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Riassunto del libro di economia: "l'Economia" di THE CORE TEAM, Sintesi del corso di Economia Politica

Riassunto del libro di economia: "l'Economia" di THE CORE TEAM, professore Claudio Fassio. Capitoli: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 12, 13 (in programma c'era anche il capitolo 14 ma io non l'ho scritto). Riassunto del libro, con varie immagini prese dal libro stesso + alcune piccole parti sono prese dalle slide che dava il professore.

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022

Caricato il 15/12/2022

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Scarica Riassunto del libro di economia: "l'Economia" di THE CORE TEAM e più Sintesi del corso in PDF di Economia Politica solo su Docsity! Capitolo 1: La rivoluzione capitalista Come il capitalismo ha rivoluzionato il nostro modo di vivere, e come gli economisti spiegano il funzionamento dei sistemi economici L’economia si occupa di come le persone interagiscono tra di loro e con l’ambiente naturale per produrre ciò di cui hanno bisogno per vivere. Per confrontare il tenore di vita di ciascun paese, usiamo una misura chiamata PIL pro capite. Le persone ottengono il loro reddito dalla produzione e dalla vendita di beni e servizi; il Prodotto interno lordo, o PIL, misura il valore di mercato della produzione di beni finali e servizi di un’economia in un certo arco temporale, per cui il PIL pro capite corrisponde al reddito medio annuo. In base a questa misura, gli abitanti, ad esempio, del Regno Unito in media stanno sei volte meliche in India. 1.1 La disuguaglianza del reddito 1.2 Misurare il reddito e il tenore di vita Il Prodotto interno lordo (PIL) è una misura della produzione, o output, totale di un’economia in un certo arco temporale. La misura del tenore di vita, il PIL pro capite, si ottiene dividendo il PIL per la popolazione del paese stesso. Gli economisti devono per prima cosa decidere cosa includere, ma anche come attribuire un valore a ognuna di queste cose. Il modo più semplice è utilizzare i rispettivi prezzi. Così facendo, il valore del PIL corrisponde alla somma dei redditi percepiti nel paese. Dividendo tale valore per la popolazione, abbiamo il PIL pop capite: cioè il reddito medio degli individui residenti in quel paese. Il reddito disponibile Il PIL pro capite è una misura del reddito medio, ma non coincide con il reddito disponibile di un individuo rappresentativo della popolazione. Il reddito disponibile è la somma degli stipendi o salari, dei profitti, delle rendite finanziarie e dei trasferimenti dal governo o da altri ricevuti in un certo lasso di tempo, tipicamente un anno, al netto dei trasferimenti effettuati dall’individuo. Esso è considerato una buona misura del tenore di vita perché rappresenta il massimo ammontare di cibo, vestiario e altri beni e servizi che una persona è in grado di acquistare senza ricorrere a prestiti. Il reddito disponibile rappresenta una buona misura del nostro benessere? Il reddito ha un impatto rilevante sul nostro benessere, ma molti aspetti del nostro benessere non dipendono da ciò che possiamo acquistare. Per esempio, il reddito disponibile tralascia di considerare: - la qualità del nostro ambiente sociale e fisico; - il tempo libero che abbiamo a disposizione per riposarci; - i beni e servizi che non acquistiamo, come le cure sanitarie. Reddito disponibile medio e benessere medio Il reddito assoluto è importante per il benessere, ma sappiamo anche che le persone sono interessate anche alla loro posizione relativa alla distribuzione del reddito. Dal momento che la distribuzione del reddito influenza il benessere, il reddito medio può riflettere in modo non corretto il livello di benessere materiale di un gruppo rispetto ad un altro. Dare un valore ai beni e servizi prodotti dallo stato Il PIL include beni e servizi prodotti dallo stato, che contribuiscono al benessere ma non sono inclusi nel reddito disponibile. A questo riguardo, il PIL pro capite è una misura più adeguata del tenore di vita rispetto al reddito disponibile. È tuttavia difficile attribuire un valore ai servizi forniti dalla stato. Per i beni e servizi che le persone acquistano possiamo prendere il prezzo come misura e valore, ma i beni forniti dalla stato tipicamente non sono venduti, e la sola misura disponibile del loro valore è il costo di produzione. Il PIL pro capite ci dà senza dubbio informazioni rilevanti sulle differenze nella disponibilità di beni e servizi. EINSTEIN Confrontare il reddito in momenti diversi e tra paesi diversi Le Nazioni Unite raccolgono le stime del PIL dagli istituti statistici di tutto il mondo. Sono queste stime a consentirci di costruire grafici che confrontano il tenore di vita tra paesi e in diversi periodi storici, e di capire se il divario tra paesi ricchi e poveri di sia ristretto o allargato. Gli statistici e gli economisti devono risolvere 3 problemi: - separare ciò che vogliamo misurare da ciò che non è rilevante per il confronto, in particolare modo per le variazioni o i cambiamenti nei prezzi degli stessi beni e servizi; - quando confrontiamo la produzione in un paese in due momenti diversi nel tempo, è necessario tener conto delle variazioni nei prezzi intercorse nel frattempo; - quando confrontiamo la produzione tra due paesi nello stesso momento, è necessario tener conto delle differenze nei prezzi tra due paesi. Il punto di partenza: il PIL nominale. Moltiplicando le quantità di un insieme molto più ampio di beni e servizi per i rispettivi prezzi, possono convertire tali quantità in unità monetarie, ovvero in termini nominali. Utilizzando i valori nominali come unità di misura comune, le quantità possono essere sommate tra loro. Il PIL nominale è dato da: PIL nominale = ∑i pi qi dove pi è il prezzo del bene i, e qi è la quantità del bene i, e ∑ indica la somma estesa a tutti i beni e servizi che conosciamo. Un mondo connesso La rivoluzione tecnologica permanente ha generato un mondo connesso e di tale mondo tutti ne sono parte. La velocità di trasmissione dell’informazione ci dà una prova della novità rappresentata dalla rivoluzione tecnologica permanente. 1.5 L’economia e l’ambiente L’ambiente fornisce anche le materie prime che utilizziamo nella produzione di altri beni, come il legno, i metalli. Ma con la crescita della produzione sono cresciuti anche l’utilizzo delle risorse naturali e il degrado dell’ambiente in cui viviamo. La relazione tra economia e ambiente è da intendersi in 2 direzioni: usiamo le risorse naturali per la produzione, che a sua volta, può influenzare l’ambiente in cui viviamo e la sua capacità di garantire la produzione futura. La rivoluzione tecnologica permanente può essere anche parte della soluzione ai problemi ambientali di oggi. 1.6 Definire il capitalismo: proprietà privata, mercati e imprese Il capitalismo è un sistema economico caratterizzato da una particolare combinazione di istituzioni. Un sistema economico è un modo di organizzare la produzione e la distribuzione dei beni e servizi nell’economia presa nel suo insieme. Per istituzioni intendiamo i differenti insiemi di leggi e norme sociali che regolano la produzione e la distribuzione nelle famiglie, tra operatori economici privati, nell’azione di governo. In alcune economie del passato le istituzioni economiche chiave erano la proprietà privata, i mercati e le famiglie: i beni erano normalmente prodotti in ambito familiare invece che da imprese. In altre società, l’istituzione che controllava la produzione e decideva come i beni dovessero essere distribuiti era lo Stato. Parliamo in questo caso di sistemi a economia pianificata. In un’economia capitalista, un’importante forma di proprietà privata è quella degli impianti, degli edifici e degli altri input durevoli utilizzati nella produzione di beni e servizi, ovvero dei beni capitali. La proprietà può essere attribuita ad un individuo, una famiglia o un’impresa. E vi sono cose cui attribuiscono valore che non sono oggetto di proprietà privata: si pensi all’aria che respiriamo. I mercati consentono il trasferimento di beni e servizi da un individuo all’altro. Ci sono altri modi per trasferire beni: attraverso il furto, o il dono. I trasferimenti tramite i mercati differiscono da queste e da altre modalità in quanto: • comportano reciprocità: a differenza dei doni e del furto, in uno scambio di mercato il trasferimento di un bene e servizio da parte di una persona a un’altra è direttamente ricambiato da un trasferimento nella direzione opposta; • il trasferimento è volontario: sia per il venditore sia per l’acquirente. Questo perché ciò che è scambiato è proprietà privata e quindi uno scambio deve essere considerato mutualmente vantaggioso dalle parti. In questo, lo scambio di mercato differisce dal furto, e anche dal trasferimento di beni e servizi in un’economia pianificata; • nella maggior parte dei mercati c’è concorrenza: un venditore che applicasse un prezzo troppo elevato vedrebbe che gli acquirenti preferiscono rivolgersi ai suoi concorrenti. Il terzo elemento che definisce il capitalismo riguarda l’impresa, se con questo termine si indica generalmente un’attività economica organizzata al fine della produzione e scambio di beni e servizi, con il capitalismo acquista centralità una specifica forma di impresa. Sono normalmente organizzate in questa forma le banche, le imprese agricole con dipendenti salariati, le imprese industriali. Altri tipi di impresa come l’impresa no- profit, l’impresa cooperativa non corrispondono alla definizione di impresa capitalista, perché il loro scopo non è ottenere un profitto. L’accresciuta rilevanza dell’impresa capitalista porto alla rapida espansione di un’altra istituzione il cui ruolo era limitato nei sistemi economici precedenti: il mercato del lavoro, i proprietari delle imprese (o i loro manager) offrono opportunità di impiego con salari e stipendi in grado di attrarre coloro che stanno cercando lavoro. Nel linguaggio economico, i datori di lavoro sono il lato domanda mentre i lavoratori rappresentano il lato offerta del mercato del lavoro. Ciò che colpisce delle imprese capitaliste, e distingue tali istituzioni sia dalle famiglie sia dagli stati, è la rapidità con cui esse possono nascere, espandersi, contrarsi e morire. Le imprese capitaliste possono crescere con rapidità perché sono in grado di aumentare i dipendenti rivolgendosi al mercato del lavoro, e di attrarre i fondi necessari a finanziare l’acquisto dei beni capitali necessari ad espandere la produzione. Altrettanto rapidamente le imprese capitaliste possono morire, perché un’impresa che non ha profitti non avrà il denaro a sufficienza a continuare ad assumere e produrre. Definire il capitalismo con precisione Nel linguaggio dell’economia definiamo il capitalismo come un sistema che cambia le tre istituzioni menzionate precedentemente. Il termine “capitalismo” si riferisce dunque ad una classe di sistemi che condividono queste caratteristiche. Il modo in cui esse si combinano tra loro e con le altre istituzioni quali le famiglie e il governo, può variare in modo significativo tra un paese e l’altro. 1.7 Il capitalismo come sistema economico I mercati e la proprietà privata sono condizioni essenziali per l’operare dell’impresa capitalista per 2 ragioni: • gli input e gli output dell’impresa sono proprietà privata: gli edifici e gli impianti, i brevetti e gli altri input utilizzati nella produzione, così come ciò che viene prodotto (output), appartengono a chi ha la proprietà privata. • le imprese vendono i loro prodotti attraverso il mercato: il profitto dei proprietari dell’impresa dipende dall’esistenza di mercati nei quali vi siano clienti interessati ad acquistare i beni prodotti ad un prezzo superiore ai costi di produzione. La proprietà privata è una condizione essenziale per il funzionamento dei mercati: gli acquirenti non saranno disposti a pagare per ciò che acquistano se non hanno diritto a possederlo. Una caratteristica distintiva del sistema economico capitalista è che in esso i processi produttivi avvengono attraverso l’utilizzo di beni capitali che sono posseduti privatamente e che vengono fatti funzionare da lavoratori retribuiti. Ciò si pone in contrasto con un’economia pianificata dove i beni capitali sono posseduti dallo Stato, nella quale le imprese e i mercati hanno un ruolo relativamente minore. Il capitalismo concentra il potere nelle mani dei proprietari e dei manager delle imprese, che possono così coordinare e far cooperare nel processo produttivo un numero elevato di dipendenti. Ma allo stesso tempo limita il potere del governo che per vendere e comprare devono affrontare la concorrenza. In che modo il capitalismo porta ad una crescita del tenore di vita? L’emergere del capitalismo è stato accompagnato da 2 fattori, causa entrambi di un aumento della produttività dei lavoratori: - La tecnologia: la rivoluzione tecnologica permanente ha coinciso con l’affermazione dell’impresa quale forma predominante di organizzazione della produzione, ciò significa che la concorrenza tra imprese sul mercato ha incentivato fortemente l’adozione e lo sviluppo di nuove e più produttive tecnologie. - La specializzazione: la crescita di imprese che impegnano un elevato numero di lavoratori e l’espansione del mercato fino a unire il mondo intero nel processo di che riceve in cambio; • Raccolto che rimane all’altro agric. : totale (suo) - raccolto che cede. In fine si costruisce la tabella —> 1.9 il capitalismo come causa della svolta nel bastone da hockey Abbiamo visto che le istituzioni che caratterizzano il capitalismo possono migliorare le condizioni materiali dee persone per effetto della specializzazione e dell’introduzione di nuove tecnologie produttive. - Ma basta questo per concludere che il capitalismo è la causa della svolta nel bastone da hockey? Stabilire i nessi di causalità in economia è necessario non solo per comprendere perché le cose sia accadute, ma anche per trovare modi per cambiare le cose in meglio. Le istituzioni sono importanti per la crescita del reddito? Il capitalismo si è affermato nello stesso periodo, o subito prima, della rivoluzione industriale e del punto di svolta del bastone da hockey. Questo dato sarebbe coerente con l’ipotesi che le istituzioni capitaliste furono tra le cause della nuova era di crescita continua della produzione. Un modo per imparare dai fatti e ricorrere ad un esperimento naturale, ovvero attraverso un confronto di situazioni diverse che siano simili fra loro sotto molti aspetti ma che differiscano in relazione ai fattori dei quali si vuole studiare l’influenza. L’esperimento naturale tedesco non è sufficiente per concludere che il capitalismo promuova sempre una crescita rapida e che la pianificazione centrale sia sempre una ricetta per la stagnazione, durante la seconda meta del XX secolo, le divergenze nelle istituzioni economiche sono state determinanti per il benessere materiale della popolazione tedesca. 