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Governo rappresentativo: scelta forme e criteri per buona amministrazione - Prof. Arienzo, Schemi e mappe concettuali di Storia Delle Dottrine Politiche

Due teorie sulle istituzioni politiche e la questione della scelta delle forme di governo. Sulla necessità di definire i compiti dei governi e di identificare la forma migliore per raggiungere determinati obiettivi. Viene inoltre presentato il criterio per una buona amministrazione, basato sulla permanenza e l'avanzamento (ordine e progresso) e l'importanza del benessere dei cittadini.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2022/2023

Caricato il 10/02/2024

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Scarica Governo rappresentativo: scelta forme e criteri per buona amministrazione - Prof. Arienzo e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia Delle Dottrine Politiche solo su Docsity! Considerazioni sul governo rappresentativo Capitolo 1 Fino a che punto le forme di governo sono questione di scelta. Tutte le riflessioni sulle forme di governo recano l’impronta di due opposte teorie delle istituzioni politiche: più precisamente si tratta di due concezioni antitetiche su cosa sono le istituzioni, secondo alcuni: Il governo: arte pratica che affronta questioni relative solo a fini e mezzi (insieme di invenzioni e congegni) come strumento per il raggiungimento di scopi umani. Secondo questa concezione, l’uomo ha la possibilità di metterle in funzione e di delinearne il modello, ci sono due passi importanti da fare per ciò ovvero: -definire i compiti che spettano ai governi -rintracciare la forma di governo migliore per raggiungere determinati obiettivi. Dopo aver definito questi punti e individuata la forma di governo migliore non resta che cercare attorno a queste opinioni il consenso dei cittadini e sollecitarli a prendere iniziative per instaurarlo, ma questa dottrina che assimila una forma di governo a una macchina meccanica, le istituzioni sono un prodotto meccanico, ma vediamo le due definizioni delle concezioni contrapposte. Istituzioni: 2 definizioni - come prodotto spontaneo, una branca della storia naturale, assunte per come si presentano e la cui struttura conosciuta per consentire un miglior adattamento; - come derivato di un popolo, delle sue abitudini e dei suoi desideri. Entrambe le definizioni non sono del tutto veritiere ma neanche totalmente in errore Innanzitutto le istituzioni politiche: - sono un prodotto umano (create e modificate dall’uomo) - la macchina politica non agisce da sola, ma necessita della partecipazione attiva del popolo, e questo punto implica 3 condizioni: 1. Il popolo deve accettare la forma di governo destinata; 2. Il popolo deve garantire tramite le proprie capacità e la propria volontà l’esistenza delle istituzioni e rendersi disponibile alle loro richieste; 3. Il popolo deve impegnarsi affinché siano soddisfatte le condizioni dell’azione. Non è tutto lineari, difatti rivediamo spesso degli ostacoli nell’instaurazione del governo, come quello morale: il più frequente, esistono nazioni che non si sottometteranno mai all’autorità di altri che non siano famiglie che li governano da secoli. Tuttavia esistono anche dei casi in cui un popolo è incline a qualunque forma di governo che gli viene proposta ma non ha le giuste capacità per realizzarla (lo stesso che si riscontra alla presenza di un leader carismatico a cui il popolo si sottomette rinunciando anche alla sua libertà, dimostrando di non essere maturo per essa). Un altro caso è quando una nazione non intende e non ha le condizioni giuste per rispettare gli obblighi del governo. In questi casi l’incremento della forza coattiva è   necessario quando un popolo è privo di requisiti indispensabili alla vita civile. Quando in una comunità uscita dallo stato selvaggio si riscontrano comportamenti devianti e contrari al senso civile (un uomo che pugnala qualcuno e i testimoni voltano lo sguardo) è per colpa del governo precedente. Esiste anche l’ostacolo materiale: (le grandi monarchie frammentavano il potere