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Guide e consigli
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probabili domande esame vittadini, Prove d'esame di Sociologia Dei Media

domande elencate dalla professoressa

Tipologia: Prove d'esame

2020/2021

In vendita dal 22/01/2022

CL18
CL18 🇮🇹

5

(12)

25 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica probabili domande esame vittadini e più Prove d'esame in PDF di Sociologia Dei Media solo su Docsity! epnboef! 4 domande = 20 righe 3 TEORIE: come sono nate, premesse 1. Spirale del silenzio da dove parte Elizabeth Noelle Neumann? società (pre, moderne, post) spirale del silenzio: cosa ci spiega (attenzione a non riassumere troppo) - processo, conseguenze, ruolo dei media Elisabeth Noelle Neumann parte con la realizzazione della Teoria della Spirale del Silenzio da una domanda, si chiede come fosse possibile che i risultati delle elezioni in Germani nel 72 avessero dato dei risultati inattesi rispetto ai sondaggi precedentemente fatti a riguardo. Per rispondere a questa domanda, Noelle-Neumann si basa sullo studio di David Riesman degli anni 50 “the lonely crowd”. La psicologa sociale riconosce l’importanza dell’opinione pubblica e gli conferisce una funzione integrativa, per questo si appoggia allo studio di Riesman che distingue tre tipi di società e afferma che in ognuna è presente un individuo con caratteristiche diverse. Nella società premoderna gli uomini utilizzavano le divisioni di genere come modelli di valori e regole da seguire, le tradizioni venivano mandate oralmente e lo status non era modificabile. Con lo spostamento nelle città in seguito all’industrializzazione (società moderna), i cittadini non possono più basarsi sulle norme primarie e per questo cercano altri modelli da seguire, i media diventano allineatori sociali e lo status più permeabile. L’ultima tipologia è la società post-moderna, dove i cittadini si spostano trasversalmente tra le città: i media non sono più abbastanza e per questo le persone si rifanno alle norme primarie, continuando a monitorare costantemente e per evolversi con l’evolvere della società in cui si trova. Il problema è che ciò che le persone dicono ha un peso sull’opinione pubblica e può influenzare gli altri, gli individui hanno paura dell’isolamento sociale e per questo preferiscono mantenere private le loro idee se pensano che queste siano diverse e dissonanti rispetto a quella della maggioranza, è qui che viene quindi intercettata la spirale del silenzio, viene nascosta la loro opinione. L’effetto è una distorsione della realtà, perché l’opinione della maggioranza viene percepita come una, solo perché le minoranze si mantengono nascoste. 2. teoria della coltivazione (Gerbner) violenza (coltivazione) - effetto media la teoria della coltivazione ha una prospettiva più diacronica rispetto agli studi che la precedono in quanto guarda nel tempo il rapporto tra società, opinione pubblica e media. Viene teorizzata da Georg Gerbner che parte dal principio secondo il quale i media si basano su un processo di storytelling, ossia in cui scenari e prospettive vengono raccontati sotto forma di storie. La teoria della coltivazione avviene in un mondo esemplare dove le cose vengono ripetute costantemente, questa funzione viene detta bardica. A questa ne vengono aggiunte altre da Fiske e Hartley, che riconoscono ai media il compito di rassicurare la cultura della sua adeguatezza e riconoscerne le inadeguatezze per farla evolvere, rassicurare gli individui sul fatto che la loro personalità dipenda dalla loro cultura, creano un modello di valori e un senso di appartenenza e aiutano gli individui a spiegare la realtà e le relazioni causa-effetto dei singoli. La teoria della coltivazione è influenzata dalla risonanza, ossia il coinvolgimento emotivo delle persone rispetto ad un tema le reste più sensibili a riguardo; e le relazioni interpersonali, che influenzano le opinioni degli individui. Per stabilire la veridicità della teoria e verificarla viene fatto uno studio tra il 1967 e il 1985 su un tema in particolare, ossia la violenza: viene studiato come i media e i messaggi veicolati da questi possano influenzare la percezione della realtà e possono renderla distorta. Il risultato è che più una persona sarà esposta ai media, che ripetono costantemente che la violenza è diffusa ovunque e pericolosa, maggiore sarà la sua percezione di questa, e la conseguenza è una sfiducia nel prossimo. La teoria di coltivazione può essere di due tipi, di primo ordine quando sovrastimiamo o sottostimiamo un fenomeno, e di secondo ordine quando a questo aggiungiamo anche un modello di valori e i sentimenti. Inoltre, la personalizzazione può rendere il fenomeno più incisivo. concetto fondamentali modello opinion leader la figura dell’opinion leader emerge durante lo studio del rapporto tra media e opinione pubblica. Il key opinion leader, anche detto kol, è una persona che viene sia riconosciuta dal basso, in quanto i cittadini gli chiedono consigli e punti di vista; sia una persona