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Riassunto di ecologia Animale, Appunti di Ecologia

Riassunto di ecologia animale: ecologia dell'organismo, ecologia di comunità, ecologia di popolazione, ecosistema e biodiversità. Il riassunto è un breve excursus completo sulla teoria di ecologia.

Tipologia: Appunti

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Scarica Riassunto di ecologia Animale e più Appunti in PDF di Ecologia solo su Docsity! RIASSUNTO DI ECOLOGIA ANIMALE E CONSERVAZIONE DELLA NATURA Introduzione Nello studio degli animali la prima cosa da fare è “attribuirgli un nome”, questo avviene mediante la TASSONOMIA o la ZOOLOGIA SISTEMATICA, che è lo studio che comprende: - La classificazione cioè come sono disposte le specie animali in una gerarchia di gruppi maggiori o minori; - La nomenclatura cioè il procedimento con cui viene assegnato il nome alle specie o gruppi animali da classificare. Oggi sono presenti più di un milione di specie che si distinguono per caratteri in:  CARATTERI STRUTTURALI: dimensioni, proporzioni e colorazioni;  CARATTERI MERISTICI: numerabili come il numero dei denti e dei raggi delle pinne. In base ai caratteri gli animali si possono distinguere per:  OMOLOGIA: similarità d’origine;  ANALOGIA: similarità d’uso. Gli organismi viventi sulla Terra si classificano in tre categorie: 1. EUBATTERI; 2. ARCHEOBATTERI; 3. EUCARIOTI, i quali formano la categoria più grande e più sviluppata, che comprende quattro regni:  Protisti (protozoi);  Funghi;  Piante;  Animali. Simmetria - Molti protozoi sono “asimmetrici”, soltanto alcuni hanno “simmetria sferica”; - Gli Cnidari e gli Echinodermi hanno “simmetria raggiata” intorno a un asse mediano passante per la bocca; i piani condotti per questo asse divideranno l’animale in settori radiali (antimeri); - I membri della maggior parte degli altri Phyla sono dotati di “simmetria bilaterale”, cioè un piano verticale longitudinale (sagittale) che divide l’animale in metà uguali e opposte. Caratteri generali: METAMERIA o SEGMENTAZIONE - APPENDICI METAMERIA o SEGMENTAZIONE è la ripetizione lineare di parti del corpo, dove ciascuna unità ripetuta è detta “somite” (o metamero o segmento). Nei lombrichi i successivi somiti sono sostanzialmente simili, ma essi sono dissimili in differenti regioni del corpo di un crostaceo o di un insetto. La metameria è cospicua sia esternamente che internamente negli anellidi, è prevalentemente esterna negli artropodi ed è principalmente interna nell’uomo e negli altri cordati (vertebre, muscoli, alcuni vasi sanguigni). APPENDICI le parti protrudenti che sono funzionali nella locomozione, nell’alimentazione ecc. Esempi: i tentacoli degli anemoni di mare, le antenne e le zampe degli artropodi, le pinne, gli arti e le ali dei vertebrati. SCHELETRO la maggior parte degli animali terrestri e molti di quelli acquatici hanno uno scheletro con funzioni di sostegno e protezione. Lo scheletro può essere interno o esterno e può essere fatto di materiale organico o inorganico. SESSO un animale è provvisto di organi sessuali sia maschili che femminili in un unico individuo è detto “monaico” o “ermafrodita”. LARVE stadi giovanili che vanno incontro a metamorfosi per dare origine all’individuo adulto. Caratteri embriologici I caratteri embriologici, invece, sono fondamentali nella classificazione degli animali e comprendono:  Tipo di uovo;  Tipo di segmentazione;  Presenza di cavità fondamentali: pseudocelomati e celomati. Il CELOMA è una cavità corporea piena di liquido posta tra la parete esterna del corpo e il sistema digerente. Essa garantisce flessibilità, protegge gli organi interni ma soprattutto ha funzione di sostegno. La nomenclatura L’unità fondamentale della classificazione biologica è la SPECIE cioè un gruppo