Scarica psicologia generale. Chiara Mirandola e più Sintesi del corso in PDF di Psicologia Generale solo su Docsity! Apprendimento L'apprendimento è un cambiamento del comportamento più o meno permanente che avviene come risultato dell’esperienza. Non è una cosa innata ma si verifica nel contesto socio-culturale in cui è inserito. Non sono inclusi i cambiamenti maturazionali o dovuti all’assunzione di sostanze psicotiche. L'apprendimento è diviso in 3 classi principali: • Associativo --> apprendimento delle relazioni tra eventi. Condizionamento classico e operante. Le mie azioni hanno conseguenze. • Non associativo --> più semplice. Apprendimento relativo a: -- un singolo stimolo (raro negli esseri umani) -- l’abituazione --> continuare a presentare lo stesso stimolo finché non svaniscono le reazioni d’interesse per quello stimolo • Apprendimento osservativo --> forma di apprendimento complessa. Si impara osservando il comportamento di modelli. CONDIZIONAMENTO CLASSICO (o pavloviano) Apprendimento in cui uno stimolo neutro finisce per causare una risposta dopo che è stato associato ripetutamente ad uno stimolo che causa naturalmente quella risposta. — esperimento: • fase 1 --> il cane è affamato e quando compare il cibo (SI = stimolo incondizionato) produce saliva (RI = risposta incondizionata) che viene misurata con un tubicino applicato alla ghiandola salivare. Se in questa fase presento una luce (SN = stimolo neutro) il cane non avrà nessuna reazione. • fase 2 --> di condizionamento. Si presenta ripetutamente al cane l’associazione cibo (SI) e luce (SN) finché non viene appresa. • fase 3 --> dopo ripetute associazioni il cane saliverà (RC = risposta condizionata) in risposta anche alla sola luce (SN diventa SC = stimolo condizionato) — fase di acquisizione --> ripetuti abbinamenti di SC e SI rafforzano l’associazione tra i due. Si ha più RC nelle prime prove di condizionamento, mentre successivamente il cambiamento è scarso. — estinzione --> se lo SI è ripetutamente omesso, la RC diminuirà gradualmente. Dopo circa 10 prove non c’è più salivazione in risposta alla luce a meno che non si ripresenti il cibo. Il cane apprende che il SC non comporta più il SI. — recupero spontaneo --> se si lascia riposare il cane e poi si ripresenta ancora solo la luce la salivazione riappare spontaneamente. Lo SC di nuovo porta ad una RCSC e SI non scompare durante l’estinzione. Alcuni principi importanti: ▫ Generalizzazione degli stimoli --> cani addestrati ad avere una RC ad un suono mostrano la stessa RC a suoni di tonalità leggermente più alta o più bassa. Più i nuovi stimoli sono simili all’originale SC più è facile che ci sia RC. ▫ Discriminazione degli stimoli --> è possibile ottenere la RC solo per un determinato stimolo e non per quelli simili associando lo SI (cibo) solamente allo stimolo prescelto e non presentando lo SI con gli altri stimoli. Secondo Pavlov era sufficiente che SC e SI fossero presentati vicini nel tempo per avere condizionamento. Invece per avere condizionamento il SC deve essere presentato un attimo prima dello SI. CONDIZIONAMENTO DI SECONDO LIVELLO Dopo un primo condizionamento, dove quindi il cane risponde già alla luce anche in assenza di cibo, se con lo stesso meccanismo associo ripetutamente anche un suono alla luce, togliendo la luce il cane avrà una RC anche al solo suono (SC2) . ESPERIMENTO DEL PICCOLO ALBERT Watson e Rayner fecero apprendere una RC di paura ad Albert (9 mesi). Gli misero davanti un piccolo ratto (SN) e quando il bimbo tentava di prenderlo colpivano con il martello una sbarra d’acciaio provocando un forte rumore (SI) che spaventava (RI) il piccolo. Dopo molte ripetizioni: --> ratto (SC) = pianto/paura (RC) .Le fobie non vanno in estinzione da sole. CONDIZIONAMENTO OPERANTE È un apprendimento in cui la risposta volontaria viene rinforzata o indebolita a seconda che le conseguenze siano positive o negative: se positiva il soggetto ripeterà l’azione, se negativa non la ripeterà. Apprendimento tramite rinforzi e ricompense. Un concetto fondamentale del condizionamento operante è quello di rinforzo e punizione: • rinforzi positivi --> aumentano la possibilità che si manifestano i comportamenti quando do qualcosa di positivo. • rinforzi negativi --> aumentano le possibilità che si manifesti un comportamento quando tolgo qualcosa di negativo. • punizioni --> riduco le possibilità che si manifestino i comportamenti: - positiva = aggiungo qualcosa di spiacevole (do la scossa) - negativa – tolgo qualcosa di piacevole Il soggetto opera sull’ambiente per ottenere un risultato = comportamento strumentale Secondo Thorndike l’apprendimento consiste in un aumento di intensità delle associazioni o connessioni tra stimolo e risposta. Legge dell’effetto --> il comportamento è determinato dalle sue conseguenze. Quando una risposta è seguita da un premio l’intensità di connessione aumenta, mentre se è seguita da una punizione l’intensità di connessione diminuisce. La memoria La memoria è il processo con cui codifichiamo, immagazziniamo e recuperiamo le informazioni. Sono state identificate 3 principali funzioni della memoria: 1. codifica – registrazione iniziale delle informazioni 2. immagazzinamento e conservazione – salvataggio delle informazioni per uso futuro 3. recupero – ritrovamento delle informazioni immagazzinate per utilizzarle Secondo Atkinson e Shiffirin la memoria è divisa in 3 sistemi tra loro collegati (sistemi mnemonici): • Memoria sensoriale • Memoria a breve termine – MBT • Memoria a lungo termine – MLT Ogni sistema è caratterizzato da una propria: − Funzione (ruolo che svolge) − Capacità (quantità di informazioni che può contenere) − Durata (tempo che può trattenere le informazioni) MEMORIA SENSORIALE Si tratta di “fotografia istantanea” che trattiene le informazioni solo per un brevissimo tempo, poche centinaia di millisecondi, necessario eventualmente per spostarle nel secondo livello di memoria ovvero la memoria a breve termine. È un ampio magazzino in quanto ogni organo sensoriale ha il suo spazio di immagazzinamento che contiene tutte le informazioni che colpiscono quell’organo a partire dall’ambiente esterno. Memoria iconica --> memoria sensoriale che trattiene le informazioni provenienti dal sistema visivo Memoria ecoica --> memoria sensoriale che trattiene le informazioni provenienti dal sistema uditivo. Solo una piccola parte di ciò che vediamo e sentiamo resta nella memoria arrivando alla MBT. MEMORIA A BREVA TERMINE La memoria a breve termine è un magazzino in cui un limitato numero di informazioni rimane per una breve durata (20 – 25 secondi), ma anche un sistema che permette di attuare un primo processo di controllo per elaborare le informazioni. Memoria di lavoro --> capacità di tenere a mente più elementi contemporaneamente e lavorarci. Secondo Baddeley e Hitch la memoria a breve termine non è un magazzino cosi limitato e incapace di eseguire più cose contemporaneamente, anzi permette la manipolazione delle informazioni necessarie a compiti complessi come linguaggio, apprendimento, ragionamento. Il modello di memoria di lavoro (MdL) prevede: • LOOP FONOLOGICO --> viene anche chiamata memoria di lavoro verbale: elabora e mantiene informazioni linguistiche. Il magazzino fonologico mantiene informazioni acustiche e verbali per pochissimo tempo. Si chiama loop perché attua un meccanismo di ripetizione per mantenere le informazioni più a lungo nel magazzino fonologico. È importante per: lettura, comprensione del linguaggio, apprendimento di lingue straniere, calcolo. • TACCUINO VISUO-SPAZIALE --> viene chiamato anche memoria di lavoro visuo-spaziale: elabora e mantiene stimoli con caratteristiche visuo-spaziali (es, elementi semplici come oggetti disegnati ma anche complessi come le mappe). I due sottosistemi sono distinti? Si, soprattutto per i compiti di ritenzione semplice (che non richiedono elaborazione), un secondo compito interferisce con il primo solo se è della stessa natura (ripetere ”ba ba ba” durante un compito di memoria di cifre e non durante un compito di matrici). • BUFFER EPISODICO --> immagazzinamento temporaneo di informazioni conservate in codice multimodale (anche informazioni temporali), come scene ed episodi. È un intermediario tra sottosistemi con codici diversi, li combina in rappresentazioni unitarie. (se ricordo una persona che non vedo da tempo, abbino automaticamente uno stimolo verbale, ad es. il suo nome, e uno stimolo visivo, ad es. il suo volto. Il buffer episodico abbina i due eventi. • ESECUTIVO CENTRALE --> coordina i tre sottosistemi, integra le informazioni e seleziona strategie volontarie e coscienti. È coordinato dal Sistema Attentivo Supervisore (SAS): controllo volontario che integra informazioni provenienti dal mondo esterno con le intenzioni dell’individuo. Per misurare la capacità della MdL (memoria di lavoro) si usano prove di span = numero di elementi presentati che la persona riesce a ricordare nell’ordine esatto.( Es chunk o raggruppamento = raggruppamento significativo di stimoli che possono essere immagazzinati come un’unità nella memoria a breve termine) Se chiedo di ricordarlo al contrario: non solo loop fonologico ma anche esecutivo centrale. MEMORIA A LUNGO TERMINE Nella memoria a lungo termine è immagazzinato, per un tempo indeterminato, tutto il materiale proveniente dalla MBT. Questo magazzino ha capacità illimitata, può contenere quindi tutte le informazioni che un individuo acquisisce nella sua vita. Una volta immagazzinato nella MLT il materiale non può andare perduto. Ci sono due grandi categorie di MLT: • Memoria non dichiarativa o implicita (procedurale) --> abilità e abitudini. (Abilità come andare in bici o allacciarsi le scarpe che sono in grado di fare senza pensare passaggio per passaggio cosa sto facendo). È anoetica perché esibiamo dei comportamenti appresi senza renderci conto che in quel momento stiamo ricordando. • Memoria dichiarativa o esplicita --> informazioni personali e fattuali. Può essere: • Memoria semantica --> conoscenze generali come linguistiche, matematiche... Sistema in cui immagazziniamo le nostre conoscenze sul mondo. È noetica cioè implica conoscenza non fatti personali (“so che Parigi è la capitale della Francia”) • Memoria episodica --> (es, come si era vestiti il primo giorno di scuola). È autonoetica cioè sono io l’autore principale dei miei ricordi (“ricordo che l’estate scorsa sono andata a Parigi e mi sono divertita tanto”). Memoria esplicita e implicita hanno distinte aree cerebrali. Studi su amnesici mostra come questi due sistemi sono dissociati tra loro. Amnesici hanno la memoria esplicita danneggiata (ippocampo) e la memoria implicita integra. (esplicita--> riperere parole che ti ricordi. Implicita --> ripeti le parole con suggerimento) Hanno anche diverse traiettorie evolutive: la memoria implicita compare prima nel bambino che la memoria esplicita. La memoria a lungo termine (MLT) ha 3 stadi: • Codifica --> (codifica semantica) cioè basata sul significato e non solo sulle informazioni visive, acustiche e verbali. (es, dopo aver sentito una frase ricordo il suo significato e non l’esatta espressione letterale). • Immagazzinamento --> è in relazione a come vengono codificate le informazioni: tanto più