Scarica pei su base icf. scuola secondaria di secondo grado e più Sintesi del corso in PDF di Psicologia Scolastica solo su Docsity! 1 13 Argomenti suggeriti dalla Prof.ssa Lo Piccolo per l’esame di… progettazione del PDF- PEI e Progetto di vita. 1 ICF: Classificazione internazionale del funzionamento, delle disabilità e della salute. Sviluppato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2001; ha coinvolto 191 Paesi del mondo (tra cui l’Italia). Fornisce un linguaggio standard e unificato. Propone un modello, un approccio bio-psico-sociale del funzionamento umano. L’attenzione è posta all’interazione tra condizione di salute dell’individuo e i fattori ambientali e personali. Un modello che riesce a ovviare alla contrapposizione tra il modello puramente medico e quello puramente sociale di disabilità. L'ICF non è una classificazione delle persone ma delle caratteristiche della salute delle persone all'interno del contesto, delle loro situazioni di vita individuali e dei fattori ambientali. È l'interazione fra caratteristiche di salute e i fattori contestuali (sociale, familiare, lavorativo) a produrre la disabilità. L'ICF afferma il principio secondo il quale nessuna valutazione del funzionamento è corretta se non specifica il contesto ambientale della persona, in quanto la disabilità non è una caratteristica della persona, ma il risultato di un'interazione tra una certa condizione di salute e un ambiente sfavorevole. ICF: prevede codici alfanumerici all’interno di 4 categorie: B Funzioni corporee, body S Strutture corporee, structure D Attività e partecipazione, domain E Fattori ambientali , environment, (facilitatori e barriere) A ciascun livello vengono associati dei codici numerici che qualificano il livello di salute del soggetto, e quindi il suo grado di funzionamento. Non è uno strumento per disabili, ma è utilizzabile per definire lo stato di salute organica, psichica e sociale di qualsiasi individuo. Da webinar Professori A. Lascioli e L. Pasqualotto L’ICF Con L’ICF abbiamo una svolta, cambia il modo di guardare gli alunni; non più attraverso un modello funzionale bio-medico ma attraverso un approccio bio-psico-sociale. Si prova a guardare l’alunno con una lente trifocale; ampliando la prospettiva su tre dimensioni anziché su una. L’ICF non è un modello diagnostico ma la Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute, secondo l'OMS 2001. L’ICF-CY è la versione per bambini ed adolescenti; 2007 Mentre l’ICF è uno strumento che permette di valutare il funzionamento globale della persona, considerando le sue condizioni di salute e l'ambiente in cui vive l’ICD (Classificazione Statistica Internazionale delle Malattie dei Problemi correlati) è uno strumento focalizzato sulle condizioni di salute con finalità diagnostiche. 2 2 PEI: Piano Educativo Individualizzato Da slide Lo Piccolo: il PEI garantisce il rispetto e l'adempimento delle norme relative al diritto allo studio degli alunni con disabilità ed esplica le modalità di sostegno didattico. Descrive annualmente gli interventi educativi e didattici destinati all'alunno, definendo obiettivi, metodi e criteri di valutazione. È parte integrante della programmazione educativo- didattica di classe. Contiene finalità e obiettivi didattici, obiettivi educativi, di socializzazione, obiettivi di apprendimento riferiti alle diverse aree, gli itinerari di lavoro (le attività specifiche), i metodi, i materiali, isussidi e le tecnologie con cui organizzare la proposta; l'organizzazione delle risorse (orari e organizzazione delle attività), i criteri e i metodi di valutazione, le forme di integrazione tra scuole e extrascuola. La sua programmazione avviene tramite una progettazione secondo il sistema ICF. Viene elaborato considerando il Profilo di Funzionamento, avendo particolare riguardo all'indicazione dei facilitatori e delle barriere, secondo la classificazione ICF. Prima parte: Conoscenza del bambino; Osservazione programmata, uso di strumenti di analisi. Check list su base ICF-CY . Seconda parte: Programmazione formativa, educativa e didattica Terza parte: Verifica, in itinere e finale Quarta parte: Valutazione periodica; revisione/cambiamento Lo Piccolo: il PEI è un documento previsto dalla legge italiana al fine di programmare il piano educativo di un alunno con disabilità, favorire l'inclusione e promuovere al massimo le proprie potenzialità. Da appunti condivisi: