Scarica Riassunto manuale Archeologia greca e più Sintesi del corso in PDF di Storia dell'arte antica solo su Docsity! Arte greca L'età protogeometrica e geometrica (secoli X-VIII a.C.) Passaggio tra l'età del bronzo e l'età del ferro ancora di difficile comprensione. L’archeologia ci dimostra come nel XIII secolo a.C. il mondo miceneo sia in declino, con esso scompare un'organizzazione palaziale efficiente, la scrittura lineare B, la grande architettura in pietra, Gli splendidi affreschi e i raffinati oggetti potrebbe essere a causa di disastri naturali, di ribellione sociale, della spedizione contro Troia, dell'invasione dorica, oppure per i conquistatori o ancora la colonizzazione ionica di metà XI secolo a.C. fu indubbiamente un cambiamento significativo cambia la fabbricazione di armi e utensili, si passa dall'inumazione alla cremazione e nasce una realtà sociale e istituzionale nuova: la polis. In area dorica il tempio inteso come casa della divinità per custodire l’agalma del Dio ricalca il modello della casa sia nel megaron rettangolare allungato, sia nell’oikos modesto quadrangolare. Stile geometrico: nome dalle decorazioni dipinte su vasi prodotti in Grecia tra XI e VIII a.C. Datazione basata sulla successione dei prodotti rinvenuti nella necropoli ateniese del Dypilon, secondo un criterio evolutivo. Atene domina culturalmente incontrastata, le sue ceramiche sono esportate. Prodotti di Corinto e inviati lungo le rotte occidentali, in Magna Grecia e Sicilia. Sul vaso filetti e fasce, lo spazio tra le anse pannelli metopali con scene figurate rare. Manca però la vivacità narrativa dei vasi attici. Stile protogeometrico è: Atene è la prima a guadagnare dopo collasso miceneo un forte profilo culturale, con impianti produttivi ceramici favoriti dalla vicinanza del fiume Eridano che forniva argilla e acqua necessaria per le botteghe. Poi compaiono vasi più proporzionati e rifiniti per la conservazione dei liquidi e loro consumo a banchetto. I motivi sono micenei come la linea ondulata, con aggiunte le larghe bande, scacchiere, linee sottili e cerchi concentrici. Ornamento per le zone di maggiore visibilità, lasciate nere le zone meno esposte tipo il piede del vaso. Stile geometrico antico: periodo di sviluppo rapido, ripresa dei contatti con il vicino oriente, importazione di materiali pregiati come oro e avorio. Nuovi vasi come anfore e crateri e la decorazione per fregi orizzontali sovrapposti, elementi rettilinei nuovi prediletti, scompaiono i cerchi ma ancora grandi spazi neri. Stile geometrico medio: l'ordito geometrico va a estendersi nell'intera superficie del vaso, compaiono rare raffigurazioni di animali e di uomini resi con la tecnica a silhouette. I vasi crescono delle dimensioni e assumendo proporzioni monumentali i crateri hanno altezza media di 50 cm mentre le anfore superano gli 80 cm. 1 Stile geometrico tardo: dove la decorazione geometrica si espande a tutto il vaso, si moltiplicano le scene figurate entro pannelli meteo pali o per fregi.frequenti episodi funebri di esposizione o di trasporto.scene di carattere narrativo, mito. La figura umana non è semplificata vengono evidenziati alcuni elementi del corpo umano esso stesso pensato come pluralità di elementi interagenti tra loro. Iniziano a essere individuati gruppi stilistici botteghe e pittori per esempio la bottega del Dypilon o il Pittore del Dypilon autore dell’anfora con prothesis. È un piano va esaurendosi lo stile geometrico al pari con il declino sociale e culturale, al contrario cresce la creatività della ceramica geometrica corinzia. Inizia anche la scultura greca con la microplastica in bronzo, terracotta e avorio come oggetti votivi destinati a santuari o ornamenti dei tripodi bronzei dedicati nei santuari. Presentano la conformazione essenziale in cui il contorno sembra tagliato e poi assemblato, la sperimentazione e la creatività degli artigiani spesso sono aurighi, obblighi, atleti o suonatori. L'età orientalizzante (secolo VII a.C.) Fenomeno stilistico che dura circa un secolo, quando la cultura greca dopo