in grado di far valere la sua leadership e che è maggiormente esposta ai media e detiene quindi i mezzi per influenzare l’opinione pubblica. Katz e lazarsfeld elaborano una teoria chiamata Two step flow of communication che prende il nome dall’azione di filtro che fanno gli opinion leader, infatti, ci sono 2 tipi di flow: il primo che parte dai media e arriva agli opinion leader, e il secondo flow che dai kol arriva alle reti sociali. I kol, oltre che alla funzione di gatekeeping hanno anche il compito di organizzare i contenuti che gli arrivano prima di diffonderli. Per arrivare alla teoria, i 2 sociologi fanno due ricerche, partendo dal presupposto che i media influenzano le scelte delle persone. La prima ricerca viene chiamata “the people’s choice” e si attua mediante un sondaggio fatto su alcuni cittadini in Ohio, per capire da cosa siano stati spinta a cambiare idea. Ciò che emerge è che più che la radio e la stampa, quello che li ha direzionati ad un cambio di opinione sono stati i gruppi di discussione, particolarmente condizionati dagli opinion leader. I due studiosi spostano poi la loro attenzione verso il campo del consumo, arrivando quindi alla seconda ricerca, “personal influence”, per la quale vengono intervistate delle donne in una piccola cittadina statunitense in una zona di mass market, fashion e cinema. Quello che risulta è che sono presenti più opinion leader in ogni campo della vita sociale e per questo le informazioni arrivano diversamente ad ognuno, perché dipende dal kol che le filtra. elementi costitutivi ed effetti sociali delle piattaforme quali sono gli elementi costitutivi? Elenco gli elementi costitutivi delle piattaforme sono: dati, che vengono raccolti automaticamente dalle piattaforme perché noi con il nostro id entriamo in uno spazio di e-commercio e un pixel si aggancia all’id e ci segue proponendoci degli articoli che abbiamo già visualizzato (opera di retargeting). Importanti per la raccolta dati sono i cookies che hanno come scopo quello di recuperare dati degli utenti durante le loro attività online (negli ultimi anni sono sorti die problemi riguardo ai cookies di terze parti, perché non del tutto trasparenti e non tutelano la privacy) ; interfacce, che modificano il nostro modo di approcciarci ad una piattaforma, perché prediligono e disincentivano determinate azioni; algoritmi, la base del funzionamento delle piattaforme, sono una serie di istruzioni automatizzate che trasformano input in output, e sono dei segreti industriali; inoltre una piattaforma per essere definita tale deve avere: un modello di business, che solitamente si basa sulle connessioni iperprofilate (con un target preciso) ; uno status proprietario, deve quindi appartenere a qualcuno, trovarsi in un luogo e avere uno scopo lucro o no profit; e le condizioni di utilizzo/terms of service, nonché un patto di valore legale e un insieme di regole tra utenti e piattaforma, che può intervenire nel caso in cui queste non vengano rispettate effetti sociali, quali sono? elenco con una breve descrizione gli effetti sociali delle piattaforme sono la piattaformizzazione del web, in quanto al centro del sistema mediale è presente il web 2.0, ossia un ecosistema di piattaforme, gli individui diventano vetrina dei loro gusti e consumi e anche scelte che li identificano; ed infine la modellizzazione della società online e offline mediante sharing/following, datificazione, mercificazione e selezione. • datificazione: cosa s’intende? definizione + analisi predittive + comportamenti (like) + circolazione dati trasversalmente alle piattaforme circolazione dei dati per datificazione si intende il processo di trasformazione delle nostre attività quotidiane in dati. Le piattaforme utilizzano i nostri dati principalmente per due scopi: l’analisi predittiva, ossia cercare di capire quali saranno le nostre scelte e azioni future sulla base dei nostri dati storici, processo importante per il marketing in quanto è possibile conoscere con una certa probabilità le nostre decisioni future; e la standardizzazione dei dati perché i dati per essere datificati devo essere suddivisi in gruppi ed etichette ed inseriti in un database. Il risultato della datificazione è la trasformazione degli input in output, che possono essere visibili o non. Per esempio, per quanto riguarda la datificazione del like ha degli effetti visibili, ossia “qualcuno ha messo like a questo contenuto” che appare nel feed, oppure invisibili ossia entrano a far parte della mole di dati riguardanti gli insights del contenuto, in termini di successo ottenuto, gli insights della piattaforma e quelli visibili solo alla società. • selezione: caratteristiche (definizione e tipologie di selezione algoritmica → personalizzazione, reputazione e trend, moderazione) problema di trasparenza la selezione è l’attività di filtro delle attività degli utenti online. Noi, i consumatori, diventiamo involontariamente parte del processo, ma conoscendo le dinamiche degli algoritmi possiamo anche influenzare la selezione. Tutto si basa su un