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Prima satira di Giovenale, Dispense di Letteratura latina

Traduzione prima satira Giovenale sotto il rigo

Cosa imparerai

  • Che significato ha la frase 'quid agant venti, quas torqueat umbras'?
  • Che struttura poetica presenta ogni frase?
  • Che temi si trovano nel testo?
  • Che significato ha la frase 'quod superest, quem Massa timet, quem munere palpat'?
  • Che significato ha la prima frase 'nota magis nulli domus est sua quam mihi lucus'?

Tipologia: Dispense

2019/2020

Caricato il 30/08/2020

EleonoraMaggio
EleonoraMaggio 🇮🇹

4.8

(6)

22 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Prima satira di Giovenale e più Dispense in PDF di Letteratura latina solo su Docsity! PRIMA SATIRA – GIOVENALE Semper ego auditor tantum? numquamne reponam SARò SEMPRE SOLO UN ASCOLTATORE? vexatus totiens rauci Theseide Cordi? VESSATO TANTE VOLTE DALLA TESEIDE DI CORDO ARROCHITO, NON POTRÒ MAI VENDICARMI? impune ergo mihi recitaverit ille togatas, IMPUNEMENTE QUINDI QUELLO MI AVRÀ RECITATO LE SUE TOGATE, hic elegos? impune diem consumpserit ingens QUELLO LE SUE ELEGIE? IMPUNEMENTE AVRà CONSUMATO LA MIA GIORNATA UN GIGANTESCO 5 ​Telephus aut summi plena iam margine libri TELEFO O UN ORESTE SCRITTO FIN SUL MARGINE PIENO DELLA SOMMITà DEL LIBRO scriptus et in tergo necdum finitus Orestes? E SUL RETRO E NON ACORA FINITO? nota magis nulli domus est sua quam mihi lucus A NESSUNO E’ Più NOTA LA SUA CASA QUANTO A ME SONO NOTI I BOSCHI Martis et Aeoliis vicinum rupibus antrum DI MARTE E L’ANTRO DI VULCANO VICINO ALLE RUPI DI EOLO; Vulcani; quid agant venti, quas torqueat umbras COSA FACCIANO I VENTI, QUALI OMBRE TORMENTI 10 ​Aeacus, unde alius furtivae devehat aurum EACO, DA DOVE QUELL’ALTRO (GIASONE DELLA COLCHIDE) PORTI VIA L’ORO DEL VELLO pelliculae, quantas iaculetur Monychus ornos, RUBATO, QUANTI FRASSINI SCAGLI MONICO Frontonis platani convolsaque marmora clamant ​LO GRIDANO SEMPRE I PLATANI E I MARMI SCONVOLTI DA FRONTONE semper et adsiduo ruptae lectore columnae. E LE COLONNE SONO SPEZZATE DAL DECLAMATORE ASSIDUO. exspectes eadem a summo minimoque poeta. ​CI SI DEVE ASPETTARE LO STESSO DAL POETA SOMMO E (DA QUELLO) MEDIOCRE. 15 ​et nos ergo manum ferulae subduximus, et nos E ANCHE NOI ABBIAMO RITRATTO LA MANO DALLA FERULA consilium dedimus Sullae, privatus ut altum E DATO A SILLA IL CONSIGLIO CHE DA PRIVATO CITTADINO DORMISSE PROFONDAMENTE. dormiret. stulta est clementia, cum tot ubique E’ STOLTA CLEMENZA, VISTO CHE DAPPERTUTTO vatibus occurras, periturae parcere chartae. TI IMBATTI IN COSì TANTI VATI, RISPARMIARE CARTE PERITURE. cur tamen hoc potius libeat decurrere campo, POICHé TUTTAVIA MI PIACCIA DI PIù CORRERE PER QUESTO CAMPO, 20 ​per quem magnus equos Auruncae flexit alumnus, ​ATTRAVERSO IL QUALE IL GRANDE RAMPOLLO DI AURUNCA DOMò I CAVALLI, si vacat ac placidi rationem admittitis, edam. ​SE AVETE TEMPO E ACCOGLIETE TRANQUILLA LA SPIEGAZIONE, VE LO DIRò. Cum tener uxorem ducat spado, Mevia Tuscum QUANDO UN MOLLE EUNUCO PRENDE MOGLIE, QUANDO MEVIA figat aprum et nuda teneat venabula mamma, TRAFIGGE UN CINGHIALE TOSCANO E IMPUGNA GLI SPIEDI A SENO NUDO, patricios omnis opibus