oltre 300 anni di stile geometrici, si lascia invadere dai motivi, temi, manufatti, tecniche delle culture orientali e li rielabora. Contatti con le importazioni di prodotti orientali, il commercio, il prestigio dei santuari greci e la dedica di doni. Importano grandi calderoni bronzei, unguentari, parole, mode, strumenti musicali e mostri sconosciuti come sirene, grifoni, centauri , chimere, gorgonie e sfingi. Questi vanno ad inserirsi nell’ordine figurativo e nelle narrazioni greche di lotta. Socialmente è un periodo di legislatori e tiranni. Architettura: ci si avvia verso la pietrificazione del tempio intesa come esigenza dovuta all'impiego di pietra squadrata e tetto in tegole che quindi dovevano ripartire il carico sulla peristalsi esterna o su pali di sostegno interni alla cella. L’Heraion di Olimpia testimonia il passaggio dall'edificio in legno e mattoni a quello in pietra e l’evoluzione della peristalsi e della trabeazione. In questi anni nasce la statua monumentale. Inizia da una statuetta bronzea di 20cm, il bronzetto di Apollo di Mantiklos in cui c'è un nuovo potenziamento delle singole masse. Prosegue con Dedalo di Creta, scultore di grande ingegno, prototipo d'artista, e solo a partire da questo momento sono presenti le firme. Nel VII secolo a.C. nasce la scultura monumentale a tutto tondo già presente nel piccolo formato ma qui si sviluppa nelle statue in pietra e in marmo. Due tipi iniziali xoana e sphyrelata quest'ultimo tipo di origine orientale pervenuta grazie la migrazione. Segue dalla metà del VII secolo a.C. lo stile dedalico caratterizzato da un nuovo volume e nuove masse, la frontalità, i volumi geometrici giustapposti rispetto a un 2 per i particolari, caratteristico è il cratere corinzio a colonnette, i soggetti sono di tipo narrativo e mitico. Si tratta di vasi decorati di carattere zoomorfo con ornato orientalizzante con animali in coppie araldiche dipinte a figure nere. Subisce una grande fortuna commerciale che però provoca intorno alla metà del VI secolo -corinzio medio- la produzione a ritmi maggiori che cede dal punto di vista qualitativo nell'ornato e nel formato avviando così la ceramica corinzia al declino. Dopo il corinzio tardo 570 550 a.C. la produzione di ceramiche corinzie è schiacciata dalla concorrenza attica e prosegue con prodotti modesti. Ceramica attica: gusto per le scene figurate e complesse su basi monumentali, gli artigiani attici dominano la tecnica a figure nere. Es. pittore di nesso con anfora monumentale. Sophilos: Grande maestro della ceramica e il primo a firmarsi, attivo tra 595 e 170 a.C. e ceramista e pittore di grandi vasi come deimos e crateri. Coppe attiche con comasti; compare la forma nuova della kylix con orlo distinto e vasca larga e piatta; le coppe di Siana località di Rodi; Nearchos pittore e vasaio maestro di kantharoi. L'età arcaica è caratterizzata dal modo di vivere lontano dal rigore e dalla modestia dei greci della Grecia propria, influenzato invece dei costumi dei grandi regni orientali spesso si parla di habrosyne cioè lusso, per i simposi, le mode, i profumi, comodità. Posteriormente definito come tryphè ovvero mollezza. L’idea del tempio ionico inizia presso i grandi santuari di Samo, Efeso e Mileto nell’apolloion di Dydima, come recinto dedicato al dio, (e non più casa del dio), con la definizione di caratteristiche dell'ordine ionico come la colonna ionica che poggia su una base articolata, avente il profilo concavo convesso, con scanalature più profonde ottenendo un maggiore esito chiaroscurale, sale dritta senza rastremazione, il fregio continuo (non più composito), decoro scultoreo più vivace, capitello ionico con ampie volute e ovoli effetto più ornamentale. In questo mondo geografico e culturale si sviluppa l'ordine architettonico ionico e una scuola scultorea ionica. Samo Una delle grandi isole dell'Egeo orientale e nell'ambito della colonizzazione o migrazione ionica dell'XI secolo a.C. Samo è popolata da genti provenienti dai dintorni. Heraion: qui troviamo un santuario extraurbano dedicato a era dove la