Scarica Riassunto libro rosso Jung - 1° libro e più Sintesi del corso in PDF di Filosofia solo su Docsity! LIBRO ROSSO 1 Epigrafe: la profezia è inattesa e disprezzata, essa quando viene annunciata sarà sempre percepita come una cosa estraniante e che provocherà un profondo senso di ribellione in quanto antitetica rispetto a quelli che sono i valori del proprio tempo. 2 epigrafe: sempre tratta da Isaia, ci dice che questa profezia avrà un aspetto di un bambino e avrà natura meravigliosa natura e ostinata e soprattutto intrisa di un futuro inimmaginabile.
3 epigrafe: tratto da G, si tratta di una profezia che non ha carattere di una rivelazione astratta ma che si incarna nell’uomo quindi fa parte del processo di interiorizzazione che è tipico di ogni uomo.
4 epigrafe: tratto da Isaia, rappresenta la promessa di un compimento messianico.
Jung parla della profezia che ha forma di un bambino, infatti quando J incontra la sua anima avrà forma di un bambino o di una bambina.
Nel deserto, luogo simbolico, rappresenta lo stato di aridità dell’anima, di deprivazione degli ideali, si avrà il processo di unificazione degli opposti. -> caratteristica principale del libro. L’ultimo epigrafe di Giovanni, si parla della profezia che si incarna nell’UOMO (“ e la parola è diventata carne..”) allude al Dio che deve ancora venire che si dovrà incarnarsi in ciascun uomo. Questi epigrafi preparano il lettore, al fatto che dovrà avvenire qualcosa di insolito-> profonda rottura al modo abituale di vivere. Jung dunque avvisa che chiunque voglia intraprendere questo processo di trasformazione si troverà difronte ad una crisi personale molto forte. Si realizza questa crisi attraverso il distacco dello spirito di questo tempo, (che troviamo anche nel Faust di Goethe), che per Jung rappresenta una sorta di pregiudizio.
Secondo Jung l’uomo contemporaneo è convinto di esercitare attraverso la ragione un dominio sugli oggetti del mondo esteriore. In realtà lo spirito del tempo rappresenta una sorta di reazione psicologica dell’uomo storico a quello che è stato un altro momento del pensiero dell’umanità, cioè quello caratterizzato dallo spiritualismo.
Volendo fare un parallelismo, possiamo paragonare lo sdt alla coscienza collettiva, ossia una struttura psichica dominata da valori norme pregiudizi, costumi e tradizioni che condizionano l’Io. tutto questo insieme di valori predeterminano la Persona, cioè la maschera che ciascuno di noi indossa nella quotidianità.
La coscienza collettiva si contrappone all’inconscio collettiva tra queste due istante, sembra esistere un contrasto quasi insuperabile, la coscienza collettiva domina la nostra psiche, in maniera tale che non ci rendiamo conto che quello che è l’elemento essenziale si manifesta in forma distruttiva. Cioè tutto ciò che non viene integrato, e non viene riconosciuta di nostra pertinenza, viene proiettata all’esterno e questo porta ad avvenimenti, anche dal punto di vista storico che presentano anche la manifestazione della scissione. (ad es la prima guerra mondiale viene interpretata in questo senso)
Jung all’interno di questo libro parla specificatamente dello sdt, una realtà a lui contemporanea e vede una società sostanzialmente infelice, una società dominata dal malessere che deriva dalla scissione. La prima scissione che vede è quella dominata dalla conoscenza e dalla fede.
Lo sdp, irrompe sulla scena e rispetto all’Io, scardina la fiducia, toglie la fiducia nella scienza. l’io diventa nudo, tutta quella energia psichica che investiva negli oggetti e nel mondo esteriore viene riportata su se stessa. Da questo ritiro che l’io può accedere a un livello di verità più profondo, che si ottiene attraverso la conciliazione tra il senso e l’assurdo. La saggezza che viene annunciata nel Prologo rappresenta un’aspirazione dell’uomo ad andare dall’altra parte, quindi a compiere un cammino dal razionale all’assurdo senza mai tagliare i ponti con i punti di partenza.
