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PSICOLOGIA - RIASSUNTO MANUALE SIMONE - CONCORSO STRAORDINARIO 2023 -2024, Schemi e mappe, Schemi e mappe concettuali di Psicologia Generale

DAL CAPITOLO 3 - Sviluppo psicodinamico, emotivo sociale e morale capitolo 4 - la personalità, tratti e fattori capitolo 5 - l'adolescenza: teorie e modelli interpretativi capitolo 6 - teorie sull'apprendimento e stili di apprendimento capitolo 7 - gli ambienti di apprendimento capitolo 8 - cenni di psicologia sociale MANUALE SIMONE 2024 CONCORSO SCUOLA

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2022/2023

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Scarica PSICOLOGIA - RIASSUNTO MANUALE SIMONE - CONCORSO STRAORDINARIO 2023 -2024, Schemi e mappe e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Psicologia Generale solo su Docsity! SEZIONE II – SVILUPPO PSICODINAMICO, EMOTIVO SOCIALE E MORALE La psicoanalisi o psicanalisi (da psico-, psiche, anima, più comunemente "mente", e -analisi: analisi della mente) è la teoria dell'inconscio della psiche umana su cui si fondano una disciplina, nota come psicodinamica, e una relativa prassi psicoterapeutica, che hanno preso l'avvio dal lavoro di Sigmund Freud, il quale si inserì nel solco dei lavori di Jean-Martin Charcot e Pierre Janet. In primis la teoria psicoanalitica è una teoria dell'inconscio: nell'indagine dell'attività umana essa si rivolge soprattutto a quei fenomeni psichici che risiedono al di fuori della sfera della coscienza. Viene perciò attivato il concetto di inconscio, introdotto nella riflessione teoretica già da Leibniz, e che Freud fece suo da un punto di vista descrittivo e topico sulla base delle sue esperienze con Jean-Martin Charcot a Parigi.In secondo luogo dalla psicoanalisi nasce una disciplina ed una prassi psicoterapeutica nota come psicoterapia psicodinamica: nello specifico, come cura dei disturbi e, all'origine, come cura dell'isteria e successivamente dei fenomeni psicopatologici chiamati nevrosi, neurosi o psiconevrosi. In seguito, il suo uso è stato esteso allo studio e trattamento di altri tipi di psicopatologie. A livello culturale più generale, la psicoanalisi ha influenzato in parte anche la filosofia e le scienze sociali del XX secolo. Sigmund Freud (1856-1939), neurologo e psicoanalista austriaco, fondatore della psicoanalisi, ritiene che durante i primi anni di vita vengano gettate le basi per la costruzione della personalità del soggetto adulto, che si sviluppa attraverso i vari tentativi, utili o frustranti, effettuati per affrontare quei conflitti che gradualmente si incontrano: ecco perché lo sviluppo infantile di un soggetto costituisce l'oggetto di studio privilegiato nel campo della psicologia. I conflitti che l'individuo deve fronteggiare si manifestano come sequenza invariante e dipendono dalla facoltà di saper scaricare o meno l'energia pulsionale su oggetti esterni o interiorizzati, per opera di specifiche zone che cambiano a seconda della fase dello sviluppo psico- sessuale in cui si trova l'individuo: da tali zone prende il nome la rispettiva fase. A tale riguardo, il fatto di concepire la sessualità come sviluppo rappresenta la parte del pensiero freudiano che ha incontrato maggior seguito. In particolare, secondo l'ipotesi in oggetto, la libido presenta diverse fasi evolutive, che si localizzano in altrettante zone erogene. Le fasi sono cinque: 1. fase orate (0-18 mesi): è rappresentata dall'attività della suzione, fonte di piacere e nutrimento, e dall 'introiezione, ovvero dall'impossessamento dell'oggetto mediante l'introduzione orale; 2. fase anale (18 mesi - 3 anni): è quella in cui l'ano (o, meglio, la capacità di controllo che il bambino comincia a possedere nel ritenere ed espellere le feci) rappresenta il luogo più importante dei desideri e degli appagamenti sessuali; 3. fase fallica (3-5 anni): è quella in cui l'unico organo conosciuto, sia dal maschio che dalla femmina, è il fallo, che crea un'opposizione tra i due sessi. In questa fase Freud pone la nascita di quel nodale evento psichico definito complesso edipico, inteso come coacervo dei sentimenti amorosi e ostili che il bambino sperimenta nei confronti dei genitori: si verifica un'inconscia competizione tra il bambino e il genitore dello stesso sesso, unitamente al desiderio sessuale nei confronti del genitore di sesso opposto; 4. fase di latenza (6-12 anni): in questa fase, che va dai 5-6 anni fino alla pubertà, si conclude il periodo fallico. La sessualità appare sopita o spostata verso attività considerate più accettabili (gioco, socializzazione, studio, scuola); 5. fase genitale (12-15 anni): è caratterizzata dalle trasformazioni che avvengono nella pubertà e dal passaggio alla vera e propria organizzazione genitale, ovvero quella adulta. Lo sviluppo della libido può avvenire in modo naturale, ma può anche essere soggetto ad arresti dovuti all’interferenza della fissazione e della regressione, che, rispettivamente, impediscono lo sviluppo psichico o lo riportano indietro a fasi pregresse, con conseguente formazione di sintomi nevrotici. Erik Erikson (1902-1994), psicoanalista statunitense di origine tedesca, estende il campo d'indagine della concezione freudiana, elaborando una sequenza di stadi di sviluppo che vanno dalla prima infanzia all'età matura, in cui alla dimensione psico-sessuale di Freud va aggiunta la dimensione psico-sociale. Erikson divide il ciclo di vita dell'uomo in otto età, disposte in sequenza ordinata che si ripete (sia pur con delle variazioni) in tutti gli individui, anche se appartenenti a culture diverse. Tra un ciclo e l'altro l'individuo si trova a dover affrontare costantemente delle specifiche «crisi» psico-sociali, sullo sfondo delle quali si colloca il problema dell'identità. Ciascuna delle otto svolte risulta centrale nel periodo specifico in cui avviene, ma ricompare, in altre forme, lungo tutto l'arco della vita. La grande novità di Erikson rispetto a Freud consiste nel ritenere che lo sviluppo psico-sociale continui oltre l'adolescenza e prosegua per tutta la vita dell'individuo. STADI DELLO SVILUPPO PSICO-SOCIALE SECONDO ERIKSON Stadio Crisi psico-sociali Relazioni sociali Modalità psico-sociali Da 0a 1 anno Stadio orale dare / avere figura materna fiducia / sfiducia Da 2a 3 anni Stadio anale autonomia/ vergogna e dubbio genitori trattenere / lasciar andare Da 4a 5 anni Stadio infantile iniziativa / senso di colpa famiglia fare, tentare e giocare / non agre Da 6a 12 anni Stadio di latenza industriosità /inferiorità parenti/amici/scuola agire, fare insieme agli altri / isolarsi Da 13 a 20 anni Adolescenza identità/ confusione dei ruoli gruppo dei pari/ associazioni/comitiva essere sé stesso / non essere sé stesso Da 20 a 35 anni Genitalità intimità/ isolamento amici/partner trovarsi in un altro /perdersi in un altro. Cooperazione/competizione Da 35 a 60 anni generatività / stagnazione gruppo del lavoro prendersi cura di qualcuno / trascurare gli altri Oltre i 60 anni integrità dell'Io / disperazione totalità del genere umano, progenie essere attraverso l'essere stato Erikson identifica otto fasi dello sviluppo psicosociale. La prima inizia con la nascita, focalizzandosi sulla fiducia di base acquisita attraverso esperienze positive. La seconda, simile alla fase anale di Freud, coinvolge il controllo e la disciplina, contribuendo alla formazione della coscienza etica. La terza fase, psicosociale, vede l'autocontrollo e la volontà rafforzarsi attraverso il gioco e l'"iniziativa", ma può emergere anche il senso di colpa. La quarta fase, simile alla latenza di Freud, evidenzia la competenza e l'industriosità attraverso attività più mature. La quinta fase è cruciale per lo sviluppo dell'identità durante l'adolescenza, con l'individuo che prende consapevolezza di sé e affronta una crisi di identità. La sesta fase segna l'inizio dell'età adulta, dove l'amore diventa una dimensione matura di impegno nelle relazioni. La settima fase è dedicata alla generatività, manifestata nel lavoro, nell'impegno sociale e nella cura della famiglia. L'ottava fase coinvolge la riflessione sulla propria esistenza durante la vecchiaia, con il rischio di integrità o disperazione in base al bilancio di vita. PSICOANALISI INFANTILE POST-FREUDIANA Dopo Freud, l'interesse per la dimensione psichica dell'infanzia cresce notevolmente, con un focus specifico sulla psicopatologia. Anna Freud, figlia di Sigmund Freud, affronta direttamente il problema delle nevrosi infantili nel suo principale scritto del 1936, "L'io e i meccanismi di difesa". Questo testo, basato sulla teoria del padre, si concentra sulle vie di fuga dell'Io di fronte all'angoscia causata dalle repressioni morali, dalla realtà e dalle pulsioni stesse. Melanie Klein, con le sue opere come "La psicoanalisi dei bambini" (1923), "Contributi alla psicoanalisi" (1921-1945) e "Invidia e gratitudine" (1957), assume un ruolo centrale nello studio delle nevrosi precoci e nella teoria generale della struttura della psiche. Klein introduce il gioco come strumento principale di ricerca per comprendere le fantasie profonde dei bambini. Modificando il tradizionale setting terapeutico, 1. **Evolutismo e Selezione Naturale:** Lorenz sottolinea l'importanza del cambiamento e della selezione naturale nell'evoluzione delle specie. I modelli di comportamento sono organizzati per essere funzionali alla sopravvivenza della specie. 