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riassunto del libro wiley blackwell companion, Sintesi del corso di Filosofie Orientali

riassunto del libro Wiley per esame di RELIGIONI E FILOSOFIE DELL'ASIA ORIENTALE, con la prof.ssa Ghidini

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

Caricato il 25/11/2021

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Scarica riassunto del libro wiley blackwell companion e più Sintesi del corso in PDF di Filosofie Orientali solo su Docsity! RELIGIONE CINESE NELLE DINASTIE DI SHANG E ZHOU Secondo la mitologia si dice che, prima della vera e propria civilizzazione del popolo cinese con la dinastia Xia, ci fosse stata un'inondazione che fu controllata dal figlio dell'imperatore Yao (uno dei più grandi imperatori della Cina) e che fu distruttiva per il popolo in quanto le acque, essendosi ribellate, avevano preso possesso del territorio lasciando che anche gli animali si insediassero scacciando gli umani. Da questo mito nacque il concetto su cui si basa la religione cinese: il rapporto tra l'uomo e la natura. L'imperatore Kun (figlio di Yao) non riusci a controllare l'inondazione e fu per questo che dovette rubare agli dèi per poter fermare il flusso dell'acqua, ma quando gli dei lo scoprirono lo condannarono a morire sul picco di una montagna. Ma fu lî che nacque da Kun una figura mitologica (che cambia la sua forma da chiunque racconti il mito, un drago, un pesce, un orso ecc..) che si chiamava Yu il quale continuò l'opera di suo padre. Ma, invece di fermare il flusso, decise di lasciarlo correre e fu cosi che si crearono i quattro fiumi pit importanti della Cina (Yangze, Huai, Fiume Giallo, Han) ristabilendo anche l'ordine nel popolo. Si dice che dopo questa sua opera egli venne fatto imperatore e venne proclamata la dinastia Xia. Ovviamente essendo un mito non ci sono prove che questa cosa sia vera, e lo scritto dove apparve per la prima volta risale a duecento anni dopo il presunto accaduto. Allo stesso tempo però presenta alcuni dei pilastri del pensiero e della cultura cinese (alcuni appartengono al confucianesimo ed altri al taoismo) tra i quali: la natura, la quale é una forza non scatenata dagli dèi (1) e deve essere rispettata (2), ecco perché l'unica soluzione era quella di lasciar correre il flusso, l'ordine proprio delle cose (3) come le bestie, le quali devono vivere nel loro habitat e separate dagli umani. Un'altra leggenda (tratta dallo Shujing e che risale agli Stati Combattenti) riguarda la nascita dell'agricoltura dal semidio Shennong: la carne oramai per gli uomini era troppo poca e non soddisfava a dovere i bisogni degli uomini, fu cosi che Shennong un giorno, video che un uccello manteneva un chicco di grano nel becco e, quando gli cadde, decise di coltivarlo. Chi avrebbe mangiato i frutti di quella coltivazione avrebbe vissuto a lungo. Questo racconto veniva dalla dinastia Zhou. Questi tipi di racconti venivano usati come spiegazioni del passaggio da una civilità che cacciava ad una che coltivava, in poche parole il processo di civilizzazione del popolo cinese, il quale non riusciva a spiegarsi in assenza di prove archeologiche che risalivano al tempo del cambiamento da un popolo rurale ad uno civilizzato. Dinastia Shang I primi reperti archeologici si trovano incisi sulle ossa di animali e sui gusci delle tartarughe e risalgono ai tempi della dinastia Shang (1600-1100 aC). Venivano detti "ossi oracolari" e costituirono un importante reperto non solamente perché i pittogrammi incisi divennero parte dei caratteri che oggi sono usati nella scrittura cinese, ma anche perché danno un grande inizio sulla religione e le credenze del tempo in quanto venivano usati per registrare i risultati delle divinazioni. Si incideva sugli ossi una predizione in forma contrapposta, poi si metteva l'osso esposto al fuoco e tutte le crepe che che sarebbero uscite sarebbero state interpretate e registrate per confermare la predizione. Le divinità cinesi si sviluppavano su tre livelli: 1.Shangdi: la divinità suprema che si occupava di tutto ciò che riguardava il re e i popoli. 2.Gli antenati reali: che avevano un contatto diretto con Shangdi per conto del re (il quale spesso aveva proprietà sciamanistiche e quindi poteva avere un contatto diretto con essi) 3.Le divinità della natura: che si occupavano di mantenere l'ordine naturale delle cose. Gli antenati dipendevano molto dalle persone: essi ricevevano delle offerte e spesso accadeva che per alcune offerte erano obbligati a fare qualcosa per il proprio offerente. Questa é una tradizione che si é mantenuta fino ai giorni d'oggi quella di fare offerte e sacrifici ai propri antenati. Dinasta Zhou Vissuti ad Ovest rispetto alla dinastia Shang, questi ultimi li ispirarono molto per quanto riguarda la cultura e la civilizzazione. Intorno al 1040 aC, saccheggiarono la capitale e spodestarono i Shang, istituirono una nuova dinastia mantenendo però tutte le caratteristiche e le usanze degli Shang, aggiungendo però una nuova figura più alta di Shangdi: Tian. Tian era una figura molto particolare dato che era sia una divinità che si occupava del re e della popolazione, ma era anche una forza naturale divina. Infatti, per Tian si intendeva cielo, paradiso. Gli Shang vennero addirittura condannati dal re Wu (fondatore degli Zhou) per non aver rispettato i rituali divini e quindi non aver rispettato il Tian. Dopo il re Wu, ci fu il re Wen e dopo quest'ultimo ci fu il Duca degli Zhou, il quale introdusse il concetto di mandato celeste (Tianming) che era collegato al diritto divino di governare, conferito solamente ai re ritenuti "giusti dagli dèi" che venivano quindi chiamati Tianzi (figli del cielo). Come gli Shang anche gli Zhou praticarono arti divine ed é in questo periodo che si afferma lo sciamanismo: ovvero l'interazione intima e diretta tra gli antenati e l'uomo. Esistevano due tipi di sciamani: uno riusciva ad arrivare agli spiriti mandando la propria anima attraverso viaggi spirituali, altri invece accoglievano dentro di se gli antenati. Molti di queste esperienze vennero documentate dagli sciamani stessi nel Yuanyou, che faceva parte del Chuci (le canzoni di Chu). Ancora, c'era una terza forma di sciamanismo praticata all'interno delle corti: normalmente si trattava di sciamane, che scacciavano gli spiriti maligni attraverso danze accompagnate dalla musica. Ma, come documenta lo Shijing, molte persone erano scettiche sul Tian, il quale non sembrava davvero proteggere il popolo da carestie e anomalie naturali. Questo scetticismo portò pian piano alla caduta dell'impero degli Zhou. Fu poi il periodo della Primavera e dell'Autunno, e quello degli Stati Combattenti che ridussero drasticamente la fede religiosa all'interno del popolo. Nonostante il periodo della dinastia Zhou fu uno dei più bui per quanto riguardava le guerre, le carestie, le epidemie e le anomalie naturali, c'é da menzionare le diverse ed importanti figure che nacquero all'interno di quest'era tra le quali quella dello "shi": un diplomatico stratega e un amministratore politico, che spesso veniva accolto a corte come servitore del re. I Confuciani Uno di questi shi era proprio Confucio (Kongfuzi, grande maestro Kong) il quale visse alla fine del periodo della Primavera e dell'Autunno. Egli fu un missionario e un insegnante con dietro un esiguo numero di studenti (e 72 discepoli primari); Confucio insegnò i concetti primari della vita: l'educazione, la devozione alla famiglia e agli antenati e i principi della morale. Egli era molto devoto al Duca degli Zhou perché considerava la società costruita sotto il suo potere quella ideale. Concetto del "Li" Significa rituale (come suggerisce anche il carattere, formato dal radicale usato per tutto ciò che riguarda la religione, e la ciotola di riso con due bacchette di incenso) ed appunto si riferisce alle offerte e i sacrifici per gli antenati, caratteristici del periodo degli Zhou e caduti però in disuso. Infatti Confucio ne venne a conoscenza solo grazie al libro dei rituali Liji, uno dei cinque classici confuciani, e decise di riportarli in uso, soprattutto per il loro fascino antico e per il fatto che appartenessero all'era degli Zhou che per Confucio era stata l'Età dell'Oro per come i sovrani avevano governato. Egli decise di dare una nuova connotazione al li che ora non rappresentava più solamente il rituale di offerta agli antenati, ma si riferiva a qualsiasi comportamento religioso attuato, escludendo tutti quelli negativi e sbagliati. 