Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Storia dell'Infanzia: Costruzione Sociale e Trasformazione delle Pratiche di Allevamento, Sintesi del corso di Pedagogia dell'infanzia e pratiche narrative

La storia dell'infanzia come campo del sapere contiguo alla pedagogia dell'infanzia. Il suo studio permette di ampliare la conoscenza del passato in due livelli: da una parte, attraverso la ricostruzione delle condizioni di vita dei bambini in epoche diverse e le relazioni con gli adulti, pratiche educative e modelli culturali. Dall'altra, per migliorare la comprensione dei fenomeni del presente, cogliere le novità, le somiglianze e le continuità. La storia dell'infanzia si divide in due aree di ricerca: la storia sociale dell'infanzia e la storia dell'immaginario relativo all'infanzia.

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

Caricato il 23/07/2019

margherita.mori.101
margherita.mori.101 🇮🇹

4.3

(17)

44 documenti

1 / 7

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Storia dell'Infanzia: Costruzione Sociale e Trasformazione delle Pratiche di Allevamento e più Sintesi del corso in PDF di Pedagogia dell'infanzia e pratiche narrative solo su Docsity! Capitolo 2 L’infanzia nella storia e nella storiografia: il contributo di Philippe Ariès Dal punto di vista storiografico l’infanzia si colloca in un territorio scoperto di recente. Nell’ambito della storia sociale e nella storia sociale dell’educazione, l’infanzia è uno dei soggetti più significativi (anche se meno studiati di altri), sicuramente uno degli ultimi ad essere stato scoperto da parte di chi si occupa di ricerca storica L’interesse per questo soggetto particolare ( a lungo ignorato dalla storiografia ufficiale)si è realizzato grazie ad un profondo cambiamento nella metodologia della ricerca storiografica e durante uno stagione di profondo rinnovamento dei temi sottoposti a indagine storica. La storia sociale (nata negli anni sessanta del Novecento) è un ambito di ricerca storiografica interessato a ricostruire gli aspetti della vita quotidiana dei soggetti che usualmente non partecipavano individualmente ad avvenimenti notevoli che fanno la grande storia , sono soggetti che non hanno compiuto gesta degne di nota e che non avrebbero mai potuto lasciare tracce di sé nei documenti ufficiali o in qualche opera d’arte o d’ingegno. Sono le innumerevoli vite rimaste nell’anonimato ma, che con il proprio lavoro e con la loro semplice esistenza hanno sorretto il divenire storico raccontato nella storia con la S MAIUSCOLA. La storia sociale si interessa alla dimensione umana del passato: quella della vita familiare, del lavoro, della quotidianità, dell’immaginario popolare e collettivo, della mentalità e delle forme che essa dà alle pratiche e alle relazioni nei diversi contesti sociali. C’è una storia che si muove sopra le teste delle persone comuni, scandita attraverso gli avvenimenti significativi che hanno conseguenze che cambiano il mondo o una parte di esso, la realtà dell’uomo o un aspetto di essa.-> e’ la cosidetta storia evenemenziale, storia scritta attraverso i fatti e gli accadimenti. (es: 12 ottobre 1492 quando un europeo entra in un continente sconosciuto). Accanto alla storia evenemenziale, se ne possono scrivere altre che non si basano sul racconto di eventi e l’analisi delle cause che li hanno prodotti e delle conseguenze che hanno innescato-> sono storie di soggetti marginali rispetto a quella prospettiva, sono storie scritte dal basso che tentano di incrociare le esistenze di persone non intercettate dalla storia che volta troppo in alto. Questa storia vista dal basso è la STORIA SOCIALE, è una storia non fatta di grandi cambiamenti ma, di lunghe durate. È una storia apparentemente immobile, nella quale il cambiamento può essere osservato solo attraverso lo scorrere del tempo