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Riassunto Dibattiti etici, saggezza biblica (Pellettier), teologia, Sintesi del corso di Teologia

Riassunto completo per esame di teologia (cattolica)

Tipologia: Sintesi del corso

2022/2023

In vendita dal 13/06/2023

maria-vittoria-corbari
maria-vittoria-corbari 🇮🇹

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Scarica Riassunto Dibattiti etici, saggezza biblica (Pellettier), teologia e più Sintesi del corso in PDF di Teologia solo su Docsity! Teologia - Dibattiti etici e saggezza biblica Introduzione → I tempi corrono→ ad oggi si parla di procreazione, clonazione umana, robotica, maternità surrogata, intelligenza artificiale...in questi argomenti, i cristiani sono portatori, insieme ad altre religioni, di una responsabilità particolare di vigilanza e discernimento etico; portano la Parola di Dio, che costituisce un vero capitale di lungimiranza antropologica. Il primo contributo di questa sapienza biblica è un invito alla fiducia, come si legge nel libro di Isaia: fiducia nell’identificare ciò che sarebbe dovuto essere, e deve ancora, in un periodo di bufera, il giusto atteggiamento→ questo dovrebbe essere un preambolo, ancora oggi, per l’opera di intelligenza e discernimento che una congiuntura destabilizzante come quella attuale richiede. Il termine Sapienza è centrale nel testo biblico→ è molto di più di una forma di buon senso pratico, è rivelata come realtà divina presente nell’umanità fin dalla sua creazione e che la accompagna come una guida fedele e attenta a guidare gli uomini verso la vita e la felicità, è un bene infinitamente prezioso→ “chi trova me (Sapienza) trova la vita”. In questo contesto attuale di difficoltà, ciò che si chiede ai cristiani è riconoscere le vie della Sapienza, prenderla come guida e consigliera, per non cadere al servizio della Donna Follia, che ad oggi non manca di numerosi fedeli discepoli, sia grandi scienziati che si spingono oltre i limiti etici, sia persone comuni. Questo testo ha la sola ambizione di fare in modo che le Scritture Bibliche stimolino la nostra stima verso la Sapienza, così come conosciuta nella Bibbia, una sapienza incommensurabile per i miliardi di individui di oggi manipolati dai GAFA (Google, Apple, Facebook, Amazon). È aprendosi alla conoscenza della realtà di ciò che minaccia e perverte la vita che ci si prende cura dell’umanità. Struttura del testo: - cap 1: rimando di alcuni principi sull’uso delle Scritture - cap 2: concetti di relazione e limite, insito in essa - cap 3: mezzi deboli→ umanità si realizza nella sua massima versione solo accettando la debolezza e la non-padronanza - cap 4: diagnosi del mondo presente - cap 5: come comportarsi come cristiani in questo mondo: custodi di una fondamentale differenza, condizione della vita come relazione, attenti a onorare la carne e nella convinzione che l’uomo va al di là della sua biologia e di ciò che crea con il suo potere. Capitolo 1→ Aprire la Bibbia con giustezza La costituzione Dei Verbatin (testo fondamentale del concilio Vaticano II) ricorda → Scritture sono l’anima della sacra teologia: verità che ha dominato la Chiesa e la Teologia fino al Medioevo→ è all’origine della comprensione della fede. Verità perduta ma oggi ritrovata nel nostro presente→ molta attenzione ai dibattiti antropologici: occasione per riflettere sul termine “rivelazione” nel contesto biblico→ - proposta ordinaria: rivelazione di Dio - ma non appena si svela il volto di Dio, entra in contatto (e quindi riguarda) con l’umanità→ per questo le Scritture non sono solo l’anima della teologia ma anche dell’antropologia: nella Bibbia sono formulate la rivelazione di Dio e dell’umanità→ questo rende la Bibbia un riferimento adatto per riflettere sulle tematiche antropologiche attuali. Oggi→ congiunzione incerta, difficile, che destabilizza l’ordine antico: tentazione a considerare Bibbia come un talismano, un serbatoio di verità da contrapporre (in modo polemico) alla scienza