3.Realisti: i quali si dedicarono alla politica, il potere, la società, le leggi e l'ordine. 4.Taoisti 5.Dialettali (?): si dedicarono allo studio della lingui e della logica come un rifiuto per l'impegno politico 6.Cosmologi Yin-Yang: dedicarono i loro studi al cosmo e le sue interazioni Tutte queste scuole di pensiero sono le principali e hanno influito molto di pit sulla cultura cinese odierna che tutte quelle che si sono affermate nei due millenni a seguire. Inoltre c'é da dire che per un periodo la divinazione fu proibita in Cina e solo negli ultimi anni sta venendo riscoperta ed apprezzata. RELIGIONE CINESE DAGLI HAN ALLE SEI DINASTIE Gli otto secoli che includono la dinastia Han (207 aC- 220 dC) dalle Sei Dinastie (220- 589 d.C) sono i più importanti per la religione cinese. Gli Han (che seguirono il breve impero costruito dai Qin) basarono il loro impero sulla cosmologia unificante, la quale fu cosi importante tanto che quando la dinastia. Han cadde, si pensava fosse colpa di una breccia nel cosmo e non di problemi politici. Il periodo di frammentazione che segui gli Han venne detto Sanguo (i Tre Regni) che si riferiva ai tre poteri simultanei di Wei, Wu e Shu, che si concluse con l'unificazione dei regni da parte di Jin dell'Ovest nel 280 dC. Nel nord della Cina, nel frattempo, si insediarono nelle capitali di Luoyang nel 311 dC e di Chang'an nel 317 dC dei popoli che non facevano parte della dinastia degli Han e alcuni nomadi dello Xianbei. Solo verso la fine del IV secolo si trovò un po' di stabilità sotto ai Wei del Nord (386-534), ai quali seguirono altri regimi che durarono poco. Nel frattempo, si stabilirono nella costa meridionale alcuni membri rimasti della dinastia Jin e fu la prima dinastia del Sud, ma una delle più importanti e stabili fu quella dei Sui. Questo periodo di frammentazione venne detto periodo delle Sei Dinastie. Per quanto riguarda l'aspetto religioso, durante gli Han visse l'ideale che si basava sul cosmo, il quale operava attraverso diversi schemi naturali del cambiamento (yin e yang e le Cinque Fasi) i quali sono raccolti in un unico processo: il Dao (il percorso). Tutto cié che é emanato dal Dao sono singole sostanza, gi (l'energia che pervade il cosmo ed é la sostanza primaria di tutte le cose). Inoltre, ancora era forte la venerazione per gli antenati: quelli che non venivano trattati a dovere (ovvero con offerte, sacrifici ecc..) avrebbero minacciato le loro famiglie con malattie ed altre calamità. La religione dell'Impero degli Han É verso la fine dell'Impero degli Han che non solamente si consolida il Taoismo e si comincia ad introdurre il Buddhismo. Gli Han, come sappiamo, basarono il loro regno sul cosmo e pensavano che fossero riusciti a conquistare il potere secondo le leggi del Tianming, quindi essi inizialmente si basavano sugli ideali confuciani. Ma c'é da dire che in quel periodo anche un'altra corrente filosofico-religiosa si institui, anche se in piccola parte, ed era quella dei fangshi (i maestri dell'esoterica) il quale ideale principale era il raggiungimento dell'immortalità. Verso la fine degli Stati Combattenti il mingtian venne approfondito da due nuovi testi: Lushi Chungiu (Commentario di Lu sulla Primavera e l'Autunno) e il Huainanzi. Il cosmo unificato vedeva l'imperatore del Tianxia (tutto ciò sotto il cielo) che si occupava dei riti, ma l'aspetto più importante rimanevano le Cinque Fasi (wuxing). Ad esse sono correlate tutte le cose del mondo, le quali interagiscono fra di loro seguendo la sequenza delle fasi. Quest'argomento specifico venne approfondito nel Lushi Chungiu, nel quale si parlava dei presagi naturali che apparvero alla nascita delle dinastie di ognuno dei cinque antichi imperatori mitologici (di). Il primo ad usare questo termine per proclamarsi sovrano di tutto ciò che é al di sotto del Tian fu il primo imperatore dei Qin: Qin shi huangdi. Dalle Cinque Fasi nacque l'ideologia dei Cambiamenti ciclici delle Cinque Virtù (wude) secondo la quale, la successione delle dinastie seguiva il naturale percorso di nascita e declino delle Cinque Fasi ed ogni dinastia era percepita in accordo con la fase di ascesa. Il primo ad adottare questa teoria fu il primo imperatore dei Qin (il quale reclamò il potere grazie alla fase dell'acqua contro gli Zhou che si identificarono con il fuoco). Questo fu quindi un sistema che seguirono tutte le dinastie, anche se a volte diventava problematico quando nella fase dell'ascesa cominciavano a mostrarsi segni di declino come successe con la dinastia Han. Uno dei movimenti più importanti fu quello del Taiping (Grande Pace) o dei Turbanti Gialli (il quale colore non é a caso dato che divenne un colore fondamentale che fu persino adottato come primo titolo del regno dalla dinastia Wu, che fu una delle tre dinastie che seguirono gli Han). L'ideale del Tianping vedeva uno stato ideale governato benevolmente. Per poter unificare i regni si cercò di importante i culti locali in un luogo centrale, uno dei principali fu Yong (antica capitale Qin), attraverso riti ai quali anche il Primo Imperatore partecipava e faceva dei personali sacrifici (a volte questo completava addirittura i riti) che però non avevano solamente lo scopo di completare missioni politiche, ma spesso si trattava di un gesto egoista che sarebbe servito per ottenere l'immortalità. Le divinità che ricevevano l'Imperatore erano i Cinque Governatori Celesti, percepiti come la manifestazione delle Cinque Fasi e a volte perfino identificati negli antichi governatori mitologici. Fu Liu Bang, primo imperatore degli Han, che stipulò il culto dell'Imperatore Giallo in posizione centrale e più importante, ma non fu lui il primo a partecipare ai riti, bensi Wendi. Questo rituale venne fatto sempre a Yong nonostante il culto del Taiyi fu stabilito nella capitale di Han: Chang'an. Questo culto fu dopo incorporato nella religione taoista e fu descritto nello Shiji (Libro della storia della dinastia Han) e si riferiva ad una delle vinità più imponenti del tempo, chiamata anche Tianhuang dadi (Grande Imperatore Sovrano Celeste). Prima di acquistare questo titolo, Taiyi era la divinità della regione Chu al sud della Cina, nominato per la prima volta nelle Chuci (Canzoni di Chu). Taiyi era la divinità primordiale che aveva iniziato il processo di genesi e di formazione del mondo. Molti reperti archeologici confermano che i riti di divinazione devoti a Taiyi erano giornalieri e soprattutto non erano concentrati in una sola regione ma estesi a tutto il territorio. C'erano delle procedure precise e seguivano quelle del sacrificio imperiale suburbano jiao (vestiti degli stessi colori dei rispettivi imperatori, ad esempio quelli del Taiyi indossavano il viola, il centro celeste). Taiyi fu menzionato anche in due incisioni su due stele una su Wangzi Qiao e una su Laozi. Laozi fu una figura molto importante soprattutto per il tacismo in quanto veniva lui stesso identificato con il dao. L’incisione, infatti, lo vedeva rappresentato come un adepto che riusciva ad arrivare al cosmo attraverso la mente. Si raccontava che per unirsi al dao la sua meditazione veniva fatta sul dantian (campo di cinebro), luogo in cui si generava il gi, ed era una regione dell'ombelico non riconosciuta dall'anatomia, e sarà da li il punto principale del culto taoista. Il termine Camera Viola si riferisce invece ad un luogo della mente dove chi medita può incontrare gli spiriti. L'Imperatore Huan, ad esempio, aveva comunicazioni con Laozi nei suoi sogni per puri scopi di previsione del futuro del suo regno. Per quanto riguarda l'altra incisione sulla stela di Wangzi Qiao d'altro canto non descrive i rituali da lui eseguiti ma piuttosto dalle pratiche delle persone che si riunivano all'altare. Queste pratiche si dividevano in tre tipi: 1.comuni performances di rituali musicali associati a Taiyi 2.il viaggio spirituale attraverso il campo di cinabro 3.suppliche per i malati e gli afflitti La presenza di queste incisioni nel periodo dell'Imperatore Huan fu un segno molto importante che segnò la trasformazione della religione in Cina: l'Imperatore non poteva affidarsi solamente alle divinità tradizionali ma doveva rivolgersi