Scarica Riassunto libro Le operazioni bancarie - Economia e gestione della Banca (prof. Oriani) e più Sintesi del corso in PDF di Economia e gestione della banca solo su Docsity! Capitolo 1: I contratti bancari Secondo l’art. 10 TUB l’attività bancaria è l’attività di raccolta del risparmio tra il pubblico e di esercizio di credito; il contenuto dell’attività bancaria risulta quindi dalle operazioni di intermediazione creditizia formate da: attività di raccolta del risparmio, cioè l’acquisizione di fondi con obbligo di rimborso che consentono alla banca di procurarsi fondi liquidi, e esercizio del credito o operazioni di impiego, cioè gli investimenti attuati dall’intermediario bancari con le risorse raccolte. Ci sono tre grandi aree di operatività delle banche, cioè: 1. Operazioni di raccolta o operazioni passive, cioè raccolta di depositi o altri fondi con obbligo di restituzione, ossia operazioni di approvvigionamento di risorse finanziarie. 2. Operazioni di impiego o operazioni attive, cioè di prestito e investimento delle suddette risorse come operazioni di prestito (credito al consumo, credito con garanzia ipotecaria, factoring, cessioni di credito pro soluto e pro solvendo, credito commerciale), leasing finanziario e rilascio di garanzie. 3. Servizi bancari, cioè operazioni di trasferimento e gestione delle risorse finanziarie per conto della clientela, come servizi di pagamento, gestione di mezzi di pagamento, operazioni per conto della clientela, consulenze finanziarie. Oltre a queste, le banche possono svolgere anche altre attività indicate nel TUF, come negoziazione per conto proprio, esecuzione di ordini per conto dei clienti, collocamento, gestione di portafogli. 1.1 La tassonomia dei contratti bancari Ci sono due classificazioni distinte dei contratti bancari: 1. Quella che separa le operazioni al dettaglio, attuate dalla banca con molti operatori per importi bassi, dalle operazioni all’ingrosso, transazioni con importi alti effettuate con grandi clienti o istituzioni. 2. Quella che separa la raccolta diretta, la quantità di risorse finanziarie che la banca raccoglie con l’emissione delle proprie passività con obbligo di restituzione e viene registrata nel SP della banca stessa, dalla raccolta indiretta, in cui la banca svolge da intermediario tra cliente e un terzo soggetto diverso dalla banca che emette passività che non rientrano nel SP, ma andranno nella nota integrativa. Le operazioni di raccolta o passive si possono riclassificare in base a: • Natura e obiettivi: si distinguono depositi moneta, che mettono a disposizione del cliente molti strumenti di pagamento, e depositi tempo, accesi dal cliente per avere un ritorno sulle sue disponibilità monetarie. • Modalità di stipula, si distinguono contratti bilaterali, in cui gli accordi tra banca e cliente condizionano il contratto, e contratti di mercato, molto standardizzati in tutte le voci e più negoziabili. • Richiesta di rimborso, si distinguono rimborso a vista, che può essere richiesto in qualsiasi momento, e a scadenza, in cui prevista una scadenza alla quale avverrà il rimborso e si distingue a sua volta in scadenza breve (<18 mesi) e scadenza medio/lunga (>18 mesi). • Valuta di denominazione, si distinguono domestica e estera. Le operazioni di impiego o prestito si possono riclassificare in base a: • Modalità di utilizzo, si distinguono prestiti per cassa, in cui la banca ha un esborso monetario immediato (come con la concessione di un mutuo o un’apertura di credito c/c) e per firma o non monetari, in cui l’esborso non è una certezza ma un’eventualità (come in una garanzia prestata dalla banca per un cliente). • Presenza di garanzie nei prestiti monetari, si distinguono prestiti garantiti, in cui si ha una garanzia che in caso di insolvenza del cliente consente alla banca un rientro, e in bianco, che non hanno garanzia specifica. • Modalità di rimborso, si distinguono prestiti autoliquidabili, quelli che non vengono rimborsati da un altro soggetto rispetto al cliente (come nello smobilizzo di crediti commericiali), i quali si distinguono a loro volta in senso stretto (in cui se il soggetto terzo è insolvente la banca non può rivalersi sul cliente, come nel conventional factoring e nello sconto pro soluto) e in senso lato (in cui se il soggetto terzo è insolvente la banca può rivalersi sul cliente, come le operazioni pro 1 solvendo quali lo sconto e il factoring senza garanzia), e a rimborso diretto, in cui il rimborso avviene dal cliente. • Modalità di rientro, si distinguono a revoca (scadenza indeterminata), in cui non è prevista una data determinata di scadenza, e scadenzati, in cui si ha un piano di rientro con l’individuazione di scadenze a cui rimborsare il capitale e gli interessi e si distinguono a loro volta in scadenza a breve (<18 mesi) e media/lunga scadenza (>18 mesi) • Valuta di denominazione, si distinguono domestica e estera 1.2 Le operazioni attive e passive nel bilancio bancario Tutte queste operazioni si iscrivono nei bilanci dell’impresa bancaria. Nel SP si avranno: • Attività: impieghi (solo i crediti per cassa), crediti verso banche e clienti • Passività: raccolta diretta, debiti verso banche e clienti, titoli in circolazione Nella nota integrativa (parte B) saranno inseriti i crediti per firma (perché sono solo un’uscita eventuale, come garanzie di natura finanziaria e commerciale), ulteriori informazioni sulla raccolta diretta (per i debiti verso banche si inserisce la distinzione tra debiti verso banche centrali e verso altre, per i debiti verso clienti si inserisce la tipologia di operazione, per i titoli in circolazione si inserisce la distinzione tra titoli quotati e non). Il contributo di queste voci al CE è negativo nel caso della raccolta bancaria diretta con interessi passivi, positivo nei crediti per cassa con interessi attivi, nei crediti per firma e nei servizi bancari con i ricavi da commissioni. La differenza tra interessi attivi e passivi determina il margine d’interesse, che segnala il risultato dell’attività di intermediazione. La determinazione del tasso non è influenzata solo dalla forma tecnica del credito; infatti i tassi saranno inferiori per le operazioni con soggetti molto solvibili, mentre saranno superiori con soggetti meno solvibili. Nello schema del CE si hanno i ricavi che derivano dai servizi bancari offerti alla clientela con la voce commissioni attive, mentre se la banca è debitrice verso terzi si avranno le commissioni passive; nella nota integrativa le commissioni sono scomposte in relazione all’area di attività da cui originano. Le commissioni attive e passive unite a dividendi, risultato netto dell’attività di negoziazione e di copertura, utili o perdite da cessione o riacquisto di crediti e attività finanziarie e risultato netto di attività e passività valutate al fair value consentono di ottenere, sommate al margine di interesse, il margine di intermediazione. 