Scarica Questo è un riassunto dettagliato del libro "guerra, pace, diritto" di G. Miglio. e più Dispense in PDF di Scienza Politica solo su Docsity! Guerra, pace, diritto La guerra civile, guerra del vicino contro il vicino, del rivale contro il rivale, dell’amico contro l’amico; la buona guerra, quella in cui si sa perché si uccide e chi si uccide. La guerra civile rigenera e ritempra il popolo: non ci sono popoli che non siano scomparsi in una guerra civile. La guerra civile come fuoco che avanza e che brucia. Il drammaturgo Henry Montherlant apre il dramma “la guerra civile” ispirato alla fine dell’impero metropolitano che ha portato la Francia a un disperato conflitto interno. —> problema dello scontro armato: sotto il profilo storico realistico si rivela governatore delle classi politiche e dei sistemi istituzionali più duraturi ed importanti. Propone la questione del conflitto tra coscienza e previsione della realtà politica e valutazione etica e giudizio di valore. Approccio scientifico tradizionale per identificare le regolarità della guerra: individuare le costanti del comportamento politico operando sulle manifestazioni esterne e riflesse dell’uomo. Bisogna tener conto dell’incognita del nesso che lega l’aggressività ai meccanismi bio-genetici. Legame tra la politica e la conflittualità: dovunque esiste la politica esiste anche la conflittualità. —> Stretto nesso semantico tra i vocaboli usati dai greci per indicare l’aggregazione politica e il conflitto armato: poleis-ptolemos —> radice comune “pt” indo-europea. Questo punto in comune è il punto di partenza della teoria di Carl Schmitt ma costituisce un’acquisizione più antica nella politologia. Sintesi politica per natura esclusiva: - Si radicano le categorie del politico con distinzione fra amico e nemico - Conflittualità verso l’esterno: idea di funzione polarizzanti della guerra esterna con la scuola della ragion di Stato “Più sono compatte le sintesi politiche più sono impegnate in un conflitto con un nemico esterno.” Bodin: consiglia di impiegare in guerre esterne i sudditi che si rivelano irrequieti all’interno della Repubblica e ne minacciano la coerenza. —> l’impossibilità di combattere un’autentica guerra totale accresce l’aggressività nella lotta politica interna = ogni terrorista avrebbe potuto essere eroe della patria. Il carattere esclusivo di ogni aggregazione politica genera l’esistenza di due aree: - interna alla sintesi politica: pace e diritto, ogni contrasto viene risolto dalle istituzioni giudiziarie create e garantite dal potere politico o da procedure arbitrali - Esterna: conflitto senza limiti, prevale la forza, l’aria in cui si estrinseca la guerra Guerra privata e guerra civile, guerre illecite ed in accettabili. Quando diventa privata la guerra? Questo mutamento prende forma del declassamento di una guerra vera: quello che prima era giustificabile da risolvere attraverso la forza viene considerato come guerra privata e ricondotto alla categoria dell’illecito. La guerra privata è un conflitto tra aggregazioni non politiche, autonome ma non sovrane e non munite del diritto di scegliere l’amico ed il nemico. Queste corporazioni operano all’interno dell’aggregazione politica dello Stato e non sono politiche —> diventano politiche se si pongono fini globali mettendo in crisi l’aggregazione politica in cui si sono inserite. La storia dello stato moderno è la storia della progressiva privatizzazione di tutti i conflitti interni, dell’imposizione ai sudditi cittadini dell’obbligo di ricorrere a tribunali dello Stato per la soluzione di ogni conflitto. È una lotta per ottenere il monopolio della forza legittima la cui più alta prerogativa sta nel diritto di dover stabilire chi siano i nemici contro i quali ci sarà una guerra legittima. Diritto internazionale delle Polis: quando la città Stato veniva assottigliata da un’altra si stipulava un patto ineguale riconoscendo l’egemonia di quella. Nel trattato appariva una clausola: gli amici e nemici della Polis dominata sarebbero stati gli stessi della Polis dominante. È significativo che chi lo impersona ammetta l’esistenza di conflitti interni i quali verranno