si attribuisce significato alle informazioni in fase di codifica tanto più e facile la fissazione e l’immagazzinamento. L'ippocampo ha un grande ruolo nella conversazione. • Recupero --> nonostante le informazioni siano state immagazzinate le persone possono avere delle difficoltà a ritrovarle in memoria. Molti casi di oblio da parte della MLT sono causati dal mancato accesso alle informazioni più che dalla perdita delle informazioni. La mancanza di memoria spesso riflettono problemi di recupero più che di immagazzinamento. Quando diciamo che abbiamo un’informazione sulla “punta della lingua” significa che abbiamo un’informazione inconscia ma non riusciamo a recuperarla. La SenseCam – fotocamera digitale che viene indossata e registra ogni spostamento e ogni immagine vista dall’individuo che la indossa. L'immagine può essere catturata automaticamente oppure per mezzo di sensori che percepiscono variazioni di luce o di calore (es, scattano una foto quando si avvicina o si incontra una persona). Alla fine della giornata o della settimana, la persona può rivedere le immagini scattate e rivivere così quegli episodi di cui si sarebbe dimenticato. • Ipertimesia --> chi ha troppa memoria autobiografica. Queste persone ricordano gran parte degli eventi vissuti nella loro esistenza. Ricordano esattamente tutto di qualsiasi giorno passato, sia personale che sociale. I FALSI RICORDI L'aspetto emozionale della memoria autobiografica è fondamentale. La memoria autobiografica è il connubio perfetto tra emozione e memoria. Nell'ambito forense questo legame è molto importante poiché quando si invita un soggetto a testimoniare egli è spesso carico di emozioni e nello stesso tempo deve far lavorare la sua memoria. I ricordi emotivi sono veritieri? Non sempre. Spesso alcuni ricordi derivano dalla suggestione portata dalla psicoterapia --> la persona analizzata viene indotta a dei falsi ricordi. I falsi ricordi possono essere di due tipi: • Falsi ricordi indotti --> misinformation effect • Falsi ricordi spontanei --> falsi ricordi prodotti spontaneamente in assenza di informazioni fuorvianti. Fattori che influenzano i falsi ricordi: ➢ Misinformation effect --> l’informazione acquisita tra l’apprendimento iniziale (evento) e il successivo test di memoria può danneggiare il ricorda stesso. Se do delle false informazioni sull’evento che hanno vissuto possono modificare o alterare i loro ricordi. ➢ L'aspettativa --> i nostri ricordi vengono influenzati da schemi cognitivi che si sono formati sulla scorta di esperienze personali, famigliari e sociali. Gli individui tendono a colmare ciò che non si ricordano con informazioni provenienti dalle conoscenze generali del mondo. (ad esempio, noi abbiamo un’aspettativa di come dovrebbe essere un rapinatore (con volto coperto da un passamontagna, armato) quindi se assisteremo ad una rapina non la ricorderemo esattamente com’era avvenuta nei minimi dettagli, ma saremmo influenzati dal nostro schema di rapina e di rapinatore. È facile quindi che dirò che il rapinatore aveva il volto coperto anche se magari non era così) ➢ La sicurezza del testimone --> la sicurezza non è un buon predittore dell’accuratezza. Gli avvocati istruiscono i testimoni a mostrare sicurezza. I testimoni possono essere indotti dagli investigatori a credere alla correttezza della loro identificazione (feedback di conferma che può accrescere la sicurezza del testimone). ➢ Weapon-focus effect --> generalmente il testimone e soprattutto la vittima hanno una restrizione del campo visivo e attentivo durante l’evento drammatico per cui fanno fatica a cogliere i dettagli della scena. (sono più attratti dall’arma che dai dettagli del viso dell’aggressore). • Paradigma DRM -->induzione di falsa memoria basato sulla convergenza di più associazioni semantiche su una sola parola. È caratterizzato da: − Codifica – presentazione di liste di parole semanticamente collegate tra loro (es, ospedale, infermiere...) e legate ad una critical lure non presentata (dottore) − Recupero – rievocazione o riconoscimento delle parole, se si nomina la critical lure significa falso ricordo. • nuovo paradigma per lo studio dei falsi ricordi emotivi. Genera falsi ricordi spontanei. − Fase di codifica --> presentazione di fotografie rappresentanti 8 script. All'interno degli script ci sono delle immagini che possono suscitare emozioni neutre o negative. Metà script: effetto negativo la cui causa non viene mostrata. Metà script: effetto neutro la cui causa non viene mostrata. Non viene mostrata la causa, se nel momento del recupero indico anche la foto con la causa allora si tratta di un falso ricordo. − Intervallo di ritenzione (15min) − Gruppo solo riconoscimento e gruppo riconoscimento + elaborazione scritta di quello che si è visto (90 foto: 45 vecchie e 45 nuove). Più errori nel gruppo in cui dovevano fare anche l’elaborazione. LA MEMORIA NELLA PRIMA INFANZIA Ci concentriamo sulla memoria dichiarativa/esplicita, in particolare sulla memoria episodica. Tipologie per studiare la memoria nell’infanzia: • Preference – for – novelty paradigm (preferenza per la novità) − il bambino famigliarizza con uno stimolo per un certo tempo − Dopo un intervallo di tempo che può variare in base all’età del bambino, gli vengono presentati 2 stimoli: uno vecchio e uno nuovo. − Dato che i bambini preferiscono gli stimoli nuovi se il bambino fissa di più lo stimolo nuovo sta dando prova di memoria per il vecchio stimolo (ricorda il vecchio stimolo) − Se il bambino avesse dimenticato il vecchio stimolo mostrerebbe gli stessi tempi di fissazione per il nuovo ed il vecchio stimolo − Bambini di 