a divinità di altre tradizioni religiose a volte anche rivali. La complessa relazione tra le tre religioni istituzionali (Confucianesimo, Buddhismo e Taoismo) rimase al centro della storia della religione cinese. L'avvento del Taoismo L'origine del taoismo risale alla Cina antica dove diverse idee e pratiche che circolavano servivano ad allineare l'individuo con il Dao per poter vivere in armonia con il cosmo. Il Dao non era una nozione astratta ma ci si affidava a diversi sottostrati sociali, culturali e politici per poter controllare e incorporare il cosmo. Le pratiche che venivano eseguite si raccoglievano in un processo complesso che coinvolgeva le interazioni tra diverse tradizioni. Il concetto più importante del taoismo era il culto dell'immortalità e, il centro di questo culto, erano le diverse pratiche che si coalizzarono attorno alla figura della trascendenza individuale. Oltre a laozi erano state tante altre le figure che avevano avuto a che fare con il Dao. Inoltre, sempre di questa religione é importante ricordare i movimenti che apparvero alla fine del II secolo: questi movimenti adottarono e adattarono antiche idee e pratiche per il bene della comunità e della società unificate. Questi movimenti consideravano il Dao come una forza che interveniva nella storia umana prendendo forme umana e discendendo nel regno come educatore al raggiungimento del Dao. Questi movimenti si erano distinti soprattutto per i loro riti di iniziazione nei quale trasmettevano diverse scritture e metodi di comunicazione con il Dao. Questi movimenti erano il Taiping e La Via del Master Celeste nati di due regioni diverse. Entrambi i gruppi erano organizzati in unità amministrative, entrambi praticavano medicina "religiosa" e rifiutavano la tradizionale medicina (usavano i talismani) ed erano motivati da idee escatologiche, seppur con visioni differenti. Il Taiping voleva la fine non solo della dinastia ma proprio del potere imperiale, sostituito da un nuovo ordine spiegato nel Taiping jing (le scritture della Grande Pace). Mnetre il Taiping piano piano venne distrutto, la comunità dei Maestri Celesti riuscirono a sopravvivere al turbolento periodo e si svilupparono intermanete durante la dinastia Tang come punto centrale della religione taoista. Come raccontano le fonti, Lord Lao (una forma divinizzata di Laozi) apparve a Zhang Ling e lo proclamé Maestro Celeste (tianshi). La comunità era modellata su un impero e un ordine comisco ideale. Aveva 24 parrocchie (24 come i periodi dell'anno) nei quali venivano registrati tutti gli aderenti alla comunità e passavano sotto la giurisdizione dei jijou, ovvero delle persone che avevano la capacità di avere contatti con i deceduti sopra e sotto la terra. La divisione dei sanguan (tre dipartimenti) erano: cielo, terra e acqua. Le funzioni di questi jijou erano quelle di recitare pubblicamente tratti del Daode jing, curare attraverso la meditazione e osservare le registrazioni alla comunità. Essi comunicavano con l'extra terreno grazie a delle petizioni, dettagliate e triplicate (una copia veniva bruciata o esposta, una veniva bruciata sulla terra e una buttata nell'acqua per essere trasferita al cielo). Inoltre furono proprio i taoisti a cercare l'immortalità attraverso parti del corpo misteriose e sconosciute alla scienza, questo proveniva da una visione esoterica del corpo: esso era un microcosmo popolato da dei, i quali si esternavano quando il prete portava la petizione al cielo. Questo rituale é ancora attualmente praticato. Ancora altre pratiche prevedevano talismani e registri: tutti i novellini all'interno della comunità ricevevano dei registri che contenevano la lista degli spiriti sotto il loro controllo. Un altro consisteva in un rito sessuale in cui 75 spiriti tra maschi e femmine arrivavano ad un totale di 150 spiriti e veniva chiamato hegi (unione dei gi). Nonostante le critiche quest'ultimo é un rito che si trova sia nei testi sul taoismo che sul Buddismo. Dopo la ribellione di Taiping, con la guerra civile, ci fu un forte impatto sull'ideologia dei Maestri Celesti in quanto Cao Cao, il condottiero che stava consolidando il suo potere nel nord della Cina, ricompensò Zhuang Lu (terzo maestro) per non aver opposto resistenza all'insediamento facendolo diventare protettore del Sud e unendo le famiglie con un matrimonio dei figli. Ma Cao Cao rimosse la comunità dei Maestri Celesti dalla sua base e la spostò nella capitale. Suo figlio, Cao Pi fondò la perché evidentemente non vivevano bene i loro matrimoni. Ma, anche oggettivamente, le donne era note tra i diversi adepti taoisti per la loro abilità soprattutto nella guarigione e nelle nascite. Le donne venivano addirittura saltate grazie alla poesia, anche se a volte venivano inserite in contesti sessuali accompagnate da adepti maschi. Buddismo Con la dinastia Sui il Buddhismo vide la sua fortuna crescere e stabilizzarsi nel nord dopo secoli in cui era stato attaccato da diverse dinastie imperiali. Grazie all'Imperatore Wen dei Sui, il quale era stato un servitore dei Zhou del nord, il Buddhismo si consolid6 nettamente. Sin da servitore egli aveva cercato di far riaprire qualche piccolo monastero Buddhista, ma agi seriamente solo dopo essere salito al potere. I templi Buddhisti erano costruiti nei luoghi in cui l'Imperatore Wen e suo padre avevano vinto delle battaglie. Egli fece voto di laico Buddhista. Ma la sua attitudine verso il buddhismo si attenu6 quando scopri che l'imperatore del sud Chen aveva mobilizzato delle istituzioni contro gli invasori del nord. Con la morte dell'imperatore Wen, il potere passò nelle mani del figlio Yang e il Buddhismo attravrsò nuovamente un periodo florido fino alla caduta dei Sui. I Sui furono partecipi della crescita di una tradizione dottrinale chiamata Tiantai per la montagna alla quale si associa il suo fondatore: Zhiyi, il quale nei suoi testi diede sistematiche istruzioni per la meditazione. La tradizione tiantai adottò come scrittura buddista a cui riferirsi il Lotus Su tra fondamentalmente per le sue idee. Zhiyi organizzò le dottrine buddiste in un sistema che vedeva come centro il Lotus, quindi passato sulla guida principale dei giudizi sulle dottore (panjiao). La tradizione huayan prese il sopravvento sulla tiantai. Una delle dottrine che accomunava entrambe le tradizioni era il concetto che tutto il mondo contevena in sé Buddha. Questo concetto divenne centrale nella tradizione Chan. Chan non costituiva un'istituzione monastica individuale ma anzi era composta da monaci e laici che si indentificavano con il movimento. Fu solo con i Song che i Chan cominciarono a ricoprire una posizione prevalente, anche in letteratura con le storie e i commentari (ed era chiamata gong'an). La prima prova che vede un gruppo indipendente della tradizione Chan erano gli insegnamenti della montagna dell'Est, composto semplicemente dai maestri e dagli studenti che vivevano a Huangmei (in provincia di Hubei). I due monaci più importanti associati a questo gruppo erano Daoxin e Hongren. Il primo "pretendente" fu Shenxiu, il quale venne riconosciuto per il suo rappresentare uno stile che venne conosciuto come Chan del nord. Egli aveva portato con sé tutti gli insegnamenti di Hongren. Di contro, dopo la morte di Shenxiu ci fu Shenhui il quale negava che shenxiu fosse mai stato discepolo dei Chan e proclamò sé stesso come Chan del Sud. Come il taocismo anche il buddhismo ebbe un forte legame con la corte e il potere politico. La figura imperiale pit importante in questo contesto fu l'imperatrice Wu Zetian: questo collegato al fatto che si era proclamata la reincarnazione di Maitreya (il Buddha del futuro), ma fu in molte occasioni che mostrò supporto alla religione, soprattutto quando questo supporto portava a benefici nel suo regno. Fece costruire statue venerative e onorò Shenxiu, facendolo entrare a corte e perfino piegandosi al suo cospetto. Accadde circa lo stesso con Fazang, fondatore del pensiero Huayan: il suo incontro con l'imperatrice fu una lezione sulla natura del cosmo. Fazang posizionò una statua di Buddha nel corridoio e dieci specchi in modo che esso fosse riflesso infinite volte: questo per spiegare che Buddha é in ogni cosa. Nel momento in cui il regno di Wu si concluse, il Buddhismo esoterico visse un periodo florido all'interno dei monasteri delle capitali. Il Buddhismo