Il vero Dio è quello che racchiude i sé il bello e il brutto, il buono e il cattivo. Nella teoria jungiana l’immagine di Dio rappresenta il simbolo del Sé. Quindi: la totalità dell’anima, cioè il Sé, rappresenta una composizione di opposti, ANCHE IL SÉ NON È REALE SENZA UN’OMBRA.
Jung ci parla anche delle sue esperienze personali che lo portarono a capire che doveva dare ascolto alla sua parte più profonda. Jung ebbe nell’ottobre del 1913 delle visioni che annunciavano una prossima devastazione dell’Europa che avvenivano con dei fenomeni naturali (alluvioni dal mare del nord fino alle alpi, inondazioni dal Gb alla Russia) sterminando migliaia di persone. Poi ebbe dei sogni in cui J sognava di dover rientrare a casa in nave dall’Inghilterra e di essere accolto da un freddo siderale anche se era estate e trovare il proprio giardino ghiacciato, un albero con foglie senza frutti e che per effetto della gelata si erano trasformate in uva, ricca di succo che avrebbe offerto alla folla.
Alcuni sogni ebbero degli effetti premonitori, J si troverà a dover scappare dalla Scozia in nave allo scoppio della Grande Guerra. Le altre immagini, erano simboliche che alludevano al rinnovamento interiore che lo portava a distaccarsi da tutto ciò che dominava del mondo circostante. Questo libro, è un percorso di tipo personale perciò non può essere oggetto di una dottrina. RITROVAMENTO DELL’ANIMA Dominata da L’IO e lo spirito del protagonista. Rappresenta quel difficile processo per cui l’anima viene ritirata dalle cose del mondo e viene interiorizzata. Tutto ciò che non viene accettato deve essere integrato nella coscienza.
L’anima viene presentata sotto forma di colomba. (altre volte in serpente, Jung vuole mostrare la dualità dell’anima). In questo capitolo spiega i motivi della sua crisi: visione della devastazione dell’Europa, la rottura con Freud (lettera a Freud per troncare ogni relazione con lui e rassegnare le dimissioni da redattore), crisi di mezza età , 38 anni, aveva raggiunto ogni successo ma questo non lo appagava, anche nel lavoro di psichica si era dedicato allo studio dell’anima ma sempre distaccato e osservando da fuori. Quindi la prova che tenterà sarà quello di scavare nella sua stessa oscurità, che si traduce in una vera invocazione alla sua anima. Dice di aver compreso che questa vita è la via verso ciò che chiamiamo divino. (forma di divinità personale eh)
È lo sdp che lo spinge a recuperare la sua anima. L’uomo del suo tempo è in preda ad una crisi
correrà dietro a ogni cosa, se ne impadronirà, ma non ritroverà la sua anima. ANIMA E DIO Lo sdp consiglia all’Io di prendere coscienza di tutto ciò che vive nell’anima.
L’Io si presenta come un viandante stanco, personificato che ha viaggiato così tanto sino a dimenticarsi della sua anima, ma che ogni tanto gli si rivela in maniera continuativa, e gli dice che la via principe è rappresentata dai sogni.
Lo sdp insegna all’Io a contemplare la vita cosciente come se questa dipendesse dai sogni, c’è una esortazione ad abbandonare qualsiasi forma di intellettualismo. Per ottenere un sapere del cuore è necessario vivere intensamente qualsiasi esperienza e pensare quali tipo di pensiero. È possibile farlo attraverso un’apertura all’assurdo, accedendo al senso superiore unendo il senso con l’assurdo.