5-6 mesi mostrano fi ricordare stimoli visivi per 2 settimane anche dopo esposizioni di soli 5 secondi. • Mobile conjugate reinforvement paradigm Il bambino è coricato in una culla in cui è attaccata una giostrina. − Fase 1 --> in questa fase si definisce la baseline contando il numero di calci che il bambino dà alla vista della giostrina (calci = segno di interesse ed entusiasmo) − Fase 2 --> questa è una vera e propria fase di apprendimento. Viene legato un nastro alla gamba del bambino collegato alla giostrina. In questo caso il bambino calciando fa muovere la giostrina e pian piano impara che è lui a produrre queto movimento dando calci. − Fase 3 --> questa è una fase di memoria, il bambino a distanza di tempo (intervallo di ritenzione) viene rimesso nella culla con la giostrina. Viene legato il nastro alla gamba del bambino cosicché lo percepisca e pensi che sia collegato alla giostrina, ma questa volta non viene legato ad essa. Si va a contare di nuovo il numero di calci per vedere se il bambino ricorda: se il numero di calci è maggiore della baseline dimostra di ricordare. L'intervallo tra fase 2 e 3 varia in base all’età del bambino. Aumentando l’età aumenta il tempo in cui si ricordano. • Imitazione differita Si basa sui principi dell’apprendimento osservativo. − Lo sperimentatore compie delle azioni con degli oggetti di cui i bambini possono solo guardare − Dopo un intervallo di tempo che può variare, ai bambini vengono dati gli stessi oggetti e senza alcun aiuto si contano il numero di azioni correttamente riprodotte − Bambini di 14-16 mesi possono ricordarsi le azioni target anche dopo un anno Come facciamo a sapere se si tratta veramente di memoria dichiarativa? - Gli stessi bambini che venivano sottoposti a questo test venivano ritestati a distanza di anni, quando erano in grado di parlare, e ricordavano le azioni che avevano compito anni prima descrivendole verbalmente. - Studi su adulti amnesici (con danno all’ippocampo sede della memoria dichiarativa/esplicita) cadono nei compiti di imitazione defferita. • EEG e ERPs Paradigmi di memoria di riconoscimento per stimoli visivi e acustici (volto o voce della mamma). Si va a misurare la diversa attività cerebrale dei bambini quando riconoscono la voce della mamma rispetto a quando sentono la voce di uno sconosciuto. Attraverso questi studi si è scoperto che i bambini più grandi, rispetto ai più piccoli: − Codificano e immaginano l’informazione più rapidamente (ad es, nei compito di imitazione differita i bambini di 6 mesi hanno bisogno di maggior tempo di esposizione allo stimolo per poterlo immagazinare e poi recuperare rispetto ad un bambino di 12-18 mesi). − Ricordano l’informazione più a lungo con l’aumentare dell’età. − Sanno usare meglio i suggerimenti per il recupero (cue). Perché la memoria dichiarativa aumenta con l’età? − Capacita di memoria di lavoro aumenta (il numero di informazioni contenute nella memoria). − Tutte e tre le componenti della memoria di lavoro (loop fonologico, taccuini visuo-spaziale ed esecutiva spaziale) migliorano. − Strategie di memoria (es, ripetizione): i bambini di 6-7 anni riescono ad utilizzare con più successo le strategie di memoria. − Maggiori conoscenze (es, bambini esperti negli scacchi). Expertise --> se si è esperti in un determinato ambito tutte le informazioni che riguardano quell’ambito saranno più facili da ricordare. − Maggiore metamemoria --> e la conoscenza di quello che io credo di sapere della mia memoria. Se ho una buona metamemoria sarà più facile per me analizzare un problema e scegliere le strategie migliori per risolverlo. La memoria è una capacità riflessiva quindi si deve riflettere sulle risposte. A 3 anni i bambini capiscono “ricordare” e “dimenticare”, ma solo in riferimento agli esiti di memoria, cioè se si riesce o meno a ricordare qualcosa. Il concetto che ricordare o dimenticare implica la necessità di aver appreso prima qualcosa si sviluppa verso i 4-5 anni. MEMORIA EPISODICA È la capacità di ricordare i dettagli di un evento e il suo contesto spazio-temporale. − Processi associativi --> (legati all’ippocampo). Capacità di associare tra loro diverse informazioni (quando? cosa? dove?). Ma non sono sufficienti, servono anche: − Processi controllati --> cioè la capacità di riflettere sulle risposte/associazioni. Inizialmente si credeva che i processi associativi crescessero nei primissimi anni di vita e poi si stabilizzassero, mentre i processi controllati continuassero a crescere con l’età. Successivamente si scoprì che entrambi i processi aumentano all’aumentare dell’età. L'ippocampo si forma strutturalmente molto presto, ma a livello funzionale aumenta con l’aumentare dell’età. Il metodo per studiare questi processi sono le neuroscienze (risonanza magnetica). Oggi --> il QI si calcola come punteggio di deviazione, in cui non si fa riferimento ad altre età ma alla fascia d’età stessa del bambino in termini di “quanto si distanzia dal QI medio”. CURVA A CAMPANA - La distribuzione a campana dei punteggi di QI evidenzia che la maggior parte della popolazione (quasi il 70%) ha un QI compreso tra 85 e 115. - I casi di persone con DSA (disturbi specifici dell’apprendimento) rientrano anch'essi in questo range, in quanto presentano un livello intellettivo buono ma con scarsi apprendimenti di base (lettura, scrittura, calcolo). Bambini con DSA possono cadere in test di memoria di lavoro ma eccellere in test di ragionamento. - Persone con FIL (funzionamento intellettivo limite) o borderline hanno un QI compreso tra 75 e 85. Sono caratterizzati da assenza di punti di forza nell’intelligenza e