Scarica Riassunto libro "Scuola e famiglia. Costruire alleanze" di Cardinali Migliorini e più Sintesi del corso in PDF di Pedagogia solo su Docsity! Scuola e famiglia (Cardinali, Migliorini) Costruire alleanze Introduzione: Il rapporto con la scuola accompagna per molto tempo la vita del bambino. È un rapporto quotidiano che articola il normale processo di crescita e di socializzazione e nello stesso tempo scandisce, ritualmente, il ciclo di vita e i passaggi attraverso le transizioni che segnano le tappe della storia individuale e familiare. Negli ultimi decenni è emersa sempre più l’esigenza di analizzare la relazione tra scuola e famiglia al fine di costruire alleanze in funzione del benessere del bambino e dei suoi contesti significativi. Tale rapporto rappresenta infatti un delicato equilibrio tra le realtà familiari e la scuola. I radicali mutamenti in atto nella società e nella famiglia sollecitano le istituzioni educative e scolastiche a proporre progetti di cambiamento altrettanto profondi e costanti. Creare e costituire situazioni di incontro e ascolto reciproco rappresentano delle condizioni imprescindibili per fondare la relazione tra scuola e famiglia. Capitolo 1: “Emergenza genitoriale” e nuovi scenari familiari La famiglia rimane un punto di riferimento importante per la maggior parte degli individui e viene indicata dalla maggior parte dei giovani come uno dei valori fondamentali della vita. Nel secolo scorso la famiglia ha subito profonde trasformazioni: l’aumento delle separazioni, i nuclei familiari che si disgregano per poi riaggregarsi nuovamente mettendo in comune figli nati da precedenti unioni, attraverso la costituzione delle step families. Le diverse forme familiari hanno, in molti casi, una peculiarità in comune: la funzione genitoriale praticata in assenza di quella coniugale, differenziando così il processo identitario dell’essere genitore da quello dell’essere coniuge. Essere genitore, ma soprattutto essere riconosciuto come competente rappresenta una nuova “emergenza”. Questo processo rappresenta insieme una fragilità e una risorsa, legato a insicurezze e bisogno di conferme, ma nello stesso tempo ad un coinvolgimento che può trovare nella scuola una possibile fonte di dialogo e di confronto. Secondo Erikson (1984) diventare genitori costituisce la più importante crisi evolutiva dell’adultità poiché dignifica acquisir la capacità di assumersi responsabilità e il compito di prendersi cura. Accanto a queste peculiarità permangono le situazioni di genitorialità complesse con condizioni di rischio e di problematiche che rendono ciascuna famiglia infelice a modo suo. Avere un figlio rappresenta fare spazio nella propria mente al bambino e di esserne responsabile. Infatti la genitorialità indica il prodotto visibile del percorso mentale che comprende l’insieme delle vicende di crescita del soggetto, la qualità delle sue relazioni e la gamma dei supporti familiari che sostengono l'esperienza del passaggio dalla dipendenza alla maturità. La genitorialità può e deve modificarsi nel tempo all’interno del ciclo di vita della famiglia. L’arrivo del primo figlio obbliga l’individuo e la coppia ad una significativa ristrutturazione degli equilibri interni e a profondi cambiamenti su piano personale, familiare e sociale, il singolo e la coppia sono chiamati infatti a rispondere a nuovi compiti. =>diventare genitori= rito di passaggio all’età adulta. Per quanto riguarda la vita di coppia in Italia si registra una significativa diminuzione dei matrimoni ad un aumento delle convivenze, delle separazioni, disgregazioni di nuclei che poi si ri-aggregano mettendo in comune figli nati precedentemente. Infatti accanto ai legami di coppia, tra fratelli, con i nonni, con le famiglie allargate e con le comunità di riferimento è necessario considerare nuovi legami => si delineano diverse forme del fare famiglia: • Famiglie monogenitoriali: rappresentano sia la scelta di madri single che vivono la nascita del figlio con orgoglio e sfida, sia come esito di una separazione. Sicuramente questa condizione rappresenta una potenziale fragilità. La single mother ha delle sfide aggiuntive legate all’assenza del padre, ma accanto a tali sfide si posso considerare le potenzialità e le risorse. Tuttavia le ricerche hanno evidenziato condizioni problematiche legate all’assenza paterna in cui madre e figlio sviluppano un rapporto simbiotico. Vi e da considerare che questi studi sono stati condotti in comunità che risultano portatori di maggiori difficoltà. Dunifol sostiene ce che bambini che vivono con madri single hanno maggiori vantaggi quando vivono anche con un nonno. Un altro possibile sviluppo è legato all’inserimento di una terza persona, il partener della madre che può sostituire o integrare le figure esterne di riferimento. • Famiglie separate: la letteratura selle separazioni e