Scarica Politiche contro la povertà e più Guide, Progetti e Ricerche in PDF di Mercato E Politiche Del Lavoro solo su Docsity! Aurora Elmetti- 4911785 Politiche contro la povertà I primi studi sulla povertà, risalenti alla prima metà del XX secolo, descrissero la povertà assoluta come la mancanza delle risorse minime necessarie per la sopravvivenza quotidiana. Una forte riduzione della povertà assoluta, avvenuta nel corso degli anni, non ha tuttavia eliminato del tutto tale fenomeno; si parla infatti di povertà relativa, come l’assenza di beni primari necessari alla riproduzione sociale degli individui in relazione al tenore di vita medio della popolazione di cui essi fanno parte. Durante i Trenta gloriosi, la povertà si ridusse notevolmente e divenne sinonimo di esclusione dal mercato del lavoro. La povertà seppur ridotta numericamente, continuava a colpire soprattutto i disoccupati di lunga durata. La crisi economica legata alla deindustrializzazione, con la riduzione delle attività industriali e la chiusura di molte fabbriche, vide poi un aumento della disoccupazione e della sua durata. Oggi il rischio di cadere in povertà colpisce i single con un basso salario, i giovani lavoratori precari, le famiglie monoparentali, gli anziani soli con una modesta pensione, capifamiglia che perdono il lavoro in età matura. Il contrasto della povertà rappresenta l’obiettivo principale dei sistemi di welfare. Gli strumenti utilizzati per affrontare il problema della povertà sono principalmente tre, e sono strumenti correlati al lavoro, in una logica di limitazione dell’assistenzialismo (con eccezioni): - Indennità di disoccupazione contributiva (logica occupazionale): vige la logica previdenziale. In tutti i paesi europei esiste un’indennità di disoccupazione di tipo contributivo, ovvero finanziata dai contributi sociali versati dai lavoratori, e dunque riservata solo a chi ha lavorato. La copertura qui è di tipo categoriale. Il criterio di accesso è legato a un periodo minimo di contribuzione. La durata dell’erogazione dell’indennità viene fissata dalla legge. - Indennità di disoccupazione assistenziale : vige la logica assistenziale. In molti paesi all’indennità contributiva, si affianca un’indennità assistenziale, ovvero finanziata dalla fiscalità generale e destinata a tutti i disoccupati al di sotto di un certo livello di reddito. La copertura qua è universalistica selettiva, con l’utilizzo del test dei mezzi. . La durata dell’erogazione dell’indennità viene fissata dalla legge. - Reddito minimo : vige la logica assistenziale. Coloro che esauriscono il proprio diritto alle indennità senza essersi ricollocati sul mercato del lavoro, non cadono a livello di reddito zero, grazie all’esistenza di misure di reddito minimo. La copertura è universalistica selettiva con l’utilizzo del test dei mezzi. Tutti gli schemi messi in atto oggi nei paesi europei sono redditi minimi condizionati, ovvero vincolati all’esistenza e accertamento della condizione di bisogno economico. Le condizioni per poterlo avere sono l’effettivo bisogno economico, la residenza, un limite d’età, la disponibilità a partecipare a corsi di riqualificazione. La durata dell’erogazione viene fissata dalla legge o in alcuni casi, può essere indeterminata. Per promuovere l’attivazione dell’individuo nel mercato del lavoro, vi sono i servizi dell’impiego e i servizi sociali. I primi gestiscono i casi con maggiori risorse individuali e opportunità occupazionali, mentre i secondi prendono in carico i più svantaggiati e più difficilmente collocabili sul mercato del lavoro. Essi offrono corsi di formazione e riqualificazione, orientamento, esperienze di lavoro protette, incontro tra domanda e offerta di lavoro, mediazione ed accompagnamento in azienda, sostegno all’autoimprenditorialità. Esistono misure assistenziali anche per coloro che pur avendo un lavoro, hanno un reddito molto basso, chiamati “working poors”. L’obiettivo è promuovere l’occupazione e prevenire le trappole della povertà, rendendo il lavoro retribuito conveniente rispetto al non lavoro. 1 Aurora Elmetti- 4911785 Le politiche contro la povertà presenti in Europa possono essere così classificate: - Paesi scandinavi e Paesi Bassi hanno sviluppato l’approccio della sicurezza sociale basato su politiche e servizi universalistici cui accedono tutti i cittadini, indipendentemente da quanti contributi abbiano versato. Inoltre le indennità di disoccupazione sono generose sia per condizioni di accesso, sia per entità degli importi. In più vi sono ampie politiche attive. - I paesi anglosassoni hanno sviluppato un sistema di protezione sociale meno inclusivo e generoso rispetto ai paesi scandinavi, con capacità redistributive inferiori, che si rispecchiano in tassi di povertà ben più elevati. Le politiche assistenziali hanno assunto un ruolo più importante rispetto agli altri paesi europei. Anche nell’ambito di misure contro la disoccupazione, mentre l’indennità contributiva è limitata e poco generosa, quella assistenziale è molto inclusiva. Lo sviluppo di politiche attive è meno avanzato mentre la condizionali è fortemente differenziata per tale tipo di misura: è elevata per quanto riguarda le indennità di disoccupazione e quasi assente nel caso del reddito minimo. - Nei paesi continentali il cuore della protezione sociale è affidato a schemi di tipo contributivo. Il sostegno del reddito di ultima istanza si è consolidato in modi e tempo diversi nei diversi paesi, tutti però coerenti nel loro impianto originario con l’architettura istituzionale bismarckiana. Le politiche attive sono ampiamente sviluppate in tutti i paesi continentali, con livelli di condizionali piuttosto elevati. - I paesi del Sud Europa hanno in comune con i paesi continentali un impianto di welfare contributivo molto frammentato su base categoriale, ma si discostano da essi per la complessiva debolezza del sostegno del reddito, soprattutto delle persone in età lavorativa. Innanzitutto le indennità di disoccupazione sono poco inclusive e anche la loro natura è comparativamente ridotta. Le politiche di attivazione sono comparativamente poco sviluppate e limitate tanto nell’efficacia quanto nella condizionali, dal fatto che la domanda di lavoro è particolarmente scarsa in ampie aree territoriali. - I paesi ex comunisti sono accomunati soprattutto dalla passata esperienza socialista e dalla traumatica transizione seguita alla sua fine. Un tratto caratteristico era la negazione ideologica della povertà come fenomeno strutturale che necessitasse di risposte di policy. La piena occupazione assicurava a tutti l’accesso a misure egualitarie di fatto, poiché scarse erano le differenze retributive. Le indennità di disoccupazione vincenti in questi paesi sono in genere poco inclusive e generose e fortemente condizionate alla disponibilità a lavorare e a cercare lavoro. Una misura di reddito minimo esiste attualmente in tutti i paesi dell’Est che negli ultimi anni sono entrati nell’Unione Europea. 2