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Psicologia Generale (L. Anolli e P. Legrenzi) edizione 2018, Sintesi del corso di Psicologia Cognitiva

Riassunto capitolo 11: emozioni e affetti.

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

Caricato il 11/03/2019

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qp99up 🇮🇹

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Scarica Psicologia Generale (L. Anolli e P. Legrenzi) edizione 2018 e più Sintesi del corso in PDF di Psicologia Cognitiva solo su Docsity! Emozioni e affetti (Psicologia generale, cap. 11) Le EMOZIONI sono processi emergenti in funzione dell’organismo e degli accadimenti all’interno di un dato contesto (situazionalità). Sono dispositivi mentali di adattamento attivo all’ambiente, in grado di consentire all’individuo di rispondere in modo flessibile, efficace e dinamico agli accadimenti contingenti. Teorie psicologiche che hanno definito il concetto di emozione:  TEORIA PERIFERICA (o teoria del feedback) Nel 1884 James sostiene che l’emozione sia il sentire i cambiamenti neurovegetativi che hanno luogo a livello viscerale a seguito di uno stimolo per noi rilevante (non tremiamo perché abbiamo paura, ma abbiamo paura perché tremiamo). La situazione rilevante scatena una serie di risposte fisiologiche del sistema nervoso simpatico, noi avvertiamo tali variazioni e la percezione di essi è alla base dell’emozione. L’evento-semplicemente-percepito diviene evento-emotivamente-sentito. La teoria periferica viene confermata sperimentalmente dall’ipotesi del feedback facciale e dalla teoria vascolare dell’efferenza emotiva. Damasio riprende questa teoria sostenendo che le emozioni siano un processo mentale che ha come “teatro” il corpo (la mente guida il corpo e il corpo influenza la mente), egli pone grande attenzione al sentimento che non coincide con l’emozione, ma si aggiunge ad essa e consente di sentirla in modo consapevole.  TEORIA CENTRALE Si contrappone alla teoria periferica. Cannon sostiene che i centri di attivazione e regolazione dei processi emotivi sono localizzati centralmente nella regione talamica del cervello, essi inducono la manifestazione dell’emozione tramite segnali nervosi e suscitano comportamenti consapevoli. L’attivazione dell’emozione è l’esito nel sistema nervoso simpatico (reazione di emergenza). Tali strutture attivano una configurazione specifica di variazioni fisiologiche per ogni emozione, vi è quindi una corrispondenza biunivoca fra ogni esperienza emotiva e il suo corrispondente quadro neurofisiologico. Teoria periferica e teoria centrale, pur essendo contrapposte, si sono dimostrate entrambe vere, ma sono parziali poiché colgono solo alcuni degli aspetti dell’esperienza emotiva.  TEORIA DEI PROGRAMMI AFFETTIVI Attorno agli anni ’70 si passò ad una comprensione psicologica dell’emozione. Avvicinandosi alla teoria evoluzionista, pensa che le emozioni siano connesse alla realizzazione di scopi universali connessi alla sopravvivenza della specie e dell’individuo. Ogni emozione di base è regolata da uno specifico PROGRAMMA AFFETTIVO NERVOSO, evolutosi nel tempo per consentire alla nostra specie un adattamento efficace al proprio habitat. Il programma scatta quando l’individuo ritiene l’evento rilevante per raggiungere uno degli scopi essenziali alla vita. All’interno di questa prospettiva sono state individuate sei emozioni di base (collera, disgusto, paura, gioia, tristezza, sorpresa) che costruiscono la vita dell’individuo, sono processi unitari e precodificati, geneticamente determinati che si svolgono in modo automatico, sono regolate da un meccanismo on-off. Le altre emozioni sono dette secondarie e sono miste, composte dalle motivazioni di base. Questa è quindi una CONCEZIONE CATEGORIALE delle emozioni, considerate come generi naturali immodificabili (questa concezione ignora gli indizi del contesto immediato e degli aspetti culturali).  