1.10 Varietà di capitalismi: istituzioni, governi ed economia Quando il capitalismo risulta dinamico Economia dinamica —> ovvero un’economia che porta una crescita sostenuta delle condizioni materiali di vita. Al dinamismo di un sistema economico capitalista contribuiscono condizioni sia economiche che politiche. Condizioni economiche —> un capitalismo può essere dinamico per le seguenti ragioni: - L’esercizio di diritti di proprietà risulta debole per l’effetto di un’applicazione incerta della legge (rule of law) e dei contratti, o per il rischio di espropriazione da organizzazioni criminali o dallo stato. - I mercati non sono concorrenziali e non offrono gli incentivi necessari per rendere dinamico il sistema capitalista. - In parte per l’effetto delle due condizioni precedenti, la proprietà e la gestione delle imprese è attribuita più per privilegio di nascita e per relazioni politiche che per una reale capacità di fornire e vendere beni e servizi di elevata qualità ad un prezzo concorrenziale. La combinazione dei 3 elementi di debolezza indicati, relativi alle tre istituzioni di base del capitalismo, implica che gli individui e i gruppi spesso abbiano più da guadagnare spendendo tempo e risorse per influenzare a proprio favore il potere politico, per svolgere numerose attività criminose, o in altre attività volte a orientare a proprio favore la distribuzione del reddito; ciò distoglie energie dalla creazione di valore economico. Quando al contrario le istituzioni funzionano correttamente, i mercati sono concorrenziali e le imprese sono guidate da chi ha la capacità di farlo, il capitalismo mostra tutto il suo potenziale: è il primo sistema economico nella storia umana nel quale l’appartenenza all’élite dipende dal conseguimento del successo in campo economico. Condizioni politiche —> anche il ruolo dello Stato è importante, ma anche quanto tale ruolo è limitato, esso ha comunque un ruolo nel garantire il rispetto delle leggi e nel regolare l’attività economica, influenzandone il funzionamento. I mercati, la proprietà privata e le imprese sono istituzioni regolate dalle leggi e dalle politiche pubbliche. È lo Stato che risolve le dispute sulla proprietà e garantisce il rispetto dei relativi diritti, condizione per il funzionamento del mercato. Tuttavia, come sottolineato già da Adam Smith, creando posizioni di monopolio come la Campagna delle Indie Orientali, lo Stato può anche limitare la forza della concorrenza, e oltre a favorire un ambiente favorevole alle istituzioni del sistema economico capitalista, esso fornisce le infrastrutture fisiche, l’istruzione, la difesa nazionale, e altri beni e servizi essenziali. In sintesi, il capitalismo è un sistema economico dinamico quando è in grado di combinare: • validi incentivi a innovare e ridurre i costi, tramite la concorrenza di mercato e a certezza dei diritti di proprietà; • la selezione, alla guida delle imprese, di coloro che hanno una provata capacità di produrre beni a basso costo; • politiche pubbliche che sostengono questo condizioni, fornendo beni e servizi essenziali che non sarebbero prodotti dalle imprese private; • stabilità sociale e ambientale, e quella delle risorse. L’insieme di queste condizioni realizza ciò che chiamiamo rivoluzione capitalistica che, ha trasformato il modo in cui le persone interagiscono tra loro e con la natura per produrre il necessario per vivere. I sistemi politici Un sistema politico determina il modo in cui si seleziona il governo, e il modo in cui i governi prevedono e mettono in atto le decisioni che interessano la popolazione. Nella maggior parte dei paesi, capitalismo e democrazia oggi coesistono, influenzandosi a vicenda. 1.11 L’economia come campo di studi L’economia si occupa di come le persone interagiscono l’una con l’altra e con l’ambiente naturale che le circonda per produrre ciò di cui necessitano, quindi riguarda: come acquistiamo le cose, come interagiamo tra di noi, come interagiamo con il nostro ambiente naturale, come tutte queste interazioni cambiano con il tempo. 2: progresso tecnico, demografia e crescita economica Come avviene il progresso tecnico e in che modo esso sostiene la crescita del tenore di vita La rivoluzione tecnologica permanente che ha accompagnato il capitalismo ha consentito ad alcuni paesi una transizione verso la crescita sostenuta del tenore di vita. Lo studioso ed ecclesiastico inglese Thomas Malthus sostiene che una crescita sostenuta del reddito pro capite sarebbe stata impossibile. Questo perché, anche in presenza di un miglioramento tecnologico che avesse aumentato la produttività del lavoro, la gente avrebbe reagito al miglioramento della propria situazione economica aumentando il numero di figli. La crescita demografica sarebbe a quel punto proseguita fino a che il tenore di vita non si fosse ridotto in misura sufficiente da frenare l’aumento demografico. L’idea di Malthus che non fosse possibile sfuggire al circolo vizioso della povertà venne diffusamente accettata. Ma negli anni in cui Malthus sviluppava la sua teoria, qualcosa di molto rilevante stava accadendo. Tali cambiamenti sono noti come Rivoluzione industriale - una straordinaria fioritura di invenzioni e innovazioni radicali che consentono di ottenere la stessa produzione con l’impegno di una quantità inferiore di lavoro. • Ciascuna impresa abbia accesso alle tecniche utilizzate dalle altre imprese; • L’attitudine al rischio sia la stessa tra i proprietari delle diverse imprese. Gli incentivi contano Tutti i modelli economici hanno qualcosa di equivalente alla forza di gravità e una descrizione dei possibili movimenti. L’equivalente della gravità nei modelli economici è l’assunzione che, quando decidono per un’azione o l’altra, gli individui cercano di ottenere il risultato migliore. Come molti modelli economici, quello che usiamo per spiegare la rivoluzione tecnologica permanente si basa sull’idea che le persone e le imprese rispondano agli incentivi economici. Prezzi relativi L’economia si concentra sulle alternative e sulle scelte, se stai decidendo dove acquistare, non consideri solamente dei prodotti del negozio all’angolo, ma anche i prezzi dei prodotti che puoi trovare al supermercato. Se tutti questi prezzi e costi aumentassero del 5%, la tua decisione probabilmente non cambierebbe. I prezzi relativi sono semplicemente di un’opzione rispetto ad un’altra. Di solito esprimiamo i prezzi relativi come un rapporto tra due prezzi. I prezzi sono importanti non solo per spiegare il nostro comportamento. Di consumatori, ma anche le scelte delle imprese. Opzioni di riserva e rendite Le rendite da innovazione sono una forma di rendita economica. Le rendite economiche sono estremamente diffuse nell’economia, ed è una delle ragioni per le quali il capitalismo è un sistema così dinamico. Diremo di aver ottenuto una rendita economica quando compiendo un’azione (detta A), otteniamo un beneficio maggiore di quello ottenibile scegliendo la migliore tra le azioni alternative disponibili: Rendita economica = beneficio ottenuto - beneficio della migliore alternativa Il significato del termine rendita non deve essere confuso con quello che gli si dà nel linguaggio comune, con riferimento al reddito ottenibile da un investimento finanziario o da un altro provento continuativo. Tra quelle che abbiamo scartato scegliendo A, l’opzione B ci avrebbe dato il massimo beneficio, ovvero la migliore alternativa ad A, è comunemente detta opzione di riserva. Il riferimento alla rendita economica ci fornisce una semplice regola decisionale: • se l’azione A procura una rendita economica, bisogna sceglierla; • se si è già scelto l’opzione A, e questa garantisce una rendita economica, si può continuare con questa scelta. 2.4 Il modello di un’economia dinamica: tecnologia e costi Cos’è una tecnica? Le tecniche utilizzano input per produrre output. Diremo che, in termini relativi, la tecnica E è ad alta intensità di lavoro e la tecnica A è ad alta intensità di energia. Se un’economia che utilizza la tecnica E passasse alla tecnica A o alla B, diremo che essa adotta una tecnica in grado di risparmiare lavoro (labour-saving). Questo è quanto è accaduto durante la Rivoluzione industriale. Il primo passo è quello di escludere quelle tecniche che risultano inferiori, poi confrontiamo le diverse tecnologie disponibili. La tecnica C risulta inferiore alla A: per produrre 100 metri di tessuto, essa usa più lavoratori e più carbone (ovvero utilizza entrambi gli input). In questo caso la tecnica C è dominata dalla tecnica A. Le tecnologie C e D non sarebbero mai scelte quando la A e la B sono disponibili. - Ma come viene effettuata la tra A, B ed E? La scelta su quale tecnica adottare richiede di avere delle informazioni sui prezzi relativi, cioè quanto costa assumere un lavoratore e acquistare una tonnellata di carbone. In che modo un’impresa valuta il costo di diverse tecniche? L’obbiettivo delle imprese è la massimizzazione del profitto. La tecnica A domina la C, la tecnica B domina la D (la D è inferiore alla B) L’impresa può calcolare il costo di qualsiasi combinazione di input da utilizzare moltiplicando il numero di lavoratori per il salario e le tonnellate di carbone per il prezzo del carbone. Usiamo il simbolo “w” per il salario, “L” per il numero di lavoratori, “p” per il prezzo del carbone e “R” per le tonnellate di carbone: costo = (salario x lavoratori) + (prezzo del carb. X tonnellate) = (w x L) + (p x R) bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbn Le rette di isocosto permettono di confrontare in modo immediato i costi di tutte le combinazioni di input. Ciò che conta è il prezzo regatino e non il prezzo assoluto, se entrambi i prezzi raddoppiassero, il diagramma risulterebbe molto simile. Possiamo rappresentare le rette di isocosto per qualsiasi salario w e del prezzo del carbone p in forma di equazione. Indicando con “c” il costo di produzione: c = (w x L) + (p x R) —> c = wL + pR Da cui possiamo ottenere l’espressione della retta di isocosto per qualsiasi valore di c. La formula precedente diventa quindi: Intercetta sull’asse delle y (R); coefficiente angolare nnnnnnnnnnnnnnnn 2.5 Il modello di un’economia dinamica: innovazione e profitto. In che modo un’innovazione che riduce i costi aumenta i profitti dell’impresa? Il profitto dell’impresa è pari ai ricavi della vendita del prodotto meno i costi sostenuti. La variazione nel profitto è dunque pari alla riduzione nei costi associati all’utilizzo della nuova tecnica: profitti = ricavi — costi variazione dei profitti = variazione ricavi — variazione costi La variazione del profitto è dovuta alla riduzione dei costi associati all'adozione della nuova tecnologia (rendita da innovazione). Dal momento che la produttività media del lavoro diminuisce all’aumentare della quantità di lavoro impiegata, il reddito inevitabilmente diminuisce. La produttività marginale o prodotto marginale dell’input L indica la variazione della quantità prodotta (Δq) che si ottiene aumentando di una unità l’impegno dell’input L, fermi restando tutti gli altri input: MP = Δq / ΔL 2.8 L’economia malthusiana: aumento del tenore di vita e crescita demografica La teoria malthusiana in fondo non vede gli esseri umani come molto diversi dagli altri animali. Le 2 idee centrali nel modello di Malthus sono: • la legge della produttività media del lavoro decrescente; • l’idea che la popolazione aumenti se aumenta il tenore di vita. Nel ragionamento di Malthus se una popolazione umana vive in un paese con un’offerta fissa di terra coltivabile, finché le persone hanno “sussistenza illimitata” si moltiplicheranno come “i topi nel pollaio di Cantillon”; ma alla fine riempiranno il paese, e un’ulteriore crescita della popolazione spingerà verso il basso i redditi della maggior parte di loro per effetto della produzione media del lavoro decrescente. Una caduta del tenore di vita frenerà la crescita demografica, attraverso un aumento del tasso di mortalità e una riduzione di quello di natalità. Alla fine il reddito sarà nuovamente al livello di sussistenza. Il modello di Malthus individua un equilibrio in cui il livello di reddito è appena sufficiente a garantire un livello di consumo di sussistenza. Le variabili che non cambiano in questo equilibrio sono: • la dimensione della popolazione; • il livello di reddito delle persone che la compongono. Se le condizioni cambiano, la popolazione e i redditi possono cambiare, ma alla fine l’economia tornerà ad un equilibrio con i redditi a livello di sussistenza. L’economia malthusiana: l’effetto del progresso tecnico Il modello prevede una risposta che si auto-corregge all’introduzione di una nuova tecnologia. Nel lungo periodo un’aumento della produttività si tradurrà in una popolazione maggiore, ma non in salari più alti. Il miglioramento degli standard di vita porta ad una crescita della popolazione, ma la produttività media del lavoro decrescente implica una riduzione del reddito medio pro capite. In equilibrio gli standard di vita saranno costretti a scendere verso il livello di sussistenza —> popolazione e reddito rimarranno costanti. In sintesi, il modello di Malthus prevede che i miglioramenti della tecnica non portino ad un aumento degli standard di vita se: • la produttività media del lavoro diminuisce all’aumentare del lavoro impiegato su una quantità fissa di terra; • la popolazione cresce in risposta ad un aumento del reddito. Un’analisi grafica del modello di Malthus Mettendo insieme i due grafici, possiamo illustrare la trappola malthusiana della popolazione: la popolazione sarà costante quando il reddito è al livello di sussistenza, aumenterà quando il salario è sopra il livello di sussistenza e diminuirà quando il salario è al di sotto della sussistenza. 2.9 Trappola malthusiana e stagnazione economica nel lungo periodo Nel mondo malthusiano, il principale effetto di lungo periodo del progresso tecnico era dunque la crescita demografica. Senza un meccanismo che rallenti la crescita della popolazione, questa continuerebbe sino al punto in cui la gente comincia a morire di fame (carestia): il caso dell’Irlanda, carestia dovuta alla sovrappopolazione. Nella versione più generale della teoria malthusiana c’è invece un meccanismo per prevenire la carestia: la crescita della popolazione rallenta in seguito alla caduta dei salari reali e alla fine si arresta quando gli standard di vita sono diminuiti al livello di sussistenza. Nella misura in cui questo livello di sussistenza è sufficientemente alto da prevenire la more per la fame non ci sarà carestia. Revisione delle legge di Malthus 3 condizioni sono necessarie per rimanere nella trappola di Malthus: • La produttività media decrescente del lavoro; • Un salario della popolazione in risposta agli aumenti dei salari; • Un’assenza di miglioramenti nella tecnologia per compensare la diminuzione del prodotto medio del lavoro. La rivoluzione tecnologica permanente ha fatto si che la terza condizione non fosse più valida e spiega perché la Gran Bretagna riuscita a sfuggire alla trappola malthusiana. 2.10 La fuga dalla trappola malthusiana In presenza della rivoluzione tecnologica permanente, il modello malthusiano cessa di essere una ragionevole descrizione del mondo. Il tenore di vita medio è cresciuto rapidamente e in modo permanente dopo la rivoluzione capitalista. Tra la fine del XVI e l’inizio del XVIII secolo, pur in presenza di una crescita dei salari, ci fu un aumento relativamente contenuto della popolazione. Poi, intorno all’800, l’economia si mosse verso un regime del tutto nuovo, in cui popolazione e salari reali crescono simultaneamente. Si tratta della “fuga”. Si assiste ad un: aumento della popolazione, alla variazione della quota che va ai lavoratori, a un aumento della popolazione, e a un aumento dei salari. Capitolo 3: scarsità, lavoro e scelta Evidenza storica: ore di lavoro e reddito in alcuni paesi Il progresso tecnico poteva tradursi in: • tempo libero • consumo di beni e servizi • consumo di tempo libero e beni e servizi ma in Frontiera del consumo possibile per lo studente: il maggior voto che lo studente può ottenere data la quantità di tempo libero che decide di concedersi Definisce il vincolo che lo studente si trova di fronte: separa ciò che è possibile da ciò che non lo è. La frontiera è inclinata negativamente: se aumenta il tempo libero deve diminuire il voto e viceversa La pendenza della frontiera del consumo fattibile è il tasso marginale di trasformazione. Essa mostra di quanto aumenta il voto all’esame se lo studente rinuncia ad un'ora aggiuntiva di tempo libero al giorno. Tasso marginale di trasformazione È la misura di quanto diminuisce il voto dell’esame quando la studentessa aggiunge un’ora di tempo libero (al giorno). Indica come un’ora aggiuntiva di tempo libero si traduce in punti in meno in sede di esame. 