tramite il sistema feudale). Il problema di questi ostacoli è tanto consistente da rendere difficile l’opera di governo, 1 ma non tale da impedirne il funzionamento. In questo contesto le forme di governo vengono cambiate repentinamente, accelerando anche il progresso. Quando una istituzione è conforme ai gusti del popolo, le norme verranno accettate con più facilità e saranno apprese nella loro logica di funzionamento (un popolo è spinto a fare ciò che è abituato a fare); Tuttavia le sue abitudini non determinano un’istituzione. Bisogna dunque sperimentare nuove vie. Può darsi che un popolo sia ancora immaturo per ricevere buone istituzioni, ma il modo giusto per renderlo più idoneo a recepirle è stimolarne il desiderio. Il metodo di educazione è il solo a poter incidere sulla cultura di una nazione, utile per poter usare un’istituzione una volta entrata in vigore (indispensabile per evitare di raggiungere troppo precocemente gli obiettivi di un popolo che va oltre le sue capacità). Dunque: - Le istituzioni e le forme di governo sono una questione migliore di scelta. - L’obiettivo più razionale è quello di introdurre le istituzioni che si adattano meglio al paese - In politica bisogna rintracciare al di fuori del congegno la forza che deve mettere in moto il sistema - La forma di governo è già fissata e determinata in anticipo dalle condizioni del paese - L’essenza del sistema e del supremo potere sono decisi da circostanze sociali - Chiunque eserciti il potere in una società (che possederà poi il potere politico) non ha un potere passivo. Non è quindi del tutto inutile influenzare la costituzione facendo leva sull’opinione (forza attiva). - Il principio per cui il regime politico di una nazione deriva dalle forze sociali esistenti è vero se esalta i tentativi per delineare una scelta razionale sulle forme di governo applicabili nelle condizioni sociali esistenti. Capitolo 2 Il criterio per una buona forma di governo. Entro delle condizioni, la forma di governo di un paese è materia di scelta e per questo è necessario definire i criteri per orientare la scelta che corrispondono agli interessi di una determinata società. - Occorre prima di tutto individuare le funzioni di governo. Esse si devono adattare ai differenti assetti sociali; i caratteri di un governo non possono essere solo inquadrati nella cornice legale delle sue funzioni ma pensare al benessere e agli interessi dell’umanità. - Per vagliare la bontà di governo esiste uno strumento fornito dagli interessi collettivi, la cui classificazione nasce e si conclude con una ripartizione tra ordine e progresso (permanenza o avanzamento). - progresso: un’esigenza della società, inteso in senso di miglioramento, accrescimento - ordine: nella sua accezione più ristretta significa obbedienza, si ritiene infatti che un governo riesca a preservare l’ordine solo se è in grado di farsi obbedire, In un significato più ampio l’ordine è preservazione della pace e la cessazione della violenza privata. Solamente il dispotismo illimitato è in grado di esigere che ogni cittadino obbedisca agli ordini, bisogna quindi restringere la definizione e parlare solo di ordini generali emanati sotto la forma di legge: In questo senso l’ordine è requisito fondamentale del governo: un governo che non è in grado di far rispettare i propri ordini non governa affatto. L’ordine non è tuttavia il fine per cui un governo viene istituito: attraverso esso il governo può perseguire altri scopi, infatti 2 Capitolo 3 Il governo rappresentativo come forma ideale di governo. In un regime dispotico si ha solo un patriota: il despota che se efficiente renderebbe una monarchia assoluta la migliore forma di governo. Ma questo risulta una falsità poiché tale despota dovrebbe essere onniveggente e per fare tutto il re dovrebbe disporre di energie straordinarie e illimitate (si avrebbe allora un rapporto sovrumano che dirige un popolo mentalmente passivo). In tale regime rimarrebbe la religione, che per  si ritrae e smarrisce ogni significato sociale. In un regime dispotico le cose vengono affidate al governo, tutti si