e delle generazioni; non è la storia scritta attraverso i fatti che determina il cambiamento, ma quella scritta attraverso fenomeni che durano a lungo e che resitono quasi immutati al di sotto dei cambiamenti prodotti dai fatti. -COMPRENSIBILE IL MOTIVO PER CUI L’INFANZIA SIA POTUTA EMERGERE ALL’ATTENZIONE DELLO STORICO SOLAMENTE QUANDO L’IDEA STESSA DI STORIA SI ALLARGA FINO A COMPRENDERE DIMENSIONI ALTERNATIVE RISPETTO A QUELLA TRADIZIONALE: Il bambino è il soggetto marginale per eccellenza in ogni epoca e in ogni contesto sociale, non ha la possibilità di lasciare la propria traccia della sua esistenza e del suo passaggio, è un soggetto senza voce, inifluente fino a che non diventa altro da sé assumendo i tratti e i comportamenti dell’adulto, solo nel momento in cui trascende se stesso e diventa più simile all’adulto, può acquisire una visibilità, almeno nell’immediatezza del fare quotidiano. SUL PIANO STORICO UN SOGGETTO CHE ABBIA TALI TRAIETTORIE E TALE CARATTERISTICA ESISTENZIALE RESTA SOFFOCATO DALLA PRESENZA DELL’ADULTO. Tra tutti i soggetti marginali della storia l’infanzia è quello più ignorato, incompreso, muto e violato. L’infanzia emerge come soggetto degno di avere una storia e ci vuole qualcuno che si impegni per scriverla quando la storiografia amplia i suoi temi e le sue fonti. Lo studio della storia dell’infanzia permette di allargare la conoscenza del passato da almeno d2 punti di vista: QUANTITATIVO E QUALITATIVO. - Sul piano quantitativo: permette di dare visibilità ad un soggetto ignorato(APERTURA ORIZZONTE INESPLORATO ALL’INDAGINE E ALLA RICOSTRUZIONE). Si comincia a costruire un campo di sapere che consente di aggiungere nuovi tasselli alla conoscenza storica. -Sul piano qualitativo: Studiare la storia dell’infanzia permette di leggere in modo più approfondito la costruzione e la lenta trasformazione degli assetti sociali nel divenire delle civiltà e delle epoche consente di approfondire la conoscenza delle strutture familiari e delle interazioni sociali, la formazione e la trasformazione delle regole interne alla comunità del passato, l’evoluzione dei rapporti di trasmissione culturale tra le generazioni. Lo studio dell’infanzia permette di concentrare l’attenzione sulle pratiche di allevamento e di cura, sui modelli educativi e sui processi di socializzazione propri di una civiltà cioè sui sistemi attraverso i quali essa garantisce la propria conservazione in continuità e trasformazione. La storia dell’infanzia permette di mettere in luce vicinanze e continuità nelle pratiche educative, di allevamento e di cura rivolte ai bambini in epoche diverse. I motivi per cui ha senso ricostruire la storia dell’infanzia riservando al bambino uno sguardo specifico nell’analisi del passato è riconducibile a due livelli di conoscenza: -il primo: riguarda l’ampliamento delle conoscenze su un soggetto inedito mai studiato in prospettiva storica. La storia dell’infanzia restituisce voce e visibilità ad un protagonista costantemente presente ma, altrettanto invisible nel mondo adulto e questa dimensione storiografica diventa fonte di informazioni che allargano e approfondiscono la nostra conoscenza della società del passato. Studiare l’infanzia significa ricostruire le condizioni di vita delle bambine e dei bambini nelle epoche diverse dalla nostra, ma anche le relazioni con gli adulti, le pratiche educative e più in generale i modelli culturali di riferimento e le idee diffuso nell’immaginario collettivo. -il secondo: riguarda la nostra possibilità di interpretare meglio i fenomeni del presente, cogliere le novità rispetto al passato ma, anche le somiglianze e continuità.o -STORIA DELL’INFANZIA: Campo del sapere continguo alla pedagogia dell’infanzia. Se l’intento di conoscere meglio il mondo del bambino per migliorare la sua qualità di vita presente e futura