Scarica Riassunto Asylums di Goffman e più Sintesi del corso in PDF di Sociologia solo su Docsity! PREFAZIONE di Alessandro Dal Lago. "Asylums" richiama movimenti di critica e di riforma delle istituzioni psichiatriche negli anni Sessanta e Settanta. Al momento della sua pubblicazione in italiano, più di trent'anni fa, questo libro fu letto come una descrizione delle dinamiche sociali dell'internamento psichiatrico. Analizza le caratteristiche distintive delle istituzioni totali, il carattere collusivo delle «carriere» psichiatriche (i percorsi di istituzionalizzazione degli internati), lo staff, le cerimonie istituzionali e infine gli adattamenti degli internati alla cultura istituzionale, ovvero la loro lotta di resistenza per mantenere spazi di dignità. ricerca sul campo, condotta in un ospedale psichiatrico di Washington, al di fuori della neutralità scientifica. L'autore chiarisce che una ricerca sulla situazione dei degenti psichiatrici non può che collocarsi dalla loro parte. La ricerca ha spesso luogo in situazioni preventivamente squilibrate, e che quindi l'obiettività è il punto d'arrivo e non di partenza della ricerca. Nulla sarebbe più distorto che analizzare l'interazione come se questi attori sociali si trovassero su un piano di parità. L'obiettività si può raggiungere, almeno in sociologia, riconoscendo le asimmetrie di ruolo, di posizione sociale o di potere che danno una certa impronta all'interazione sociale. lo staff deteneva una posizione capace di produrre una «versione ufficiale della realtà». Si trattava allora, per un ricercatore obiettivo, di mettere da parte questa versione e fare descrizione impressionante di «ciò che veramente succede» in un'istituzione totale, le pratiche di degradazione degli esseri umani. Le descrizioni aver conferito a Goffman la fama di sociologo antiistituzionale Goffman è stato per molto tempo un autore molto citato ma scarsamente utilizzato. Il suo lavoro di ricerca si ricollega a teoria sociale rappresentate in primo luogo da Talcott Parsons. sua contrapposizione alle costruzioni teoriche struttural-funzionaliste era fattuale, basata sulla scelta metodologica dell'osservazione diretta e sull'interesse per un campo specifico di lavoro, "l'interazione faccia- a-faccia". il suo contributo è sicuramente imponente e isolato. Per quanto riguarda il suo oggetto privilegiato di indagine, l'interazione faccia-a-f accia, la critica è ormai orientata a considerarlo come un territorio in gran parte scoperto da Goffman.. Il contributo di Goffman, tuttavia, consiste nell'aver individuato il campo dell'interazione come una realtà "autonoma", non coincidente con le macrostrutture sociali e nemmeno con le motivazioni individuali. In particolare, egli non ritiene, come i teorici struttural-funzionalisti, che nella struttura dell'interazione si manifesti una corrispondenza con quella della cultura e della personalità. Ciò non significa tuttavia che Goffman abbia misconosciuto la rilevanza sociologica, delle strutture sociali. Si tratta piuttosto di due dimensioni diverse, dotate di regole e poste specifiche: l'ordine dell'interazione è di tipo "rituale". Con ciò non si intendono sequenze di comportamento più o meno ripetitive studiate dall'etologia, e nemmeno cerimonie formalizzate studiate dall'antropologia classica. Qui la ritualità ha propriamente la funzione di proteggere il "self" dell'attore sociale, il rispetto di sé, la protezione della «faccia», in una parola la sua sacralità. Si tratta di una dimensione di cui Goffman esplorandone il funzionamento, le lacerazioni, le riparazioni, le vie di fuga, eccetera. Per Goffman, l'attore sociale non è un individuo esclusivamente impegnato in calcoli razionali, né un puro e semplice esecutore di precetti culturali, è soprattutto un virtuoso della sopravvivenza in un mondo quotidiano irto di pericoli potenziali per il suo rispetto di sé "del suo sé". Goffman applichi al campo dell'interazione sociale l'intuizione durkheimiana della sacralità della società Il sacro non va cercato oggi nelle grandi cerimonie collettive, la «religione civile» a cui pensava Durkheim; il sacro è piuttosto la posta dei rituali di interazione a cui l'attore sociale partecipa creativamente tentando sempre di affermare la supremazia del suo "self" contro le pretese del formalismo delle organizzazioni, dei ruoli artificiali che gli vengono assegnati dalla divisione del lavoro, delle istituzioni del controllo sociale. lotta di «resistenza» per l'identità. Il mondo delle istituzioni totali viene anche descritto dalla capacità degli internati o dei pazienti di «resistere» alle mortificazioni e alle pratiche di spoliazione che vi sono abituali. Così, ritagliarsi degli spazi personali, escogitare canali di comunicazione alternativi a quelli ufficiali, creare delle reti di solidarietà, in breve mantenere in vita un altro tipo di socialità, è la risposta paziente, anche se sommessa, che gli internati danno alle pretese totalitarie dell'istituzione. L’analisi delle relazioni tra staff e internati «obiettiva», naturalistica mette in luce come nel microcosmo dell'istituzione si svolgano conflitti sordi, disperati pur nel loro carattere «scherzoso», anche se la loro posta ASYLUMS. Le istituzioni totali. è costituita dalla difesa di spazi minimi di autonomia: la libertà di fumare, le patatine fritte donate all'amica, l'attaccamento a una coperta che permette a un paziente di isolarsi dalla vita dell'istituzione. aver conferito a Goffman la fama di virtuoso della descrizione sociologica, capace di ricostruire un mondo in base ai dettagli più banali e modesti. Goffman usa autobiografie più o meno romanzate, resoconti di prigionia e descrizioni letterarie, (come "White Racket" di Melville o "The Mint" di T. E. Lawrence-> racconto sul servizio prestato in un centro addestramento della RAF), perché ciò gli permette di inserire le sue osservazioni empiriche in un contesto più ampio. Il saggio "Sulle caratteristiche delle istituzioni totali", vale anche per prigioni, caserme, scuola, campi di concentramento. Con ciò Goffman non intende tanto eliminare le differenze tra queste istituzioni più o meno «totali» o totalitarie, quanto portare alla luce i tratti comuni delle pratiche. Con l'uso di termini come «recluta» per definire il novizio, l'internato psichiatrico appena giunto in ospedale, Goffman mette in luce, per esempio, logiche di gestione dell'ordine e pratiche di assoggettamento che vanno al di là del contesto manicomiale. Appare qui insomma il grande problema dell'istituzionalizzazione nella società moderna. PREFAZIONE DELL'AUTORE. Dall'autunno 1954 fino alla fine del 1957 sono stato membro visitatore al Laboratory of Socio-environmental Studies del National Institute of Mental Health in Bethesda, Maryland. In quegli anni feci alcuni brevi studi sul comportamento di reparto nel National Institute of Health Clinical Center. Nel 1955-56 feci un anno di lavoro sul campo nell'ospedale St. Elizabeths, a Washington (D.C.), Lo scopo era di apprendere qualcosa sul mondo sociale dell'internato e su come egli viva soggettivamente la propria situazione (NO quello dello staff!). Iniziai con il ruolo di assistente al corso di ginnastica, precisando, quando mi veniva richiesto, di essere uno studioso della vita di comunità; passavo il giorno con i pazienti, evitando di intrattenere rapporti socievoli con lo staff. La direzione dell'ospedale conosceva lo scopo della mia presenza. non mi sono lasciato coinvolgere. Tuttavia, Il mio metodo ha anche altri limiti: Se si vuole descrivere fedelmente la situazione del paziente non si può essere obiettivi. Con il dottor Jay Hoffman. Ci accordammo sul fatto che l'ospedale si sarebbe riservato il diritto di controllare e criticare il testo prima della pubblicazione, ma che non avrebbe fatto alcuna censura finale né richiesto chiarimenti particolari. Durante la ricerca il Laboratory of Socio-environmental Studies mi fornì stipendi, segretari, critiche professionali ed aiuto, in modo da affrontare la realtà ospedaliera da un'angolatura sociologica e non dal punto di vista di una psichiatria velleitaria. la libertà e l'opportunità di dedicarmi ad una ricerca pura mi venne data da un ente governativo, per mezzo dell'aiuto economico di un altro ente governativo. Berkeley (Cal.) 1961. PREMESSA DELL'AUTORE. Un'istituzione totale può essere definita come il luogo di residenza e di lavoro di gruppi di persone che - tagliate fuori dalla società per un considerevole periodo di tempo - si trovano a dividere una situazione comune, trascorrendo parte della loro vita in un regime chiuso e formalmente amministrato. L'opera comprende quattro saggi, originariamente scritti separatamente tendono a puntualizzare il medesimo problema: la situazione dell'internato. L’opera è ripetitiva. Ogni saggio tuttavia avvicina il problema centrale da un punto di partenza diverso e da una diversa fonte sociologica. Esso mi permette di confrontarne le diverse interpretazioni. Il primo lavoro "Sulle caratteristiche delle istituzioni totali" è un'indagine generale sulla vita sociale che si svolge in queste organizzazioni, indagine ottenuta attraverso l'analisi di - gli ospedali psichiatrici e le prigioni, i quali comportano una partecipazione coatta di coloro che da esse dipendono. Il secondo saggio "La carriera morale del malato mentale" analizza gli effetti iniziali dell'istituzionalizzazione sulle relazioni sociali tipiche di un individuo, prima che si trovi a diventare un «internato». Il terzo "La vita sotterranea di un'istituzione pubblica" si riferisce al tipo di legame che si presume l'internato abbia con l'istituto che lo tiene rinchiuso e al modo in cui egli può interporre una distanza fra sé e ciò che ci si aspetta da lui. L'ultimo saggio "Il modello medico e il ricovero psichiatrico" riporta l'attenzione sullo staff professionale per considerare - il ruolo delle prospettive mediche nel presentare al malato la realtà della sua situazione. SULLE CARATTERISTICHE DELLE ISTITUZIONI TOTALI. ASYLUMS. Le istituzioni totali. Quando l’internato entra nell’istituzione, abitualmente presenta la cultura del proprio ambiente familiare; se la permanenza dell’internato si protragga si assiste ad un processo di “disculturazione” cioè la mancanza di allenamento che lo rende incapace di maneggiare alcune situazioni della vita quotidiana