di individui che per ragioni biologiche e in condizioni naturali è isolato riproduttivamente da altri gruppi similari. Gli individui di una specie derivano tutti da un progenitore comune e possono incrociarsi per produrre progenie feconda che somiglia ai genitori. Secondo la definizione di Mayr, una SPECIE BIOLOGICA è una specie costituita da gruppi di popolazioni naturali effettivamente o potenzialmente interfecondi e riproduttivamente isolati da altri gruppi. Ogni specie, infatti, si riproduce da sola, il cui patrimonio genetico è prodotto mediante meccanismi di “isolamento produttivo”. Spesso l’insieme degli individui che costituiscono una specie può essere suddiviso in gruppi più piccoli chiamati “sottospecie”. Le sottospecie differiscono tra loro per vari caratteri e soprattutto in quanto ciascuna sottospecie occupa un areale separato, e gli individui che appartengono ad aree confinanti di due sottospecie adiacenti hanno di solito caratteri intermedi. Nomenclatura binomia Alle specie viene attribuito un “nome specifico doppio”: - Il primo viene scritto con l’iniziale maiuscola ed è il “nome generico”; - Il secondo è il “nome specifico” e viene scritto con lettera minuscola. Lo schema di classificazione è somigliante ad un albero avente molte foglie chiamato “specie”, queste si trovano disposte su un ramuscolo chiamato “genere”, questi a loro volta si trovano su un ramoscello più grande chiamato “famiglia”, a cui seguono ramoscelli più piccoli chiamati “ordine” e più grandi chiamati “classe”; quest’ultimo lo si trova su un ramo principale detto “Phyla” e l’insieme di tutto forma l’albero detto “regno”. Nomi scientifici: la nomenclatura binomia - I nomi zoologici e botanici sono distinti; - Si può usare lo stesso nome generico e specifico sia per un animale che per una pianta, anche se è sconsigliato; - Due generi del regno animale non possono avere lo stesso nome e lo stesso vale per due specie; - Non sono riconosciuti nomi precedenti a quelli inclusi da Linneo; - I nomi scientifici devono essere latini o latinizzati e preferibilmente stampati in corsivo; - Il nome generico dovrebbe essere una singola parola (nominativo singolare) e cominciare con lettera maiuscola; - Il nome specifico dovrebbe essere una parola singola o composta, con iniziale minuscola; - L’autore di un nome scientifico è colui che per primo lo pubblica in un libro o in un periodico con una descrizione riconoscibile dell’animale; - Quando è proposto un nuovo genere deve essere indicata la specie tipo; - Il nome di famiglia si forma aggiungendo –IDAE alla radice del nome del genere tipo e il nome di sottofamiglia aggiungendo – INAE; La conformità e la regolazione rappresentano due casi estremi e nessun organismo è un regolatore o un conforme perfetto; la regolazione infatti richiede un dispendio di energia. Negli animali, sebbene le diverse specie siano adattate a T differenti, ogni specie possiede un ambito ottimale di temperatura. All’interno di questo intervallo molti animali mantengono una T corporea costante anche quando la T esterna è soggetta ad oscillazioni. A questo proposito esistono diversi tipi di animali che si classificano in base al controllo della loro T corporea:  Animali OMEOTERMI, hanno T corporea costante;  Animali ETEROTERMI, hanno T corporea variabile;  Animali ENDOTERMI, la loro T corporea è determinata dalla loro capacità di generare calore (metabolico);  Animali ECTOTERMI, la loro T corporea è determinata unicamente da quella ambientale. Ciò che è importante ed è legato al discorso di T corporea è, quindi, il “metabolismo”: la maggior parte del consumo calorico giornaliero di un animale serve per generare calore corporeo. Il calore, poi, viene perso per: evaporazione di acqua; irraggiamento; conduzione (due corpi posti a