dea venerata come divinità protettrice del matrimonio, della navigazione e delle vaste pianure dedicate al pascolo. Questo santuario è oggetto di scavi tedeschi a partire dal 1910 e localizzato in un'area paludosa alla foce del fiume Imbrasos. In origine: l’area sacra era solo un altare all’aperto e un naiskos all'interno di un recinto con la 5 statuetta lignea di 30 cm che potrebbe essere l'antica statua di culto che le fonti descrivono come xoanon ligneo. Prima metà VII a.C.: hekatompedon I- edificio rettangolare allungato di 100 piedi a ovest dell'altare con un alzato di piccole pietre squadrate e muri mattoni crudi, con tetto piatto in legno sostenuto da pilastri centrali. La statua di culto posta sul fondo su una base fuori asse. Metà VII a.C.: il precedente edificio andato distrutto da una alluvione si crea il secondo edificio hekatompedon II- con lo svuotamento della cella i cui pilastri centrali sono ora contro le pareti queste ultime in blocchi squadrati di calcare. Statua di culto ora è più visibile. A questa fase appartiene anche una grande stoà cioè un portico parallelo al fiume per offrire ospitalità ai pellegrini. A inizio VI secolo a.C.: fase costruttiva 570-560, l’intero santuario subisce una ristrutturazione con la cancellazione di una parte della stoà a sud e dell’intero hekatompedon. Viene edificato enorme tempio diptero di ordine ionico ambizioso progetto di Rhoikos architetto e inventore e scopritore della tecnica di fusione del bronzo a cera persa. Diptero enorme 105 × 52 m, doppia peristasi 10 × 21 colonne, cella in poros locale, ipetrale cioè senza tetto, agalma sotto un baldacchino al centro della cella. Ben presto però iniziò a crollare per problemi strutturali. Poi nel 530 a.C. Policrate, il tiranno dell’isola, promuove la ricostruzione monumentale di questo diptero spostandone il basamento di circa 40 m a ovest, su terreni più solidi, con dimensioni maggiori 55% 12 m, una peristasi di 9×24 colonne ioniche in calcare locale, e un fregio figurato che continua sulle pareti esterne della cella. La scultura ionica: negli stessi anni tra 570 e 550 a.C. dell’heraion di Samo si assiste anche al fiorire di una scultura di gusto locale in stile ionico legata alle grandi committenze aristocratiche della città. I tipi scultori sono i soliti ma linguaggio stilistico cambia, carnosità morbida. Dediche all’heraion. La scultura attica: influsso ionico ad Atene a seguito di episodi storici intorno alla metà del VI secolo a.C. qui seguì l'arrivo del gusto della scultura ionica. Moskophoros, cavaliere Rampin, fino ai kouroi di stile severo come l’efebo di Krizios. La ceramica attica: si sviluppa dalla tecnica a figure nere alla tecnica a figure rosse nell'età di Pisistratidi nel VI secolo a.C. Nel 535 25 si vede una nuova tecnica pittorica con il ribaltamento da nero a rosso. Tecnica a figure nere: si verniciava di nero il soggetto e si incideva per rendere i dettagli sempre più numerosi, Il culmine della ceramica a figure nere si raggiunge con due pittori: Amasis, ceramista di vasi quindi produttore però dipinti sempre dal Pittore di Amasis, qualcuno lo ipotizza essere la stessa persona, produce tra il 560 e il 530 poi si ferma. Il suo nome 6 richiama un faraone egiziano. I suoi soggetti sono scene quotidiane come la scena nuziale presente su due lekythoi. Exechias: abilissimo artigiano, ceramista e ceramografo attivo tra 550 e 530 a.C., si firma e lavora ad Atene sotto i Pisistratidi. I suoi soggetti sono potenti eroici e i grandi drammi degli eroi omerici. Intorno al 530 a.C. viene introdotta la nuova tecnica a figure rosse: dove ora viene verniciato tutto ciò che non è soggetto e in fase di cottura diventano rosse le figure perché prendono il colore ceramico. Il primo a sperimentare la nuova tecnica a figure rosse è il Pittore di Andokides dal nome del ceramista con cui lavorava. Inizia a sperimentare la tecnica dipingendo metà vaso a figure nere e metà a figure rosse. La generazione successiva vede una serie di pittori pionieri a cimentarsi nella nuova tecnica diventandone i maestri. Primo fra tutti Euphronios. Epoca in cui gli artigiani conquistano un prestigio tale da rappresentare se stessi come cittadini. Euphronios nacque come pittore nel ventennio 525 110 a.C. poi apri una propria bottega ceramista. Egli predilige scene molto ampie sui grandi crateri a calice, dipinge personaggi statuari in scene affollate, pose innaturali e scorci arditi, mostrando interesse per la posizione del corpo nello spazio e la relazione tra figure. Poi Euthymides e Phintias. EGINA SANTUARIO DI DELFI