2. **Aggressività Intra e Inter-specifica:** Lorenz distingue tra aggressività rivolta verso individui della stessa specie (intra-specifica) e individui di specie diverse (inter-specifica). Nel suo libro, si concentra principalmente sull'aggressività intra-specifica. 3. **Conservazione del Territorio e Miglioramento della Specie:** Lorenz analizza come l'aggressività sia impiegata per la conservazione del territorio, essenziale per attività biologiche cruciali come la riproduzione e la nidificazione. Inoltre, sostiene che l'aggressività contribuisce al miglioramento della specie attraverso la selezione naturale nei combattimenti tra rivali. 4. **Principio Gerarchico:** Lorenz introduce il concetto di "principio gerarchico" per spiegare come l'aggressività regoli e diriga il comportamento individuale nella società. Questo principio gerarchico determina chi è più forte o più debole, stabilendo un ordine sociale che facilita la convivenza e la sopravvivenza. 5. **Ritualizzazione e Inibizione Aggressiva:** Lorenz propone il concetto di "ritualizzazione" per spiegare come certi comportamenti aggressivi siano diventati cerimonie simboliche. Questi comportamenti ritualizzati, stereotipati e convenzionalizzati, agiscono come segnali di sottomissione e pacificazione, inibendo l'aggressione. 6. **Istinto e Contenimento:** Lorenz considera l'aggressività come un istinto che non può essere soppresso ma può essere contenuto attraverso processi di ridirezione. L'etologo sostiene che certi comportamenti aggressivi sono innati, mentre altri sono appresi attraverso il contatto con gli adulti della specie. Complessivamente, la prospettiva di Lorenz sull'aggressività riflette la sua visione dell'evoluzione e della funzione adattativa del comportamento animale. Sul finire del Novecento gli studi sull'interazione tra individuo e ambiente si sono corcentrati sulle ricadute di tale rapporto sull'evoluzione umana. La prospettiva etologica segna il passaggio da un modello di lettura centrato sull'individuo ad una concezione aperta, interattiva tra soggetto e contesti di vita. John Bowlby (1907-1990) è una figura fondamentale nello sviluppo dell'etologia, portando l'attenzione di questa disciplina, che studia il comportamento animale nel proprio ambiente naturale, alla psicologia dello sviluppo. La sua influenza è particolarmente rilevante nel campo dell'attaccamento sociale, con le sue ricerche sui legami affettivi tra il neonato e la figura di attaccamento, generalmente la madre. Ecco alcuni concetti chiave legati al lavoro di Bowlby: 1. **Passaggio dalla Psicoanalisi all'Etologia:** Inizialmente influenzato dalla psicoanalisi, Bowlby ha spostato il suo interesse verso l'etologia, sviluppando un approccio più empirico e basato sull'osservazione diretta del comportamento. 2. **Importanza dell'Attaccamento Precoce:** Attraverso le sue osservazioni sui neonati separati dalla madre, Bowlby ha sottolineato l'importanza dell'attaccamento sociale precoce per uno sviluppo psicologico sano. Ha evidenziato che il legame affettivo tra il neonato e la figura di cura è cruciale per uno sviluppo normale. 3. **Critiche alla Psicoanalisi:** Bowlby ha criticato la teoria psicoanalitica, enfatizzando il ruolo dell'ambiente e delle esperienze concrete nella formazione dei disturbi psichici. Ha contestato l'idea degli istinti e delle pulsioni, suggerendo che il piacere nell'infanzia deriva dall'appagamento dei bisogni di attaccamento, come amore e protezione. 4. **Componente Biologica dell'Attaccamento:** Bowlby ha introdotto il concetto di "componente biologica dell'attaccamento", sottolineando la predisposizione biologica dei neonati a cercare vicinanza e contatto fisico per la sopravvivenza. 5. **Fasi dello Sviluppo dell'Attaccamento:** Bowlby ha identificato quattro fasi nello sviluppo dell'attaccamento, che si verificano a diverse età: dalla nascita alle 8-12 settimane, dai 6-7 mesi, dai 9 mesi in poi, intorno ai 3 anni. Queste fasi riflettono i cambiamenti nelle relazioni dell'individuo con la figura di attaccamento. 6. **Tipi di Attaccamento:** Bowlby ha distinto tra attaccamento di tipo sicuro e insicuro. L'attaccamento sicuro si sviluppa quando il bambino percepisce protezione, sicurezza e affetto dalla figura di attaccamento. L'attaccamento insicuro si sviluppa quando il bambino sperimenta sentimenti di instabilità, prudenza eccessiva o eccessiva dipendenza. 7. **Influenza Duratura:** La qualità dell'attaccamento formatasi durante l'infanzia continua ad influenzare la personalità e i modelli relazionali nell'età adulta. Bowlby ha evidenziato come gli stati di angoscia e depressione possano essere legati a esperienze di separazione e attaccamento durante l'infanzia. Le opere di Bowlby, come "Attaccamento e perdita" e "Una base sicura", hanno contribuito in modo significativo alla comprensione dell'importanza dell'attaccamento nell'evoluzione individuale. Lo psicologo statunitense di origine sovietica Urie Bronfenbrenner (1917-2005) costituisce la figura più rappresentativa della scuola ecologica, che concepisce il soggetto in fase di sviluppo non come una tabula rasa plasmata dall'ambiente circostante, bensì come entità dinamica che si sviluppa e agisce in una propria struttura, in interazione vicendevole e bidimensionale con l'ambiente. Bronfenbrenner distingue nell'ambiente ecologico una sequenza ordinata di strutture concentriche inserite l'una nell'altra, che egli identifica come microsistema, mesosistema e macrosistema: all'interno di ognuna di esse il ruolo è dato dal complesso delle attività e delle relazioni delle persone facenti parte di un determinato contesto sociale e da ciò che viene posto in essere da altri nei confronti di tali persone. Pertanto la crescita del bambino risulta agevolata dall'interazione con individui che assumono ruoli diversi, in quanto è il bambino stesso ad interagire con diversi ruoli, in modo da costruirsi una nuova identità. Il modello ecologico di Bronfenbrenner intende, come abbiamo visto, l'ambiente di sviluppo del bambino come una serie di cerchi concentrici, legati tra loro da relazioni umane, sociali e ambientali: il cerchio centrale è quello del microsistema, rappresentato dalle situazioni e dalle relazioni interpersonali che il bambino vive in modo significativo come il rapporto madre-bambino, la famiglia e la scuola; subito dopo si trova il mesosistema, ovvero un sistema di microsistemi che riguarda le relazioni e le connessioni tra questi ultimi, come famiglia, scuola e gruppo dei pari; il terzo cerchio è rappresentato dell'esosistema, costituito da diverse situazioni correlate tra loro, alcune delle quali non riguardano direttamente il bambino ma in qualche modo lo influenzano, come, ad esempio, il rapporto tra la vita familiare e il lavoro dei genitori; l'ultimo cerchio, che ingloba tutti gli altri, è il macrosistema costituito dalla società, dalle istituzioni politiche ed economiche, dalla cultura, la religione, il lavoro, etc. che influiscono sullo sviluppo del bambino. Teorie dello sviluppo emotivo **Emozione e Sviluppo Emotivo:**L'emozione è una risposta fisica e psichica a situazioni reali o pensieri. La sua funzione primordiale era motivazionale, consentendo risposte immediate per garantire la sopravvivenza. Sebbene le emozioni innate siano spesso automatiche, l'interazione con il processo cognitivo è essenziale, specialmente nelle emozioni complesse. Le emozioni sono fondamentali per la comunicazione, trasmettendo agli altri il proprio stato d'animo. Le espressioni facciali, ad esempio, sono spesso innate e condivise tra diverse culture. La competenza emotiva riguarda la gestione delle emozioni proprie e altrui per relazionarsi adeguatamente all'ambiente. L'alfabetizzazione emotiva, un concetto recente, sottolinea l'importanza di sviluppare abilità socio-emotive funzionali al benessere. Ciò include il riconoscimento e la descrizione delle emozioni, la valutazione dell'intensità emotiva, l'empatia, e l'utilizzo di strategie di regolazione emotiva. **Teoria della Differenziazione Emotiva di L. Alan Sroufe:** L. Alan Sroufe, psicoanalista americano, propone la teoria della differenziazione emotiva. Secondo questa teoria, l'individuo possiede un corredo emotivo indifferenziato alla nascita, e le emozioni si differenziano con lo sviluppo. Sroufe identifica otto stadi di sviluppo emotivo: 1. **Primo stadio:** Il bambino è invulnerabile agli stimoli esterni, con precursori delle emozioni come il sorriso durante il sonno. 