contatto scambiano calore); convenzione (l’andamento di particelle tra un fluido e un corpo: il vento). Invece, nelle piante è il “gelo” il fattore più importante che ne limita la distribuzione geografica: le basse temperature possono rivelarsi letali per loro, perché le loro cellule vanno incontro a rottura se l’acqua che contengono è congelata. Per cui, molti ecologi sono preoccupati che l’attività umana aumenti l’effetto serra e di conseguenza causi il riscaldamento globale, cioè un innalzamento delle temperature della superficie terrestre, provando l’estinzione di molte specie. 2. Il VENTO è generato dalla temperatura, quando essa si riscalda l’aria diventa meno densa e sale verso l’alto, a questo movimento è associato quello verso il basso dell’aria fredda, dando vita ai venti settentrionali e meridionali. Il vento influenza gli organismi viventi in diversi modi: - Accresce la perdita di calore attraverso l’evaporazione/ traspirazione della vicinanza dell’aria ad un corpo; - Può intensificare l’azione delle onde oceaniche, influenzando la vita degli animali acquatici. 3. La DISPONIBILIT À DI ACQUA E DI LUCE : l'acqua ha un effetto importante sulla distribuzione degli organismi, infatti, il citoplasma è costituito per l'85-90% di acqua e in assenza di umidità la vita può risultare impossibile. L'acqua agisce da solvente in tutte le reazioni chimiche ed è il mezzo attraverso il quale gli animali eliminano i rifiuti. Sia la distribuzione delle piante sia quella degli animali è fortemente influenza dalla presenza o assenza di acqua, in particolare l’assenza di piante a causa dell’assenza di acqua è un problema per gli animali, perché le piante costituiscono la loro fonte alimentare principale. La luce, invece, è necessaria per lo svolgimento della fotosintesi necessaria per le piante, le quali necessitano di diverse quantità di luce, alcune possono vivere anche in condizioni d’ombra. Negli ambienti acquatici, invece, la luce può essere un fattore ancora più limitante perché viene assorbita dall’acqua e dalla luce che le piante acquatiche ricevono in base alla loro profondità varia anche il loro colore. 4. I SALI presenti negli ambienti acquatici sono importanti per l’equilibrio osmotico degli animali: gli oceani, ad esempio, rispetto ai fiumi contengono quantità di Sali più elevate, di conseguenza anche i pesci che vi abitano sono diversi, infatti, pesci di acqua dolce non possono vivere in acqua salata e viceversa. I pesci d’acqua dolce tendono ad assorbire acqua e quindi devono costantemente eliminarla, mentre i pesci marini perdono acqua e devono quindi assorbirne per compensare. Anche nella distribuzione delle piante i Sali presenti nel suolo ne influenzano la crescita. 5. Il pH può avere anch’esso un forte impatto sulla distribuzione degli organismi, il suo valore ottimale nell’acqua presente per la crescita delle piante è di 6,5, nel caso dei pasci d’acqua dolce il valore ottimale va da 6,0 a 9,0. Valori di pH inferiori a questi danno vita alle “piogge acide” che influenzano negativamente animali e piante. Tutti questi fattori abiotici analizzati su, sono componenti del CLIMA, cioè delle condizioni meteorologiche prevalenti in una determinata regione. Il clima esercita un’influenza notevole sui BIOMI, che sono i principali tipi di habitat, caratterizzati da particolari forme di vita animale e vegetale sulla terra. CAPITOLO 2: ECOLOGIA COMPORTAMENTALE L’ecologia comportamentale studia l’importanza del comportamento per la sopravvivenza e per la riproduzione delle specie. Nello specifico, il COMPORTAMENTO è la risposta osservabile degli organismi agli stimoli interni ed esterni ed è controllato dalla genetica e dall’ambiente. I primi studi sul comportamento animale risalgono all’ambito dell’etologia grazie al