7 L’età classica (V secolo a.C.) forte spirito civico Tratta del cosiddetto secolo di Pericle in cui viene affidata all'immagini l'arte di regime al servizio dell'ideologia del potere che incarna un'ideologia politica democratica e ugualitaria in cui valori diventano il fulcro. Atene è in questi anni la città più ricca e potente di tutta la Grecia dal punto di vista militare con una grande flotta, il tesoro della lega e avvia in questi anni un'intensa politica di opere pubbliche a rafforzare le difese della città e ad abbellirla di monumenti assicurando anche lavoro e impiego a molti artigiani. Gli ultimi anni del secolo vedono però il lento declino di Atene che ritorna per breve tempo a un regime oligarchico con rivolte e guerra del Peloponneso che definisce la sconfitta di Atene, il regime dei 30 tiranni, il ritorno della democrazia e la nuova realtà storica delle altre poleis greche. Il termine classico indica il culmine della bellezza e della perfezione anche legato a situazioni storiche e sociali. Le opere classiche sono quelle in cui la ricerca di ordine e proporzione simmetria prevale sul sentimento infatti si contrappone il termine romanticismo. Le opere di Fidia e Policleto sono interpretazione del mondo umano e divino improntato su un equilibrio di forme e contenuti, l'armonia dei corpi, la pacatezza dei gesti e delle espressioni. ACROPOLI DI ATENE PARTENONE Fidia È l'interprete degli ideali di Pericle lo conosciamo per lo sviluppo dello studio della ponderazione, le sculture del Partenone che sono i suoi unici originali a noi pervenuti. Fidia nacque tra il 500 il 490 a.C. e iniziò come pittore ma presto si afferma come scultore bronzista, è già famoso quando viene nominato nel 460 a.C. a realizzare la colossale statua bronzea di Atena Promachos situata al centro dell'acropoli di fronte ai propilei e della stessa epoca abbiamo l’Apollo Parnopios e l'Atena Lemnia. Il concorso per l’amazzone di Efeso: del 435 a.C. per il santuario di Artemide, una Mazzone ferita Plinio ci riporta le statue in bronzo e la vittoria della Mazzone di Policleto. e le crisoelefantine l'Atena Parthenos e lo Zeus di Olimpia. Fidia è interprete degli ideali della cultura ellenica attraverso il mito nei suoi complessi programmi figurativi dei monumenti in cui gli dei sono ancora garanti 10 dell'unità pan ellenica l'unica in grado di sconfiggere i nemici, i suoi colossi sono espressione della potenza degli dei, unione della natura umana e divina. Policleto di Argo Di lui non abbiamo nessun originale, trattava opere in bronzo isolate, stanti o in movimento in cui coniuga il ritmo con l’equilibrio. Contemporaneo di Fidia, proviene da una famiglia di bronzista precisamente da argo si trasferì ad Atene Dove conobbe Fidia e i due furono anche avversari in una gara di scultura nel santuario di Efeso. Le fonti ce lo riportano come teorico della scultura autore del canone un trattato sulla resa dei rapporti di misura alla base della figura umana. L'esemplificazione pratica di questo scritto è rappresentato nel Doriforo cioè colui che porta la lancia. Questa scultura segna l'inizio dell'epoca classica nel 450 a.C. ed è stato identificato come un eroe secondo varie ipotesi per esempio Achille, segno della profonda ellenizzazione di Pompei, o Teseo. L’originale bronzeo non è conservato ma fu talmente celebre da essere copiato numerose volte la copia più completa è stata restituita dalla palestra di Pompei tra II-I a.C. copia marmorea e quindi con elementi di sostegno aggiunti e ingombranti però ci permette di cogliere perfettamente