esoterico si basava molto sulle dottrine dei Chan, anche se presentava dei personaggi mitologici (come, ad esempio, Buddha rappresentato come un re, con una corona ed altri ornamenti reali, alla corte reale e circondato dai suoi ministri). Il maestro esoterico e monaco buddhista pit importante fu Amoghavajra: egli fece costruire il tempio del Padiglione d'Oro. L'importanza di questo tempio é legata al fatto che, grazie ad esso, la Cina dei Tang si posizion6 al centro della cultura buddhista e, di conseguenza, crebbe la fama dell'Impero. All'inizio dell'ottavo secolo in Cina apparvero i primi le prime scritture buddhiste su dei pilastri, che sembravano rappresentare degli incantesimi (spesso accompagnati dalla storia secondo la quale quell'incantesimo é stato ricavato, che Buddha ha quindi comunicato al suo ricevente). Questi pilastri mostrano l'importanza degli oggetti "magici" buddhisti. Ma c'é anche da dire che questi pilastri dovevano venir letti in precisi posti che spesso venivano indicati affinché l'incantesimo fosse efficace: la maggior parte delle volte questi luoghi erano l'entrata dei templi oppure nei cimiteri. Per molti anni il rapporto tra umani e spiriti fu la caratteristica principale delle pratiche religiose cinesi, cosi come lo é oggi. RELIGIONE CINESE NELLE DINASTIE SONG E LE DINASTIE ALIENE Durante la dinastia dei Song (960-1271) il block printing divenne un processo molto usato e ben presto divenne un mezzo per scambiarsi informazioni: in questo periodo la Cina si avvia verso la modernizzazione (anche attraverso la crescita e diffusione delle città commerciali). In questo periodo ebbero luogo molte rivolte contro i regimi autoritari che avevano prevalso nel periodo dei Tang e delle Cinque dinastie; la società, inoltre, era molto labile e si poteva passare da una classe all'altra con molta facilità. L'insicurezza e l'ansia erano cosi forti che in questo periodo cominciò a diffondersi sempre di pit il terrore dei demoni e delle maledizioni e di conseguenza aumentò (grazie anche ai buddhisti e i taoisti) il numero di riti che prevedeva la liberazione dei morti dal purgatorio, in modo che essi non potessero pit torturare i vivi. Durante i Song la religione assume un ruolo completamente diverso: il clero diventa parte della corte, affianca il governo per registrare le attività religiose e viene controllato da esso per ognuna di esse; oramai il potere politico sovrastava quello religioso al quale erano state imposte tasse e leggi. E, nonostante la corte ci tenesse a supportare la chiesa, spesso ciò accadeva in maniera troppo violenta. Buddhismo Durante questo periodo furono due le scuole di grande merito: i Chan e i Tiantai. Buddhismo Chan All'inizio dei Song, il pensiero Chan era predominante nei monasteri buddisti, i quali erano divisi in due categorie: ereditari (legalmente posseduti dai monaci e dalle suore che risiedevano in essi) e pubblici. Nel momento in cui non ci fosse più nessun candidato legale che poteva detenere il monastero ereditario, esso diventava automaticamente pubblico. Era ovvio che in questi termini era preferibile gestire un monastero pubblico piuttosto che uno ereditario, il quale inoltre seguiva una regola: poteva detenere il monastero solamente il monaco o la suora che faceva parte del pensiero che vigeva nel monastero. Molti monasteri pubblici seguivano il pensiero Chan, il quale comunque non era ancora ben definito. La costruzione e ricostruzione del lignaggio Chan fu un altro evento che ridefini l'identità Chan, la quale si impose come prima tappa la ricostruzione storica delle proprie origini e della propria diffusione. Zutang ji, Jingde sono due dei testi che raccolgono la letteratura Chan (sermoni, poesie, dialoghi e leggende pedgogiche), basati sul denglu, ovvero le storie delle esperienze delle illuminazioni ai grandi maestri dei tempi Tang. Ancora, il Gongan, il Biyan lu, il Wumenguan fanno anch'essi parte dei testi pit studiati da chi voleva approcciarsi alla scuola Chan, grazie alle loro influenze sul buddismo. Tutti questi materiali avevano contribuito a creare l'immagine mitologica della trasmissione del dharma, attuata dal Chan. Durante i Song, i cinque lignaggi del buddismo Chan si fusero in due: Linji e Caodong. Il lignaggio Caodong sosteneva la meditazione attraverso il riposo e il silenzio (che poteva durare anche mesi ed anni) fino all'illuminazione originale. Attraverso il silenzio e il riposo, i praticanti si potevano allontanare dal mondo (delusionale e triste) in modo che l'illuminazione potesse manifestarsi naturalmente. Questa fu una pratica che venne mantenuta come prassi e segno distintivo del lignaggio Caodong, perfino in Corea e in Giappone negli ultimi secoli, e portò il lignaggio al suo apogeo. Ma, da parte sua, il lignaggio Linji criticò questo metodo. Quindi per ricapitolare, la tradizione della scuola Chan, nonostante sia apparsa in epoca Tang, trova sviluppo e apogeo all'interno del periodo Song. Tiantai La tradizione Tiantai, nel periodo Song, trova competizione con la scuola Chan: proprio come quest'ultima, nonostante fosse nata nell'epoca Tang, si svilupp6 concretamente con la dinastia Song. Una figura importante del buddismo Tiantai fu Siming Zhili, conosciuto per la sua interpretazione del pensiero di Zhanran (sesto maestro Tiantai), la quale teoria si basava sull'autocoltivazione e sulla natura della realtà. Zhili sosteneva l'inclusione della natura, affermando l'unità della mente e della realtà, secondo lui anche colui che non ha ricevuto l'illuminazione può contemplare affinché gli arrivi. La sua interpretazione all'inizio non fu accettata dai membri del Tiantai. Lo sviluppo e la rinascita del Tiantai non avvennero solo a livello scolastico ma anche sulle pratiche monastiche come i rituali buddisti funerari: Zunshi, un altro grande pilastro della tradizione, decise di incorporare pratiche religiose popolari nei rituali, tra i quali uno dei più criticati fu quello del pentimento, il quale portava molti benefici perché rimuoveva tutti i demeriti e le conseguenti delusioni causate da essi. Questo tipo di rituale, quindi, ripuliva il karma e Zunshi impose, come scopo del rituale, la rinascita della Terra Pura. La devozione alla Terra Pura era uno dei temi principali tra i buddisti dal quarto secolo in poi, ma divenne una vera e propria scuola di pensiero solamente con i Song del Nord sotto i maestri Tiantai e soprattutto Shengchang. La pratica principale della scuola di pensiero della Terra Pura era il nianfo, ovvero l'invocazione e la meditazione di e su Buddha. Questa scuola di pensiero fa parte di quelle che ancora oggi sopravvivono in Cina. Grazie alla Terra Pura, nacquero altre piccole scuole di pensiero come Il Loto Bianco (Bailian), creato da Mao Ziyuan, che poi divenne uno dei gruppi religiosi più importanti del periodo Ming- Qing in Cina. Il Bailian si basava sul Tiantai ed includeva donne e uonini che potevano compiere assieme il rituale, il quale per6 rese Mao oggetto di critiche durante il periodo Song- Yuan. Soprattutto durante gli Yuan il Bailian si diffuse quasi quanto il buddismo, acquisendo anche dei templi dove poter attuare incontri religiosi. Taoismo Per quanto riguarda il taoismo, il periodo dei Song ne vede la rinascita attraverso la compilazione di quattro edizioni del Canone Taoista, che trattavano dell'alchimia interna e dell'autocoltivazione. Le innovazioni dei rituali dovevano andare di pari passo con il bisogno di sicurezza della società, che cambiava necessità sempre più velocemente. Il Canone Taoista L'impegno da parte dell'impero per costruire e definire il canone taoista iniziò con l'Imperatore Taizong: le edizioni redatte durante Huizong furono le prime ad essere stampate, anche se furono poi distrutte durante l'invasione a Pechino da parte dei mongoli. Basandosi sull'unica copia rimasta durante gli Yuan venne redatta una nuova edizione, grazie alla scuola Quanzhen, che produssero più di cento copie. Nei quarant'anni a venire il tacismo sembrò andare incontro alla sua distruzione con quartieri degli insediamenti comunali. Queste comunità potevano trovarsi in (o definite come) villaggi rurali e città di mercato regionali, ma anche in capitali come Nanchino o Pechino. Non vi era alcuna distinzione categorica tra i templi rurali e urbani, o la religione praticata in essi. I templi