1.3 Le regole di trasparenza Le norme sulla trasparenza sono un insieme di regole per consentire al cliente di conoscere i suoi diritti e obblighi con la stipula di un contratto bancario, in base al TUB. Queste si ispirano a principi di semplificazione della documentazione messa a disposizione della clientela, correttezza, completezza e comprensibilità delle informazioni da rendere e comparabilità delle offerte. Si applicano a tutti le operazioni e servizi offerti e i documenti che un cliente può richiedere sono l’avviso sulle norme di trasparenza, la copia dello schema di contratto, il documento di sintesi e il foglio informativo, il quale si compone di informazioni sulla banca, caratteristiche e rischi tipici dell’operazione, condizioni economiche e clausole contrattuali dell’operazione. La modifica delle condizioni contrattuali deve essere comunicata espressamente al cliente; nei contratti di durata la banca può modificare i tassi e altri condizioni di contratto solo con un valido motivo, ma deve essere comunicata almeno 30 gg prima e entro 60 gg dalla comunicazione il cliente che non voglia accettare ha diritto di recedere dal contratto. Capitolo 2: le operazioni di raccolta Le operazioni di raccolta sono le forma di provvista bancaria che consentono all’intermediario di dotarsi di risorse finanziarie a titolo di debito, sono quindi passività per le banche sulle quali matureranno interessi. Le operazioni di raccolta possono essere: 1. Raccolta al dettaglio. Ogni operazione di raccolta è preceduta dalla profilatura del cliente con cui la banca acquisisce i dati del cliente per costruire un profilo di rischio. La raccolta al dettaglio può essere indiretta (servizi erogati dalla banca a favore del cliente che non comportano un incremento di disponibilità liquide per l’istituto) o diretta, la quale riguarda: 2 I. La struttura del titolo, per cui si hanno le obbligazioni zero coupon (interesse corrisposto all’investitore alla scadenza e il rendimento è dato dalla differenza tra valore a scadenza e prezzo di acquisto) e i titoli con cedola (pagamento periodico interessi). II. La tipologia di remunerazione, per cui si hanno le obbligazioni a tasso fisso (prevedono un rendimento predeterminato all’emissione) e a tasso variabile (remunerano l’investimento in relazione a certi parametri di mercato; sono indicizzate le obbligazioni che hanno un interesse variabile in funzione di un parametro scelto al momento di emissione). • Obbligazioni convertibili, attribuiscono al sottoscrittore la facoltà di trasformare le proprie quote di credito in quote di capitale di rischio, cioè titoli azionari. Il tasso di interesse nominale è inferiore rispetto a titoli equivalenti. • Obbligazioni cum warrant, corredate da un warrant, cioè un buono che consente al cliente di sottoscrivere ad un certo prezzo obbligazioni o azioni della banca emittente. • Obbligazioni step up e step down, prevedono una variabilità predefinita dei tassi cedolari, riconoscono un interesse costante per un certo numero di anni dopo i quali il tasso viene aumentato (step up) o diminuito (step down). • Obbligazioni strutturate, derivano dall’unione di un’obbligazione ordinaria e di strumenti derivati. Hanno alto grado di rischio e bassa standardizzazione. Alcune categorie che ricorrono con maggiore frequenza sono le obbligazioni: I. Linked, titoli a capitale garantito il cui rendimento è legato all’andamento di attività sottostanti rappresentate da un indice azionario, da azioni, beni reali o tassi di cambio. II. Reverse Floaters, titoli a lungo termine a capitale garantito che corrispondono cedole fisse iniziali elevate rispetto ai tassi correnti, ma decorso un certo periodo, le cedole diventano variabili e risultano dalla differenza tra un tasso prefissato e un indice di mercato di riferimento. La remunerazione è quindi inversamente proporzionale al tasso di rifermento. III. Reverse Convertible, obbligazioni a breve che assegnano al sottoscrittore una cedola fissa molto alta per il maggior rischio del titolare dei titoli che non può contare sulla restituzione del capitale integrale a scadenza. L’entità del rimborso finale infatti dipende dall’andamento di un titolo azionario sottostante; se alla scadenza il prezzo di tale titolo supera un certo valore l’investitore riceverà l’intero capitale, viceversa se non lo supera la società emittente potrà consegnare al titolare un certo numero di titoli azionari sottostanti il cui valore potrebbe non coprire interamente il capitale investito. Quindi se il prezzo a scadenza supera il valore predeterminato, l’investitore incassa la cedola e il capitale investito inizialmente, mentre se il prezzo a scadenza è minore, l’investitore incassa la cedola, ma l’emittente gli consegna azioni sottostanti. IV. Drop Lock, titoli a tasso variabile comprensivi di una clausola per cui se il rendimento prodotto dovesse scendere al di sotto di una certa soglia, l’obbligazione si trasforma in tasso fisso. V. Bull and Bear, obbligazioni che riconoscono un interesse periodico fisso e un capitale rimborsato a scadenza la cui entità dipende dall’andamento di un indice azionario. L’emittente divide l’ammontare del prestito in due parti: la prima relativa ad obbligazioni bull rimborserà il capitale investito se l’indice azionario di riferimento aumenta, mentre la seconda relativa ad obbligazioni di tipo bear, rimborserà il capitale solo se l’indice diminuisce • Covered bond o obbligazioni garantite, titoli che