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riassunto del manuale di educazione al genere e alla sessualità, Appunti di Scienze Sociali

riassunto dei primi 4 capitoli del manuale

Tipologia: Appunti

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Caricato il 11/01/2023

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Scarica riassunto del manuale di educazione al genere e alla sessualità e più Appunti in PDF di Scienze Sociali solo su Docsity! 1 MANUALE DI EDUCAZIONE AL GENERE E ALLA SESSUALITA’  Capitolo 1  come si definisce il genere Le teorie classiche   i fondamenti della vita sociale e le relazioni fra gli individui sono determinati sia da caratteristiche scritte   (presenti  dalla   nascita)   sia  da   quella   acquisite   (ottenute  nel   corso   della   vita)   da   ogni individuo.   fra queste  le più evidenti erano proprio quelle  più visibili,  di  tipo fisico,  anatomico, biologico, che distinguono fra loro gli uomini le donne e una fra le loro principali funzioni sociali, ossia quella  riproduttiva. i primi esponenti della disciplina sociologica enfatizzano soprattutto gli aspetti   oggettivi   delle   differenze   sociali,   ossia   quelli   incontrovertibili   e   scientificamente comprovabili riferendosi una teoria della differenza naturale  gender-> John money nel 1955 introduce la distinzione tra concetti di sesso biologico (maschile genotipo XY femmina genotipo xx) e genere come modelli di comportamento. il termine inglese gender ha una connotazione diversa rispetto alla traduzione italiana genere, per questo motivo diverse discipline suggeriscono di utilizzare il termine in lingua originale, avendo un unico significato relativo alla costruzione sociale dell'identità sessuale.  Nel corso del XX secolo questa analisi dei comportamenti viene ripresa dalla sociobiologia, che intese contrapporsi  a tre prospettive di  analisi  della trasformazione delle differenze sessuali   in differenziazioni di ruolo, di identità e di aspettativa sociale.    Prospettiva conflittualista: pensiero   scientifico   sul   processo   di   costruzione   sociale dell’identità di genere. Pensatori (‘600)- POULLAIN-CONCORCET. Affermano che l’inferiorità della donna era basata su un’effettiva inconsistenza scientifica, e quindi, sul pregiudizio alimentato da una cultura prevalente maschile. Questo pregiudizio era stato la causa ma anche la conseguenza di una produzione di legge norme nella prima metà del diciannovesimo secolo tipicamente maschile, al punto da precludere alle donne gran parte dei diritti spettanti anche quelli  più fondamentali inalienabili   per   una   persona   umana,   come   la   rivoluzione   francese   aveva   sancito.  Questa prospettiva fu al centro delle riflessioni di molti studiosi sociali come MARY WOLLSTONECRAFT- XVIII A VINDICATION OF THE RIGHT WOMAN- E HARRIET MARTINEAU-SOCIETY IN AMERICA, OLYMPE DE GOUGES   Questi principi si tradurranno nel movimento delle suffragette  il filosofo inglese Stuart Mill richiama l'abolizione della schiavitù dei neri negli Stati Uniti, avvenuti pochi  anni  prima nel  1865,  per  richiedere che  lo stesso modo fosse trattata  l'ultima forma di schiavitù legalizzata, ossia quella delle donne, subordinata agli uomini solo per il fatto di essere donne, come dimostravano le principali norme della vita sociale  per quanto riguarda la funzione produttiva della donna viene sottolineata da Marx ed Engels   prospettiva funzionalista: guarda le differenze biologiche e culturali fra uomini e donne come allora attribuiti costitutivi e identitari. ogni individuo attraverso il percorso di socializzazione, apprende interiorizza dal proprio contesto di riferimento quelle regole, valori aspettative di ruolo che   ne   costituiranno   l'identità   di   genere.  ESPONENTE PARSONS- il  margine   di   cambiamento sociale è limitato a quanto necessario per assicurare il perfetto funzionamento del sistema sociale, ossia   il   suo   ordine,   riproduzione   e   adattamento   assicurati   dalla   divisione   sociale   dei   ruoli, anch'essa fondata sulle caratteristiche biologiche, anatomiche, fisiologiche maschili e femminili e sul loro valore sociale. da qui la funzione riproduttiva e di cura della donna entro la famiglia e la scuola  ad  assicurare   il   sistema  sociale   i   ricambi  di   individui  e   il   loro  adattamento  allo   stesso sistema, mentre l'uomo l'attribuzione della funzione produttiva in termini economici e politici per il mantenimento e la preservazione della società. le implicazioni negative sono giustificate dal funzionalismo in nome dell'equilibrio del sistema e, quindi, perdono ogni valenza rivendicativa parte delle donne perché a loro è attribuita questa funzione nel sistema sociale  2  prospettiva fenemenologica ed etnometodologica: a determinare le differenze di genere sono le pratiche comportamenti che gli uomini e donne mettono in atto interagendo utilizzando le risorse a disposizione. essa punta su l'azione di un individuo che pone in essere servendosi del corpo, del linguaggio, della posizione sociale per produrre riprodurre la propria identità di genere. le agenzie di socializzazione creano un ordine di genere che definisce ciò che è maschile e ciò che è femminile.  ogni individuo però è libero di non aderire alle norme consolidate dalle pratiche, generando così nuove forme di mascolinità e femminilità che inducono il cambiamento sociale- poteri trasformativo della pratica sociale  sesso e genere   il sesso è l'insieme dei caratteri anatomici, fisiologici e biologici che nella specie viventi le distinguono i soggetti secondo la loro funzione riproduttiva. le caratteristiche anatomiche si  manifestano fin dalla  nascita.  queste caratteristiche alla  funzione riproduttiva possono essere forniti significati diversi nelle organizzazioni sociali umane sulla base della cultura condivisa, ossia dei valori, delle norme dei simboli.   Il genere per  la prima volta  con Gayle Rubin nel  1975 come una divisione fra  i  sessi   imposta socialmente,   il   concetto di  genere   insiste   sulla  differenziazione binaria  fra   la  mascolinità  e   la femminilità manifestate attraverso quei comportamenti, ruoli e identità che la società si aspetta da un soggetto maschile da uno femminile.   la società dà il proprio significato ai corpi sessuali, stabilisce le relazioni fra gli uomini e le donne. poiché  si basa  su valori  che sono soggetti  al mutamento sociale,  la costruzione del genere è costantemente sottoposta a nuove definizioni da parte delle agenzie di socializzazione che presiedono alla determinazione delle norme e delle regole.  