il ritmo chiastico, la ponderazione policletoa idea e l'aspetto robusto di questa figura maschile giovane. Policleto stesso si specializzò in soggetti maschili guerrieri eroici O atletici come dimostra anche la sua altra statua il Diadumeno del 430 a.C. da Delo oggi conservata una copia romana ad Atene. Tra i suoi collaboratori troviamo Agoracito di Paro e Alcamene di Atene. Lo stile ricco: l'ultimo trentennio del V secolo adatta a questa definizione alle statue femminili che continuano il panneggio bagnato ideato da Fidia e dei suoi collaboratori ricco di pieghe curvilinee e rigonfie, e effetti chiaroscurali che introducono così una nuova visione della divinità più femminile e sensuale, con una varietà di atteggiamenti vestiti e acconciature. Es Nike di Paionios (scultore). La pittura: dalla seconda metà del V secolo pittura su cavalletto studia i mezzi per rendere la profondità dello spazio e la tridimensionalità delle figure mentre la ceramica cerca uno slancio creativo. Conosciamo pittori famosi come Agatarco, Apollodoro di Atene, Zeusi e Parrasio, tramite le fonti letterarie perché non abbiamo originali, le conquiste della pittura possono essere replicate nella ceramografia contemporanea delle lekythoi a fondo bianco, il clima è lo stesso della pittura ma lo spazio da decorare è limitato sappiamo che la pittura vascolare segue lo stile della scultura attica dell'età di Pericle coniugando armonia delle forme alla sobrietà dei gesti. Vi è lo stile parte non Hijo nelle opere di Paul ignoto dove si raggiunge una perfezione stilistica di maniera ma senza toni originali e spontanei con ripetizione di scene. Il Pittore di Meidias rende i panneggi con grande abilità disegnativa nelle posture e nei particolari con anche accenti coloristici nel Pittore di Pronomos. 11 Ancora il pittore di Talos riesce a riprodurre i valori pittorici dell'originale con figure monumentali, visioni di scorcio e uso calibrato del chiaroscuro. Proprio con questi vasi termina la grande stagione della ceramica attica che continua con opere più modeste con temi dionisiaci e scene di genere in particolare poi darà vita alla produzione italiota a figure rosse che proseguirà nella seconda metà del secolo con caratteri sempre più autonomi e di grande valore artistico. I pittori lucani riprenderanno lo stile partenonico, mentre le officine apule riprenderanno lo stile dalla grande pittura con forti accenti coloristi. Il rilievo funerario: assume un ruolo particolare con gli artigiani che accettano lavori per privati e raffigurano il defunto in un atteggiamento preso dal quotidiano privo di violenza e di paure. In un'epoca travagliata da lutti e battaglie nulla nelle stele funerarie fa più pensare alla morte. IV secolo a.C. individualismo La fine della guerra del Peloponneso segna il tramonto della supremazia di Atene l'affermarsi di Sparta ma non la pace anzi la Grecia rimane percorsa da guerre locali e regionali con brevissime Paci provvisorie fino alla grande vittoria del re di macedonia Filippo Secondo che segna il definitivo tramonto del sistema delle poleis indipendenti. Nel IV secolo a.C. in tutto il Peloponneso si verificano grandi cambiamenti come la ripresa sia economica che edilizia che porta nuovi santuari come Epidauro, nuove fortificazioni e nuovi edifici nei santuari già esistenti come nel caso del santuario di Atena a Tegea Prassitele Figlio di Cefisodoto scultore di cui conosciamo la scultura Eirene e Ploutos raffigurante la pace e la ricchezza o meglio la personificazione di questo concetto concreto, per la prima volta, innalzata sull'agorà di Atene a celebrare la pace di Antalcida del 386 a.C. con i persiani l'originale era bronzo ma oggi abbiamo solamente una copia romana in marmo alla gliptoteca di monaco di Baviera. Prassitele è un grande scultore si forma da Atene nella bottega del padre e di lui conosciamo dalle fonti la sua grande capacità di charis cioè la particolare grazia e dolcezza che riesce a conferire ai suoi sculture. Egli lavorava sia il bronzo che il marmo dove in particolare riusciva a rendere la levigatezza e morbidi passaggi di piano tanto da farle sembrare sculture vive, ancora le fonti ci riportano l'uso suo personale di una cera in grado di conferire al marmo una tonalità simile alla pelle. Egli predilige soggetti divini giovanili colti in momenti occasionali. 