hanno basso rischio e alta liquidità, in cui la restituzione del capitale e degli interessi è garantita da uno specifico vincolo posto sull’attivo patrimoniale della banca emittente destinato alla remunerazione di questi bond. La loro emissione prevede tre fasi: la banca emittente cede ad una società veicolo (SPV) dei titoli o crediti nel suo attivo patrimoniale, la SPV per acquistarli richiede un finanziamento alla banca cedente e infine la banca finanzia l’importo con l’emissione dei covered bond. Hanno basso rischio e rating elevato, quindi tassi più bassi. Hanno scadenza da due a 30 anni, ritenuta fiscale 20% e tagli previsti da 1000€ in su. 5 2. Raccolta all’ingrosso, include tutte le operazioni di raccolta effettuate da una banca in contropartita con altre banche o con la Bce, sono transazioni di importo unitario apprezzabile. Qui rientrano: a. La raccolta interbancaria, operazioni con le quali una banca acquista risorse finanziarie da altre banche che presentano eccedenze di liquidità. Le principali forme con cui le banche attuano ciò sono: • I depositi interbancari, costituiti da fondi che una banca deposita presso un’altra su conti a un tasso di interesse negoziato. • I certificati di deposito interbancari, titoli a breve di taglio molto alto che rappresentano un deposito vincolato e la cui circolazione può avvenire solo tra controparti bancarie. • Le operazioni pct con controparti bancarie il cui taglio minimo deve essere 2500000€. b. Le operazioni con la Bce, possono essere di due categorie: • Operazioni su iniziativa delle controparti, attuabili dalle banche per avere liquidità a breve termine. • Operazioni di mercato aperto, svolte su iniziativa della Bce. Operazioni di rifinanziamento possono essere principali (temporanee con frequenza settimanale e scadenza a una settimana che forniscono la maggior parte della liquidità necessaria al settore finanziario), a più lungo termine (frequenza mensile e scadenza. Atre mesi che mirano a fornire alle controparti risorse finanziare a lungo termine), fine tuning (frequenza prestabilita per regolare la liquidità del mercato e controllare i tassi) e strutturali (attuate quando la Bce vuole modificare la sua posizione strutturale nel settore finanziario). Sono state introdotte ultimamente anche operazioni di rifinanziamento di più lungo termine (LTRO). Capitolo 3: le operazioni di impiego 3.1 L’istruttoria di fido L’istruttoria di fido è un insieme di indagini per fornire elementi di valutazione alla banca che può formulare un grado di giudizio sull’affidabilità del cliente. L’istruttoria ha cinque fasi: 1. Analisi delle qualità personali del richiedente, in cui si guarda l’esattezza e la validità delle informazioni fornite dal soggetto e integrarle. 2. Verifica degli aspetti formali della documentazione raccolta, in cui la banca effettua un esame giuridico del soggetto e verifica i dati ottenuti. 3. Analisi di tipo qualitativo, in cui la banca esamina informazioni qualitative come le politiche aziendali e le strategie dell’impresa. 4. Analisi di tipo quantitativo, cioè la fase di elaborazione di tutte le informazioni raccolte con cui la banca elabora indicatori di sintesi, oltre all’analisi di bilancio in cui i valori vengono riclassificati per calcolare i quozienti e per redigere il rendiconto finanziario. 5. Valutazione di sintesi e monitoraggio delle posizioni, che pone in evidenza tutte le informazioni ricevute e la relazione di sintesi è il documento su cui si basano le banche. Questi elementi sono spesso sintetizzati da un rating. Importanti per la concessione di un fido sono anche le garanzie, reali (quando si ha un vincolo su beni reali) o personali (quando la garanzia risiede nella capacità economica e finanziaria dell’obbligato e di terzi). Le piccole e medie imprese o le startup non sono in grado di fornire garanzie idonee per ottenere finanziamenti e la risposta a ciò sono le garanzie collettive di fidi, che aumentano la forza contrattuale nei rapporti con le banche e il loro intervento ha due metodologie: la concessione di garanzie personali e la costituzione di un fondo monetario a favore delle imprese aderenti. 3.2 I prestiti per cassa Con i crediti per cassa la banca mette a disposizione del cliente una somma di denaro che può essere utilizzata secondo il contratto. Le forme principali di finanziamento erogabili dalle banche sono: 1. I prestiti per cassa a breve termine, che possono assumere la forma di: 6 a. Apertura di credito in conto corrente, un contratto in base al quale la banca si obbliga a tenere a disposizione del cliente per un certo tempo una somma di denaro che può essere utilizzata anche con prelievi parziali e ripristinata con successivi versamenti. Può avere scadenza determinata (<18 mesi) o indeterminata. Inoltre possono essere presenti o meno le garanzie collaterali personali o reali a casa del maggior rischio. Elementi di costo dell’operazione sono vari: principali sono gli interessi calcolati in via posticipata, poi si hanno la commissione su accordato e quella di istruttoria veloce, le spese di tenuta conto, quelle di invio documentazione e il bollo di legge. Ci sono vari tipi di apertura di credito: • L’apertura di credito ordinaria in cc, offre alle imprese il vantaggio di poter stabilire una stretta correlazione tra l’ammontare del credito effettivamente utilizzato e le variabili esigenze della gestione. La banca infatti concede al cliente il diritto di usufruire del credito in più volte e di effettuare versamenti in conto per ricostituire la disponibilità originaria, quindi il credito non viene esaurito con un unico prelievo. • Il credito per elasticità di cassa o scoperto di conto, che ha origine da prelievi di importo limitato eccedenti le disponibilità depositate sul cc per un certo tempo, è cioè una sorta di anticipo che la banca concede al cliente a fronte di risorse finanziare di cui egli disporrà in breve tempo. Il cliente oltre agli interessi dovrà corrispondere anche una commissione per istruttoria veloce. • Lo sconfinamento si ha quando il cliente usi una somma superiore all’ammontare massimo di credito messo a disposizione con una precedente apertura di credito in cc; in questo caso