsi di danza, di canto, di musica, e sono spesso in grado di proporre i propri brani musicali, o le proprie ricette, o un proprio romanzo. Non nascono dal niente: si suppone che abbiano già lavorato sodo prima di apparire sui teleschermi. I protagonisti del sottogenere della makeover television, invece, sono persone ordinarie, che non posseggono necessariamente competenze nell’ambito, per esempio, della moda, o dell’architettura; tuttavia, partecipano al programma “per imparare”, e si sottomettono volentieri al parere di un esperto, nonostante quest’ultimo sia spesso poco educato o si prenda apertamente gioco di loro. Per gli spettatori invece non si tratta più di giudicare, tramite il televoto o intervenendo sui social network, il comportamento di perfetti estranei che vivono come cavie di laboratorio e nemmeno, quando assistono a un talent, di esprimere giudizi estetici sulla performance. Bensì assistere alla makeover television permette di formare i propri gusti, in base al grado di fiducia che si ripone negli esperti; di negoziare le proprie insicurezze sul look o sul proprio aspetto fisico; di assistere a edificanti racconti di trasformazione e rinascita, ecc. Le competenze, svalutate nei reality degli anni Duemila ritornano a essere protagoniste nei talent e nella factual television, secondo varie declinazioni. Lezione 038 01. Le nuove reti nel panorama digitale, si possono dividere in? Tre categorie: canali con una programmazione generalista ma specializzate in determinati tipi di contenuti; "slave channels" e canali tematici veri e propri 02. Premium di Mediaset è l'unica televisione a pagamento che? Che è riuscita ad attecchire con successo sul digitale terrestre, e che si è espansa anche su altre piattaforme 03. Che cosa è LA7d? È un secondo canale di LA7, fusione tra uno slave channel e un canale tematico. Ha una connotazione femminile (la "d" sta per "donna") 04. A quali fenomeni sono dovuti i cambiamenti che hanno attraversato il panorama televisivo italiano nel corso degli ultimi dieci anni? A tre fenomeni principali: il consolidamento della televisione su satellite, la nascita delle televisioni via internet e, il passaggio al digitale terrestre 05. Cosa sono gli slave channels? Reti che svolgono una funzione gregaria rispetto a quelle tradizionalmente presenti nel mercato 06. Cos'è Mediaset Premium? L’offerta Premium di Mediaset rappresenta l’unica forma di televisione a pagamento che è riuscita ad attecchire con successo sul digitale terrestre e che, come vedremo, si è espansa anche su altre piattaforme. Il servizio è partito poco dopo il varo della legge Gasparri, nel 2005, dapprima come pay per view on demand legato soprattutto ad eventi sportivi, con una modalità di pagamento che prevede l’inserimento di tessere prepagate direttamente nel decoder del digitale terrestre. In seguito, Mediaset Premium ha aperto un bouquet di canali semigeneralisti rivolti a un preciso target: Joi (per la famiglia), Mya (per il pubblico femminile), Steel (per un pubblico giovane e maschile, sostituito nel 2013 da Premium Action). Mediaset Premium è sostanzialmente l’unica piattaforma a pagamento oltre a Sky ad essersi imposta con successo dopo l’avvento dei canali digitali. Mediaset Premium, oltre a essere presente sul digitale terrestre e sull’Iptv di Telecom Italia, nel 2011 ha lanciato un servizio on demand chiamato Premium Play. Le principali differenze tra questo servizio e l’Iptv come si era sviluppata finora in Italia sono due: in primo luogo, essa fornisce solamente contenuti on demand, e quindi non si limita a trasferire sul digitale i canali generalisti o tematici presenti su altre piattaforme; in secondo luogo, non funziona soltanto tramite un set top box, ma permette di fruire degli stessi servizi utilizzando altri dispositivi già in possesso dell’utente, come un tablet Mac o Android, o la console per videogiochi X-Box di Microsoft. Questo dato è perciò significativo della progressiva integrazione tra sistemi che sta avvenendo anche nel panorama italiano. Lezione 039 01. Cos'è l'Iptv? Un servizio televisivo, il cui segnale viaggia su connessioni internet a banda larga, che viene fornito da compagnie di telecomunicazioni 02. Cos'è Netflix? Un provider video on demand via internet che offre un numero quasi illimitato di contenuti dietro pagamento di un canone mensile 03. Da cosa dipende principalmente il successo della pay tv Sky? Dalla notevole varietà dell'offerta e dalla capacità di sfruttare nuove modalità di visione 04. Quale è il caso più significativo riguardo alla tendenza di certi servizi a espandersi su più