Check list: Liste di descrizione di comportamenti costituite da un elenco di comportamenti che un soggetto può manifestare in una determinata situazione e che l'osservatore deve rilevare ogni volta che comportamento descritto si presenta Osservazione controllata: permette l'introduzione di modificatori e si effettua attraverso l'utilizzo di strumenti come il diario di bordo, la videoregistrazione, le griglie predefinite. Osservazione naturalistica: rileva i comportamenti così come si presentano spontaneamente senza intervenire in alcun modo né sul contesto né sulla persona. Da art. 7 del d.lgs. 66/2017 (norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità): Il PEI individua obiettivi educativi e didattici, strumenti, strategie e modalità per realizzare un ambiente di apprendimento… Esplica le modalità di sostegno didattico, compresa la proposta del numero di ore di sostegno alla classe, le modalità di verifica, i criteri di valutazione, gli interventi di inclusione svolti dal personale docente nell'ambito della classe dei progetti specifici, la valutazione in relazione alla programmazione individualizzata, nonché gli interventi di assistenza igienica e di base, svolti dal personale utilizzato nell'ambito del plesso scolastico e la proposta delle risorse professionali da destinare all'assistenza, all'autonomia e alla comunicazione… L’art. 7 del d.lgs. 66/2017 individua anche le specifiche modalità per la redazione ed approvazione del PEI, unitamente alle tempistiche. Infatti, tale articolo prevede che il PEI: ▪ è elaborato e approvato dal Gruppo di lavoro operativo per l'inclusione (GLO), secondo quanto indicato al comma 19 dell’articolo 9 del d.lgs. n. 66/2017: 5 di povertà, emarginazione ed esclusione sociale; le potenzialità e gli eventuali sostegni per il nucleo familiare. 6 MODELLO BIOMEDICO: Il modello biomedico di malattia e guarigione si concentra su fattori puramente biofisici e genetici ed esclude influenze psicologiche, ambientali e sociali. Secondo questo modello, la buona salute è la libertà dal dolore, dalla malattia o dal difetto. È considerato il modo dominante per gli operatori sanitari di diagnosticare e trattare una condizione nella maggior parte dei paesi occidentali. (internet) 7 MODELLO BIOPSICOSOCIALE: Il modello bio-psico-sociale afferma che ogni condizione di salute o di malattia sia la conseguenza dell'interazione tra fattori biologici, psicologici e sociali/culturali; è un approccio ecologico legato alla complessità della persona; corpo, fattori ambientali, sociali, affettivi. L'introduzione del modello “biopsicosociale” (BPS), risale al 1946, quando l'Organizzazione Mondiale di Sanità (OMS), nella sua costituzione, adottò una nuova definizione di salute, secondo la quale essa: “è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non soltanto di assenza di malattia o infermità.” 8 STILE DI APPRENDIMENTO: Da possibile risposta a Test della Prof.ssa Lo Piccolo: Lo stile di apprendimento è l'approccio all'apprendimento preferito di una persona, il suo modo tipico e stabile di percepire, elaborare, immagazzinare e recuperare le informazioni. Da materiali forniti dalla Prof.ssa Lo Piccolo per la 1°lezione L’intelligenza “consiste nella capacità di apprendere dall’esperienza, utilizzando i processi metacognitivi per migliorare l’apprendimento e aumentare la capacità di adattamento all’ambiente circostante, a seconda dei contesti”. Lo stile cognitivo è il modo globale in cui l'alunno esamina la realtà e riguarda non solo il suo approccio alla cognizione, ma anche i suoi atteggiamenti, il modo di rapportarsi agli altri o di reagire a situazioni inconsuete. Lo stile di apprendimento è un aspetto particolare del concetto più ampio di stile cognitivo e si riferisce alle caratteristiche secondo cui i diversi individui apprendono. I Canali sensoriali sono i canali di accesso alle informazioni e sono: Visivo/verbale (imparo leggendo) Visivo/non verbale (imparo guardando figure, diagrammi) Uditivo (imparo ascoltando) Cinestetico (imparo facendo esperienza diretta sulle cose) Per stile cognitivo si intendono le modalità preferenziali, stabili nel tempo, con cui gli individui elaborano le informazioni nel corso di compiti diversi. Possiamo distinguere diversi stili cognitivi: 6 - globale (si focalizza sul l'aspetto generale) – analitico (preferisce la percezione del dettaglio) - sistematico (procede gradualmente nell'analisi