contributo di diversi etologi i quali studiarono l’osservazione e la descrizione del comportamento naturalistico, facendo una distinzione fra comportamenti innati (o istintivi) che sembrano programmati geneticamente e quelli appresi. Infatti, nonostante molti degli schemi comportamentali sono innati, a volte gli animali possono modificare il proprio comportamento in base all’esperienza, ma ciò implica l’apprendimento. La forma più semplice di apprendimento è l’ASSUEFAZIONE, che si ha quando un organismo impara a ignorare uno stimolo ripetuto. Questa è una forma di apprendimento “non associativo”, perché la diminuzione della risposta allo stimolo è dovuta alla ripetizione (es: spaventapasseri). Al contrario, nel caso in cui si sviluppa un’associazione tra uno stimolo ed una risposta il comportamento viene definito “associativo”. Nel condizionamento classico, una risposta involontaria finisce per essere associata in maniera positiva o negativa ad uno stimolo, come sosteneva Pavlov: egli studiando il meccanismo di salivazione nei cani, notò come essi producevano saliva quando suonava un campanello. In questo modo, il cibo rappresenta lo stimolo incondizionato e il campanello rappresenta lo stimolo condizionato, mentre la salivazione in risposta al cibo rappresenta la risposta incondizionata e quella in risposta al campanello rappresenta la risposta condizionata. Nel condizionamento operante, introdotto da Skinner, l’animale invece tende a rinforzare un comportamento se questo è seguito da una ricompensa, infatti, è detto anche “per tentativi ed errori”, perché esso tende a ripetere le risposte giuste seguite da ricompense eliminando quelle sbagliate. Questo comportamento è stato applicato da Skinner sui ratti all’interno di una gabbia dotata di leva: qui si nota come inizialmente il ratto spingeva sulla leva occasionalmente, mangiando il cibo che questa le dava, successivamente appreso il meccanismo, la pressione sulla leva veniva esercitata in maniera volontaria per cibarsi. Ma, oltre al condizionamento, Kohler scoprì che gli animali erano dotati anche di un “apprendimento cognitivo”, cioè la capacità di risolvere i problemi mediante un pensiero consapevole, di ragionamento. Gli esperimenti vennero fatti sugli scimpanzé, i quali venivano lasciati in una stanza con delle banane pendenti dal soffitto. Inizialmente gli scimpanzé tentavano saltelli per raggiungere la banana, successivamente utilizzando delle cassette disposte nella stanza capirono che mettendone una sull’altra lo spazio fra il pavimento e il soffitto si accorciava, così da poter arrivare alla ricompensa. Questo è un chiaro esempio di problem solving. Per cui, si dice che il comportamento è un mix fra comportamenti innati e appresi: ad esempio, Lorenz introdusse il concetto di “periodo critico”, periodo in cui gli animali sviluppano pattern di comportamento specie-specifici basati sull’imprinting, così i piccoli paperi seguono la prima cosa in movimento (anche oggetti) considerandola come madre. Spostamenti locali e migrazioni a lunga distanza Gli organismi si spostano sia localmente sia percorrendo lunghe distanze. A livello locale gli organismi si spostano perché hanno continuamente bisogno di ricercare cibo e acqua, per accoppiarsi e per costruire il nido. Questi spostamenti locali si distinguono in: - Cinesi, cioè uno spostamento effettuato in risposta ad uno stimolo non diretto; - Tassia, è un movimento direzionale che avviene in risposta ad uno stimolo esterno, ad esempio gli scarafaggi tendono a spostarsi dalla luce; - Memoria, intesa come punti di riferimento per orientarsi negli spostamenti. Gli spostamenti percorrendo lunghe distanze, invece, danno vita al fenomeno delle “migrazioni”, compiute per ricercare cibo o per sfuggire alle temperature fredde. Esse