piattaforme? Mediaset Premium 05. Quale operatore telefonico in Italia è stato il primo ad investire sulla circolazione dei contenuti su piattaforme diverse come i dispositivi mobili e gli smartphone? L'operatore telefonico 3, lanciando nel 2006 il servizio La3 Tv 06. Ripercorrere le tappe fondamentali della storia di Sky Italia. Insieme a Rai e Mediaset, il gruppo più solido della televisione italiana è sicuramente Sky, succursale italiana di una multinazionale che fa capo al gruppo Newscorp di proprietà di Rupert Murdoch. Sky Italia viene costituita nel 2003, operando una fusione tra le due televisioni satellitari italiane preesistenti, Tele + e Stream TV. In breve, il nuovo gruppo riesce ad acquisire una fetta di mercato molto più consistente dei suoi due predecessori messi insieme, fino a diventare la principale alternativa al duopolio Rai-Mediaset. Le ragioni del successo di Sky sono principalmente due: la varietà dell’offerta e la possibilità di sfruttare È una storia che si sviluppa lungo un arco temporale molto lungo, raccontando le vicende dei personaggi nell'arco di più generazioni, ma ricorrendo a degli schemi fissi che si ripetono 02. Cosa è la sit-com? È una serie di genere comico 03. Quale studioso concepisce la distinzione tra la serie e la saga? Umberto Eco 04. Cos'è un serial? È un racconto articolato in puntate non autosufficienti legate le une alle altre Lezione 043 01. Cosa si intende per Golden Age della televisione? Il periodo che va dalla fine degli anni Quaranta, alla fine degli anni Cinquanta nel quale sono stati messi a punto modelli narrativi e di genere che avrebbero dominato il medium nei decenni successivi 02. Da quale fonte narrativa vengono attinte numerose serie tv di successo degli anni Settanta? Dalle commedie teatrali messe in scena a Broadway 03. In quale ambito va inserita la famosa serie tv "Ai confini della realtà"? Nell'ambito della prima Golden Age della serialità televisiva 04. Cos'è "I Love Lucy"? Una importante sit-com 05. Mettere a confronto la prima e la seconda “Golden Age” della serialità televisiva. Per Golden Age (età dell’oro) della televisione si intende il periodo che va dalla fine degli anni Quaranta, cioè a partire dall’inizio delle trasmissioni regolari su tutto il territorio americano, alla fine degli anni Cinquanta. Il termine indica non tanto una qualità mitica e irraggiungibile della televisione dell’epoca, ma un periodo nel quale sono stati messi a punto modelli narrativi e di genere che avrebbero dominato il medium nei decenni successivi, non solo per quanto riguarda le serie TV, ma per la programmazione televisiva nel suo complesso. La fase iniziale della golden age è nettamente dominata dai teledrammi, una formula di spettacolo che mescola elementi del radiodramma e del teatro, e che svolge la funzione di attrarre le famiglie della piccola-media borghesia elevando, nella percezione collettiva, lo status del nuovo medium. Si tratta infatti di produzioni televisive che adattano classici del palcoscenico, oppure che presentano nuove pièce teatrali scritte da autori di Broadway. Possiamo notare delle affinità superficiali con il teleteatro della Rai dagli anni Cinquanta ai Settanta ma con importanti distinzioni. Sebbene infatti fossero presenti istanze di promozione sociale del nuovo mezzo, il fine ultimo del teledramma americano non era quello di promuovere un’elevazione culturale degli spettatori, come nel caso italiano, o di diffondere un canone di testi letterari presso un pubblico disabituato alla lettura. Il teledramma americano insomma non era uno strumento di modernizzazione sociale, quanto una forma di intrattenimento spettacolare di qualità, e infatti utilizzava spesso pièce recenti o testi drammaturgici scritti appositamente per la messa in onda, anziché classici della letteratura. Durante la golden age della televisione vengono impostate delle caratteristiche narrative e produttive che dominano tutta la produzione seriale fino agli anni Settanta. Tuttavia, da quel momento in poi le cose cambiano gradualmente: inizia un processo che ci porta dalla “vecchia” serialità, o quantomeno dalla serialità nella sua forma classica, allo scenario attuale: un periodo dominato dalla moltiplicazione dei prodotti che gravitano intorno a un marchio, da trame sempre più complesse, da narrazioni organizzate su più piattaforme – insomma, da una serialità appropriata per quell’era della convergenza mediatica e che lentamente (nell’arco di oltre vent’anni) ha trasformato le serie sempre più in prodotti di intrattenimento di qualità. Secondo lo studioso Robert J. Thompson, una seconda golden