12 antenato di Daoco, atleta. Lisippo risente degli insegnamenti di Skopas per effetti chiaroscurali sul volto per esprimere pathos con una posizione più instabile. Suo capolavoro è Apoxyomenos l'atleta che si deterge con lo stringile nella mano sinistra ce ne parla Plinio il vecchio riguardo a un bronzea di Lisippo trasportato a Roma cui il popolo romano si affeziona molto tanto da essere collocata alle terme, grazie a questa testimonianza l'opera verrà riconosciuta nell'ottocento in una copia marmorea ai vaticani. In quest'opera ritroviamo il canone lisippeo della figura allungata e la testa piccola bilanciata su entrambi i piedi, con una grande novità il braccio teso verso l'osservatore a indicare un certo dinamismo e obbligare ad un'osservazione su tutti i lati della scultura. Il ritratto di Alessandro personaggio storico che dimostra la sua fermezza e la sua energia al potere fondando una serie di colonie e avviando una grande spedizione contro il re di Persia dirigendosi poi verso l’Indo. Secondo Plinio Lisippo rimane collegato a Alessandro magno ne fece innumerevoli ritratti fin dall'età fanciullo, principe quindi prima che salisse al potere alle prese con una caccia mitizzata al cervo o al leone oppure come nuovo Eracle. Lisippo è l'unico scultore ad essere nominato al fianco di Alessandro durante la spedizione in Asia con l'incarico di eseguire un bronzo, un gruppo che ne commemorasse cavalieri caduti da porre nel santuario di Zeus a Dione, Centro di questo è un gruppo scultoreo rinvenuto in una coppia da alcol ano vediamo lo stesso re al centro a cavallo vittorioso, deciso, senza elmo ma con la corazza macedone qui c'è già la sua caratteristica: la anastolè. Più tardi Lisippo crea un altro tipo di ritratto Alessandro come sovrano innalzato tra gli eroi, nudo, stante e appoggiato alla lancia come Ares o un nuovo Achille soprattutto con lo sguardo rivolto al cielo come collegamento con gli dei, appartenente a una sfera sovrumana e da qui molto replicato come segno di autorappresentazione di ogni sovrano per esempio Costantino. In pittura troviamo Apelle tanto importante per Alessandro quanto Lisippo nella scultura egli lo rappresenta come un Dio in terra, a Pompei è stata scoperta una pittura parietale con un personaggio seduto con un scettro e un fulmine in posizione e abiti tipici di Zeus ma soprattutto con la testa ritratto di Alessandro, ma abilmente si tratta di una copia di un originale quadro di Apelle descritto anche dalle fonti. Anche altri pittori furono chiamati a celebrare le conquiste dell'Asia, celebre opera è quella di Filosseno di Eretria che fece per il re Cassandro poco dopo la morte di Alessandro, a ornare un’esedra per banchetti della Casa del Fauno a Pompei, con la battaglia di Alessandro contro Dario in cui vi è l'audace rappresentazione di scorcio dei cavalli reali addirittura un cavallo disarcionato visto da dietro a sottolineare la profondità data dal Grande numero e disposizione dei personaggi, delle loro armi su un fondo neutro viene aggiunta vivacità dal colore concesso dal grande numero di tessere impiegate, circa 1 milione e mezzo. Esprime e sovrumano impeto del vincitore è l'umano terrore del vinto. Uno dei quadri più celebri ed enigmatici è quello delle 15 nozze tra Alessandro e Roxane dipinto da Ezione per la cerimonia del 327 si tratta dell'atto conclusivo della politica orientale di Alessandro cioè il matrimonio con la figlia del re di Battriana e questo dipinto è andato perduto ma lo conosciamo da una descrizione di Luciano. Probabile che si riconosca il modello in una pittura parietale pompeiana con le nozze di Afrodite ma con particolari tratti fisiognomici quindi qui sarebbero le nozze mitologiche a richiamare le nozze reali oppure le nozze politiche di Alessandro Durante