ospitavano principalmente divinità che una volta erano conosciute come esseri viventi associati a una particolare regione. Innanzitutto erano eroi locali che avevano protetto le loro comunità dai pericoli, coinvolgendo spesso talenti spettacolari di abilità marziale. Dal gran numero di leggende che presentano i loro eroi come abili cacciatori di demoni, sembra che la maggior parte dei templi locali adempisse la funzione di protezione territoriale e che i poteri di questi dei locali fossero invocati per esorcizzare l'intrusione dei demoni che ha causato calamità come la siccità e le malattie. Le comunità locali si sono identificate da vicino con questi eroici santi tutelari, orgogliosi della costruzione e della manutenzione di impressionanti templi dedicati al loro eroe locale. Molti altri templi furono dedicati agli immortali che avevano guarito i malati e le sofferenze usando poteri miracolosi o erbe magiche uniche. Non era raro costruire monasteri in siti in cui risiedevano tali immortali, poiché erano comunemente associati a montagne, rocce, scogliere e cime. Le storie presentano questi immortali come trasformati in un elemento del paesaggio al momento della loro trascendenza finale. In tal senso, il culto degli immortali locali costituiva letteralmente una santificazione del paesaggio locale. Altri templi molto comuni erano dedicati ai draghi: esseri che si pensava fossero presenti in ogni località e che erano più generalmente associati alla produzione di pioggia. Una parte piuttosto significativa di templi era dedicata agli spiriti di alcuni animali, o persino alberi, nonché a quelli della maggior parte dei laghi, fiumi e montagne. Tuttavia, oltre a queste divinità molto locali, quasi tutte le località durante il Ming e il Qing comprendevano templi dedicati agli dei che erano meno ovviamente locali e molto più diffusi in tutto l'impero cinese. Probabilmente il dio più popolare era Guan Yu, un famoso eroe del periodo dei Tre Regni, di solito indicato come “Lord Guan" (Guangong) o "Re Guan" (Guanwang). La seconda potrebbe essere stata il "bodhisattva" Guanyin, dea della compassione, che poteva salvare le anime dalle corti dell'inferno e la cui tarda agiografia imperiale l’aveva presentata come una principessa chiamata Miaoshan. Altre divinità popolari includevano il Dio del Picco Orientale (signore degli inferi), il Dio delle Mura e dei Fossati (sovrano sugli spiriti oscuri che si profilavano in ogni località) e i Cinque Imperatori delle Cinque Direzioni (strettamente associati alla peste e possesso). Infine, le stelle, i pianeti e le costellazioni stellari sono state venerate in tutta la Cina. Mentre la provenienza degli dei in questi templi non era locale, i modi in cui erano incorporati nella società locale differivano poco dalle loro controparti territoriali. Sebbene la maggior parte di questi templi non sia sopravvissuta fino ai giorni nostri, le tracce lasciate dalle attività del tempio in altre espressioni culturali sono state più difficili da eliminare. Generalmente, i documenti del Ming e del Qing suggeriscono che la maggior parte delle aree abitate fosse costellata da un numero schiacciante di templi. Alcuni dei più grandi scorci nel mondo della religione tardo imperiale possono essere ottenuti dalle descrizioni infinite di templi, divinità e santuari che figurano in annotazioni letterarie, letteratura vernacolare, rappresentazioni teatrali e così via. Sebbene molte delle famose opere vernacolari del Ming e del Qing siano state trattate come "narrativa letteraria" dagli studiosi delle istituzioni accademiche dall'inizio del XX secolo, sembra che il loro contenuto abbia molto di più da dire sulla religione tardo imperiale cinese di quanto non abbia sulla letteratura. Nel romanzo dei tre regni (Sanguo yanyi), il famoso Guan Yu diventa un dio; in Outlaws of the Marsh (Shuihu zhuan), i 108 protagonisti della storia sono premiati con un rango divino tra le stelle, più o meno come nella Canonizzazione degli dei (Fengshen yanyi), in cui gli dei con posizioni stellari sono integrati con il celeste uffici che regolano potenti fenomeni come il tuono, il fuoco e la peste. Anche Journey to the West (Xiyou ji) eleva i suoi cinque principali protagonisti nelle file del divino e li canonizza come i Cinque Santi. Questi quattro libri costituiscono il nucleo più popolare di una vasta gamma di storie che sono quasi sempre esplicitamente legate alla religione tardo imperiale cinese. Oltre ciò, alcuni materiali scritti ci consentono di mettere in relazione tali narrazioni di tipo più leggendario con le forme regionali di religione. Molti dei manuali rituali inclusi nel canone taoista del 1445 e il suo supplemento del 1607 sono esplicitamente correlati alle tradizioni regionali. Alcuni di questi manuali mostrano come i preti locali registrassero i ruoli degli dei locali nei loro rituali, e altri testi spiegano la storia di alcuni dei venerati nei templi locali. I taoisti, in particolare, avevano incorporato i santi locali nelle loro liturgie. In misura minore, i dati raccolti dai "dizionari locali" forniscono una prospettiva finale sulla religione del tardo impero cinese. I dizionari locali sono stati compilati da rappresentanti delle unità amministrative in tutto l'impero e hanno preteso di presentare una panoramica delle caratteristiche regionali, più o meno compilando il meglio di ciò che una località aveva prodotto in termini di eminenti studiosi o statisti, prodotti locali o punti di riferimento locali come come edifici o forme di colline e montagne. Sebbene non fossero necessariamente interessati agli dei locali, o anche alla religione in generale, lo stretto intreccio di divinità e templi con il paesaggio locale, nonché con l'economia locale e l'orgoglio locale, ha assicurato un una certa attenzione alle espressioni locali della religione cinese. Ad esempio, oltre ai semplici registri dei templi ufficialmente sanzionati, molti dizionari locali elencano i templi popolari che sono stati ufficialmente vietati, templi dedicati agli eroi locali sopra descritti. Inoltre, i registri di eventi strani o figure leggendarie che erano comunemente inclusi alla fine dei dizionari geografici erano spesso legati alla tradizione narrativa che ruotava attorno ai templi locali e ai loro dei. Templi Territoriali e i loro Dei I templi locali erano una parte significativa delle attività religiose del tardo impero emerse in relazione a questi templi. Queste attività si possono dividere in due categorie: comuni e private; cioè festività sacrificali e singoli atti di adorazione. Ognuna di queste attività poteva essere causata dal calendario (anniversari degli dèi o dei templi), nonché da circostanze casuali (siccità, malattia, propiziazione). Non è possibile studiare la religione cinese come un'area autonoma della cultura o un regno separato dalla società e dalle preoccupazioni sociali. Le comunità di Ming e Qing erano organizzate attorno al proprio dio locale. Il termine più comunemente usato per questo tipo di comunità locale era shehui ("comunità del dio territoriale"), un termine che ora viene usato nel cinese moderno per indicare "società", in senso lato. Il termine “she” viene spesso inteso come "dio del suolo", ma almeno nella tarda Cina imperiale questo termine si riferisce più in generale al dio tutelare di un certo tratto di terra e quindi è meglio inteso come un "dio del suolo locale", o un “dio territoriale". In altre parole, la forma più elementare di organizzazione sociale nella Cina premoderna, lo shehui, aveva un carattere esplicitamente sacro. La maggior parte dei "dei territoriali” erano santi tutelari locali. Sebbene teoricamente ogni località avesse un santo diverso con una storia diversa e costumi sacrificali diversi, sembra che dalla tarda epoca imperiale questi dei territoriali fossero emersi dai principi teologici applicati nella maggior parte delle località in tutto l'impero. Lo spirito di qualsiasi essere potente che fosse in qualche modo legato all'identità locale potrebbe finire per essere venerato come un dio terrestre. Dalle pagine dei dizionari geografici del tardo imperiale è chiaro che ogni montagna è stata pensata per incarnare una forza spirituale, e che ogni fiume, lago o palude è stato pervaso dalla presenza di qualche spirito. Rocce, alberi e tumuli erano tutti impregnati di una