del mondo esterno. Le istituzioni totali quindi non tendono ad una sopraffazione culturale perché si limitano a creare e sostenere un tipo di tensione tra mondo familiare e quello istituzionale; la usano per il manipolamento degli uomini. La recluta entra nell’istituzione come un concetto di sé ed è sottoposta ad una serie di umiliazioni, degradazioni e profanazioni del sé che viene sistematicamente mortificato. Quindi iniziano così, i cambiamenti radicali nella sua carriera morale che è determinata dal progressivo mutare del tipo di credenza che l’individuo ha su di sé e su coloro che li sono vicini. I processi attraverso i quali il sé viene mortificato sono standardizzati nelle istituzioni totale, l’analisi di questi processi può aiutarci a vedere il tipo di ordinamenti che una comune istituzione dovrebbe garantire per mantenere il sé civile. La prima riduzione del sé viene segnata dalla barriera che le istituzioni totali costruiscono fra l’internato e il mondo esterno. Nella vita civile, il susseguirsi dei ruoli di un individuo li assicura che nessun ruolo ostacoli l’altro ma nelle istituzioni totali si rompe automaticamente lo schema dei ruoli. In molte istituzioni totali il privilegio di avere visito o uscire per andare a trovare qualcuno; all’inizio è negato; inoltre quando l’ingresso è volontario la recluta si è già parzialmente ritirata dal mondo familiare. L’internato quindi si trova a perdere alcuni ruoli a causa della barriera che lo separa dal mondo esterno. Il processo d’ammissione porta ad altri tipi di perdite e di mortificazioni; le procedure di ammissione possono essere definite come un’azione di “smussamento” o una “programmazione” perché con questo procedimento, il nuovo arrivato si lascia plasmare e codificare in un oggetto che poi viene dato in mano al meccanismo amministrativo dell’istituzione, per essere lavorato e smussato dalle azioni di routine. L’azione intrapresa sulla base di questi attributi ignora la maggior parte dei fondamenti su cui si basa l’identificazione del sé. Nell’istituzione totale occorre ottenere una certa attitudine collaborativa da parte della recluta; infatti nel momento in cui lo staff chiarisce all’internato il suo obbligo al rispetto e alla deferenza, l’internato può scegliere fra perdere la sfida o mantenere la pace. Quando un’ internato si rivela provocatorio riceve una punizione che andrà aumentando fino a quando non si arrenderà umiliandosi. La procedura d’ammissione può essere definita come una sorta di perdita e di acquisto, dove il punto centrale è fissato sulla nudità fisica. L’internato viene spogliato da ciò che possiede come ad esempio il nome; questo porta ad una notevole riduzione del sé. Una volta spogliato da ciò che possiede, l’istituzione deve provvedere ad un rimpiazzamento con oggetti standardizzati, uniformi nel carattere ed uniformemente distribuiti. Nelle istituzioni totali, non si trovano gli armadietti personale e inoltre gli internati sono soggetti a persecuzioni delle eventuali proprietà personali accumulate questo perché si rinforza il sentimento di spoliazione. L’insieme delle proprietà personali ha un particolare rapporto con il sé quindi nel momento in cui l’internato viene privato del suo aspetto e del corredo soffre di una mutilazione personale. Quello che l’istituzione offre in cambiò di ciò di cui la recluta viene privata è poco, mal fatto, vecchio e identico a quasi tutti gli internati. L’internato può anche essere spogliato della propria identità con una mutilazione di una parte del corpo che crea la perdita di sicurezza personale. Le punizioni, la terapia di shock o negli ospedali psichiatrici , un’operazione chirurgica possono dare l’impressione ai ricoverati di trovarsi in un ambiente che non garantisce la loro integrità fisica. Al momento dell’ammissione, la perdita di ciò che è la propria identità può impedire all’individuo di mostrare la sua immagine di sé; dopo l’ammissione invece viene attaccata con regole, imposizioni e ordini che spingono poi l’individuo ad adottare espressioni o atteggiamenti che modifica il suo sé. L’individuo può essere sottoposto a vari tipi di umiliazioni come posizioni umilianti, reazioni verbali umilianti ed umiliazione prodotte nel modo in cui gli altri lo trattano; esso però deve sempre impegnarsi in attività le cui implicazioni simboliche sono incompatibili con il concetto che egli ha di se stesso. Esiste anche un’altra forma di mortificazione nelle istituzioni totali ovvero l’esposizione contaminante che comincia nel momento dell’ammissione. Nel mondo esterno, l’individuo può contare su oggetti che gli danno il sentimento di sé ma nelle istituzioni totali questi territori appartenenti al sé sono violati come la violazione della difesa del proprio mondo privato. Al momento dell’ammissione vengono raccolti e trascritti in un dossier che è accessibile allo staff, i riferimenti alla condizione sociale dell’internato, al suo comportamento passato e i fatti più screditanti; ed in ASYLUMS. Le istituzioni totali. alcune occasioni l’internato è costretto ad esporre i fatti e sentimenti relativi al sé a degli estranei. Durante le visite mediche e di controllo l’internato