age della serialità americana inizia già negli anni Ottanta, quando la televisione inizia improvvisamente a essere percepita anche come una forma d’arte, e inizia ad attirare l’attenzione di critici letterari e dipartimenti universitari. Ciò è dovuto a una cura crescente di questi prodotti, che diventano sempre più ambiziosi. Già alla fine degli anni Settanta erano state prodotte alcune miniserie di alto profilo: per esempio Radici, una saga sull’abolizione della schiavitù dopo la Guerra civile americana; oppure Olocausto, interpretata da attori cinematografici di prim’ordine come Meryl Streep, che racconta le vicende parallele di due famiglie tedesche, una ebrea e una ariana, durante la shoah. Le miniserie, dirette entrambe da Marvin J. Chomski e caratterizzate da elevati valori di produzione, hanno avuto il merito di riaprire la discussione in merito a due episodi tragici della storia americana ed europea. Lezione 044 01. Da quale importante regista cinematografico viene concepita la serie tv "I segreti di Twin Peaks" David Lynch 02. A partire da quale periodo è possibile parlare di seconda ?Golden Age? della serialità televisiva? A partire dagli anni Ottanta 03. Quali elementi caratterizzano le serie tv a partire dagli anni Novanta? La complessità narrativa e la moltiplicazione delle linee del racconto 04. Quale tra queste è una sit-com basata sulla workplace family? The Mary Tyler Moore Show (1970-1977, Cbs), quasi interamente ambientata sul luogo di lavoro della protagonista 05. Quale produzione viene ritenuta la prima ?serie serializzata?? ?Hill Street giorno e notte? Lezione 045 01. Quali sono gli elementi innovativi e di successo della serie CSI in onda dal 2000 su Cbs? Appartiene al sottogenere del "poliziesco procedurale", con musiche accattivanti, effetti digitali, punti di vista insoliti e ricostruzioni in flashback 02. Cosa contraddistingue a livello narrativo le serie televisive contemporanee? Il fatto di combinare elementi del genere drammatico e della commedia 03. Cos'è un 'franchise'? Una serie di prodotti collegati capace di generare profitti in vari settori 04. La serie Dr. House è un esempio di? Ibridazione tra detection e medical drama 05. La serie Scrubs (2001-2010, Abc e poi Nbc) è un esempio di? Parodia del medical drama che si avvale di set realistici 06. Da cosa è caratterizata la nuova sit-com a partire dagli anni Duemila? È girata con la modalità delle serie commedy: utilizzo di ambienti costruiti, scene in interni, e un montaggio simile alla soap-opera 07. Fornire le informazioni più rilevanti in merito alle serie televisive contemporanee rientranti nel genere drama. Il genere drama, come quello delle sit-com, utilizza in modo sofisticato la dimensione temporale per creare strutture narrative sempre più complesse. Esempio celebre è una delle serie più innovative del nuovo millennio, “24” , basata sulla totale coincidenza del tempo della fabula e del racconto. Ognuno dei ventiquattro episodi di un’ora in cui è suddivisa ciascuna stagione, infatti, rappresenta un’ora di un’unica giornata dell’agente dell’antiterrorismo Jack Bauer e della sua squadra, durante la quale dovrà sventare un complotto terroristico. Il telefilm simula così una narrazione in tempo reale, e per far rendere conto lo spettatore del fatto che eventi che coinvolgono personaggi diversi stanno accadendo simultaneamente, usa di frequente il procedimento dello split-screen: lo schermo viene suddiviso in tante porzioni quanti sono i personaggi, permettendo allo spettatore di seguire altrettante azioni contemporaneamente. Altro prodotto che ha come cifra stilistica il flashback è “Lost”, drama che racconta di un gruppo di superstiti a un incidente aereo che devono ingegnarsi per sopravvivere e per scoprire i numerosi segreti (alcuni dei quali sembrano avere un’origine soprannaturale) che caratterizzano l’isola dove sono naufragati. La serie alterna le avventure nel presente dei protagonisti a numerosissimi flashback sul loro passato, tesi a individuare un destino comune in figure tanto diverse. “Lost” sviluppa al massimo le caratteristiche dei telefilm del decennio precedente: una narrazione multistrand, concepita in modo tale che in ogni episodio possiamo trovare diverse linee narrative che scorrono contemporaneamente, e che non si esauriscono nello spazio di una sola puntata, ma si sviluppano di stagione in stagione. È perciò un esempio emblematico di serie serializzata dotata di grande complessità "Romanzo criminale" 02. Quale è la prima soap-opera realizzata in Italia? ?Un posto al sole? 03. Tra le fiction sperimentali uno dei prodotti