sacra energia cosmica. Anche animali, come volpi, rospi, serpenti o scimmie, avevano il potenziale per diventare un dio localmente potente. Più a lungo un dato essere o oggetto veniva lasciato indisturbato nella solitudine o nell'oscurità, migliore era la sua opportunità di passare attraverso molti cicli temporali e quindi raggiungere un'età insolitamente alta. Storie abbondano di volpi millenarie che possono trasformarsi in forme umane, vecchie scimmie che si impossessano delle donne e così via. Inoltre, anche gli spiriti degli esseri umani deceduti potrebbero ricevere la venerazione di "divinità territoriali". Le vite degli dei locali presentano spesso i loro sudditi come eroi locali: antichi conquistatori di barbari, assassini di demoni o straordinari uomini e donne che non hanno sacrificato la propria vita per il bene più grande della comunità. Tutti questi esseri erano candidati alla santità locale. I principi teologici che determinarono se un processo di divinizzazione sarebbe stato avviato da una comunità locale al fine di elevare lo status di un potente essere spirituale e canonizzarlo con titoli grandiosi come “Re” (wang), “Signora” (furen), “Signore”, “Padre” (gong) o simili sono stati abbastanza coerenti in tutta la Cina durante il Ming e il Qing. La prima regola della teologia cinese era legata al modello sociale della famiglia. La normale destinazione post-mortem per uno spirito era l'inclusione nel culto ancestrale. Vale a dire, ogni essere umano che è cresciuto all'interno della struttura di una famiglia continuerebbe comunemente a partecipare alle attività familiari anche dopo la morte: il culto degli antenati ha garantito l'esistenza stabile del defunto. Idealmente, con il progresso delle generazioni, più lontano nel tempo alcuni antenati provenivano dalla famiglia vivente, più diventavano anonimi. Le energie spirituali che costituivano la loro anima individuale furono così autorizzate a dissolversi gradualmente e disperdersi nel ciclo cosmico della vita e della morte. La maggior parte degli antenati alla fine era rappresentata da una tavoletta di legno che affermava solo la discendenza familiare generale senza riferimento agli individui. Spiriti Orfani A volte, tuttavia, a determinati individui veniva impedito di entrare nel culto ancestrale dopo la loro morte. Le anime di coloro che erano morti prematuramente, per esempio, erano ritenute estremamente sfortunate. La morte sul campo di battaglia, o a causa di una grave malattia, o dopo essersi suicidata, portò inevitabilmente all'esclusione dal culto ancestrale. Queste misere anime divennero "spiriti orfani" (guhun), un termine che esprimeva letteralmente la loro espulsione dalla famiglia. Ciò significava che non avevano il diritto di ricevere offerte sacrificali di cibo, né potevano trovare il conforto di un alloggio stabile che altrimenti il culto ancestrale avrebbe fornito. Pertanto, gli "spiriti orfani" non avevano altra scelta che vagare irrequieti, alla ricerca di cibo e riparo. Le loro energie spirituali non potevano dissolversi e le loro identità individuali rimasero intatte, sebbene in una forma alterata. Purtroppo, uomini e donne che non erano stati in grado di procreare sapevano che lo stesso destino li attendeva. I monaci e le monache che avevano “lasciato la loro famiglia” (chujia) ed erano entrati in comunità monastiche sarebbero stati adottati ritualmente dai loro padroni, ricevendo nuovi nomi e nuove identità per impedire loro di finire come “spiriti orfani”. Esistono prove del fatto che i rituali di propiziazione dovevano essere condotti per il benessere post-mortem dei residenti monastici, siano essi buddisti, taoisti o altri. La mancanza di discendenti che potrebbero fare offerte sacrificali e fornire una forma stabile di alloggio ha teologicamente unificato gli "spiriti orfani" degli esseri umani con quegli spiriti potenti che a volte potrebbero evolversi da oggetti o animali inanimati; nessuno di questi gruppi potrebbe dissolversi in modo sicuro nell'anonimato della morte naturale, in modo che dovrebbero vivere come demoni indesiderati. Entrambi questi gruppi di spiriti demoniaci hanno mantenuto la loro individualità e hanno dovuto escogitare trucchi per trovare cibo e riparo. Più comunemente, tali spiriti molesterebbero gli esseri viventi per estorcere loro le energie vibranti della vita. I poteri irrequieti degli spiriti irrisolti spesso richiedevano offerte sacrificali da estranei, e ci sono molte storie di spiriti che ricevono una giovane domestica per il matrimonio o che sono sempre alla ricerca di mangiare carne e bere sangue. Nelle tradizioni narrative dei Ming e dei Qing, un esempio più famoso di uno spirito irrequieto che esiste al di fuori del culto ancestrale è costituito dall’ Affascinante Re delle scimmie. Reintegrazione e canonizzazione Nonostante il gran numero di storie di fantasmi che mettono in guardia i vivi dalla minaccia di tali spiriti sfrenati, gli esseri umani non erano impotenti di fronte a tali pericoli ultraterreni. La soluzione era di reintegrare gli spiriti demoniaci nella società fornendo cibo e alloggio in un santuario separato. Tali santuari erano piccoli e situati ai margini della società, nella periferia di una città o lungo il lato delle sue strade. Inizialmente questi santuari potevano essere costruiti dove il cadavere era stato originariamente sepolto o trovato, e i viaggiatori potevano fare offerte modeste per garantire un viaggio sicuro. Molti di questi santuari probabilmente rimasero insignificanti o furono gradualmente assorbiti in culti sacrificali più grandi. Tuttavia, emersero voci che attestavano l'efficacia soprannaturale dello spirito che risiede nel santuario e ciò portò ad un aumento delle offerte sacrificali e delle preghiere da parte di persone che hanno visitato il santuario specificamente nella speranza di ricevere una risposta miracolosa. A questo punto non si poteva tornare indietro. L'aumento degli adoratori portava spesso alla costruzione di un santuario più grande o di un tempio. In effetti, i registri dei dizionari locali indicano chiaramente che i funzionari hanno partecipato alle attività religiose locali su larga scala. Hanno contribuito in altro modo al restauro dei templi locali, hanno partecipato a riti sacrificali e hanno scritto pezzi commemorativi per l'iscrizione sulle stele del tempio. In quei casi relativamente rari in cui i funzionari sono stati ricordati per la loro repressione forzata di alcuni templi locali, i compilatori di dizionari geografici locali notano che la comunità locale ha ripreso le sue attività religiose non appena il funzionario è stato trasferito in una zona diversa. Infine, si pensava ancora che l'autorità fornita da un timbro imperiale di approvazione migliorasse la posizione dei culti territoriali. Mentre la pratica delle canonizzazioni imperiali dei templi locali era stata diffusa durante il periodo Song e continuava nella tarda Cina imperiale, durante il Ming e il Qing questo tipo di coinvolgimento imperiale nella religione locale sembra essere stato raro. Gazzette locali registrarono regolarmente canonizzazioni di divinità locali durante il Ming e il Qing, ma sembra che gli dei più popolari della Cina tardo imperiale non ricevessero tale riconoscimento, almeno non direttamente dal governo imperiale. Spettacolo ed eccitazione Gran parte dell'attività associata alle feste sacre aveva un altro aspetto che alcuni ritenevano immorale: la mescolanza dei sessi. Le occasioni in cui uomini e donne dovevano socializzare in pubblico erano di solito poche e lontane tra loro, ma durante i festival c'erano molti spazi pubblici dove potevano radunarsi. Tra gli aspetti più importanti delle feste religiose (dedicate agli dei territoriali o celebrazioni più universali nel calendario come la vigilia di Capodanno) c’era il trambusto del mercato locale. Tutti i tipi di beni e servizi sono stati venduti su questi mercati, in particolare i prodotti alimentari specifici associati a ciascun festival. Un mercato affollato ha permesso un pò di rilassamento sui codici comportamentali di atti altrimenti impropri come la fluttuazione, l'ebbrezza pubblica e la vicinanza fisica. Le rappresentazioni teatrali hanno costituito un'altra grande opportunità per un'emozione non comune. Esistevano molte varietà di teatro. Alcuni furono inclusi nelle