il cliente deve pagare alla banca una commissione sull’accordato e una di istruttoria veloce. b. Anticipazione su pegno, un contratto di prestito monetario a breve termine garantito da un pegno su merci o titoli. Si ha quindi un contratto principale di prestito dove vengono indicate la clausole principali del contratto e da un contratto accessorio di pegno; da un lato il debitore cede dei beni a garanzia dell’adempimento degli obblighi assunti, perdendone la disponibilità ma non la proprietà, dall’altro la banca si impegna a conservare i beni senza disporne e a restituirli a fine finanziamento e solo nell’ipotesi di inadempimento i beni potranno essere venduti. La classificazione avviene in base a: • La garanzia che assiste l’operazione, si distingue l’anticipazione su merci, valori mobiliari e crediti a seconda del bene su cui viene costituito il pegno. La sua durata è compresa tra 6 e 12 mesi. • La forma tecnica di utilizzo. Due sono le forme tecniche di utilizzo: in conto corrente (la banca mette a disposizione del cliente una linea di credito in cc dove il cliente può effettuare prelievi. La sua durata è fissata da contratto e il tasso è più elevato) e per somma e scadenza fissa (dove il cliente viene accreditato del valore nominale diminuito degli interessi calcolati in via anticipata sull’intero ammontare, indipendentemente dal suo effettivo utilizzo. La sua durata e di solito inferiore ai 6 mesi e il tasso non può essere modificato). c. Riporto finanziario, è un contratto nel quale il riportato trasferisce in proprietà al riportatore titoli di credito per un certo prezzo e alla scadenza il riportatore dovrà trasferire al riportato la proprietà di altrettanti titoli della stessa specie con rimborso del prezzo che può essere aumentato (riporto in senso stretto) o diminuito (deporto). Di solito il riportatore è un ente creditizio e il cliente è il riportato che vuole ottenere disponibilità liquide. Il prezzo base dell’operazione è pari al prezzo corrente dei valori mobiliari oggetto di riporto diminuito di uno scarto percentuale, ma due sono le principali componenti di costo: il saggio di riporto e la tassa sul contratto. Il tasso di riporto deciso in via anticipata è fisso e viene determinato come differenza tra il prezzo a pronti e il prezzo a termine. Anche se simile è comunque differente dall’anticipazione su titoli: l’anticipazione su titoli infatti è un contratto di prestito abbinato a uno di pegno, dove la proprietà dei titoli non viene trasferita quindi la banca deve restituire gli stessi titoli, la durata varia se è a scadenza fissa tra i 3 e 6 mesi, mentre se è prefissata può allungarsi, l’utilizzo del fido può avvenire in più riprese, il tasso di interesse è modificabile e può essere estinto prima della scadenza, mentre il riporto finanziario è un contratto unico, dove la proprietà dei titoli viene trasferita, la sua durata non può superare i 135 gg, l’utilizzo 7 • Mutuo a tasso variabile con rata costante, la rata è costante quindi la variazione del tasso determina la variazione della durata del mutuo. • Mutuo offset, la rata varia al variare del denaro sul cc, quindi maggiore è il denaro sul cc e meno interessi si paga sul mutuo, perché gli interessi sono calcolati non sull’intero ammontare del finanziamento, ma sulla differenza tra questo e l’ammontare del denaro sul cc. • Mutuo misto, quando si applica in diversi periodi sia il tasso fisso sia quello variabile. • Mutuo con tasso d’ingresso, quando all’inizio del mutuo viene applicato un tasso ridotto e alla scadenza di questo periodo si continua con il tasso fisso o variabile. b. Il leasing, una forma di finanziamento in cui, in cambio di un canone periodico, il cliente o utilizzatore ottiene la disponibilità di un bene, potendone acquisire la proprietà al termine del contratto con il pagamento di una quota prefissata o riscatto, inferiore al valore di mercato del bene. Di solito si parla di leasing strumentale, con riferimento a tutti quei contratti di leasing aventi ad oggetto beni strumentali, come il leasing immobiliare (durata lunga con pagamento di canoni indicizzati a parametri reali), leasing agevolato (con l’intervento di organismi di pubblica amministrazione a favore di imprese in particolari zone geografiche per poter ridurre gli oneri dell’utilizzatore) e il leasing automobilistico (in cui si distingue il single leasing dove si ha solo un auto, il fleet leasing dove si ha un intera flotta di auto e il full leasing dove, dietro il pagamento di un canone elevato, vengono forniti al cliente molti servizi accessori). Ci sono tre forme di leasing: • Leasing finanziario, contratto con cui una società finanziaria detta concedente o locatore, acquista da fornitori terzi dei beni di qualsiasi natura per concederli in uso ad un soggetto, detto utilizzatore o locatario, per un periodo di tempo e con il pagamento di un canone periodico. È un rapporto trilaterale e al termine l’utilizzatore può decidere se restituire il bene, rinnovare il contratto con un canone ridotto o acquistare il bene con il pagamento di un prezzo di riscatto. La durata del contratto è correlata alla durata tecnica-economica del bene ed è almeno la metà della durata economica del bene. La struttura comune delle operazioni di leasing prevede un maxi canone (un primo pagamento alla stipula del contratto superiore al canone periodico, tra il 10% e il 20% del valore del bene), un canone periodico (cioè una quota del costo più gli interessi sul capitale, una quota per coprire gli oneri amministrativi sostenuti dalla società di leasing, il premio per l’assicurazione) e il riscatto (il prezzo che l’utilizzatore deve pagare se vuole acquistare il bene, di solito tra l’1% e il 2% del costo del bene). Oggetto del contratto sono beni specializzati secondo le esigenze dell’utilizzatore. Servizi accessori sono a carico del locatario. • Leasing operativo, rapporto bilaterale tra l’utilizzatore e il produttore del bene che quindi svolgerà anche la funzione di concedente. Il riscatto del bene qui è poco frequente rispetto alla sostituzione del bene, poiché il prezzo di riscatto è piuttosto elevato qui. Durata del contratto non è superiore ai 12 o 18 mesi. Oggetto