sulla ricomposizione familiare segue due approcci principali: il primo filone considera la famiglia con due genitori come l’istituzione fondamentale della società, l’ambiente in cui gli adulti raggiungono stabilità e sicurezza e i bambini sviluppano benessere e competenze. Al contrario, l’altro filone sostiene che il divorzio può essere una seconda possibilità di felicità per gli adulti e una fuga da un ambiente domestico disfunzionale per i bambini. Il divorzio è considerato uno degli eventi maggiormente stressanti a cui l’individuo può far fronte nel corso della vita, questo stress aumenta il rischio di emozioni e comportamenti negativi, con una conseguente diminuzione del benessere per adulti e bambini. • Famiglie ricostituite: le step families sono caratterizzate dalla presenza di componenti in diverse fasi del ciclo di vita familiare, coniugale e individuale. Sono molte le sfide quotidiane che devono affrontare le famiglie ricomposte : come sviluppare accordi in merito al ruolo del partner nelle principalidecisioni genitoriali, l’impostazione dell’educazione dei bambini di partner diversi e il futuro della relazione di coppia. Famiglie migranti: in Italia l’esperienza migratoria sta sempre più assumendo le caratteristiche di un evento familiare che coinvolge tutti i membri della famiglia. La rottura dell’equilibrio esistente e la richiesta di cominciare una nuova vita in un contesto diverso, comportano contemporaneamente una dimensione di possibile crescita e rischio. Nella lettura dei nuclei immigrati differenziamo: • Famiglie neocostituite: che si formano in italia e conducono qui la loro storia familiare; • Famiglie ricongiunte: che ricompongono nel paese di immigrazione dopo un periodo lungo di separazione; • Famiglie spezzate: che continuano a vivere una situazione di frattura. I processi di acculturazione della famiglia in un paese straniero può seguire 4 strategie: 1. Biculturalismo: se l’individuo sperimenta una forte identificazione con entramne le culture si può parlare di un rapporto di tipo integrativo. 2. Dissimilazione: quando un individuo non desidera mantenere la propria identità culturale ma cerca quotidianamente un’interazione con la cultura dominante. 3. Marginalizzazione: i soggetti che non si considerano parte né della propria cultura d’origine né di quella del gruppo maggioritario. 4. Separazione: contraddistingue quelle persone che si identificano con il proprio gruppo etnico senza considerare la possibilità di acquisire valori dal gruppo ospitante. In linea con il modello esposto anche la famiglia deve posizionarsi in rapporto a due dimensioni: il legame con le origini e l’incontro conl’altro. Capitolo 2: Ciclo di vita e quotidianità del vivere familiare. • Omeostasi: i sistemi sono in grado di mantenere la loro stabilità ristabilendo regole abituali così da garantire la prevedibilità delle relazioni. 2. La prospettiva ecologica descrive i diversi sistemi sociali che risultano connessi con le problematiche di sviluppo o con caratteristiche legate ad aspetti adattivi e di benessere dei bambini. L’autore evidenzia come l’ambiente sia costituito da una serie di sistemi interconnessi di diversa complessità, che influenzano lo sviluppo sia nel caso in cui l’individuo sia direttamente coinvolto in essi, sia attraverso un’azione indiretta. L’autore definisce macrosistema il contesto in cui è direttamente inserito (scuola o famiglia), mesosistema l’insieme di relazioni che intercorrono tra essi (relazione tra insegnanti e genitori), esosistemi gli ambienti in cui l’individuo non è direttamente coinvolto, ma che lo influenzano (lavoro della mamma), macrosistema il più ampio contesto socioculturale (leggi, politica). Un bambino agirà in modi diversi a casa e a scuola. Le famiglie per ragioni lavorative e sociali si rivolgono a servizi educativi fin dalla primissima infanzia dei figli, di conseguenza emerge il bisogno di costruire precocemente alleanze relazionali e ed educative con il contesto scolastico in funzione del benessere del bambino. L’accordo intersistemico tra famiglia e scuola viene individuato come un importante fattore di tutela della salute, nonché un elemento chiave per il successo del percorso formativo dello studente. Un ulteriore livello da tenere in considerazione è la numerosità dei rapporti che intercorrono tra i diversi sistemi coinvolti nella relazione; questi rappresentano il potenziale evolutivo del mesosistema: maggiori sono le relazioni che intercorrono tra macrosistemi, maggiore è il potenziale di sviluppo. Oggi le istituzioni educative riorganizzano il loro lavoro in base al benessere psicofisico e alla crescita armonica dei bambini, non fungono più, quindi, da supporto alla genitorialità ma hanno assunto sin dai rimi anni di vita un ruolo educativo. I servizi per l’infanzia infatti, sono stati ripensati in un’ottica di benessere