il genere è un prodotto culturale che si acquisisce nel corso della vita e non un carattere naturale, innato o ascritto. si tratta di un carattere dinamico perché è determinato dalla società e dal significato che questa gli attribuisce  le letture femministe    Considerando quella femminile come la condizione tradizionalmente più svantaggiata rispetto al genere maschile, questa posizione critica verso la società è stata riconosciuta con il nome di femminismo  1. Primo femminismo:   EUROPA E  STATI  UNITI,  finalità   rivendicative  della  parità  di diritti   politici,   economici   e   civili   fra   uomini   e   donne.   HARRYET   TAYLOR-FILOSOFA denuncia   la   mistificazione   maschile   che   vuol   far   credere   alle   donne   che   la   loro condizione   di   inferiorità   e   oppressione   sia   dovuta   a   un   presunto   diritto   naturale, quando invece essa è dovuta solo alle istituzioni sociali. MARX e ENGELS riconoscono una funzione produttiva alle donne non solo più produttiva all’interno della famiglia. Voi questa base ideologica socialista è stata tradotta in alcune proposte di legge nel Parlamento   italiano   del   deputato   della   sinistra   SALVATORE  MORELLI,   che   richiese l'introduzione  del  divorzio  altri  diritti  civili   e  politici,  ottenendo  solo   l'accesso  delle donne alle testimonianze in atti pubblici e privati nel 1877. ANNA KULISCIOFF scrisse riflessioni sulla condizione delle lavoratrici. BEAUVOIR- il secondo sesso.   2. Secondo femminismo:   post   guerre  mondiali.   Affermazione   della   differenze   fra uomini  e donne diventa l'oggetto dell'osservazione delle rivendicazioni  di  pensatrice attiviste. proprio sulla base delle differenze dei corpi, della sessualità e delle scelte di vita  sarebbe stata richiesta   la  parità  di  accesso ai  diritti,  riconoscendo al  differenza sociale quel valore aggiunto per lo sviluppo sociale che il contributo delle donne alle varie fasi dei periodi bellici aveva assicurato. Le donne americane rappresentate dallo stereotipo   delle   regine   della   famiglia   devote   a  marito   e   figli   le   donne   americane denunciavano   implicitamente   un   problema   senza   nome  e  mai   rappresentato   negli 5 2-   il  secondo approccio prevede una convivenza più pacifica con  il   femminismo.  Secondo tale approccio la missione degli studi sugli uomini è continuare il progetto rivoluzionario degli studi di genere.  I men’s studies  hanno portato alla ribalta argomenti rimasti per molto tempo ai margini delle riflessioni sociologiche più tradizionali, come quelli riconducibili alla sociologia del corpo: la sessualità, la paternità, la violenza maschile.   Questi studi riconoscono la parzialità del genere uomo e rendono più attuale la prospettiva intorno al genere maschile  Critica ai men’s studies  È stata sollevata la preoccupazione che i men’s   studies   siano   una   forma   di appropriazione maschile della produzione scientifica  Questa   lettura  solleva  anche  la  questione del  perché  sia  necessaria  una  modalità  di   indagine specializzata e basata sull’agire maschile, quando in sostanza già tutta la storia dell’umanità è stata dedicata agli studi degli uomini   Bisognerebbe fare uno sforzo per andare oltre la tradizionale norma storica del maschile e analizzare i dettagli specifici che compongono quella norma. Altri studiosi ancora leggono nelle riflessioni degli studi di genere ingiusti stereotipi negativi sugli uomini per dimostrare la crisi della mascolinità moderna.   De-costruire la mascolinità   La  svolta  decostruzionista  e  postmodernista  nelle   scienze  sociali  ha   indotto a  rivedere  alcune epistemologie. Sono stati inseriti elementi di critica alla sua crisi con l’introduzione di quest’ultimi sia   strutturali   sia   bio-politici   nel   sostenere   l’importanza   dei   men’s   studies.   Sul   versante strutturalista si sottolinea che la crisi si manifesti negli uomini dal punto di vista salutare. Alcuni studiosi   hanno   ipotizzato   che   la   crisi   dell’uomo   moderno   sia   dovuto   ai   processi d’industrializzazione, perché costretti a lasciare il nucleo della famiglia per raggiungere il successo economico.   La mascolinità sistematica non solo causa conflitti e situazioni di crisi con il genere femminile, ma anche tra gli uomini stessi, con il rischio che vengano trasmesse alle nuove generazioni di uomini caratteristiche strutturali patogene quali la paura del femminile, la capacità emotiva ridotta, l’omofobia, l’eterosessismo, l’aspirazione al potere e al controllo, oltre a comportamenti sessuali repressivi e, soprattutto, comportamenti di violenza contro le donne o le minoranze sessuali.  La mascolinità è una pluralità mutevole che deve tener conto di prospettive intersezionali   Le diverse variabili strutturali creano dinamiche di potere sociale significativamente diverse; quindi diverse visioni della mascolinità  CRISI   IDENTITA’  MASCHILE-   questa   riflessione   ha   portato   a   un’esplorazione   più   approfondita dell’identità maschile, la quale è studiata non più come caratteristica dell’individuo, bensì come  pratica discorsiva riprodotta nell’interazione sociale, sia tra gli uomini e donne sia tra uomini e uomini, e, conseguentemente, istituzionalizzata   In Italia   Si   avverte   un’esigenza   sempre   più   crescente,   perlomeno   a   livello   accademico,   di   definire   e declinare l’identità maschile non in modo totalizzante, ma identificando un maschile plurale   Importante è il movimento per i diritti paterni  Sul fronte del desiderio sessuale, l’omofobia continua a costituire uno dei principi organizzatori della  mascolinità.   Il   concetto di  omofobia  è profondamente   legato  a  quello  di  discriminazione sessuale e di razzismo   Antifemminilità   Eterogeneità territoriale e culturale   6 Studi LGBT+  Anni 50- la sociologia si è focalizzata sulle diverse componenti dell’identità sessuale, portando alla nascita dei gay and lesbians studies di matrice statunitense la cui evoluzione è rappresentata da più recenti studi LGBT+ e studi queer  La   pubblicazione   dei   primi   studi   sociologici   che   hanno   focalizzato   la   propria   attenzione sull'orientamento omosessuale  è costituita da  indagini  che si  sono concentrate principalmente sulla composizione e sull'organizzazione della popolazione omosessuale residente nei grandi centri urbani del Nord America.  