risolti da prove di forza che si dilatano fino a preparare la fine dello stato moderno. Questa eccezione riguarda i conflitti fra le parti protagoniste del processo produttivo economico: gli strumenti con cui fanno la guerra sono sciopero e serrata. Dove il modello dello Stato moderno continua essere applicato fedelmente, il diritto di sciopero non è riconosciuto e tutti i conflitti che riguardano i rapporti di lavoro sono risolti da autorità politico giurisdizionali. Quattro funzioni fondamentali di ogni autorità sovrana: 1. Decidere chi è il nemico e chi sono gli amici 2. Decidere circa la spartizione della preda ottenuta in caso di vittoria 3. Potere di decidere i valori a cui aspirare l’azione 4. Potere di decidere tutte le controversie fra amici governanti Sono tutte espressione della sovranità e presuppongono il monopolio della forza legittima. Solo chi ha il monopolio della forza vede la sua forza diventare legittima: è il monopolio che produce legittimità e non viceversa. Thomas Hobbes scoprì la coincidenza tra effettualità e legittimità: la sovranità quando cessa di essere effettiva cessa anche di essere legittimo. —> Applicato alla guerra civile: finché la attrazione al potere resiste gli altri sono degli insorti e la guerra civile tra loro provocata è legittima, se gli insorti prevalgono tolgono i titolari del potere legale il monopolio legittimo della forza e la guerra suscitata dagli insorti diventa giusta diventando il fondamento di una nuova legittimità. La mitizzazione dell’atto insurrezionale e della resistenza costituisce la sottomurazione della nuova legittimità e purificano la guerra civile trasformandola in guerra di liberazione dal potere legittimo. John Locke sostiene che il comportamento illegale dei titolari del potere politico equivale ad un’azione di guerra contro i governati che possono utilizzare le armi in modo legittimo. Se il comportamento dei governanti è legale tocca ai capi dell’opposizione prendere le armi e instaurare uno stato di guerra civile che lo chiama “appeal to heaven”. Significa ardire il tribunale di Dio la cui sentenza è costituita dall’esito della guerra ed è una sentenza applicabile nella misura in cui i ricorrenti sono pronti a prendere le armi. Nesso che lega le categorie del politico all’oggetto dell’obbligazione politica: garantirsi globalmente l’esistenza per il futuro e tale fine viene ottenuto a spese del nemico vinto. —> Connessione con la primitiva caccia grossa come procedura per procurarsi sicuro sostentamento: dal nemico divorato al nemico ucciso al nemico risparmiato per utilizzare il suo lavoro. Concetto del prigioniero di guerra che evolve la figura dello schiavo: il sovrano vincitore è protettore del nemico vinto perché ha deciso se risparmiare la sua vita e diventa protettore degli stranieri domiciliati sul territorio della comunità politica. La guerra costituisce lo sbocco naturale di ogni conflittualità ma anche la guerra esercita la sua funzione nel sistema politico quando rimane allo stato potenziale. Definire la guerra: lo status belli è assenza di limiti circa l’uso dei mezzi atti a distruggere o asservire il nemico. Proposizione negativa —> assenza di limiti vuol dire che in guerra si possono usare tutti gli strumenti e i procedimenti distruttivi disponibili, nessuno escluso. I mezzi ultimi variano rispetto al tempo e non sono necessariamente costituiti soltanto dall’uso della forza. Esempio: coercizione economica, la guerra economica è antica come il mondo ed è lo strumento con il quale si può piegare il nemico spesso più agevolmente che con la forza fisica. Secondo l’esperienza universale la guerra civile è la guerra più totale durante la quale non si riconoscono limiti all’aggressività ne regole umanitarie. È il 500 barra 600 con le guerre di religione vede l’alta professionalità di condottieri, privati organizzatori della guerra e di schiere di soldati sui campi di battaglia e il fanatismo politico ideologico dei fedeli. Con la rivoluzione francese e le armate napoleoniche abbiamo le guerre di popolo che prendono prepotentemente il posto delle campagne professionali del 700. 