del contratto sono beni molto standardizzati. Servizi accessori sono a carico del locatore. • Lease back, un operazione con cui il cliente è sia fornitore sia utilizzatore del bene concesso, in quanto è il cliente a vendere a una società finanziaria il bene che gli verrà concesso in leasing, quindi è un’operazione di autofinanziamento. c. Il credito al consumo, cioè l’insieme di tutti quei crediti accordati a soggetti diversi dalle imprese, come famiglie o privati, per acquistare beni mobili e servizi destinati al soddisfacimento di bisogni eccedenti le disponibilità monetarie dei soggetti. È quindi la concessione di credito con dilazione di pagamento, di finanziamento o di altra facilitazione finanziaria a favore di una persona fisica che agisce per scopi estranei all’attività imprenditoriale o professionale. È quindi uno strumento per accrescere la capacità di acquisto di un soggetto in previsione di future entrate. Può essere finalizzato, cioè viene erogato con lo scopo di finanziarie l’acquisto di specifiche categorie di beni e il finanziatore verifica che la somma prestata venga effettivamente utilizzata per il fine dichiarato, o non finalizzato, che non prevede alcuna verifica sulla destinazione, ma il finanziatore si preoccupa solo che la restituzione avvenga nei modi e tempi stabiliti. Le principali tipologie di finanziamento in prestiti sono: 10 • Prestiti personali, per cui si distinguono quelli finalizzati, cioè i finanziamenti alle vendite rateali, da quelli non finalizzati, cioè senza vincolo di destinazione. Le caratteristiche che li accomunano sono il versamento iniziale in un’unica soluzione, il rimborso secondo un piano di ammortamento con rate mensili costanti determinate sulla base di un tasso di interesse, la scadenza fra i 3 e i 60 mesi, l’importo raramente superiore ai 15k€ e il pagamento delle rate con l’addebito in cc o con bonifico bancario. Nei finanziamenti rateali il commerciante assume un ruolo più rilevante, soprattutto quando deve effettuare la valutazione sul credito del cliente. • Prestiti rotativi, in cui si distinguono lo scoperto di doppia mensilità, con cui il beneficiario può ottenere credito per un importo massimo pari al doppio della sua retribuzione mensile, e una forma ibrida tra mutuo e apertura di credito in cc, che prevede l’erogazione del prestito in un’unica soluzione con rimborso secondo un piano di ammortamento e la possibilità di riutilizzare i fondi rimborsati dopo un certo numero di versamenti. Entrambi hanno scadenza indeterminata e tasso di solito variabile. • Prestiti contro cessione del quinto dello stipendio. L’erogazione si ha in un’unica soluzione con lo schema tipico del mutuo, mentre le rate mensili di rimborso vengono versate direttamente dal datore di lavoro all’istituto finanziatore con quote pari al massimo ad un quinto della retribuzione. La durata e l’importo delle rate sono determinate in relazione all’ammontare dello stipendio percepito. • Prestiti con carte di credito. I costi da sostenere sono il tasso di interesse, le spese di istruttoria e le commissioni per l’incasso delle rate; sono questi elementi che determinano la differenza tra il tasso annuo nominale (TAN), cioè il tasso espresso sul credito concesso senza tenere conto di oneri accessori pagati dal cliente, e il tasso anno effettivo globale (TAEG), cioè l’onere finanziario complessivo da sostenere per l’accesso al finanziamento considerando oneri accessori. Il TAEG è quindi il tasso che rende uguale la somma del valore attuale di tutti gli importi che compongono il finanziamento erogato dal creditore alla somma del valore attuale di tutte le rate di rimborso; sono illusi il rimborso del capitale e il pagamento di interessi, le spese di istruttoria e apertura pratica, gli oneri di riscossione dei rimborsi e di incasso delle rate, i premi per polizze assicurative e l’eventuale compenso all’intermediario. d. Il finanziamento delle operazioni commerciali con l’estero non varia in generale rispetto a quello del mercato interno, solo due sono le distinzioni: la valuta di denominazione del finanziamento e il soggetto della transazione commerciale che beneficia del prestito, per cui si distinguono: • I finanziamenti all’esportatore, le due forme tecniche più usate sono lo sconto, uguale a quello interno, e l’anticipo. L’anticipo è definito anche credito fornitore e prevede l’anticipo delle somme di cui l’esportatore sarà creditore nei confronti dell’acquirente estero; si perfeziona con la consegna dei documenti alla banca che anticiperà il credito al cliente, trattenendo i documenti finche il debitore non effettua il pagamento. L’anticipo varia dal 50% al 90% del valore totale e la durata è variabile. Se I documenti rappresentano merci, la banca avrà una forma di garanzia reale del proprio credito, mentre diverso è il caso in cui i documenti si basano solo sulla solidità economica del cliente esportatore. È un’operazione autoliquidabile, il cui costo è dato dal tasso di interesse, dalla commissione valutaria dell’ente creditizio e dalle eventuali perdite su cambi. • I finanziamenti all’importatore, due categorie: i finanziamenti all’importatore in senso stretto, prestiti veri e propri erogati dalla banca in base ad un giudizio positivo sulla solvibilità del cliente, e i prestiti ottenuti dall’importatore su iniziativa dell’esportatore. Questi ultimi, detti anche credito acquirente, si realizzano su iniziativa dell’esportatore che ottiene una linea di credito a favore dell’importatore destinata al pagamento della fornitura effettuata dall’esportatore. Una volta ottenuto il pagamento della merce, l’esportatore non è più coinvolto. Il finanziamento può essere erogato direttamente a favore dell’importatore oppure a favore di un istituto creditizio, soluzione preferita. Elementi di costo per l’importatore sono il tasso di interesse variabile a cui viene aggiunto uno spread, la commissione percentuale sull’entità del credito accordato e le potenziali perdite che derivano dal cambio di valuta. Queste sono le operazioni di breve termine, accanto alle quali si hanno anche le operazione 11 di forfaiting con cui l’esportatore riesce a monetizzare immediatamente gli importi