L'idea alla base di tale filone di ricerca, di natura positivista, era che l'omosessualità fosse una pratica diffusa, capace di incentivare e produrre, a seconda dei contesti culturali e territoriali entro cui si inseriva, cambiamento sociale. Queste prime indagini americane di  matrice  funzionalista  erano volte a  soddisfare  due esigenze  conoscitive:  da un  lato,  queste erano   interessate  a   studiare   la   funzione  della   comunità  omosessuale   in   società,   investigando dinamiche,   relazioni   ed   esperienze   interne   alla   comunità   gay,   insieme   alla   natura   e   alle caratteristiche delle relazioni   intrattenute con gli  altri  membri  della città;  dall'altro,   l'approccio positivista intendeva rilevare le condizioni di vita della comunità gay degli anni Cinquanta, con un focus   particolare   sullo   stigma   vissuto   o   percepito   dalle   persone   omosessuali   per   il   fatto   di appartenere a una minoranza. Si tratta di studi che richiamavano in parte alcune pionieristiche ricerche etnografiche coordinate e condotte già negli anni Trenta da alcuni studiosi della scuola di Chicago  finalizzate   a   comprendere   il   legame   tra   contesti  urbani   e   comportamenti   sessuali   in generale, e tra città e omosessualità in particolare (Blumer, 1954).    Anni  60- hanno rappresentato  un periodo storico di  grande  fermento  intellettuale  per quanto concerne   lo   studio  delle   sessualità.   Le   comunità  al  di   fuori  degli   schemi  dell’eterosessismo  si iniziarono a mobilitare per la rivendicazione dei propri diritti.  LGBT+ HA INIZIATO AD AVERE UN SIGNIFICATO SIMBOLICO E POLITICO  La sigla si è imposta sulla scena sociale per sottolineare l’appartenenza a una minoranza attiva e militante antitetica alla norma eterosessuale  L’emblema della mobilitazione è rappresentato dai dai modi di  STONEWALL INN del 28 giugno 1969: la polizia ha effettuato un’irruzione in un locale di Manhattan. Questa data è diventata a livello  mondiale un simbolo per la comunità omosessuale, che ogni anno celebra con il gay pride  Da un punto di vista sociologico è possibile sostenere che prima dei moti di Stonewall Inn la comunità LGBT non avesse ancora maturato una reale identità politica   Anni 70-Secondo una cornice costruttivista, l'attenzione della ricerca sociale sull'identità sessuali si è  spostata  sulla  costruzione  sociale  dell'identità omosessuale  e sulle  forme attraverso  le  quali uomini  e  donne si   riconoscono come gay  e   lesbiche  attribuendo grande   importanza  ai   fattori sociali  e culturali.   In questo periodo  lo studio degli  orientamenti sessuali  si  sono  intrecciati  in maniera   significativa   anche   con   le   principali   trasformazioni   sociali   indotte   dalla   modernità (industrializzazione, razionalismo e individualismo)  il cosiddetto processo di omosessualizzazione è stato concettualizzato come un percorso in cui entrano in gioco il proprio sentire, ma anche una forte pressione esercitata alcuni fattori esterni che propongono l'eterosessualità come condizioni identitarie obbligatoria  per   quanto   riguarda   la   situazione   delle   donne   lesbiche   alcuni   studi   sostenevano   che l'omosessualità femminile, a differenza di quella maschile, nel corso dei secoli era rimasta quasi invisibile relegata nella sfera privata. tali sfuggevolezza avrebbe comportato sul piano empirico sia la diffusione di minori forme di stigmatizzazione ed emarginazione verso le donne lesbiche, sia un interesse analitico più limitato da parte della comunità scientifica nei confronti di questo 7 tema. le   donne   lesbiche   non   solo   vivevo   una   condizione   critica   per   il   fatto   di   non   essere eterosessuali ma anche per il genere a cui appartenevano cioè quello femminile  anni 80-  diffusione dell'aids che venne associata agli omosessuali e per questo chiamata peste gay. essi venivano letteralmente incriminati dei medici e degli esperti e dal sistema mediale come untori.  Postmodernità-   perdita   di   fiducia   nelle   grandi   narrazioni   della   modernità,   Ehi   maggiore personalizzazione dei percorsi biografici, indebolimento degli schemi di orientamento dettati dalla tradizione.  secondo questo approccio post strutturalista, in questo nuovo scenario sociale gli attori sociali sono considerati più liberi di agire e di costruire la propria identità, anche sessuale, in quanto le biografie individuali appaiono ormai slegate dai principi universali e unitari tipici della modernità. con la post modernità la sessualità si è rilevata tutti, dal momento che gli attori sociali hanno iniziato a viverla in maniera sempre più soggettiva, indipendentemente dai vincoli prescritti, come ad esempio quelli riproduttivi. gli studiosi dell'epoca hanno sottolineato che tali conquiste riguardavano indistintamente tutte le soggettività, dal momento che la post modernità sta ridefinendo radicalmente la relazione tra sesso e genere così come tradizionalmente intesa e scompaginata la rigida polarizzazione tra ruoli e pratiche legate alla sessualità  Anni 90  queer studies- il termine deriva dal tedesco e significa obliquo trasversale, Ehi è stato utilizzato per la prima volta nel 1900 da Teresa de lauretis durante una conferenza presso l'università di Santa Cruz per designare l'insieme delle teorie decostruzionista  dell’identità sessuale.  questo ha portato una svolta linguistica da un forte significato simbolico  il carattere innovativo della prospettiva queer risiede nel fatto che questa si è proposto non solo di moltiplicare il discorso sulle differenze sessuali, ma anche di mettere in discussione alcuni filoni di ricerca propri degli studi di genere, anticipando di fatto una visione più propriamente intersezionale.   l'obiettivo di questa operazione è stato condurre delle riflessioni più ampie inclusive, capaci di superare il rischio di chiusura individuate in alcuni movimenti femministi e LGBT+ che rischiano di comprimere differenze e di ripresentare delle appartenenze autoconclusive  i  gay and  lesbian studies  non tenevano debitamente conto della pluralità di   identità esistenti, limitandosi a considerare i soggetti sulla base dei generi e degli orientamenti sessuali. al contrario, l'assunzione   di   una   prospettiva  queer   si   è   posta   come  possibile   strumento   utile   a   compiere un'operazione di decostruzione delle tradizionali categorie sociologiche di sesso, genere e identità sessuale, senza mai pervenire a una sintesi.  Bisogna studiare e analizzare tutte le soggettività sessuali, e abbandonare una visione stereotipata e dicotomica dei sessi, dei generi, delle identità e degli orientamenti sessuali, in favore di forme meno cristallizzate più fluide e instabili, perché esposte a riorganizzazioni che possono avere luogo durante tutta la vita delle persone, risultato di fattori sociali, psicologici, culturali e biografici.     