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pedagogia dello sport, isidori, Sintesi del corso di Metodologia del gioco

riassunto testo pedagogia dello sport, isidori

Tipologia: Sintesi del corso

2017/2018
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Caricato il 13/11/2018

michelag1
michelag1 🇮🇹

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Scarica pedagogia dello sport, isidori e più Sintesi del corso in PDF di Metodologia del gioco solo su Docsity! Pedagogia dello Sport Isidori Introduzione La pedagogia dello sport è una scienza nata dalle ricerche pedagogiche (teorico/pratiche) sull’educazione fisica. L’obiettivo della pedagogia dello sport è riequilibrare il rapporto tra teoria e pratica. Capitolo 1 – La pedagogia dello sport come scienza La prima diffusione di questa disciplina si riscontra in Germania negli anni ’70. La pedagogia dello sport era intesa come un sapere che si occupa dei problemi educativi dell’attività motoria e sportiva. Questi sono gli anni in cui l’attività motoria e sportiva si fa di massa. Ommo Grupe scrisse i “Fondamenti di pedagogia dello sport” (1969), volume con cui mosse alcune critiche all’educazione fisica contemporanea. Secondo l’autore, infatti, è una disciplina non scientifica (critica verso l’idealismo), connessa solo alla scuola (dunque di interesse ristretto) e sottostante ai regimi totalitari (che la intendevano prevalentemente come “ginnastica”). Con il termine “pedagogia dello sport” si fa riferimento al nuovo modello epistemologico e culturale, nel quale si dà rilevanza all’apprendimento delle conoscenze, alla formazione di competenze specifiche nelle attività motorie e sportive, al vivere il corpo in azione e al piacere derivante dal gioco e dal movimento. Già nei primi anni del XX secolo Pierre de Coubertin ha parlato di “pedagogia sportiva” come valore morale e sociale dell’esercizio fisico per la formazione del carattere dell’uomo. “Antenati” della pedagogia dello sport John Locke (1632-1704): “Pensieri sull’educazione” – importanza dell’educazione del corpo (educazione fisica) come strumento per lo sviluppo non solo fisico ma anche morale del gentleman. Jean-Jacques Rousseau (1712-1778) “Emilio” – principio dell’educazione integrale umana conseguita attraverso l’equilibrio e l’unità tra educazione fisica e intellettuale. Immanuel Kant (1708-1804) “Pedagogia” – l’educazione è fisica e pratica: il corpo è un mezzo per conquistare, attraverso la moralità, l’umanizzazione. Johann Bernhard Basedow (1723-1790) in Germania fonda l’istituto per la formazione dei maestri e dei giovani in cui l’educazione fisica viene praticata regolarmente e forma parte del curricolo scolastico insieme ad altre discipline. Johann Heinrich Pestalozzi (1746-1827), educatore svizzero: non solo sostiene che l’uomo deve essere in armonia tra la dimensione intellettuale, morale e corporea, ma sostiene anche la necessità di un’educazione fisica pianificata e sistematica, per preparare l’uomo al lavoro e al servizio militare. Modelli nazionali di pedagogia dello sport Inghilterra: Tomas Arnold (1795-1842) lo sport diviene educativo. Germania: Johann Guts Muths (1778-1839): a Berlino, sviluppa un metodo sistematico per l’educazione fisica. Francia: Francisco Amoròs (1770-1848) metodo che unisce il carattere ludico-educativo dell’esercizio fisico con quello militare. Svezia: Pehr Heinrik Ling (1776-1839): a Stoccolma, istituto in cui si insegna un metodo di ginnastica con funzione igienica e posturale rivolto alla popolazione militare (poi diffuso in Europa grazie al figlio Hjalmar Ling). Italiana: Rodolfo Obermann (1812-1869) a Torino, Emilio Baumann: funzione preventiva, ricreativa e educativa dell’attività motoria. Verso una definizione L’“educazione fisica” è intesa come “pratica del corpo”. Dai primi dell’ottocento l’uso del termine “fisico” fa riferimento al corpo e alla fisiologia umana. Parlare di pedagogia dello sport consente di includere tanto la dimensione pratica quanto la riflessione teorica sullo sport. In più favorisce un distacco rispetto ai tradizionali modi di intendere l’educazione fisica. La parola “sport” deriva dal latino (“deportare” = svagarsi in attività fuori dalle mura della città), ma si può riscontrare anche un’etimologia romanza (“desport”= attività di svago di carattere intellettuale e ludico-pratico). Rapporto tra educazione fisica e sport: 5 punti di vista 1) Sport ed educazione fisica sono due fenomeni completamente separati (opposti uno rispetto all’altro). Lo sport non può essere educativo. Volpicelli sosteneva che lo sport è antisportivo. 