 Il tasso marginale di trasformazione ci dice come varia il costo opportunità quando aumenta di una unita’ il consumo di un bene rispetto ad un altro. La curva di indifferenza è l’insieme dei punti che indicano combinazioni diverse di beni che forniscono lo stesso livello di utilità o “soddisfazione”. Per descrivere le preferenze di Alexei non è necessario misurare la quantità di utilità; basta sapere quale combinazione fornisce più o meno utilità delle altre. Se si trattasse di beni di consumo come cibi o abiti, potremmo pensare al nostro individuo come ad un consumatore. Osserviamo che: - Le curve di indifferenza sono inclinate verso il basso (negativamente). Se si è indifferenti tra le due combinazioni, quella che ha più di un bene deve avere meno dell’altro bene. - Curve di indifferenza più alte sono associate con livelli più elevati di utilità. Man mano che ci allontaniamo dall’origine, più in alto e più a destra nel grafico, passiamo a combinazioni con una maggiore quantità di entrambi i beni. - Le curve di indifferenza solitamente sono “lisce”, a indicare che i piccoli cambiamenti delle quantità di beni non provocano grandi cambiamenti nell’utilità. - Le curve di indifferenza non si incrociano. - Man mano che ci spostiamo verso destra lungo una curva di indifferenza la pendenza di riduce (la curva diventa più piatta). Il saggio marginale di sostituzione (SMS) è il numero di voto (M) a cui lo studente e disposto a rinunciare per avere un’ora di tempo libero (I) (rimandando nella stessa curva di indifferenza), equivale alla pendenza della curva di indifferenza (è la derivata della curva di indifferenza) ed equivale a - dM / dL —> MRS o SMS = — ΔM / ΔL dove ΔM è l’unità di misura a cui dobbiamo rinunciare, e ΔL è la quantità aggiuntiva di un altro bene. ESEMPIO: UN CONSUMATORE HA 5 MELE E 5 PERE. PER AVERE 1 MELA IN PIÙ DEVE RINUNCIARE A 2 PERE. IL SUO SAGGIO MARGINALE DI SOSTITUZIONE È: SMS O MRS = ΔM / ΔL = +1 / -2 = - 0,5 Il SMS non è altro che la pendenza della curva di indifferenza . Esso si riduce quando ci si sposta verso la destra lungo la curva. 3.3 Il costo opportunità Il tempo libero ha un costo opportunità: per avere una maggiore quantità di tempo libero Alexei deve rinunciare all’opportunità di ottenere un voto più alto. In economia il costo opportunità è rilevante tutte le volte che si studia il comportamento di un individuo che deve scegliere tra più alternative. 3.4 L’insieme possibile La frontiera possibile indica il voto più alto che egli può conseguire all’esame data la scelta di tempo libero. Tutte le combinazioni di tempo libero e voto finale che si trovano sulla frontiera sono possibili. Le combinazioni all’esterno della frontiera sono impossibili, anche le combinazioni all’interno della frontiera sono possibili, ma esse implicano che Alexei stia buttando via qualcosa che per lui ha un valore. La frontiera possibile rappresenta un vincolo per le scelte di Alexei. Essa definisce l’alternativa (trade-off) fra tempo libero e voto all’esame che egli ha di fronte. Su ciascun punto della frontiera, aumentare la quantità di tempo libero ha un costo opportunità in termini di rinuncia a qualche punto di voto, e tale costo è rappresentato dalla pendenza della frontiera. Un modo diverso di esprimere lo stesso concetto è dire che la frontiera possibile mostra il saggio marginale di trasformazione (SMT) - quantità di un bene a cui si deve rinunciare per ottenere una unità addizionale di un altro bene - il saggio al quale Alexei può “trasformare” tempo libero in voto all’esame. L’inclinazione in ogni punto è l’inclinazione tangente in quel punto e questa rappresenta sia il SMT che il costo opportunità in quel punto. 3.5 Scelta e scarsità Ricordiamo che le curve di indifferenza indicano le preferenze di Alexei, e la loro inclinazione rappresenta il modo in cui egli valuta l’alternativa (il trade-off) che ha di fronte; la frontiera possibile è il vincolo alla sua scelta, e la relativa inclinazione mostra un trade-off cui egli è costretto nel compierla. La figura 3.7 mostra che Alexei può aumentare la sua utilità spostandosi verso i punti sulle curve di indifferenza più elevate, fino a quando non raggiunge la combinazione possibile che massimizza la sua utilità. - L’inclinazione della curva di indifferenza è il SMS, che rappresenta il rapporto cui Alexei è disposto a scambiare tempo libero e voti finali; - L’inclinazione della frontiera possibile è il SMT, il rapporto di scambio che Alexei è costretto ad accettare perché non è possibile andare oltre la frontiera possibile. Con questo modello si rappresenta la decisione dello studente come un problema di ottimizzazione vincolata: chi decide (Alexei) persegue un obiettivo (in questo caso, massimizzare la propria utilità) sotto un vincolo (rappresentato dalla sua frontiera possibile). SMS = SMT 3.6 Crescita economica e tempo di lavoro Fino a questo momento abbiamo considerato la scelta di Alexei fra studio e tempo libero, ma è possibile applicare questo modello di scelta vincolata ad Angela, un’agricoltrice autosufficiente che deve scegliere quante ore lavorare. L’effetto di sostituzione: rappresenta l’effetto di una variazione del prezzo sulla quantità domandata di un bene, dovuta esclusivamente al fatto che il suo prezzo relativo e cambiato. L’effetto reddito: è la rappresentazione dell’effetto di una variazione del prezzo sulla quantità domandata di un bene dovuta esclusivamente al fatto che il reddito reale (la capacità di acquisto) del consumatore è cambiato. FIGURA 3.15 Il progresso tecnico Anche la risposta di Angela all’aumento di produttività è stata determinata da due effetti contrastanti: un maggior incentivo a lavorare determinato dall’aumento del costo opportunità del tempo libero e un accresciuto desiderio di avere più tempo libero indotto dal maggiore reddito a disposizione. Il progresso tecnico determinerebbe anche una variazione nella quantità di tempo che i lavoratori dipendenti desinerebbero trascorrere lavorando. Anche in questo caso, l’effetto reddito di un aumento salariale aumenterebbe il desiderio di avere più tempo libero a disposizione, mentre l’effetto sostituzione fornirebbe un incentivo a lavorare un maggior numero di ore. Se l’effetto reddito dominasse l’effetto sostituzione, i lavoratori preferirebbero lavorare di meno. 3.8 È valido questo modello? Tali modelli ci aiutano a “vedere meglio guardando meno cose”, quindi una certa mancanza di realismo è una caratteristica intenzionale di un modello, non un su difetto. Procedere per tentativi ed errori invece di fare dei calcoli L’economista Friedman spiegava che l’economia non afferma che quando prendiamo una decisione facciamo effettivamente tutti questi calcoli, eguagliando SMS e SMT. Nella realtà ciò che quasi sempre facciamo è procedere per tentativi. L’influenza della cultura e della politica Un secondo aspetto non realistico dei modelli è che in genere non è il singolo lavoratore a scegliere l’orario, ma il suo principale, che potrebbe imporgli un orario di lavoro più lungo di quanto egli non desideri. Per questo motivo, l’orario di lavoro è regolato dalla legge. La cultura (in questo caso significa differenze nelle preferenze tra diversi paesi) e la politica (cioè differenze nelle legislazioni) sono dunque aspetti rilevanti per spiegare le differenze nell’orario di lavoro tra paesi. Possiamo influenzare il nostro orario di lavoro anche con le nostre scelte individuali. 3.9 L’orario di lavoro: l’evoluzione nel tempo I semplici modelli che abbiamo costruito non possono raccontare tutta la storia. L’ipotesi ceteris paribus omette dettagli importanti: ciò che abbiamo considerato costante nei modelli, nella realtà può variare. Prendiamo in considerazione il periodo prima del 1870 in Gran Bretagna, quando aumentarono sia le ore di lavoro sia i salari: • Effetto reddito: in corrispondenza del basso livello dei consumi nel periodo prima del 1870, l’aumento dei salari spinse i lavoratori ad aumentare i consumi più che a cercare di avere una maggiore quantità di tempo libero. • Effetto sostituzione: i lavoratori erano diventati però più produttivi e venivano pagati di più. Quindi, per loro, ogni ora di lavoro aveva un maggior ritorno in termini di beni di consumo. Ciò li spingere a lavorare di più, cioè a ridurre il tempo libero. • Prima del 1870 l’effetto sostituzione negativo (meno tempo libero) era maggiore dell’effetto reddito positivo (più tempo libero), e le ore di lavoro aumentarono. Abbiamo visto che nel corso del XX secolo i salari aumentarono e le ore di lavoro si ridussero. Il nostro modello può dar conto di questi cambiamenti: • Effetto reddito: verso la fine del XIX secolo i lavoratori avevano più elevati livelli di consumo, e cominciarono a dare più valore al tempo libero determinando, a seguito di un aumento salariale, un effetto reddito pronunciato. • Effetto sostituzione: coerente con quanto accaduto nel periodo precedente al 1870. • Quando l’effetto reddito ha cominciato a superare l’effetto sostituzione, l’orario di lavoro si è ridotto. Con i salari in sensibile aumento, negli Stati Uniti le ore di lavoro sono anch’esse aumentate, una possibile spiegazione è che le loro preferenze sono cambiate, ragione per la quale il saggio marginale di sostituzione è diminuito. Gli effetti di reddito e si sostituzione sono in grado di spiegare i trend delle ore lavorate nel corso del tempo. Per esempio gli USA l’effetto reddito ha dominato l’effetto sostituzione, perciò il consumo e il tempo libero sono cresciuti entrambi. 3.10 L’orario di lavoro: le differenze fra i paesi Le differenze nelle ore lavorative possono essere spiegate da preferenze che differiscono tra i paesi. Differenze come: differenze culturali (delle norme), dalla politica (limiti legali sulle ore di lavoro), preferenze sociali. Capitolo 4: le interazioni sociali Combinando la ricerca dell’interesse individuale e l’attenzione al benessere altrui attraverso istituzioni appropriate, le interazioni sociali possono produrre esiti desiderabili «L’evidenza scientifica è ormai schiacciante: il cambiamento climatico è una seria minaccia globale e richiede un’urgente risposta globale.» Così si apre il sommario del “Rapporto Stern sull’economia dei cambiamenti climatici”, pubblicato nel 2006. Molti paesi del mondo sviluppato spingono per un rigoroso controllo globale delle emissioni derivanti l’uso di combustibili fossili. Altri paesi, per i quali la crescita e la riduzione del divaria con le economie più ricche dipendono proprio dall’utilizzo intensivo dei combustibili fossili, resistono all’abolizione di tali misure. Il “dilemma sociale” può verificarsi ogni qualvolta gli individui non tengano in adeguata considerazione gli effetti, positivi o negativi, che le loro decisioni hanno sugli altri. I dilemmi sociali riguardano l’interazione tra i soggetti, è una situazione in cui tutti beneficiano della cooperazione per uno scopo comune, ma in cui i soggetti, se auto-interessati, agiscono indipendentemente e in modo egoistico. Il dilemma sociale ha un esito che per tutti i soggetti coinvolti è inferiore rispetto a ciò che essi avrebbero potuto ottenere se avessero coordinato le loro azioni e collaborato. La tragedia dei beni comuni e risolvere i dilemmi sociali Nel 1968 il biologo Hardin in un suo articolo dal titolo “La tragedia dei beni comuni” notava come le risorse naturali che non sono proprietà di nessuno, come l’atmosfera terrestre o le riserve ittiche, finiscono facilmente per essere sfruttate all’eccesso. In questo articolo parla di free rider ovvero beneficiare solo dei vantaggi, senza condividere i costi, di uno sforzo comune; e del ruolo dell’altruismo, ad esempio i casi reali di conflitto o di catastrofi naturali offrono numerosi esempi di individui che caprificano la propria vita per gli altri, e questo è un esempio di altruismo. 4.2 L’equilibrio del gioco della mano invisibile La risposta ottima di un giocatore è la strategia che produrrà il più alto payoff date le strategie degli altri giocatori. La strategia dominante è una migliore risposta a tutte le possibili strategie dell’altro giocatore (non sempre esistenti). L’equilibrio in strategie dominanti è il risultato di un gioco in cui ognuno gioca con la propria strategia dominante. Se, in un gioco a due giocatori, ciascuno dei due ha una strategia dominante, allora il gioco possiede un equilibrio in strategie dominanti. Tale equilibrio corrisponde al risultato che ciascun giocatore avrebbe scelto se avesse avuto la possibilità di coordinare le proprie decisioni con l’altro. Questo è il motivo per cui parliamo di “gioco della mano invisibile”: sebbene ciascun giocatore persegua il proprio interesse in modo indipendente dall’altro, i due sono guidati - come da una mano invisibile - verso un risultato che è nell’interesse di entrambi raggiungere. 4.3 Il dilemma del prigioniero Immaginiamo che anil e Bala devono decidere cosa fare per eliminare i parassiti che minacciano di distruggere le rispettive colture. Le strategie possibili per i due giocatori sono 2: - la prima consiste nell’utilizzare un pesticida a buon mercato chiamato Terminator, che uccide i parassiti nel raggio di chilometri ma penetra nella falda acquifera che entrambi utilizzano; - La seconda è quella di utilizzare, al posto della sostanza chimica, una tecnica di controllo integrata (IPC), che consiste nell’introdurre nel campo insetti che si nutrono dei parassiti. Se fosse solo uno dei due a scegliere di utilizzare Terminator, il danno ambientale rimarrebbe contenuto entro i livelli accettabili, ma se entrambi lo utilizzassero diventerebbe un problema serio. Le risposte ottime di Anil sono le seguenti: - se Bala sceglie di usare IPC, per Anil sarebbe ottimale utilizzare Terminator, che eliminerebbe i parassiti a basso costo senza contaminare in modo grave le falde acquifere; - se Bala scegliesse di usare terminator, per Anil sarebbe ottimale fare lo stesso: l’IPC, oltre ad essere più costoso, non porterebbe alcun risultato, poiché il pesticida chimico di Bala ucciderebbe anche gli insetti benefici. Essendo terminator la strategia dominante per entrambi i giocatori, è verosimile che entrambi finiscano per utilizzarlo. In questo caso, il payoff ricevuto da Anil e Bala è pari a 2. I due giocatori avrebbero ottenuto un payoff più elevato utilizzando entrambi l’IPC. Il gioco del pesticida è un esempio di dilemma del prigioniero: un gioco con un equilibrio con strategie dominanti, nel quale giocare la strategia dominante porta ad ottenere payoff individuali e totali inferiori rispetto ad altre strategie. Il risultato socialmente ottimale non è raggiunto. 