2. **Secondo stadio:** Il bambino si apre al mondo esterno e risponde con meccanismi pre-programmati. 3. **Terzo stadio:** Inizia il sorriso sociale con la distinzione tra mondo interno ed esterno, dando inizio a una vita emotiva completa. 4. **Quarto stadio:** Si verifica una differenziazione sempre più ampia delle emozioni come gioia, paura, rabbia e sorpresa. 5. **Quinto stadio:** Il "periodo dell'attaccamento" con rapporti emotivi profondi e un'espressione emotiva altamente raffinata. 6. **Sesto stadio:** "Stadio della sperimentazione" in cui il bambino esplora l'ambiente e sperimenta la separazione. 7. **Settimo stadio:** La tensione tra attaccamento e separazione contribuisce allo sviluppo della coscienza del Sé e di emozioni come affetto, vergogna, ecc. 8. **Ottavo stadio:** Iniziano le espressioni di emozioni complesse e il bambino comprende le conseguenze delle sue emozioni. **Teoria della Differenziazione Emotiva di Carroll E. Izard:** La teoria di Izard afferma che il bambino possiede un corredo emotivo alla nascita con emozioni fondamentali come rabbia, tristezza, gioia, disprezzo. Le emozioni sono organizzazioni innate che motivano il comportamento, influenzate successivamente dall'esperienza. La teoria sottolinea che: 1. **Esperienza Soggettiva e Espressione Facciale:** Ogni emozione ha proprietà permanenti nella loro esperienza soggettiva e nell'espressione facciale, contribuendo alla continuità dell'esperienza cosciente. 2. **Ruolo del Sistema Nervoso Centrale:** Il processo emotivo è funzione del sistema nervoso centrale, con il sistema autonomo che ha un ruolo ausiliario. all'individuo, e pressione ambientale. L'unità tematica dà significato e coerenza a gran parte del comportamento individuale: è una configurazione, largamente inconscia, di bisogni e pressioni che derivano dall’esperienza infantile. Per l'analisi dei temi personali, Murray crea un test proiettivo: il Test di Appercezione Tematica (TAT). L'appercezione è una distorsione percettiva, in quanto la nuova esperienza è assimilata e trasformata dalle tracce di esperienze passate. Il Test è formato da 31 Tavole (10 Tavole generati, 10 Tavole per uomini, 10 per donne, 1 bianca) in cui sono rappresentate scene di natura sociale, spesso con indicazioni morali. Le immagini sono in bianco e nero e sembrano tratte da fotogrammi di vecchi film. Le figure umane sono espressive e manifestano stati d'animo diversi. La consegna è quella di costruire dietro la presentazione di ogni Tavola una storia in cui vanno indicati: la situazione rappresentata nell'immagine; i precedenti della storia; la conclusione di essa; i sentimenti e i pensieri dei personaggi. È importante verificare, attraverso il colloquio clinico, se il tema delle storie deriva dalle esperienze personali del soggetto, da esperienze di parenti o amici, da letture e interessi. Trattandosi di un test che si attua mediante la «narrazione», esso mostra un richiamo diretto alla teoria psicoanalitica, anche se ne propone un'integrazione all'interno di un sistema teorico che fa riferimento anche ad influenze ambientali : Murray, molto attento ai contributi delle altre scienze sociali (sociologia, antropologia, etnologia), ritiene che per analizzare la personalità «globale» sia necessario considerare l'influsso dei diversi processi di socializzazione sottesi alla formazione delle differenti personalità. Al centro detto studio della personalità, considerata come una struttura profondamente unitaria, lo psicologo sociale statunitense Abraham Maslow (1908-1970) pone l'analisi della motivazione e la questione, ad essa legata, dell'autorealizzazione dell'individuo. Il concetto di tendenza all'«autorealizzazione» viene elaborato sullo sfondo delta distinzione tra «bisogno» e «pulsione»: quest'ultima infatti non è sempre determinata da una spinta diretta neanche a livello fisiologico: la sete, ad esempio, può essere definita come una pulsione che si «traduce» nel bisogno di acqua per l'organismo. Il modo in cui quest'ultimo si procura l'oggetto richiede, però, l'intervento di strategie cognitive non predeterminate biologicamente. I bisogni non sempre sono connessi direttamente alle pulsioni e soprattutto non si limitano alla sfera biologico-istintuale. Esiste infatti una articolata «gerarchia» dei bisogni stessi che si situa alla base dei processi di «motivazione» e che, ai livelli alti, genera complessi percorsi di «autorealizzazione» del Sé. A questo proposito l'autore, in una interessante schematizzazione (nota come «piramide di Maslow»), distingue cinque tipi di bisogni fondamentali: 1. i bisogni fisiologici, più direttamente connessi alla sopravvivenza, sono quelli il cui livello di intensità è più elevato alla nascita e nel periodo di sviluppo immediatamente successivo; 2. i bisogni di sicurezza, che emergono in seguito alla soddisfazione dei bisogni fisiologici; comprendono la stabilità, la dipendenza, la protezione, la libertà dalla paura; 3. i bisogni di appartenenza e di affetto, attivi nel momento in cui quelli precedenti abbiano ottenuto una soddisfacente gratificazione, si rivolgono alla dimensione sociale, emotiva, sentimentale; 4. i bisogni di stima, a loro volta distinti in bisogni di autostima (sentimenti di adeguatezza e di fiducia in se stessi) e bisogni di stima da parte degli altri (desiderio di prestigio e di apprezzamento); 5. i bisogni di autorealizzazione, che riflettono la tendenza ad attualizzare ciò che si è in potenza e corrispondono al «desiderio di divenire sempre più ciò che si è, tutto ciò che si è capaci di diventare». Si tratta di una gerarchia organizzata sulla base della maggiore o minore distanza dall'ambito biologico. Mentre i primi quattro tipi di bisogni, sia pure in misura diversa, concernono motivazioni da carenza e mirano generalmente ad una riduzione della tensione, i bisogni di autorealizzazione corrispondono a vere e proprie motivazioni da crescita che, al contrario, comportano un aumento di tensione. Il carattere gerarchico della teoria deriva dal fatto che l'emergenza dei bisogni più evoluti è di massima condizionata dal soddisfacimento dei bisogni più primitivi. Tale gerarchia, tuttavia, non è da intendere in modo rigido, dal momento che non è necessario che un bisogno sia totalmente soddisfatto perché se ne possa manifestare un altro di livello superiore. Alla base della personalità «integrata» vi è il raggiungimento dei bisogni di autorealizzazione, che coincide con un'efficace percezione detta realtà, quindi con la capacità di discriminare ciò che è concreto e ciò che è astratto. Sul piano della teoria della personalità, il soggetto pienamente «autorealizzato» deve poter presentare alcune specifiche caratteristiche, tra cui: una maggiore tendenza alla riservatezza rispetto alle persone comuni; una capacità di accettazione di se stesso, degli altri e del mondo; una particolare autonomia critica rispetto alle pressioni dell'ambiente culturale e sociale; una propensione all'azione sulla base di motivazioni da accrescimento piuttosto che sulla base di motivazioni da carenza; una resistenza spiccata a lasciarsi influenzare dalle soddisfazioni esterne e dai giudizi altrui; la disponibilità piena ad affidarsi alle proprie potenzialità o risorse cognitive; la capacità di vivere esperienze non comuni ed emotivamente intense; un comportamento e uno stile di vita «democratico» segnato da un senso «filosofico» dell'umorismo (l'individuo pienamente realizzato non ironizza sulle condizioni umane che generalmente provocano ilarità; sorride piuttosto della condizione della realtà umana in generale); la capacità di stabilire legami affettivi profondi con poche persone; la capacità di liberarsi dei pregiudizi e di rispettare il pensiero degli altri; è la capacità di distinguere tra mezzi e fini; la capacità di mostrarsi disponibile al mutamento, all'autocritica, alla modificazione di sé. Una caratteristica particolare della personalità sana e realizzata è infine la creatività, che riflette una spiccata apertura e sensibilità verso gli aspetti più complessi della realtà: se dal punto di vista freudiano nella persona che si auto realizza le istanze scisse dell'Es, dell'Io e del Super-io non sono in contrapposizione, ma operano in sinergia, nell'approccio di Maslow tutte le categorie conflittuali della