2) Sport ed educazione fisica si identificano: fusi uno con l’altro. 3) Sport ed educazione fisica sono due fenomeni distinti, che presentano specificità. 4) Lo sport come fenomeno più vasto dell’educazione fisica. 5) L’educazione fisica contiene lo sport. Lo sport è uno degli strumenti per l’educazione fisica. Oggi si tende ad usare lo sport come sinonimo di attività motoria: il termine indica ricchezza perché è polisemico e internazionale; racchiude in sé i concetti di corpo, movimento, gioco. L’educazione fisica è una “forma dell’educazione umana realizzata attraverso il corpo e il movimento al quale si associa la ludicità come strumento fondamentale per realizzare i fini educativi che si propone”. La pedagogia dello sport è una “scienza teorica e pratica dell’educazione motoria e sportiva; teoria e pratica educativa che realizza i suoi fini con, attraverso e nel corpo, movimento e gioco”. Con la pedagogia dello sport si colloca al centro del processo educativo l’uomo in quanto essere corporeo che apprende giocando e compiendo azioni motorie. Dall’idea dell’addestramento o dell’esercizio fine a se stesso si passa al livello di un apprendimento critico delle conoscenze e all’allenamento delle abilità sportive specifiche. La valorizzazione del corpo diventa vissuto personale del soggetto, che apprende attraverso il movimento. Parliamo, quindi, di corpo “vissuto”, nel quale convivono la dimensione biologica e quella culturale. Secondo Isidori, “la pedagogia dello sport si configura come una scienza educativa dell’azione motoria che si confronta continuamente con la complessità dei problemi pedagogici che scaturiscono dalla pratica sportiva nei diversi contesti e situazioni”. Aspetti epistemologici [epistemologia = studio della conoscenza: rigore e metodo] La pedagogia dello sport deriva dalla pedagogia generale e si occupa delle possibilità di azioni intenzionali e non, dei valori e dei limiti dell’educazione attraverso lo sport nei vari contesti. Cos’è lo sport? È un fenomeno complesso, mutevole ed evanescente, non è possibile fornire una sua definizione formale, pertanto risulta assai difficile l’individuazione di prospettive di interpretazione pedagogica. Lo sport come gioco, arte, regola, pratica sociale. Compito della pedagogia dello sport è stabilire le basi teoriche che definiscono la pratica educativa delle attività motorie e sportive in funzione della costruzione dello sviluppo umano e del miglioramento della qualità della vita. La pedagogia dello sport si occupa dell’ insegnamento e dell’apprendimento del movimento umano e del gioco ad esso connesso, ma anche di studiare cosa dovrebbero fare i principali agenti educativi per l’educazione motoria e sportiva. La pedagogia dello sport agisce su tre piani: 1) piano di studio e creazione di nuovi significati educativi di tipo filosofico-teorico e storico-normativo; 2) piano di ricerca orientato empiricamente sulla pratica pedagogica; 3) piano di discussione di avviamento allo sport orientato didatticamente. È, quindi, una scienza che si occupa dei valori, dell’etica, dei problemi morali dello sport e dell’educazione sportiva in relazione ai condizionamenti economici e culturali, ma è anche una scienza critica dell’emancipazione dell’uomo che deve realizzarsi attraverso lo sport praticato nella società contemporanea. Tra scienze dell’educazione e scienze dello sport Le scienze dello sport sono interdisciplinari e connotate da un paradigma biomedico e tecnicistico, centrato sulla performance, sul rendimento (medicina dello sport, psicologia dello sport, sociologia dello sport, storia dello sport, filosofia dello sport, ecc.). Queste hanno il compito di chiarire il significato dello sport per coloro che lo praticano, lo insegnano o che hanno un contatto quotidiano con esso, per sapere come tale pratica deve essere organizzata e in che modo si possono realizzare i valori umani per cui esse esistono. Le scienze dello sport contribuiscono alla formazione di una dimensione etica. Altre funzioni della pedagogia dello sport sono: • riflettere sul senso dello sport e delle attività motorie come pratica di formazione e di educazione; • agire da spazio di confluenza di saperi pedagogici necessari allo svolgimento delle pratiche di esercitazioni, insegnamento, apprendimento; Metodologia empirico-analitica: si tratta di un metodo quantitativo, basato su analisi statistiche (misurazione di variabili, indicatori, parametri). Questo metodo si serve di: osservazione