più innovativi della Publispei è Tutti pazzi per amore (2008-2012 su Raiuno), perché? Non deriva da un format straniero e funziona come un possibile laboratorio per una fiction familiare tutta italiana dal carattere fortemente sperimentale ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 01. Domanda volume "RACCONTI SERIALI" di Marco Teti (2020): Descrivere il passaggio della produzione di fiction seriale da New York a Hollywood e la conseguente riorganizzazione dell'apparato industriale. Negli anni Cinquanta la formula del teledramma viene abbandonata a causa dei ragguardevoli costi di produzione dovuti al cambio continuo di set, di registi, di interpreti o dell’intera troupe nonché dai limiti imposti dalle riprese effettuate in tempo reale nei teatri di posa di New York. Il gusto per la presa diretta proveniva infatti dalle produzioni teatrali di Broadway e dai programmi delle stazioni radiofoniche, le quali avevano dato vita ai maggiori canali televisivi nazionali. I network americani quindi smettono di finanziare i teledrammi per investire le proprie risorse su altri tipi di fiction seriale. La soluzione consiste nel registrare gli episodi su un supporto fisico, quale la pellicola cinematografica o il nastro magnetico, provocando altresì lo spostamento della produzione di serie fiction da New York a Hollywood. Il trasferimento della produzione avviene nella seconda metà degli anni Cinquanta e ridefinisce inevitabilmente le norme compositive, le modalità di fruizione e i principi organizzativi della fiction tv di serie. Viene agevolato soprattutto il consolidamento dell’industria che sostiene economicamente la produzione delle serie tv. Il modello realizzativo ed estetico passa da quello teatrale a quello cinematografico. Anche il processo di creazione delle fiction seriali, come quelle dei film, poggia sulla rigida divisione dei compiti e sull’appartenenza delle opere a determinati generi narrativi. Un esempio è fornito dai paradigmi dello studio system cinematografico, che si impongono anche nel campo della fiction tv: le distinte figure professionali divise per mansioni, la semplificazione del lavoro, la riduzione delle spese e la standardizzazione del prodotto che ne facilita la messa in onda e la promozione, ecc. sono tutte caratteristiche dell’industria cinematografica che si applicano ora, anche a quella televisiva. Importante è la completa eliminazione dell’improvvisazione: la regia, la recitazione, i montaggio e ogni altra attività artistica o tecnica vengono preparate con cura e non vengono lasciate al caso. 02. Domanda volume "RACCONTI SERIALI" di Marco Teti (2020): Analizzare "Perry Mason" e il legal drama tradizionale Figura molto importante nell’ambito della fiction televisiva di sere è quella dell’avvocato. Questa figura raggiunge la piena affermazione negli anni Cinquanta e acquista centralità nel piano narrativo certamente nella serie tv “Perry Mason” in onda dal 1957 al 1966 dall’emittente Cbs. Il titolo coincide col protagonista, un integerrimo avvocato. “Perry Mason” possiede tutte le peculiarità del legal drama sia sotto il profilo compositivo che contenutistico. Questa serie tv ha origine radiofonica, più precisamente da un programma radiofonico a episodi, tratti dai romanzi di Gardner, che è stato trasmetto negli Stati Uniti dal 1944 al 1955. La struttura formale della serie tv ha una formula immutabile: ciascun episodio ha durata di un’ora ed è diviso in due parti. Nella prima parte lo spettatore assiste a un delitto e alle indagini di Perry Mason, che si sovrappone alla polizia, mentre nella seconda parte si svolge nell’aula di tribunale in cui lo spettatore viene a conoscenza dell’identità del colpevole. Il celebre avvocato viene interpretato da Raymond Burr, talentuoso attore che conferisce al suo personaggio umanità, bontà d’animo e intelligenza, contribuendo così a rendere questo legal drama il più apprezzato e riuscito degli anni Cinquanta. 