4.13 Conflitti e scelta tra equilibri di Nash Nel gioco della mano invisibile, l’azione che garantiva il massimo payoff individuale non dipendeva dalla strategia scelta dall’altro giocatore: vi era una strategia dominante per ciascuno dei giocatori, e dunque un unico equilibrio di strategie dominanti. Quando tutti gli individui coinvolti in un’interazione scelgono una strategia che rappresenta una risposta ottimale alle strategie altrui, abbiamo un equilibrio detto: equilibrio di Nash. In quest’equilibrio, nessun giocatore ha un incentivo a deviare unilateralmente. Molte interazioni però possiedono più di un equilibrio di Nash. In presenza di due equilibri di Nash sorgono due importanti domande: - Quale tra i due equilibri ci aspettiamo di osservare nel mondo reale? - Nel caso in cui solo alcuni tra i giocatori preferiscano uni dei due equilibri di Nash all’altro, si determina un conflitto di interessi? Qualora vi fossero più equilibri di Nash e i soggetti prendano le proprie decisioni in modo indipendente, l’economia può rimanere “intrappolata” in un equilibrio di Nash in cui tutti stanno peggio di quanto starebbero in un altro equilibrio. GRANDI ECONOMISTI JOHN NASH John Nash fece molto di più che definire la nozione di equilibrio: dimostrò la sua esistenza sotto condizioni molto generali, che in alcuni casi rischierebbero che i giocatori selezionassero la propria strategia in modo probabilistico. Giocando in modo casuale, e selezionando ciascuna delle delle 3 strategie a disposizione con la stessa probabilità, ciascuno massimizza il proprio payoff atteso. Un tale profitto di strategie, determinato in questo caso nello spazio delle probabilità, rappresenta un equilibrio di Nash. L’utilità in questo risultato deriva dal fatto che in molti casi le strategie possono essere estremamente complicate. Il teorema di esistenza dell’equilibrio di Nash permette di considerare un’ampia gamma di interazioni strategiche, nelle quali i giocatori possono essere mossi dalle motivazioni più disparate. La risoluzione dei conflitti Un conflitto di interessi tra gli agenti coinvolti in un gioco si verifica ogni qualvolta esistono molteplici equilibri di Nash e le preferenze dei giocatori su quale sia l’equilibrio da preferire divergano. Strategie dominanti ed equilibrio di Nash: - Una strategia dominante è la migliore che un giocatore può giocare a prescindere dalla strategia del rivale (e quindi è una risposta ottima a ogni strategia giocata dal rivale); - Una strategia che è parte di un equilibrio di Nash è la risposta ottima alla strategia giocata in equilibrio dal rivale, mentre non è necessariamente una risposta ottima ad ogni possibile strategia del rivale. 4.4 Preferenze sociali: l’altruismo Quando, in aula o in un esperimento di lavoratorio, si chiede agli studenti di giocare un dilemma del prigioniero una sola volta (one-shot), non è raro che la metà o più dei partecipanti scelga la cooperazione invece che la defezione. Ciò accade nonostante la defezione rappresenti la strategia dominante per tutti i giocatori interessati soltanto al proprio payoff monetario. Se un individuo è disposto a sostenere un costo pur di aiutare un’altra persona, si dice che egli ha preferenze altruistiche. • La teoria economica standard (economia neoclassica) ritiene che il comportamento umano sia determinato da: - Razionalità; - Preferenze auto-interessate; - Assenza di motivazioni morali dell’agire; - Preferenze pre-determinate o esogene; - Reattività agli incentivi (monetari). • Quindi gli esiti socialmente desiderabili possono essere ottenuti solamente mediante leggi e istituzioni appropriate che incidono sulla struttura degli incentivi. Altruisti o egoisti: I dilemmi sociali sorgono quando i giocatori si preoccupano solo dei propri payoff: tuttavia, negli esperimenti, molti giocatori mostrano altruismo scegliendo la strategia dominata. Si dice che un individuo ha preferenze altruistiche/sociali quando è disposto a sostenere un costo pur di aiutare un altro individuo, le preferenze altruistiche influiscono sulla forma delle curve di indifferenza. Le preferenze altruistiche/sociali tengono conto anche del benessere degli altri individui nella società e non solo dell’interesse individuale. Preferenze altruistiche e curve di indifferenza Immaginiamo la seguente situazione: ad Anil sono stati regalati alcuni biglietti della lotteria nazionale, e uno di questi è il biglietto vincente per un premio di 10.000 • Le risorse ad accesso libero possono essere sfruttate senza altre restrizioni che non siano quelle imposte dagli stati o dagli accordi internazionali. Alcune comunità hanno adottato regole e norme sociali capaci di garantire un uso sostenibile delle risorse, mentre le altre non sono riuscite a farlo. Giochi ripetuti Chi si comporta oggi da free rider, sfruttando opportunisticamente gli sforzi degli altri membri della comunità, potrebbe in futuro andare incontro a spiacevoli conseguenze. Una caratteristica importante delle interazioni sociali è la presenza di relazioni durature. La ripetizione nel tempo può cambiare l’esito dell’interazione. 4.7 Cooperazione e reazioni punitive È possibile dimostrare sperimentalmente che, quando i partecipanti a un gioco hanno modo di rivelarsi su chi si comporta da free rider, si possono raggiungere elevati livelli di cooperazione. Gli esperimenti sono stati condotti in varie città in diverse parti del mondo. Il gioco si svolgeva in 10 round, e in ogni round a ciascun partecipante venivano assegnati 20$; i partecipanti, che no si conoscevano tra loro, venivano poi suddivisi, in modo casuale, in piccoli gruppi di 4 persone. Si chiedeva quindi a ciascuno quanto intendesse cedere dei propri 20$ a una cassa comune: per ogni dollaro di contributo versato, ciascun membro del gruppo avrebbe ricevuto 0,4$. Nell’esperimento effettuato, dopo ogni round, ai giocatori veniva comunicato l’ammontare destinato alla cassa comune da ciascun membro del gruppo. Nella figura 4.8a, le linee rappresentano l’evoluzione nel tempo del contributo medio osservato, con l’inclinazione del luogo in cui è stato effettuato l’esperimento. Un primo punto da mettere in evidenza è che gli individui non sono puramente auto- interessati. Se fossimo interessati unicamente al ostro payoff individuale, la strategia dominante sarebbe quella di non contribuire affatto. I contributi iniziali all’esperimento potrebbero essere elevati perché i partecipanti attribuiscono valore al fatto che con il proprio contributo aumenta il payoff altrui. Ma la difficoltà di cooperare è evidente: i contributi al bene pubblico vanno ovunque diminuendo nel corso del tempo. E tuttavia, i risultati mostrano che al termine dell’esperimento i livelli di contribuzione sono rimasti elevati nella maggior parte dei casi. La spiegazione più plausibile dell’evoluzione nel tempo delle contribuzioni medie non è l’altruismo. È probabile che i giocatori riducano il proprio livello di cooperazione quando osservano che gli altri stanno contribuendo meno del previsto, comportandosi da free rider nei loro confronti. Coloro che contribuiscono più della media sembrerebbero voler punire quelli che contribuiscono meno, a causa del loro opportunismo o perché hanno violato la norma sociale che richiedeva loro di cooperare. La scelta di punire gli altri è in fondo una forma di altruismo perché il sostentamento di un costo individuale per chi punisce va a vantaggio del gruppo. Questo esperimento illustra il modo in cui, anche in gruppi numerosi, l’effetto combinato di preferenze sociali e della ripetizione dell’interazione nel tempo possa mantenere a livelli elevati i contributi al bene pubblico. Il gioco del bene pubblico, rappresenta una situazione in cui impegnarsi con gli altri per la realizzazione di un progetto comune porta vantaggi per tutti i partecipanti, ma c’è qualcosa da perdere ogni qualvolta gli altri si comportano da free rider. 4.8 Esperimenti in laboratorio e sul campo L’approccio delle preferenze rivelate consente di risalire dalle scelte effettuate alle preferenze che quelle scelte hanno determinato. Gli studi statistici non riescono a controllare accuratamente il contesto decisionale nel quale queste scelte sono effettuate, e ciò che rende difficile la comparazione tra gruppi diversi. Per questo anche gli economisti a volte ricorrono a esperimenti in laboratorio, che permettono di osservare i comportamenti individuali in condizioni controllate e stabilite dal ricercatore stesso. COME GLI ECONOMISTI IMPARANO DAI FATTI Gli esperimenti in laboratorio In un esperimento: - Le scelte hanno conseguenze: le decisioni prese durante l’esperimento possono determinare un guadagno reale per chi vi prende parte; - Le istruzioni, gli incentivi e le regole sono comuni a tutti i partecipanti: ad essere oggetto di analisi è l’effetto che ha su di essi un certo trattamento; la sola differenza tra il gruppo di controllo e il gruppo sottoposto a trattamento è il “trattamento stesso”, così che i suoi effetti possano essere identificati; - Gli esperimenti possono essere replicati: sono progettati per poter essere ripetuti con altri gruppi di partecipanti; - Si cerca di tenere sotto controllo le spiegazioni alternative: le altre variabili, quando possibile, sono mantenute costanti, poiché potrebbero influenzare il comportamento che si vuole studiare. Dunque, quando osserviamo eterogeneità nel comportamento dei partecipanti a un esperimento, queste differenze sono dovute alle loro preferenze e non alle diverse situazioni che essi devono affrontare. Le ricerche di Juan Camilo Cárdenas sono volte a replicare i dilemmi sociali affrontati dai partecipanti nella vita di tutti i giorni, riguardanti ad esempio l’uso eccessivo di boschi o delle riserve ittiche. Cárdenas descrive come sia possibile applicare i metodo dell’economia sperimentale a situazioni tipiche della vita di tutti i giorni, e come ciò aiuti a comprendere perché le persone decidono di cooperare anche quando non hanno alcun incentivo a farlo. A volte gli esperimenti possono essere condotti “sul campo”, modificando deliberatamente le condizioni che influenzano le decisioni individuali e osservando come varia il comportamento delle persone. 4.9 Cooperazione, contrattazione e norme sociali La cooperazione non deve essere necessariamente basata su un accordo esplicito. Negli esempi che abbiamo analizzato precedentemente - il gioco della mano invisibile, del dilemma del prigioniero ripetuto e il gioco del bene pubblico -, il raggiungimento di un esito cooperativo era possibile nonostante gli individui agissero indipendentemente gli uni dagli altri. In altri casi, come quello del dilemma del prigioniero one-shot, prendere decisioni in modo indipendente porta a un risultato indesiderabile per tutti, in questo caso, i giocatori avrebbero tratto giovamento dalla possibilità di stringere un accordo. Quello della contrattazione è un metodo comunemente utilizzato per cercare una soluzione ai problemi economici e sociali. Capita, tuttavia, che le negoziazioni non abbiano successo; in genere a causa della divergenza di interessi che emerge nel momento in cui gli agenti devono decidere come spartirsi i frutti della loro collaborazione. Negoziazione e ripartizione dei vantaggi della cooperazione La divisione di qualcosa di valore in parti uguali rappresenta una norma sociale in molte comunità. Le norme sociali sono tali se condivise da un gruppo nella sua totalità (o quasi); esse indicano che cosa la comunità ritenga si debba fare in una data circostanza. Gli economisti sono soliti pensare che le scelte siano determinate dalle preferenze personali. Le preferenze sono cioè qualcosa di individuale; è vero che queste possono essere influenzate dalle norme sociali ma riflettono ciò che ciascuno vuole fare e ritiene che debba essere fatto. Ci sono delle ragioni per le quali qualcuno potrebbe dare una mano ad un amico: - Per altruismo; Nessun partecipante all’esperimento, né in Kenya né negli USA, si è mostrato disponibile ad accettare un’offerta pari a zero, pur nella consapevolezza che avrebbe ricevuto zero anche rifiutando. L’altezza di ogni barra nella figura 4.11b indica la percentuale di kenioti e americani che hanno proposto la spartizione indicata sull’asse orizzontale. Guardando questa figura possiamo notare che ben pochi fra i contadini hanno proposto di tenere per sé l’intera torta offrendo zero (solo il 4% - barra più a sinistra), e tutte queste offerte sono state respinte (barra di colore blu scuro). Dall’altra parte, guardando la barra più a destra nella figura notiamo che, per i contadini kenioti, fare un’offerta pari alla metà della torta ha garantito un tasso di accettazione del 100% (barra totalmente chiara). Un proponente interessato solo al proprio guadagno confronterà i cosiddetti payoff attesi delle due offerte, ossia i payoff che egli si aspetta data la probabile risposte della controparte (accettare o rifiutare). Il payoff atteso si calcola moltiplicando ciò che il Proponente ottiene in caso di accettazione dell’offerta per la probabilità che l’offerta sia accettata. 4.12 La concorrenza nel gioco dell’ultimatum Gli esperimenti basati sul gioco dell’ultimatum con due giocatori studiano come le persone decidono di spartirsi le rendite derivanti da un’interazione economica. Il risultato della negoziazione potrebbe variare in presenza di più soggetti in concorrenza. Le barre rosse rappresentano la frazione di offerte respinte quando vi è un singolo Rispondente, neutre le barre blu mostrano il comportamento osservato in esperimenti con 2 Rispondenti. Notiamo come, quando vi è concorrenza tra i Rispondenti, questi ultimi siano meno propensi a rifiutare offerte basse. La concorrenza modifica i risultati dell’esperimento, avvicinandoli a quelli che osserveremmo in un mondo popolato da individui egoisti che si preoccupano per lo più del proprio guadagno. Il rispondente in una situazione competitiva non più essere sicuro che il Proponente sia punito, poiché l’altro Rispondente potrebbe accettare l’offerta anche se bassa. Di conseguenza, anche persone che danno importanza all’equità tenderanno ad accettare offerte basse per non trovarsi in quello che, dal loro punto di vista, è il peggiore degli scenari possibili. Il Proponente, che è in grado di anticipare questo ragionamento, farà per questo offerte più basse, che i Rispondenti accetteranno comunque. Un piccolo cambiamento delle regole ha dunque un grande impatto sul risultato dell’interazione. Capitolo 5: proprietà e potere: tra scambio e conflitto 5.1 Istituzioni e potere Con il termine istituzioni ci riferiamo alle regole scritte e non scritte che regolano le interazioni tra gli individui di una collettività determinando obblighi, divieti e incentivi e regolano la ripartizione dei relativi risultati. Useremo il termine “istituzioni” e l’espressione “regole del gioco” come sinonimi. Parlando di “potere” ci riferiamo alla capacità di un individuo di ottenere ciò che desideri quando questo contrasta con le intenzione degli altri. Il potere in economia si esercita principalmente in 2 modi: • Fissando i termini dello scambio con offerte del tipo prendere - o - lasciare (come il gioco dell’ultimatum); • Imponendo o minacciando costi elevati alla controparte se questa non compie azioni che vanno a beneficio di colui che detiene il potere. Le regole del gioco dell’ultimatum determinano la capacità dei giocatori di ottenere un payoff elevato, una forma di potere indicata come potere negoziale. 