I queer studies:  hanno promosso una decostruzione del gender-polarized world dando quindi la  possibilità   agli individui di combinare dimensioni dal maschile e del femminile in modi innovativi, di sperimentare contaminazioni e ibridazioni tra l'essere uomo e l'essere donna  hanno   iniziato  a   incoraggiare   riflessioni  analisi   sulle  questioni  che   riguardavano   le  marginalità sessuali  con  il  duplice obiettivo di  promuovere  la visibilità  dei  soggetti che si  collocano oltre  i tradizionali binari e di conoscere piena legittimità alle configurazioni identitari trasversali   hanno dato voce a quei soggetti che rifiutano l'idea di collocarsi un'unica identità di genere o che sentono entrambi  come proprie   ,che definiscono  il proprio orientamento sessuale in base al proprio sentire e non in funzione dell'oggetto del desiderio  10 o GOFFMAN   1963   (costruttivista   )vede   il   genere   come   un   ritratto,   come   una rappresentazione   di   esibizione   dei   copioni   di   genere   predisposti   organizzati   dalla cultura e della società per il maschile e femminile. la teoria di Goffman è conosciuta come teoria del gender displays e rappresenta un apripista alle altre teorizzazioni della sessualità sulla matrice interpretativa:  o Sexual scripts sono   delle   strutture   cognitive   prodotte   dall'unione   di   diversi complessi di concetti strutturati, configuranti una sequenza stereotipata, organizzata e adeguata  di  azioni  che ricorre  in determinate  circostanze,   in  un dato  contesto,  per raggiungere un determinato scopo.   i  copioni sessuali  rappresentano delle mappe di significati  e   comportamenti   stabiliti  dai   gruppi  di   riferimento  e  adattati  da   ciascun individuo   con   lo   scopo   di   contestualizzare   i   propri   comportamenti,   le   proprie esperienze e le proprie prestazioni.  ci  sono tre livelli  distinti in cui tali  costruzioni si orientano e si manifestano: quello culturale, interpersonale e intrapsichico  o GAGNON  con LAUMANN 1995 postulano la teoria dei  sexual markets, secondo la quale ogni attività sessuale prevede delle transazioni sociali all'interno di relazioni che costituiscono le regole, le norme, le aberrazioni,   i   limiti e i sistemi di correzione dei comportamenti e delle  condotte sessuali  considerati  idonee e coerenti con  il   frame culturale di riferimento. ci sono 5 fattori che determinano la costruzione dei mercati sessuali: i social network, lo spazio fisico, la sexual culture, i sexual scripts, gli ambiti istituzionali.   questa   teoria   consente   di   prendere   in   esame   gli   aspetti   relativi   alla stratificazione   sociale   dell'esperienza   sessuale,   evidenziando   come   l'esperienza sessuale si  organizza all'interno di una cornice di  vincoli  e limiti strutturali  che sono legati  alle  caratteristiche  del  mercato  sessuale  e  agli  attributi degli   individui   che  lo creano e ricreano con loro interazioni socio sessuali.   o BOURDIEU  propone la teoria dei concetti di campo e di habitus. il campo sessuale si   caratterizza   come   un   dominio   sociale   nel   quale   sistemi   egemonici   di   potere relazionale   producono   gerarchie   sessuali.   ogni   soggetto   all'interno  di   questi   campi opera con un ammontare  di  capitale sessuale che si  differenzia al  possedimento di specifiche caratteristiche (fisiche, affettive, psicologiche, erotiche) che in quel contesto sono particolarmente valorizzati e considerate come desiderabili. questa  teoria si rivela efficace per mettere in evidenze meccanismi di discriminazione che si attivano verso tutti quei soggetti che non essendo dotati di una sufficiente capitale erotico ne sono di fatto esclusi. questa teoria è utile anche per esplorare gli ambienti digitali che hanno portato  a  moltiplicarsi  di  siti  e di  applicazioni  specifiche di  dating online  strutturati come vere e proprie arene sessuali.   o Il sociologo CIPOLLA evidenzia in che misura si è modificato il modo di approcciarsi dalle persone al sesso, al corporeità, alla relazione con l'altro in seguito all'impatto che le   nuove   tecnologie   hanno   avuto   sulle   sfere   dell'affettività   e   dell'intimità   della persona.   il web  consente di corrispondere alle esigenze di piacere plurime che i soggetti oggi esprimono anche in virtù di una liberalizzazione sessuale che la rete stessa ha contribuito a solidificare. Si assiste allo sviluppo di una visione solipsistica della sessualità, di una sovrabbondanza di strumenti che il web fornisce per l'appagamento del piacere individuale, che avendo meno impedimenti di carattere   sociale   e   relazionale   trova   nel   mercato   del   sesso   online   pieno   soddisfacimento. Liberatosi,  in parte, dal controllo sociale l'utilizzo del web si  è finalizzato alla  soddisfazione  del piacere sessuale fine a se stesso.   La costruzione sociale dell’identità sessuale  11 Si  è  ormai  superata  l'idea che  l'identità   sessuale  sia  qualcosa di  dato  e  immutabile,  attributo permanente,   stabilizzato  nel   tempo  e  nello   spazio  al   di   là   delle   esperienze  e  dei   contesti  di appartenenza. In epoca post moderna si è invece diffusa l'idea che il sé, pur attivandosi su base anatomica,  si  costruisce,  plasma  e  ridefinisce  socialmente   nel   corso   di  ciascuna biografia individuale. Durante la propria vita gli attori sociali sono protagonisti di un processo volto alla scoperta e alla consapevolezza di sé che è un continuo divenire. Questo percorso si nutre delle sollecitazioni provenienti dai contesti sociali e culturali, dalle spinte emotive e cognitive individuali, dalle esperienze vissute e dalle interazioni sociali. l'identità sessuale non può essere considerata solo un dato anagrafico ma è un concetto multidimensionale che integra fattori biologici, psicologici, sociologici e culturali  Bauman   2003:   “l'appartenenza   e   l'identità   non   sono   scolpite   nella   roccia   virgola   non   sono assicurate da una garanzia a vita, sto in larga misura negoziabili e revocabili”  La suddivisione in soli due gruppi di maschi e femmine deriva da esigenze di ordine sociale  Il ruolo di genere consiste nelle aspettative della società rispetto ai comportamenti appropriati di un uomo e  una donna,  ovvero  tutto ciò  che un uomo e  una donna fa  per  manifestare  nelle relazioni il proprio livello di mascolinità e femminilità  La psicoanalista LICHTENBERG 1989 ha individuato diverse fasi che si susseguono sin dall'infanzia nel processo di costruzione dell'identità sessuale:    1-2   anni   :   si   apprendono   e   ripetono  atteggiamenti   considerati  da  maschi   e   da femmine   entro i 3 anni: ci si riconosce come maschio o femmine   tra i 3 e i 7 anni: il processo di apprendimento del ruolo di genere si consolida  alcune persone possono avvertire un senso di disagio derivante proprio dell'incongruenza tra la propria identità sessuale e il sesso assegnato alla nascita. tali   soggetti   sono   a   rischio stigmatizzazione dal momento che non aderiscono ai cosiddetti stereotipi di genere.   gli stereotipi di genere sono processi di estrazione di definizione della realtà che collegano una o un gruppo di caratteristiche a una categoria o gruppo, sulla base di una limitata e insufficiente informazione o conoscenza. funzionano mettendo a fuoco gli aspetti salienti, articolando intorno ad essi  tutto il   resto e  lasciando nell'ombra gli  elementi che porterebbero a una disconferma dell'immagine   di   base.   