TEORIE DELL’APPRAISAL Si contrappone alla concezione categoriale: sostiene che le emozioni siano suscitate da un’attività di conoscenza e di valutazione (appraisal) della situazione, in riferimento ai propri significati, interessi, scopi (si basa su: rilevanza, implicazioni, coping e significatività normativa della situazione). o L’INTERESSE è il centro delle emozioni, è ciò che attribuisce un significato affettivo agli eventi. Possiamo distinguere tra: interessi profondi (riguardano gli scopi, le aspettative, i desideri condivisi dalla maggioranza delle persone) e interessi superficiali (riguardano scopi e desideri di una singola persona/gruppo). Vi è una stretta connessione tra interessi e desideri. Gli interessi hanno una struttura motivazionale robusta e un preciso fondamento biologico o una matrice propriamente sociale e culturale. o Le emozioni sono profondamente intrecciate con i PROCESSI COGNITIVI, la loro attivazione implica l’elaborazione cognitiva della situazione. Le emozioni sono radicalmente differenti dai riflessi e dagli istinti, poiché sono suscitate da una valutazione cognitiva della situazione e implicano una sconnessione e una mediazione fra antecedente e condotta emotiva. Esse sorgono in risposta alla struttura di significato di una data circostanza e sono attivate dai significati/valori che un individuo attribuisce a quello stimolo, cambiano quando cambiano i significati e i valori di riferimento o quando le situazioni vengono valutate in modo differente. Il significato situazionale è fondamentale per capire la diversità e l’intensità delle emozioni e spiegare la dimensione soggettiva dell’esperienza emotiva. o Le emozioni hanno una CONFIGURAZIONE COMPONENZIALE: sono i mediatori complessi fra il mondo interno e il mondo esterno e variano secondo alcune componenti continue. Hanno un’architettura dinamica che permette, a seguito di una data valutazione della situazione, di far emergere una specifica emozione ritenuta la più compatibile (EMOZIONE MODALE). o Le emozioni hanno una CONDIZIONE DIMENSIONALE poiché variano in continuazione lungo diverse dimensioni (dalla piacevolezza al disgusto). o La teoria dell’appraisal consente di capire le VICISSITUDINI DELLE EMOZIONI nel loro decorso. Le emozioni sono generate da stimoli ambientali, ma possono essere suscitate anche da altre emozioni (es: da una reazione di collera a un senso di colpa), quelle passate possono attivare la medesima emozione anche se non vi sono ragioni oggettive (es: attacco di panico “immotivato”).  TEORIA COSTRUTTIVISTICA Le emozioni si configurano come prodotti sociali e culturali, costituiscono processi coordinati e appresi che servono a regolare le interazioni sociali fra gli individui e implicano l’attivazione dell’organismo. Variano in funzione della loro valenza (positiva o negativa) e intensità (forte o debole), che rimandano alle proprietà dello stimolo, dell’organismo e dell’esperienza dell’individuo. Le emozioni vengono REGISTRATE NELLA MEMORIA e vanno a costituire uno schema. Quando si ripete il medesimo episodio la memoria si consolida e viene attivata la specifica emozione corrispondente. Le emozioni vanno intese come uno STANDARD DI CONDOTTA SOCIALE acquisito attraverso l’educazione familiare e scolastica. Gli schemi emotivi costituiscono l’assimilazione e la rappresentazione interna delle norme, dei valori e delle credenze di una cultura. In tal modo emerge la tesi prescrittiva delle emozioni: sono un insieme socialmente atteso di risposte, adottate da un individuo in un dato contesto (un’emozione non è solo giustificata da una situazione, ma è anche prevista da questa). PRINCIPALI COMPONENTI DELLE EMOZIONI  FONDAMENTI NEUROFISIOLOGICI (i fatti cerebrali) Centri