utilizzando le risorse educative che la società ha a disposizione è il fine ultime della pedagogia dell’infanzia, allora diventa importante rintracciare le radici più profonde di tipo psicologico, socio-culturale ed economico-politico che ancora alimentano le situazioni di disagio, i fenomeni di sfruttamento. Attraverso il lavoro, le pratiche violente di diverso genere, la condizione di esclusione dei diritti ecc. Il nuovo interesse per la storia dell’infanzia è recente (nasce negli anni sessanta del Novecento) e si articola in due direzioni in relazione a due ambiti distinti ma strettamente intrecciati tra loro: 1)-Da un lato, nasce una STORIA SOCIALE DELL’INFANZIA attenta a rintracciare i segni e testimonianze del passaggio dei bambini in quei luoghi dove storicamente essi hanno da sempre vissuto la loro infanzia ovvero la famiglia, le istituzioni sociali sorte allo scopo di ospitarli, di educarli o curarli, i luoghi di lavoro. 2)Dall’altro, si sviluppa un interesse per la STORIA DELL’IMMAGINARIO RELATIVO ALL’INFANZIA che privilegia la ricostruzione degli atteggiamenti psicologici ,delle credenze popolari, idee che riguardano gli aspetti e momenti significativi della vita dei bambini e le relazioni con il mondo adulto). La storia sociale dell’infanzia è alimentata dall’interesse per la ricostruzione delle condizioni materiali di vita dei bambini durante le epoche passate: luoghi, oggetti , strumenti che hanno contrassegnato l’esistenza dei bambini; le pratiche di controllo, di disciplinamento e di socializzazione attraverso le quali essi hanno fatto esp del mondo concreto della realtà quotidiana della vita nel trascorrere delle giornate verso l’età adulta. È un ambito di ricerche storiche che si concentra sugli aspetti piu’ concreti della vita di tutti i giorni: il bambino nella famiglia, con attenzione particolare allo studio delle pratiche e delle tradizioni di allevamento e di cura nel corso della storia, la nascita e l’evoluzione di istituzioni sociali esterne alla famiglia che hanno il compito di surrogarla e affiancarla nella tutela e nell’ed dei figli come gli asili , i collegi, le scuole gli orfanotrofi, i berotrofi e gli ospedali, le attività svolte dai bambini durante la giornata (giochi, o i lavori), connessi a tale specificità, è un sentimento nuovo, un riconoscimento che equivale alle messa a fuoco di un oggetto alieno che l’adulto ha sempre avuto troppo vicino a sé per coglierlo senza sovrapporsi ad esso ed espropriarlo della sua identità. Si sviluppa l’interesse verso il bambino -> quindi si ha il capovolgimento del modello tradizionale di infanzia. È un interesse nuovo che viene connotato da amore, tenerezza, protezione e cura -> si diffonde nelle élites aristocratiche durante la modernità tra il 1500 e 1700 e giunge a maturazione nella famiglia borghese nel 1800, si diffonde in tutti gli strati della popolazione nel corso del 900 diventando modello dominante nella società occidentale. Con il sentimento dell’infanzia cambia il modo di amare i bambini (non si esclude che i genitori non amassero i propri figli nel medioevo) -IL SENTIRE CHE ARIES VUOLE ESPRIMERE: E’ un moto della MENTE non del cuore, -> una volta che il bambino viene riconosciuto per quello che è, l’amore che l’’adulto è portato ad esprimergli crescerà in termini qualitativi. -ANCHE I GENITORI MEDIEVALI AMANO I PROPRI FIGLI; con il SENTIMENTO DELL’INFANZIA cambia il modo di amare i bambini perché la consapevolezza della debolezza, del bisogno di cure, della dipendenza del figlio fa si che i genitori assumano maggior responsabilità.