03. Domanda volume "RACCONTI SERIALI" di Marco Teti (2020): Segnalare le caratteristiche narrative, tematiche e riguardanti la fruizione della serie tv "Star Trek" Le serie tv fantascientifiche, appartenenti al genere fantastico, traggono ispirazione da romanzi, da brevi narrazioni letterarie e soprattutto dal cinema hollywoodiano, in cui si affermano i film fantascientifici proprio negli anni Cinquanta. Negli anni Sessanta e Settanta, la fantascienza televisiva elabora trame più complesse e sofisticate, emblema di questo periodo è la serie tv “L’uomo da sei milioni di Dollari” e il suo spin-off “La donna bionica”. “Star Trek” è la serie fantascientifica che si impone in assoluto in tv: in onda su Nbc dal 1966 al 1969. Ideata da Gene Roddenberry, si rivolge ad un pubblico più ampio, rispetto alle precedenti serie che catturavano solo i giovani. In “Star Trek” vengono recuperati alcuni elementi figurativi e tematici del western, come ad esempio i pionieri che esplorano terre sconosciute, viaggi avventurosi e incontri con popoli e civiltà diversi. Il mito della frontiera, tipico del West, viene trasferito nei viaggi galattici ed ancora, Roddenberry lo rielabora per adattarlo al particolare clima politico, ideologico e culturale dell’America degli anni Sessanta, sensibilizzando i rapporti tra persone di diversa origine etnica. A differenza del western infatti, in “Star Trek” le popolazioni con cui entrano in contatto i protagonisti, non vengono assoggettate dall’uomo bianco bensì esaminate, come anche i territori ignoti attraversati dall’astronave Enterprise, che non vengono conquistati ma visitati. Gli astronauti dell’Enterprise sono anch’essi espressione di “multiculturalità” in quanto facenti parte di diverse galassie, affrontando tematiche importanti come la pace e l’accoglienza di tutti gli individui. L’articolato impianto narrativo e l’intenso legame con il pubblico hanno reso questa serie tv un vero e proprio “cult”, tale da generare negli anni seguenti altre sette serie televisive (di cui tre animate) e tredici pellicole cinematografiche, una nuova serie televisiva ha debuttato nel 2017 ed un'altra nel 2020, così come centinaia di romanzi e fumetti. 04. Domanda volume "RACCONTI SERIALI" di Marco Teti (2020): Per quali ragioni la serie tv "X-Files" anticipa e preannuncia la fiction televisiva contemporanea? A cavallo degli anni Novanta e Duemila avviene un cambiamento lampante nel campo della fiction seriale, nell’ambito di importanti produzioni come “X-Files”, in onda dal 1993 al 2002 su Fox. La popolarità acquisita dalla serie tv convince la Fox a produrre una nuova serie in onda dal 2016 . “X-Files” diviene col tempo, quasi un brand che identifica la Fox, influenzando le strategie editoriali e gli investimenti. La competitività di questa serie tv si evince sia dalle nuove formule narrative messe in atto che dalle risorse economiche investite per la realizzazione. La Fox sostiene infatti anche altre opere audaci e originali come “I Simpson” e “Beverly Hills 90210”. “X-Files” è senza dubbio la più innovativa e apprezzata, che contribuisce all’ascesa del network di appartenenza. Il merito del suo successo va riconosciuto ai suoi ideatori e realizzatori, uno fra tutti il regista e sceneggiatore Chris Carter, che favorisce il mutamento della fiction televisiva. Carter concepisce lo stile visivo, spettacolare e controllato, pieno di omaggi e citazioni dalla letteratura e dal cinema, che accosta componenti di generi diversi: dal thriller all’horror, dal fantascientifico al poliziesco. “X-Files” infatti è il nome dato ai fascicoli delle’FBI relativi a eventi incomprensibili, legato a fenomeni paranormali su cui indagano gli agenti Fox Mulder e Dana Scully. Carter rende un prodotto televisivo un’opera d’autore, ispirandosi a “Twin Peaks” di Lynch e Frost, sviluppando la tendenza delle serie serializzate. I due detective protagonisti infatti affrontano spesso singoli casi che si risolvono nello spazio di un solo episodio e, contemporaneamente, si confrontano con misteriose cospirazioni che hanno linee narrative più ampie che si protraggono anche tra una stagione e l’altra. Il senso di ambiguità domina tutti gli episodi: mentre Mulder è convinto dell’esistenza degli alieni, che pensa abbiano rapito sua sorella, Scully manifesta un continuo scetticismo e pensa che la maggior parte dei casi possa avere una soluzione razionale. La forza degli episodi più riusciti consiste proprio nel non sciogliere completamente i misteri affrontati dai due, lasciando lo spettatore libero di decidere a quale interpretazione degli eventi aderire. La principale novità di “X-Files” che preannuncia la fiction televisiva contemporanea sta nella capacità di sfruttare il Web per comunicare, interagire e relazionarsi con i fan, stimolandone la curiosità e proponendo prodotti derivati dalla serie (film, fumetti, libri, gadget, ecc.). 