5.2 Valutare istituzioni ed esiti: il criterio di Pareto L’esito di un’interazione economica viene detto allocazione. Nel gioco dell’ultimatum, ad esempio, un’allocazione descrive la modalità di spartizione della torta suggerita dal Proponente, se la proposta è accettata o meno e quali sono i payoff percepiti dai due giocatori. Il criterio di Pareto: Secondo il criterio di Pareto, l’allocazione A domina l’allocazione B se il passaggio da A a B comporta un miglioramento della condizione di almeno uno degli agenti coinvolti, senza che la condizione di nessun altro peggiori. In questo caso, si dice che “A domina B in senso paretiano”: descrive chi fa cosa e chi ottiene cosa. Si noti che, affermando che un’allocazione “migliora la condizione” di un individuo, si intende dire che tale allocazione è da questi preferita e non che essa corrisponde necessariamente a un maggiore guadagno in denaro. Un allocazione (distribuzione) di risorse è detta efficiente in senso paretiano, o Pareto-efficiente, quando non esiste allocazione alternativa tra quelle possibili capace di migliorare la condizione di almeno un individuo senza peggiorare quella di tutti gli altri. Per confrontare allocazioni diverse è sufficiente determinare se in esse gli individui migliorano o peggiorano il proprio benessere, ogni modifica che aumenti il benessere di un individuo senza peggiorare quello di nessun altro è desiderabile (perché è un miglioramento paretiano della situazione di partenza). La Pareto-Efficienza: caveat • Spesso più di una allocazione risulta essere Pareto-efficiente (nel gioco della disinfestazione sono 3); • Il criterio di Pareto non permette di stabilire quale, tra le allocazioni Pareto- efficienti, sia maggiormente desiderabile; • L’efficienza di Pareto non è correlata alla giustizia; • Molte allocazioni che potrebbero essere ingiuste sono Pareto efficienti. Criterio di Pareto: vantaggi e difetti • Vantaggi: - Non dipende da giudizi di merito; - È un semplice criterio di efficienza. Le istituzioni sono le regole (scritte e non scritte) che regolano cosa gli individui fanno quando interagiscono e come distribuiscono il prodotto della loro interazione. Le istituzioni forniscono i vincoli e gli incentivi per gli individui, cambiare le regole del gioco porta a risultati diversi. Date le regole del gioco, la divisione del payoff dipende dal potere di contrattazione delle parti (chi gode di un vantaggio nella divisione della torta). 5.4 Un modello di scelta e conflitto Angela lavora la terra e Bruno in quanto proprietario della terra, potrà imporle il pagamento di una parte del raccolto come condizione per coltivare. Come in precedenza, il raccolto di Angela dipende dal numero di ore lavorate, attraverso la funzione di produzione. L’inclinazione della frontiera delle possibilità produttive corrisponde al SMT del tempo libero in raccolto, le preferenze sono rappresentabili come curve di indifferenza. Angela lavora da sola la terra La figura 5.2 ci mostra le curve di indifferenza di Angela, maggiore è l’inclinazione della curva di indifferenza, maggiore è il valore che Angela attribuisce al tempo libero rispetto al raccolto. Inoltre, all’aumentare del tempo libero a disposizione, il valore che gli si attribuisce diminuisce e la curva diventa più piatta. Se le preferenze di Angela siano quasi-lineari, ovvero che il SMS non cambi al variare della quantità di grano consumata: un maggior livello di produzione e di consumo non modifica il saggio al quale Angela è disposta a scambiare il raccolto con il tempo libero. Ciò comporta che, spostandosi verticalmente sul grafico le curve di indifferenza mantengono la stessa pendenza. Se Angela è libera di scegliere, selezionerà la durata della sua giornata lavorativa in modo da ottenere la combinazione preferita di tempo libero e raccolto Entra in azione un nuovo personaggio Immaginiamo che Angela non sia sola, ma che con lei ci sia anche Bruno che rivendica parte del raccolto (in quanto proprietario del terreno). La figura 5.3 mostra la frontiera delle possibilità combinata di Angela e Bruno. La frontiera indica quante staia di grano può produrre Angela, dato il tempo libero che decide di concedersi. Con 12 ore di tempo libero può produrre 10,5 staia di grano. Per quinta cosa osserviamo che non tutte le allocazioni sono possibili, per esempio: nel punto H Angela lavora 12 ore al giorno ma non riceve nulla e quindi non riuscirà a sopravvivere. 5.5 Allocazioni tecnicamente possibili Inizialmente, Angela aveva la facoltà di consumare (oppure vendere) tutto ciò che produceva. Ora è arrivato Bruno in grado di realizzare qualsiasi allocazione voglia. Diversamente dall’esperimento condotto nel capitolo precedente, Bruno desidera soltanto ottenere la quantità massima possibile di grano, mentre Angela è interessata solo al suo consumo di grano e al suo tempo libero . Ipotizziamo inoltre che il grano sia l’unica fonte di sostentamento disponibile e che Angela sia l’unica lavoratrice che Bruno possa minacciare. Per questa ragione, se Angela non lavora la terra, Bruno non riceve niente. Di conseguenza, se Bruno pensa al futuro lascerà ad Angela una quantità sufficiente di brano a tenerla in vita e consentirle di continuare a lavorare. Per prima cosa, possiamo individuare l’insieme delle combinazioni di ore di lavoro tecnicamente possibili; ovvero le allocazioni che soddisfano i limiti tecnologici e quelli biologici. Il vincolo biologico di sopravvivenza di Angela mostra la quantità di cibo necessaria al suo sostentamento per livello di sforzo lavorativo impiegato e il vincolo tecnologico sta al di sotto del vincolo biologico. 5.6 Allocazioni imposte con la forza Ogni strategia che Bruno decide di mettere in atto, corrisponde ad una diversa rendita economica definita come la differenza fra ciò che Bruno ottiene costringendo Angela a lavorare con la forza e ciò che otterrebbe altrimenti (cioè zero). È abbastanza evidente che questa non è l’allocazione ottimale per Bruno e che esiste un sistema per aumentare la quantità di grano che può ottenere da Angela . Se Bruno costringesse Angela ad aumentare le ore di lavoro, si otterrebbe un aumento della produzione superiore all’aumento del suo fabbisogno energetico perché, in corrispondenza delle 8 ore di lavoro, la curva del vincolo biologico è più piatta della frontiera tecnologica. La rendita economica di bruno è massima nel punto in cui le due frontiere hanno la stessa pendenza ovvero quando—> SMT di ore di lavoro in grano prodotto = SMS di ore di lavoro in grano necessario alla sopravvivenza. Due nuove istituzioni: la legge e la proprietà privata Quando gli individui volontariamente prendono parte a un’interazione economica, lo fanno perché si aspettano un risultato migliore della loro opzione di riserva. In altre parole, lo fanno perché cercano di ottenere una rendita economica. Le rendite derivanti da uno scambio sono dette guadagni dallo scambio, perché corrispondono al guadagno che una persona ottiene realizzando uno scambio rispetto a quello che otterrebbe rinunciandovi. La somma dei guadagni dallo scambio realizzabili dai soggetti coinvolti in un’interazione economica è spesso indicata come surplus totale, che dipende dal potere negoziale. Quest’ultimo dipende a sua volta dalle istituzioni che governano l’interazione. 5.10 Contrattare per ottenere una distribuzione efficiente nel surplus È facile rendersi conto che quella ottenuta dall’intervento legislativo non è l’allocazione migliore possibile, perché questa allocazione non è sulla curva de punti Pareto-efficienti (punti nel segmento CD). Il surplus da dividere tra Angela e Bruno è massimo quando SMT = SMS, cioè quando Angela lavora 8 ore. Siccome ora Angela è libera di decidere quanto lavorare, vincolata solo dal mezzo staio in più che deve dare a Bruno, lavorerà 8 ore in corrispondenza del punto in cui SMS = SMT. Quanto andrà all’una e quanto andrà all’altro dipenderà solo dal rispettivo potere negoziale. 5.11 Angela e Bruno: la morale della storia La tecnologia e la biologia determinano l’esistenza di scambi vantaggiosi per entrambi e l’insieme di allocazioni tecnicamente possibili. Perché le allocazioni siano economicamente possibili, devono rappresentare miglioramenti paretai rispetto alle opzioni di riserva delle controparti. Queste possono anche dipendere dalle istituzioni. Gli esiti di un’interazione dipendono dalle preferenze delle persone, dalle istituzioni che determinano il loro potere negoziale e quindi dal modo in cui il surplus è distribuito. La storia di Angela e Bruno ci dà 3 lezioni sull’efficienza e l’equità: 1. Quando una persona, o un gruppo, ha il potere di fissare l’allocazione con il solo vincolo di non rendere le condizioni della controparte peggiori che nell’opzione di riserva, essa si impadronirà dell’intero surplus; 2. Chi ritiene di non essere stato trattato in modo equo, spesso può riuscire a influenzare i risultati futuri attraverso la legge o altri mezzi politici. Potrà ottenere un’allocazione che ai suoi occhi risulterà più equa, ma che non è necessariamente Pareto-efficiente; 3. Se le istituzioni permettono agli individui di raggiungere una soluzione di comune accordo e di scegliere tra diverse allocazioni, allora è possibile evitare di scegliere tra efficienza ed equità. 5.12 Misurare la disuguaglianza economica Abbiamo valutato l’efficienza paretica delle diverse allocazioni. L’altro criterio importante per giudicare un’allocazione è l’equità. Sappiamo che le allocazioni Pareto-efficienti possono anche essere molto inique. - Ma come si fa a misurare le disuguaglianze in gruppi più grandi? Uno strumento utile per rappresentare e confrontare le distribuzioni del reddito o della ricchezza o di qualsiasi altra variabile in una certa popolazione è la curva di Lorenz. Essa ci permette di vedere quanto la distribuzione della ricchezza sia diversa rispetto alla linea che indica la perfetta uguaglianza. La curva di Lorenz definisce graficamente la distribuzione del reddito. È la rappresentazione grafica della funzione di distribuzione cumulata del reddito. Mette in relazione la percentuale di individui (sull’asse x) e la percentuale del reddito totale (sull’asse y) ad essi attribuita e corrisponde alla curva che unisce punti che si trovano sotto la linea di perfetta eguaglianza. La distanza tra la curva di Lorenz e la linea di perfetta uguaglianza fornisce una misura della disuguaglianza. Il coefficiente di Gini Il coefficiente di Gini è calcolato come il rapporto tra l’area compresa tra la curva di Lorenz e la bisettrice e l’area all’interno del triangolo sotto la bisettrice del primo quadrante. Se tutti hanno lo stesso reddito e non c’è disuguaglianza, il coefficiente di Gini prende valore 0. Se un singolo individuo riceve tutto il reddito il coefficiente di Gini prende il valore massimo di 1. Possiamo calcolare il coefficiente di Gini come il rapporto tra l’area A, compresa tra la curva di Lorenz e la linea di perfetta uguaglianza, e l’area (A + B), ovvero il triangolo sotto la bisettrice del primo quadrante. Una definizione più corretta del coefficiente di Gini è la misura della differenza di reddito media tra ogni coppia di individui nella popolazione. Confrontare distribuzioni del reddito e disuguaglianza nel mondo Per misurare la disuguaglianza di reddito in un paese possiamo guardare al reddito totale del mercato oppure al reddito disponibile. Il reddito disponibile è quello che una famiglia può spendere dopo aver pagato le tasse e aver ricevuto benefici dal governo. La redistribuzione operata dal governo genera una distribuzione più equa. La spiegazione principale delle differenze tra paesi in termini di distribuzione del reddito disponibile sta nelle diverse politiche che i governi attuano per tassare i più ricchi e redistribuire ai più poveri. Notiamo che in termini di disuguaglianza di reddito disponibile le differenze tra i paesi sono maggiori che in termini di disuguaglianza di reddito nel mercato. Nel gruppo delle economie ricche, gli Stati Uniti e il Regno Unito sono tra quelle con maggiore diseguaglianza nel reddito disponibile e le poche nazioni povere o di media ricchezza per le quali sono disponibili questi dati sono ancora più diseguali degli Stati Uniti. Approssimare il coefficiente di Gini usando la curva di Lorenz Se la popolazione è grande, si ottiene una buona approssimazione del coefficiente di Gini usando le aree nel diagramma di Lorenz Ma con un numero piccolo di individui questa approssimazione non è precisa. La curva di Lorenz è orizzontale in corrispondenza del valore zero fino all’ultimo individuo, poi balza al valore 1 (100%). Possiamo disegnare la curva quando la numerosità della popolazione N è 2, 3, 10, 20. Vediamo che: • quando N = 2, A/(A+B) = 0,5 e ci dà un’approssimazione piuttosto scadente del valore dell’indice di Gini (g = 1) • all’aumentare di N, l’area A non sarà mai uguale ad A+B, ma il rapporto si avvicinerà a 1. I contratti di vendita sul mercato trasferiscono permanentemente la proprietà dei beni dal venditore al consumatore; i contratti di lavoro trasferiscono temporaneamente l’autorità sulle attività di una persona dal lavoratore al manager o al proprietario dell’impresa. Le imprese sono diverse dai mercati in un altro senso: le interazioni sociali all’interno dell’impresa a volte durano decenni, o anche una vita intera vi sono delle creazioni di un network fra colleghi e l’acquisizione di competenze necessarie per il lavoro. Nei mercati le interazioni tipiche sono brevi e spesso non si ripetono. Lavorare in un’impresa significa accumulare una rete di conoscenze che diventano essenziali per svolgere il lavoro al meglio. L’economista Williamson chiamò risorse specifiche alla transazione e risorse specifiche all’impresa queste abilità, relazioni e amicizie, perché esse sono utili solo finché il lavoratore rimane in una data impresa. Quando la relazione termina, il valore di queste risorse viene perso da entrambe le parti. La differenza rispetto alle relazioni nel mercato e che pur conoscendo il viso o il nome della persona cui compriamo qualcosa, o a cui vendiamo qualcosa, la relazione di scambio sul mercato è tipicamente temporanea. 6.2 I soldi degli altri: la separazione tra proprietà e controllo Il modello principale-agente I modelli di principale-agente catturano le interazioni in contratti incompleti, per esempio: l’impresa è il principale e il lavoratore è l’agente. L’agente compie azioni di nascosto dal principale, questo è il motivo per cui il principale non può verificarlo. Un problema di azione nascosta si verifica quando: c’è un conflitto di interessi tra il principale e l’agente, e alcune azioni dell’agente non possono essere sottoposte ad un contratto completo. Le informazioni possono essere asimmetriche o non verificabili. I profitti dell’impresa appartengono legalmente a chi la proprietà dei beni dell’impresa, inclusi i beni capitali. I proprietari dirigono gli altri membri dell’impresa al fine di conseguire dei profitti. Ai proprietari spetta tutto ciò che rimane dopo che i ricavi sono stati usati per pagare i dipendenti, i manager, i fornitori, i creditori e le imposte. Il profitto è il residuo, cioè quello che rimane dei ricavi una volta effettuati questi pagamenti. Per questa ragione si dice che i proprietari sono i titolari del residuo. Né i manager né i dipendenti sono titolari del residuo. Ciò ha una conseguenza importante: se i ricavi dell’impresa aumentano grazie al buon lavoro dei manager e dei dipendenti, saranno i proprietari a beneficiare e non i dipendenti e i manager (a meno che non ricevano una promozione, un bonus). Questa è una delle ragioni per cui consideriamo l’impresa come uno scenario in cui non tutti gli attori hanno gli stessi interessi. Le frecce verdi tratteggiate che puntano in alto rappresentano la presenza di asimmetrie informative tra i diversi livelli gerarchici dell’impresa. Dato che non sempre i proprietari e i manager sanno quello che fanno o sanno i loro subordinati, non sempre i loro ordini saranno eseguiti (frecce nere che puntano in basso). Nelle grandi imprese ci sono spesso molti proprietari, i proprietari dell’impresa sono individui o istituzioni che possiedono le azioni dell’impresa. Quando i manager decidono come usare i fondi forniti dai proprietari si parla di separazione tra proprietà e controllo. La separazione tra proprietà è all’origine di un potenziale conflitto di interessi. Per risolvere il conflitto di interessi tra gestori e proprietari: si può collegare la retribuzione dei gestori all’andamento del prezzo delle azioni della società (questo però può portare a short-terminism), e monitorare le prestazioni dei manager. Le decisioni dei manager determinano i profitti, i profitti determinano i redditi dei proprietari. 