essenziali del cervello emotivo: o IPOTALAMO = svolge la funzione di governo del sistema autonomo (simpatico e parasimpatico). È la sede della regolazione centrale dell’ambiente interno dell’organismo. La stimolazione di specifici siti dell’ipotalamo nella regione mediale produce reazioni emotive complete: l’eccitazione dell’ipotalamo posteriore e mediale genera in modo prevalente risposte simpatiche ad alta attivazione dell’organismo (ergotropica), mentre la stimolazione dell’ipotalamo anteriore e laterale produce risposte parasimpatiche a bassa attivazione (trofotropica). o AMIGDALA = è ritenuta il computer dell’attività emotiva, poiché è composta da diversi nuclei. È un sistema di connessione e di raccordo fra tutte le informazioni sensoriali provenienti dall’ambiente (interno/esterno) e i vari sistemi di risposta emotiva. È coinvolta nella rilevazione dell’intensità emotiva degli stimoli. Si attiva maggiormente in associazione con situazioni negative. Le connessioni sinaptiche tra amigdala e specifiche regioni corticali, costituiscono una memoria affettiva di lavoro. Attività mentali coinvolte (processi che influenzano e sono influenzati dalle emozioni stesse):  LE LEGGI DELLE EMOZIONI = le emoziono mostrano delle regolarità (leggi) che indicano un modello peculiare del funzionamento mentale. - Legge del significato situazionale: emozioni diverse in risposta a significati diversi. - Legge dell’interesse: sono connesse a gli eventi considerati importanti per gli interessi degli individui. - Legge della realtà manifesta: sono attivate da eventi valutati come reali. - Legge del cambiamento: sono attivate dai cambiamenti, soprattutto quelli inattesi. - Legge dell’assuefazione: la ripetizione di una medesima condizione positiva conduce ad un’attenuazione delle emozioni (monotonia edonica o benessere senza gioia). - Legge dell’asimmetria edonica: se è un’esperienza negativa che viene ripetuta, l’emozione negativa persiste nel tempo (≠ assuefazione). È la DISTORSIONE DELLA NEGATIVITÀ, ossia una disposizione generale degli uomini ad essere influenzati molto di più dalle informazioni negative, piuttosto che da quelle positive. Questa distorsione (già presente nei bambini di 12 mesi) favorisce un apprendimento più forte e persistente e una diversa elaborazione delle esperienze emotive. MANIFESTAZIONE DELLE EMOZIONI Le emozioni vengono manifestate all’esterno dell’intero organismo. Diversamente dai pensieri, dalle fantasie, dai ricordi, le emozioni emergono in modo visibile dal nostro corpo attraverso una serie di indizi più o meno palesi, compresi i microindizi (ostensione emotiva).  ESPRESSIONI EMOTIVE DELLA FACCIA Le espressioni sono universali, variabili e flessibili, dinamiche e mutevoli, capaci di assumere una gamma estesa di forme. Sono un fenomeno elettivo della nostra specie, costituiscono un fuoco centrale per l’attenzione. - FISIOGNOMICA DELLE EMOZIONI = la conformazione strutturale del volto conduce alla produzione di specifiche espressioni facciali e alla rilevazione del carattere delle persone. La fisiognomica si fonda sul metodo del giudizio e fa riferimento alla valutazione di “giudici” che attestano la presenza di certe emozioni a partire da certe espressioni facciali. - LE ESPRESSIONI EMOTIVE SONO UNIVERSALI? Darwin giunse alla conclusione che le espressioni facciali sono universali in quanto attivate da esperienze emotive comuni e sono riconoscibili dagli altri (IPOTESI DELL’UNIVERSALITÀ DELLE ESPRESSIONI EMOTIVE), inoltre le espressioni umane hanno caratteristiche in comune a quelle di altri primati (IPOTESI DELLA CONTINUITÀ EVOLUZIONISTICA). A un secolo di distanza viene ripresa l’affermazione di Darwin da Ekman e colleghi che si propongono di verificarla grazie all’utilizzo del metodo standard (che consiste nel mostrare a individui di varie culture