cum provocet unus QUANDO SFIDA IN RICCHEZZE TUTTI I PATRIZI, UNO 25 ​quo tondente gravis iuveni mihi barba sonabat, ​CHE MENTRE EGLI TAGLIAVA A ME GIOVANE SUONAVA GRAVE LA BARBA, cum pars Niliacae plebis, cum verna Canopi QUANDO UNA PARTE DELLA PLEBAGLIA DEL NILO, QUANDO UN SERVO NATIVO DI CANOPO, Crispinus Tyrias umero revocante lacernas CRISPINO, MENTRE LA SPALLA GLI RIPORTA SU IL MANTELLO DI PORPORA DI TIRIO, ventilet aestivum digitis sudantibus aurum SVENTOLA L’ANELLO ESTIVO CON DITA SUDATE, nec sufferre queat maioris pondera gemmae, E NON E’ IN GRADO DI SOPPORTARE IL PESO DI UNA GEMMA Più GRANDE, 30 ​difficile est saturam non scribere. nam quis iniquae ​E’ DIFFICILE NON SCRIVERE SATIRA. INFATTI CHI è TANTO PAZIENTE tam patiens urbis, tam ferreus, ut teneat se, DELLA CITTà ACCIDENTATA, TANTO DI FERRO DA TRATTENERSI causidici nova cum veniat lectica Mathonis 65 ​hinc atque inde patens ac nuda paene cathedra ​UN FALSARIO VISIBILE DA UNA PARTE E DALL’ALTRA E SU UNA POLTRONA QUASI SCOPERTA et multum referens de Maecenate supino E MOLTO SOMIGLIANTE A UN MECENATE SUPINO signator falsi, qui se lautum atque beatum CHE SI E’ FATTO ONOREVOLE E RICCO exiguis tabulis et gemma fecerit uda? CON PICCOLE TAVOLETTE E UNA GEMMA UMIDA? occurrit matrona potens, quae molle Calenum ARRIVA UNA POTENTE MATRONA CHE, QUANDO IL MERITO HA SETE 70 ​porrectura viro miscet sitiente rubetam NEL MOMENTO IN CUI STA IN PROCINTO DI PORGERGLI IL VINO AMABILE DI CALES instituitque rudes melior Lucusta propinquas VI MESCOLA VELENO DI ROSPO E, COME UNA LOCUSTA PIù BRAVA INSEGNA per famam et populum nigros efferre maritos. INSEGNA ALLE SUE PARENTI A PORTARE ALLA TOMBA I MARITI NEGRI ATTRAVERSO LE DICERIE E IL POPOLO. aude aliquid brevibus Gyaris et carcere dignum, OSA QUALCOSA DEGNO DELLA PICCOLA GIARO O DEL CARCERE( O DELLA PENA DI MORTE) si vis esse aliquid. probitas laudatur et alget; SE VUOI ESSERE QUALCUNO. L’ONESTà E’ LODATA E HA FREDDO. 75 ​criminibus debent hortos, praetoria, mensas, AI CRIMINI DOBBIAMO I GIARDINI, I PALAZZI, LE MENSE argentum vetus et stantem extra pocula caprum. L’ARGENTO ANTICO E IL CAPRO CHE STA AL DI FUORI DELLE COPPE. quem patitur dormire nurus corruptor avarae, A CHI TOGLIE IL SONNO UN CORRUTTORE DI UN’AVIDA NUORA, quem sponsae turpes et praetextatus adulter? A CHI FIDANZATE TURPI E UN ADULTERO CON LA PRETESTA? si natura negat, facit indignatio versum SE LA NATURA LO NEGA, L’INDIGNAZIONE GENERA GENERA IL VERSO. 80 ​qualemcumque potest, quales ego vel Cluvienus. DI QUALUNQUE SPECIE RIESCA A FARLO, QUALI FACCIO IO O CLUVIENO. Ex quo Deucalion nimbis tollentibus aequor DAL TEMPO IN CUIU DEUCALIONE QUANDO LE NUBI SOLLEVARONO LA DISTESA DELLE ACQUE navigio montem ascendit sortesque poposcit SALì CON LA NAVE SUL MONTE E CHIEDE IL RESPONSO ORACOLARE paulatimque anima calverunt mollia saxa E LE PIETRE POCO A POCO PER IL SOFFIO VITALE LE PIETRE MOLLI SI RISCALDAARONO et maribus nudas ostendit Pyrrha puellas, E PIRRA MOSTRò AI MASCHI LE FANCIULLE NUDE, 85 ​quidquid agunt homines, votum, timor, ira, voluptas, ​QUALUNQUE COSA FACCIANO GLI UOMINI: DESIDERI, TIMORE, IRA PIACERI, gaudia, discursus, nostri farrago libellist. GIOIE, AFFANNI, (TUTTO QUESTO) E’ IL MANGIME MISTO DEL NOSTRO LIBRETTO. et quando uberior vitiorum copia? quando E QUANDO LA MESSE DI VIZI E’ STATA PIù ABBONDANTE? maior avaritiae patuit sinus? alea quando QUANDO SI SPALANCò LA TASCA DELL’AVARIZIA CON PIù AMPIEZZA? hos animos? neque enim loculis comitantibus itur QUANDO IL GIOCO D’AZZARDO EBBE QUESA SFRONTATA ANIMOSITà? INFATTI NON SI VA 90 ​ad casum tabulae, posita sed luditur arca. A TENTARE LA SORTE AL TAVOLO ACCOMPAGNANDOCI UNA COSSETTINA, MA SI GIOCA UNA VOLTA PIAZZATA LA CASSAFORTE. proelia quanta illic dispensatore videbis QUALI GRANDI BATTAGLIE VEDRAI Lì, COL TESORIERE armigero! simplexne furor sestertia centum (A FAR DA) SCUDIERO! E’ UNA SEMPLICE MANIA PERDERE CENTOMILA SESTERZI perdere et horrenti tunicam non reddere servo? E POI NON DARE UNA TUNICA AL SERVO TREMANTE PER IL FREDDO? quis totidem erexit villas, quis fercula septem CHI ANTENATO ERESSE ALTRETTANTE VILLE, CHI CENò 95 ​secreto cenavit avus? nunc sportula primo ​SEGRETAMENTE CON BEN SETTE PORTATE. OGGI SUL LIMITARE DELLA SOGLIA limine parva sedet turbae rapienda togatae. SIEDE UNA PICCOLA SPORTULA CHE SARà PRESTO DEPREDATA DA UNA FOLLA TOGATA. ille tamen faciem prius inspicit et trepidat ne MA EGLI PRIMA TI GUARDA LA FACCIA E HA PAURA suppositus venias ac falso nomine poscas: CHE TU VENGA AL POSTO DI UN ALTRO E CHE TU RECLAMI CON UN NOME FALSO. agnitus accipies. iubet a praecone vocari LA RICEVERAI (SOLO UNA VOLTA) RICONOSCIUTO. 100 ​ipsos Troiugenas, nam vexant limen et ipsi ​ORDINA AL BANDITORE DI CHIAMARE PERSINO I DISCENDENTI DI TROIA, INFATTI ANCHE nobiscum. "da praetori, da deinde tribuno." LORO TORMENTANO LA SOGLIA CON NOI. “DAI AL PREDATORE E POI AL TRIBUNO,” sed libertinus prior est. "prior" inquit "ego adsum. MA PER PRIMO C’E’ UN LIBERTO. CI SONO PRIMA IO, DICE cur timeam dubitemve locum defendere, quamuis PERCHé DOVREI TEMPERE O ESITARE A DIFENDERE IL POSTO PER QUANTO natus ad Euphraten, molles quod in aure fenestrae NATO SULL’EUFRATE, COSA CHE DIMOSTREREBBERO GLI EFFEMMINATI BUCHI AGLI ORECCHI 105 ​arguerint, licet ipse negem? sed quinque tabernae ​PER QUANTO IO STESSO LO NEGHI? MA I QUATTROCENTOMILA ME LI PROCURANO quadringenta parant. quid confert purpura maior CINQUE BOTTEGHE . COSA MI OFFRE DI DESIDERABILE (UNA STRISCIA) DI PORPORA PIù LARGA optandum, si Laurenti custodit in agro SE NEI CAMPI DI LAURENTO CORVINO CUSTODISCE conductas Corvinus ovis, ego possideo plus PECORE PRESE IN AFFITTO, MENTRE IO POSSIEDO PIù Pallante et Licinis?" exspectent ergo tribuni, DI PALLANTE E DI LICINIO? ASPETTINO DUNQUE I TRIBUNI 110 ​vincant divitiae, sacro ne cedat honori ​VINCANO LE RICCHEZZE E NON CEDA (IL PASSO) A CHI ERA VENUTO nuper in hanc urbem pedibus qui venerat albis, POCO FA IN QUESTA CITTà COI PIEDI IMBIANCATI ALLA SACRA CARICA quandoquidem inter nos sanctissima divitiarum DAL MOMENTO CHE FRA DI NOI LA MAESTà PIù SACRA E’ QUELLA DELLA RICCHEZZA 145 ​it nova nec tristis per cunctas fabula cenas; ​LA NOTIZIA VA PER TUTE LE CENE INATTESA, MA NON TRISTE ducitur iratis plaudendum funus amicis. VIENE CONDOTTO UN FUNERALE DESTINATO AD ESSERE APPLAUDITO DAGLI AMICI IRATI. Nil erit ulterius quod nostris moribus addat NIENT’ALTRO DI PEGGIORE POTRà