2. Professionalità della guerra: la guerra dipende dal grado di complessità tecnica dell’uso delle armi ed al loro costo. L’acquisto e il maneggio delle armi pesanti dei guerrieri micenei spiegano perché è un mestiere esclusivo, diverso dall’armamento semplice e leggero dell’oplita. Più ancora esclusiva è la capacità di utilizzare il carroarmato in cui si articolava l’oste feudale. Sappiamo che la soglia di professionalità si è alzata con l’introduzione di armi da fuoco ma con l’assuefazione della tecnologia prodotta dall’industrialismo la soglia si è nuovamente abbassata. 3. Nesso che lega l’apparire del mestiere del guerriero alle fasi di contrazione dell’esperienza politica. Constatazione ex adverso: rilevando che quando il diritto dovere di portare le armi si estende a tutti i partecipanti della sintesi politica la lotta politica coinvolge tutti e la riserva del privato è minima. Quando le contese per il potere sono condotte con bande di professionisti contrapposte le moltitudini dei privati soffrono le conseguenze di tali risse ma non sono coinvolte e partecipe delle lotte stesse = depoliticizzazione nel fenomeno della guerra professionale 4. È il mestiere del guerriero come esempio di privatizzazione di una funzione politica. Se è vero che appare legato ad una contrazione della partecipazione delle moltitudini alla vita politica e ad una dilatazione del privato ex parte subditorum, si può pensare che ci si trovi davanti ad una interferenza sistematica fra privato e politico. Tenendo conto dell’irriducibilità reciproca delle due aree la Politologia si confronta con casi di interferenza strutturale fra privato e politico (pubblico). I regimi elettivo rappresentativi, ossia parlamentari, e versano in contraddizione con le esigenze di coerenza dell’obbligazione e della sintesi politica. Questa situazione rischia di dare spinte ad una tendenza che si trova alla base di società ingovernabili che sembrano destinati a sfociare in nuovi sistemi istituzionali sorretti da centri decisionali e da procedure coattivedi tipo militare. La probabilità di una evoluzione degli ordinamenti politici in senso militare non si trova solamente nelle repubbliche socialiste dell’est —> fase dioclezianea in cui si trovano tutte le società post industriali. Verità della reversibilità del rapporto tra guerra e politica, tendenzialmente è la politica a produrre la guerra ma sappiamo che a volte possono essere i capi militari a suscitarla trasformando la premessa in conseguenza. Questa reversibilità del rapporto si manifesta sotto un profilo legato all’incidenza della mutazione tecnologica: le trasformazioni dei sistemi politici sono frequentemente prodotte dalla creazione di nuove armi e di nuovi metodi di combattimento. Esempio allevamento e uso del cavallo diedero agli invasori indo europei una superiorità sui mediterranei che si battevano generalmente a piedi, applicazione della seconda maniglia allo scudo rotondo ha permesso la creazione della falange che prevale sul guerriero combattente dal carro a cavallo, l’invenzione della tirireme porta alla trasformazione dei contadini dell’attica in cittadini rematori, introduzione della staffa nell’equipaggio del Cavaliere rese possibile il combattimento d’urto a cavallo e generò la cavalleria feudale, il cavaliere corazzato viene messo in crisi dalla palestra e liquidato dalle armi da fuoco, la fanteria di linea annuncia la civiltà politica di massa dell’Europa moderna. Individuare gli aspetti che differenziano l’età presente dalle altre che l’hanno preceduta 1. Tema della complessità tecnologica: le armi moderne come quelle nucleari e gli aerei esigono livelli di competenza e di addestramento molto elevati —> professionalizzazione della guerra 2. L’ assuefazione alla tecnologia rende utilizzabili le armi sofisticate anche da molte persone: duplice condizione - enorme potere distruttivo reciproco delle armi nucleari consiglia coloro che le posseggono a non ricorrere a questi mezzi ultimi e a condurre solamente guerre limitate: l’utilizzo di armi nucleari comporta la distruzione reciproca delle classi politiche al potere e a rendere inevitabili e ingovernabili i rispettivi territori. È una condizione