sono eventi unici e nessun animale conosce la destinazione finale, per cui la loro capacità di migrare è un comportamento innato. In questo meccanismo possono essere coinvolti: - Il pilotaggio, cioè un animale si sposta da un punto familiare ad un altro; - L’orientamento, cioè gli animali posseggono la capacità di seguire una direzione cardinale e di viaggiare in linea retta (non possono cambiare rotta); - La navigazione, implica non solo la capacità di seguire una direzione cardinale, ma di impostare una rotta o correggerla. Comportamento di foraggiamento Il FORAGGIAMENTO o l’approvvigionamento di cibo porta l’animale a decidere se rimanere in un certo posto o se spostarsi in un altro. Questa decisione viene spesso analizzata con la “teoria dell’ottimizzazione”, che prevede che un animale agisca in modo da massimizzare i suoi benefici al netto dei costi che comporta. Per cui, un animale cerca di ottenere la maggiore energia possibile con il minor consumo di energia, così maggiore è l’energia netta guadagnata, più grande sarà il successo riproduttivo. Ad esempio, la difesa del territorio presenta costi e benefici: il TERRITORIO è un’area precisa in cui un individuo o un gruppo esclude i conspecifici e a volte anche membri di specie diverse, tramite comportamenti violenti e aggressivi (come il leone nella savana). In questo ambito, il beneficio è costituito dall’esclusivo accesso alle risorse, come cibo, partner, rifugio, mentre il costo dipende dalla difesa da attuare sul territorio che può essere di grandi dimensioni. La comunicazione Con COMUNICAZIONE s’intende l’uso di specifici segnali per modificare il comportamento degli altri individui. Essa può essere utilizzata per scopi diversi: definizione del territorio, mantenimento del contatto con i piccoli, corteggiamento, contese tra maschi. Inoltre, l'utilizzo di diverse forme di comunicazione dipende dall'ambiente in cui l'organismo vive. I segnali per attivare la comunicazione possono essere:  Segnali chimici, sono utilizzati dai felini per marcare il territorio o per attrarre il partner tramite odori che durano pochi secondi.  Segnali sonori, sono utilizzati per attrarre il partner e per spaventare i competitori. In aria i suoni viaggiano molto lontano anche se costituiscono un segnale temporaneo; molti maschi utilizzano la comunicazione uditiva per attrarre le femmine e misurare la forza dei competitori, anche le femmine utilizzano suoni per richiamare i maschi.  Segnali visivi, sono utilizzati durante il corteggiamento e nelle manifestazioni aggressive tra maschi per assicurarsi la supremazia sul territorio.  Segnali tattili, sono utilizzati per rafforzare i legami sociali e per trasmettere informazioni sulle risorse alimentari. Vita di gruppo e altruismo I comportamenti più complessi degli animali sorgono quando essi “vivono in gruppo”, per esempio in branco o in gregge. Le aggregazioni in gruppi favoriscono: - La localizzazione delle risorse del cibo; - La difesa del gruppo contro i predatori, diminuendo quindi la predazione grazie alla maggiore vigilanza “ipotesi dei tanti occhi”. Vivendo in gruppo subentra il concetto di “altruismo”, quel comportamento che sembra favorire gli altri a discapito di se stesso. La maggior parte delle azioni altruistiche servono a favorire i propri parenti, perciò si Mentre, il PARASSITISMO prevede l’esistenza di un organismo chiamato “parassita” che si ciba di un altro organismo chiamato “ospite” senza ucciderlo immediatamente. Alcuni parassiti rimangono attaccati ai loro ospiti per la maggior parte della propria vita. Si distinguono diversi tipi di parassiti: - I monofagi, che si cibano solo di una specie; - I polifagi, che si cibano di più specie; - I microparassiti, che si moltiplicano all’interno dei loro ospiti e delle loro cellule; - I macroparassiti, che si moltiplicano al di fuori dei loro ospiti; - Gli ectoparassiti, che vivono all’esterno del corpo dell’ospite come le zecche e le pulci; - Gli endoparassiti, che vivono all’interno del corpo dell’ospite. 