Appunto attraverso a questo processo, l’Io si troverà difronte anima rappresentato ad un bambino, (simbolo del sé, cioè aprire una strada in conciliazione con gli opposti). AL SERVIZIO DELL’ANIMA Jung pone delle domande all’anima sul perchè degli eventi che gli stavano accadendo. Jung ha paura. Jung non riesce a stare dietro al passo dell’anima. Le dice di ascoltare i suoi dubbi senno non può proseguire. Jung poi parla di fiducia e dice che anche l’anima è sua amica e quindi deve avere anche lei la sua fiducia. Quando si entra in contratto con la propria anima si vive una situazione di paura e di mancanza di senso. Bisogna aprire le porte dell’anima, che è caos, per fare entrare il senso —> in questo modo si da vita al senso superiore —> si avrà paura, ma la paura può essere superata. Quando non si soccomberà più alle tentazioni si sarà liberi e si sarà superato il cristianesimo. Bisogna imparare ad amare ciò di cui abbiamo timore. Poi per 6 notti lo spirito del profondo in Jung tacque. L’ASSASSINIO DELL’EROE Visione: su una montagna, insieme ad un giovane sentirono risuonare il coro di Sigfrido (un eroe). Capirono che stava arrivando il loro nemico, ma dato che erano armati, appena lo videro o attaccarono uccidendolo. Provarono a scappare, ma su di oro si imbatte una pioggia torrenziale. Jung porco sofferenza e capì che se non avesse risolto l’enigma dell’assasinio dell’eroe avrebbe dovuto uccidersi, ma lo spirito del profondo gli disse che la verità suprema e l’assurdità sono la stessa cosa e queste parole lo tranquillizzarono. Visione: giardino con figure con abiti in seta bianchi e ciascuna con un alone lumino o rosso o azzurro o verde. Secondo Jung noi viviamo solo in sogno, la vita vera è quella dei sogni. Per raggiungere il proprio Dio bisogna assassinarlo a tradimento —> gli dei vogliono essere vinti per rinnovarsi, gli uomini che uccidono i loro principi lo fanno perché non possono uccidere gli dei stessi e perchè non sanno che dovrebbero uccidere gli dei presenti dentro di loro. La realtà insieme è giorno e notte, senso e controsenso. Il senso è un passaggio da controsenso a controsenso, il controsenso è un passaggio da senso a senso. Dopo la morte cristo è sceso nel mondo infero e divenne inferno —> assunse le sembianze dell’anticristo e del drago. L’immagine dell’anticrisi per gli antichi era la nascita di un nuovo dio. Più fuggi lontano dagli dei più è certo che cadrai in loro mano. Pioggia = lacrime che sommergono i popoli —> pioggia che precede un rinnovamento IL CONCEPIMENTO DEL DIO Jung parlò con la sua anima e gli disse che il nuovo mondo gli sembrava debole —> lo spirito del profondo lo interruppe e gli annebbiò la mente facendogli scorgere la nascita del nuovo dio —> un bambino che era una contraddizione, che era l’insieme di tutti gli opposti, che era bello e brutto… Il nuovo sta in ciò che è relativo. Quando si arriva al culmine di buono e ballo il lato brutto e cattivo soffrite i più atroci tormenti —> per questo cristo, dopo la morte, è dovuto andare nell’inferno, perchè senno non poteva arrivare al paradiso. Solo gli errori non hanno timore (pero vengono uccisi), quindi gli uomini non devono fare finta di non avere paura —> gli uomini devono avventurarsi nel profondo, essendo sicuri però di avere una strada per il ritorno, ma non devono dimenticare chi sono e da dove vengono —> il profondo poteva essere diventato la morte stessa. Il più profondo degli inferi è quando ci si accorge che l’inferno è un po’ paradiso e un po'' inferno —> ambiguità del dio Dio non poteva nascere prima che l’eroe fosse battuto perchè sono nemici. L’eroe è perfezione e gli dei invidiano la perfezione dell’uomo perchè chi è perfetto non ha bisogno degli dei —> nessuno è perfetto quindi tutti abbiamo