lunghe processioni che accompagnavano la sedia di berlina su cui la statua del dio territoriale fu presa durante il suo giro d'ispezione attraverso la comunità. Gli acrobati camminavano su palafitte ed eseguivano molte altre imprese artistiche. La milizia locale si è unita regolarmente alle processioni e ha mostrato la sua abilità marziale. Ma c'erano molte altre forme di teatro locale. Bande di attori hanno partecipato alle processioni (professionisti e dilettanti), recitando tableaux vivants di scene di storie famose. Inoltre, di fronte al tempio principale di solito ci sarebbe un palcoscenico per spettacoli teatrali. I templi più grandi avevano quasi sempre un piccolo edificio che fungeva da palcoscenico; per i templi più piccoli, la gente avrebbe eretto un palco per la durata del festival. Il repertorio drammatico includeva episodi degli stessi cicli narrativi che sono diventati famosi nei romanzi di Ming, come I fuorilegge del viaggio nella palude in Occidente, la canonizzazione degli dei e così via, così come le storie di eroi locali e, naturalmente, la divinità territoriale in onore del quale è stata organizzata la festa. I "tre insegnamenti": Confucianesimo, Buddismo e Taoismo Le principali tradizioni testuali del Confucianesimo, Buddismo e Daoismo si erano molto intrecciate dalla tarda epoca imperiale. Tuttavia, i tre insegnamenti non vanno confusi come un insieme di tre tradizioni poiché sempre più sovrapposte e poichè condividevano il solo obiettivo della convivenza pacifica. Sebbene sia vero che la retorica dell ""unità dei tre insegnamenti" (sanjiao guiyi) divenne particolarmente popolare durante la fine della Cina imperiale, fu un tipo di retorica che trovò più seguaci tra quei gruppi sociali che avevano qualcosa da guadagnare dal controllo e limitando le attività religiose rispetto a quelle che si definirebbero autocoscienti come appartenenti a uno di questi insegnamenti. Sotto questo aspetto non è certo una coincidenza che gli insegnamenti di Kongzi (Confucio) siano stati spesso posti all'apice dei tre insegnamenti. Una valutazione positiva dell'unità dei tre insegnamenti è implicita nel modello scolastico di sincretismo che è stato applicato alla religione tardo imperiale cinese. Questa attribuzione del sincretismo - l'incorporazione o la riconciliazione di una tradizione religiosa con elementi di altre tradizioni - si basa acriticamente su ipotesi di "tolleranza", "apertura" o "dialogo", mentre l'evoluzione delle tradizioni religiose potrebbe essere stata un prodotto del cambiamento culturale, della pressione politica, della domanda sociale o di determinati modelli teologici che hanno modellato il modo in cui le tradizioni si rispondevano a vicenda. In primo luogo, le rigide linee che gli studiosi moderni hanno tracciato tra le diverse affiliazioni religiose non sono riuscite a tenere conto della vasta gamma di pratiche religiose a cui il tardo imperiale cinese potrebbe partecipare, come adoratori che visitano i templi, come praticanti che eseguono rituali, come intellettuali che scrivono testi religiosi e così via. Sebbene questa tendenza sia stata affrontata criticamente negli ultimi anni, molti studiosi moderni, cinesi e occidentali, capiscono ancora l'identità religiosa in termini monoteistici. Cioè, la comprensione implicita della religione cinese sembra essere quella di appartenere a una tradizione ad esclusione delle altre. Ciò è particolarmente vero per quanto riguarda la visione moderna dei funzionari civili. Poiché questi uomini erano addestrati in un sistema di esame civile basato sul curriculum dei classici confuciani, il presupposto è che si dedicherebbero da soli allo studio delle idee di Kongzi ad esclusione di altri credi. Sebbene sia vero che ci si aspettava che i funzionari civili usassero le idee di Kongzi come parametro per rappresentare la cultura cinese nei loro documenti ufficiali, di solito non erano credenti "ortodossi" in un'unica tradizione culturale. Il tipo di ufficiale più comune prodotto dal sistema di esame era quello che sosteneva pubblicamente la purezza e la supremazia della tradizione confuciana, ma che sarebbe stato coinvolto in affari religiosi buddisti, taoisti o locali tanto quanto la maggior parte degli altri in ritardo cinese imperiale che li circondava. Più comunemente, gli uomini di apprendimento classico non si limiterebbero a una sorta di ortodossia dogmatica. Un esempio lampante di ciò fu lo storiografo di corte del primo imperatore Ming, Song Lian (1310-1381). I suoi scritti raccolti sembrano non lasciare intatta l'ideologia; in essi raffigura ciascuno dei tre insegnamenti a volte favorevolmente e altre volte criticamente. Va sottolineato che, mentre il primo imperatore Ming è noto per l'uso del termine "tre insegnamenti" come slogan politico nei suoi tentativi di controllare le istituzioni religiose, Song Lian discute e promuove aspetti del Confucianesimo, Buddismo e Daoismo senza sostenere la loro sintesi o enfatizzare un'ideologia che promuove le loro origini comuni. Questo ci riporta al tema del sincretismo. A prima vista, la pratica del prestito e dell'incorporazione di idee di altre tradizioni religiose era diffusa durante il Ming e poteva essere presa per esemplificare una sorta di tolleranza religiosa. Ad esempio, i pensatori della dinastia Ming altamente influenti come Wang Yangming (1472-1529) portarono la tendenza molto più antica della reinterpretazione del confucianesimo lungo le linee del buddismo e del taoismo a un punto in ebollizione, mentre gli intellettuali buddisti come Hanshan Deging (1546-1623) scrissero commenti sui classici taoisti come Zhuangzi e ai maestri taoisti come Zhang Guoxiang (morto nel 1611) inclusero nelle loro scritture canoniche le agiografie dei santi buddisti. Zhang Guoxiang, in effetti, includeva persino i santi delle tradizioni territoriali nel suo Supplemento al Canone daoista del 1607. Sembra quasi che non vi fossero confini alla fluidità delle tradizioni religiose tardive importanti. Nonostante l'indiscutibile mancanza di ortodossia presente nella religione Ming in generale, la rappresentazione idealistica del sincretismo come caratteristica benigna di un'epoca culturalmente tollerante non è la risposta finale. Inoltre, il sincretismo non dovrebbe essere inteso come un semplice offuscamento dei confini tra identità religiose. Le comunità religiose costituite da ciascuno dei tre insegnamenti non erano certamente confuse riguardo alle loro affiliazioni religiose. Contrariamente ai laici, i clericali residenti delle istituzioni monastiche definirono la loro identità esclusivamente sulla base di una religione. Né Wang Yangming, Hanshan Deging, né Zhang Guoxiang si considererebbero qualsiasi cosa diversa da Confuciano, Buddista o Daoista, rispettivamente. Ognuno di loro affermerebbe che la loro ideologia rappresentava una pura tradizione. Oltre agli aspetti intellettuali dell'identità religiosa, c'era la dimensione sociale e l'interazione tra i monaci e la società che li aveva prodotti. Può essere vero che i buddisti erano famosi per "aver lasciato la famiglia" e essersi distaccati da "preoccupazioni mondane", e può anche essere vero che i taoisti erano noti per aver scelto l'isolamento delle montagne sul trambusto delle città. Tuttavia, poche città tardo-imperiali non contano diversi monasteri buddisti e taoisti. Nonostante le pretese monastiche stereotipate di isolamento sociale, i servizi religiosi dei chierici buddisti e taoisti erano fortemente orientati verso le esigenze rituali delle comunità laicali e le preoccupazioni religiose non possono essere intese essenzialmente come la ricerca privata della salvezza o come auto-coltivazione individuale: i monaci intrattennero diverse interazioni con le comunità locali a loro vicine e, di fatto, si aspettava che offrissero ai laici opportunità di accumulare meriti, assolvere i morti e così via. Inoltre, le cosiddette "accademie" Confuciane non dovrebbero essere omesse dal panorama religioso dei Ming e dei Qing, sebbene il termine "seminari" rispecchierebbe più accuratamente l'addestramento in gran parte religioso ricevuto dai Ru (Confuciani) in queste istituzioni. Come luoghi di apprendimento e coltivazione che fornivano un tipo di addestramento basato principalmente su modelli buddisti, la vita in questi monasteri Confuciani comprendeva il