che deriva dal fatto che non sia trovata una difesa valida all’arma nucleare, probabilmente ci fosse il modo per proteggersi l’arma atomica potrebbe essere utilizzata. - L’impossibilità di ricorrere ai mezzi ultimi e di fare vere guerre ha provocato la preclusione dello sfogo all’aggressività e una crescita di conflittualità interna. La propensione alla guerriglia è stata incentivata dalla ricettività e dall’appoggio della struttura materiale e sociale della civiltà urbana. Anche se i mezzi ultimi ci consentono di distruggere il nemico il nemico diventa invincibile quando pratica la guerriglia e deve essere affrontato con i mezzi intermedi della guerra limitata = equilibrio storico. 3. E mutamento che riguarda le procedure con le quali vengono regolati i rapporti fra gli Stati e stabiliti i presupposti e le conseguenze della guerra. Negli anni 40 e 50 è caduto in disuso il diritto pubblico internazionale che era stato costruito ed imposto in tutto il mondo civile per servire a gestire i rapporti fra gli Stati dal XIII secolo fino verso la fine dell’intervallo fra la prima e la seconda guerra mondiale, da allora inoperante. Difatti i conflitti e gli accordi fra gli Stati vengono gestiti sulla base di valutazioni di forza e di convenienza: profondo cambiamento del sistema. Esempio: mutazione del classico principio di sovranità. Nel primo dopoguerra la comunità internazionale corrispondeva alla somma di Stati sovrani, unità politiche i cui gruppi dirigenti potevano autoregolarsi con autonomia: uguaglianza degli Stati come dogma. Nel secondo dopo guerra il panorama è cambiato: le sintesi politiche sovrane sono le superpotenze e tutte le altre esercitano una sovranità limitata di fatto e di diritto. Ciò succede perché ormai lo Stato moderno di dimensione ideale non è più in grado di far coincidere l’aspirazione all’autosufficienza dei suoi reggitori con la realtà effettuale —> si ripete quello che già era accaduto con la città stato greca quando venne superata incorporata nel principato territoriale ellenistico. Teheran e Yalta: confronto fra due opposte concessioni dell’assetto politico giuridico mondiale: il vecchio diritto internazionale che culmina nella creazione dell’ONU e la spartizione del mondo in sfere di influenza fra le massime potenze si assumono la responsabilità dell’ordine del mondo. Lo sviluppo storico sta dando ragione alla seconda concezione: più il tempo passa meno diventano effettuale per gli Stati i principi di sovranità, eguaglianza e non interferenza. Oggi non esistono Stati medi e piccoli le cui classi politiche non esercitano una sovranità limitata perché gravitano tutte nell’aria imperiale di essa o di quella massima potenza. Severino: il monopolio della forza legittima a livello mondiale è sempre e soltanto duumvirale: prova estrema della struttura polarizzata dell’obbligazione politica —> si può avere un massimo di due sintesi politica in reciproca opposizione e contrasto, mai una sola. Ci si può chiedere se a livello mondiale ci sia anche un modello tripolare e in questo caso prevederebbe l’esistenza di un terzo fuori dallo Stato, la cui posizione si risolve nell’oscillare fra l’alleanza a uno o all’altro polo principale. L’ordine internazionale è il prodotto dello scontro e dei compromessi fra due massime potenze, tutti diritti gli status discendono da quella fonte. La guerra fa parte della struttura essenziale dell’obbligazione politica e non può essere eliminata. Severino spiega che le verità dei politologhi sono già note e sono conosciute agli uomini politici dotati di potere che sono costretti a fingere di ignorare queste verità perché per essere creduti eseguiti devono comportarsi come se la natura il destino dell’uomo potessero cambiare = tragico conflitto antico tra la conoscenza della realtà effettuale e il sogno della realtà che si vorrebbe. 