dimostrano refrattari ad affrontare le difficoltà quasi fossero calamità naturali. Chi si affida alla mano forte del despota non considera che l’obiettivo principale del governo è il benessere del popolo, beneficio collegato alle libere istituzioni. Se il fine è il miglioramento individuale, questo non può essere costruito con la forza dal despota. Nell’educazione del popolo occorre preoccuparsi di preparare gli individui ad una forma di vita libera e autonoma. Il ricorso alla dittatura può essere giustificato solo per un tempo limitato, diversamente un buon dispotismo è solo un falso ideale che può facilmente convertirsi in qualcosa di feroce. Esso produce un indebolimento dei pensieri nei cittadini, quando invece bisognerebbe attribuire responsabilità ai cittadini, chiamandoli periodicamente a elezioni. Il governo ideale   quello che arreca maggior benefici quando inserito in circostanze favorevoli. Il governo completamente popolare è quello che può reclamare più di ogni altro la qualifica di forma politica ideale. Soddisfa i caratteri di buona amministrazione della cosa pubblica e del miglioramento del carattere nazionale. - La sicurezza del singolo è proporzionata alla sua capacità di autotutela - Ciascuno è l’unico custode dei suoi diritti e dei suoi interessi Il comunismo diventerà realtà quando gli uomini smetteranno di anteporre il proprio interesse personale agli altri. Il diritto alla partecipazione deve essere di tutti, ogni classe deve avere la sua rappresentanza. Quando qualcuno è tenuto fuori dalle decisioni, i loro interessi sono sprovvisti delle garanzie accordate. Chiariamo una questione fondamentale: sono meglio caratteri attivi o caratteri passivi che tollerano i mali? Per i moralisti sono meglio i caratteri attivi, tuttavia ad essere preferiti sono i tipi tranquilli. Il miglioramento è realizzato da caratteri insoddisfatti. Il carattere che migliora combatte contro le tendenze e il potere della natura. Una parte cattiva del carattere è l’invidia che vede il successo altrui come fatalità e non come merito. L’inerzia, la mancanza di desiderio e di ambizioni sono le cause dello stato selvaggio. Il governo di pochi o di uno è connaturato ai caratteri passivi, I governi dispotici inculcano ai sudditi la lezione della sottomissione alla legge degli uomini. La libertà produce effetto tonificante sul carattere dell’individuo quando possiede eguali diritti a tutti gli altri, solo il governo del popolo soddisfa le esigenze della vita sociale. 5 Capitolo 4 Le condizioni sociali nelle quali non è possibile il governo rappresentativo. Il governo rappresentativo è il tipo ideale di governo, ogni paese può adattarsi ad esso secondo il suo livello generale di civiltà, quasi sempre: infatti cessa di essere ammissibile quando risulta inapplicabile, ovvero dove mancano garanzie di stabilità, occorrono cioè le tre garanzie del primo capitolo: - Un popolo disposto a riceverlo - Un popolo con la volontà e la capacità di conservarlo - Un popolo disposto ad adempiere ai doveri e di svolgere le funzioni richieste dal governo Infatti spesso troviamo popolazioni in cui l’opinione è contraria, in genere la dottrina della obbedienza passiva significa che bisogna sottomettersi alla volontà del potere vigente, sia esso monarchico o popolare. Di solito l’introduzione del rappresentativo incontra una grande indifferenza e l’incapacità di afferrarne i processi e le finalità, che sono ostacoli non meno gravi della avversione esplicita: quando un popolo non avverte alcun legame vengono a mancare i presupposti per conservarla. -La sussistenza delle istituzioni rappresentative è legata alla disponibilità del popolo a battersi in loro favore quando si trovano in pericolo, ma se il popolo le reputa di scarso valore è difficile che si ritrovi a battersi per esse. -Un altro fallimento è quando il popolo è sprovvisto della volontà di esercitare il ruolo attribuitogli entro una costituzione rappresentativa, quando nessuno o solo una minoranza presa interesse agli affari dello stato, alla formazione di una opinione pubblica, al momento del voto gli