Scarica Riassunto dei concetti di Regione e Paesaggio / Bartaletti e più Sintesi del corso in PDF di Geografia solo su Docsity! I CONCETTI DI REGIONE E DI PAESAGGIO E LA LORO EVOLUZIONE – Teoria e Prassi. Bartaletti La regione - Nel 1752 Philippe Bauche individua la regione in base a discriminanti di ordine fisico e attribuisce la qualifica regionale ai bacini fluviali, in quanto ritenuti in grado di conferire una sufficiente coesione al territorio. Il concetto di regione naturale, legata ai bacini idrografici e agli spartiacque, ha avuto discreto successo fino ai tempi recenti. - Nel 1780 Diderot e D’Alembert, nell’Encyclopedie, invece intendono la regione in senso politico- amministrativo, come una componente territoriale dello Stato delimitata da appositi confini, abitata da più popoli contigui di una stessa nazione e soggetta a un’autorità politica. - Nell’800 con l’affermazione del positivismo la regione è intesa come spazio omogeneo e l’omogeneità viene ricercata essenzialmente nelle caratteristiche geologiche e geomorfologiche. o Nel 1808 D’Halloy, per descrivere le differenti formazioni geologiche opta per una ripartizione in regioni geologiche, individuate in base alla combinazione tra la natura, l’aspetto del terreno e la posizione geografica. - Vidal de la Blache con le sue ricerche sviluppa il concetto di regione umanizzata, la cui omogeneità è prodotta dal genere di vita, cioè dal modo di organizzare il territorio che dipende dalle caratteristiche culturali dei gruppi umani che in esso vivono. La regione è dunque l’area in cui si è formata nei secoli un’intima connessione fra un dato gruppo umano e il suo territorio. - Nel 1908 Lucien Gallois con un’indagine dimostra che alcune aree con nomenclatura storicamente consolidata, mostrano anche una certa omogeneità fisica. - Renato Biasutti distingue la regione naturale (realtà oggettiva) dalla regione geografica (un’astrazione). - Nel 1963 Umberto Toschi dà la seguente definizione di regione: “un tratto della superficie terrestre individuato in se stesso e differenziato dagli altri, limitrofi e lontani, per le sue caratteristiche d’insieme e di momenti particolari”. - Negli anni 60 si sviluppa l’approccio funzionalista, così la regione non viene più identificata in base ai caratteri omogenei ma è definita dall’area di attrazione di una grande città, di un centro metropolitano. Quindi si parla di regione nodale o polarizzata, individuata con procedimenti statistici (es. l’intensità dei flussi di pendolarismo), spesso di impronta più economica che geografica. - Nel 1954 l’economista Walter Isard fonda la regional science, disciplina per lo studio dei problemi regionali, ma aperta all’apporto di studi da altri campi disciplinari (geografia, politica, pianificazione, sociologia..), con orientamento teorico e metodologico. Essa fa capo alla Regional Science Association, cui in Italia dal 1979 corrisponde l’AISRE (Associazione Italiana di Scienze Regionali). - Ulteriore sviluppo si è avuto con l’applicazione al concetto di regione della teoria generale dei sistemi, in base alla quale la regione è un sistema spaziale aperto agli scambi con l’esterno, una struttura in movimento mossa da un processo orientato al mantenimento dell’equilibrio interno ma anche al raggiungimento di un fine. Così l’oggetto di ricerca diventa non tanto la regione in sé quanto il processo, le relazioni interne ed esterne e le loro mutazioni. Questo perché se la regione è un sistema spaziale aperto, non deve essere studiata come entità isolata ma nei suoi rapporti con l’esterno perché parte di un sistema più grande. Il paesaggio Per comprendere l’importanza del paesaggio nella geografia basta citare Maximilien Sorre, che identifica le geografia con la ricerca sul paesaggio. Questo perché il paesaggio; per il suo carattere globale e integrativo, risultante di vari elementi antropici, etnici, fisici e biologici materializzati sul territorio; rispecchia la concezione della geografia come scienza di sintesi.