1. La portata distruttiva delle armi nucleari rende incredibile l’ipotesi di un rapido annientamento dell’umanità per mano dell’uomo 2. La crescita delle conoscenze e la sua soggezione ai cicli biologici che regolano evoluzione e declino ha dato credibilità scientifica alla profezia infausta delle scritture: siamo un popolo destinato a finire. L’uomo si scopre prigioniero di un ordine fisico e immutabile. Le residue speranze della nostra generazione sono limitate e si collocano in un nuovo spietato realismo: non saper respingere il fascino decadente dell’utopia per accettare quello aspro delle cose come sono potrebbe voler dire escludersi dal potere e dalla storia La legge del più forte, Gianfranco Miglio Dove gli uomini o dei sono più forti e si dominano. Questa legge era in vigore quando ce l’hanno trasmessa e resterà per sempre valida con la coscienza che anche gli altri uomini ci imiteranno si si troveranno allo stesso grado di potenza —> Discorso di Tucidide in cui definisce la legge del più forte. Un equivoco riguardo la validità di questa legge nasce dopo la guerra del Nam in cui l’americano medio si persuase di essere odiato proprio per la sua forza, per la sua potenzialità economica, tecnica e organizzativa. L’americano medio si convinse di non poter più trovare alleati fidati e di essere combattuto perché era definito il più forte. Questa convinzione è un riflesso del pregiudizio della grande cultura occidentale secondo il quale lo spirito di rivolta è un bene prezioso perché la necessità di arrivare alla libertà spinge l’uomo a diffidare dei più potenti e di affrancarsi al loro dominio. In ogni essere vivente esiste un meccanismo psichico funzionale alla sopravvivenza che seleziona le diverse precauzioni e ci segnala i pericoli da evitare e chi sono veramente i più forti ai quali non bisogna dispiacere. Gli uomini dovendo scegliere fra due potenti non combattono quello più forte ma l’altro. Le classi politiche nel mondo quando confrontano le probabilità di successo tra i russi e gli americani riconoscono la superiorità tecnologica degli americani che è contrastata dalla compattezza, dalla coerenza e dalla volontà di potenza dei russi. L’americano è stato combattuto da avversari e tradito da nemici proprio perché tutti si rendevano conto della confusione ideologica e delle opposizioni interne che potevano indebolire i piani degli americani e incrinare la loro azione. Il più forte smette di esserlo non quando impaurisce gli altri ma quando inizia a dubitare di se stesso e della sua causa, difatti l’arroganza è avvertita nei confronti di coloro che sono forti, non i più forti. La legge del più forte essere applicata anche in tutti quegli Stati in cui si lotta per la sovranità. Secondo l’idea di Weber è sovrano chi detiene il monopolio legittimo della forza, difatti è il monopolio della forza che produce legittimità e che decide quale sia il potere legittimo. Avere il monopolio della forza significa essere il più forte. Chi fa politica sa che non deve mai temere di essere il più forte perché in politica non si è mai forti abbastanza. I grandi imperi come quello sovietico possono essere tenuti insieme solamente scaricando le conflittualità interne in aggressività esterna, fornendo alla popolazione una causa per la quale combattere. Nel discorso sullo stato dell’unione del presidente Carter evidente la volontà di restituire agli Stati Uniti il ruolo dei più forti, perché l’opinione politica nel mondo a fino ad ora considerato i russi come i più forti perché era convinta che gli americani avrebbero accettato di sopravvivere come servi piuttosto che correre il rischio di una distruzione totale, al contrario dei capi russi che erano pronti a rischiare tutto pur di conservare il proprio potere. I cittadini di Melos verso i quali era rivolto il discorso di Tucidide amavano troppo la loro libertà per lasciarsi sottomettere al dominio ateniese e si illusero che Sparta fosse la potenza più forte che gli avrebbe aiutati, infatti fu proprio Sparta a vincere la guerra e spezzare per sempre l’impero ateniese restituendo la libertà ai sopravvissuti. C’è differenza fra l’essere i più forti ed essere solamente reputati i più forti, non è scritto che sono più forti solamente quelli che vincono veramente, è la sorte che lo decide. La condizione essenziale per diventare candidati a ruolo del più forte e l’essere pronti a scomparire del tutto piuttosto che rinunciare al proprio stile di vita preferito.