05. Domanda volume "RACCONTI SERIALI" di Marco Teti (2020): Illustrare in maniera approfondita il legame esistente tra il medical drama, il legal drama e la fiction seriale poliziesca Il poliziesco, dagli anni Settanta in poi, fa un’inversione di tendenza rispetto al passato, anticipando per alcuni aspetti la produzione di fiction della seconda Golden Age. Per esempio la serie “Colombo” modifica lo svolgimento tradizionale della trama che non si focalizza più sulla ricerca del colpevole, che viene svelato quasi subito, bensì sulla raccolta di indizi e sulle strategie di investigazione. Negli anni Ottanta avviene la svolta nell’ambito della fiction seriale, in cui il poliziesco non è l’unico genere che subisce modifiche sostanziali nei codici linguistici, nelle formule compositive, e nelle pratiche di fruizione. Anche il medical drama viene investito da queste novità: il medico e coloro che lavorano in ospedale, sì, vengono tratteggiati come figure positive ma il racconto ora viene incentrato sulle vicende, non più di un singolo, ma di un gruppo di individui che lavorano in un reparto. Sintomatico è che i titoli di queste serie tv non sia più il nome del protagonista, un esempio su tutti è “A cuore aperto” della Nbc in onda dall’82 all’88. Questa serie tv inserisce i personaggi in un contesto difficile, quale è il St. Eligius, ospedale di un quartiere malfamato nel quale trovano accoglienza i pazienti rifiutati da altre strutture. Anche i medici sono dipinti non come eroi ma come persone normali, non esenti dal commettere degli errori. La rappresentazione è dunque realistica e le linee narrative si moltiplicano, grazie anche ad espedienti come il flashback, il dare voce ai pensieri o ai sogni dei personaggi o le citazioni di altre serie tv o film. Al pari degli altri generi menzionati, anche il legal drama viene investito da numerosi cambiamenti a partire dagli anni Ottanta fino ai Duemila. Elementi tradizionali ed innovativi si mescolano sapientemente nel contenuto e nella forma. La struttura della narrazione diventa “multistrand”, moltiplica cioè le linee narrative e combina a volte gli elementi comici con quelli drammatici, che prendono il nome di “dramedy”. Esemplare è la serie “CSI” (in onda dal 08. Domanda volume "RACCONTI SERIALI" di Marco Teti (2020): Offrire informazioni in merito alla iniziative promozionali e di marketing riguardanti la fiction seriale prodotta negli Stati Uniti dalle pay tv La fiction seriale contemporanea americana viene modificata dall’avvento delle pay tv, sia sotto il profilo compositivo che tematico. Dalla seconda metà degli anni Novanta, le serie tv finanziate dai network americani fissano degli standard ben precisi riguardo la tecnica comunicativa, la struttura del racconto e la modalità di fruizione. Alla fine degli anni Novanta dunque si giunge ad una serie tv che è il fondamentale strumento impiegato dalle reti televisive a pagamento per convincere gli utenti a stipulare un contratto di abbonamento. La sottoscrizione di tale contratto, rappresenta alla principale, o addirittura esclusiva fonte economica delle pay tv che organizzano il palinsesto e l’offerta in una pluralità di reti capaci di catturare l’interesse del maggior numero di spettatori. I network a pagamento hanno dunque tutto l’interesse di investire in show che siano audaci, insoliti e accattivanti. Le strategie di marketing e le iniziative promozionali concepite dalle pay tv sottolineano dunque queste peculiarità, separando nettamente l’originalità dei propri spettacoli da quella dei canali generalisti. Esempio eloquente è la campagna promozionale portata avanti da HBO nella seconda metà degli anni ’90, il più noto network a pagamento coniò infatti lo slogan: “It’s not TV. It’s HBO”, evidenziando la distinzione dalla tv tradizionale. Anche altre reti a pagamento puntano sulla strategia commerciale di marcare una netta differenza, ma soprattutto sulla superiore qualità degli show proposti, rispetto alla televisione generalista. La fiction seriale a tal riguardo rappresenta un polo attrattivo per gli utenti, non di poco conto. Le serie tv, infatti, da un lato riescono ad attirare un pubblico selezionato con un target di riferimento ben preciso, dall’altro lato ha la capacità di raggiungere una qualità del prodotto dalla grande raffinatezza e complessità narrativa e linguistica, in modo da soddisfare le esigenze dello spettatore pagante. Attualmente sono proprio le serie tv ad assicurare popolarità e prestigio ai canali a pagamento, esplicitandone i principi estetici peculiari, identificandosi spesso con essi. Specialmente negli Stati Uniti degli anni Duemila, le serie tv concorrono a delineare il brand di questi canali. 