nell’apprendimento. Nonostante questa fascia include più del 13% della popolazione, in realtà la diagnosi vera e propria di FIL interessa un numero inferiore di persone. - La diagnosi di disabilità intellettiva (prima chiamato “ritardo mentale”) viene associata a persone con QI inferiore a 70. Interessa il 2% della popolazione, ma anche qui c’è più cautela nel fornire una diagnosi (incidenza vera circa 1%). - Persone con QI compreso tra 115 e 130 dotate di un profilo intellettivo “vivace” comprende circa il 13% della popolazione. - Persone con QI superiore a 130 ritenute plusdotati (geni). APPLICAZIONI Intelligenza e: • Scuola --> gli studi ci dicono che l’intelligenza fluida influisce con la performance scolastica. Una persona con un elevato QI ha risultati scolastici migliori, soprattutto nelle materie scientifiche rispetto a quelle umanistiche. Il fattore g (o QI) è un forte predittore degli esiti scolastici alla scuola primaria e secondaria. Questo potere predittivo diminuisce dopo la scuola secondaria perché aumenta il peso dei tratti di personalità (come la coscienziosità) e degli interessi. Vi è una restrizione del range dell’intelligenza (è probabile che gli studenti più brillanti vadano all’università). • Lavoro --> l’intelligenza ha un peso maggiore quando il lavoro è più difficile • Salute generale --> le persone più intelligenti sono più in salute grazie ad un’educazione migliore. Inoltre una migliore educazione garantisce migliori sbocchi lavorativi e una vita più tranquilla e stabile. Una maggiore intelligenza porta ad una prevenzione e trattamento delle malattie. Attraverso diversi esperimenti si è dimostrato che bambini che possiedono QI elevato sin dall’infanzia hanno una vita migliore dal punto di vista salutare anche per diversi decenni dopo. (individui con QI inferiore di 15 punti = aumento cancro 27% maschi e 40% donne). • Status sociale --> c’è un dibattito sul fatto che effettivamente vi sia una relazione tra intelligenza e status socioeconomico (posizione di un individuo all’interno di un gruppo sociale in base a lavoro, stipendio, educazione scolastica). DIFFERENZE DI GENERE Gli studi dimostrano molto spesso la superiorità degli uomini sulle donne in prove visuo-spaziali (orientarsi). Questa superiorità è legata al testosterone e ad una visione evoluzionistica (preistoria). Minaccia dello stereotipo --> se una persona pensa in termini stereotipati su di sé, ad esempio, una bambina pensa di ente male in matematica. Non perché sia meno intelligente ma perché parte scorraggiata, non si impegna ad avere una prestazione migliore, si distrae a causa dell’ansia da stereotipo, può avere un priming della minaccia dello stereotipo (un pensiero subito prima di un evento che influisce sull’evento stesso). Quindi le differenze di genere ci sono ma non sono dovute solamente dal QI. PRINCIPI DI GENETICA COMPORTAMENTALE Natura o ambiente? Determinare il modo in cui certi tratti sono biologicamente determinati ci aiuta a capire il grado in cui l’ambiente può influenzare le differenze individuali. Il fatto che alcune persone abbiano punteggi QI più alti di altre e che i test di intelligenza siano buoni predittori di performance non ci dice nulla sulle cause delle differenze individuali nelle abilità cognitive, cioè perché alcune persone sono più brillanti di altre. La disciplina che ci aiuta a trovare le cause è: - La genetica comportamentale --> lo studio delle cause biologiche/genetiche e ambientali (non genetiche) delle differenze individuali nell’intelligenza e nella personalità. Da un lato ci sono gli studi di famiglia, in cui si prendono in considerazione solo i genitori biologici che forniscono al figlio sia genetica che ambiente quindi le due cose sono difficili da distinguere. Dall'altro ci sono gli studi di adozione dove i genitori biologici danno al figlio informazioni genetiche, mentre i genitori adottivi condividono il fattore ambiente. Le due cose vengono da due canali distinti. Se prendessimo in considerazione gemelli che condividono il 100% dei loro geni che vengono separati alla nascita, e quindi vivranno in due ambienti differenti, potremmo studiarli separatamente. 50% -- eterozigoti 100% -- omozigoti Se omozigoti e separati, quindi in due ambienti diversi, se l’intelligenza nei test rimane simile allora si può intuire che è la genetica a influenzare l’intelligenza e non l’ambiente. Il nostro DNA (o genotipo = componete genetica che ereditiamo) rimane immutato nel ciclo di vita e viene trasmesso alle generazioni future, a meno che non ci siano delle mutazioni. Il fenotipo è l’espressione dei nostri geni a livello comportamentale e della personalità. EREDITABILITÀ DELL’INTELLIGENZA La genetica ha un ruolo molto importante per l’ereditabilità dell’intelligenza e si presenta ancora più potente nelle persone che condividono anche l’ambiente oltre che i geni. L'influenza dell’ambiente declina dopo l’adolescenza, mentre gli effetti dei geni tendono ad aumentare nel tempo. I geni hanno effetti a lungo termine sugli esiti comportamentali e prevalgono sull’ambiente. Tuttavia, è difficile distinguere tra effetti dei geni e dell’ambiente. Ci sono infatti molti aspetti ambientali che possono influire sulle differenze individuali: educazione, nutrizione, scelte comportamentali della madre durante la gravidanza (fumo, droghe). Perché l’influenza dei geni aumenta nel ciclo della vita? Correlazione tra QI di genitori e figli quando quest’ultimi sono stati adottati: - L'intelligenza dei bambini rispecchia quella dei genitori biologici - L'intelligenza dei genitori adottivi non assomiglia a quello dei figli adottati. I geni sembrano