bisogno degli dei —> gli dei amano ciò che è perfetto, ma non ciò che vuole essere perfetto perchè cadono nell’imitazione. L’imitazione viene vista in maniera negativa, l’uomo però aveva bisogno dei modelli eroici da seguire. Noi siamo individuali se siamo in noi stessi, siamo comuni in relazione a ciò che è fuori di noi. Se siamo fuori di noi siamo individuali ed egoisti. Quando siamo incentrati in noi stessi soddisfiamo il nostro se —> se poniamo Dio fuori di noi ci sottrarrà a ciò che accade fuori. Il dio diventa comune se riferito a ciò che sta fuori di noi e individuale se riferito a noi. L’eroe deve cadere orche è un modello che vuole essere imitato, quando giungiamo ad una nostra solitudine il dio comincia a vivere. Jung prevede che sul mondo si sarebbe abbattuto il freddo siderale attraverso una profezia. Quando si abbraccia il proprio se ti sembra che il mondo sia vuoto e freddo —> in questo vuoto c’è il dio che verrà. MISTERO Quarto momento, cambio di registro, le immagini più preminenti e assumono una dimensione più allegorica e meno riflessiva a prima. I primi momenti J interviene e fornisce spiegazioni in modo razionale le sue visioni.
Ora le immagini entrano nella narrazione lasciando atterrito anche il lettore e spiegando solo in parte le relative esperienze, introduce le figure come: Elia, Salome e il serpente. L’incontro avviene in una voragine ancora più profonda rispetto a dove J era penetrato, ed egli dice che soltanto con una vera riflessione su Dio, si può arrivare in un luogo profondo. In questa profondità incontra il profeta e il serpente che giace ai suoi piedi, (il serpente rappresenta simbolo di trasformazione ma anche di strada.) Ci sarà poi l’immagine di una casa che regge su un colonnato, uscirà da questa casa una giovane cieca. Sente la necessità di un viaggio verso se stesso che prende in considerazione le sue parti più oscure. L’io e la giovane cieca entrano in casa, e si vedrà riflessa una pietra trasparente come l’acqua: Eva con l’albero e il serpente (richiamo alla cacciata dall’Eden), Odisseo in mare con i suoi compagni, a destra una porta che conduce in un giardino assolato. (nb la pietra rappresenta il pensiero che ha preso forma nel passato e che rispecchia anche l’avvenire). Qui inizia il dialogo tra l’Io, Elia e Salomè. (seducente) Salomè non viene presentata come figlia di Erode che conosciamo nella tradizione biblica, ma come L’unione tra i due nasce dal fatto che lei rappresenta due parti antitetiche, L’io è molto spaventato da salomè, una figura molto sfuggente e rimanda all’immagine del male, in quanto mancata conoscenza del bene. Ha infatti ancora le mani sporche di sangue che viene dalla testa di G Battista, poiché Salomè è conosciuta come colei che capricciosamente ha voluta la sua testa su un piatto. Salomè dice di amare all’Io di amarlo ed è anche sicura che in futuro verrà ricambiata. Rivelerà anche che sua padre Elia conosce tutti i misteri profondi ed è in grado di prevedere il futuro. L’io non è in grado di accettare questa unione, tra due simboli: il profeta che si presenta come la voce di Dio e il principio irrazionale presentato da Salome. Elia gli dice che questa unione è reale, così come è reale la vita psichica di J che ha bisogno di una integrazione tra questi due opposti.
La scena seguente sarà una scena muta, si vedrà un serpente nero che si avvolge nell’albero e nasconde tra i rami. L’atmosfera si fa tetro e fosco, e l’io sente una musica primitiva e si gira vede la testa insanguinata di Battista. Così inizia quella che è la risoluzione del mistero: ossia Egli si chiede se l’irrazionalità rappresentato da Salomè mi ama perché ho assassinato l’eroe o forse io ho assassinato l’eroe perché in qualche modo sapevo già di amare Salomè.