è obbligato a denudarsi davanti a persone di entrambi i sessi, un’umiliazione simile viene imposta quando si è costretti a dormire in dormitori collettivi o a servirsi di gabinetti senza porte. Il tipo più ovvio di questo esporsi contaminante è di natura fisica ovvero la contaminazione e la violazione del proprio corpo o qualcosa di identificabile con il sé. Una forma molto diffusa di contaminazione fisica sono il cibo sporco, alloggiamenti disordinati, asciugamani sudici, scarpe e vestiti impregnati con il sudore di chi li ha usati in precedenza, gabinetti senza sedili e bagni sporchi. C’è anche un’altra forma di contaminazione fisica : stare vicino ai moribondi. L’internato è soggetto ad una mortificazione del sé prodotta da un’esposizione contaminante di carattere fisico ma questo concetto deve essere ampliato in quanto chi produce la contaminazione è un essere umano e quindi l’internato è contaminato in sovrappiù da un contatto intenzionale imposto e da un rapporto sociale forzato. Nelle prigioni e negli ospedali psichiatrici esiste l’abitudine di mescolare diversi gruppi di età, provenienza etnica e razziale, questo fa sentire l’internato di essere contaminato dal contatto con compagni indesiderati. Un altro tipo di esposizione contaminante è il fatto che un estraneo si trova a contatto con ciò che lega l’individuo ad un altro ad esempio quando ad un internato gli viene letta o censurata la posta. Una versione più penetrante dell’esposizione contaminante si verifica nel caso di confessioni istituzionalmente organizzate come ad esempio il confessare ad estranei il rapporto che gli lega ad una persona denunciata e questo può significare un’intensa contaminazione del rapporto stesso, e per suo tramite del sé. Nelle istituzioni totali il dover esporre a qualcuno i legami che ci uniscono a qualcuno può verificarsi in forme anche più drastiche perché ci possono essere occasioni nelle quali si è testimoni di una aggressione fisica, fatta ai danni di un amico e quindi si è costretti a continuare a soffrire la mortificazione di non averne preso le difese. Una fonte di mortificazione meno diretta nei suoi effetti e il cui significato è meno facile da valutare è la rottura della relazione abituale fra l’individuo che agisce e i suoi atti. Il primo fenomeno da considerare è il “circuito” ovvero ciò che provoca una reazione difensiva dall’internato poi verrà presa questa stessa reazione come bersaglio del suo attacco successivo; quindi l’individuo non potrà difendersi nel modo abituale, stabilendo la distanza fra sé e la situazione mortificante. Un esempio di circuito è l’abitudine al rispetto nelle istituzioni totali. Nelle istituzioni totali la difesa del sé viene fatto attraverso situazioni espressive e stimoli umilianti dove il personale curante potrebbe poi punire l’internato avvalendosi del risentimento o dell’arroganza per una punizione. Il processo di unificazione crea nelle istituzioni totali altri esempi di circuito. Nella società civile, nei normali rapporti, la distanza fra il proprio ruolo e il pubblico di fronte al quale lo si recita, evita che le dichiarazioni o le affermazioni fatte sul proprio conto vengano rapportate e confrontate al proprio comportamento in altre situazioni. Mentre nelle istituzioni totali le diverse sfere d’azione sono unificate e quindi la condotta dell’internato gli viene ritorta in un contesto diverso dal personale curante. Attraverso questo circuito, la reazione dell’internato alla propria situazione personale, viene a ribattersi sulla situazione stessa e non gli è consentito mantenere la distanza usale fra le diverse fasi d’azione. In molte attività il giudizio e l’azione dell’autorità sono mantenuti a distanza quindi in queste occasioni l’individuo può programmare le proprie attività, in modo che l’una si inserisca nell’altra; si tratta di una “personale economia d’azione”. Nelle istituzioni totali, invece, anche i più piccoli segmenti dell’attività di una persona, possono essere soggetti alle regole e ai giudizi del gruppo curante. Ogni regola prova l’individuo dell’opportunità di equilibrare i suoi bisogni e i suoi obiettivi in un modo personalmente efficace, e lo fa entrate nel terreno delle sanzioni quindi l’autonomia dell’azione viene violata. Uno dei modi più espliciti di rompere l’economia d’azione di un individuo è obbligarlo a chiedere il permesso o domandare aiuto per delle attività; l’internato quindi viene sottomesso e invece di ottenere ciò che domanda può essere preso in giro, può venire rifiutata la richiesta, può trovarsi a doverla ripetere senza che nessuno lo ascolti e può anche essere mandato via. Le imposizioni sono spesso legate all’obbligo di portare a termine un’attività e questo genere di dominazione si manifesta in sistemi autoritari di tipo militare. Quando viene data un’autorità di tipo militare e una regolamentazione che si applica a tutti i livelli e severamente imposta, gli internati vivono in uno stato d’ansia per la paura di infrangere le regole e nell’attesa delle conseguenze dell’inflazione come violenze ASYLUMS. Le istituzioni totali. fisiche, morte nei campi di concentramento, eliminazione nelle scuole