psicodinamica classica (timore, ansia, senso di colpa, angoscia) cedono il passo a categorie improntate ad una «psicologia del benessere» (entusiasmo, serenità, felicità, autoefficacia). TEORIE FATTORIALI **Hans Eysenck e il Sistema Teorico della Personalità:** Hans Eysenck, uno studioso tedesco (1916-1997), ha avuto una profonda influenza sulla ricerca moderna sulla personalità, presentando un sistema teorico che cerca di spiegare in modo esaustivo la personalità globale. Contrariamente alle teorie psicodinamiche, specialmente quelle psicoanalitiche, Eysenck considera la personalità come la somma totale degli schemi di comportamento, sostenendo fortemente un punto di vista ereditario. Secondo lui, le basi genetiche influenzano circa il 60% del temperamento e l'80% dell'intelligenza. Eysenck ha sviluppato uno strumento di misurazione della personalità noto come l'Eysenck Personality Questionnaire (EPQ), che è il risultato di oltre venti anni di lavoro. Questo questionario è progettato per misurare tre "superfattori" principali: 1. **Estroversione-Introversione:** Rappresenta il grado di eccitabilità corticale legato all'attività del sistema di attivazione reticolare ascendente. Gli introversi hanno un alto livello interno di attivazione- eccitazione e tendono ad evitare la stimolazione esterna, mentre gli estroversi hanno un basso livello di eccitazione e cercano stimolazioni esterne. 2. **Nevroticismo:** Indica la stabilità/instabilità emotiva ed è correlato all'eccitazione autonomica. Un punteggio elevato indica una disposizione ad intense reazioni emozionali, potenzialmente rappresentando un elemento di vulnerabilità. 3. **Psicoticismo:** Questo fattore è più problematico e include elementi di impulsività, ricerca di sensazioni, asocialità, irresponsabilità, autonomia e aggressività. È correlato a disturbi eterogenei come la schizofrenia paranoide e la psicosi maniaco-depressiva. L'EPQ è composto da 57 item con risposte dicotomiche (Sì/No) suddivisi in quattro scale: Nevroticismo (N), Estroversione (E), Psicoticismo (P), e una scala di controllo (L) per identificare risposte menzognere al questionario. **Raymond Bernard Cattell e la Descrizione Trattistica della Personalità:** Secondo Raymond Bernard Cattell (1905-1998), la personalità è ciò che permette di predire il comportamento di una persona in una data situazione. La personalità può essere descritta attraverso i tratti, che sono strutture mentali dedotte dall'osservazione del comportamento. Cattell distingue tra vari tipi di tratti, inclusi tratti comuni (posseduti da tutti), tratti unici (propri di un individuo), tratti superficiali (manifesti), tratti originari (alla base di manifestazioni superficiali), tratti temperamentali (relativi agli aspetti formali del comportamento), tratti dinamici (legati alle componenti motivazionali), e tratti di abilità (legati all'efficienza del comportamento). Ha identificato sedici fattori primari, corrispondenti a tratti originari più profondi, e otto fattori secondari, principalmente temperamentali. Cattell ha sviluppato questi fattori attraverso tre diverse fonti di dati: valutazioni della vita reale (dati L), autovalutazioni (dati Q), e test obiettivi (dati T). L'obiettivo di Cattell era formulare un modello strutturale e dinamico della personalità che potesse rendere conto degli aspetti motivazionali del comportamento umano. Teoria dei «Big Five» Negli ultimi decenni, si è diffusa la teoria dei Big Five, un modello integrato influente sviluppato da Paul T. Costa, Robert McCrae e Thomas A. Widiger. Questo modello cerca di mediare tra le valutazioni della personalità provenienti dal contesto clinico e le complesse analisi fattoriali. I Big Five derivano dall'analisi fattoriale di Eysenck e dall'approccio lessicale di Cattell. Le cinque grandi dimensioni di personalità proposte sono: 1. **Estroversione/Introversione:** Include caratteristiche come l'attività, la socievolezza, l'ottimismo (estroversione) o la riservatezza e la chiusura in sé stessi (introversione). 2. **Gradevolezza/Ostilità:** Coinvolge tratti come la fiducia nell'altro, l'altruismo, la gentilezza (gradevolezza) o l'astiosità, l'egoismo (ostilità). 3. **Coscienziosità:** Legata a caratteristiche come il senso del dovere, l'autodisciplina, l'affidabilità, la puntualità. 4. **Stabilità/Instabilità Emotiva (Nevroticismo):** Coinvolge aspetti come la sicurezza, la calma, la tranquillità (stabilità) o l'insicurezza, l'ansietà (instabilità emotiva). 5. **Apertura all'Esperienza (o Cultura/Intelletto):** Include tratti come la creatività, l'originalità, la curiosità intellettuale e la fantasia. Costa e McCrae hanno sviluppato il NEO-PI (Neuroticism, Extroversion, Openness to Experience - Personality Inventory) nel 1985 per misurare questi cinque fattori. La teoria dei Big Five è ampiamente utilizzata e testata a livello teorico ed empirico. Il suo successo si estende anche ai contesti organizzativi e di lavoro, grazie alla sua affidabilità e al suo utilizzo pratico attraverso questionari strutturati o valutazioni della condotta in situazioni simulate. La teoria dei costrutti personali  La teoria dei costrutti personali di George Alexander Kelly pone l'accento sulla concezione dinamica e attiva della personalità, evidenziando il ruolo centrale della costante costruzione e ricostruzione di interpretazioni della realtà da parte dell'individuo. Secondo Kelly, la hanno numerosi tratti comuni, come l'orientamento prioritario verso il gruppo dei pari, la prevalenza di interessi per il futuro e il lavoro, la famiglia come importante punto di riferimento. A giudizio degli autori della ricerca all'origine di queste caratteristiche comuni sta la fruizione dei mass media, in grado di annullare le differenze culturali fra i diversi processi di sviluppo. Tuttavia, la condizione di adolescenti e giovani non è facilmente generalizzabile. Variabili come la cultura di appartenenza, la classe sociale, ( o status, le esperienze individuali) modificano fortemente it modo in cui ogni persona affronta questo periodo della vita. La percezione della complessità della condizione giovanile ha spinto molti studiosi a cercare di sfatare gli stereotipi sviluppati a questo riguardo. A titolo di esempio si può ricordare che una delle immagini più frequenti dell'adolescenza nella nostra cultura è quella di un periodo altamente critico e conflittuale, una sorta di «sviluppo precipitoso», in cui sperimentazione, rischio e conflitto, direttamente connessi con la condizione psicofisica tipica degli adolescenti, non possono essere evitati ma solo attenuati. Al contrario l'antropologa Margaret Mead ha messo in luce nel suo celebre Adolescenza in Samoa come le categorie di crisi e disagio, tipicamente utilizzate nella società occidentale per descrivere l'adolescenza, risultino sostanzialmente assenti nell'esperienza dei giovani samoani, per i quali il passaggio dall'infanzia all'età adulta si verifica senza conflitti o difficoltà particolari. È stata cosi accettata l'idea che molti degli aspetti della «crisi» adolescenziale dipendano dalle modalità sociali ed educative con cui la comunità interagisce con gli adolescenti, divenendo spesso fonte di ulteriori conflitti. È stato anche affermato che esistono non «una», ma «molte» adolescenze, con molteplici compiti di sviluppo e molteplici «crisi», ciascuna legata a un determinato problema specifico. Teorie sull'adolescenza 1 L'approccio psicoanalitico L'approccio psicoanalitico all'adolescenza si differenzia da teorie psicosociali, concentrandosi sulle determinanti biologiche e inconsce dei fenomeni adolescenziali. Basato su assunti fondamentali, questo approccio considera l'adolescenza come una fase naturale dello sviluppo umano. Alcune ipotesi psicoanalitiche rilevanti per lo studio dell'adolescenza includono: 1. **Determinismo Psichico:** La psicoanalisi postula legami profondi tra eventi mentali, sottolineando la continuità nello sviluppo psicologico. Gli stadi psico-sessuali sono considerati biologicamente determinati, enfatizzando la presenza di fasi di sviluppo interconnesse. 2. **Continuità nello Sviluppo:** Contrariamente a visioni che vedono l'adolescenza come una fase isolata, la psicoanalisi sostiene la continuità nello sviluppo mentale. L'adolescenza rappresenta un periodo di integrazione e ristrutturazione di processi e eventi precedenti. 3. **Riemersione di Eventi Psicologici:** La psicoanalisi suggerisce che nessun evento psicologico si dissolve completamente. Gli eventi possono essere repressi o rimossi, ma hanno il potenziale di riemergere, specialmente durante l'adolescenza, quando problemi insoluti dall'infanzia richiedono una nuova considerazione. 