Scarica Il vulcanismo e i vulcani e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! IL VULCANISMO CHE COS’È UN VULCANO Un vulcano è la manifestazione in superficie della risalita di magma, cioè di roccia fusa mescolata a gas e vapori, tutti ad alte temperature. Il magma proviene principalmente dalla zona superiore del mantello, l’involucro su cui si appoggia la crosta terrestre. Il mantello, però, non è la sola sorgente di magma; le rocce possono andare incontro a fusione anche in zone più «superficiali», e cioè nelle parti più profonde della crosta. Dopo la sua eruzione in superficie, il materiale fuso viene chiamato lava. Quando la lava solidifica, in genere si accumula, fino a costituire un edificio vulcanico. I vulcani vengono distinti in: vulcani centrali: sono quelli più comunemente noti, perlomeno in Italia, dove se ne conoscono diversi esempi: l’Etna, il Vesuvio, lo Stromboli vulcani lineari: si formano quando il magma risale per mezzo di fessure eruttive: delle spaccature che penetrano profondamente nell’interno della Terra. I vulcani lineari si trovano soprattutto in corrispondenza delle dorsali oceaniche. LA FORMAZIONE DEI MAGMI I magmi sono miscele fuse di silicati, particelle solide in sospensione e gas che si formano per la fusione di masse rocciose della crosta terrestre o del mantello superiore. Possono essere: PRIMARI: si origina per fusione parziale del mantello superiore; è femico, cioè ha una bassa percentuale di silice; è molto caldo e molto denso; SECONDARI: si origina per fusione parziale della crosta profonda; è sialico o intermedio, cioè ha una maggior percentuale di silice rispetto al magma primario; ha una temperatura più bassa; è meno denso, ma scorre con difficoltà perché è molto viscoso. DIVERSI TIPI DI ERUZIONE I vulcani attivi eruttano attraverso due meccanismi diversi. ATTIVITÀ EFFUSIVA: è eruttata soprattutto lava che fuoriesce senza ostacoli e scorre lungo i fianchi dell’edificio vulcanico; ATTIVITÀ ESPLOSIVA: l’eruzione è caratterizzata da esplosioni violente e distruttive dovute alla presenza di ingenti quantità di gas accompagnate dalla produzione di materiali solidi. Possiamo classificare i vulcani in base al tipo di eruzione. I fattori che più direttamente influenzano il tipo di eruzione sono la viscosità del magma e il contenuto in aeriformi, soprattutto acqua e anidride carbonica. La viscosità varia moltissimo: è elevata nei magmi acidi (sono molto viscosi ed hanno una densità bassa) e molto minore nei magmi basici (anno una viscosità meno elevata, ma una densità più alta). Il contenuto in acqua agisce attraverso la capacità di espansione «esplosiva» del vapore ad alte temperature, quando diminuisce la resistenza delle rocce attraverso le quali il magma sta risalendo. In base a queste differenze si può dare la seguente classificazione dei tipi di eruzione: In presenza di attività effusiva dominante (con magma fluido e contenuto in acqua variabile) si hanno eruzioni: Di tipo hawaiano, caratterizzate da abbondanti effusioni di lave che derivano da magmi molto caldi, fluidi e con pochi gas; Di tipo islandese, in questo caso la lava, sempre molto fluida, che fuoriesce da fessure invece che da un condotto centrale; Se l’attività è mista, effusiva-esplosiva, ma si presenta prevalentemente in forma effusiva (con magma meno fluido), si hanno eruzioni: Di tipo stromboliano: la lava ristagna periodicamente nel cratere, dove inizia a solidificare. Si forma così una crosta solida, al di sotto della quale si vanno accumulando i gas. La pressione cresce fino a fare saltare la crosta con modeste esplosioni. Se l’attività è mista effusiva-esplosiva (con magma viscoso e contenuto in aeriformi elevato) si hanno eruzioni: Di tipo vulcaniano: simile a quella stromboliana, solo che in questo caso la lava è più viscosa e rende più difficile la liberazione dei gas. Per questo le esplosioni sono molto più violente. Di tipo peléeano: la lava è ad altissima viscosità e a temperature relativamente basse, per questo fuoriesce dal condotto già quasi solida, formando delle cupole o delle torri. Quando l’attività è soltanto esplosiva (e si ha un’interazione tra il magma e l’acqua) si hanno eruzioni: Di tipo idromagmatico LA FORMA DEGLI EDIFICI VULCANICI Con il tempo, le colate di lava solidificata e i materiali piroclastici fuoriusciti durante le eruzioni si accumulano intorno al condotto, formando un rilievo. La forma di questo rilievo dipende dalla composizione della lava e dal tipo di materiali eruttati. In base alla forma, si distinguono due tipi principali di edificio vulcanico: i vulcani a scudo: si formano in seguito a eventi di attività effusiva tranquilla e sono alimentati da magmi fluidi e femici; le lave sono quindi basaltiche, sono larghi e con i fianchi poco ripidi; i vulcani-strato: mostrano un’alternanza di attività effusiva tranquilla ed eruzioni esplosive. Sono il tipo più comune di vulcani, con pendii ripidi. Un esempio è l’Etna, in Sicilia, sono grandi e a forma di cono. Esistono anche altri tipi di strutture derivate dall’attività vulcanica: le caldere e i coni di scorie. Le caldere sono ampie depressioni circolari con il fondo piatto e le pareti interne ripide, che si formano in seguito al crollo della parte superiore dell’edificio vulcanico (sia del tipo a scudo, sia del tipo strato). I coni di scorie sono ammassi piuttosto regolari di frammenti di lava solidificata. I coni di scorie sono relativamente piccoli e hanno un profondo cratere alla sommità. I DIVERSI PRODOTTI DELLE ERUZIONI Le eruzioni vulcaniche trasferiscono materiale dall’interno della Terra alla sua superficie. Questo materiale – chiamato magma quando è ancora in profondità e lava quando è giunto in superficie – si trova in genere allo stato fluido. I prodotti fluidi delle eruzioni vulcaniche sono le lave. Esse non sono tutte uguali ma differiscono per composizione chimica, per contenuto di gas e per temperatura. Questi fattori influiscono sulla viscosità dei magmi cioè sulla resistenza allo scorrimento. I frammenti solidi che vengono scagliati all’esterno da un vulcano formano le piroclastiti. Le piroclastiti hanno dimensioni molto variabili: le ceneri vulcaniche; i lapilli; le bombe vulcaniche. La composizione chimica delle emissioni aeriformi è caratterizzata dall’abbondanza di vapore acqueo, anidride carbonica, zolfo, cloro e azoto. La presenza dei gas vulcanici svolge una funzione importante nell’innescare le eruzioni. ALTRI FENOMENI LEGATI ALLE ATTIVITÀ VULCANICHE Oltre alle eruzioni, esistono altri fenomeni legati all’attività vulcanica. I lahar sono delle colate di fango che si formano quando le ceneri presenti sui versanti di un vulcano si mescolano all’acqua piovana. Spesso, infatti, le eruzioni sono accompagnate o seguite da piogge intense, dovute alla condensazione del vapore acqueo emesso dal vulcano stesso. Un geyser è un getto di acqua caldissima, emesso a intervalli di tempo regolari. L’altezza della colonna d’acqua può raggiungere molte decine di metri. Vediamo quale meccanismo lo regola.