presenti e futuri derivanti dalle operazioni commerciali, infatti con questo si riesce a trasformare una vendita a credito in vendita per contanti. Il forfaiting è lo sconto pro soluto di crediti commerciali derivanti da esportazione di beni strumentali con pagamento dilazionato; gli strumenti sono pagherò cambiali emessi da acquirenti esteri in favore di operatori nazionali, o tratte dagli esportatori nazionali sui propri clienti esteri, o ancora lettere di credito cioè grazie di pagamento. L’esportatore dovrà contattare un forfaiter, l’intermediario, che si assume l’obbligo di scontare il totale degli effetti derivanti dall’operazione di compravendita ad un tasso definito per un certo periodo, sotto pagamento di una commissione. Una volta ricevuti gli effetti, il forfaiter procederà all’operazione di sconto accreditando il beneficiario del ricavo netto presso l’istituto di credito nazionale, anche se la somma disponibile sarà inferiore all’ammontare nominale degli effetti, a causa del tasso di sconto. Oltre a questo, altri elementi di costo sono le commissioni della banca nazionale e estera e quelle del forfaiter. Alla scadenza, il forfaiter presenterà gli effetti all’istituto presso cui il debitore avrà costituito i fondi necessari per il pagamento, che saranno trasferiti al forfaiter stesso. Il costo complessivo può essere ridotto con l’uso di SIMEST, che può concedere agli operatori un contributo in conto interessi. e. I prestiti in pool o prestito sindacato. La struttura di un pool comprende un certo numero di banche, sia a livello nazionale sia internazionale. Il costo sostenuto dal beneficiario del prestito o borrower è dato dalla somma degli interessi, liquidati su base trimestrale posticipatamene, e delle commissioni che vanno a remunerare l’attività di organizzazione del pool e gestione del prestito. Questi finanziamenti, anche se a medio lungo termine, non prevedono il rilascio di garanzie reali da parte del mutuatario, ma si inseriscono alcune clausole contrattuali dette covenants che comportano la revoca del credito in caso di non osservanza degli obblighi fissati. Tra le più importanti ci sono quelle che indicano l’impegno dell’affidato ad assumere determinati comportamenti e i negative pledges, che configurano l’obbligo di non compiere certe azioni che potrebbero danneggiare i finanziatori. Ci sono diverse forme, di cui le prime due si usano in caso di incertezza sul fabbisogno finanziario di breve periodo e sulla sua entità, mentre le ultime due si usano in caso di certezza sul fabbisogno finanziario di breve periodo, ma non sulla sua entità: • Stand by, con cui il cliente ha a disposizione una linea di credito a scadenza che può usare in maniera ripetuta nel tempo, per un importo prefissato e un periodo determinato tra 1 e 3 mesi. Al termine, il debitore potrà o rinnovarne l’utilizzo o rimborsare il prestito sotto pagamento di una commissione penale. Ogni tre mesi verranno conteggiati in via posticipata gli interessi dovuti, a cui verranno aggiunte le commissioni e l’importa sostitutiva (se durata >18 mesi), oltre al pagamenti di interessi di mora in caso di ritardo nella restituzione. Quindi è per il debitore o beneficiario uno strumenti flessibile di raccolta fondi anche per importi elevati a costi concorrenziali e alle banche consente una gestione più prevedibile del credito e del rischio. Ci sono due varianti: i. L’umbrella facility, quando si riconosce la facoltà di usare la linea di credito non ad una singola impresa, ma alle società di un gruppo. Il vantaggio dei soggetti è poter usufruire di prestiti a condizioni migliori rispetto a quelle ottenute da singole contrattazioni. Si possono anche usare più valute, metodo definito multicurrency. ii. La stand by ad utilizzo misto, con cui il debitore può usare la linea di credito sia con prelievi sia con l’emissione di cambiali finanziarie o titoli a breve delle banche partecipanti al pool. • Evergreen, una linea di credito a revoca, cioè senza una precisa scadenza, che consente al debitore di usare i fondi più volte anche per importi parziali, senza la necessità di rimborsare i prelievi effettuati in precedenza prima di procedere ad altri utilizzi. Rispetto alla stand by non ha un imposta sostitutiva poiché rientra nei debiti a breve termine e la natura del credito è aperta, cioè alla fine di ogni trimestre l’ammontare della linea di credito può essere aumentato per l’ingresso nel pool di nuove banche o ridotto se se ne vanno. Al contrario, ci sono diverse analogie con l’apertura di credito in cc anche se l’evergreen se ne differenzia per la maggiore sofisticazione del servizio del credito. 12 vuoto, cioè assegni non coperti. L’A/B quindi espone il beneficiario al rischio di mancato pagamento da parte del traente e di conseguenza a possibili costi; per accrescere la sicurezza si hanno alcuni presidi tra cui la centrale di allarme interbancaria (CAI), un archivio informatizzato, per proteggersi dal rischio di frode. Per essere valido, l’A/B dee contenere la denominazione di assegno bancario, l’ordine della banca di pagare una somma determinata, il nome della banca che deve pagare, data e luogo di emissione, importo in cifre e lettere, la firma del traente e il nome del beneficiario (non obbligatorio). Il trasferimento è consentito tramite girata se emesso all’ordine o con consegna del titolo se emesso al portatore. Elementi in comune con l’A/C sono quindi la scadenza a vista, la procedura di ammortamento prevista solo per assegni smarriti o rubati e la procedura di troncamento assegni elettronica prevista, per gli A/C, per qualsiasi importo, mentre per gli A/B solo per importi <5000€. 