delle variabili – intuitivo (procede per ipotesi) - verbale (predilige il codice linguistico) – visuale (lavora per immagini mentali, schemi) - impulsivo (risponde rapidamente) – riflessivo (è più lento e accurato nelle rosposte) - dipendente da campo (influenzato dal contesto) – indipendente dal campo (non influenzato dal contesto) - convergente (procede secondo logiche sulla base delle informazioni che si possiedono) – divergente (procede autonomamente e con creatività). Stile: modo in cui un individuo fa qualcosa Abilità: grado di bravura con cui un individuo fa qualcosa 9 BES: “Il Bisogno Educativo Speciale (Special Educational Need) è qualsiasi difficoltà evolutiva di funzionamento, permanente o transitoria, in ambito educativo e/o di apprendimento, dovuta all'interazione dei vari fattori di salute secondo il modello ICF dell'OMS, e che necessita di educazione speciale individualizzata” (Ianes 2005) Il termine BES è entrato nel vasto uso in Italia dopo l'emanazione della Direttiva ministeriale del 27 dicembre 2012 “Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l'inclusione scolastica” All'interno di questa area sono compresi i BES, che si dividono in 3 sottocategorie: 1. Disabilità; certificazione di disabilità secondo la L.104/92 (disabilità psicomotoria, sensoriale, neuropsichica, pluridisabilità). Gli alunni con disabilità sono gli unici che hanno diritto all’insegnate di sostegno e per loro viene compilato un PEI. P.S. Nella scuola secondaria di secondo grado, il GLO, su proposta degli insegnanti, ma con vincolante parere dei genitori (O.M. n° 90/2001, art. 15, comma 5 ), deve sceglie uno dei tre percorsi didattici sotto elencati, a seconda delle capacità e potenzialità degli alunni: A: percorso ordinario B: percorso personalizzato (o semplificato, con obiettivi minimi) (con prove equipollenti). SÌ diploma. C: percorso differenziato (con prove non equipollenti). NO diploma ma rilascio di un attestato con la certificazione dei crediti formativi maturati Cambio percorso: - Da ordinario/personalizzato a differenziato: il CdC propone ai genitori, che possono rifiutare. - Da Differenziato a personalizzato/ordinario: decide il CdC analizzando il percorso svolto negli anni precedenti, le competenze e le conoscenze acquisite dall’alunno. 2. Disturbi evolutivi specifici (DES). Sono i DSA, Disturbi Specifici di Apprendimento (che si manifestano in presenza di capacità̀ cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma possono costituire una limitazione importante per alcune attività della vita quotidiana) , in base a certificazione 7 diagnostica secondo la L. 170/2010; oltre i DSA ci sono gli altri disturbi evolutivi individuati dalla D.M del 27.12.2012: deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria (disprasia), ADHD (disturbo da deficit dell’attenzione/iperattività). Solo per i DSA è obbligatoria la compilazione di un PDP (Piano Didattico Personalizzato), che dovrà indicare gli interventi didattici individualizzati e personalizzati, le misure dispensative (es.: non prendere appunti, non leggere ad alta voce, ecc.) e gli strumenti compensativi (ad es.: usare mappe, calcolatrice, sintesi vocale, ecc.) da mettere in atto per ogni disciplina, le forme di verifica e valutazione adeguate; il tutto per garantire il successo scolastico degli allievi Per gli altri DES sarà il Consiglio di Classe a decidere se adottare o meno un PDP, anche in assenza di una certificazione e/o diagnosi. 3. Svantaggio linguistico, socio-economico, socio-culturale, individuati dalla D.M del 27.12.2012 e dalla circolare n. 8/2013 In questo caso, pur non essendo in presenza di una problematica certificata o diagnosticata ai sensi di una norma primaria e specifica di riferimento, si rileva un bisogno educativo speciale, generalmente limitato nel tempo, dovuto a situazioni molteplici e contingenti, che sono causa di svantaggio e, pertanto, richiedono per un certo periodo una particolare attenzione educativa. Anche per questi alunni sarà il Consiglio di Classe a decidere se adottare o meno un PDP. La Direttiva Ministeriale, nel parlare di ADHD, introduce anche altri disturbi dell’età evolutiva: disturbo oppositivo provocatorio (DOP); disturbo della condotta in adolescenza; disturbi d'ansia; disturbi dell'umore, etc. N.B.: - Il Funzionamento Intellettivo Limite può essere considerato un caso di confine tra la disabilità e il disturbo