L'espressione   stata   inventata   nel   1795   per   indicare   un   metodo   di duplicazione delle composizioni tipografiche e dei cliché.   la filosofia dello stereotipo di genere presuppone il rispetto di specifiche regole di condotta che pongono chi non vi si adegua in una condizione quasi di difetto o di subordinazione rispetto al  resto della popolazione, che invece rispetta i canoni attesi  la socializzazione alla sessualità in famiglia   I  processi di socializzazione alla sessualità sono definibili  come  l'insieme di pratiche, significati, modelli di comportamenti trasferiti attraverso le principali istituzioni di riferimento della persona, secondo una direzione Inter e intra generazionale, sia di tipo verticale (gli adulti verso i giovani) sia orizzontale (fra pari)  L'attenzione verso le principali agenzie di socializzazione si pone in un'ottica nella quale la cultura non è  intesa  in un'  accezione di  tipo determinista,  ma al  contrario si   incentra su come questi significati,   socialmente   costruiti,   sono  mobilitati   dai   soggetti   per   corrispondere   a   finalità   di carattere pratico connesse alla loro vita affettiva e sessuale.    Se è dunque vero che tali significati sono socialmente appresi nell'ambito delle relazioni formali e informali,  allo stesso tempo per  loro stessa natura questi sono costantemente reinterpretati e messi   alla  prova,   sottomessi   a  nuove   ridefinizioni   nei   campi   sessuali  nei   quali   gli   individui   si 12 trovano a interagire. Aspetto, quest'ultimo, che suggerisce come il processo di socializzazione alla sessualità non risulta mai completato una volta per tutte e/o specifico di una determinata fase della   vita   (per   esempio   quella   adolescenziale),   né   prevedibile   e   automatico,  ma   al   contrario collegato alle esperienze di vissuto, agli accadimenti che capitano agli individui all'interno del loro corso di vita.    In merito ai processi di socializzazione e in particolare alla capacità delle agenzie di socializzazione di regolare i comportamenti, questi vanno inquadrati mettendo in evidenza: sia il mutato clima culturale e sociale, rispetto al passato, entro il quale tali agenzie oggi si trovano a operare, sia le specificità che ognuna di esse (quali per esempio la famiglia, la scuola, i media ecc.) reca con sé e che necessitano dunque di riflessioni non sovrapponibili.  In  merito  al  primo punto,   i   sociologi  mettono  in  evidenza   la   trasformazione  delle   tradizionali agenzie di  socializzazione e,  dunque, dell'  allentamento della capacità di  queste di  orientare  il comportamento dei singoli; basta infatti pensare al ruolo che in passato occupava la famiglia e alla sua odierna e in parte ridotta capacità di predeterminare i destini dei propri componenti.    Negli   ultimi   decenni,   va   inoltre   affermandosi   nella   famiglia   contemporanea   una   visione puerocentrica: se in passato i figli sacrificavano sé stessi per gli obiettivi più ampi della famiglia, al contrario oggi è la famiglia a conformarsi alle esigenze dei più giovani, aspetto che ha trasformato il   sistema   famiglia  da   istituzione  che   svolgeva   compiti   fondamentali  di   riproduzione  sociale  e culturale, a sistema privato di relazioni regolate dalla norma e dal codice dell'affettività.    In confronto alla pluralità di istituzioni chiamate in gioco nel processo di socializzazione al genere e alla sessualità un ruolo determinante è sempre quello svolto dalla famiglia.   La sessualità alla nascita costituisce l'aspetto a partire dal quale i bambini vengono indirizzati verso una visione del genere e sessuale di tipo binario, che si incorpora in modi contraddistinti di esprimersi, comportarsi, relazionarsi all'altro, finanche di pensare e immaginare. nel ventesimo secolo vi è una maggiore vicinanza emotiva e comunicazionale tra genitori e figli   il  passaggio  da  una società  antica  a una moderna è  stato   la  conquista  della   libertà  da parte dell'individuo:   il   matrimonio   ora   si   percepisce   come   un   affare   privato   individuale,   che   può implicare anche separazioni e divorzi.   la sessualità diventa un affare intimo connesso all'identità personale più che a determinanti di carattere sociale, che continuano pur sempre a esercitare la loro influenza  molti sociologi si sono occupati di questo prendendo in esame gli adolescenti.  nel  corso degli  ultimi decenni vi  è una mole enorme di   informazioni  e  immagini  sessualmente esplicite,   si   è   frequentemente   sollecitati   da   una   cultura   erotizzata   ed   è   diventato   più   facile l'accesso al sesso anche grazie alla maggiore autonomia dei giovani  più della metà dei genitori non affrontano argomenti relativi alla sessualità dei propri figli e che una piccola parte ne parla solo raramente. Inoltre una porzione significativa di genitori considera la sessualità dei figli come un affare privato, sottraendosi a un confronto diretto sull'argomento.   Pag 55 in poi teorie sulle diverse famiglie  La socializzazione alla sessualità tra pari   Il gruppo dei pari è quell'insieme di persone accomunate da caratteristiche similari-quali l’età, frequentazioni scuole o ambienti di lavoro, attività del tempo libero comuni- che costituiscono un frame di riferimento importante per i processi di identificazione, oltre che ambito all'interno del quale i giovani acquisiscono norme, valori e riferimenti per l'agire  Importanza delle amicizie   la socializzazione alla sessualità fra pari si sente ancora di linee di differenziazione fra maschi e femmine. si evidenzia rispetta i modi in cui i giovani e le giovani si confrontano, all'interno delle 15 estremamente importante nella panoramica degli studi sociologici, lo è ancora di più se lo si vede da un punto di vista intergenerazionale parlando di socializzazione al genere. aspetti della relazione socio-educativa Il processo di socializzazione: È  imprescindibile  alla  base  della  vita  della   società,   in  quanto   il  modo attraverso   il  quale  ogni individuo diventa un essere sociale a tutti gli effetti Fa   riferimento   alla  totalità  degli   atteggiamenti,   degli   atti,   dei   gesti,   degli   interessi   attuata quotidianamente da chi svolge un compito educativo rispetto ai vissuti e ai rapporti di genere nelle giovani generazioni apprendiamo e rielaboriamo i nostri ruoli sessuali attraverso le agenzie di socializzazione come la famiglia  o   la   scuola  o   i  gruppi  di  pari  e   i  media.  