2. Gli strumenti non cartacei di pagamento a. Le carte di pagamento, tessere che immagazzinano informazioni, emesse da istituti finanziari. I due servizi primari sono prelievo presso gli ATM e pagamento tramite POS, oltre ad altri servizi secondari. Si hanno diverse carte di pagamento: • Le carte di credito e le revolving, con cui non si ha esborso di moneta, ma si iscrive solo una firma sullo scontrino di pagamento del debitore uguale a quella sul retro della carta e il regolamento della compravendita avviene solo in un secondo momento (pay later). Consente anche di prelevare agli ATM, tramite l’inserimento di un PIN associato alla carta, e l’addebito in estratto contro dell’importo prelevato è posticipato. Ha quindi due funzioni, la prima di natura monetaria, cioè il suo utilizzo al posto della moneta legale, e la seconda di tipo creditizio, consente al titolare di usufruire di un credito per il periodo compreso tra l’acquisto e l’addebito. Dopo aver fatto richiesta, il titolare viene in possesso della carta che ha spesso un limite di spesa mensile, e ogni mese il titolare riceverà l’estratto conto; la banca prende una commissione da parte della società emittente, in proporzione al numero di carte distribuite e all’ammontare delle spese effettuate dai titolari, i quali, a fronte dell’onere annuale per imposta di bollo e spese di invio estratto conto, hanno la disponibilità di un mezzo di pagamento rapido. Si suddividono in tre grandi gruppi più le revolving: i. Le carte non bancarie, dette anche Travel & Entertainment (T&E), che sono la prima forma di carta di credito esistita, per rispondere alle esigenze di chi viaggia molto. Sono caratterizzate da un limite di spesa mensile molto elevato, esempi sono le American Express e le Diners. Sono suddivise in due ulteriori categorie: le carte T&E aziendali (rilasciate dalle aziende per consentire l’uso ai dipendenti durante i viaggi di lavoro) e le carte T&E personali (rilasciate a chi viaggia per piacere, possono essere prive di limite di spesa mensile, quindi sono uno status symbol). ii. Le carte bancarie, prevedono una relazione trilaterale tra il soggetto emittente, cioè una società appositamente costituita per la gestione di carte di credito come CartaSì, la banca e il titolare della carta. Alla società emittente è affidata la gestione tecnica del rapporto, mentre le banche la distribuiscono ai clienti apponendo il proprio logo sulla carta. Si rivolgono a clientela con redditi bassi-medi, poiché hanno un costo del servizio nettamente inferiori alle T&E. iii. Le carte commerciali, si suddividono in fidelity cards (carte emesse direttamente da grandi società con l’obiettivo di fidelizzare i clienti e incrementare i consumi), le carte co- branded (carte emesse in collaborazione con aziende partner, hanno duplice marchio, quello del circuito della carta e quello dell’azienda partner, quindi hanno anche duplice funzione di carta di credito e di fidelity card) e le carte affinity (hanno molte analogie con la co-branded, ma a differenza di queste sono rivolte ad un gruppo omogeneo di partecipanti, ad esempio appartenenti ad un associazione o lega sportiva). iv. Le carte revolving, offrono la possibilità di effettuare il rimborso rateale, con cadenza mensile, dell’importo complessivo risultante a debito alla fine di un determinato periodo. • Le carte di credito prepagate, tessere che incorporano un certo ammontare di denaro emesse a fronte di denaro contante o dell’addebito in cc della somma. Sono rilasciate a fronte di un versamento anticipato di fondi effettuato all’emittente (pay before). Possono essere emesse da istituti finanziari, se sono carte multiuso, oppure direttamente da fornitori 15 di beni e servizi, in questo caso sono di solito a circuito chiuso, cioè possono essere usate solo per l’acquisto di beni dall’emittente quindi sono monouso. Per il rilascio della prepagata non è necessario avere un cc né viene effettuata la valutazione di solvibilità. Inoltre, si ha un massimale di spesa sulla carta che dipende dall’importo caricato su essa. Esistono sia carte anonime, possono essere ricaricabili o no con un limite massimo di €2500 all’anno, sia carte nominative, sempre ricaricabili fino ad un valore massimo stabilito dall’emittente. Può essere usata sia per le operazione di pagamento fisiche sia via internet e può essere abilitata al prelievo contante. Le operazioni possono essere effettuate anche all’estero. • Le carte di debito o Bancomat, sono tessere che consentono al titolare di effettuare in Italia e all’estero prelievi di contante da ATM e pagamenti con POS e queste sono addebitate sul cc del titolare nello stesso momento della transazione (pay now), quindi se mancano i fondi non è possibile utilizzare la carta. I limiti di prelievo sono fissati in autonomia dalla banca. Il titolare paga un canone annuo, ma non ci sono commissioni per l’uso della carta. • Le carte ibride: le carte conto. Sono carte di debito ricaricabili con IBAN, quindi uniscono la praticità delle ricaricabili con le funzionalità delle operazioni bancarie, per questo sono dette anche multifunzione. Ogni carta grazie al codice IBAN permette al possessore di svolgere operazioni che le semplici ricaricabili non ammettono, offrono le funzionalità di base di un cc. Hanno limiti più elevati rispetto alle prepagate, non hanno costi di emissione, ma solo un canone mensile. • Le carte innovative, si hanno: i. Le carte contactless, utilizzano la tecnologie RFID e non richiedono l’inserimento della carta nel lettore, ma viene solo avvicinata, quindi è un pagamento molto più rapido, anche se abilitato fino ad un importo massimo di 25€ senza inserire PIN, per importi superiori può essere usata con metodi tradizionali (esempi sono le paypass di MasterCard e le paywave di Visa). ii. I mobile payments, transazioni di pagamento portate a termine in modalità contactless con l’uso di telefoni che supportano una tecnologia NFC. iii. I web payments, come PayPal e PayPal Mobile, che offrono l’e-wallet; per accedervi basta creare un account PayPal gratuitamente e si ha la comodità di poter effettuare acquisti su siti senza dover inserire le credenziali di una normale carta, basta collegare l’account ad una carta di credito o caricare fondi sull’e-wallet con bonifico. b. Il bonifico, è un ordine di pagamento dato ad una banca da un soggetto ordinante, con il quale richiede di trasferire un determinato importo ad una terza persona beneficiaria. Può essere regolato tramite addebito del conto o per cassa e nella richiesta di disposizione di un bonifico occorre fornire nome e cognome del beneficiario e codice IBAN. Un soggetto per ordinare un bonifico può procedere tramite un ordine allo sportello della propria o