e all’evoluzione sociali che porta→ necessario specificare che la Bibbia non contiene un modello di antropologia sistematizzato da usare come campione; ma al contrario contiene una narrazione (che è la base della rivelazione): Scritture raccontano una lunga storia collettiva e le vicissitudini di storia personali → così viene preservata la complessità e ambivalenza della vita + coglie la cultura → es Vicino Oriente antico rispetto a nostra cultura attuale: - costumi e protocolli sociali vita sociale e domestica → lontani - mondo pieno di situazioni irregolari (attestate nella storia biblica) che la condizione umana comporta → simili; Dio è testimoniato dalle Scritture come vicino a queste realtà problematiche, le vive direttamente e recluta nella storia della salvezza→ grande lezione per il tempo presente. Presenza di Dio nella storia di tutta l’umanità: storia umana, anche nella sue difficoltà, viene accompagnata e lavorata da Dio, diretta verso il successo finale che Dio vuole darle; storia “decifrata al primo sguardo”: dimensione essenziale del testo biblico: rendere leggibili, oltre la superficie, la condizione degli esseri umani, tutti ugualmente figli di Adamo. La bibbia racconta la realtà dell’umanità, con i suoi sogni, tentazioni, difficili rapporti con il tempo, la vita, morte, bene, male...→ concetti attuali nella nostra postmodernità, piena di novità portate dalla scienza. Il tempo che viviamo porta attenzione sul tenore antropologico dei due Testamenti→ teologia nel XX secolo ha assunto una piega antropologica: vero e proprio cambiamento di paradigma, nuovo modello di comprensione della fede→ testimoniato da: - Paolo VI, chiusura Vaticano II→ non solo per conoscere l’uomo occorre conoscere Dio, ma per conoscere Dio occorre conoscere l’uomo - Giovanni Paolo II → persona umana come via verso Dio. Questo porta ad una congiunzione del divino all’umano, spesso separati dai credenti→ si tratta di riconoscere il Dio trascendente la cui presenza sgorga dall’interno dell’esperienza umana e non a distanza da questa→ comprensione dell’umano collegata a ciò che Dio vuole e realizza creando l’uomo. Gregorio Magno VI secolo→ testo scritturale cresce con il suo lettore: esorta a non difendere le Scritture da pensieri discordanti o ostili, ma ne incentiva il confronto, che se ben condotto permette al lettore di scoprire verità o sottigliezze fino ad ora ignorate. In alcuni periodi (XIX sec) difendere il testo biblico dai pensieri contrastanti sembrava un atto di pietà, ma ad oggi la chance è di confrontarsi con opinioni stimolanti per la fede stessa, che facciano scaturire una comprensione rinnovata della fede→ sono proprio queste Scritture, arricchite dai dibattiti contemporanei, che mettono luce sulle domande e controversie attuali, cariche di gravità, perplessità e urgenza. Capitolo 2→ In principio è la relazione Primi capitoli del libro della Genesi sono un punto di riferimento per identificare il modo originale con cui l’umanità è conosciuta→ testo essenziale ma di difficile accesso (espressione mitica, maschera grandi differenze e riferimenti attuali). 1a constatazione→ primi versetti cap 1: Dio parla e fa; per mezzo della sua parola fa sorgere, da un grande caos (tohu-bohu), la creazione, uno spazio organizzato (alternanza giorno e notte, succedersi dei giorni, anni...)→ creazione e separazione, mediante la parola, che arriva a distinguere “io-tu” (corrisponde all’avvento del soggetto): l’umanità si inscrive in questa opera di differenziazione che richiede l’incontro e permette la relazione→ evocata fin dall’inizio: il testo dichiara la creazione dell’umanità e la sua differenziazione in maschile e femminile, un’umanità “a immagine di Dio creatore”: enigma che ha suscitato molte speculazioni, oggi accediamo più facilmente al significato di relazione uomo-donna, nel modo migliore di questo termine. Nell’atto della creazione→ il Totalmente Altro divino infrange la radicalità della sua alterità, la supera e si autolimita