Ognuna  di  queste  può  favorire  una visione stereotipata, neutralizzante o riflessiva rispetto alla costruzione dell'identità e anche di quella di genere Avviene   secondo  un  duplice processo  socializzativo   ed   educativo   che   coinvolge   la   società,   il gruppo e l'individuo e si apre la dimensione del rischio, della scelta e della responsabilità socializzazione verticale,     riferimento   verso   l'alto   e   quindi   verso   agenti   preposti   in  maniera istituzionale e riconosciuta una funzione socializzante socializzazione orizzontale,   riferimento   orizzontale   ovvero   verso   il   gruppo  dei   pari,   la   classe sociale e l'appartenenza di genere e i media socializzazione longitudinale,   riferimento   di   tipo   cronologico   e   longitudinale   che   sposta l'attenzione sui movimenti della socializzazione adulta o risocializzazione le relazioni familiari si recupera il valore temporale delle esperienze, l'interpretazione del percorso del biografico di  ciascun individuo, riconoscendo il valore di tutti i soggetti in gioco Nel rapporto genitori e figli si creano le aspettative verso i ruoli maschili e femminili; e tali attese sono oggi varie e nuove rispetto al passato, anche se permangono alcune visioni stereotipate dei percorsi  diversificati  per   sesso.   Lo   sviluppo  dell'identità  di  genere  avviene   lungo   la   fase  della crescita, in una continua interazione con i contesti di socializzazione caratterizzati dalla presenza di diverse   generazioni,   dove   si   acquisiscono   i   valori   e   i   modelli   di   riferimento   della   propria appartenenza di genere. Solo riconsiderando tutti gli aspetti che intervengono in questo processo, si   può   svolgere   un'analisi   approfondita,   provando   a   ricostruire   un'immagine   più   esaustiva dell'acquisizione   dell'identità  maschile   e   femminile   che   potrà   forse   suscitare   nuovi   spunti   di riflessione e nuovi interrogativi futuri. In questo senso,  nella famiglia, la relazione con i genitori assume un'importanza fondamentale nella definizione delle appartenenze di genere, in quanto prima esperienza di relazione gendered. Tali differenze sembrano da un lato diminuire e dall'altro invece spostarsi su aree differenti rispetto al passato che sono oggi completamente diverse da quelle delle generazioni precedenti  (Crespi,  2003).  Da queste  premesse,   s'intuisce come la famiglia rappresenti un luogo e un tempo in cui si sperimenta la relazione tra generi e generazioni e sia di conseguenza un ambito di studio privilegiato per analizzare il rapporto tra i generi, perché assume un'importanza fondamentale all'interno del processo di costruzione 16 dell'identità di genere, in quanto è la prima realtà con la quale il bambino e la bambina vengono a contatto e contribuiscono in maniera prioritaria e privilegiata a formare l'esperienza del mondo e la stessa identità. La socializzazione a scuola Il primo aspetto fondamentale è il rapporto tra uguaglianza e differenza che si è creato all’interno dell’ambiente scolastico in Italia negli ultimi dieci anni.  La realtà scolastica è a tutti gli effetti un contesto di attribuzione, costruzione o ricostruzione di significati e di strutturazione di motivazioni, atteggiamenti e comportamenti legati direttamente all'appartenenza di genere L’aspetto negativo è quello di considerare l’ambiente scolastico come neutro e indifferenziato. La scuola può essere il motore del cambiamento: genitori e insegnanti possono modificare questi modelli stereotipati oggi anacronistici, ponendo l'accento sulle differenze ma non necessariamente sulle   stereotipie.   la   scuola   stessa   può   essere   un   elemento   motore   del   cambiamento   degli atteggiamenti purché vi   sia  una  reale preparazione e adesione degli insegnanti,   sostenuti da adeguati elementi didattici Due tendenze sono compresenti nei processi di socializzazione delle nuove generazioni: la prima sostiene  la necessità  di  una maggiore  omogeneizzazione  dei  comportamenti,   la seconda pone l'accento sull'importanza della differenziazione e del mantenimento della/e diversità fra i generi. Entrambe queste modalità  sono proposte  sia  dalla   famiglia  sia  dalla  scuola  seppure  con varie sottolineature relativamente al  contenuti della socializzazione.  Nella società attuale assistiamo, soprattutto   nella   vita   di   adolescenti   e   giovani,   all'omogeneizzazione   dei   percorsi   di   crescita secondo   il   genere,   perdendo   o   eliminando   l'importanza   della   dimensione   biologica   di appartenenza, elemento non inteso come predeterminazione, ma utile fattore di riflessività nella costruzione della relazione corpo/mente e della socialità. Spazio di socialità al genere nello sviluppo di bambine e bambini Riproduzione interpretativa Il termine «interpretativa» coglie gli aspetti innovativi e creativi della partecipazione dei bambini alla società. I bambini creano e partecipano alle loro culture dei pari assumendo o appropriandosi creativamente delle  informazioni  provenienti dal mondo degli  adulti per affrontare le premure della   loro   età.   Il   termine   «riproduzione»   coglie   l'idea   che   i   bambini   non   interiorizzano semplicemente   la   società   e   la   cultura  ma   contribuiscono   attivamente   alla   produzione   e   al cambiamento culturale. Prima una Prospettiva adultocentrica Poi riconosciuta l’importanza dei bambini nelle scienze sociali,  la nuova sociologia dell'infanzia offre al bambino e alla bambina un nuovo teatro in cui diventano soggetti attivi, socialmente competenti e in grado di partecipare all'interazione sociale, e allo stesso tempo, al cambiamento della società Convenzione sui diritti fondamentali del fanciullo approvata dall’Assemblea Generale dell’ONU nel 1989 si è arrivati alla produzione di una quantità di importanti studi teorie, contributi e filoni di ricerca su bambini, genere e identità, tanto da parlare di revisione dei bambini 17 la sociologia dell'infanzia ridefinisce i modelli teorici sulla socializzazione:  - deterministico in cui le bambine e bambini hanno fondamentalmente un ruolo passivo - costruttivista in cui sono visti come agenti attivi «riproduzione   interpretativa  afferma  il   ruolo  attivo  del  bambino  nell'assumere   le  due  culture, quella dei pari e quella degli adulti, e postula che il contesto culturale e sociale in cui il bambino si sviluppa non costituisce solo uno sfondo che lo "determina" (visione statica), ma attraverso la sua partecipazione   alle   pratiche   e   alle   routine   quotidiane,   ed   appropriandosi   creativamente   del linguaggio, il bambino si inserisce pienamente nelle due culture e le modifica (visione dinamica) » (Corsaro, 2020) L’importanza dello spazio nella socializzazione al genere Lo spazio per i bambini ha una funzione di condizione esistenziale, dal momento che non sono sempre loro a delimitare i confini della propria libertà spaziale Ehi  vengono delineati dei  confini  ben precisi  e  sottomettono  i  più piccoli  a un controllo vigile attento dell'adulto. La limitazione nello spazio del bambino rappresenta una sorta di campo sociale obbligatorio attraverso cui confrontarsi con tutta una serie di ruoli imposti dagli adulti.  