elettori seguiranno il loro interesse privato; Nel corpo rappresentativo prevale allora una classe ristretta che trae enormi vantaggi da questa situazione; Quando l’esecutivo è debole, nel paese divampa una lotta accanita per la distribuzione dei posti ma se è forte tende invece a trasformarsi in potere dispotico che azzittisce i rappresentanti: ma se il male è solo questo, vale la pena rischiare ma esistono situazioni in cui è preferibile adottare una forma diversa di governo Come per esempio il caso di una comunità che per un avanzamento di civilizzazione deve adeguarsi a principi contrastanti con i presupposti del rappresentativo, che è un impedimento. Quando una comunità non ha imparato il principio della civilizzazione (ovvero quello dell’obbedienza a un potere generale) non è adatta a vivere sotto il governo rappresentativo; Un popolo coraggioso ed energico, abituato a lottare contro la natura ma ancora non pronto all’obbedienza diffusa a un superiore corpo comune, non potrebbe acquisire questa abitudine da un giorno all’altro, sarebbe l’esatta raffigurazione della insubordinazione dei cittadini e della loro turbolenza, il rappresentativo perderebbe il consenso a ogni atto della propria autorità che imponga un obbligo, anche quello più necessario per l’ordine; Queste comunità possono pervenire alla società civile solo dopo che la guerra ha evidenziato la necessità di ricorrere a una autorità dispotica con un comando militare assoluto, infatti un leader militare è il solo potere che riconoscerebbero come superiore, oltre a quello di profeta ispirato alla trascendenza. Un mutamento può verificarsi quando il profeta è al tempo stesso un capo militare (come Maometto) e si atteggia ad apostolo armato di una nuova religione, oppure quando il capo militare sa sfruttare l’influenza del profeta per impiegarlo al sostegno del suo governo. Anche il caso contrario è difettoso, ovvero un popolo troppo passivo è poco adatto al g.r. 6 Una monarchia assoluta è più adatta del governo rappresentativo a unificare in un unico stato una molteplicità di articolazioni politiche insignificanti. In questo modo matura lo spirito di coesione nazionale. Anche quando l’amministrazione esecutiva cade in mano di politici che non manifestano la necessità del consenso dei corpi rappresentativi costituirebbe un intralcio: la posizione dei governanti non sarebbe in grado di gestire gli interessi e sviluppare tendenze che favoriscono dinamiche positive. Il governo di uno o pochi rappresenta sempre la debolezza generale della società. Solo governanti stranieri e già civilizzati possono essere immuni da questi vizi, sono espressione di civiltà superiore alla nostra e più adatta, potando così dei vantaggi. Le più favorevoli prospettive di miglioramento per queste comunità si aprono quando accanto al capo nasce un corpo rappresentativo, in grado di sviluppare un sentimento di appartenenza collettiva che nel tempo diventa la base di una rappresentanza nazionale. -Un’altra condizione che rende inefficiente il sistema rappresentativo: il desiderio di esercitare potere su altri e ripugnanza a subire ordini da altri (ci sono nazioni che per semplice apparenza di dominio sacrificano il benessere e la libertà). La democrazia si riduce all’idea di aprire a tutti la competizione per le funzioni pubbliche. Capitolo 5 Le funzioni dei corpi rappresentativi. Per un governo rappresentativo risulta essenziale che l’effettiva supremazia dello Stato risieda nei rappresentanti del popolo. L’essenziale è che le funzioni di controllo vengano affidate interamente al corpo rappresentativo. Esiste una differenza netta tra il controllo degli atti del governo e l’esercizio reale della funzione di governo. Il problema è stabilire che cosa un’assemblea popolare deve controllare e cosa dovrebbe fare essa stessa. In ogni paese il cui sistema rappresentativo svolge una funzione, a dei corpi rappresentativi numerosi non è consentito esercitare attività amministrative. Un’assemblea rappresenta un corpo indispensabile quando devono essere vagliate più opinioni. Il dovere di un’assemblea