fotografie di espressioni facciali stereotipate delle sei emozioni di base, e nel chiedere di riconoscere l’emozione corrispondente scegliendo una parola in una lista chiusa di termini). Affermarono che le espressioni facciali emotive sono Gestalt unitarie e chiuse, universali e fisse, di natura discreta. L’espressione facciale di ciascuna delle sei emozioni di base è unica e universale, presente in tutte le culture, riconosciuta da tutti in modo attendibile (panculturale). Tuttavia, Ekman ha ammesso che nell’esibizione delle espressioni emotive della faccia esistono rilevanti differenze culturali, generate e governate da REGOLE DI ESIBIZIONE apprese nei primi anni di vita in funzione delle esperienze e degli apprendimenti culturali. Si tratta di tecniche di gestione delle espressioni emotive facciali (sono genuine quando rispecchiano il nostro stato d’animo, sono false quando vengono accentuate, attenuate, soppresse o camuffate). Per questo motivo Ekman si è rivolto allo studio delle microespressioni, ossia lo studio dei minimi indizi che fanno emergere ciò che è reale da ciò che viene simulato. Propose la TEORIA NEUROCULTURALE DELLE EMOZIONI, secondo la quale, vivendo in un certo contesto culturale apprendiamo quali eventi sono da considerarsi emotivamente marcati e a quali standard espressivi conformarsi. L’obiettivo di tale teoria era quello di elaborare una concezione onnicomprensiva in grado di spiegare somiglianze e differenze nelle espressioni facciali delle diverse culture. L’ipotesi universalista di Ekman è stata criticata poiché il metodo standard (su cui si basa) ha delle debolezze metodologiche, sono state messe in discussione: validità ecologica, validità convergente e la validità interna. - La PROSPETTIVA CONTESTUALISTA pone un’esplicita attenzione alla connessione tra le espressioni facciali delle emozioni e il contesto immediato. Le espressioni facciali assumono un valore emotivo definito solo in riferimento a una specifica situazione, in relazione al contesto immediato e a regole contingenti in funzione degli standard culturali. Le espressioni facciali hanno un alto VALORE DI INDESSICALITÀ: fanno riferimento a una certa realtà mediante l’impiego sistematico di indizi contestuali. Di norma le espressioni facciali sono accompagnate da movimenti corporei, le informazioni che ne derivano sono una componente fondamentale per la percezione delle manifestazioni emotive. La percezione delle manifestazioni di un’emozione è, quindi, multimodale e corale, poiché coinvolge l’organismo nelle sue diverse modalità. • EFFETTO KULESOV = la successione (reale o arbitraria) degli stimoli emotivi modifica in modo intrinseco la loro valutazione. L’eventuale assenza di contesto conduce a conclusioni erronee. • EFFETTO UDITORIO = le espressioni sono influenzate dalla presenza di altri, nella loro regolazione, ciò svolge una funzione di inibizione, ad esempio, quando si tratta di esperienze negative e spiacevoli da esprimere davanti ad altri con una posizione sociale superiore.  ESPRESSIONE VOCALE DELLE EMOZIONI Le emozioni possono essere comunicate attraverso la modulazione del ritmo, dell’intonazione e dell’intensità della voce. Essa possiede un enorme potere evocativo, soprattutto per COME le cose vengono dette (vi sono variazioni di: tono, durata, intensità). La produzione vocale delle emozioni è uno dei fenomeni più rilevanti all’interno di un sistema paralinguistico. Esistono SPECIFICHE CONFIGURAZIONI DEI PROFILI VOCALI per ogni emozione, in grado di consentire una discriminazione. Il canale vocale ha un’elevata capacità nel veicolare un modo autonomo precise informazioni circa gli stati emotivi del parlante, indipendentemente dal contenuto verbale. Le emozioni possono essere riconosciute tramite la voce (generalmente sono più facilmente individuabili le emozioni negative e gli errori che vengono fatti nel riconoscimento sono sistematici e avvengono per confusioni simmetriche o asimmetriche).  