creando un vicino e un interlocutore (l’uomo)→ atto della Creazione: atto di alleanza→ la relazione è al principio della creazione e della vita Capitolo 4→ Diagnosi alla luce della Bibbia Non dobbiamo sbagliarci→ il termine diagnosi non intende decidere del bene o male attuale, sarebbe una pretesa ridicola alla luce della complessità della realtà umana, l’intento non è formulare un verdetto, in nome delle Scritture bibliche, sul mondo in cui viviamo e di cui siamo responsabili. Intendiamo in termine diagnosi in senso medico: esporre il presente alla luce critica della rivelazione biblica, perché proprio delle Scritture è decifrare sia l’osservatore che l’osservato. Si sostiene l’idea secondo cui le evoluzioni della società occidentale spingono verso una stessa forte tendenza, ovvero schivare l’alterità e proteggersi da un’eccessiva esposizione all’altro→ ne derivano tutti i problemi connessi con la relazione con l’altro, ma se è vero come dicono le Scritture, che la relazione è alla base della condizione umana, quanto caratterizza le relazioni con l’altro descrive un momento preciso della cultura→ il modo con cui gestiamo l’incontro con l’altro, l’accoglienza o esclusione della differenza...tutti questi giochi relazionali valutano la nostra situazione: gli esseri umani che noi siamo devono accettare consapevolmente le innumerevoli modalità della presenza dell’altro nel quotidiano. 2 versioni di alterità: 1) relazione di ognuno con il prossimo 2) contingenza della vita, l’imprevisto Entrambe sono delle sfide per l’uomo attuale, più di quanto non lo erano per l’uomo del passato→ sperimenta uno shock in quanto queste mettono in pericolo il suo desiderio di indipendenza e la sua volontà di dominio. Un’evidenza della condizione umana è che gli uomini non sanno vivere gli uni con gli altri, vige violenza, guerra, dominio...un principio originario che accompagna da sempre l’umanità. Ciò che bisogna riconoscere del nostro tempo è che ha il coraggio di denunciare pubblicamente alcune violenze prima negate, come l’esclusione sia simbolica che fisica delle persone omosessuali, la violenza contro le donne, le violenze culturali...sono cupe illustrazioni del rifiuto dell’altro, una negazione dell’esistenza opposta a ciò che esprimendo alterità deve essere ridotto, cancellato→ tutte queste situazioni e altre dimostrano quanto alcuni poteri diventino predatori dell’altro, ma oggi molte di queste smettono di essere silenziosamente accolte e vengono invece pubblicamente denunciate; nonostante questo, molte società non si preoccupano di cercare nessuna soluzione e di conseguenza proseguono inalterati quei comportamenti che tengono l’altro a distanza, nel tentativo di rimuoverne la presenza. L’esclusione dell’altro trova giustificazioni infondate nell’estraneità dell’altro, nella sua pericolosità, rendendo impossibile a priori l’incontro→ la logica di un numero sempre crescente di stati è costruire muri, fossati, fili spinati per mantenere a distanza uno straniero che minaccia gli autoctoni. Al tempo stesso, un’altra posizione per scongiurare i pericoli dell’alterità molto moderna è la negazione della differenza→ riducendo/eliminando lo scarto fra uno e l’altro, si tenta di alleggerire la violenza di cui è carica→ è il proposito delle teorie gender, fluidificano identità cristallizzate in modo da annientare il dominio di alcuni su altri, in modo da instaurare un’equivalenza, sia tra uomo e donna, sia tra omo e etero sessuali… - vantaggio: si conferisce riconoscimento a realtà ignorate - svantaggio: schiacciamento delle singolarità, negazione del reale. La violenza resta, alimenta l’inquietante ossessione di coloro che vivono temendo di essere minacciati→ sospettando, continuano ad evitare la relazione e si avvicinano ad uno stile di vita individualista, dilagante nell’occidente attuale, che rivendica un modo di vivere insulare, ma esige che la società garantisca loro messi e diritti per essere sempre più autonomi dall’altro. Oltre alla