rappresentativa su questioni amministrative è controllare il personale chiamato a decidere: - La scelta di un ministro deve essere affidata a chi conosce l’ambiente da tempo - Le scelte del corpo invece sono quasi sempre sulla persona popolare - Il parlamento dovrebbe scegliere solo il primo ministro, o 2/3 candidati maggiori. - La gestione amministrativa, la formazione delle leggi sono attività che richiedono l’opera delle menti addestrate ed esperte - La confezione delle leggi va affidata a un comitato molto ristretto - Ogni nuova legge deve connettersi con l’impianto già esistente Il compito da affidare a una assemblea amministrativa è quello di decidere a chi spetta questa funzione e sorvegliare e controllare il governo, sottoporlo a critica, esigere spiegazioni per atti dubbi, di rimuovere i ministri indegni. I nemici delle assemblee rappresentative le hanno spesso definite come luoghi di chiacchiere e parole inutili. L’assemblea in realtà è una delle più rilevanti istituzioni politiche e il suo compito è discutere. Inoltre ha la funzione di indicare problemi, raccogliere le richieste popolari, aprire uno spazio di discussione. I limiti razionali alle funzioni dei corpi rappresentativi possono essere stabiliti solo separando le funzioni di critica da quelle di gestione e direzione dello stato. 7 Il metodo di Hare fornisce un metodo per l’elezione delle minoranze capaci mandate in parlamento grazie al recupero del voto complessivo. Il piano Hare fornisce anche a chi non fa parte di un corpo politico la possibilità di essere eletto, inoltre un candidato capace noto per il suo valore ha le stesse possibilità di essere eletto che un candidato di partito. In questo modo si farebbe ricorso anche a personalità di caratura nazionale. Capitolo 8 Sull’estensione del suffragio. Uno dei meriti principali del governo libero è educare l’intelligenza e i sentimenti degli strati sociali più bassi chiamati a prendere parte alle decisioni sui grandi interessi della nazione. Tocqueville mostra come le qualità di cultura, educazione civica e patriottismo siano legati alla presenza di istituzioni democratiche. Chi governa non si preoccupa di soddisfare chi non vota, e anche se ben intenzionati è loro discrezione fare ciò che può aiutare chi non vota. L’unica condizione per il voto è saper leggere e scrivere. Non si può fare distinzioni sul suffragio. E’ quindi da attendersi che tutti possano votare, andando incontro a un duplice pericolo: - la scarsa intelligenza politica - la legislazione di classe. La persona dotata di qualità superiori ha diritto a esercitare una influenza superiore. Il problema sta nell’accertare chi in concreto meriti. Il voto dovrebbe essere aperto anche al povero che può affermarsi in virtù della sua intelligenza. Senza un sistema di voto plurimo basato sull’educazione, un completo suffragio universale si accompagnerà ad alcuni mali che non consentono di controbilanciare il peso numerico delle classi prive di cultura. E’ importante che la classe colta abbia influenza. Se al poter finisce la classe incolta non c’è più bisogno dell’esercizio della ragione, basta la volontà. Al suffragio universale bisogna arrivare gradualmente. L’esclusione delle donne poggia su principi obsoleti. L’incapacità politica delle donne è destituita in qualsiasi fondamento. Le donne, come gli uomini, non devono avere diritti politici solo per governare, ma soprattutto per non essere oppressi. Il voto in generale sarebbe qualitativamente migliorato con la presenza delle donne, che eserciterebbero una loro peculiare influenza sulle cose. La donna che vota accrescerà il suo senso di responsabilità personale. Con il voto la donna è incoraggiata a farsi un’idea del mondo esterno. Capitolo 9 Sono possibili elezioni indirette? In alcune costituzioni è possibile filtrare il sentimento popolare, tramite un corpo di elettori più attento alla responsabilità. In questo sistema gli elettori non dovrebbero pensare a chi far  parte del parlamento, ma a chi lasciare questa scelta: Non si sceglie un elettore per la sua cultura o per il fatto che può scegliere un candidato in modo migliore di noi. All’elettore della prima fase si chiede solo quale lista intende sostenere. L’elezione indiretta presenta del salvataggi specifici. E’ stata evidenziata l’inferiorità di questa nell’educazione politica, si avrebbe un decadimento del senso di responsabilità dei parlamentari verso gli elettori. 