4. **Trasformazioni Fisiche e Sessuali:** Dato che l'adolescenza comporta trasformazioni fisiche e sessuali significative, l'approccio psicoanalitico ritiene che questa fase mantenga un ventaglio aperto di possibilità di evoluzione. La comprensione dei comportamenti adolescenziali normali rispetto a quelli patologici può risultare sfumata in questa fase dello sviluppo. In sintesi, l'approccio psicoanalitico all'adolescenza offre una prospettiva che integra fattori biologici e psicologici, enfatizzando la continuità nello sviluppo e il ruolo dei processi inconsapevoli. La riemersione di esperienze passate e la complessità delle trasformazioni durante l'adolescenza sono considerate elementi chiave per comprendere il comportamento e la psicologia di questo periodo. **Ipotesi della Presenza di un Mondo Inconscio nell'Adolescenza:** L'ipotesi della presenza di un mondo inconscio, caratteristica dell'approccio psicoanalitico, rappresenta sia il fulcro teorico sia la base dell'intervento psicoterapeutico. Tuttavia, pochi autori hanno esplorato gli elementi specifici del mondo interno adolescenziale, dato che la teoria psicoanalitica ha principalmente indagato sulla continuità dello sviluppo mentale. Secondo Freud, un elemento chiave dell'adolescenza è il distacco dalle figure genitoriali. Durante l'infanzia, la pulsione sessuale era prevalentemente autoerotica, mentre con la pubertà emerge una nuova meta sessuale legata al rapporto e al congiungimento con una persona dell'altro sesso. Questo porta all'obbligatorio disinvestimento dagli oggetti di amore primari (dalla fase infantile) e al reinvestimento della libido su oggetti d'amore esterni alla famiglia. L'adolescente si trova dunque di fronte a un processo doloroso di disinvestimento, un vero e proprio "lutto" che richiede l'elaborazione sia da parte dei figli che dei genitori. Anna Freud, figlia di Sigmund Freud, sviluppa ulteriormente la riflessione psicoanalitica sull'adolescenza. Le sue proposte teoriche possono essere sintetizzate in diversi punti: 1. **Svegliare della Sessualità:** La pubertà non solo risveglia la sessualità dopo il periodo di latenza, ma aumenta anche l'eccitazione nervosa, l'ansia e la fobia genitale a causa della potente forza dinamica del desiderio sessuale. 2. **Difficoltà di Adattamento:** Le modificazioni biologiche causano difficoltà di adattamento poiché il desiderio sessuale entra in conflitto con la sicurezza personale e l'equilibrio precedentemente stabilito tra Es, Io e Super-io. 3. **Ruolo degli Istinti e dei Meccanismi di Difesa:** L'individuo, all'inizio della pubertà, è influenzato dall'energia istintuale risvegliata, ma l'Io intensifica gli sforzi per controllare le forze provenienti dal mondo pulsionale. La tolleranza dell'Io agli istinti dipende dal carattere formatosi durante l'infanzia e dai meccanismi di difesa. 4. **Meccanismi di Difesa Tipici:** In questo periodo, emergono meccanismi di difesa come l'ascetismo e l'intellettualizzazione. L'ascetismo rappresenta una difesa contro la vita istintuale, mentre l'intellettualizzazione è un tentativo di controllare le pulsioni sessuali e aggressive attraverso un'intensa attività intellettuale. 5. **Ribellione:** La ribellione indirizza le cariche aggressive contro immagini sociali, gruppi o istituzioni vissute in senso autoritario. In sintesi, l'adolescenza secondo l'approccio psicoanalitico è caratterizzata da complessi processi di adattamento, dalla gestione delle nuove pulsioni sessuali e da meccanismi di difesa che influenzano il rapporto con il mondo interno ed esterno. L'elaborazione di tali processi rappresenta una parte essenziale dello sviluppo adolescenziale. **Sfide dell'Adolescenza secondo Peter Blos:** Negli anni Sessanta, psicanalisti come Peter Blos, autore di "L'adolescenza in una prospettiva psicoanalitica" (1962), hanno ampliato e integrato le teorie di Anna Freud, delineando quattro sfide fondamentali che caratterizzano il periodo adolescenziale: 1. **Secondo Processo di Individuazione:** La prima sfida riguarda il secondo processo di individuazione, che si riferisce alla separazione-individuazione dalla madre completata nell'infanzia. Durante la seconda fase di individuazione, l'adolescente allenta i legami con il genitore interiorizzato, aprendo la strada a nuovi attaccamenti extra-familiari. Se il processo di separazione-individuazione non è avvenuto adeguatamente nell'infanzia, può presentarsi come una sfida più difficile durante l'adolescenza. 2. **Rielaborazione e Controllo dei Traumi Infantili:** La seconda sfida consiste nella rielaborazione e nel controllo dei traumi infantili. Gli adolescenti devono integrare e valutare i traumi dell'infanzia, affrontandoli come sfide attive piuttosto che sperimentarli passivamente con un senso di impotenza. Il successo nel controllo di questi traumi contribuisce all'aumento dell'autostima, mentre l'incapacità di affrontarli può portare a manovre difensive regressive. 3. **Continuità dell'Io:** La terza sfida riguarda la continuità dell'Io, l'istanza della personalità che media i rapporti con la realtà esterna. Durante l'adolescenza, l'individuo deve stabilire un rapporto di continuità temporale tra gli eventi passati e le trasformazioni attuali. L'Io svolge una funzione integrativa importante tra passato, presente e futuro, e l'individuo diventa progettuale, proiettandosi nel futuro e sviluppando programmi e piani personali. 4. **Formazione dell'Identità Sessuale e Rapporti Affettivi:** La quarta sfida riguarda la formazione dell'identità sessuale e la capacità di stabilire rapporti affettivi e amorosi al di fuori della famiglia. Questa fase segna il completamento dell'adolescenza. **Figure Genitoriali: Conflitti e Integrazioni:** Contrariamente ai modelli psicoanalitici classici che considerano i genitori come "oggetti" dai quali l'adolescente deve distaccarsi, ricerche psicosociali degli anni '70 e '80 ritraggono la famiglia in una luce meno conflittuale. Numerosi adolescenti ammirano i genitori e sentono una vicinanza emotiva, vedendo la famiglia come un luogo di affetto e supporto. Le discussioni non minacciano la coesione familiare, e genitori e figli partecipano attivamente alla ridefinizione dei rapporti basata sulla negoziazione cooperativa anziché sull'autorità unilaterale. Inoltre, il fenomeno dell'"adolescenza lunga" viene considerato come una risposta alla crescente precarietà occupazionale e ai costi abitativi elevati. La famiglia di origine fornisce sicurezza e sostegno, diventando un "ammortizzatore sociale" per le sfide ancora da affrontare durante l'adolescenza. Studi più recenti hanno anche evidenziato che l'adolescenza è un periodo in cui non solo i figli cambiano, ma anche i genitori attraversano la "crisi della mezza età", con preoccupazioni per la salute, l'efficienza fisica e la percezione del tempo e del futuro. Questo periodo può portare a una sovrapposizione di problematiche evolutive tra genitori e figli, con tre generazioni che affrontano transizioni evolutive simultanee. L'adolescenza come prodotto culturale e fenomeno storico **Prospettiva Storico-Antropologica sull'Adolescenza:** Contrariamente alle teorie psicoanalitiche che considerano l'adolescenza come un periodo universale caratterizzato da un aumento delle pulsioni sessuali e instabilità emotiva, alcuni studiosi hanno analizzato l'adolescenza da una prospettiva storica e antropologico-culturale. Questi approcci mettono in evidenza i connotati sociali e storico-culturali dell'adolescenza, considerandola un prodotto culturale e un fenomeno storico in costante cambiamento. **Variazioni Culturali:** Nelle società antiche come la Grecia e Roma, l'educazione degli adolescenti era fortemente influenzata dalla struttura socio-economica dell'epoca. Ad esempio, in società rurali con classi dominanti di latifondisti, i figli maschi venivano educati per diventare guerrieri. L'evoluzione socio- economica ha portato a nuove classi sociali e, di conseguenza, a una diversa struttura dell'adolescenza. **Differenze Sociali e di Genere:** Si evidenziano legami dialettici tra adolescenza e struttura socio- economico-politica, con funzioni e significati differenti a seconda della società e della posizione sociale dei giovani. Le "adolescenze" differiscono qualitativamente a seconda della classe sociale e preparano a condizioni adulte diverse. Oltre alle differenze di classe, si considerano anche altre variabili come genere, ambiente (città/campagna), occupazione (studenti/lavoratori), geografia (nord/sud), appartenenza etnica o culturale, disabilità, ecc. **Critiche alla Psicologia Tradizionale:** La psicologia dell'adolescenza tradizionale è stata criticata per essere stata formata sul modello dei giovani privilegiati (maschi bianchi, cittadini, studenti delle