specifico. Si tratta spesso di problematiche che, non certificabili dalla legge 104/92, non determinano per l'alunno il diritto all'insegnante di sostegno. - Alcuni casi di particolare gravità di ADHD con comorbilità si può avere diritto al sostegno ex L. 104/1992 - Tra gli alunni con BES ci sono anche i Gifted cildren (alunni con alto potenziale intellettivo), nota ministeriale 2019 Da webinar Professori A. Lascioli e L. Pasqualotto Per certificazione si intende un documento, con valore legale, che attesta il diritto dell'interessato ad avvalersi delle misure previste da precise disposizioni di legge (L.104/92 e L. 170/2010). Per diagnosi invece si intende un giudizio clinico, attestante la presenza di una patologia o di un disturbo, che può essere rilasciato da un medico, da uno psicologo o comunque da uno specialista iscritto negli albi delle professioni sanitarie. Differenza tra Difficoltà di apprendimento: hanno carattere transitorio e non hanno una base neurologica Disturbo: hanno un carattere permanente e una base neurologica Da Internet: https://didatticapersuasiva.com/sostegno/quali-differenze-differenza-tra- diagnosi-e-certificazione 10 Inoltre, sono stati eliminati gli allegati in cui venivano indicati range predeterminati per l'assegnazione delle risorse; la composizione del GLO rimane quella originaria del d.lgs 66/2016 e ss.mm.ii. Per cui alla domanda: cosa non è cambiato nel PEI dopo la sentenza del Tar Lazio? Si potrebbe rispondere: PEI (con i dovuti tagli) e GLO Altre argomenti su cui ci potrebbero essere domande. Da internet 1) L'individualizzazione attiene alle procedure didattiche volte a fare perseguire a tutti gli studenti le competenze fondamentali comuni attraverso una diversificazione dei percorsi di apprendimento. L'individualizzazione mira a obiettivi comuni per tutti, attraverso diversi percorsi. La personalizzazione attiene invece alle procedure didattiche volte a permettere a ogni studente di sviluppare le proprie peculiari potenzialità intellettive (i propri talenti), differenti per ognuno, sempre attraverso forme di differenziazione degli itinerari d'apprendimento. La personalizzazione si basa su traguardi-obiettivi diversi e personali per ognuno, attraverso percorsi diversi. Sia l'individualizzazione che la personalizzazione riconoscono l'opportunità di effettuare una Differenziazione didattica: abbandonare pratiche didattiche uniformi e indifferenziate per assicurare un intervento educativo e didattico che tenga conto delle diversità tra gli alunni. 2) Menomazione: perdita o anomalia transitoria o permanente a carico di strutture o funzioni psicologiche, fisiologiche o anatomiche. È un termine più generale e comprensivo rispetto ai termini disturbo, danno o deficit perché riguarda anche le perdite (ad esempio la perdita di una gamba genera una menomazione, non un disturbo). Disabilità: qualsiasi restrizione o carenza, conseguente a una menomazione, della capacità di svolgere un'attività nel modo o nei limiti ritenuti “normali” per un essere umano. Handicap generale condizione di svantaggio vissuta da una determinata persona in conseguenza di una menomazione o di una disabilità che limita o impedisce totalmente o parzialmente la possibilità di occupare il ruolo che normalmente ci si attenderebbe proprio da quella persona. 3) DF e PDF; prima del d.lgs 66/2017 http://www.handylex.org/schede/diagnosi_funzionale_profilo_dinamico_pei.shtml Il Piano Educativo Individualizzato o Personalizzato (PEI) è il progetto di vita dell’alunno con disabilità in età scolare e quindi comprende sia i criteri e gli interventi di carattere scolastico che quelli di socializzazione e di riabilitazione. Esso è regolato dall’articolo 12, comma 5, della Legge 104/1992 e dall’articolo 5 del Decreto del Presidente della Repubblica del 24 febbraio 1994. 