del bambino: dalla semplice custodia si passa all’offerta di occasioni di confronto e di crescita che li rende protagonisti, quali co-educatori e partner dei genitori stessi. Questi servizi sono diventati sempre più orientati a rispondere sia ai bisogni evolutivi ed educativi dei bambini, che rimangono i principali destinatari e comunque i protagonisti di ogni intervento. Alla luce di quanto detto il compito di nidi e scuole d’infanzia si ridisegna includendo il sostegno e la promozione della genitorialità competente e responsabile tra gli obiettivi dell’istituzione educativa. La competenza genitoriale e il benessere del bambino risultano associati alla presenza di frequenti e significative routine relazionali e regolatorie. Queste pratiche favoriscono lo sviluppo positivo del bambino dal momento che forniscono un senso di continuità e coerenza che dà una direzione alla crescita. Le routine quotidiane che si susseguono all’interno dell’istituzione educativa come l’accoglienza, il pasto, l’addormentamento, il cambio, il gioco realizzano dunque la funzione di organizzatore del quotidiano, ma contribuiscono al processo di regolazione affettiva del bambino verso la costruzione di una fiducia in sé che favorisce l’autonomia. I bambini che sperimentano una cattiva relazione con gli insegnanti e con i pari fin nella scuola d’infanzia sviluppano comportamenti esternalizzanti come ad esempio mostrare scatti di rabbia improvvisi, rompere le cose degli altri, rubare… Nel contesto scolastico è possibile individuare diverse tipologie di gruppi, alcuni di essi sono attivi all’interno dell’organizzazione (allievi), altri si connettono dall’esterno (genitori). L’ambiente scolastico si apre dunque a diversi livelli di collaborazione all’interno del sistema stesso e nel rapporto con la comunità; relazioni possono riguardare: • La cooperazione tra dirigenza ed insegnanti; • La relazione tra insegnanti; • La coordinazione di gruppi di studenti; • I rapporti tra scuola e famiglia; • La programmazione di progetti congiunti con enti e organizzazioni del territorio. Nell’integrazione degli alunni stranieri la scuola e chiamata a rispondere alle molteplici sollecitazioni del contesto attraverso la capacità di mettere in relazione esperienze differenti e di favorire l’incontro tra nazionalità e culture diverse superando la tendenza ad accumunare tutti gli studenti di cittadinanza non italiana sotto un’unica categoria di alunni stranieri. Anche la condizione di disabilità richiede da parte dell’istituzione scolastica un’attenzione particolare. La scuola italiana sembra oggi orientata verso un sistema formativo nel quale occupa una posizione centrale il concetto di studente come soggetto attivo di apprendimento e non più come oggetto di insegnamento. Fattori che influenzano l’insuccesso scolastico: • Variabili familiari: basso livello culturale, mancanza di mezzi economici, scarso interesse per l’istruzione dei figli, povertà di stimoli culturali, stile educativo inadeguato, scarsa importanza attribuita alla riuscita scolastica; • Relazione sociali: cattiva relazione con i compagni di classe, amici che hanno abbandonato la scuola; • Lavoro scolastico: materie tropo difficili o troppo facili, regole scolastiche poco severe; • Variabili individuali: immaturità, mancanza di motivazione, scarsa fiducia nelle proprie capacità scolastiche. Un buon rapporto con gli insegnanti è importante per superare situazioni stressanti e per vivere al meglio l’esperienza scolastica. È importante quindi che l’insegnante apre alla preparazione basata sulle conoscenze, sia in grado di gestire l’eventuale disagio socio-emotivo presente in classe. Sul piano culturale gli insegnanti possono essere percepiti come competenti o impreparati, mentre da un punto di vista relazionale essi possono risultare autorevoli, autoritari, permissivi. In gruppi in cui il leader è autorevole i membri appaiono maggiormente soddisfatti e motivati, l’impegno è elevato, la produttività è costante e di buona qualità. Al contrario il leader autoritario esercita un alto grado di controllo sui membri del gruppo ed è facile che in questa situazione si crei aggressività. Infine lo stile permissivo caratterizza quei leader che si disinteressano dei componenti del gruppo, la produttività è scarsa sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo e si rilevano tutti gli aspetti negativi delle altre due condizioni. L’obbiettivo dell’insegnante quindi è quello di formare delle teste ben fatte, capaci di ragionare sui contenuti. La professione dell’educatore e dell’insegnante, inoltre, si confronta con un contesto sociale e un momento in cui la scuola sembra aver perso valore. A questa crisi sociale della scuola corrisponde una possibile fragilità e del ruolo dell’insegnante che non vede riconosciuta la propria professionalità. Alla comunicazione tra genitori