relazione con l’altro, ci sono altre modalità dell’alterità→ sopraggiungere dell’imprevisto che sconvolge i progetti e scuote le nostre pretese di dominio→ comporta la possibilità di insuccesso, di delusione…, le recenti scoperte scientifiche ci rendono insopportabili le difficoltà, ossessione della salute perfetta, eliminazione immediata della sofferenza, moltiplicano gli approcci per prevedere il domani e anticiparlo, ma nonostante questo l’inatteso è sempre in agguato e trova i nostri contemporanei vulnerabili e impotenti. Il nostro tempo sperimenta il progresso ma non deve ignorare il rischio di generare un mondo di individui freddolosi, fragili → card Newman “Vivere tranquillo significa vivere in pericolo”. Simbolo della nostra fragilità→ carne umana; lo dimostra anche la tradizione biblica, dalla Genesi all’annuncio giovanneo “Il verbo si fece carne”→ la carne rende l’uomo concreto e anche vulnerabile: la carne è il segno della finitudine umana, è infatti il corpo che registra gli effetti della malattia, ma diviene anche il luogo stesso della salvezza cristiana. La carne tende ad essere disinvestita da ciò che le conferisce il suo peso di umanità, è il tatto reciproco→ sin dall’inizio del suo pontificato, Papa Francesco celebra il “pelle a pelle” della carità, il tatto reciproco, che addirittura precede il linguaggio. Un’esperienza connessa a questo è l’essere madre, che concerne la “sorpresa dell’impossibile, di una nuova vita, l’inaudita novità di qualcuno che arriva in noi”→ questo significa che NON disponiamo della nostra carne come un bene personale, ma è un dono. Argomento difficile→ madri surrogate: un gesto inumano nel suo principio viene reso altruistico, gesto inumano perché il corpo di una donna è impegnato nella gravidanza in un’avventura incacellabile, della crescita nella sua carne di una vita chiamata a vivere a partire da questa relazione originaria. La maternità surrogata è una deriva drammatica che sollecita l’etica di tutti, in quanto la donna viene ridotta ad una macchina, ad una performance, un corpo strumentalizzato, commercializzato. Altra deriva è la robotica: il futuro sembra essere nelle sue mani, ma consiste nell’umiliazione della nostra carne, affaticabile e mortale, che verrà sostituita da un robot. La mancata accettazione dell’altro avviene attraverso la disdetta di Dio→ l’agenzia americana cattolica evangelista Barna Group annuncia che più di ¼ degli americani della generazione Z (nati tra 1999/2015) si dichiarano atei o senza un’appartenenza religiosa; stessa situazione in vari paesi dell’Europa: viviamo in società che idolatrano le opere del loro potere e della scienza, devote a spiritualità da “4 soldi”. Capitolo 5→ Come comportarsi da cristiano? La preoccupazione di abitare cristianamente il mondo attuale e far vivere in esso la sapienza Divina è molto presente, ma non deve essere tramutata in arroganza. La storia del cristianesimo ce lo insegna, l’umanità vive da sempre guerre, violente e non (quelle non combattute nei campi di battaglia) → in queste situazioni, tutti sono uguali, credenti e non credenti, se messi di fronte alle complicazioni di una condizione umana intessuta di alterità. Ciò che devono fare i cristiani oggi è esprimersi come testimoni del Vangelo, che li mette personalmente in gioco, li mette davanti alle debolezze in ottica di una potenza d’amore di cui sono i primi debitori. In questa prospettiva → quadruplice punto di vista su quello che può essere oggi il contributo dei cristiani, in dibattiti che la società ad oggi non può più ignorare, anche in vista delle conseguenze etiche: 1. testimoniare il “prezzo” della differenza→ l’esperienza della relazione significa accettare consapevolmente la differenza, è una sfida da accogliere; l’incontro con l’altro ha dei labirinti, bisogna identificare e affrontare questi ostacoli→ solo misurando il prezzo della differenza, i discorsi delle Scritture Bibliche possono diventare realistici ed utili, così che possano raggiungere