6.3 Il lavoro degli altri Assumere dipendenti è diverso dall’acquistare altri beni o servizi. Quando compriamo una maglietta o paghiamo per tagliare l’erba, è chiaro che cosa riceviamo in cambio del nostro denaro. Ma il manager non può scrivere un contratto di lavoro che specifichi in maniera verificabile tutti i compiti che il dipendente dovrà svolgere per essere pagato. Questo accade per varie ragioni: - quando il manager scrive un contratto di lavoro, può non sapere esattamente di cosa dovrà occuparsi il dipendente, perché questo dipenderà anche da eventi futuri imprevedibili; - sarebbe impossibile o troppo costoso per il manager osservare in modo accurato l’impegno che ogni dipendente mette nello svolgimento del suo lavoro. Un contratto di lavoro omette molti aspetti di interesse sia per il proprietario che per i dipendenti, come il livello dell’impegno o la stessa permanenza del lavoratore nell’impresa. Esso è cioè un contratto incompleto: ovvero non specifica in maniera da poter impugnare il contratto ogni aspetto dello scambio che leda gli interessi delle parti. GRANDI ECONOMISTI KARL MARX Karl Marx vedeva il capitalismo come l’ultimo di una successione di sistemi economici che avevano caratterizzato la storia umana sin dalla preistoria. Fu il primo a capire perché il capitalismo fosse più dinamico tra i sistemi nella storia umana. I capitalisti no acquisivano il lavoro dei loro operai, perché il lavoro non è acquistabile, ciò che il pagamento del salario consentiva al capitalista era di prendere in affitto il lavoratore e dirigere le azioni all’interno dell’impresa. 6.4 Rendite da occupazione I lavoratori temono il licenziamento soprattutto quando vengono pagati più della loro opzione di riserva (quando ricevono una rendita da occupazione). La rendita da occupazione = costo della perdita di lavoro Il costo della perdita del lavoro Include: - reddito perso durante la ricerca di un nuovo lavoro; - le risorse specifiche all’impresa, come le amicizie tra i colleghi, o alcune caratteristiche desiderabili di quel posto di lavoro, come il fatto che sia vicino a casa; - costi necessari per iniziare un nuovo lavoro (es. spostamenti etc.); - perdita di altri benefici del lavoro (assicurazione sanitaria, etc.); - costi sociali (stigma di essere disoccupati). Un’altra ragione per fare bene il proprio lavoro è la paura di perdere il posto, o di mancare l’opportunità di essere promossi ad una posizione che offra uno stipendio più alto e una maggiore garanzia di non essere licenziati. Nella pratica quasi tutti i lavoratori tengono molto a restare occupati. C’è una differenza tra il valore del posto di lavoro (tenendo conto dei benefici e i costi che esso comporta) e il valore dell’opzione di riserva. In altre parole possiamo parlare di una rendita da occupazione —> L’impresa paga un salario maggiore del prezzo di riserva del lavoratore. Perché? Così il lavoratore è stimolato a impegnarsi per evitare di perdere la rendita da occupazione. Rendita da occupazione = Salario settimanale – disutilità del lavoro (prezzo di riserva del lavoratore) Calcolare il costo di perdere il lavoro Per calcolare la rendita da occupazione bisogna soppesare tutti i benefici e i costi occupati e confrontarli con quelli di essere disoccupati e alla ricerca di un altro lavoro. Ma anche lavorare comporta dei costi per esempio: la disutilità del lavoro, data dalla rinuncia a trascorrere il tempo in attività più piacevoli, e il costo di raggiungere ogni giorno il posto di lavoro. Con la perdita del lavoro ci sono ovviamente dei benefici cui si dovrebbe rinunciare: - il salario, la cui perdita potrebbe essere parzialmente compensata dal sussidio di disoccupazione; Il costo dell’impegno è lo stesso in tutti i punti lungo ogni retta isocosto, ed è uguale a w/e. L’inclinazione della retta di isocosto è dato da e/w. Maggiore è la pendenza della retta di isocosto minore è il costo dell’impegno, e viceversa. Una retta di isocosto più ripido significa un costo minore per unità di impegno e quindi profitti maggiori per il principale. Il principale è indifferente tra i punti su una stessa curva di isocosto. Come per le curve di indifferenza, la pendenza della curva di isocosto per l’impegno è il saggio marginale di sostituzione (SMS), cioè il tasso a cui il principale è disposto ad aumentare il salario in cambio di maggiore impegno. L’impresa minimizza i costi e massimizza i profili nel punto in cui il SMS uguaglia il SMT. I salari fissi vengono chiamati salari di efficienza: ovvero un salario fissato a un livello superiore rispetto al salario di riserva in modo che i lavoratori di preoccupino di perdere il lavoro e mettano maggior impegno in esso. Il modello che spiega la fissazione del salario sulla base delle necessità del datore di lavoro di disporre di un elemento di disciplina nei confronti del lavoratore, al fine di incentivare il lavoro è il modello dell’effetto disciplinante del salario. Disoccupazione involontaria La disoccupazione involontaria —> un lavoratore è involontariamente disoccupato se non ha un lavoro pur essendo disponibile a lavorare allo stesso salario percepito dai lavoratori occupati con le sue stesse caratteristiche. Nel modello della disciplina del lavoro ci deve essere sempre disoccupazione involontaria. Ipotizziamo che, nel caso di licenziamento, Maria possa trovare immediatamente un altro lavoro per lo stesso salario. In questo caso, la rendita da occupazione sarebbe zero: sarebbe indifferente tra conservare il posto di lavoro e perderlo. Per questa ragione la sua risposta ottima sarebbe un livello di impegno pari a zero. Ma questo non potrebbe essere un equilibrio: il principale non sarebbe disposto a pagare 12$ a qualcuno che non mette alcun impegno nel suo lavoro. Le imprese offrirebbero salari più alti per assicurarsi che i dipendenti abbiano una rendita che li faccia lavorare con più impegno. Ma se i salari fossero più alti non sarebbe possibile offrire così tanti posti di lavoro, i posti di lavoro diventerebbero scarsi e i lavoratori che hanno perso il lavoro non sarebbero in grado di trovarne un’altro così facilmente. L’economia si troverebbe ben presto in un equilibrio con alti salari e disoccupazione involontaria: i lavoratori potrebbero guadagnare 16$ orari e i disoccupati, benché disponibili ad accettare un lavoro pagato 16$ orari, non ne troverebbero. In equilibrio, salire e disoccupazione involontaria devono essere abbastanza alti da assicurare una rendita da occupazione in grado di indurre i lavoratori ad impegnarsi. 6.8 Utilizzare il modello: i proprietari, i dipendenti e l’economia La funzione di risposta ottima viene a dipendere da: - L’utilità derivante dai beni che possono essere acquisiti col salario; - La disutilità dell’impiego: - Il salario di riserva; - La probabilità di essere licenziati quando di lavora con un certo livello di impegno. Se uno di questi fattori cambia, la curva di risposta ottima si sposta, cambia l’opzione di riserva e la distribuzione della forza contrattuale. Le politiche economiche possono modificare sia l’ammontare e la durata dei sussidi di disoccupazione sia il livello di disoccupazione. 6.9 Un altro tipo di impresa Vi sono imprese in cui i lavoratori sono proprietari dei beni capitali e delle altre risorse dell’impresa, e sono loro a scegliere i manager che gestiscono l’impresa quotidianamente. Queste organizzazioni vengono chiamate imprese cooperative. Ogni dipendente è un socio, la principale differenza tra le imprese tradizionali e quelle di proprietà dei lavoratori sta nel fatto che le cooperative hanno bisogno un minor numero di supervisori e minori risorse dedicate alla gestione del personale per assicurare impegno e dedizione da parte dei lavoratori-proprietari. In una cooperativa i colleghi di lavoro hanno una minore tolleranza per un lavoratore che non si impegna a dovere. Una minore necessità di supervisione dei lavoratori è tra le ragioni per le quali le imprese di proprietà dei dipendenti sono altrettanto produttive, o addirittura più produttive, delle loro controparti convenzionali. Le cooperative, inoltre, tendono a non licenziare nemmeno in caso di recessione, offrendo così ai lavoratori-proprietari una sorta di assicurazione. 6.10 Principali e agenti: interazioni con contratti incompleti Nella pratica, tutti i rapporti di lavoro sono regolati da contratti incompleti. I contratti di lavoro spesso non menzionano nemmeno il fatto che il lavoratore debba lavorare con impegno e dedizione. Perché i contratti sono incompleti? Troviamo diverse ragioni per le quali i contratti possono essere incompleti: • L’informazione non è verificabile —> perché un contratto sia applicabile, l’informazione rilevante deve essere osservabile da entrambe le parti, ma anche verificabile da una parte terza in sede giudiziale. • Tempo e incertezza —> un contratto è generalmente valido per un certo periodo di tempo. Le persone normalmente non sono in grado di prevedere ogni possibile avvenimento futuro - e cercare di farlo potrebbe essere in molti casi troppo costoso. • Misura —> molti servizi e beni sono per loro natura difficili da misurare o da descrivere con la precisione necessaria per poter essere specificati in un contratto. • Assenza di istituzioni —> per molte transazioni non c’è un’istituzione giuridica che sia in grado di applicare i contratti. Molte transazioni internazionali sono di questo tipo. • Preferenze —> anche quando la natura dei beni e servizi da scambiare permette di scrivere contratti completi, un contratto incompleto potrebbe risultare preferibile. Relazioni Principali-Agente Molti rapporti contrattuali possono essere rappresentati secondo uno schema generale detto relazione principale-agente, nella quale due attori si trovano ad operare l’uno a favore dell’altro avendo interessi conflittuali. Si parla di azione nascosta, per indicare una situazione in cui c’è un conflitto di interessi tra principale e agente riguardo ad un’azione che può essere o non essere svolta dall’agente e questa azione non può essere l’oggetto di un contratto completo. In questi problemi, l’informazione riguardo l’azione è asimmetrica (l’agente sa quale azione viene intrapresa, ma il principale no) oppure non verificabile (anche se entrambi osservano l’azione, questa informazione non può essere usata in tribunale per far rispettare un contratto). Capitolo 7: L’impresa e i suoi clienti Come un produttore di beni differenziati interagisce coi suoi clienti al fine di massimizzare i profitti Le grandi imprese godono di vantaggi tecnologici e di costi derivanti dalla produzione su larga scala. Le politiche fiscali sono disegnate tenendo conto dell'elasticità della domanda, mentre le politiche per la concorrenza possono ridurre il potere di mercato delle imprese. Notazione: - AC = average cost = costo medio - MC = marginal cost = costo marginale - MR = marginal revenue = ricavo marginale - F = fixed costs = costi fissi - VC = variable costs = costi fissi - MRT = marginal rate of transformation =saggio marginale di trasformazione - MRS = marginal rate of substitution = saggio marginale di sostituzione Il successo di un’impresa non dipende solo dal prezzo; ci sono altre variabili da tenere in considerazione, quali la scelta del prodotto, l’abilità nell’attrarre consumatori, di produrre a basso costo, di fornire un alto livello di qualità e di selezionare e motivare adeguatamente i dipendenti. La domanda di un prodotto dipende dal prezzo a cui viene offerto, mentre i costi di produzione dipendono anche dalla quantità prodotta. L’innovazione permette di produrre a costi più bassi; se un’impresa riesce ad innovare, può ottenere una rendita più alta. Il costo marginale è il costo che si sostiene per produrre un’unità addizionale, e corrisponde alla pendenza della funzione di costo. Se per produrre una quantità aggiuntiva ΔQ i costi aumentano di ∆C, il costo marginale è dato da: CMg = ∆C / ∆Q Il costo marginale è stato il ricavo calcolando la variazione dei costi (∆C) che deriva dalla produzione di un’unità aggiuntiva. Alternativamente, si può considerare un incremento di un numero maggiore di unità. Le economie di diversificazione rappresentano vantaggi di costo derivanti dalla produzione congiunta di beni e servizi diversi. 7.4 Domanda e curve di isoprofitto Le automobili costituiscono un esempio di prodotto differenziato, in quanto ciascun modello possiede caratteristiche uniche in termini di design e prestazioni. La domanda dei prodotti differenziati è generalmente decrescente. Se il prezzo è elevato, la domanda è bassa, in quanto costituita solo dai consumatore che hanno una forte preferenza per i prodotti di quell’impresa. Se il prezzo scende, invece, l’attrattiva del prodotto aumenta e i consumatori che prima acquistavano altri beni potrebbero diventare loro clienti. La curva di domanda La curva di domanda è la relazione che indica la quantità di beni acquistati in corrispondenza di ciascun livello di prezzo. Ogni consumatore potenziale avrà una propria disponibilità a pagare, una somma massima che sarà disposto a spendere per acquistare qualcosa. Ordinando i consumatori in base alla propria disponibilità a pagare e tracciando il grafico corrispondente è possibile ricavare, per ogni livello di prezzo, il numero effettivo di acquirenti. Se il prezzo scende, il numero di consumatori disposti a comprare sale, dunque la domanda cresce. Le curve di domanda sono spesso rappresentate come delle rette tuttavia non vi è ragione di credere che esse siano rettilinee. Le curve di isoprofitto Il profitto è dato dalla differenza fra i ricavi totali e i costi totali: profitto = ricavi totali — costi totali = P x Q — C(Q) Il profitto ricavato dalla formula è più specificatamente indicato come profitto economico (diverso dal profitto o utile contabile). La funzione di costo comprende il costo opportunità del capitale, definito profitto normale; il profitto economico è il profitto aggiuntivo rispetto alla remunerazione minima richiesta dagli azionisti. Possiamo definire il profitto a partire dal profitto unitario essendo pari alla differenza tra prezzo e costo medio. Il profitto sarà pari alla quantità di prodotto moltiplicato per il profitto unitario: Le curve di isoprofitto sono decrescenti se P > CMg (P sta per prezzo), mentre le curve di isoprofitto sono crescenti se P < CMg; se P = CM i profitti economici sono nulli. La differenza fra prezzo e costo marginale si definisce margine di profitto. In ogni punto della curva di isoprofitto la pendenza è data da: Lo stesso ragionamento vale per tutti i punti nei quali P > CMg: il margine di profitto è positivo e la pendenza della curva di isoprofitto è negativa. Analogamente, quando P < CMg il margina di profitto è negativo e, se la quantità aumenta di un’unità, per mantenere costanti i profitti è necessario un aumento del prezzo: la curva di isoprofitto ha dunque pendenza positiva. 