militari per ufficiali e spostamento di reparto in un ospedale psichiatrico. Nelle istituzioni totali, evitare i guai richiede un maggiore sforzo a tal punto che l’internato potrebbe rinunciare a certi livelli di socialità con i compagni per evitare incidenti. I processi di mortificazione hanno alcuni problemi di carattere generale: Le istituzioni totali spezzano o violentano proprio quei fatti che, nella società civile, hanno il compito di testimoniare a colui che agisce e a coloro di fronte ai quali si svolge l’azione, che egli ha un potere sul suo mondo. Il mancato maternimento di questo tipo di maturità e di abilità a livello esecutivo può ridurre all’internato la paura di essere sradicato dal sistema. Un’espressione del proprio comportamento è simbolo del proprio modo personale di autodeterminarsi, questa prova della propria autonomia viene indebolita da certi obblighi specifici. Un'altra considerazione di carattere generale è la logica che viene usata per le aggressioni del sé; questo argomento tende a suddividere le istituzioni totali e i loro internati in tre diversi gruppi. Gli internati ma anche lo staff perseguono attivamente il restringimento del sé : la mortificazione è completata dalla auto mortificazione, le limitazioni dalla rinuncia, le punizioni della autoflagellazione e l’inquisizione della confessione. In alcune istituzioni totali, le mortificazioni sono razionalizzate in settori diversi come l’igiene, la responsabilità nei confronti della vita degli internati, la capacità di combattere e la sicurezza. Nelle istituzioni, le diverse giustificazioni razionali alle mortificazioni del se, sono razionalizzazioni prodotte dal tentativo di manipolare l’attività giornaliera di un gran numero di persone, in uno spazio ristretto e con un numero limitato di risorse. La connessione tra il senso di impotenza dell’internato e il rapporto fra i suoi desideri e la finalità della istituzione, è variabile. Le persone posso decidere volontariamente di entrare in un istituzione ma dopo cessano di essere in condizioni di prendere decisioni importanti. Le istituzioni totali sono fatali per il sé civile dell’internato, perché il grado di interesse del sé civile può variare. Un terzo punto consiste nel rapporto fra questa struttura di interazione simbolica e quella convenzionale psico-fisiologica centrata sul concetto di stress. La mortificazione o il restringimento del sé implica, un senso di tensione ma per un uomo stanco di vivere o privo di colpa può dare sollievo psicologico. La tensione psicologica che è provocata dalle aggressioni al sé, può anche essere determinata da qualcosa che non viene percepito come strettamente legato ai territori del sé. Lo studio dello stress sarà spesso strettamente legato a quello dell’invasione del sé; ma dal punto di vista analitico, saranno coinvolte due differenti strutture. Mentre procede il processo di mortificazione, l’internato incomincia a ricevere istruzioni, formali ed informali sul “sistema dei privilegi”; il quale fornisce una struttura su cui fondare la propria riorganizzazione personale. Ci sono le regole di casa; un sistema di prescrizioni e proibizioni, esplicite e informali che definiscono lo schema dei bisogni dell’internato. In questa rigidità d’ambiente viene offerto un esiguo numero di compensi o di privilegi in cambio dell’obbedienza allo staff. Le punizioni sono la conseguenza alle infrazioni delle regole e consiste nel ritirare temporaneamente o definitivamente i privilegi o nell’abrogare il diritto ad ottenerli. Le punizioni di solito sono più dure di qualsiasi esperienza che l’internato abbia avuto nel mondo familiare. Ci sono alcuni aspetti del sistema dei privilegi da prendere in considerazione : • Le punizioni e i privilegi nelle istituzioni totali sono modalità organizzative tipiche delle istituzioni totali; ma il concetto stesso di punizione e privilegi non corrisponde al significato che esso assume nel mondo civile. I privilegi nelle istituzioni totali consistono nell’assenza di privazioni. • La dimissione da un’istituzione totale è elaborata nel sistema dei privilegi; alcune azioni vengono considerate capaci di provocare un aumento o una diminuzione del periodo di degenza, mentre altre vengono ritenute come mezzi atti per ridurre la pena. • Le punizioni e i privilegi vengono inglobati in un sistema di lavoro di tipo residenziale; gli internati vengono spostati da un luogo all’altro con lo scopo di dare punizioni o compenso per il loro livello di collaborazione. ASYLUMS. Le istituzioni totali. espressioni usate dallo staff per definire un internato che richiede un trattamento “seconda la legge”. L’istituzione e lo staff devono assicurare a internati e parenti che verrà mantenuto un certo tipo di vita dentro l’istituzione stessa. Il trattamento che un internato ha il diritto di esigere potrebbe essere in contrasto con quello desiderato da un altro. L’obbligo dello staff quello di mantenere un tipo di trattamento umano per gli internati, presenta dei problemi; ma altri problemi nascono nel conflitto fra l’esigenza di un livello di vita umano e dall’altro l’efficienza istituzionale. È importane puntualizzare che come le