4. Il MUTUALISMO: è un’interazione nella quale entrambe le specie ricavano guadagno dall’interazione stessa. Ad esempio, il fungo sopravvive grazie ai composti organici prodotti dall’attività fotosintetica del cianobatterio o dell'alga, mentre quest’ultima riceve in cambio protezione, sali minerali ed acqua. Anche la formica trae benefici dai funghi e viceversa: le formiche mangiano le foglie per nutrire i funghi e i funghi producono strutture come nutrimento delle formiche. Esistono diversi tipi di mutualismo: - Il mutualismo trofico, dove entrambe le specie traggono beneficio dalla stessa risorsa. - Il mutualismo difensivo, in cui una animale difende una pianta o un erbivoro per ricavarne vantaggio. - Il mutualismo obbligatorio, dove una specie non può vivere senza l’altra. - Il mutualismo facoltativo, dove una specie può vivere separata dall’altra. - Il mutualismo dispersivo, comprende l’impollinazione e la dispersione dei semi. 5. Il COMMENSALISMO: è un’interazione tra specie in cui una delle due trae beneficio senza danneggiare o aiutare l’altra. Questo è il caso delle orchidee, le quali crescono nei punti di ramificazione degli alberi tropicali. Gli alberi non ne traggono beneficio, né si danneggiano, ma le orchidee ricavano dall’albero supporto e maggiore esposizione alla luce. CAPITOLO 4: ECOLOGIA DEGLI ECOSISTEMI Definizione di ecosistema e livelli trofici Il termine ECOSISTEMA fu utilizzato per la prima volta nel 1935 dall’ecologo Tansley in riferimento alla comunità biotica degli organismi presenti in un’area e all’ambiente abiotico che influenza quella comunità. Quindi, l’ecosistema è costituito da una comunità di organismi viventi e dal suo specifico ambiente fisico. È un sistema ecologico costituito da relazioni di varia natura, relativamente stabile, che riflette l’andamento di un gruppo di popolazioni animali e vegetali tra loro e in rapporto alla porzione non vivente dell’ambiente. Le componenti dell’ecosistema sono:  Biocenosi, cioè l’insieme degli organismi che interagiscono tra loro nell’ecosistema.  Biotopo, cioè l’insieme degli elementi (es.: luce, acqua, sali minerali, vegetazione ecc.). Mentre, i fattori dell’ecosistema variano nel tempo, influenzando così la vita degli organismi. Si conoscono: - Fattori fisici (clima, acqua, suolo...). - Fattori chimici (concentrazione di molecole nell’acqua, aria e suolo). - Fattori alimentari (quantità e qualità del cibo). - Fattori biotici (relazioni tra gli organismi). Per quello che riguarda il suo funzionamento, invece, un sistema ecologico non è la semplice somma di esseri viventi che vivono nello stesso luogo. Essi interagiscono gli uni con gli altri formando una “comunità biotica” la comunità biologica sopravvive se c’è equilibrio fra le sostanze alimentari prodotte e quelle consumate. Ogni singola specie della comunità, pur agendo per la sua sopravvivenza, svolge un ruolo che, indirettamente, è utile alla sopravvivenza dell'intero ecosistema. Gli organismi che fanno parte dell’ecosistema possono essere: - Organismi autotrofi, come le piante verdi, dotate di clorofilla, le quali vengono così definite perché sono autosufficienti dal punto di vista alimentare, in quanto mediante la fotosintesi, sono in grado di utilizzare la luce solare per produrre molecole complesse. Tutti gli organismi viventi dipendono dagli autotrofi per il rifornimento di energia utile al funzionamento della vita. - Organismi eterotrofi, sono detti anche consumatori poiché dipendono dagli autotrofi per alimentarsi. Gli eterotrofi differiscono