di qualsiasi banca (bonifici cartacei), con disposizione via internet (bonifici online) o tramite sportello automatico. La banca verifica l’ordine e ottiene, se tutto è corretto, dall’ordinante, con addebito del suo cc o per cassa, l’importo da trasferire e quindi lo invia alla banca del beneficiario, quindi è un mezzo particolarmente sicuro. I bonifici si distinguono in bonifici ordinari domestici o nazionali, in bonifici transfrontalieri e in bonifici esteri, oltre ai bonifici SEPA Credit Transfer che sostituiscono i bonifici ordinari domestici in euro e permettono di trasferire importi in euro senza limiti da un cc ad un altro conto aperto presso banche in Italia o altro paese SEPA. 3. I servizi di incasso elettronico, servizi idonei a soddisfare esigenze tipiche del segmento imprese, anche se non sono a loro uso esclusivo. Ci sono diverse tipologie: a. Il servizio incassi Mediante Avviso (MAV), un bollettino prestampato che contiene un avviso- richiesta di pagamento. Prevede che la banca del creditore o assuntrice emetta il bollettino MAV sulla base dei dati relativi a un certo credito in scadenza, quindi la banca assuntrice manda il bollettino al domicilio del debitore perché possa pagarlo, il debitore paga il bollettino sia fisicamente sia tramite l’online banking, e infine la banca assuntrice comunica l’esito dell’operazione al creditore. È quindi un invito al debitore di effettuare un pagamento al creditore in una data stabilita; per il debitore il vantaggio è la gratuità del servizio e la 16 comodità di pagamento, per il beneficiario ci sono commissioni e non ha la garanzia del buon fine dell’operazione. b. Il bollettino bancario Freccia, servizio che prevede l’invio di un bollettino precompilato al domicilio del debitore che pagherà. Prevede che l’impresa creditrice stampi e invii al proprio cliente debitore il bollettino precompilato, poi che il debitore effettui il pagamento, la banca esattrice che riceve il pagamento invia poi alla banca del creditore i fondi e infine la banca beneficiaria comunica l’esito. Questo servizio ha come punti di forza la flessibilità offerta alle imprese e la standardizzazione. c. Il servizio Ruoli Mediante Avviso (RAV), un bollettino usato dai concessionari che trattano la riscossione di somme iscritte a ruolo. d. Il servizio elettronico incassi di Ricevute Bancarie (Ri.Ba.), è una quietanza di pagamento, cioè un documento che certifica che il creditore ha ricevuto un pagamento a saldo di una data fattura. Viene emessa dal fornitore-creditore in una transazione commerciale a carico di un cliente-debitore e riguarda un determinato credito. Prevede che il creditore compli la ricevuta bancaria e la consegni alla propria banca, così il creditore conferisce alla banca assuntrice il mandato per l’incasso, la banca assuntrice quindi invia la Ri.Ba. alla banca del debitore che invia al debitore un avviso di pagamento, infine il debitore provvederà al pagamento e la banca comunicherà l’esito. Punti di forza sono la tempestività della segnalazione di eventuali insoluti e la velocità nei tempi di esecuzione. e. La procedura Rapporti Interbancari Diretti (RID), basata su un autorizzazione continuativa conferita dal debitore alla propria banca di accettare gli ordini di addebito provenienti da un creditore. Prevede la fase di attivazione, dove il creditore e il debitore si accordano, poi il debitore sottoscrive un apposito modulo con cui autorizza la propria banca domiciliataria ad addebitare automaticamente sul proprio cc gli importi da dare al creditore, il creditore poi trasmette alla propria banca assuntrice i documenti relativi ai crediti da incassare e infine alla scadenza la banca domiciliataria provvede ad addebitare sul cc l’importo. Ci sono due tipi di RID: il RID ordinario, rivolto sia a debitori privati sia a imprenditori, e il RID veloce, riservato a imprese. Il RID è stato di recente sostituito dal SDD, in particolare dal SDD Core dove i creditori sono aziende fornitrici di servizi e debitori sono i consumatori, e dal SDD B2B dove debitori e creditori sono aziende. L’SDD è uno strumento che consente di effettuare addebiti diretti all’interno dell’area SEPA in euro con le stesse modalità nazionali e internazionali. L’SDD prevede la sottoscrizione di un mandato con cui il debitore autorizza l’addebito sul proprio conto, poi il creditore invia le disposizioni di incasso alla propria banca che provvede a inoltrarle alla banca del debitore, la quale esegue l’addebito alla scadenza. È una procedura abbastanza sicura e la banca può rifiutare l’ordine se ci sono errori. Può essere che il RID o SDD risulti impagato per la mancanza di fondi sul conto del debitore, anche se il creditore viene subito informato. 4.2 Gli strumenti e i servizi della raccolta bancaria indiretta La raccolta bancaria si divide in diretta, che da luogo ad un rapporto di credito/debito fra cliente e banca entrando nelle attività e passività di questi e dando luogo a costi e ricavi, e indiretta, che implica un rapporto di servizio fra cliente e banca e non entrano nei rispettivi stati patrimoniali ma vengono considerati fuori bilancio e danno luogo per la banca a compensi dati da commissioni relative al servizio, e per i clienti a costi dati dalle commissioni. Il rapporto fra cliente e banca è quindi un contratto di mandato, con cui la banca si assume l’obbligazione di fare determinate operazioni in nome e per conto dei clienti e di consegnare agli stessi i loro capitali. La raccolta indiretta quindi è parte dell’attività di intermediazione mobiliare che la banca svolge negoziando e gestendo strumenti finanziari di proprietà dei clienti. I ricavi corrispondenti alle commissioni e provigioni che la banca percepisce con la raccolta indiretta concorrono a formare il margine da intermediazione. La raccolta indiretta può avere a oggetto strumenti finanziari e assicurativi come titoli di stato, obbligazioni e azioni, strumenti derivati e di investimento collettivo, prodotti assicurativi finanziari o previdenziali e polizze assicurative. Servizi della raccolta indiretta sono: 1. I servizi di negoziazione, cioè le operazioni di compravendita di valori mobiliari che possono risultare da: 17