09. Domanda volume "RACCONTI SERIALI" di Marco Teti (2020): In quale maniera e da quali punti di vista Internet contribuisce al rinnovamento della fiction seriale? Negli ultimi decenni abbiamo assistito a un cambiamento fondamentale nel campo della fiction seriale televisiva, sia nell’ambito compositivo e narrativo che in quello tecnologico: l’avvento di Internet. A partire dalla seconda metà degli anni Novanta infatti, le serie tv tendono a rivolgersi innanzitutto ai fan e agli spettatori che nutrono una forte passione alle produzioni mediali. Le attuali serie tv sviluppano difatti con molta frequenza un racconto che viene ampliato, arricchito e integrato da altre produzioni mediali come film, fumetti, libri ecc. A partire dagli anni Novanta anche l’industria televisiva viene riorganizzata a seguito dell’ascesa di nuovi circoli di fruizione e di inediti canali distributivi: si affermano infatti emittenti via cavo e network a pagamento che offrono all’audience spettacoli di notevole qualità. Negli anni Duemila si impongono le compagnie OTT, piattaforme che forniscono a pagamento contenuti audiovisivi online, le quali sfruttano la maggiore libertà di scelta concessa dal Web. Da prodotto integrativo, le Webserie stanno gradualmente diventando un formato autonomo, in grado di conquistare un pubblico complementare a quello delle serie tradizionali. Il perché di questo fenomeno è semplice da spiegare: si tratta di prodotti dalla durata inferiore rispetto alle serie tradizionali, in media meno di 10 minuti contro i 30-60 delle serie comedy o drama, che richiedono minori investimenti e soprattutto possono essere distribuite su piattaforme online come Youtube o l’omologa Vimeo. Il mondo delle Webseries, perciò, si interseca spesso con quello degli user generated content, e può servire per lanciare nuovi talenti. È quanto è successo con il team dietro la fortunata “Lost in Google” (2011- 2012), una webserie italiana, distribuita tramite Youtube, imperniata su alcuni personaggi che vengono risucchiati nell’omonimo motore di ricerca. Ci sono però dei prodotti che si pongono ai confini tra le webseries e le serie tradizionali: sono infatti indistinguibili dalle serie tradizionali per cast e valori di produzione, ma invece di essere trasmesse dai broadcasters tradizionali vengono distribuite esclusivamente via web ai sottoscrittori di particolari servizi. I fornitori di servizi on demand, stanno gradualmente assumendo il ruolo di produttori, come testimoniano le produzioni Netflix o come il negozio online Amazon con il suo Amazon Instant Video. Dovendo assolvere a una richiesta sempre maggiore di nuovi contenuti da parte dei loro abbonati, infatti, questi provider hanno iniziato a effettuare forti investimenti nell’ambito delle serie di qualità, a volte riesumando serie di culto come “Arrested Development”, del quale Netflix ha commissionato una quarta stagione a quasi dieci anni dalla chiusura, oppure creando nuovi prodotti ex novo. È il caso di “House of Cards”, la fortunata serie TV nella quale Kevin Spacey interpreta un politico senza scrupoli: remake di un omonimo telefilm britannico, è stata realizzata negli Stati Uniti come una serie TV tradizionale, alla quale è paragonabile per durata e modi di produzione. Tuttavia, mentre in paesi come l’Italia essa viene trasmessa da comuni pay Tv come Sky, negli Stati Uniti tutti i 13 episodi della sua prima stagione sono inizialmente stati messi a disposizione esclusivamente sulla piattaforma Netflix, e tutti lo stesso giorno. Il sottoscrittore del servizio, perciò ha potuto scegliere come e quando vedere gli episodi, invece che attendere una loro messa in onda settimanale, e ha potuto fruirne su di un qualsiasi dispositivo a sua scelta (PC, laptop, tablet, televisore tradizionale), purché esso disponesse di una connessione a Internet. 10. Domanda volume "RACCONTI SERIALI" di Marco Teti (2020): Descrivere il modello produttivo e narrativo imposto dalla fiction seriale dell'emittente HBO a cavallo degli anni Novanta e Duemila L’HBO è con ogni probabilità l’emittente che, tra gli anni Novanta e Duemila, apporta il contributo maggiore al rinnovamento della fiction seriale televisiva. Le serie tv realizzate all’epoca della HBO concorrono in maniera determinante alla significativa modificazione dei canoni estetici, dei criteri compositivi e delle pratiche di fruizione peculiari della serie tv. Tali serie racchiudono le caratteristiche della fiction televisiva contemporanea, non solo americana, di cui paiono una sorta di “emblema”. Sia sotto il profilo formale che sotto quello contenutistico, le opere della HBO rappresentano un esempio imitato da tante tv finanziate dagli altri network, sembrano infatti definire un modello narrativo e comunicativo ardito, affascinante e originale creato con l’intento di incrementare il numero dei propri abbonati e il proprio prestigio. La HBO propone agli utenti delle serie