processo a catena: noi forniamo degli input (like, commenti) che vengono elaborati dagli algoritmi che ci restituiscono degli output, ossia dei contenuti su cui continuiamo ad interagire fornendo altri input, si forma quindi un ciclo continuo e ininterrotto. Tutto questo però è dominato da una logica di imprevedibilità perché noi conosciamo le dinamiche di entrata, ossia gli input, ma non sappiamo cosa succede quando questi vengono trasformati in output, non è trasparente. Da qui nasce l’idea dell’esistenza di una black box che ci rimane sconosciuta. José Van Dijck riconosce e definisce tre tipologie di selezione: la personalizzazione, che si basa sulle logiche predittive e guarda alla nostra attività e a ciò che ci sta intorno, ossia chi seguiamo e i gruppi di cui facciamo parte; reputazione e trend, in quanto le piattaforme prediligono contenuti popolari e in alcuni casi è possibile vedere i trending topics (come su twitter, su instagram invece no e rimane meno trasparente). Per incentivare la popolarità e il reach viene utilizzato il click-baiting ossia il pubblicare una notizia non completa per raggiungere più click; ed infine la moderazione, ossia la parte attiva delle piattaforme che intervengono nel caso in cui non vengano rispettati i terms of service, • mercificazione la mercificazione è il processo per cui i nostri dati, datificati, vengono venduti sotto forma di merci. La valuta di scambio può essere denaro, utenti e dati, e tutto questo meccanismo si trova all’interno di mercati multisituati ossia che connettono inserzionisti con produttori di servizi. Nella mercificazione esiste il modello freemium delle piattaforme, nonché il modello base dell’app, che è funzionale alla piattaforma perché permette di ottenere più consumatori, che possono passare al modello premium (a pagamento) con l’aggiunta di alcune funzionalità. informazione nella platform society caso di Austin: cosa abbiamo imparato = omofilia reti, flussi di condivisione, logiche di credibilità. NON racconto il caso, lo cito cosa s’intende per flussi a cascata? omofilia delle reti, cosa s’intende, che effetto ha rispetto alla percezione di credibilità dei contenuti logiche di credibilità nei social (3 tipi e come sono attive nei social, come si propaga la credibilità) l’informazione si compone principalmente di 3 elementi, che sono i flussi di condivisione, l’omofilia delle reti e le logiche di credibilità. I flussi di condivisione sono a cascata, ed è per questo che è difficile arrestare la condivisione e creare delle rettifiche, in quanto è quasi impossibile raggiungere lo stesso pubblico e riprodurre le stesse logiche di condivisione. Lo share può avvenire in due modi, con la condivisione della fonte stessa, o quando questa viene invece persa. Le fonti condivise possono essere interdipendenti, ossia collegate tra loro, oppure non interdipendenti. Il secondo elemento è l’omofilia delle reti, ossia l’aggregazione di persone ad un gruppo che hanno idee condivise e per questo si crea la polarizzazione rispetto a determinati argomenti, sistemi di comprensione condivisi e un incremento della credibilità, perché più capisco che una persona la pensa come me, più sarò disposto a crederle. Infine, abbiamo le logiche di credibilità, dove questa è la precondizione della comunicazione. Nonostante questo, però non sempre abbiamo completa fiducia nei social, infatti manteniamo sempre uno sguardo sospetto nei confronti di questo mondo. La costruzione dell’atto di fiducia si compone di 5 fasi, che sono: l’atto iniziale, ossia quando capiamo che il nostro interlocutore è in grado di comprenderci e capirci; l’atto comunicativo, ossia quando ci accorgiamo che anche l’altra persona potrebbe a sua volta voler comunicare con noi; accettiamo quindi che non stiamo per essere manipolati; anche gli altri mi credono; e si crea quindi infine una cooperazione. La credibilità è la relazione tra credibilità proiettata (ciò che cerco di proiettare sugli altri) e percepita (ciò che effettivamente viene percepito). Quandt da un contributo fondamentale nei confronti della credibilità nei social media, e afferma che negli ultimi anni ci fidiamo maggiormente delle fonti comunitarie rispetto che degli organismi internazionali, ossia che ci fidiamo di più di quello che ci dicono le persone che conosciamo (fiducia interpersonale) rispetto agli esperti, le istituzioni e le loro regole (fiducia sistemica). La credibilità proiettata può essere a sua volta classificata in cognitiva, quando mi fido di una persona perché in quel momento mi sono utili le sue competenze (esperti); normativa, fiducia basata su stima e rispetto a prescindere dalle competenze; ed affettiva, basata sulla familiarità. La credibilità si propaga in due forme, quella quantitativa, che significa che più sono le persone che credono a qualcosa più io sarò più propenso a crederci a mia volta; e la dimensione qualitativa, particolarmente visibile nelle FOAF network, ossia che se un mio amico mi consiglia qualcosa, molto probabilmente ci crederò perché mi fido del mio amico.