GESTI ESPRESSIVI DELLE EMOZIONI I gesti espressivi sono particolarmente importanti per l’espressione delle emozioni. La qualità dei movimenti può essere definita da: l’attività motoria, l’espansione spaziale dei movimenti, la loro intensità e forza, l’accelerazione e velocità di esecuzione dei gesti. Lo stesso gesto può assumere valenze emotive differenti in funzione della velocità e della modalità con cui è eseguito. Esistono situazioni di CONGRUENZA VS. INCONGRUENZA FRA GESTI ED ESPRESSIONI FACCIALI che consentono di verificare come elaboriamo le informazioni emotive complesse. REGOLAZIONE DELLE EMOZIONI = va considerata come parte integrante, opera fin dal momento in cui le emozioni insorgono, è un processo fondamentale per il benessere dell’individuo poiché esprime la sua capacità di sapersi adattare in modo attivo alle situazioni, di sintonizzare le proprie aspettative e azioni con quelle degli altri. È caratterizzata da una forma di EQUILIBRIO INSTABILE poiché oscilla tra il rischio di un’iperregolazione emotiva (controllo rigido) e di un’iporegolazione emotiva (manifestazioni di impulsività, reattività immediata). La regolazione delle emozioni è un indicatore dell’INTELLIGENZA EMOTIVA, ossia quell’abilità di percepire ed esprimere le emozioni, integrandole con il proprio pensiero, comprendendo e ragionando sulle emozioni stesse, regolandole in se stessi e negli altri. Principali percorsi di regolazione delle emozioni:  Sugli ANTECEDENTI EMOTIVI è possibile compiere 4 principali interventi: - Selezione della situazione - Modificazione della situazione - Dislocazione dell’attenzione - Rivalutazione della situazione  Rispetto alla RISPOSTA EMOTIVA, la regolazione delle emozioni consiste nel saperla modulare nelle sue diverse componenti: - vi è la possibilità di intervenire sugli aspetti fisiologici (farmaci, esercizi fisici o di rilassamento) - è possibile modulare la risposta emotiva attraverso la condivisione sociale delle emozioni. EMOZIONI E CULTURA  La cultura incide profondamente sulla PROSPETTIVA con cui considerare gli eventi emotivi. Vi sono culture indipendenti in cui gli individui considerano gli eventi dal loro punto di vista personale (prospettiva dentro-fuori) e culture interdipendenti in cui le persone valutano gli stessi eventi secondo il punto di vista degli altri (prospettiva fuori-dentro). Le culture individualistiche sono culture della promozione delle emozioni positive. Quelle collettivistiche sono culture della prevenzione e inibizione delle emozioni negative.  La regolazione delle emozioni varia in modo profondo da cultura a cultura. Ogni cultura fornisce una gamma estesa e comprensiva di criteri, spesso impliciti, in base ai quali valutare gli eventi e di registri in grado di organizzare e manifestare le emozioni.  La memoria delle emozioni è sistematicamente influenzata dalle teorie implicite e dal sistema di credenze vigenti in una data cultura (es: occidente = ottimismo della memoria; oriente = pessimismo).  Le emozioni preparano l’individuo all’azione in modo conforme agli standard della loro cultura.  Ogni cultura costituisce una matrice di modelli mentali, in base ai quali alcune emozioni sono più rilevanti di altri. Alcune emozioni sono FOCALI (centrali) per una cultura e periferiche per altre. La focalità emotiva è connessa con le categorie emotive dominanti in una cultura. Questa condizione si manifesta nell’ipercognitivizzazione di alcune emozioni e nell’ipocognitivizzazione di altre. Alcune culture enfatizzano determinati sentimenti che per altre sono irrilevanti. Le emozioni sono una cerniera fra: biologico, psicologico, culturale e sono in grado di attribuire senso e vivacità alla nostra vita.