classi dominanti), trascurando lo studio delle differenze di genere e delle varie condizioni culturali. Studi più **Il Costruttivismo:** Il costruttivismo rappresenta una prospettiva che ribalta il concetto tradizionale dell'apprendimento come processo passivo. Questa corrente lo concepisce come un processo dinamico, in cui l'individuo interagisce con gli altri e con l'ambiente educativo, mettendo in gioco le sue esperienze precedenti e la sua concezione della realtà esterna. **Piaget, Vygotskij e Bruner:** **Jean Piaget:** Considerato uno dei maggiori studiosi di psicologia dello sviluppo del Novecento, Piaget ha contribuito fondamentalmente alle teorie dell'apprendimento. La sua teoria dello sviluppo cognitivo sottolinea il ruolo attivo dell'individuo nella costruzione della conoscenza attraverso l'interazione con l'ambiente. **Lev Vygotskij:** Associato al costruttivismo culturale e al sociocostruttivismo, Vygotskij ha evidenziato il ruolo delle relazioni sociali nell'apprendimento. Il suo concetto di "zona di sviluppo prossimale" indica la distanza tra la capacità attuale di risolvere problemi di un individuo e la sua potenziale capacità con l'assistenza di altri. **Jerome Bruner:** Ha contribuito alla teoria dell'apprendimento per scoperta, sottolineando l'importanza di coinvolgere gli studenti attivamente nella costruzione della conoscenza. **Sociocostruttivismo e Apprendimento:** Il sociocostruttivismo enfatizza il ruolo delle relazioni sociali nell'apprendimento. L'interazione con gli altri arricchisce la prospettiva individuale e migliora le performance e le abilità. La conoscenza è vista come una costruzione che si sviluppa attraverso lo scambio sociale. Il lavoro di gruppo è fondamentale per favorire lo scambio di idee, strategie e soluzioni. L'apprendimento di gruppo richiede la cooperazione di ciascun individuo nell'esprimere le proprie idee e punti di vista, anche se discordanti. La dimensione affettiva è importante, e il clima di lavoro deve essere sereno per consentire lo scambio costruttivo. L'interazione e il conflitto generano nuove strategie per la risoluzione dei problemi e portano a nuovi apprendimenti. Le Dimensioni dell'Interazione Sociale di Doise:** Lo psicologo belga Willem Doise ha analizzato le interazioni tra individuo e contesto su quattro dimensioni: 1. **Analisi Intraindividuale:** Si valutano i processi sociocognitivi che un individuo utilizza per elaborare le informazioni. Include come una persona apprende le informazioni. 2. **Analisi Interindividuale:** Si osserva come i rapporti interpersonali influenzano i meccanismi individuali di elaborazione dei dati. Questo riguarda l'influenza dell'interazione con gli altri sull'apprendimento individuale. 3. **Analisi Posizionale:** Studia come la posizione sociale degli individui in un gruppo influisce sull'acquisizione degli apprendimenti individuali. Esplora se si apprende di più interagendo con il leader o con un proprio pari. 4. **Analisi Relativa alle Norme Sociali e alle Componenti Ideologiche:** Valuta come le abilità individuali si modificano in base all'adesione a ideologie, norme e valori del gruppo di riferimento. Tutti questi aspetti contribuiscono alla formazione della personalità dell'individuo e alla strutturazione delle sue competenze. **L'Apprendimento Imitativo:** Lo psicologo canadese Albert Bandura ha dimostrato che l'apprendimento non è semplicemente basato sull'imitazione. È un processo attivo che comprende osservazione, memorizzazione e scelta consapevole di tradurre il comportamento osservato in azione. ** L'Apprendimento Significativo:** Lo psicologo statunitense David Ausubel ha concentrato i suoi studi sull'apprendimento significativo. Questo tipo di apprendimento richiede la connessione delle nuove informazioni alle esperienze e alle conoscenze pregresse, creando associazioni e mappe mentali che facilitano la memorizzazione. L'apprendimento significativo avviene attraverso processi complessi e non si limita alla memorizzazione mnemonica di nozioni. ** L'Apprendimento Esperienziale di Kolb:** Il pedagogista statunitense David Kolb ha collegato l'apprendimento alla pratica esperienziale. Il suo modello di apprendimento esperienziale segue quattro fasi: esperienza concreta, osservazione riflessiva, concettualizzazione astratta e sperimentazione attiva. L'apprendimento si sviluppa attraverso il ciclo continuo di queste fasi, evidenziando l'importanza di collegare teoria ed esperienza pratica. *Prospettiva Socio-Cognitiva:** Secondo la prospettiva socio-cognitiva, il comportamento è il risultato dell'interazione reciproca tra fattori individuali e situazionali. Le cause del comportamento risiedono nella modalità in cui le persone sviluppano competenze individuali interagendo con il loro ambiente sociale e culturale. La prospettiva enfatizza il ruolo attivo delle persone, le origini sociali del comportamento e i processi cognitivi nel plasmare il comportamento. La prospettiva socio-cognitiva rifiuta alcune premesse comportamentiste e mette in luce l'importanza delle capacità cognitive e dell'apprendimento di modelli comportamentali complessi. **La Prospettiva Cognitivo-Sociale di Mischel: Concezione dell'Uomo:** Walter Mischel adotta una visione sistemica della personalità, considerandola come un sistema complesso di processi emotivi e cognitivi interconnessi. Di seguito sono evidenziate alcune chiavi concettuali: 1. **Sistema:** La personalità è vista come un sistema completo di processi cognitivi ed emotivi in interazione. Questi processi formano un insieme complesso che determina il comportamento dell'individuo. Mischel riconosce l'importanza delle interazioni dinamiche tra le parti del sistema, analogamente al funzionamento complesso del cervello. 2. **Interazioni Dinamiche:** Il comportamento del sistema non è solo la somma delle sue parti, ma dipende anche dalle interazioni dinamiche tra di esse. Mischel sottolinea che la complessità del sistema deriva dalle relazioni dinamiche tra i diversi elementi che lo compongono. 3. **Attività della Persona:** Mischel sostiene che la persona non è solo soggetta alla situazione, ma ha anche un ruolo attivo nella selezione, interpretazione, trasformazione e costruzione della situazione. La persona partecipa attivamente al processo di dare significato alla situazione esterna. 4. **Codifica Personale della Situazione:** Gli effetti di una situazione esterna dipendono dalla codifica personale data da un individuo, ossia dal significato che attribuisce a quella situazione specifica. 5. **Flusso di Pensieri, Sentimenti ed Aspettative:** Il flusso di pensieri, sentimenti e aspettative attivati a diversi livelli di consapevolezza e complessità è influenzato dalla struttura di personalità sottostante. La personalità è vista come coesa e organizzata internamente. 6 **Interscambio Continuo tra Individuo e Ambiente:** Vi è un costante interscambio tra l'individuo e l'ambiente circostante. Questa interazione avviene in modo complesso e continuo, dando luogo a un continuo riverbero tra fattori interni e fattori esterni all'individuo. La prospettiva cognitivo-sociale di Mischel mette in risalto il ruolo attivo dell'individuo nel plasmare la propria esperienza e comportamento, sottolineando l'importanza delle dinamiche interne ed esterne nella comprensione della personalità. STILI DI APPRENDIMENTO **1. Cenni Generali:** L'apprendimento è definito come l'acquisizione di conoscenze orientate verso uno scopo, coinvolgendo elementi verbali, emotivi, motori, percettivi e abilità nella risoluzione di problemi. Lo stile di apprendimento si riferisce al modo in cui il materiale viene elaborato, con stili sintetici che prediligono le visioni d'insieme e stili analitici che si concentrano sui dettagli. Non esiste uno stile migliore dell'altro, e la scelta dipende dalla natura dei compiti e dal tempo disponibile. **2. Fattori Coinvolti:** I fattori legati alla personalità dell'allievo, come le modalità di interazione sociale, le competenze emotive e gli atteggiamenti, giocano un ruolo nell'apprendimento. L'apprendimento può svilupparsi gradualmente o essere immediato e creativo, influenzato da fattori come l'interesse e la natura specifica del compito. Storicamente, c'è stata una distinzione tra concezioni continue (Comportamentisti) e discontinue (Gestaltisti) dell'apprendimento. **3. Stili di Apprendimento:** Gli stili di apprendimento sono le caratteristiche secondo cui gli individui apprendono, con ciascuna persona che adotta strategie personali preferenziali indipendentemente dal compito specifico. Gli stili tengono conto delle caratteristiche individuali nell'approccio ai problemi, delle diverse strategie nell'elaborare e ridurre in categorie le informazioni, delle