11 Essendo un atto di programmazione, il PEI deve tenere conto di tutti gli elementi informativi contenuti in altri atti che la legge pone pure come obbligatori e cioè la Diagnosi Funzionale e il Profilo Dinamico Funzionale. La Diagnosi Funzionale è la descrizione dei bisogni educativi dell’alunno. Descrive la situazione clinico funzionale del ragazzo al momento dell'accertamento (qual è la situazione nel qui e ora), certifica il danno e le sue conseguenze nella vita della persona. In Base all’Intesa Stato-Regioni del 20 marzo 2008 (per l'accoglienza scolastica e la presa in carico degli alunni con disabilità), la DF è redatta dagli operatori dell’ASL, con la collaborazione della scuola e della famiglia, in quanto essa non è una semplice descrizione delle funzioni attive o carenti dell’alunno, ma è un’analisi di queste funzioni in vista della formulazione del PEI (Piano Educativo Individualizzato). Se la Diagnosi Funzionale, dunque, viene redatta una sola volta dagli operatori dell’ASL, per avere però un quadro progressivo dell’evoluzione della personalità dell’alunno, sono necessarie osservazioni nel tempo che vengono raccolte in un documento – il Profilo Dinamico Funzionale (PDF) – che viene aggiornato al passaggio di ogni grado di scuola e redatto da tutti gli operatori che seguono l’alunno, cioè insegnanti, operatori sanitari e operatori sociali, con la collaborazione della famiglia. Sempre da tutti questi soggetti, poi, viene redatto annualmente il PEI che, come espressamente stabilito nello stesso articolo 5 del DPR del 24 febbraio 1994, comprende le indicazioni principali dei progetti di riabilitazione, socializzazione e scolarizzazione, indicati nell’articolo 13, comma 1, della Legge 104/1992. Alla redazione del PEI seguiranno poi, in dettaglio, i singoli progetti di riabilitazione, socializzazione e scolarizzazione, predisposti ciascuno dai rispettivi operatori professionali, sulla base delle indicazioni contenute nel PEI stesso. Scendendo infine nel dettaglio, il PEI dovrà indicare tutti i tipi di interventi necessari per la realizzazione del diritto allo studio che possiamo suddividere in base alla competenza: gli Enti Locali, l’Azienda USL, la Scuola. Gli Enti Locali Ai fini del diritto allo studio e dell’integrazione scolastica sono affidate ai Comuni (per la scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado) e alle Province (per le scuole secondarie di secondo grado), alcune specifiche competenze precisate dalla normativa vigente (articolo 13, comma 3, della Legge 104/1992, meglio specificato nell’articolo 139 del Decreto Legislativo 112/1998) e dalla sempre più vasta giurisprudenza civile e amministrativa. Si ricordi che il trasporto gratuito a scuola è affidato ai Comuni (articolo 28, comma 1, Legge 118/1971) e alle Province (Sentenza 215/1987 della Corte Costituzionale). Va detto che dopo la soppressione delle Province avvenuta con legge 7 aprile 2014, n. 56 la relativa competenza del trasporto scolastico è ancora in via di definizione Altro compito dei Comuni è l’assegnazione di assistenti per l’autonomia e la comunicazione, nei casi necessari (ad esempio per sordi, ciechi, alunni autistici e cerebrolesi). La fonte legislativa è costituita sempre dall’articolo 13, comma 3, della Legge 104/1992 e, per gli alunni ciechi e sordi, in particolare, dalla Legge 67/1993 che assegna solo per loro – salva diversa statuizione di specifiche leggi regionali – tale compito alle Province per le scuole di ogni ordine e grado. Altro servizio necessario è poi l’eliminazione delle barriere architettoniche e sensopercettive. Debbono provvedere, in questi casi, gli Enti Locali, secondo la ripartizione precedente e in base alla normativa sull’edilizia scolastica. Gli stessi Enti devono anche provvedere, rispettivamente, alla dotazione di banchi particolari o sussidi specifici, trattandosi di arredi scolastici. 12 L’Azienda USL L’Azienda USL deve garantire, oltre alla certificazione sanitaria – necessaria per l’iscrizione, ai sensi del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 185/2006 – la formulazione della Diagnosi Funzionale e la collaborazione alla redazione del Profilo Dinamico Funzionale, del PEI e delle loro verifiche, mediamente ogni trimestre o quadrimestre. Servizi di competenza della scuola Il primo dovere della scuola è la richiesta delle ore di sostegno all’Ufficio Scolastico Regionale tramite la formulazione del progetto didattico personalizzato redatto dai soli docenti, sulla base delle indicazioni del PEI, ai sensi dell’articolo 41 del Decreto Ministeriale 331/1998, da presentarsi entro i primi giorni di luglio per la richiesta in organico di fatto. Altro compito del Dirigente Scolastico è quello di formulare le richieste ad Enti Locali e ASL, secondo quanto detto sopra. Un’ulteriore fondamentale competenza del Dirigente Scolastico è quella di incaricare un collaboratore o una collaboratrice scolastica per l’assistenza igienica agli alunni che ne abbiano bisogno, nel rispetto del loro genere.