l’esperienza dell’umanità di questo tempo. Filofoso Levinas, in un suo testo Le temps e l’autre, riflette sull’esperienza dell’altro: prima elude le trappole di un riconoscimento che si basa solo sulla somiglianza, ma afferma che al contrario imboccare la via della differenza, della diversità, è sì più complesso ma è la via che porta alla verità: è nella differenza che si realizza davvero l’incontro. A questo punto del testo, l’autore si mette alla ricerca della forma più pura e radicale dell’alterità: essendo un ricercatore maschile si sofferma sul femminile, affrontato a titolo positivo→ è da sottolineare che la relazione tra uomo e donna non neutralizza l’alterità, ma al contrario la conserva; l’altro non diventa un nostro oggetto e non finisce per identificarsi con noi, ma al contrario si ritrae nel suo mistero→ “la relazione con altri è l’assenza dell’altro; questa assenza dell’altro è proprio la sua presenza come altro”→ è un principio di saggezza antropologica di cui la società attuale è spesso carente, soprattutto nella vita ordinaria delle coppie. Questo si connette alle riflessioni del gesuita Beirnaert, in uno studio legato all’indissolubilità del matrimonio, nel quale egli descrive il cammino dell’incontro come quel cammino che comporta necessariamente la delusione: tutto inizia con il gioco del narcisismo, che fa amare nell’altro l’immagine che io mi formo di lui, regolando la sua identità su ciò che io voglio che sia, in risposta al mio desiderio sulla sua persona→ su questa esperienza, le coppie appongono in termine amore, e in effetti è una prima e necessaria tappa dell’amore, che però comporta l’esperienza della delusione, nel momento in cui si fa la prove dell’altro, che ci mette davanti alla verità che lui non coincide con l’immagine sulla quale il nostro amore si era concentrato→ è un momento amaro perché comporta la morte dell’immagine su cui si reggeva in precedenza l’amore. Il dramma attuale è che l’unico fondamento delle coppie è questo amore, che poi sarà deluso, e non il sostegno, il rispetto dell’impegno...come era un tempo: ad oggi questa delusione attesta il fallimento della relazione, dimenticando che l’amore si basa sull’incontro enigmatico e spesso difficile delle loro singolarità. Allo stesso modo anche con Dio: anche la relazione con Dio è interessata dall’esperienza della delusione, un’esperienza di crollo, quando le immagini di Dio che avevano accompagnato la fede si disfanno, quando egli non risponde alle nostre esigenze di incontrarlo, sentirlo...→ la conoscenza con Dio deve tenere conto dell’inconoscibilità. Affrontare la realtà dell’altro è un’esperienza che caratterizza sia le relazioni tra esseri umani, sia la relazione con Dio; ma ad oggi le nostre società rifiutano l’incontro con l’altro→ dimensione teologica e antropologica si mescolano, parlare dell’uomo è parlare di Dio, è un tutt’uno essere vivo in presenza del prossimo e in presenza di Dio. Non appena la relazione viene costruita sulla base della differenza diventa vulnerabile al fallimento→ la Chiesa deve accompagnare le coppie in questo percorso, deve essere presente anche di fronte alle ferite causate dal fallimento della relazione, quando la prova delle differenza è fallita, quando la delusione è diventata un limite insuperabile. Per secoli si è evitato di considerare queste complicazioni del matrimonio, ma oggi non è più così: si è consapevoli che l’indissolubilità del matrimonio come sacramento non rende invulnerabili con fallimento → spetta ai cristiani difendere la relazione ma anche essere attenti alle sue crisi e alle sue ferite 2. testimoniare che “l’uomo supera infinitamente l’uomo”→ è una frase di Pascal che riguarda tutta l’umanità di tutti i tempi: da sempre gli uomini si interrogano sull’enigma della loro esistenza e presenza in un mondo di viventi, dove non sono solo un numero. Il pericolo di oggi è che questa inquietudine venga perduta, che non ci si domandi più chi siamo, a causa dell’accrescimento