proprietà personali possono interferire con il buon andamento della vita istituzionale, e per questo vengono espropriate fin dall’inizio. Così anche parti del corpo potrebbero rivelarsi in contrasto con l’efficienza organizzativa. Il lavoro il cui oggetto è costituito da persone, differisce da ogni altro tipo di attività, a causa della mescolanza di condizioni diverse e di legami che ciascun internato porta con sé nell’istituzione, e per il tipo di vita umano che deve essere mantenuto. Una diversità si evidenzia sul caso di internati che hanno il permesso di uscire dall’ospedale, poiché l’istituzione risulta responsabile dei guai che possono provocare nel mondo esterno. Ecco perché tante istituzioni non sono a favore per le libere uscite dei ricoverati. Altra diversità è che sotto lo stimolo della minaccia, del premio e ella persuasione gli oggetti umani possono venire educati ed istruiti, tanto da potersi fidare che portino a termine da soli direttive date. Gli oggetti umani però oltre a seguire i piani dello staff, li possono pure ostacolare. Una terza differenza è che a qualsiasi distanza si ponga lo staff, questo materiale “umano” può diventare oggetto di comprensione e di affezione. Lo staff può soffrire se un paziente viene privato di qualcosa; esso se si sente coinvolto e può avvertire di essere stato “scottato” può decidere di ritirarsi e si limita alla prestazione di pratiche, di servizi, ecc. Se un internato compie degli atti autodistruttivi, i membri dello staff devono sfruttare questi atti, manipolando l’internato stesso e prestandosi davanti a questo come duri e autoritari. Così lo staff eviterà che l’individuo agisca contro lo stesso. Le esigenze di questo tipo di lavoro, stabiliscono l’attività giornaliera dello staff; attività che viene effettuata in un particolare clima morale. Lo staff deve far fronte alle ostilità e alla richiesta degli internati, e ciò contro cui gli internati devono scontrarsi, sono gli scopi e le finalità razionali che l’istituzione si prefigge. Gli scopi espliciti delle istituzioni totali non sono molti: il raggiungimento di mete economiche, educazione e addestramento; trattamento medico e psichiatrico; protezione della comunità delle corruzioni e inabilitazione, punizione, minaccia e riabilitazione. Ogni istruzione non deve limitarsi a tentare di realizzare i suoi scopi ufficiali, ma deve anche proteggersi dalla tirannia di una loro ricerca affannosa per evitare che l’esercizio dell’autorità si converta in una caccia alle streghe. Quando all’internato viene concesso di avere rapporti personali con lo staff, il rapporto si presenta sotto forma di lamentele o di richieste da parte dell’internato e di giustificazioni per il trattamento restrittivo da parte dello staff. Dovendo controllare gli internati e dovendo difendere l’istituzione, lo staff si appella al tipo di identificazione globale degli internati che lo consentirà. Il problema dello staff è quello di trovare un crimine che sia adatto alla punizione. Inoltre i privilegi e la punizioni distribuite dallo staff, sono espresse in un linguaggio che riflette gli obbiettivi legali dell’istituzione. Gli internati e lo staff meno qualificato hanno il compito di tradurre questo linguaggio ideologico nel semplice linguaggio di un sistema di privilegi, e viceversa. La finalità istituzionale è applicata anche ad azioni non soggette a disciplina. I campi di “riforma del pensiero” cinesi hanno portato all’estremo questo processo interpretativo, producendo gli innocui eventi giornalieri del passato del prigioniero, in sintomi di azione controrivoluzionaria. Sebbene ci siano teorie psichiatriche sul disordine mentale e teorie sulla criminalità e le attività controrivoluzionarie che le ritengono come il risultato di una particolare influenza ambientale; le istituzioni totali non possono consentire che in parte questo tipo di determinismo. Gli internati devono essere spinti ad autodeterminarsi in un modo manipolabile, e, perché ciò possa essere ottenuto, si deve definire sia la condotta desiderata che quella indesiderata, come derivanti della volontà e dal carattere personale dell’internato; qualcosa su cui egli può agire. La traduzione del comportamento dell’internato in termini monolitici, adatti agli scopi dell’istituzione, conterrà qualche presupposto come quello del carattere della natura umana. Dati il tipo di internati che hanno in carico e il trattamento cui devono sottoporli, lo staff tende a sviluppare ciò che potrebbe essere definito ASYLUMS. Le istituzioni totali. come una teoria della natura umana. Questa teoria razionalizza le attività, provvede un mezzo per mantenere la distanza sociale degli internati, e un giudizio stereotipato su di loro, giustificando il trattamento cui sono sottoposti. Quindi in definitiva la teoria serve a coprire le “buone”e le “cattive” possibilità di condotta dell’internato, le forme che prende il suo ricorrere ad azioni di disturbo, il valore educativo dei privilegi e delle punizioni e la differenza essenziale fra lo staff e gli internati. In molte istituzioni totali, una parte importante della teoria della natura umana, è la convinzione che qualora il nuovo internato