Inizia a considerare questa integrazione degli opposti. Si tratta di una narrazione della personalità di Jung, egli vede nella figura di Salomè il principio dell’irrazionalità che non era riuscito ad integrare. Nel liber Novus, jung osserva che lo sdp è dominato da due forze : il Piacere o Eros e il Prepensiero.
->Prepensare perchè jung vuole trasmettere l’idea che esiste qualcosa che viene prima del pensiero che si accosta di fatto all’attività di Elia che prevede, riflette e da forma a quel che a da venire.
->Il piacere rappresenta la forza priva di forma, di limiti e di definizione e che va a distruggere tutte le forme. Queste due forze sono complementari. La congiunzione avviene tramite il serpente, che appare estraneo e in parte collegato a tutti e due. Rappresenta il ponte che collega la destra (pensiero) con la sinistra (sentimento). INSEGNAMENTO Notte seguente (22 DICE 1913) l’io incontra ancora Elia, Salomè e il serpente. L’io riesce a provare compassione con Salomè, si confida con Elia e non sa cosa lo abbia portato lì e che proseguendo il viaggio riesce a sentirsi sempre più reale rispetto a quando era dominato dallo spirito del suo tempo.
Dopo appaiono: la madre di dio con iL figlio, Pietro in adorazione, il papa con la triplice corona, un Buddha nel cerchio di fuoco e una dea sanguinaria con tante braccia e Salomè che si torce disperate le mani. L’io vede in Salomè la sua stessa anima, vede poi elia riflesso nel cristallo e chiede elia stesso di illuminarlo perché e straziato da questa immagine a cui non sa dare un significato.
Elia andrà a six e salomè andrà a destra. Elia lo conduce in una stanza con una lampada dalla luce rossastra. Elia rimane nella stanza appoggiato ad un leone di marmo. Simboli -> Cratere: profondità, destra: propensione dell’eros ad andare verso l’inconscio. Sinistra che è accompagnato dal serpente (simbolo di potere magico e di impulsi animaleschi senza essere riconosciuti): movimento privo di scopo e ha bisogno della guida di elia. Serpente accentua la potenza delle immagini. Per raggiungere una profondità ancora maggiore, l’io ricorre al cristallo che rappresenta la concentrazione dell’energia psichica che gli permette di avere altre visioni. La madre di Dio con il bambino che si contrappone all’immagine di Eva e di Salomè cieca, in quanto la madre di Dio personifica la verginità carnale e simboleggia di fatto la possibilità di una maternità spirituale. Pietro suggerisce la fondazione della Chiesa, cioè fondare una realtà spirituale dentro di sé, ed è rafforzata dalla presenza delle chiavi quindi di chiudere/aprire con la realtà più profonda. Il papa simboleggia il potere spirituale in terra. Il Buddha superamento sia del piacere che della sofferenza. La donna sanguinaria rappresenta il ritorno alle passioni. Il leone di marmo rappresenta il potere e la salvezza del logos (pensiero, fermezza).
Elia spiegherà all’io che sono proprio la sua paura e la sua certezza la fonte della sua coscienza. Se si trova in questo contesto così disorientante è perché è il suo destino e la sua realtà psichica è pronta a cogliere questo mistero. Ed è così che ora potrà comprendere il suo amore per Salomè: la saggezza di elia che viene riconosciuta rappresenta l’accettazione della realtà psichica.
Compare Salo e gli dice: io e te siamo fratelli e siamo figli di Maria. Jung rifletterà sulla rivelazione e sostiene che l’io lunga strada di crescita personale può affrontare tre vie: 1. Infanzia, per paura dei pericoli si rifugia nella figura come la madre, la chiesa ecc. 2. Potere, l’uomo si identifica con il