(prima lasciate al destino, alla sorte, a qualunque cosa sfuggente dal controllo dell’uomo). I genitori diventano sempre più consapevoli delle esigenze che sono connesse alla crescita dei propri figli, la famiglia viene riorganizzata in risposta ai bisogni e alle necessità dei bambini.che da presenza marginale e transitoria diventa il FULCRO ATTORNO AL QUALE RUOTA TUTTA LA VITA FAMILIARE. Nell’età contemporanea si compie il passaggio da un’infanzia trascurata largamente invisibile e precocemente adultizzata secondo il modello di durata che abbiamo definito tradizionale ad un’infanzia di classe con caratteristiche e condizioni di vita differenti a seconda del contesto sociale di appartenenza delle famiglie. Non vi è un unico modello di infanzia nel corso dell’800 in Europa bensì la compresenza di più modelli di riferimento, vi è la permanenza del vecchio accanto alla comparsa del nuovo. -COME OGNI CAMBIAMENTO ANCHE LA TRASFORMAZIONE DELL’IDEA DI INFANZIA E’ IN PROCESSO AMBIVALENTE E CONTRADDITORIO, NON LINEARE E UNIVOCO(OMBRE ACCANTO A LUCI). Qui Ariès si ferma(storico dell’età medioevale) e lascia ad altri il compito di analizzare il periodo in cui avviene il lento ma, deciso trapasso da un modello tradizionale di infanzia, di lunghissima durata ad un modello nuovo che emerge con chiarezza all’interno della società ottocentesca per svilupparsi appieno nel secolo successivo. -Sguardo alle rappresentazioni artistiche dell’infanzia (le fonti iconografiche sono un importante serbatoio di informazioni) a patto che chi li interpreta ponga le giuste domande alle immagini come affermava ARIES. In modo questo modo si può vedere come nell’arco dei secoli lentamente si vadano modificando le modalità di rappresentazione dell’infanzia all’interno dell’arte religiosa, spia della difficile ma, anche costante maturazione di un nuovo sentimento dell’infanzia. FIGURA 1 “MADONNA COL BAMBINO TRA GLI ANGELI” E’ uno dei più antichi affreschi in cui sia presente la figura infantile. È un affresco della prima metà del VI (501-600)secolo che rappresenta la Madonna col bambino tra gli angeli.. FIGURA 2 “BAMBINI CAVALCOANO UN DROMEDARIO CON LA LORO GUIDA” L’immagine risale alla fine del VI secolo, è un frammento di un mosaico raffigurante due bambini che giocano a cavallo di un animale tenuto da un adulto. -> Entrambi i quadri sono due rari esempi di infanzia nell’arte tardo-antica, in cui i volti dei bambini non presentano alcun tratto che permetta di riconoscerli come tali, rispetto agli altri personaggi essi si caratterizzano solo in virtù delle dimensioni ridotte della loro figura: SONO A TUTTI GLI EFFETTI ADULTI IN MINIATURA. FIG 3”MADONNA CON BAMBINO” Essa è del IX(801-900) secolo, e rappresenta un esempio che permette di considerare quanto a lungo abbia perdurato nel corso dell’età medioevale la difficoltà di giungere ad un riconoscimento pieno del bambino. Anche in questa opera ciò che la madre tiene in braccio assomiglia più un piccolo adulto che non ad un bimbo di pochi mesi. Quando l’arte religiosa troverà maggior diffusione a partire dal XI (1001-1100)secolo, soprattutto grazie alla produzione di icone rappresentanti Madonne con il bambino ne incontreremo tantissime perché appunto per dare credito alla ricostruzione storica di ARIES è più saggio considerare l’arte povera e popolare che trova diffusione tra le persone appartenenti agli strati non privilegiati della società medievale. -DAL SECOLO XI: La coppia MADONNA-BAMBINO continuerà ad affrescare le pareti dei luoghi di culto, trovando un ampia diffusione ed una penetrazione ancora più profonda tra le famiglie popolari grazie alla diffusione delle icone (che sono di più larga e facile fruizione). -INTORNO AL XII SECOLO(101-1200): Emergono soprautto due modelli ovvero quello della MADONNA DELLA TENEREZZA e quello della MADONNA CHE INSEGNA LA RETTA VIA. -INFANZIA NON HA ANCORA ASSUNTO NELLE IMMAGINI CHE LA RIPRODUCONO NESSUNO DEI SUOI TRATTI DISTINTIVI. Tra il XII e fino al XIII secolo i mutamenti sono impercettibili -> es Fig 8 (pala d’altare di Cimabue) e Fig 9 (tavola di un Giotto ancora giovane). COSA