sia indotto a mostrare un’estrema deferenza nei confronti dello staff, subito dopo il suo arrivo, risulterà in seguito più docile nel sottomettersi a queste imposizioni iniziali, la sua “resistenza” e il suo “spirito” saranno in qualche modo spezzati. Se gli internati condividono la stessa interpretazione sulla natura umana, il punto di vista dello staff al proposito ne sarà confermato. Un’altra area coperta dalle prospettive istituzionali è quella che riguarda il lavoro. Dato che nel mondo esterno il lavoro, viene fatto in vista della paga, di un profitto o x motivi di prestigio, la perdita di queste motivazioni significa la perdita di alcune interpretazioni dell’azione intrapresa, così risulta necessario trovarne di nuove. Negli ospedali psichiatrici c’è ciò che viene conosciuto come “terapia industriale” o “ergoterapia” dove i pazienti devono svolgere attività umili. La natura di questi compiti deriva dalle necessità dell’istituto e al paziente viene detto che queste attività lo aiuteranno a reinserirsi nella società e che la capacità e la buona volontà che dimostrerà, sarà presa come evidenza diagnostica del suo miglioramento. Infine bisogna dire che il manipolamento degli internati è razionalizzato secondo i fini o le funzioni ideali dell’organizzazione, che comporta un servizio tecnico ad uso di persone. Sono pagati dai professionisti per assolvere questi servizi, anche solo per evitare di mandare gli internati a lavorare fuori dall’istituto. È probabile che i professionisti che collaborano ad una organizzazione istituzionale ne siano poco soddisfatti, non potendo esercitare bene la loro professione ed essendo usati come dei prigionieri, costretti ad aggiungere sanzioni professionali ad un sistema di privilegi. Così possono entrare in conflitto con gli scopi ufficiali dell’istituto, e l’istituto per questo può introdurre un servizio psichiatrico speciale “ psicoterapia di gruppo”, affinché il professionista eserciti la sua professione al migliore dei modi, senza limiti e si sente così gratificato. Anche i membri dello staff possono entrare in conflitto con gli scopi ufficiali dell’istituto. Lo staff in continuo contatto con gli internati, può evitare quanto la sua azione sia contraddittoria, dato che deve costringere gli internati all’obbedienza dando, insieme, l’impressione che sia mantenuto un livello di vita umana e che le finalità razionali dell’istituzione vengono realizzate. CERIMONIE ISTITUZIONALI: Ogni istituzione totale sviluppa una serie di pratiche istituzionalizzate attraverso le quali lo staff e gli internati si avvicinano fra di loro. Queste pratiche esprimono unità,solidarietà ed un impegno univoco nei confronti dell’istituzione. Queste attività portano ad un “rilassamento” dei ruoli. Una delle forme più comuni delle cerimonie istituzionali è il giornale interno, di solito un settimanale e una rivista mensile. Vi sono due tipi di materiale che appaiano nel giornale interno: • le notizie locali, che comprendono, rapporti sulle recenti cerimonie istituzionali, riferimenti ed eventi personali. I testi esprimono congratulazioni e condoglianze, dimostrando quanto l’istituzione partecipi alla vita individuale di ogni suo componente. • materiale che può riflettere un intento editoriale. Esso comprende: notizie del mondo esterno che hanno a che fare con la condizione legale e sociale dell’internato e dell’ex internato, accompagnati da un commento appropriato; articoli originali, brevi storie e poesie; editoriali. Gli articoli sono scritti dagli internati, ma esprimono l’opinione ufficiale sulle funzioni dell’istituto, la teoria sulla natura umana sostenuta dallo staff, una versione idealizzata dei rapporti internati-staff e la posizione che il paziente ideale dovrebbe assumere: in breve, presentano la linea istituzionale. Il giornale interno si mantiene su un equilibrio molto delicato. Lo staff si lascia intervistare, lascia che si scriva di lui, consente che ciò che viene scritto sia letto dagli internati. Nello stesso tempo agli internati viene data l’opportunità di dimostrare di essere abbastanza in alto nella scala umana, da adoperare con competenza il linguaggio e la linea ufficiale. Altre forma di rilassamento dei ruoli, appaiono solo recentemente nelle istituzioni totali e sono le forme di “autogoverno” e la “terapia di gruppo”. Gli internati espongono le proprie idee e un membro scelto dallo staff ne fa la supervisione. Gli internati si trovano a godere del privilegio di trascorrere un po’ di tempo in un ASYLUMS. Le istituzioni totali. ambiente non strutturato ed egualitario, godendo insieme del diritto di presentare lamentele. In cambio gli si richiede di rinunciare alle ribellioni e di essere più docili all’ideale- del- sé che lo staff definisce per loro. In tutte queste circostanze è evidente come si forma un tipo di alleanza fra staff e internati. Un genere di cerimonia istituzionale è la festa annuale alla quale staff e internati intervengono mescolandosi in forme di socialità standardizzate come mangiare insieme, partecipare a giochi e balli. In queste circostanze lo staff e gli internati hanno la licenza di prendersi alcune libertà attraverso la linea