differenze cognitive e motivazionali, delle differenze di personalità. **4. Stili Cognitivi:** Gli stili cognitivi si riferiscono alle modalità preferenziali con cui gli individui elaborano informazioni in compiti diversi, un aspetto particolare del concetto più ampio di stile cognitivo. Tengono conto delle differenze individuali nei principi generali dell'organizzazione cognitiva e delle diverse tendenze soggettive, coerenti internamente, che non si riferiscono al funzionamento cognitivo generale. Il termine fa riferimento alle differenze di personalità e alle differenze genetiche e indotte dall'esperienza nelle capacità e nel funzionamento cognitivo. L'apprendimento e gli stili cognitivi si intrecciano in un processo complesso, influenzato da vari fattori personali e situazionali. La comprensione di questi aspetti contribuisce a sviluppare approcci più efficaci all'insegnamento e all'apprendimento. **Stili Cognitivi - Continuazione:** **a) Stile Globale/Analitico:** - **Globale:** Preferenza per la visione d'insieme, inizia con caratteristiche generali per arrivare ai dettagli. - **Analitico:** Preferenza per concentrarsi sugli elementi, inizia dai dettagli per arrivare alla visione d'insieme. **b) Stile Dipendente/Indipendente dal Campo:** - **Dipendente:** Le unità di conoscenza sono correlate tra loro. - **Indipendente:** Le unità di conoscenza sono autonome. **c) Stile Verbale/Visuale:** - stile “anarchico” : caratterizza le persone motivate da una mescolanza di bisogni e obiettivi e che adottano un approccio casuale ai problemi. Tendono a respingere i sistemi, specialmente quelli rigidi e hanno grande potenzialità creativa: l’orizzonte delle cose che considerano è particolarmente vasto, di conseguenza possono scorgere soluzioni ai problemi che tutti gli altri trascurano. - stile “globale”: definito dalla preferenza per questioni relativamente vaste ed astratte. Queste persone non amano i dettagli, devono stare attente, pertanto, a non perdere i particolari. - stile “analitico”: tipico di persone orientate agli aspetti pragmatici delle situazioni, che apprezzano i problemi concreti e che richiedono di lavorare con i dettagli. - stile “interno”: caratterizza persone tendenzialmente introverse, distaccate o fredde nei confronti del mondo esterno e talvolta poco consapevoli socialmente. A loro piace lavorare da sole e tendono un po’ all’isolamento. - stile “esterno”: tipico di chi risulta estroverso, espansivo, orientato alla gente, socialmente sensibile, che ama lavorare con gli altri in tutte le situazioni in cui ciò è possibile. - stile “radicale”: definisce le persone che si trovano particolarmente a loro agio quando vanno al di là delle regole e delle procedure esistenti, favoriscono il massimo cambiamento e ricercano situazioni nuove che possono anche presentare una certa incertezza ed ambiguità. - stile “conservatore” caratteristico di chi ama conformarsi alle regole ed alle procedure esistenti, privilegiando il minimo possibile di cambiamenti, evitando le situazioni ambigue e restando attaccato alle situazioni familiari nella vita privata e professionale. Si sente più a suo agio in un ambiente strutturato e relativamente prevedibile. **Metodo Feuerstein e Mediazione Didattica:** **La Modificabilità Cognitiva:** Il metodo di Reuven Feuerstein si basa sulla teoria della modificabilità cognitiva, opponendosi alla visione innatista dell'intelligenza. Feuerstein sostiene che le facoltà intellettive possono essere accresciute in qualsiasi fase della vita attraverso stimolazioni adeguate. Le strutture cognitive, se opportunamente sollecitate, possono incrementare le proprie potenzialità. Questa visione dinamica dell'intelligenza è supportata da analisi scientifiche che evidenziano l'attività cerebrale in tempo reale, mostrando che i comportamenti nuovi influenzano il cervello. **Mediazione Didattica:** Feuerstein enfatizza il ruolo cruciale della mediazione nel processo di apprendimento. La mediazione può essere esperta o meno. Ad esempio, una madre svolge un ruolo mediatore fin dalla nascita, scegliendo stimoli adatti e elaborandone i risultati. Un mediatore esperto applica gli stessi principi in modo consapevole. Feuerstein suggerisce che tutte le carenze educative sono dovute a esperienze di apprendimento mediato insufficienti, sottolineando la possibilità di superare deficit ambientali e genetici attraverso un adeguato processo di mediazione. **I Tre Vincoli del Metodo Feuerstein:** L'applicazione corretta del metodo Feuerstein, noto come PAS (Programma di Arricchimento Strumentale), richiede il rispetto di tre vincoli essenziali: tempo, metodo e contesto. **Tempo:** Lo sviluppo delle esperienze di apprendimento mediato deve essere sufficientemente lungo per consentire ai soggetti di recepire, sviluppare e interiorizzare gli stimoli.**Metodo:** Solo formatori esperti con conoscenze approfondite del metodo possono operare con successo. **Contesto:** Deve esistere un ambiente favorevole e collaborativo che riconosca e valorizzi i progressi del soggetto, inserendolo in un contesto in grado di accettare e promuovere le nuove capacità. La preparazione adeguata dei mediatori didattici è cruciale per garantire il successo del metodo, evitando un'applicazione meccanica che non incida sulla sfera cognitiva dell'allievo. Il contesto sociale in cui si svolge l'apprendimento è anch'esso fondamentale per il successo del programma. **4. Tecniche e Attività per Individuare gli Stili Cognitivi:** **4.1 Approccio Multisensoriale e Metodo VAK:** L'approccio multisensoriale si basa sull'idea di sollecitare contemporaneamente diversi sensi durante l'insegnamento per adattarsi agli stili di apprendimento degli studenti. - Il metodo VAK (Visivo, Auditivo, Kinestetico) coinvolge i canali visivi, uditivi e cinestetici nell'apprendimento. L'insegnante può utilizzare immagini, narrazioni, attività pratiche per favorire la comprensione e la memorizzazione. **4.2 Modello Felder-Silverman:** Il modello Felder-Silverman suddivide gli stili di apprendimento in cinque coppie: Sensoriale/lntuitivo, Visivo/Verbale, Induttivo/Deduttivo, Attivo/Riflessivo, Sequenziale/Globale. - La valutazione degli studenti può essere condotta attraverso test mirati che indagano sulle modalità di studio, le preferenze sensoriali, l'approccio alle attività pratiche e altre caratteristiche. **Conclusione:** Individuare gli stili di apprendimento degli studenti è fondamentale per personalizzare l'insegnamento e rendere gli apprendimenti più significativi per ciascuno. Le tecniche multisensoriali e i modelli come VAK e Felder-Silverman offrono strumenti pratici per adattare l'insegnamento alle esigenze individuali, contribuendo al successo formativo degli studenti. 7. GLI AMBIENTI DI APPRENDIMENTO L'ambiente di apprendimento, nel contesto costruttivista, va oltre la mera definizione di uno spazio fisico o di risorse tecniche e didattiche. Si tratta di un contesto di insegnamento e apprendimento che rompe con le tradizionali pratiche didattiche trasmissive e frontali. In questo approccio, la conoscenza non è trasmessa, ma costruita attivamente dagli studenti attraverso l'interazione con il proprio ambiente. L'ambiente di apprendimento diventa un sistema flessibile e dinamico, in cui gli studenti sperimentano risorse funzionali alle diverse situazioni di apprendimento. La costruzione della conoscenza avviene attraverso l'attività, ancorata al contesto in cui si svolge. Il docente assume il ruolo di facilitatore e guida, supportando l'apprendimento degli studenti anziché controllarlo rigidamente. Gli studenti possono determinare i propri obiettivi di apprendimento, scegliere attività e risorse, il tutto con il supporto di una guida esperta. Ambiente di apprendimento costruttivista: 1. **Richiesta di partecipazione attiva:** Gli studenti sono chiamati a partecipare attivamente all'ambiente di apprendimento, agendo nello spazio, utilizzando strumenti, raccogliendo informazioni e interagendo con gli altri. 2. **Accesso a risorse eterogenee:** Gli studenti hanno accesso a una vasta gamma di risorse informative, come libri, materiale stampato, immagini, video, risorse digitali, e a strumenti di lavoro che supportano la costruzione del significato. 3. **Ruolo del docente:** Il docente funge da allenatore e facilitatore, sostenendo l'apprendimento anziché controllarlo in modo rigido. Il suo ruolo è di guida esperta che supporta gli studenti nel processo di costruzione della conoscenza. 4. **Apprendimento situato e autentico:** Gli ambienti costruttivisti considerano l'apprendimento situato in contesti autentici, complessi e significativi. Gli studenti acquisiscono responsabilità nella gestione del proprio apprendimento. 