culto sacrificale della statua di Kongzi e di altri santi del canone Confuciano, nonché la frequente esecuzione di rituali. Tuttavia, fu proprio durante il Ming e il Qing che le ideologie promosse dai monasteri confuciani cambiarono drasticamente: nel XVI secolo tutte le statue che rappresentavano fisicamente Kongzi dovevano essere sostituite da tavolette di legno che consentivano solo una rappresentazione più astratta dei santi confuciani per mezzo di titoli scritti. La fine del Ming fu testimone di una svolta fondamentalista del confucianesimo che più che mai enfatizzò l'autorità dei testi canonici, uno sviluppo che continuò nella dinastia Qing e produsse il tipo conservativo di ortodossia che viene spesso scambiata erroneamente per rappresentare un tratto universale della tradizione confuciana. Sebbene possano esserci stati lati positivi o costruttivi all'interazione tra i tre insegnamenti, non è facile discernere come questa interazione sia stata motivata da alti ideali di miglioramento intellettuale o tolleranza culturale. Non vi è dubbio che, come tradizioni autocoscienti, i tre insegnamenti erano orientati a proteggere lo spazio istituzionale che avevano imparato a occupare nella società tardo imperiale cinese. Confini confessionali ed Espressione Rituale Come è evidente dalla diversità del panorama religioso durante il Ming e il Qing, i termini "setta" e "denominazione" non sono dei parametri molto utili per misurare la religione cinese. La maggioranza del tardo imperiale cinese non penserebbe di definirsi in termini denominazionali. Fu spesso sulla base di un'occasione specifica che avrebbero determinato la loro scelta di patrocinio religioso. Ad esempio, in caso di siccità una comunità locale assumerebbe molto probabilmente liturgisti taoisti che potrebbero eseguire rituali di tuono, mentre la speranza di assolvere gli antenati dai loro pericoli nel mondo infernale verrebbe probabilmente tradotta in donazioni a istituzioni buddiste o allo spettacolo di un rituale di terra e acqua. Eppure a volte ai buddisti veniva anche chiesto di pregare per la pioggia e i taoisti avevano i loro rituali per l'assoluzione. Inoltre, questi due tipi di specialisti religiosi potrebbero anche essere chiamati per una varietà di occasioni minori, come malattie individuali, pentimento, voti, eccellenze e così via. Il mercato tardo imperiale dei servizi rituali era ampio, ma anche molto competitivo. Oltre ai sacerdoti delle tre religioni canoniche, i medium spirituali locali sostenevano di possedere (o, di essere posseduti da) i poteri degli dei locali a cui appartenevano, e anche loro si impegnarono nella competizione per i clienti. Questa rivalità tra diversi praticanti religiosi era per motivi economici: i servizi rituali costituivano l'unica fonte di sostegno finanziario per la maggior parte dei chierici. Pertanto, se "setta" e "denominazione" non sono molto utili per comprendere la religione Ming e Qing, è stato proprio durante lo svolgimento pubblico dei rituali che è stata espressa l'affiliazione o l'identità religiosa. La capacità di eseguire rituali definiva una persona come appartenente a uno strato più ristretto di praticanti religiosi. I sacerdoti erano famosi per la loro efficacia rituale, cioè i poteri che erano in grado di mettere in campo per mezzo dei servizi rituali che svolgevano. La reputazione era fatta o rotta durante l'esecuzione del rituale. Solo il tempio nella città natale di Kongzi, Qufu, è stato autorizzato a mantenere la sua statua antropomorfa. La maggior parte dei dizionari geografici locali del Ming menziona anche la tavoletta di legno nel Tempio delle Mura e dei Fossati, che ha sostituito la statua del suo dio principale (spesso indicato come il "Dio della città”). Conclusione La maggior parte degli imperatori Ming e Qing erano quasi senza eccezione intimamente coinvolti in varie attività religiose. Il primo imperatore Ming, Zhu Yuanzhang (1368-1398), era fortemente interessato al taoismo. Scrisse un commento al Daode jing (Classico della Via e del Potere) e consultò regolarmente i taoisti su demoni e spiriti. Zhu Yuanzhang assunse inoltre sacerdoti buddisti per lo svolgimento di riti di salvezza. Zhu Di, il terzo imperatore Ming, meglio noto come Yongle (1402-1424), scrisse un pio commento al Diamond Sira, una scrittura buddista centrale. Inoltre si fece accompagnare da esorcisti taoisti nelle sue spedizioni militari. L'imperatore Zhengtong (1436-1449) permise persino a un taoista, Shao Yizheng, di compilare il Canone taoista del 1445 all'interno della Città Proibita. Gli imperatori Jiajing (1522-1566) e Wanli (1572-1620) erano a malapena interessati alla religione impersonale dello stato. In effetti, erano così devoti al buddismo, al taoismo e alla sponsorizzazione dei santi locali che gli storici confuciani spesso descrivevano questi imperatori come "malvagi e depravati". Sebbene gli imperatori Manciù della dinastia Qing, che invasero la Cina dal Nord, continuarono il sacrificio in Cielo, così come la maggior parte degli altri sacrifici prescritti nei registri dei sacrifici statali, avevano anche altre preferenze. Portavano con sé alcuni dei loro costumi religiosi, come gli sciamani di corte, che non sembravano aver mai avuto un ruolo di primo piano in pubblico. Durante il regno di Qianlong (1736-1795), tuttavia, l'imperatore instaurò forti legami con il Tibet e si sfregò apertamente secondo il modello del cakravartin, il proverbiale sovrano buddista che diffonde la legge del buddismo. Inoltre, sebbene i missionari cristiani fossero già stati una presenza cospicua durante la fine del Ming, la dinastia Qing era il momento in cui i missionari erano ammessi negli ambienti di corte. Infine, mentre il buddismo era ampiamente sostenuto dalla casa imperiale, la dinastia Qing fu testimone di una soppressione del taoismo: il maestro celeste non fu più ammesso in tribunale dopo il 1740 e nel 1742 i taoisti non furono più autorizzati a esibirsi come musicisti di corte durante riti o cerimonie festività: una posizione consueta che i taoisti avevano ricoperto almeno dai primi Ming. Dopo il 1821, i Maestri Celesti furono banditi non solo dalla corte imperiale, ma anche dalla capitale Pechino. Più in generale, i sostenitori dell'eredità di Kongzi hanno subito una certa radicalizzazione. Mentre il curriculum ufficiale del sistema di esame durante la prima metà del Ming aveva mantenuto il precedente tipo di pluralità ideologica che aveva permesso a pensatori come Zhu Xi e Wang Yangming di assorbire le nozioni del buddismo e del taoismo, il tardo Ming e il primo Qing hanno assistito a un nuovo e un conservatorismo senza precedenti tra coloro che erano affiliati a istituzioni ufficiali. I letterati con inclinazioni più conservatrici come Huang Zongxi, Gu Yanwu e Liu Zongzhou hanno denunciato le impurità ideologiche dei loro predecessori e si sono messi in piedi all'inizio di un radicale ritorno alla lettera delle scritture confuciane. Quando i Manciù conquistarono la dinastia Ming, molti di questi conservatori si suicidarono per evitare l'imperfezione del conflitto morale. La modernizzazione della Cina dopo la caduta dell'Impero Qing fu dannosa per le varie forme di religione che si erano sviluppate nel corso di molti secoli. I grandi sacrifici in Cielo finirono quando fu abolita la casa imperiale. Gli intellettuali si sono uniti a signori della guerra, repubblicani e comunisti nel loro zelo per riformare tutto ciò che era associato alle tradizioni della religione locale, che hanno riformulato come "superstizione" (mixin). Ironia della sorte, l'ideologia antireligiosa che divenne predominante durante la seconda metà del ventesimo secolo, vale a dire il comunismo, ruotava attorno a due termini che avevano un'origine distintamente religiosa. "Socialismo" (shehui zhuyi) significava letteralmente "l'ideologia della congregazione attorno all'altare locale", mentre il termine "Rivoluzione" (gemma) era interamente basato sulla credenza in un mandato celeste attraverso il suo significato letterale di "sradicare il mandato “. Tuttavia, il periodo post-imperiale del ventesimo secolo fu chiaramente un momento in cui le forme e le pratiche religiose tradizionali furono sottoposte a persecuzioni significative e a volte cataclismiche da parte dello stato.
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