favorire nuove funzioni cognitive, che di conseguenza favoriscono un miglior ragionamento astratto. La maggior parte degli studi sono fatti sul QI, sull’intelligenza fluida e sul ragionamento astratto. − Ambiente Una persona può avere capacità creativa, ma senza la volontà di correre dei rischi o un ambiente che fornisce almeno un supporto minimo per la creatività il suo potenziale creativo potrebbe essere soppresso. CREATIVITÀ E INTELLIGENZA COME COSTRUTTI CORRELATI Pensiero convergente e capacità di trovare nuove soluzioni sono aspetti sia dell’intelligenza che della creatività, ma ci sono degli aspetti dell’intelligenza che non sono della creatività e viceversa. • Barron --> somministrò test di pensiero convergente e di altre abilità intellettive (di intelligenza) a studenti, ufficiali dell’esercito, scrittori, artisti e uomini d’affari. Aveva chiesto a degli esperti in ogni campo di valutare il livello di creatività degli altri componenti del gruppo: La correlazione tra creatività ed intelligenza diede un valore r=.40 che in psicologia è un buon risultato, ma si notò che quando il QI era maggiore di 120 questa correlazione diminuiva. CREATIVITÀ E COMPORTAMENTO ANOMALO Ipotesi del genio pazzo (becker) • Eysenck --> credeva che ci fosse una sovrapposizione tra creatività e psicopatologia. Psicoticismo come predittore della creatività. La psicosi (distaccamento dalla realtà) e il pensiero creativo divergente sono legate. Overinclusive thinking --> tendenza ad utilizzare informazioni irrilevanti per risolvere i problemi. Ricerche recenti suggeriscono che la creatività è legata a livelli più elevati di inibizione cognitiva. Ad esempio, alte prestazioni al test di Stroop sono correlate al pensiero divergente. Memoria di lavoro e creatività sono quindi legate. L'inibizione può consentire la generazione di nuove idee utili, inibendo pensieri o informazioni inutili. • Maslow e Rogers --> sostengono che la creatività è legata alla salute psicologica piuttosto che alla malattia mentale. Le persone autorealizzate sono più creative, ma molti studi mostrano che la creatività è legata ad alcolismo, suicidio e stress. Psicoticismo --> (persona che si stente poco in colpa quando sbaglia o con tratti della personalità poco socialmente desiderabili. NO legato alla malattia). Il psicoticismo è legato alla creatività. Ha una forte correlazione con il pensiero divergente. Ha una forte correlazione con la fluenza (qualità delle idee) e con l’originalità (unicità delle idee). • Upmanyu --> associazioni di parole estremamente uniche erano legate allo psicoticismo. Le risposte moderatamente insolite erano indicatore di creatività. La creatività è una forma di stranezza controllata. Gli individui creativi hanno intenzione di creare associazioni originali. I pazienti mentali possono avere poco controllo sulle loro idee originali, potrebbero non essere nemmeno consapevoli della loro natura creativa. COME SI MISURA LA CREATIVITÀ • Test di usi alternativi (Guilford) Nominare tutte le cose che puoi fare con....(martello, sedia, mattone...) In termini di: − Fluenza (numero di risposte) − Flessibilità (numero di categorie differenti) − Originalità (frequenza statistica delle risposte-confronto con le risposte degli altri partecipanti, quante volte è stata data la stessa risposta? Poche = più originale, tante = meno originale) − Elaborazione (qualità dei dettagli forniti) • test di associazioni remote (Mednick) Test psicometrico che richiede ai partecipanti di identificare la corretta associazione tra gruppi di parole. Associazioni insolite/remote --> dovrebbe essere indicativo della capacità degli individui di generare idee nuove quindi creative. • Torrence test Test della creatività e del pensiero creativo-versione verbale e figurativa. Misura di produzione divergente di: − Unità semantiche (nomina tutte le cose rosse e commestibili che ti vengono in mente) − Relazioni alternative (in quali modi diversi sono correlati i cani e i gatti) − Produzione di sistemi (scrivi più frasi possibili con le parole “pioggia”, “stazione” e “estate”). Test di pensiero creativo. Ai soggetti vengono dati semplici forme geometriche e gli viene chiesto di usarli o combinarli in un disegno o di completare un disegno parziale. Viene poi valutato se i risultati sono più o meno creativi. La motivazione Stato interno che spinge all’azione e indirizza i comportamenti che portano a soddisfare i bisogni istintivi e culturali e gli obbiettivi personali. È un processo dinamico (non statico perché metto in atto dei comportamenti per raggiungere i miei obbiettivi) e generale (abbraccia diversi ambiti di vita, non è specifico). 2 approcci alla motivazione: ❖ Bisogni biologici − Riflessi − istinti ❖ Bisogni psicologici − Arousal (attivazione psicofisiologica) e difficoltà del compito − Percezione di competenza e padronanza − Goal-setting theories Motivati si nasce o si diventa? La persona nasce con dei bisogni biologici come bere, mangiare, riprodursi, ma crescendo si va incontro a bisogni psicologici e di autorealizzazione dove cultura, famiglie e educazione influenzano il livello di motivazione che permette di raggiungere questi bisogni. Quindi motivati si nasce ma il livello di motivazione aumenta crescendo. BISOGNI BIOLOGICI Sia i riflessi che gli istinti mostrano le somiglianze tra le persone piuttosto che far emergere le differenze tra gli individui, cioè fanno parte di una motivazione che abbiamo tutti. • RIFLESSI Sono sistemi che reagiscono a specifici stimoli interni o esterni. Sono innati (es, i bambini che stringono la manina = preistoria). Hanno un approccio meccanico alla