ESSERCI CHE AI NOSTRI COSTUMI AGGIUNGA LA POSTERITà posteritas, eadem facient cupientque minores, QAUELLI CHE VERRANNO DOPO DI NOI FARANNO E DESIDERERANNO LE STESSE COSE, omne in praecipiti vitium stetit. utere velis, OGNI VIZIO SI E’ FERMATO NEL SUO PRECIPITARE. SFRUTTA VELE, 150 ​totos pande sinus. dices hic forsitan "unde ​ESPANDINE PER INTERO LE PIEGHE . ADESSO DIRAI: DA DOVE (PRENDI) ingenium par materiae? | unde illa priorum UN INGEGNO PARI ALLA MATERIA? DA DOVE QUELLA FRANCHEZZA DEGLI ANTICHI (abl ass.) scribendi quodcumque animo flagrante liberet DI SCRIVERE QUALUNQUE COSA DI CUI AVESSERO VOGLIA QUANDO L’ANIMO SI INFIAMMAVA? simplicitas? "cuius non audeo dicere nomen? DI CHI NON HO IL CORAGGIO DI DIRE IL NOME? quid refert dictis ignoscat Mucius an non?" CHE IMPORTA SE MUCIO PERDONA O MENO LE MIE BATTUTE? 155 ​pone Tigellinum, taeda lucebis in illa DESCRIVI TIGELLINO: FARAU LUCE IN QUELLA TORCIA qua stantes ardent qui fixo gutture fumant, NELLA QUALE ARDONO IN PIEDI QUELLI CHE COL COLLO LAEGATO FUMANO et latum media sulcum deducit harena." E TRACCIA UN LARGO SOLCO IN MEZZO ALL’ARENA. qui dedit ergo tribus patruis aconita, vehatur QUINDI CHI DIEDE A TRE ZII PATERNI L’ACONITO (veleno) DOVREBBE ESSERE TRASPORTATO pensilibus plumis atque illinc despiciat nos? SUI CUSCINI SOSPESI E E GUARDARCI DA Lì. 160 ​"cum veniet contra, digito compesce labellum: QUANDO VERRà INCONTRO, SCHIACCIATI LA BOCCA CON UN DITO accusator erit qui verbum dixerit "hic est." SARà CONSIDERATO UN ACCIUSATORE CHI AVRà DETTO “E’ LUI”. securus licet Aenean Rutulumque ferocem SPENSIERATO PUOI FAR LOTTARE ENENA E IL FIERO RUTULO committas, nulli gravis est percussus Achilles PER NESSUNO E’ FASTIDIOSO COLPITO TRAFITTO aut multum quaesitus Hylas urnamque secutus: O ILA MOLTO CERCATO E ANDATO GIù INSIEME ALLA BROCCA. 165 ​ense velut stricto quotiens Lucilius ardens ​MA OGNI VOLTA CHE LUCILIO COME CON LA SPADA SGUAIATA ARDENTE infremuit, rubet auditor cui frigida mens est LANCIò UN RUGGITO, ARROSSISCE L’ASCOLTATORE CHE HA UNA MENTE CONGELATA criminibus, tacita sudant praecordia culpa. DAI CRIMINI , IL PETTO GLI SUDA PER UNA COLPA TACIUTA. inde ira et lacrimae. tecum prius ergo voluta DI QUI IRA E LACRIME. CONSIDERA QUINDI FRA TE E TE NEL TUO ANIMO haec animo ante tubas: galeatum sero duelli QUESTE COSE: PRIMA DELLE TROMBE CHI HA GIà L’ELMETTO, TARDI 170 ​paenitet." experiar quid concedatur in illos SI PENTE . SPERIMENTERò Ciò CHE E’ CONCESSO DIRE CONTRO QUELLI quorum Flaminia tegitur cinis atque Latina. LA CUI CENERE E’ COPERTA DALLA FLAMINIA E DALLA LATINA. Paradigmi: reponam: repono, repònis, reposui, repositum, ere, III; IND, fut. s. 1 sing, att; vexatus: vexo, as, avi, atum, are, I; PART. pass. NOM, sing, m; recitaverit: recito, as avi, atum, are, I; IND, fut. pf. 3 sing, att; consumpserit: consumo, is, sumpsi, sumptum, ere, III; “ “ agant: ago, is, egi, actum, agere, III; CONG. pres. 3 plur, att; torqueat: torqueo, es, torsi, tortum, ere, III; CONG. pres. 3 sing, att; devehat: deveho, is, vexi, vectum, ere, III; “ “ iaculetur: iaculor, aris, iaculatus sum, ari, I; CONG. pres. 3 sing, DEP; clamant: clamo, as, avi, atum, are, III; IND, pres. 3 plur, att; ruptae: rumpo, is, rupi, ruptum, rupere, III; PART. pass. NOM, plur. f; expectas: expecto, as, avi, atum, are, I; IND. pres. 2 sing, att; subduximus: subduco, is, duxi, ductum, ere, III; IND. pf. 1 plur, att; dedimus: do, as, dedi, datum, are, I; “ “ dormiret: dormio, is, dormii, dormitum, ire, IV; CONG. impf. 3 sing, att; occurras: occurro, is, curri, cursum, ere, III; CONG. pres. 2 sing, att; periturae: pereo, is, perii, perire, irr; PART. fut. NOM plur. f; parcere: parco, is, peperci, parsum, ere, III; INF. pres, att; libeat: libet, impersonale (?); CONG. pres. 3 sing, att; decurrere: decurro, is, curri, cursum, ere, III; INF. pres, att; flexit: flecto, is, flexi, flexum, ere, III; IND. pf. 3 sing, att; vacat: vaco, as, avi atum, are, I; IND. pres. 3 sing, att; admittitis: admitto, is, misi, missum, ere, III; IND. pres. 2 plur, att; edam: edo, is, edidi, editum, ere, III; IND. fut. s. 1 sing, att; ducat: duco, is, duxi, ductum, ere, III; CONG. pres. 3 sing, att; figat: figo, is, fixi, fixum, ere, III; “ “ teneat: teneo, es, tenui, tentum, ere, II; “ “ provocet: provoco, as, avi, atum, are, I; “ “ tondente: tondeo, es, totondi, tonsum, ere, II; PART. pres. ABL. sing. m; sonabat: sono, as, sonui, sonitum, are, I; IND. impf. 3 sing, att; revocante: revoco, as, avi, atum, are, I; PART. pres. ABL. sing. m; ventilet: ventilo, as, avi, atum, are, I; CONG. pres. 3 sing, att; sufferre: suffer, suffers, sustinui, sustentum, ferre; INF. pres, att; queat: queo, quis, quii, quitum, quire, IV; CONG. / COND. pres. 3 sing, att; scribere: scribo, is, scripsi, scriptum, ere, III; INF. pres, att; patiens: patio, is, patere, III; PART. pres. NOM. sing; teneat: teneo, es, tenui, tentum, ere, II; CONG. pres. 3 sing, att; veniat: venio, is, veni, ventum, ire, IV; “ “ rapturus: rapio, is, rapui, raptum, ere, III; PART. fut. NOM. sing; comesa: comedoo, comes, comedoi, comesum, comedoere, II; PART. pass. ABL. sing, femm; timet: timeo, es, timui, timere, II; IND. pres. 3 sing, att; palpat: palpo, as, avi, atum, are, I; “ “ summoveant: summoveo, es, movi, motum, ere, II; CONG. pres. 3 plur, att; merentur: mereo, es, merui, meritum, ere, II; IND. pres. 3 plur, riflessivo; evehit: eveho, is, vexi, vectum, ere, III; IND. pres. 3 sing, att; palleat: palleo, es, pallui, ere, II; CONG. pres. 3 sing, att; referam: refero, fers, tuli, latum, ferre; CONG. pres. 1 sing, att; ardeat: ardeo, es, arsi, ardere, II; CONG. pres. 3 sing, att; premat: premo, is, pressi, pressum, ere, III; “ “ prostantis: prosto, as, prostiti, are, I; PART. pres. GEN. sing, m; damnatus: damno, as, avi, atum, are, I; PART. pass. NOM. sing, m; bibit: bibo, is, bibi, bibitum, ere, III; IND. pres. 3 sing, att; fruitur: fruor, eris, fructus sum, frui, III; IND. pres. 3 sing, dep; ploras: ploro, as, avi, atum, are, I; IND. pres. 2 sing, att; credam: credo, is, credidi, creditum, ere, III; CONG. pres. 1 sing, att; agitem: agito, as, avi, atum, are, I; “ “ percussum: percuto, is, percussi, percussum, ere, III; PART. pass. NOM. sing, n; volantem: volo, as, avi, atum, are, I; PART. pres. ACC. sing, m; capiendi: capio, is, cepi, captum, ere, III; GERUNDIO, GEN.; spectare: specto, as, avi, atum, are, I; INF. pres, att;