5. **Comunità di apprendimento:** Si favorisce la formazione di comunità di apprendimento in cui gli studenti lavorano insieme con finalità comuni. L'ambiente diventa un luogo di interazione sociale e di costruzione collettiva della conoscenza. Tecnologie digitali e ambienti costruttivisti: 1. **Apprendimento ancorato e generativo:** Le tecnologie digitali supportano l'apprendimento ancorato e generativo, la flessibilità cognitiva, il transfer e l'apprendimento intenzionale. 2. **Ricchezza e indagine:** Gli ambienti costruttivisti basati sulle tecnologie digitali sono ricchi, basati sull'indagine, sul modellamento, sulle simulazioni e sulla partecipazione. Gli studenti possono esplorare fenomeni complessi, lavorare cooperativamente e partecipare attivamente. 3. **Centrati sull'apprendimento:** Gli ambienti costruttivisti digitali considerano l'apprendimento come centrale, incoraggiando la partecipazione attiva degli studenti e l'uso della tecnologia come strumento di apprendimento. In conclusione, l'ambiente di apprendimento costruttivista, supportato dalle tecnologie digitali, favorisce l'attiva partecipazione degli studenti, la costruzione significativa della conoscenza e la formazione di comunità di apprendimento collaborative. Si tratta di un approccio che va oltre i modelli tradizionali di insegnamento, ponendo al centro l'apprendimento come processo dinamico e situato. Il brano discute l'importanza dell'ambiente di apprendimento nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, sottolineando come l'organizzazione degli spazi e dei tempi sia fondamentale per la qualità pedagogica dell'ambiente educativo. **Scuole Secondarie di Primo Grado:** 1. **Organizzazione degli spazi e dei tempi:** Elemento chiave per la qualità pedagogica, richiede progettazione e verifica costante. Spazi accoglienti, tempi distesi e stili educativi orientati all'osservazione, ascolto, progettualità, partecipazione, corresponsabilità ed esperienza sono essenziali. 2. **Documentazione dei percorsi:** La pratica della documentazione è cruciale, producendo tracce, memoria e riflessione. Questo rende visibili i percorsi di formazione, valutando i progressi individuali e di gruppo. 3. **Valorizzazione dell'esperienza degli alunni:** Riconoscere e integrare le esperienze e conoscenze pregresse degli studenti, favorendo approcci operativi alla conoscenza. 4. **Diversità degli studenti:** Affrontare diversità legate ai modi e ai livelli di apprendimento, inclinazioni, interessi, stati emotivi e affettivi. Interventi differenziati e inclusivi sono fondamentali. 5. **Apprendimento significativo:** La problematizzazione gioca un ruolo chiave nel sollecitare gli studenti a individuare problemi, sollevare domande, mettere in discussione conoscenze e cercare soluzioni originali. 6. **Apprendimento collaborativo:** Favorire l'apprendimento tra pari, l'aiuto reciproco e l'apprendimento cooperativo. Utilizzare le nuove tecnologie per facilitare la collaborazione e la comunicazione tra studenti. 7. **Sviluppo delle competenze:** Promuovere la consapevolezza del proprio modo di apprendere, incoraggiare l'autonomia nello studio e sviluppare competenze che consentano agli studenti di imparare ad imparare. - Interferenza tra condizioni individuali e gruppali. - Analisi delle relazioni, struttura e flusso del gruppo. 3. **Elementi Chiave della Dinamica di Gruppo:** - Senso di radicamento o appartenenza. - Identificazione e base ideologica comune. - Omogeneità comportamentale e esteriore. - Interdipendenza. - Connessione tra elementi soggettivi e intersoggettivi. - Contributo alla formazione della personalità. 4. **Livelli Gruppali secondo A. Bauleo:** - Primo livello: Famiglia. - Influenza su modelli comportamentali ed emotivi. - Secondo livello: Comunità frequentate. - Senso di appartenenza e identificazione. - Terzo livello: Società. - Influenza sulla formazione della personalità. 5. **Coesione di Gruppo:** - Definizione di coesione. - Solidarietà come grado di riconoscimento nei valori del gruppo. - Fattori emotivi (amore e aggressività) nella costruzione della coesione. 6. **Contributi di Altri Psicologi:** - Sigmund Freud e l'importanza dei sentimenti nella dinamica di gruppo. - Autori italiani come Sighele e Sergi e i fattori emotivi legati alla coesione. **4. Definizione di Leadership:** - **Dipendenza dalla Struttura Gerarchica:** - La definizione di leadership all'interno di un gruppo è legata al livello di differenziazione dei ruoli nella struttura gerarchica dell'organizzazione. - **Requisiti del Leader:** - Abilità tecnica speciale nei campi d'interesse del gruppo. - Buon livello di gradevolezza affettiva. - **Modelli di Gestione del Potere:** - Kurt Lewin identifica tre modelli: - Leader autoritario: basato sull'aggressività e la competitività. - Leader democratico: coordina senza imporre controllo, accettando divergenze. - Leader permissivo: stimola la creatività, consentendo collaborazioni aperte. - **Prospettiva Sociologica di Vilfredo Pareto:** - Distinzione tra potere carismatico, burocratico e democratico. - Applicazione alla leadership nelle grandi organizzazioni sociali. - **Leadership nell'Educazione:** - Riflessi sulla relazione tra allievi e insegnanti. - Ruolo degli insegnanti nella gestione della classe e nell'equilibrio del potere comunicativo. - **Tipologie di Ruoli nel Gruppo:** - Leader: svolgono compiti di leadership. - Soggetti con comportamenti da leader: creano relazioni positive. - Gregari: seguono leader o non leader passivamente. - Soggetti isolati: appartenenza marginale al gruppo. - **Ricerche di Hubert Montagner:** - Tipologie di stili di vita nel gruppo emergono presto. - Influenza sulla vita sociale nei gruppi di bambini. 5. La Socializzazione:** - **Definizione:** - Aspetto della realtà microsociologica approfondito dalla dinamica di gruppo. - Fornisce sicurezza, controllo della colpa, accelerazione dell'apprendimento, efficienza delle difese, influenza sul ritmo di sviluppo intellettuale, maturazione affettiva. **Contributi di U. Galimberti:** - Sicurezza attraverso l'appartenenza al gruppo. - Controllo della colpa tramite un super-io di gruppo. - Accelerazione dell'apprendimento mediante il confronto con gli altri. - Aumento dell'efficienza delle difese basato sul successo all'interno del gruppo. - Influenza sul ritmo di sviluppo intellettuale attraverso il potenziamento della comunicazione. **Metodi e Tecniche: La Sociometria** **Introduzione:** - Presupposti teorici del sociogramma di Moreno. - Scarsa penetrazione della sociometria come metodologia nella scuola. **Applicazioni del Sociogramma:** - Indagini specifiche per situazioni particolari (es. presenza di un soggetto con handicap). - Decisioni e interventi mirati su micrgruppi. **Ruolo del Sociogramma nella Conoscenza del Gruppo:** - Aspetto conoscitivo (descrittivo) attraverso i tests sociometrici. - Aspetto terapeutico (psicodramma) per esplorare le dinamiche di gruppo. **Struttura del Test Sociometrico:** - Chiede a ciascun membro del gruppo di esprimere preferenze relative a situazioni di lavoro o svago. - Valuta le relazioni e le scelte all'interno del gruppo. **Critiche e Applicazioni Pratiche:** - Dubbi sull'affidabilità delle dichiarazioni emotive. - Risultati dei test di Moreno riflettono il reale comportamento dei membri del gruppo. - Possibilità di cambiamenti positivi attraverso la somministrazione del sociogramma. **Socializzazione e Dinamica di Gruppo:** - La socializzazione è un aspetto approfondito dalla dinamica di gruppo nella realtà microsociologica. - La dinamica di gruppo contribuisce a cogliere gli aspetti più profondi legati ai fini della socializzazione, come la sicurezza, il controllo della colpa, l'apprendimento accelerato, l'efficienza delle difese e l'influenza sullo sviluppo intellettuale. **L'Approccio Classico di Kurt Lewin:** 1. **Basi Concettuali:** - Fondamentale nell'impalcatura concettuale dello studio delle dinamiche di gruppo. - Lewin cerca di integrare approcci psicologici e sociologici, considerando fattori interni ed esterni come parte di un processo dinamico. 2. **Campo Dinamico e Connessioni:** - Fenomeni di gruppo sottesi da un campo dinamico. - Connessioni tra fattori psico-sociali, creando una rete organica con struttura organizzata. 3. **Definizione di Gruppo secondo Lewin:** - "Insieme dinamico di individui che si percepiscono reciprocamente come interdipendenti per qualche aspetto" (1951). - Focalizzazione sull'interdipendenza e sulla formazione di un'identità gruppale. 4. **Identità Gruppale e Personalità:** - L'identità gruppale contribuisce alla formazione della personalità. - Introduzione della concezione "dinamica" della personalità all'interno della prospettiva del gruppo.