10 Capitolo 10 Sul modo di votare. Il problema pi  importante relativo al modo di votare è quello della segretezza. Il suffragio è uno strumento di protezione reciproca dei cittadini contro ogni possibile abuso che potrebbe scaturire dal voto. Il voto è soprattutto questione di dovere. Quando vota l’individuo deve ascoltare solo il più illuminato senso di responsabilità generale per il bene pubblico, altrimenti il voto diventerebbe una rincorsa a fini privati, in qualcosa che attiene al piacere del singolo. Quando un singolo può disporre del voto segreto, penserà di essere autonomo e di poterne disporre a sua discrezione. Nel pubblico è diverso. Sarà sempre diverso fino a quando un soggetto superiore eserciterà su un altro un’influenza che orienta il suo voto. Il dovere di votare, in quanto dovere pubblico, deve essere condotto in pubblico, ogni singolo è interessato a che questo dovere pubblico venga eseguito con onestà e disinteresse. La pubblicità del voto si rivela indispensabile. Il semplice fatto che occorre rendere conto del proprio comportamento, anch’esso una ragione consistente per seguire linee di condotta di cui   possibile fornire accettabili giustificazioni. Occorre sempre lo stimolo e la costrizione moderatrice dell’opinione degli altri soggetti: ogni singolo individuo può benissimo coltivare un interesse diverso. Gran parte degli elettori segue due preferenze: - gli interessi basati su motivi privati, - Gli interessi basati sui moventi pubblici. L’elettore preferirebbe confessare soltanto i motivi pubblici, l’unico freno che inibisce la maggioranza truffaldina è l’involontario rispetto per l’opinione di una minoranza onesta. Con il sistema Hare il voto andrebbe apposto in pubblico ufficio, alla presenza di un funzionario. Ai candidati dovrebbe essere imposta una spesa massima per la campagna elettorale, che non può essere scaricata sul pubblico. Nessuno coltiva il desiderio di elezioni non costose, in quanto è un vantaggio per chi può permettersi la spesa per il suo seggio ed escludere i concorrenti; L’obiettivo dovrebbe essere di portare insieme i migliori membri di entrambe le classi. Sono proprio i candidati che danno agli elettori esempi di scarsa moralità. I deputati non dovrebbero essere pagati, perchè altrimenti diverrebbe una funzione come le altre. Non si farebbe altro che dare un premio ai 658 adulatori più fortunati. Capitolo 11 La durata del parlamento. Un deputato non dovrebbe conservare il suo seggio così a lungo da dimenticare ogni responsabilità, però occorre anche che il deputato sia sicuro di conservare il seggio per un periodo sufficiente per mostrare le sue competenze: tre anni è un periodo lungo, più di tre è ingiustificato. Al contrario cinque anni è il tempo giusto quando la democrazia è il potere dominante. Bisogna dare la certezza che dopo un determinato tempo si avranno elezioni generali. E il parlamento deve essere totalmente cambiato, non riempendo solo i seggi vacanti. 1. Perchè non si potrebbe mandar via una maggioranza dannosa; 2. il sentimento generale del paese deve rispecchiarsi nelle linee generali con quello della nazione. 11 Capitolo 12 Si devono richiedere garanzie ai membri del parlamento?. A differenza degli argomenti degli altri capitoli, questo è un problema che non ha valenza strettamente di legislazione costituzionale ma rimanda più propriamente alla moralità e all’etica costituzionale. Il problema concerne lo spirito con il quale gli elettori dovrebbero comportarsi in rapporto alle loro funzioni. Gli elettori possono ridurre il rappresentante alla funzione di un loro interprete e portavoce e possono obbligare il rappresentante a presentare le dimissioni quando nel loro agire non si attengono più a queste disposizioni. (Moralità costituzionale: elettori nominerebbero solo per propria etica). Poiché gli elettori hanno questa possibilità, ne consegue che la dottrina costituzionale deve supporre che essi desiderano comportarsi in tal senso. Il governo costituzionale poggia sul principio secondo il quale chi detiene il potere politico ne abusa a proprio vantaggio particolaristico: nonostante non sia sempre così questa sembra essere la naturale tendenza delle cose politiche. Tuttavia un governo rappresentativo va sistemato in modo tale da impedire che l’assemblea nel suo esercizio del potere partorisca una legislazione di classe a vantaggio di una sola parte. Questo tema punta a stabilire se gli elettori possono imporre al deputato la condizione di seguire nel suo operato certe opinioni dei costituenti assunte come criteri precisi di condotta. Due sono i requisiti del governo: - il potere politico ha responsabilità verso coloro che sono coinvolti nei vantaggi - l’esercizio del potere sia esplicato da persone capaci, dalla mente superiore Ma i problemi sussistono nell’applicazione. L’unico motivo per cui dovrebbero dargli il voto è l’impegno del candidato a sostenere un determinato programma. Quando gli elettori non riconoscono la superiorità eleggeranno qualcuno che rappresenti semplicemente le loro opinioni. La democrazia non è abituata a ossequiare i più  capaci e contro questo è opportuno che le istituzioni riconoscano il diritto delle persone colte di poter influenzare con un maggior peso le scelte (accordare alle persone più istruite i voti). - Le opinioni degli elettori non vanno mai accantonate: l’elettore dovrà affidarsi sulle questioni che non sono di carattere essenziale e sostanziale. - Gli elettori devono rifiutare il consenso a candidati che dichiarano di voler agire in modo opposto alle loro credenze fondamentali. - Non si devono esigere dal deputato impegni formali anche se ci  provoca malcontento.   un dovere lasciar decidere a uomini di acclarato valore. Quando le classi lavoratrici saranno la maggioranza dovranno mostrarsi più sagge di qualsiasi altra classe. Capitolo 13 La seconda camera. Il problema della due camere è stato considerato come una specie di pietra di paragone che fa da discrimine pace di riconoscere i sostenitori della democrazia parziale e i seguaci della democrazia totale incontrollata: ma non è un freno così efficace contro la democrazia senza limiti. Se ci sono due camere, esse possono avere una composizione uguale o differente. 12 E’ difficile coinvolgere un membro di alta cultura in una faccenda locale. L’azione politica locale dispone di un dipartimento esecutivo i cui problemi sono risolubili nell’identica maniera con la quale si sistemano i poteri esecutivi dello Stato. Ogni funzionario esecutivo deve essere considerato il solo responsabile del ruolo in cui   impegnato. Capita che tra le funzioni locali si incontrino funzioni che di fatto hanno interesse nazionale. Il problema è fino a che punto sia lecito che l’autorità locale sia lasciata come un’amministrazione priva di controlli. Sia i consigli locali che l’opinione pubblica sono meno preparati dei deputati nazionali, è vero che il pubblico locale è meno numeroso e che l’autorità locale è meno preparata, ma hanno il vantaggio di essere più direttamente interessati. I principi ispiratori dell’azione devono essere nazionali, ma nella pratica l’azione deve essere affidata al locale. L’autorità centrale dovrebbe fornire gli indirizzi, quella locale metterli in azione. Ciò che conta della rappresentanza politica, e quindi anche di quella locale, è mettere in contatto la persona ignorante con la cultura. Il problema   di abituare persone che si attengono solo alla routine di agire seguendo principi generali, ad apprezzarne il valore, a scegliere tra differenti linee d’azione. Capitolo 16 Il rapporto tra la nazionalità e il governo rappresentativo. Una nazione si forma quando i soggetti sono uniti da vincoli di simpatia. Questi comuni sentimenti li spingono ad agire insieme per gli stessi obiettivi. Varie sono le fonti di questo sentimento: - identità di cultura - Lingua o religione - Territorio delimitato geograficamente - Identità del destino politico, il più importante Il passato comune suscita sentimenti di orgoglio, umiliazione, felicità e dolore collettivi.I Il sentimento nazionale è debole qualora viene a mancare uno dei fattoriche lo fanno sorgere. Quando il sentimento nazionale mostra solidità è evidente che bisogna unire gli individui sotto un unico potere e dare loro un governo adeguato, una comunità deve essere libera di associarsi ad un corpo comune a propria scelta ed è opportuno che le libere istituzioni di governo coincidano con una nazione; E’ poi un beneficio che le diverse nazionalità si mescolano, che le qualità diverse si intreccino in un qualcosa di comune. L’unione non distrugge i tipi ma colma le distanze che li separa. Con diverse nazionalità, ognuno sente di non poter far affidamento sulle altre per affermare diritti comuni. Con istituzioni libere il governo è interessato a mantenere vive le rivalità per il progresso, fatto che la corona austriaca porta avanti da tempo. In caso di diverse nazionalità in cui è una più sviluppata,Il popolo arretrato deve essere sottomesso. Alla fusione delle nazionalità resistono l’eguaglianza numerica e l’eguale possesso di diritti che definiscono il potere politico. Nazioni così diverse devono cadere sotto un governo dispotico, che bada più al potere che alle nazionalità e tratta tutti come sudditi. In questo modo nelle generazioni future matureranno sentimenti comuni. 15 Capitolo 17 I governi rappresentativi federali. Le nazionalità che non vogliono far parte di un solo stato traggono vantaggio unendosi in una federazione. Requisiti: - Il vincolo federale non dura se non ci sono buoni rapporti - gli stati non possano ricorrere alla forza individuale per una difesa autonoma - gli stati della federazione non posseggano forze troppo diverse tra di loro. Esistono due modi per stringere una federazione: - nel primo caso l’autorità federale rappresenta solo i governi per cui i suoi atti vincolano i governi in senso stretto. - Nel secondo caso la federazione può disporre del diritto di fare leggi e promulgare norme vincolanti per tutti i cittadini di tutti gli stati membri. In ogni stato federale ben congegnato, ogni cittadino deve obbedire a due governi, a quello del proprio Stato e a quello della federazione. La corte è indipendente da ogni partito e fa ricorso alla legge internazionale. Lo stato federale non decide solo guerra e pace, ma anche decidere le barriere doganali. La libertà non è possibile se ogni stato ha il potere di fissare dei limiti. La diminuzione di stati piccoli e indifesi comporta l’abbassamento della politica aggressiva che agisce tramite armi. Una federazione è soprattutto efficace nella difesa. Capitolo 18 Lo stato libero e il governo delle colonie. Importante è come uno stato libero gestisca le colonie. Ci sono diversi tipi: - territori in tutto simili alla patria (come l’America e l’Australia), - con culture diverse (come l’India). Nominalmente parlamento e corona hanno diritto di veto. Le colonie devono seguire la politica estera della madre patria. Il metodo più efficace per ricompensare una piccola comunità che ha rinunciato alla propria individualità, è quello di aprire agli abitanti della colonia la strada della carriera amministrativa. Esistono colonie che necessitano di essere governate. La preoccupazione prevalente di un governo straniero è verso i connazionali che si trasferiscono. Il solo metodo che può aspirare al successo è quello di far governare una colonia attraverso un corpo delegato relativamente permanente e di accordare solo un diritto di ispezione o una voce negativa alla mutevole amministrazione statale. Il vantaggio di un corpo intermedio è che non si considerano altri interessi che quelli dei sudditi. I corpi intermedi hanno lo stesso interesse che lega alle sorti della nazione un membro di un governo rappresentativo che pensa solo al benessere del paese che serve. La salvezza del paese è che i suoi amministratori siano spediti lì in giovane età quando ancora sono al primo gradino della gerarchia. 16