e insegnati si può applicare uno strumento della psicologia chiamato: finestra di Johari, con l’obbiettivo di aumentare la propria consapevolezza rispetto ai rapporti interpersonali. Esistono 4 quadranti/aree: 1. Il primo riguarda la sfera pubblica della personalità: comportamenti che il soggetto assume consapevolmente e di cui gli altri sono al corrente. Rientra il contratto formativo tra docente e allievo che richiede il coinvolgimento delle famiglie comportando un impegno di corresponsabilità; 2. Il secondo riguarda il caso in cui nascondiamo alcune verità anche a noi stessi mentre posso risultare evidenti agli altri; 3. Il terzo rappresenta fenomeni che ci riguardano ma che rimangono ignoti sia a noi che a quelli che ci circondano; 4. Il quarto riguarda la capacità di simulare e mascherare le caratteristiche che lo riguardano. Se in passato la comunicazione tra scuola e famiglia aveva un carattere unidirezionale, volto prevalentemente a relazionare sul comportamento e sul rendimento scolastico dei figli, con il procedere degli anni si sono affiancate nuove modalità relazionali per dar vita ad una scuola autonoma, sempre più capace di rispondere alle attese degli alunni, valorizzare il ruolo professionale dei docenti e di incrementare la partecipazione delle famiglie. Capitolo 4: la sfida co-educativa: il modello della partnership. La famiglia fornisce il sostegno sociale, culturale ed emozionale di cui i bambini hanno bisogno per avere un buon rendimento a scuola; la scuola al tempo stesso ha il compito di fornire ai bambini opportunità di interazioni positive con adulti. Quando i genitori sono coinvolti nell’educazione dei loro figli, i risultati scolastici, la frequenza, la salute e la disciplina dei ragazzi mostrano un netto miglioramento. Swap (1993) ha descritto tre diversi modelli di coinvolgimento dei genitori nella scuola: 1. Il modello della protezione che ha come obbiettivo la tutela della scuola dalle interferenze dei genitori. Si basa sulle ipotesi che i genitori debbano delegare alla scuola la responsabilità dell’educazione dei figli. Il coinvolgimento dei genitori nel processo decisionale/educativo e gli sforzi collaborativi sono considerati inadeguati o non necessari. 2. Il modello di trasmissione da scuola a casa che si propone come obbiettivo primario di arruolare genitori che sostengano la mission della scuola. Questo modello presuppone che il successo dei bambini sia favorito dalla continuità di aspettative e valori tra casa e scuola. Ciò suggerisce che il personale scolastico individui valori e pratiche che contribuiscano al successo degli studenti e che i genitori rafforzino i valori e le aspettative della scuola. Anche se questo modello sottolinea l’importanza di continue interazione tra casa e scuola, continua ad essere unidirezionale nella sua influenza (verso la scuola). 3. Il modello di arricchimento del curriculum: riconosce le competenze che le famigli possiedono, e si basa sul presupposto che le interazione tra le famiglie e il personale scolastico possano migliorare gli obbiettivi curricolari e didattici. Un elemento essenziale relativo al modello è legato al fatto che educatori e genitori possiedano esperienze e competenze uniche in relazione al curriculum e all’istruzione. Il problema sorge quando gli insegnanti devono il curriculum come il loro fulcro personale e rifiutano la collaborazione con gli insegnanti. 4. Christenson e Sheridan più recentemente hanno proposto il modello della partnership nel quale l’obbiettivo delle due agenzie educative è la crescita armonica dell’individuo e la promozione di una migliore qualità della vita. Lo sviluppo e l’implementazione di un modello della partnership richiedono a presenza di quattro fondamentali elementi: • Un processo di comunicazione a due vie; • Il riconoscimento che l’apprendimento è promosso sia a casa sia a scuola; • Il supporto è un altro elemento importante. I genitori possono supportare la scuola in molto modi. • La condivisione delle decisioni. Il rapporto tra scuola e famiglia, come tutte le relazioni, è caratterizzato da fragilità e ostacoli che riguardano, non solo i singoli partner coinvolti nel rapporto, ma anche la relazione stessa. I problemi che famiglie, educatori e rapporto scuola-famiglia sono chiamati ad affrontare possono riguardare aspetti strutturali o psicologici. Non sempre però tali problemi hanno una valenza negativa; se identificati, compresi e pensati come opportunità, posso invece portare a cambiamenti positivi. La difficoltà che una madre mostra nel lasciare andare il bambino affidandolo all’istituzione educativa può essere connessa alla mancanza di fiducia nei confronti dell’istituzione, ma anche/oppure a un senso di colpa. L’atteggiamento di delega dell’educazione al contesto scolastico spesso non riflette un’espressione di fiducia totale verso la scuola, ma