tv molto diverse da quelle diffuse negli altri canali, in quanto dona libertà sul piano espressivo ai suoi produttori, sceneggiatori e registi. L’indipendenza organizzativa e artistica è una cifra stilistica dell’emittente, che promuove iniziative di marketing che sottolineano proprio questa peculiarità: la dimensione “autoriale” delle serie tv offerte. Si afferma, grazie alle serie tv della HBO, la figura dello showrunner, centrale nell’ambito della fiction televisiva odierna. Lo showrunner possiede competenze relative sia alla scrittura che alla direzione e produzione delle serie tv e guida l’intero processo creativo. La notevole autonomia di cui godono registi, sceneggiatori e attori permette dunque di dare vita a serie tv differenti e di qualità superiore, rispetto a quelle trasmesse sulle tv generaliste. Tratto importantissimo è l’originalità della sceneggiatura, delle scelte di regia, del punto di vista della recitazione portando così l’equiparazione del prodotto della serie tv a quello del cinema. Il paragone tra i due mondi avviene proprio per i temi trattati, la qualità della narrazione e della realizzazione. 11. Domanda volume "RACCONTI SERIALI" di Marco Teti (2020): Soprattutto attraverso quali elementi la serie "Buffy l'ammazzavampiri" concorre al rinnovamento della fiction televisiva? La serie tv “Buffy l’ammazzavampiri”, trasmessa dal 1997 al 2001 su WB e dal 2001 al 2003 su UPN, fa parte del genere fantastico indirizzato ai giovani, definito teen drama. Ideata da Joss Whedon, che dirige e scrive anche numerosi episodi, riesce ad imporre sul mercato della fiction seriale televisiva la nozione di figura di “autore”. “Buffy l’ammazzavampiri” descrive le vicende di una studentessa liceale, Buffy Summers, chiamata a combattere mostri e creature sovrannaturali, aiutata dal suo gruppo di amici. Le componenti del genere horror e del teen drama si vengono qui a mescolare, dando vita ad un prodotto innovativo per le particolari atmosfere, per i personaggi e situazioni che accompagnano questo gruppo di adolescenti nel loro “insolito” percorso di crescita. Il genere fantastico viene rielaborato in chiave quasi parodica, dimostrando il rinnovamento della fiction televisiva soprattutto sul piano della fruizione e del gradimento: “Buffy l’ammazzavampiri” rappresenta una delle prime serie tv in grado di fidelizzare un pubblico costituito principalmente da giovani fan, per i quali vengono relizzati fumetti, romanzi e videogiochi derivati dalla serie. Avviene dunque una narrazione trans mediale: il fumetto viene spesso utilizzato per proseguire le avventure di personaggi le cui serie televisive sono state cancellate. In questo particolare caso le vicende della cacciatrice di vampiri Buffy sono proseguite oltre la settima stagione con la quale si era conclusa la serie originale grazie a due miniserie a fumetti, intitolate rispettivamente “Buffy the Vampire Slayer Season Eight” (2007-2011) e “Buffy the Vampire Slayer Season Nine” (2011-2013). 12. Domanda volume "RACCONTI SERIALI" di Marco Teti (2020): Quale è la struttura e quali sono i fruitori principali della soap-opera? Negli anni Ottanta, la soap-opera acquista un posto di rilievo nell’ambito della fiction seriale televisiva che, in quel periodo storico, vive un momento di profonda trasformazione sul piano strutturale e su quello della fruizione. La soap-opera agevola l’avvento e l’ascesa della Golden Age televisiva ed è opportuno menzionare l’opera di Steven Bochco, autore della serie “Hill Street giorno e notte”, che ha preso proprio la soap-opera come modello con lo scopo di serializzare gli episodi tra loro, rendendo così il piano di narrazione più complesso. Numerosi altri autori hanno seguito lo stesso procedimento, tra cui David Lynch e Mark Frost. Tra gli anni Ottanta e Novanta, la soap-opera influenza svariati generi di fiction televisiva seriale: il poliziesco, il medical drama, ecc. L’influenza maggiore la si evince nella notevole importanza che assume la componente sentimentale delle storie narrate. Ma anche le soap-opera vengono a loro volta condizionate dalle serie tv drammatiche, che danno spazio a temi seri sia sotto il profilo compositivo che comunicativo e di consumo. Al pari delle serie tv appartenenti alla categoria del drama prendiamo come esempio le soap “Dallas” e “Dynasty” (1981-1989 Abc) che vengono mandate in prima serata, posto privilegiato di trasmissione, in un unico giorno della settimana. Anche il pubblico di fruizione cambia: vengono indirizzate ad un’utenza più vasta ed eterogenea. Solitamente invece le soap avevano caratteristiche diverse, infatti