A NOI ANCORA UNA VOLTA INTERESSA NOTARE: PERMANENZA DI RAPPRESENTAZIONI D’INFANZIA CHE RIMANDANO AD UNA VISIONE DEL BAMBINO NON COSI’ SUFFICIENTEMENTE MATURA DA COGLIERNE LA SPECIFCITA’. Alcuni dettagli rivelano la lenta trasformazione che più avanti emergerà con chiarezza: es nell’opera di Giotto la posizione delle mani della madre, esprime protezione e sostegno, o il piede destro del bambino è leggermente sollevato per cercare appoggio. Sono piccoli movimenti colti in dettagli marginali che rivelano una tensione verso l’approfondimento della personalità dei singoli personaggi raffigurati e della relazione che li unisce. Per osservare i cambiamenti più significativi quindi si deve dare attenzione ai dettagli. In altri lavori artistici di periodi successivi si comincia a guardare al bambino con una consapevolezza più profonda della sua identita’ infantile. ES:.NATIVITA’ DEL BEATO ANGELICO: Viene raffigurato come il neonato viene messo al mondo, e quindi il bambino inizia a comparire nudo; i tratti del volto si addolciscono, il corpo assume una posizione più naturale, e non più la semplice riproduzione in scala ridotta della figura a suggerire la differenza del bambino rispetto alle altre figure, sono nuovi dettagli come la chiarezza della pelle rispetto a quella degli adulti e l’incarnato roseo delle guance. 2)UN’OPERA PIU’ TARDA DI GIOTTO: In essa ciò che maggiormente colpisce non è tanto il volto del bambino, quanto la mano che tiene il dito della madre, un gesto di grande naturalezza che suggerisce intimità e affettuosità. Gli esempi riportati saranno solo alcune spie di una nuova sensibilità che ancora resta sommersa e nascosta al di sotto del prevalere delle forme di rappresentazioni più tradizionali e meno rivoluzionarie come quella di MARGARTIONE D’AREZZO “MADONNA COL BAMBINO” del 1250 circa(XII SECOLO). Con il tempo questa sensibilità inizia a penetrare anche a livello dell’arte più, meno rivoluzionaria e più legata alla tradizione : Se l’artista meno capace non è in grado di suggerire con l’invenzione, lo può fare sciogliendo le pose statiche dei soggetti raffigurati e dando una dimensione di familiarità e di vita alla coppia madre-bambino . Si può vedere nelle figure 13 e 14 datate XIII-XV SECOLO(1200-1500): le sembianze del bambino non sono ancora colte in modo realistico, ma la dinamica madre-bambino nel modello della tenerezza rimanda a scene quotidiane.più ludiche, più intime e testimonia il mutare degli atteggiamenti adulti verso l’infanzia. -A TESTIMONIANZA DI QUANTO IL NUOVO SI INSERISCA IN UN CONTESTO DOVE DOMINA IL TRADIZIONALE E PERSISTE IL CONSUETO: Molto differenti appaiono le icone della seconda coppia appartenenti a secoli successive rispetto alle prime (15 e 16) dunque sul FINIR DEL MEDIOEVO VI E’TANTO IL NUOVO QUANDO IL VECCHIO. -MENTE L’ARTE RELIGIOSA POPOLARE TRA IL SECOLO XIV E IL XVII EVOLVE SECONDO IL DIFFONDERSI DEL SENTIRE COMUNE, NEL FRATTEMPO L’ARTE ISPIRATA AI GRANDI ARTISTI DEL RINASCIMENTO IMMETTE LA QUOTIDIANITA’ AL SACRO E COSI’ ALIMENTA E ANTICIPA LA TRASFORMAZIONE DELLA MENTALITA’ IN RAPPORTO ALL’INFANZIA. -ADESSO: L’arte ha una maturità tale da ritrarre il bambino mostrandolo per quello che è, con le sue fattezze esteriori(restituite con attenzione e cura) e soprattutto gettando uno sguardo sempre più profondo sulla sua interiorità. -ARTISTI: Cominciano a vedere il bambino in carne ed ossa, lo possono ritrarre e così lo mostrano ai contemporanei, che a loro volta lo riconoscono e sembra che sia normale adesso vedere il proprio figlio dentro ai quadri dei maestri mentre in realtà è una presenza nuova e del tutto inaspettata(FIG 17 DI LEONARDO DA VINCI “ LA MADONNA, IL BAMBINO E SAN GIOVANNINO” DEL 1550, 18 DEL 1426 “ MADONNA CON IL BAMBINO” DI MASACCIO E 19 “RITRATTO DI VECCHIO CON NIPOTE” DI DOMENICO GHIRLANDAIO DEL 1488).