All’asilo nido è uno spazio completamente negoziato e costruito per fare in modo che i bambini siano incoraggiati a diventare dei bravi allievi, sedendosi diritti, incrociando le gambe, ascoltando in silenzio e alzando le dita per poter parlare.  Nelle  aule  scolastiche   la  divisione  degli   spazi  maschili  e  degli   spazi   femminili  è  uno dei  primi elementi che emerge conferendo allo spazio-gioco il ruolo di riproduttore degli stereotipi di genere attraverso spazi sessuati. Ciò che si sviluppa è una genderizzazione dello spazio del gioco infantile che, di conseguenza,  ha ripercussioni sulla formazione delle identità di genere dei bambini e delle bambine e una socializzazione differenziata di genere. la sociologia dell'infanzia suggerisce che gli ambienti scolastici dovrebbero essere quanto più neutri possibile rispetto alle dimensioni di genere (gender neutral) ed essere sensibili e attenti a messaggi di giustizia sociale e di equità. Ma, soprattutto, la scuola (italiana) dovrebbe migliorare i propri percorsi di educazione sul genere, supportando anche i genitori dei bambini a richieste su questioni di genere. Un'educazione di genere adeguata comporta l'adozione di percorsi e di spazi finalizzati a evitare la stratificazione di stereotipi (asimmetrie di genere, legittimazione simbolica di dominio del maschile sul femminile ecc.) che purtroppo sono presenti ancora oggi anche nella scuola. Le differenze di genere nel gioco infantile È noto che parlare del gioco nello sviluppo del bambino è particolarmente importante in quanto, attraverso  questo,   i   bambini   esplorano  e  provano   i   ruoli   di   genere.  Nel mondo del gioco il bambino costruisce la propria identità, conosce il mondo e fa emergere il proprio Sé, essendo anche una forma di comunicazione, di esperienza emotiva e di azione trasformativa della realtà. Il gioco, dunque, è uno strumento indispensabile per l'identità di genere, poiché i bambini ricercano quest'ultime e, allo stesso tempo, imparano a rispettare le regole morali all'interno di una società. 20 Le   profonde   trasformazioni   in   corso   nei   rapporti   tra   i   generi   in   campo   sociale,   culturale   ed educativo iniziano a sentirsi in modo significativo anche per quanto riguarda gli usi linguistici, in italiano così come in tante altre lingue. Le lingue sono infatti, per definizione, dei sistemi dinamici che cambiano nel tempo e che manifestano la propria vitalità e la propria funzionalità proprio attraverso questa loro capacità di adattamento ai cambiamenti del pensiero, del costume, della cultura, che sono in grado di accompagnare e anche di favorire. Per  questa   ragione  gli   usi   linguistici   costituiscono   anche  un   campo  di   tensione   tra   tendenze innovative, miranti a riflettere anche con le parole la parità tra le perso-ne, e forze conservative, legate alla tradizione e che, consapevolmente o inconsapevolmente, sostengono vecchi schemi che riflettono le disuguaglianze di genere. L'italiano presenta, come sappiamo, un sistema a due generi, maschile e femminile.  Genere e grammatica Nei diversi sistemi linguistici la dimensione più sensibile rispetto alla questione qui studiata, ossia quella  dei   rapporti   tra   i   generi,   è   naturalmente   quella   del   genere   grammaticale,   cioè  quella categoria che in molte lingue (ma non in tutte) oppone un genere maschile a uno femminile (oltre ad altri eventuali generi come il neutro, presente ad esempio in latino, greco, tedesco, russo ecc.). Questa categoria grammaticale, percepita come naturale da chi come noi parla una lingua che la possiede,  non è affatto una categoria  universale:  vi  sono  infatti numerose  lingue,   in Europa e altrove,  che ne sono completamente  prive,   le  cosiddette genderless   languages  o   lingue senza genere (tra queste possiamo ricordare l'ungherese, il turco, il finlandese, il giapponese, l'armeno, il persiano  o  farsi  ecc.).  Esistono  inoltre   lingue come  l'inglese dove  la  categoria  del  genere  è sì presente ma in forma molto marginale, in quanto è essenzialmente circoscritta ai soli pronomi personali   di   terza  persona   singolare   (she   vs.   he,   her   vs.   him)   e   ai   corrispondenti  aggettivi   e pronomi possessivi (her vs. his, hers vs. his), oltre che a poche residue forme lessicali che stanno uscendo dall'uso (waitress vs. waiter e simili). La linguista Alma Sabatini ha evidenziato tre principali categorie di uso del genere grammaticale che sfuggono alla semplice logica dell'accordo di genere e ha mostrato come in questi usi non coerenti con la norma si rifletta chiaramente un privilegio sessista e maschilista: 1. l'uso del maschile come il titolo professionale per le donne: da qualche tempo però le cose sono lentamente cambiando infatti questo singolare uso del maschile per le donne non   è   più   un   dato   indiscusso,   anzi   la   pubblica   opinione   media   si   interrogano continuamente   su   questo   tema,   riflettendo   una   varietà   di   posizioni,   e   i   mezzi   di comunicazione oscillano continuamente tra il maschile e femminile, anche in uno stesso testo.  2. l'uso del maschile per indicare l'insieme dei membri di un gruppo formato da donne e uomini. a questa simmetria di genere si vanno piano piano diffondendo delle soluzioni sia negli usi privati e in quelli ufficiali: - La ripetizione del termine nei due generi es. care amiche e cari amici - il ricorso alla barra obliqua es. care/i - la scelta di termini o di circonlocuzioni che evitano di indicare il genere es. coloro che intendono prenotarsi - ricorso ad elementi grafici come l'asterisco * o la chiocciola @ - L'uso del simbolo fonetico detto shwa rappresentato da una e capovolta - la scelta del solo femminile 3. L'uso del maschile per designare una funzione astratta, che potrà di volta in volta essere ricoperta da una donna o da un uomo Persone LGBT+ e genere grammaticale in italiano 21 questo argomento riguarda la scelta del  genere grammaticale in relazione diverse categorie di persone incluse nell'acronimo LGBT+. è   opportuno   e   corretto   usare   sempre   il   genere   femminile   per   chi   ha   adottato   un'identità femminile, scegliendo di essere una donna, è sempre il maschile per chi ha adottato un'identità maschile,   scegliendo   di   essere   un   uomo.   il   mancato   utilizzo   del   corretto   uso   grammaticale sottolinea un atteggiamento transfobico. il cambiamento linguistico può essere a sua volta un potente sostegno rispetto all'evoluzione socioculturale e può contribuire a consolidare e a stabilizzare le trasformazioni nei rapporti di potere. Più nello specifico, come già da tempo è stato osservato dalla letteratura sul tema. Capitolo 4 salute   L’approccio di genere alla salute L'organizzazione  mondiale  della   salute  OMS   inserisce   la  medicina  di   genere  nella   equity  Act, mentre  le  stesse società scientifiche fondano sezioni  sul  genere.   