motivazione. Sono automatici. Riflesso di startle (riflesso di ammiccamento) --> Questo riflesso va ad attivare il sistema motivazionale difensivo che dipende dall’emozione. Questo riflesso non scompare, perdura per tutta la vita. (es, se ci viene puntata una luce negli occhi, rumore molto forte...). In un contesto negativo (quindi di paura, pericolo, luce forte) la grandezza del riflesso viene ampliata e il muscolo orbicolaris oculi è più contratto. (Negli psicopatici questo non si verifica. Vivono in modo più “leggero” le emozioni negative) In un contesto piacevole (quindi in assenza di pericolo) il riflesso di startle è inibito e il muscolo è più rilassato. - Motivazione estrinseca Impotenza appresa --> se ritengo di essere molto incapace di fare qualcosa arrivo ad arrendermi e quindi non mi metto più in gioco. (ratto nella skinner box, se continua a prendere la scossa ma non riesce a scappare nel momento che lo metto nelle condizioni di scappare non lo farà perché crede di non esserne in grado). • incrementale - Persona tende a sviluppare obbiettivi di padronanza - La persona distingue sé stessa dai propri risultati. La valutazione si riferisce alla performance e non alla persona. (la performance è andata male, ma non metto in dubbio le mie capacità). - I risultati sono interpretati come importanti mezzi per migliorare (posso imparare dagli errori). In questo caso la persona: - Dà il massimo impegno - Non ha paura di fallire - I compiti difficili li vede come una sfida - Clima cooperativo in classe - Motivazione intrinseca La personalità Complesso sistema di processi che aiuta a formare il tipico modo di una persona di pensare, comportarsi, provare emozioni. BREVE STORIA • Prima teoria della personalità (Ippocrate e Galeno) - Correlazione biologica con la personalità • Frenologia (Gall) --> (famosa in ambito forense) - Gall era un fisiologo e neoroanatomista tedesco. Pensava che la forma del nostro cranio potesse rivelare la nostra personalità. - Sviluppò la cranioscopia --> ispezione del cranio per trovare i comportamenti e le caratteristiche degli individui. - Mappatura delle regioni del cranio --> un rigonfiamento o una piccola depressione in una di queste regioni, indicavano forza o debolezza dell’abilità collegata alla regione. (si pensava che gli psicopatici avessero anomalie a livello strutturale del cranio). • Gigantic three (Eysenck) --> Modello teorico più importante. - Nella prima teoria divide la personalità introversa ed estroversa e in emozionalmente stabile e emozionalmente instabile. - Successivamente Eysenck identificò 3 dimensione della personalità --> psicoticismo --> estroversismo --> nevroticismo Secondo Eysenck questi tre fattori sono sufficienti per descrivere la personalità in modo adeguato. - Analisi fattoriale --> la personalità può essere misurata attraverso la somministrazione di questionari costruiti attraverso una tecnica statistica detta analisi fattoriale. Consente di determinare quali relazioni tra un grande numero di variabili possono essere ridotte alla relazione tra pochi fattori sottostanti. Dopo che molte persone hanno risposto alle domande di un test di personalità, l’analisi fattoriale può essere usata per determinare se queste domande hanno qualcosa in comune. A partire da pattern generali di risposte, possiamo identificare un fattore (o componente) sottostante. Introversi --> maggiore attivazione corticale. Necessitano di uno sforzo maggiore per adattarsi agli ambienti esterni. Prediligono ambienti tranquilli. Estroversi --> minor attivazione corticale. Necessitano di ambienti/attività eccitanti per compensare I CINQUE GRANDI TRATTI DELLA PERSONALITÀ • Apertura mentale --> fantasioso, si commuove con l’arte, sensibile, cercatore di novità, tollerante • Coscenziosità --> competente, ordinato, diligente, motivato a raggiungere gli obbiettivi, autocontrollo, pensa prima di agire • Estroversione --> affettuoso, socievole, assertivo, attivo, cercatore di eccitazione, emozioni positive • Amicalità --> fiducioso, onesto, altruista, cooperativo, idealista • Nevroticismo --> ansioso, arrabbiato, ostile, depresso, orientato su di sé, impulsivo, vulnerabile. Nel 1987 McCrae e Costa mostrarono che i 5 tratti di personalità potevano essere trovati attraverso analisi di rating di amici e self-report (concordanza tra i due metodi di misura). Il FFM (five factor model) è stato dimostrato anche attraverso test di completamento di frasi, in cui le persone descrivono se stessi in risposta alla domando “chi sono io?”. Problemi: - Con questo approccio possiamo solo descrivere la personalità, non ci consente di scoprire ciò che causa le diverse personalità nelle diverse persone. - Per trovare la reale implicazione di un modello di comportamenti, che chiamiamo ad esempio “estroversione”, dobbiamo raccogliere più informazioni (es. C'è una base genetica? È legato a qualche meccanismo cerebrale? È legato a pratiche genitoriali di accudimento?)