notevolmente nei tipi di alimento che ingeriscono e nelle modalità con cui si procurano l’alimento. Possono essere suddivisi in:  Biofagi, si nutrono di altri organismi viventi;  Saprofagi, si nutrono di materiale organico morto e sono anche detti spazzini, in quanto svolgono un ruolo fondamentale nel processo di decomposizione. I livelli alimentari, detti “livelli trofici” sono categorie che classificano gli esseri viventi secondo la funzione che svolgono nella trasmissione dell’energia nelle comunità. - I produttori, formano il primo e più basso livello trofico, in quanto ricavano l’energia a loro necessaria direttamente dal sole (e sono in grado di fabbricare cibo per se stessi) e, in gran parte dei casi, costituiscono una primaria risorsa alimentare per altri organismi viventi (consumatori). - I consumatori che si nutrono dei produttori, sono detti “erbivori”. Essi sono detti anche consumatori primari e formano il secondo livello trofico. - I carnivori, cibandosi di erbivori, sono detti consumatori secondari e formano il terzo livello trofico. - I successivi livelli trofici sono formati da carnivori che si nutrono a loro volta di carnivori, e costituiscono quindi consumatori terziari, quaternari, ecc. Catena alimentare Gli elementi nutritivi racchiusi nelle spoglie e nei rifiuti organici vengono reintrodotte nell’ecosistema sotto forma di molecole più semplici, grazie all’azione di: 1. DENTRIVORI, sono animali che consumano materia organica morta, estraendo parte dell’energia in essa contenuta. 2. DECOMPOSITORI, sono organismi che digeriscono il cibo all’esterno del corpo, assorbendo le sostanze nutritive di cui hanno bisogno e cedendo materia inorganica all’ambiente. Senza l’apporto di questi esseri il suolo andrebbe incontro ad un graduale impoverimento, rendendo impossibile la vita. Talvolta risulta difficile stabilire a quali livello trofico appartenga un organismo, per cui la successione di livelli forma la cosiddetta CATENA ALIMENTARE ovvero il risultato delle interazioni di natura trofica che si stabiliscono in tutti gli ecosistemi. Essa funziona secondo il principio per cui un organismo appartenente ad un determinato livello trofico, si ciba di organismi dei livelli sottostanti. Quindi, la “rete alimentare” è uno schema che descrive la reale struttura trofica di una comunità complessa di organismi. L’ecologia degli ecosistemi, quindi, studia i flussi di energia e di materia che avvengono attraverso gli organismi e le comunità a cui essi appartengono: - L’energia, non costituisce mai il 100% delle sue risorse, infatti, in ogni livello trofico e da ogni livello all’altro si ha una perdita dell’energia utilizzabile perché viene dispersa dagli organismi sotto forma di calore. - La biomassa, è usata da alcuni ecologi come unità di misura dell’energia immagazzinata dai livelli trofici. La piramide della biomassa di solito ha la stessa forma di quella dell’energia. Capitolo 5: BIODIVERSITÀ E BIOLOGIA DELLA CONSERVAZIONE La BIODIVERSIT À è il numero totale di specie presenti in un certo sistema e la complessità delle interazioni di queste specie. Essa si presenta su 3 livelli di diversità: genetica, della specie e degli ecosistemi. La perdita di biodiversità ha come conseguenza l’estinzione di molte specie, infatti: - Un ecosistema con bassa biodiversità, sostiene un numero di specie ridotto (può essere facilmente compromesso da sconvolgimenti ambientali e dall’azione di agenti patogeni); - Un ecosistema con alta biodiversità, ospita un grande numero di individui capaci di tollerare condizioni ambientali diverse. Questa perdita e riduzione della biodiversità è causata dall’espansione della popolazione umana e dell’agricoltura, di conseguenza provoca la diminuzione della stabilità e della produttività degli ecosistemi.