7.5 la scelta di prezzo e quantità per massimizzare i profitti Da un lato, all’aumentare della quantità, una riduzione eccessiva del prezzo determinerebbe una riduzione dei profitti, dall’altro è possibile aumentare le vendite solo riducendo il prezzo in misura adeguata. Più precisamente: • La curva di isoprofitto è la curva di indifferenza dell’impresa e la sua pendenza, il saggio marginale di sostituzione (SMS), rappresenta la massima riduzione del prezzo accettabile a fronte di un aumento della quantità per evitare una riduzione del profitto; • La domanda rappresenta la frontiera delle combinazioni possibili e la sua pendenza, il saggio marginale di trasformazione (SMT), rappresenta la minima riduzione del prezzo necessaria per poter vendere un’unità aggiuntiva del prodotto. Sarà conveniente per l’impresa aumentare la quantità prodotta dino al punto in corrispondenza del quale la pendenza delle 2 curve è uguale, o SMT = SMS. Ottimizzazione vincolata Il problema della massimizzazione dei profitti è un esempio di problema di ottimizzazione vincolata. Questi problemi presentano tutti la stessa struttura: - Al fine di raggiungere un certo obiettivo, chi sceglie deve selezionare il valore di uno o più variabili; - L’obiettivo è individuare il valore ottimo di una certa funzione obiettivo: a seconda dei casi si tratta di massimizzare l’utilità, minimizzare i costi o massimizzare i profitti; - Le scelte possibili sono limitate dalla presenza di un vincolo: i vincoli possono essere la funzione di produzione, il vincolo di bilancio, la curva di risposta ottima e la curva di domanda. La soluzione del problema di scelta corrisponde al punto di tangenza tra la curva di indifferenza e il vincolo, dove SMS è uguale al SMT. L’ottimizzazione vincolata trova molte applicazioni in economia e la soluzione della scelta può essere ottenuta sia graficamente sia analiticamente. 7.6 La massimizzazione del profitto in termini di ricavi e costi marginali Si definisce ricavo marginale (RMg) l’aumento dei ricavi dovuto alla produzione di un’unità in più di prodotto. domanda è rigida, per riuscire a vendere un’unità aggiuntiva l’impresa è costretta a ridurre significativamente il prezzo e i ricavi diminuiranno. Il markup è il rapporto tra il margine di profitto e il prezzo, è inversamente proporzionale all’elasticità. La domanda non è molto sensibile agli aumenti di prezzo, e l’impresa sfrutta questa situazione per ottenere una quota più ampia di surplus; il risultato è una minore quantità venduta e una perdita secca più elevata. EINSTEIN L’EL AST ICITà DELL A DOMANDA E IL RICAVO MARGINALE In generale, una domanda piatta è associata ad un’elasticità elevata. Il ricavo marginale, che rappresenta la variazione del ricavo se Q aumenta di un’unità, deriva dalla combinazione di due effetti di segno opposto: da una parte le vendite aumentano di un’unità producendo un effetto positivo pari a P; dall’altra, l’impresa è costretta ad applicare un prezzo inferiore a tutte le unità in vendita per vendere tutto, perdendo quindi l’ammontare Q∆P. La disuguaglianza P + Q∆P > 0 —> indica che il ricavo è positivo. La formula del markup: 7.9 L’elasticità della domanda e la politica economica Il governo introduce un’imposta che va ad aumentare il prezzo di uno specifico bene, ovvero introduce un’accisa. Se l’obiettivo del governo è quello di aumentare le proprie entrate fiscali, le accise devono quindi essere applicate su prodotti a domanda rigida in termini di prezzo. Imposte per scoraggiare il consumo: diversi paesi ad es. Danimarca e Francia hanno introdotto tasse sui cibi malsani, per ridurre i consumi e non per aumentare le entrate. 7.10 Fissazione del prezzo, concorrenza e potere di mercato Cournot riferendosi ad una situazione di monopolio - in un mercato monopolistico c’è un’unica impresa che vende il prodotto - dimostrò che il prezzo di mercato fissato dal venditore era superiore al costo marginale di produzione. GRANDI ECONOMISTI Augustin Cournot L’economista francese Augustin Cournot deve la sua fama al suo modello di mercato oligopolistico, mercato caratterizzato da un numero ristretto di imprese. La perdita secca esprime una misura delle conseguenze del fallimento del mercato, essa è tanto maggiore quanto più il prezzo si discosta dal costo marginale, e dunque quanto minore è l’elasticità della domanda. I mercati con prodotti differenziati riflettono l’eterogeneità delle preferenze dei consumatori. Quando il consumatore può scegliere tra modelli di “automobili simili”, la domanda per un auto di uno specifico modello è probabilmente elastica. Diverso è il caso di un produttore di automobili con caratteristiche speciali e uniche rispettai modelli offerti dai concorrenti. Tale impresa avrà una domanda meno elastica e potrà fissare un prezzo ben al di sopra del costo marginale senza rischiare di perdere i propri clienti. La posizione di cui gode garantirà a questa impresa una rendita monopolistica, ovvero profitti che eccedono i costi di produzione. Un’impresa si trova in una posizione di forza se la concorrenza è bassa, ovvero che vi sono poche imprese che producono beni sostituti. In questo caso, la domanda è rigida e l’impresa gode di un elevato potere di mercato; il suo potere contrattuale nei confronti dei suoi clienti le consente di fissare un prezzo elevato senza andare in contro a una significativa riduzione della domanda a vantaggio dei concorrenti. Politiche per la concorrenza Il potere di mercato consente ad un’impresa di fissare prezzi elevati e ottenere elevati profitti a danno dei consumatori: il surplus dei consumatori diminuisce perché molti tra loro devono rinunciare all’acquisto del bene e chi lo acquista paga un prezzo più elevato. Un altro motivo di preoccupazione quando su un mercato opera un numero ridotto di imprese è la possibilità che esse formino un cartello: ovvero che esse, invece di competere tra loro, colludano per mantenere elevati i prezzi, comportandosi come se fossero un monopolista. Benché i cartelli tra imprese private sono illegali in molti paesi, le imprese spesso trovano comunque il modo di cooperare e fissare i prezzi e garantirsi profitti più elevati. Le politiche economiche che mirano a ridurre il potere di mercato delle imprese e a prevenire la formazione di monopoli o di cartelli si definiscono politiche per la concorrenza, o anche politiche antitrust. 7.11 Selezione del prodotto, innovazione e pubblicità I profitti di un’impresa dipendono dalla curva di domanda del suo prodotto, che a sua volta dipende dalle preferenze dei consumatori e dalla presenza di imprese concorrenti. Per accrescere i suoi profitti, l’impresa può provare ad influenzare la curva di domanda, modificando le caratteristiche del prodotto o con la pubblicità. L’obiettivo è quello di rendere la domanda per i propri prodotti già elevata e meno elastica. Un’altra strategia attraverso la quale è possibile influenzare la domanda è la pubblicità; quando i prodotti sono differenziati, le imprese possono ricorrere alla pubblicità per informare i consumatori delle caratteristiche specifiche dei loro prodotti rispetto a quelle dei prodotti concorrenti e per creare fedeltà alla marca. 7.12 Prezzi, costi e fallimenti del mercato Quando l’allocazione dei beni che emerge sul mercato è inefficiente ci troviamo di fronte ad un fallimento del mercato. Le imprese traggono beneficio dalle strategie che riducono la concorrenza, ma un mercato poco concorrenziale produce sempre una perdita secca e, per questo motivo, l’autorità politica interviene attraverso politiche di tutela della concorrenza. La presenza di prodotti differenziati non è l’unica reazione per la quale il prezzo può essere maggiore del costo marginale; una seconda importante ragione è rappresentata dall’andamento decrescente dei costi medi, che può essere dovuto alla presenza di costi fissi o alla possibilità di spuntare costi degli input più bassi acquistandone quantità elevate. Tuttavia, l’impresa non può fissare il prezzo al di sotto del costo medio, perché facendo così andrebbe in perdita. Costo medio decrescente significa che l’impresa ha costi unitari inferiori operando su larga scala. Quando una singola impresa può coprire la domanda all’interno del mercato con un costo unitario inferiore rispetto a quello che sosterrebbero due imprese distinte, si dice che l’industria costituisce un monopolio naturale. In casi diversi di mercati nei quali gli agenti non si comportano da price-takers: i produttori dei beni differenziati, possono decidere quale prezzo praticare - e si dicono price-setter - a causa dell’assenza di imprese rivali che producono lo stesso bene. I produttori sono price-takers a causa della presenza di altri produttori e dal fatto che gli acquirenti si rivolgeranno sempre al venditore che pratica il prezzo più basso. In modo analogo, i consumatori sono price-takers quando il numero degli altri potenziali clienti è elevato e le imprese possono vendere il bene a chiunque sia disposto a pagare il prezzo più alto. Per entrambi i lati del mercato, la potenziale competizione elimina il potere di contrarre un prezzo vantaggioso. L’equilibrio di un mercato di questo tipo viene detto equilibrio concorrenziale. Un equilibrio concorrenziale di mercato è un equilibrio di Nash perché, dato il comportamento degli altri, nessun agente può trarre beneficio da comportamenti diversi dall’accettare anch’egli il prezzo di mercato. 8.3 La scelta ottimale di un’impresa price-takers Un presenza di un numero elevato di imprese che producono beni identici e di consumatori che possono liberamente decidere da quale impresa acquistare, le imprese saranno price-takers in equilibrio. Nessuna impresa trarrà dunque beneficio dalla scelta di praticare prezzi diversi dal prezzo prevalente di mercato. Per quantità elevate, il costo marginale cresce al di sopra del costo medio, che diventa anch’esso crescente. Se il prezzo fosse pari al costo medio (P = CM), il profitto economico sarebbe zero. La curva di costo medio rappresenta le combinazioni di quantità-prezzo cui corrispondono profitti nulli. I profitti crescono spostandosi verso destra, le curve di isoprofitto sono decrescenti per i prezzi maggiori del costo marginale e crescenti per il prezzi minori del costo marginale. La curva di costo marginale interseca dunque le curve di isoprofitto nel punto minimo di queste ultime. Se il prezzo è superiore al costo marginale, i profitti totali possono rimanere invariati solo avendo una quantità maggiore a un prezzo minor. Analogamente, se il prezzo è inferiore al costo marginale, i profitto totali possono rimanere invariati solo vendendo una quantità maggiore a un prezzo maggiore. UN MERCATO DI DICE IN EQUILIBRIO QUANDO TUTTI GLI ACQUIRENTI E I VENDITORI SONO PRICE-TAKERS E, IN CORRISPONDENZA DEL PREZZO DI MERCATO PREVALENTE, LA QUANTITà DOMANDATA EGUAGLIA LA QUANTITà OFFERTA. Le imprese price-takers scelgono di produrre un quantità tale da eguagliare il costo marginale e prezzo di mercato (P* = CMg). Questa condizione è sempre verificata: la curva di domanda di un’impresa price-takers è una retta orizzontale corrispondente al prezzo di mercato, e il massimo profitto è raggiunto in corrispondenza del punto della curva di domanda dell’impresa tangente alla curva di isoprofitto più alta possibile. La condizione di tangenza amplia che, in quel punto, anche la curva di isoprofitto sia orizzontale. Se l’impresa decidesse di aumentare la produzione a un livello tale per cui P* < CMg, il costo dell’ultima unità di prodotto eccederebbe il prezzo di mercato. Se, al contrario, l’impresa decidesse di produrre una quantità tale per cui P* < CMg essa potrebbe ottenere un profitto aggiuntivo realizzando e vendendo almeno un’unità in più. La produzione potrebbe essere aumentata fino al punto in cui P* = CMg, in corrispondenza del quale i profitti sono massimizzati. Quando si afferma che un’impresa price-takers eguaglia il prezzo al costo marginale, non stiamo dicendo che l’impresa sceglie un prezzo pari al proprio costo marginale, ma che l’impresa accetta il prezzo di mercato e sceglie di produrre una quantità in corrispondenza della quale il proprio costo marginale eguaglia tale prezzo. Per un’impresa price-takers la curva di costo marginale coincide con la curva di offerta individuale: per ciascun livello del prezzo, tale curva indica la quantità che massimizza i profitti e che l’impresa vorrà produrre. In corrispondenza di prezzi bassi, i profitti economici potrebbero essere minori di zero: il punto individuato sulla curva di offerta, in questo caso, corrisponde più propriamente alla quantità prodotta dall’impresa per massimizzare le proprie perdite. 8.4 Offerta di mercato ed equilibrio Per calcolare l’offerta di mercato ci basterà sommare le offerte individuali di ciascuna impresa in corrispondenza di ogni prezzo possibile di equilibrio. IMPRESA PRICE-TAKERS MASSIMIZZA IL PROFITTO SCEGLIENDO DI PRODURRE UNA QUANTITà TALE DA SODDISFARE L’EGUAGLIANZA TRA COSTO MARGINALE E PREZZO DI MERCATO (P* = CMg), E VENDENDO IL NUOVO PRODOTTO AL PREZZO DI MERCATO P*. Equilibrio competitivo caratteristiche: Tutti i guadagni dal commercio sono sfruttati in equilibrio (nessuna perdita secca). L'allocazione dell'equilibrio è Pareto efficiente, assumendo che: • I partecipanti sono price-taker. • I contratti sono completi. • La transazione riguarda solo acquirenti e venditori (nessun effetto esterno). • L'allocazione potrebbe non essere Pareto-efficiente se le ipotesi non sono valide; • Equità: la distribuzione del surplus totale dipende dalle elasticità della domanda e dell'offerta (quota del surplus totale inversamente proporzionale all’elasticità); • Difficile trovare mercati price- takers nella vita reale. 8.5 L’equilibrio concorrenziale: i benefici dello scambio e la loro distribuzione I benefici generati dall’allocazione di equilibrio possono essere misurati utilizzando concetti di surplus. Per ciascuna unità scambiata, ciascun consumatore con una disponibilità a pagare più elevata del prezzo di mercato percepisce un surplus pari alla differenza tra la prima e il secondo; analogamente, un produttore percepisce un surplus se il costo marginale sostenuto è inferiore al prezzo di mercato. -L’offerta del bene aumenta per ogni prezzo (spostamenti della curva di offerta); - Eccesso di offerta al prezzo di mercato corrente (spostamento lungo la curva di domanda); - Il prezzo scende a un nuovo equilibrio. Effetti di una variazione dell’offerta: aprono nuovi panifici Un altro fattore in grado di determinare variazioni dell’offerta è l’entrata di nuove imprese nel mercato, o l’uscita di alcune delle imprese che vi operano (quindi la curva dell’offerta può variare). La curva di offerta può anche spostarsi a causa dell’entrata/uscita di imprese. Se le imprese esistenti stanno guadagnando rendite economiche e i costi d’entrata non sono troppo alti, altre imprese potrebbero entrare nel mercato. Il che significa che per il prezzo di equilibrio di colpo abbiamo una quantità maggiore di offerta. Ciò determina un eccesso di offerta e una diminuzione del prezzo di equilibrio. Naturalmente l’entrata di nuove imprese nel mercato potrebbe arrivare addirittura ad annullare i profitti. Anche la curva di domanda si può spostare in alto o in basso 
 •Spostamenti verso l’alto —> aumento del reddito dei consumatori; •Shock esogeno, covid, che aumenta la domanda di mascherine facciali; •Spostamenti verso il basso —> Cambio delle preferenze dei consumatori (esempio della diminuzione delle bottigliette di plastica).