In   Italia  viene approvata  una normativa che si pone l'obiettivo di adeguare le nostre strutture e l'offerta sanitaria Deve esser messa in primo piano la  soggettività  del paziente che è sempre stata vista come un evento confondente e la sua presa in carico risulta tutt'ora problematica. la medicina di genere è un ponte verso la medicina personalizzata che può portare una terapia sartoriale. da qui nasce il  concetto di  medicina del  genere,  che  comprende in primo luogo la medicina legata alle differenze dovute al sesso biologico di appartenenza. Epigenetica= scienza  che  studia  gli  effetti che   le  nostre  esperienze  producono  sull'attività  del nostro DNA. Le emozioni che proviamo e ti raggiungono l'intensità necessaria per avviare questo processo producono delle  modificazioni  delle  proteine  che circondano   il  nostro DNA è che  lo inducono a produrre un maggiore o minor quantità di ormoni, enzimi o altre proteine.  ecco che le diverse esperienze vissute in quanto uomini o donne, in un determinato contesto socio culturale, possono avere il potere di incidere in modo sensibile sulla nostra salute modificandola in bene o in male genere e sapere medico il motivo di una visione riduzionista  risiede nel considerare la scienza oggettiva e immune dalle influenze culturali, ma se leghiamo l'invisibilità delle donne alla loro posizione nella storia, il loro mancato   riconoscimento,  all'interno  di  un  modello  neutro   inclusivo  maschile,   si   spiega  con   la consapevolezza di una cittadinanza tuttora debole, modellata su un diritto ritenuto universale, ma in realtà costruito su una tradizione androcentrica benessere e conciliazione vita-lavoro: il gender gap tutti gli aspetti del quotidiano il fattore tempo, da quello dedicato alla cura o alla carriera, e il suo uso, nelle diverse fasi della giornata delle donne, evidenzia un carico importante non solo con la nascita  dei  figli  o   con   l'assistenza  agli   anziani,  ma è   lo   stesso   ruolo  domestico  a   costruire   lo svantaggio che incide, come dimensione significativa, sulla qualità della vita. Un valore del tempo e il riconoscimento della non gratuità", tra decisioni procrastinate e vincoli culturali, che rimandano al concetto di doppia presenza e al riflesso stressogeno di questo orario continuato sulla salute fisica e psichica*. Infatti,  il benessere soggettivo è legato alla possibilità di conciliare le diverse attività, attraverso servizi e misure di sostegno volti al raggiungimento della parità, con politiche pubbliche in grado di realizzare efficaci strategie di prevenzione per un diverso impatto sulle 22 persone. Inoltre le donne sono le prime a dedicare più ore alle faccende routinarie, mentre gli uomini   svolgono   le     attività   con   una   maggiore   margine   di   discrezionalità,   lasciando   la responsabilità e il conseguente impatto emotivo sulle spalle delle donne.  Statistiche di genere Le statistiche di genere implicano la disaggregazione dei dati per sesso, trattando i dati raccolti e riprodotti separatamente, per donne e uomini. Investono molti aspetti e sfere della vita associata: le attività tra uomini e donne, le loro relazioni, le differenze nell'accesso e nell'uso delle risorse, le reazioni ai cambiamenti culturali, economici e sociali.  c'è una stretta connessione posizione sociale e stato di salute e, quindi, sulle politiche a partire dalla conciliazione famiglia-lavoro,   ai   sostegni   dati   alle   famiglie,   a   un   diverso   modello   di genitorialità unito a cambiamenti nell'organizzazione occupazionale;  ripensando cosi agli spazi e alla gestione del tempo, ai fattori di stress e le conseguenze sulla salute, per un quotidiano che non sia diviso, nelle diverse mansioni e ruoli, tra sfera privata e mercato. Maria Fishmann la  prima  laureata   in medicina ritiene che  le  cattive condizioni  di  salute  delle donne siano determinate anche dalla posizione subordinata che rivestono nei loro ruoli  sociali. scrive nella sua tesi: “influenza della disposizione d'animo sul funzionamento dell'intestino non è un'utopia” Il lavoro di cura seguendo un cliché coloro che svolgono un lavoro di cura sono in genere le donne immigrate, le quali riescono ad avere un livello di inclusione sociale e di accettazione più alta proprio perché inserite all'interno delle famiglie autoctone. bisogna tuttavia che vengono considerate lavoratrici a norma   senza   che   si   trovino   in   condizioni   di   svolgere   lavori   pericolosi,  mal   pagati   e   regolari esponendole di fatto a maggior rischio di avere incidenti e quindi di trascurare la propria salute. un esempio è la  sindrome italiana: disagio o disturbo che colpisce le badanti che tornano nel loro paese dopo anni di lavoro nel nostro, ciò è correlato allo sfruttamento lavorativo, che si traduce nel  mal di   lavoro.   inoltre  dovrebbero essere aumentate le opportunità di  empowerment nelle famiglie che le ospitano non ricalcando quindi gli stereotipi di genere e valutando le donne per le loro reali competenze.  La riproduzione umana I   temi   principali   di   ricerca   sono:   la  medicalizzazione   della  nascita   e   del   corpo  produttivo,   le tecnologie della riproduzione assistita, la costruzione sociale del corpo.  i maggiori mutamenti in campo riproduttivo si sono verificati dal secondo dopoguerra. la procreazione medicalmente assistita PMA si inserisce nella tematica più ampia delle tecnologie riproduttive, determinando così il completo controllo biometrico della riproduzione: dal concepimento, alla contraccezione, alla gravidanza, al parto. Tecnologie riproduttive A  partire  dal   1978,   anno   che  ha   segnato   la  nascita  di   Louise  Brown  e   l'inizio  dell'avventura tecnologica riproduttiva, la definizione maggiormente utilizzata per indicare le nuove tecnologie della riproduzione è stata Nuove Tecnologie Riproduttive (NTR). In seguito, è stato introdotto il termine Tecniche della Riproduzione Artificiale (TRA o ART in inglese). Nei Paesi mediterranei e nelle lingue di ceppo latino si è invece radicato il termine procreazione medicalmente assistita. Come spesso accade, la termino-logia, già in sé, tende a celare una parte della realtà e a eliminare o   ad   assimilare   se   non   la   complessità   dell'esperienza   femminile,   una   parte   fondamentale dell'identità di tale genere. Medicalizzazione del corpo e della riproduzione