(non basta dire che una persona è estroversa, bisogna porsi delle domande). - Se siamo in grado di rispondere a tali domande, possiamo essere abbastanza sicuri che “estroversione” è una reale caratteristica della persona (altrimenti r imane una descrizione di alcuni comportamenti senza una spiegazione). Coscenziosità Legata alle buone prestazioni accademiche. C'è una relazione tra la coscenziosità e l’apprendimento (comportamenti di studio e abilità durante gli esami). Gli studenti coscenziosi sono più motivati, responsabili, partecipativi, in grado di esercitare self -control: ingredienti fondamentali per il successo scolastico. Nevroticismo Legato alle scarse prestazioni accademiche. Spesso legato ad alti livelli di ansia durante l’esame. Lo studente nevrotico può avere una bassa autoefficacia personale e grande difficoltà a gestire lo stress (“non riesco”). • Teoria di Cannon-Bard Al contrario delle altre secondo questa teoria lo stimolo scatena una immediata risposta emozionale. A seguito di uno stimolo (es serpente), le informazioni partono dalla corteccia cerebrale e vanno al talamo che invia un segnale: - Che attiva il sistema nervoso autonomo che produce un’attivazione psicofisiologica - e alla corteccia cerebrale che produce la consapevolezza dell’emozione (ho paura). • Ipotesi del feedback facciale Certi movimenti facciali hanno un significato universale (riconosciute da tutti) e comunicano informazioni importanti. La sola espressione facciale di un individuo può modificare il comportamento di chi lo guarda (es, precipizio visivo con variante emozionale). Seppur le espressioni facciali delle emozioni siano universalmente riconosciute, le regole di esibizione delle emozioni dipendono dalla cultura. Ed es, in oriente le donne quando sorridono non possono mostrare i denti: si vanno a smorzare le espressioni facciali e le reazioni fisiologiche. Così come riceviamo un feedback dall’attivazione del SNA (tremo, batte forte il cuore...) riceviamo un feedback anche dai muscoli facciali. Questo intensifica la nostra esperienza emotiva. Mantenere un’espressione facciale porta a lungo andare a provare quell’emozione. Esperimento: i partecipanti devono giudicare delle vignette in base alla loro comicità. Metà partecipanti teneva una penna tra i denti (costringe a sorridere), l’altra metà teneva la benna tra le labbra (impedisce di sorridere). Le vignette venivano giudicate più divertenti dai partecipanti che tenevano la penna tra i denti rispetto agli altri. APPROCCIO CATEGORIALE Considera le emozioni come entità distinte. - Emozioni di base e primarie --> universali, compaiono presto nello sviluppo, hanno significato adattivo, sono associate a particolari pattern di attivazione fisiologica, hanno specifiche espressioni facciali. (bambini molto piccoli riconoscono le emozioni ma non sono in grado di gestirle. Hanno bisogno di aiuto --> caregiving) - Emozioni secondarie o complesse --> date dalla mescolanza di quelle di base. Derivano da particolari valutazioni ed elaborazioni cognitive delle primarie. APPROCCIO DIMENSIONALE - Core effect (Russel) Leggo le mie emozioni sulla base di due assi: quello della piacevolezza e quello dell’arousal. Utile per descrivere l’intensità delle emozioni. - Alcuni stati emotivi nello spazio del core effect sono emotivi (triste, depresso, felice --> emozioni vere e proprie). - Altri corrispondono a stati non emotivi (affaticato, calmo, teso --> non emozioni) Il core effect non coincide con l’emozione, ma con uno stato affettivo di base generale. Comprende sia le emozioni che gli umori (mood). FUNZIONI DELLE EMOZIONI • promuovono risposte adeguate alle situazioni di emergenza sono risposte rapide, involontarie e ci spingono a mettere in atto un determinato comportamento fondamentale per la sopravvivenza. Immaginiamo una situazione di pericolo, le risposte alla minaccia possono essere: - Attacco (fight) - Fuga (flight) - Freeze Attivazione del SNA simpatico (rilascio adrenalina, aumento battitto, più ossigeno ai muscoli...) - Morte apparente (fake death) Attivazione del SNA parasimpatico (battito e respirazione rallentati...) Freeze --> apparentemente il mio corpo è bloccato ma in realtà il mio corpo è pronto a scattare/agire. Morte apparente --> tipica degli animali. Uomini: stato dissociativo per sopravvivere a forti emozioni traumatiche e negative. • promuovono l’esplorazione dell’ambiente Maggiore adattamento (la gioia amplifica la voglia di esplorare) • comunicano velocemente gli stati interni alle altre persone Le espressioni facciali, il tono della voce, la nostra postura, i gesti e le nostre azioni comunicano alle altre persone come ci sentiamo. Le ricerche dimostrano che quando ciò che diciamo a parole e il linguaggio corporeo non combaciano, i nostri interlocutori tendono a fidarsi di più dell’informazioni fornite dalle nostre espressioni non verbali. • guidano e favoriscono i processi decisionali Le emozioni hanno una funzione addittiva, sociale e motivazionale. PAURA - segnala che qualcosa di pericoloso minaccia o potrebbe minacciare me o qualcosa di importante per me - prepara l’organismo alla reazione attacco-fuga- freeze-morte apparente - avverte la persona che in quella circxostanza si trova in una situazione di debolezza RABBIA - Segnala che il nostro limite soggettivo (valore) è stato o sta per essere violato - prepara e motiva a difendersi di fronte ad un’aggressione (la nostra sicurezza o il nostro valore è in pericolo quindi mi attivo per difendermi) - potrebbe segnalare il temporaneo fallimento nel nostro tentativo di voler modificare qualcosa o qualcuno in base ai nostri scopi o necessità TRISTEZZA - segnala la perdita reale o temuta di qualcosa o qualcuno ritenuto importante per noi - consente alla persona di adattarsi alla situazione non desiderata - in alcune circostanze segnala l’importanza di sentirsi parte di un gruppo sociale di appartenenza (sentirmi di nuovo dentro ad una relazione che pensavo di aver perso). Avvicinamento. VERGOGNA Emozione complicata - segnava il rischio di sentirsi giudicati inadeguati e incapaci. Il giudiziolede la stima e l’immagine che uno ha di sé - fa in modo che si mettano in atto azioni per riaffermare le norme sociali e i valori di un gruppo dal quale temiamo di essere allontanati o esclusi (paura del rifiuto).