sistematica (categorie, protocollo di codifica); feedback stimolato (registrazioni audiovisive); indagine (questionari). Metodologia interpretativa: si tratta di un metodo qualitativo, basato sull’interpretazione dei fenomeni e dei dati raccolti (descrivere, interpretare e comprendere i fenomeni: parole, azioni, documenti). Il ricercatore si immerge nella situazione utilizzando tre metodi: l’ etnografia naturalistica; lo studio di caso; le storie di vita. Metodologia critica: è una funzione del sapere emancipativa, che cerca di ricostruire i meccanismi di funzionamento delle ideologie dello sport. Cerca di superare il rapporto gerarchico e oppositivo tra osservatore ed osservato. Si serve di: etnografia critico-riflessiva; ricerca-azione. Capitolo 4 – La formazione degli educatori sportivi Le professioni educative nello sport Il ruolo dei professionisti dell’attività motoria consiste non soltanto nell’educazione a scuola, ma anche nell’ambito della salute, dell’inserimento sociale e dell’intrattenimento ludico. Il corpo è visto nella dimensione estetica/ricreativa e di cura. Possiamo parlare di professioni educative (trasmissione intenzionale) e formative (sviluppo integrale della persona). Insegnante di educazione fisica L’insegnante di educazione fisica è un professionista della complessità. L’insegnante deve avere competenze interculturali e andare oltre la visione tradizionale (solo focalizzata sullo sviluppo psicomotorio dello studente). Non possono essere tralasciati i problemi economici, politici e ambientali che influiscono sulla società. L’insegnante di educazione fisica dovrebbe esplicitare i contenuti della sua disciplina, motivare i propri studenti e impegnarsi nelle attività didattiche. L’insegnante di educazione fisica ha una funzione critica e riflessiva attraverso la pedagogia dello sport e la filosofia dello sport. Allenatore come educatore L’allenatore non è solo un “tecnico”, responsabile della preparazione fisica e tattica, ma anche un educatore. Egli ha una funzione pedagogica: trarre il massimo rendimento in termini di gioco ed espressione dei valori personali dai giocatori indipendentemente dalle caratteristiche di un gruppo e sa strutturare un sistema che li responsabilizzi verso gli obiettivi da perseguire. I suoi compiti sono: mettere ciascun giocatore nelle condizioni di contribuire allo sviluppo della squadra (scelta dei ruoli); favorire lo sviluppo dei valori (personali e sociali); far concepire la pratica sportiva come attività ludica e umanizzante; impostare una relazione fondata sul rispetto reciproco. “L’allenatore come educatore deve quindi garantire il rispetto dei valori e delle norme fondamentali del vivere sociale”. L’obiettivo della socializzazione alla base dell’allenamento invisibile L’allenatore è una guida che possiede le competenze critiche e riflessive per progettare un ambiente adatto allo sviluppo dei valori umani. Capitolo 5 – Problemi dello sport e dell’educazione Educazione olimpica Pierre de Coubertin sosteneva l’intersezione tra pedagogia sportiva e educazione olimpica: • idea religiosa dello sport e celebrazione del suo culto; • concezione estetica e intellettuale dello sport; • idea di élite e di uguaglianza di opportunità; • esaltazione della performance; • sportività, fair-play; • tregua olimpica; • internazionalismo; • sport amatoriale vs professionismo; • indipendenza della comunità olimpica; • forme moderne del modello classico. Nel corso degli ultimi decenni sono state mosse diverse critiche all’educazione olimpica. Prima di tutto, si accusa tale disciplina di mantenere una visione estremamente conservatrice rispetto all’educazione sportiva. Inoltre, la ricerca della perfezione del movimento sembrerebbe avere carattere utopico e negare il dilettantismo. Infine, si ritiene che l’educazione olimpica abbia assunto il valore di oppio dei popoli, distraendo dalle questioni realmente importanti che riguardano lo sport. L’educazione olimpica negli ultimi anni è andata incontro a una serie di problemi dovuti alla degenerazione della disciplina. Molti atleti, al fine di enfatizzare il risultato, ricorrono al doping: cosi l’educazione olimpica acquisisce connotati patologici. Non si presta più attenzione al fattore formativo, ma soltanto al raggiungimento del risultato e della perfezione. Gli atleti non colgono più l’opportunità di un’educazione interculturale e non si interessano ai problemi sociali. L’educazione olimpica necessiterebbe di una revisione critica.
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