di frontiera che li separa, e questi contatti sociali possono esprimersi anche in rapporti sessuali. A volte questa libertà può arrivare fino al punto di provocare un’inversione rituale dei ruoli, durante la quale lo staff serve a tavola gli internati e fa loro altri servizi. Nelle istituzioni totali la festa annuale è spesso collegata alla celebrazione di Natale. Una volta all’anno gli internati addobbano l’istituto con decorazioni. Vengono distribuiti fra gli internati doni e favori; le visite possono durare di più e le restrizioni sulle licenze vengono ridotte. Un’altra interessante cerimonia istituzionale è il teatro istituzionale. Di solito gli internati recitano e lo staff organizza. Il testo è scritto da membri dell’istituzione, staff o internati. La rappresentazione quindi può essere piena di riferimenti locali dando così, un senso della realtà degli eventi interni all’istituzione. Spesso lo spettacolo consiste in sketches satirici che prendono in giro gli esponenti più noti dell’istituto, in particolare lo staff. Vi possono essere anche rappresentazioni drammatiche che raccontano gli errori passati di simili istituzioni totali in contrasto con il presente che si presume migliore. Il pubblico di questo genere di spettacoli sarà costituito sia da internati che dallo staff, ma possono partecipare anche gli esterni. Il fatto che lo spettacolo può essere presentato a volte ad un pubblico esterno fa si, che i parenti degli internati, possono ispezionare l’ospedale aperto una volta all’anno, e rendersi conto dell’alto livello di vita umano che vi si mantiene. In questa circostanza gli internati e lo staff possono dimostrare di essere in buon rapporto fra di loro. L’apertura dell’ospedale è una possibilità di successo e si verifica entro i limiti in cui l’istituzione accetta di esporsi. Durante questa messa in scena istituzionale, i visitatori vengono accompagnati dagli internati più collaborativi e cordiali e nelle zone più accoglienti dell’istituto,preparate bene per questo motivo, facendo credere ai visitatori di avere ispezionato tutto l’istituto. La messa in scena istituzionale, può riuscire a convincere gli internati stessi di trovarsi nella migliore istituzione di quel tipo. Le modalità della messa in scema istituzionale ci dicono qualcosa del processo di simbolizzazione. Primo, la facciata che l’istituzione abitualmente mostra è probabilmente la parte nuova, moderna,che cambierà ogni qual volta saranno apportati ammodernamenti e aggiunte. Secondo, la messa in scena non ha bisogno di essere strettamente legata ad aspetti apertamente cerimoniali dell’istituzione, come aiuole e tende inanimate, ma punta su attrezzature come l’ultimo tipo di cucina, o un complesso apparato chirurgico. Infine, ogni oggetto di scena avrà necessariamente implicazioni autonome; sebbene queste possono non corrispondere all’impressione che l’oggetto crea, possono risultare lo stesso significative. Le cerimonie istituzionali che si verificano per mezzo di canali di comunicazione come il giornale interno, le riunioni di gruppo spettacoli di beneficienza, è probabile assolvano ad alcune funzioni sociali latenti; alcune di queste sembrano evidenti in un altro tipo di cerimonie istituzionali, gli sport che si svolgono nell’ospedale. La squadra è formata da un gruppo di internati, scelti fra quelli che si sono dimostrati i migliori in competizioni interne. Attraverso la competizione con gli esterni i “campioni” assumono un ruolo che esce dallo stereotipo di ciò che è un internato. Lo staff, non si limita di istruire le squadre di in ternati, ma vi partecipa occasionalmente, dimenticandosi delle differenze sociali. Anche durante un servizio religioso si può intravedete l’unione dello staff e degli internati. In tutte le cerimonie istituzionali lo staff si trova a giocare più di un ruolo di controllo. Spesso un esponente ufficiale di alto grado le presenzia, in rappresentanza della direzione e dell’intera istituzione. In quei casi, si veste bene, si commuove, consegna premi. Mentre recita questo ruolo, il suo modo di rivolgersi agli internati sarà fraterno. Ai membri dello staff vengono forniti alcune persone cui siano abbastanza legati da poter giocare anche il ruolo di vecchi zii. In queste cerimonie vi partecipano tutti gli strati dell’istituzione, non tenendo conto delle differenze che ci sono, ma nello stesso tempo viene fissato loro un posto che ne esprime la condizione. Queste pratiche cerimoniali si adattano bene all’analisi di Durkheim: una comunità separata in internati e staff, poi attraverso queste cerimonie, mantenersi unita. Può capitare però che lo staff si senta obbligato a partecipare a queste cerimonie, e si lamenta; gli internati partecipano, invece, per anticipare il tempo delle dimissioni o per ottenere qualche privilegio o favore, e magari si annoiano pure. Nelle istituzioni totali può capitare che ci siano aneddoti di identità. Gli internati vengono confusi per membri dello staff e viceversa. Un altro errore di identità si verifica quando un membro di un gruppo imita un membro dell’altro. Inoltre si riscontrano drammi di identità nel caso di persone che, ASYLUMS. Le istituzioni totali.