 8.7 L’effetto delle imposte Il modello di domanda e offerta che abbiamo sviluppato si rivela particolarmente utile per descrivere gli effetti della tassazione. Tassazione e gettito fiscale L’utilizzo di imposte come strumento di finanziamento della spesa del governo è una soluzione vecchia di secoli. Quando i produttori sono costretti a pagare un’imposta, il costo marginale relativo alla produzione di ciascuna unità addizionale di output viene incrementato di un ammontare pari all’imposta. La curva di offerta subisce dunque una traslazione verso l’alto: per ogni data quantità, il prezzo cresce del 30%. Le imposte diminuiscono il surplus: • Surplus del consumatore — rosso — si riduce: i consumatori comprano meno “sale” a un prezzo più alto; • Surplus del produttore — viola — si riduce: la quantità di sale venduto e il prezzo netto di vendita sono inferiori a quelli iniziali; • Il surplus totale è minore: che tenendo in considerazione il gettito fiscale che va al governo, e l’introduzione dell’imposta genera una perdita secca; • Entrate del governo — verde; • Perdita secca – triangolo bianco. Surplus totale = surplus dei consumatori + surplus dei produttori + gettito fiscale La diminuzione del surplus totale è positivamente correlata all’elasticità della domanda. Al governo conviene tassare i beni la cui elasticità della domanda è bassa, per non diminuire troppo la quantità di domanda. In generale, possiamo affermare che tassare un bene la cui domanda è inelastica rappresenta un metodo efficace per trasferire il surplus dai consumatori allo Stato. Il potere del governo di introdurre le imposte ricorda vagamente il potere di cui gode un’impresa price-setter che produce un bene differenziato; tale potere viene utilizzato per ottenere un reddito, incrementando il prezzo e riducendo la quantità venduta. L'incidenza fiscale dipende dall'elasticità relativa dei consumatori e dei produttori. Il gruppo meno elastico sopporta di più il carico fiscale. Le tasse possono ancora aumentare il benessere se i governi utilizzano le entrate fiscali per fornire beni/ servizi vantaggiosi. VEDI FIGURA 8.14 DEL LIBRO 8.8 Il modello di concorrenza perfetta Concorrenza perfetta—> è un mercato ipotetico nel quale: - Viene scambiato un bene o servizio omogeneo; - Vi è un elevato numero di potenziali acquirenti e venditori, ciascuno dei quali agisce in modo indipendente dagli altri; - Consumatori e produttori conoscono i prezzi a cui avvengono gli scambi. L’equilibrio di tale mercato sarà un equilibrio concorrenziale, e avrà le seguenti caratteristiche: - Tutte le transazioni vengono concluse allo stesso prezzo —> legge del prezzo unico; - Al prezzo di mercato, la quantità domandata eguaglia la quantità offerta —> mercato in equilibrio; - Tutti gli agenti sono price-takers; - Tutti i potenziali guadagni dello scambio vengono realizzati. La concorrenza perfetta potrebbe non reggere completamente nella realtà. Però può essere una buona approssimazione del comportamento effettivo dell’impresa. 8.9 Alla ricerca degli equilibri concorrenziali Gli economisti generalmente si chiedono: se gli scambi avvengono tutti allo stesso prezzo? E se le imprese vendono i propri prodotti a prezzi che eguagliano il proprio costo marginale? È difficile trovare degli esempi di concorrenza perfetta. La concorrenza perfetta richiede che i consumatori siano sufficientemente sensibili alle variazioni dei prezzi da stimolare la competizione fra le imprese. Con la diffusione degli acquisti via internet, diversi economisti hanno previsto un aumento della concorrenzialità dei mercati: per i consumatori è infatti diventato più facile confrontare i prezzi praticati da diversi venditori prima di decidere da quale di essi acquistare. Nello studio sul mercato ittico di Fulton, notiamo che spesso, i venditori non specificano i prezzi dei prodotti: il prezzo di un pesce viene chiesto dall’acquirente al venditore solo dopo aver ispezionato la merce, così da incoraggiare la concorrenza. Il risultato non è Pareto efficiente: nel punto A, i pescatori potrebbero pagare i proprietari delle piantagioni fino a $ 270 per ridurre la produzione di un'unità. 
 La contrattazione: Secondo Coase gli agenti coinvolti nella contrattazione conoscono il problema meglio del governo e per questa ragione possono raggiungere più facilmente un esito efficiente. Assegnare legalmente i diritti di proprietà all'esternalità (ad es. il diritto di inquinare, il diritto di pulire l’aria), la contrattazione privata tra le parti coinvolte risulterà in un'allocazione Pareto efficiente indipendentemente da quale parte abbia i diritti di proprietà, in assenza di costi di transazione. Può essere più efficace dell'intervento del governo perché i privati hanno più informazioni necessarie, tuttavia, i costi di transazione (costi di acquisizione di informazioni, esecuzione del contratto o azioni collettive) possono in realtà rappresentare un grosso ostacolo. Fintanto che la contrattazione privata massimizza i benefici potenziali dello scambio, il risultato è (per definizione) Pareto-efficiente. Nell'esempio dei pesticidi, c'è un guadagno sociale netto che le parti potrebbero condividere riducendo la produzione, perché il calo del profitto delle piantagioni è inferiore al guadagno per i pescatori. L’offerta minima accettabile per i proprietari delle piantagioni corrisponde a ciò che perderebbero rispetto alla situazione iniziale (area in azzurro - loss of profit -). L’opzione di riserva dei pescatori è la somma massima che essi sarebbero disposti a pagare (e corrisponde alla somma delle aree azzurra e verde). Il compenso effettivo dipende dal potere contrattuale relativo. Coase sapeva bene che la presenza di ostacoli alla contrattazione può impedire il raggiungimento di un esito Pareto-efficiente. Tali ostacoli sono: • Ostacoli all'azione collettiva: trovare un rappresentante e concordare come dividere i guadagni all'interno di ciascuna parte; • Informazioni mancanti: calcolare i costi esatti imposti a ciascun pescatore e il contributo di ciascuna piantagione all’inquinamento; • Applicazione dell’accordo: può essere difficile per un tribunale determinare se le piantagioni hanno rispettato o meno i limiti imposti; • Fondi limitati: i pescatori potrebbero non avere abbastanza soldi per pagare alle piantagioni il risarcimento richiesto. 12.3 Esternalità, politiche pubbliche e distribuzione del reddito Quale intervento pubblico potrebbe determinare una riduzione della produzione di banane a una livello che tenga conto dei costi imposti ai pescatori? - La regolamentazione del livello di produzione; - La tassazione della produzione; - L’impostazione di un risarcimento a benefico dei pescatori. Regolamentazione Il governo potrebbe fissare il volume massimo di banane prodotte a 38.000 tonnellate. Determinare, applicare e far rispettare il limite di produzione complessivo potrebbe rivelarsi assai difficile. Tassazione L’imposta corregge il segnale fornito dai prezzi, facendo si che i proprietari delle piantaggini considerino l’intero costo marginale sociale delle proprie decisioni. Un’imposta di questo tipo è detta imposta pigouviana. Un ragionamento analogo può essere fatto nel caso di un’esternalità positiva: se il costo marginale sociale è maggiore del costo marginale privato, un sussidio pigouviano può assicurare che gli agent tengano in considerazione il beneficio esterno generato dalle proprie decisioni. Tassa inquinamento – imposta Pigouviana: Il governo applica una tassa per unità sulla produzione, pari al MEC. • Il produttore che massimizza il profitto sceglie la produzione dove MPC = prezzo al netto delle tasse, che è la produzione socialmente ottimale; • La tassa costringe i produttori ad affrontare l'intero costo delle loro decisioni; • L’imposta corregge il segnale fornito dai prezzi; • La riduzione dei profitti dei proprietari delle piantagioni è più elevata, dal momento che essi si trovano a dover pagare un’imposta oltre che a ridurre la produzione; • Gli introiti derivanti dalla tassazione vengono incassati dallo Stato. Risarcimento: Il governo richiede ai proprietari delle piantagioni di pagare un risarcimento ai pescatori per ogni tonnellata prodotta. • La compensazione richiesta è pari alla differenza tra MSC e MPC (area grigia); • Il costo marginale sostenuto dai proprietari delle piantagioni diviene pari al costo marginale sociale; • I pescatori sono completamente risarciti e i produttori scelgono il livello di produzione socialmente ottimale. Effetto simile sui profitti rispetto alla tassa sull’inquinamento, ma i pescatori stanno meglio (ricevono il pagamento invece del governo). Limiti pratici dell’intervento pubblico: Limitazioni simili a quelle per la contrattazione privata: • Informazioni mancanti: il governo potrebbe non conoscere l'esatta compensazione necessaria per correggere il problema; •Misurazione: I costi sociali marginali sono difficili da misurare; •Lobbismo: Il governo può favorire il gruppo più potente, nel qual caso potrebbe imporre un risultato Pareto efficiente che è ingiusto. Perché esistono le esternalità positive/negative? I costi esterni causano il fallimento del mercato a causa di contratti incompleti. I contratti incompleti non specificano e non fanno rispettare ogni aspetto dello scambio o dell’attività economica che possa ledere gli interessi di tutte le parti interessate. I contratti che includono costi/benefici esterni non possono essere fatti rispettare perché le informazioni pertinenti non sono verificabili o asimmetriche (non note al decisore). Pertanto, in realtà è impossibile utilizzare contratti o diritti di proprietà in modo che tutti i costi/benefici sociali siano inclusi nel processo decisionale. 12.4 Diritti di proprietà, contratti e fallimenti del mercato Gli economisti parlano di diritti di proprietà incompleti, non verificabili o non eseguibili - o, più semplicemente, di contratti incompleti. Tra i più importanti contesti di incompletezza contrattuale vi è quello relativo alle prestazioni lavorative. Talvolta si parla di mercati mancanti missini (missing markets). 12.5 Beni pubblici La caratteristica che definisce un bene pubblico è che il suo utilizzo da parte di qualcuno non preclude che esso possa essere utilizzato anche da altri senza costi addizionali. Tra i beni pubblici di carattere nazionale vi sono le previsioni del tempo Azzardo morale nel mercato delle assicurazioni Questo problema di azzardo morale è un altro problema della relazione principale- agente. Nei problemi di azzardo morale, per esempio, la decisione dell’agente di guidare con prudenza o impegnarsi nel lavoro determina un beneficio esterno per il principale ma è costosa per l’agente. Qualsiasi forma di assicurazione ha anche un problema di azione nascosta: l'acquirente può correre più rischi ora che è assicurato. Esempio: l'acquisto di una copertura completa contro i danni può rendere qualcuno più negligente nella guida. • Le compagnie di assicurazione possono porre alcuni limiti in un contratto, ma non possono imporre altri tipi di comportamento, ad es. velocità di guida. Prezzo > costo marginale Le imprese possono fissare il prezzo al di sopra del costo marginale a causa di: • Concorrenza limitata, ad es. vendita di prodotti differenziati; •Diminuzione dei costi medi di lungo periodo a causa di economie di scala, ad es. monopolio naturale; Fallimento del mercato perché l'allocazione non è Pareto efficiente. La perdita secca può essere eliminata attraverso la discriminazione dei prezzi (allocazione "ingiusta" perché le aziende catturano l'intero surplus) o la politica della concorrenza. 12.8 I limiti dei mercati Cosa determina l’equilibrio tra imprese e mercato? Le argomentazioni fatte valere da chi vorrebbe limitare le dimensioni dei mercati sono principalmente 2: - Mercati ripugnanti: lasciare al mercato l’allocazione di alcuni beni e servizi - come gli organi o gli stessi esseri umani - rappresenta una violazione di un qualche imperativo etico ed è lesivo della dignità delle persone; - Beni meritori: alcuni beni e servizi dovrebbero essere resi disponibili a tutti a prescindere dalla loro abilità o disponibilità a pagare. Altre istituzioni possono essere più efficaci, ad es. governi, famiglie. I meccanismi di mercato possono spiazzare le norme delle preferenze sociali. Mercati ripugnanti L’economista Alvin Roth, insieme ai filosofi Walzer e Sandel, a proposito di mercati ripugnanti, hanno discusso dei limiti morali di tali mercati. Alcune transazioni di mercato, come la compravendita di schiavi, sono inconciliabili con il valore che diamo alla vita umana. Beni meritori Alcuni beni e servizi sono considerati speciali e meritevoli di essere resi disponibili a tutti a prescindere dalla capacità e dalla disponibilità a pagare. Essi si dicono beni meritori e la loro erogazione è tipicamente gestita dallo stato, come ad es. formazione scolastica, copertura sanitaria, difesa legale (patrocinio dello stato). Alla base dell’intervento dello stato c'è anche la convinzione che l’accesso ai beni meritori determini esternalità positive che beneficiano la società nel suo complesso. C’è anche l’idea di miopia da parte degli individui, che potrebbero non essere consci dell’importanza di accedere a tali beni (paternalismo?), per esempio nel caso della vaccinazione contro determinate malattie contagiose. 12.9 Fallimenti del mercato e politiche pubbliche Capitolo 10: banche, moneta e mercato del credito 10.1 Moneta e ricchezza Moneta La moneta è un mezzo di pagamento rappresentato in banconote, depositi bancari ecc. per l’acquisto di beni e servizi. La moneta consente di trasferire da un individuo all’altro il potere d’acquisto. La moneta per funzionare necessità di fiducia —> tutti gli individui devono fidarsi che gli altri accetteranno il proprio denaro come pagamento. Le funzioni della moneta: • Mezzo di scambio: - Accettata da tutti come mezzo di pagamento; - Accettata da tutti per remunerare i fattori produttivi; • Unità di conto: - Usata per esprimere il valore dei beni e servizi; -  Il valore dei beni viene espresso mediante i prezzi misurati in moneta; • Riserva di valore: - Mezzo per conservare nel tempo il valore della propria ricchezza (se i prezzi rimangono stabili); Ricchezza La ricchezza è il massimo ammontare che un individuo è in grado di consumare senza prendere denaro in prestito, dopo aver pagato i debiti ed incassato i crediti. Reddito Il reddito rappresenta l’ammontare di denaro ricevuto in un certo periodo di tempo. Il reddito è una grandezza flusso, poiché viene misurato in un arco di tempo ben preciso, mentre la ricchezza rappresenta uno stock. Per fissare la differenza tra stock e flussi, possiamo pensare a una vasca da bagno che deve essere riempita d’acqua. La ricchezza rappresenta la quantità d’acqua nella vasca, mentre il reddito è il flusso che riempie la vasca, lo stock d’acqua è misurato sai litri presenti nella vasca in un certo istante. Il risparmio si genera quando il consumo è inferiore al reddito (aumenta la ricchezza). L’investimento è una forma di spesa che mira a generare un flusso futuro di reddito tale da accrescere la ricchezza. Il valore della ricchezza tende a diminuire, a causa dell’utilizzo o anche semplicemente del trascorrere del tempo. La riduzione di valore dello stock di ricchezza nel tempo prende il nome di deprezzamento —> potrebbe essere la quantità di acqua evaporata, si tratta di un flusso però di segno negativo. Il reddito netto può essere definito come la somma massima che è possibile consumare senza modificare il libello di ricchezza. Spesa Il flusso attraverso lo scarico (vedi figura 10.1) è analogo alla spesa per consumi, che riduce lo stock di ricchezza. Un individuo risparmia quando il suo consumo è inferiore al reddito, per cui la ricchezza aumenta. La ricchezza è data dunque dalla somma dei risparmi passati e presenti. In economia con il termine investimento si indica l’acquisto di un bene capitale, come un impianto o un edificio.
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