le quali 10.000 macedoni si unirono a 10.000 donne persiane e lo stesso Alessandro sposò una figlia del re persiano. I ritratti di Alessandro continuarono ad essere riprodotti anche in numerosi altri programmi politici come espressione di capacità militare, sovranità e potere. La pittura durante gli anni di Alessandro avete sicuramente primo fra tutti Apelle, sopra di letto, e da sempre famoso per la charis, grazia, riportato anche da fonti letterarie. Nicia, pittore forte per disposizione dei personaggi e intensità della loro espressione la troviamo a Pompei nella casa dei Dioscuri con Perseo e Andromeda in un'atmosfera sospesa a sottolineare la drammaticità del mitico evento. Nella stessa domus troviamo la parete con Achille a Sciro dipinto da Attenzione di Maronea, sempre riportatoci da Plinio. Però anche altri quadri celebri di cui non sappiamo l'autore per esempio Achille e Breiseide da Pompei, la Casa del poeta, questo soggetto dall'epica che possiede un'intensa scena sospesa nell’incertezza. Oppure ancora la scena di Teseo liberatore di fanciulle ateniesi dal labirinto dopo aver ucciso il Minotauro trovato nella basilica di Ercolano carico di mito e pathos, atmosfera persa nell'esempio da Pompei. Il primo Ellenismo (fine IV-metà II secolo a.C.) Alessandro muore nel 323 a.C. senza lasciare eredi al trono, inizia un periodo di scontri tra i suoi generali per guadagnare il potere, è il periodo detto dei diadochi cioè di coloro che vogliono succedere ad Alessandro. Dopodiché si apre un secondo periodo detto degli epigoni cioè i discendenti dei the adocchi, questi periodi sono di continue guerre, guerre macedoni che che si concludono con la definitiva vittoria di Roma e la scomparsa dello Stato macedone trasformatosi in provincia romana. La scultura del primo ellenismo è dominata da un certo gigantismo, colossali creazioni per dimostrare la grandezza del nuovo Stato, artisti come Briasside, o Carete si spirano a loro maestro Lisippo per creare nuove statue colossali come la statua bronzea di Helios da Rodi, sono infatti testimonianze della grande influenza della scuola lisippea. Originale e celebre della scultura ellenistica arrivato fino a noi è il sarcofago di Alessandro da Istanbul, un grande sarcofago marmoreo con un coperchio a doppio spiovente e i quattro lati ornati da rilievi, in questi compare la figura di Alessandro, anche se non è dedicato al re macedone. Ritrovato nel 1882 16 insieme ad altri esemplari più antichi in una tomba sotterranea della necropoli reale di Sidone. Il tipo di sepoltura è una tradizione asiatica con il sarcofago inteso come edificio funerario ma le forme e lo stile sono tipicamente greci, datazione di fine IV secolo a.C., probabilmente tomba di Abdalonimo, satrapo di Sidone. Su uno dei lati lunghi la battaglia tra greci e persiani indicati dagli documenti, sull'altro lato lungo la grande scena di caccia deva molto caro ad Alessandro. Con la divisione in più regni del mondo ellenistico l'arte si divide per le singole città restando verso un'unica tradizione e ripetendo spesso temi del secolo precedente. Ogni dinastia avrà il suo ritratto, abitudine nata con Alessandro magno, seguendo i due tipi principali canonici stante o seduto poi copiato per i busti e ritratti da tenere in casa. Costanti sono la barba e il pesante mantello, frequente la ricostruzione postuma di ritratti, con lo scopo di rappresentarne i valori morali, sempre validi. Rinascono le scuole filosofiche, momento visto come riscatto intellettuale della grecità in opposizione a un potere politico sempre meno rilevante, e si moltiplicano le immagini di filosofi colti nel loro insegnamento nel ginnasio, seduti con il gesto di spiegazione. Cominciano anche le Afroditi, rappresentazioni femminili di regnanti avvicinate alla sfera divina, quindi ispirate ai modelli tradizione prassitelica come l’Afrodite di Cnido, modello molto utilizzato per ornare fontane e giardini vita romana con un'acconciatura più complessa ma nel gesto senza tempo di lasciar cadere le vesti, sorpresa, accenna coprire con le mani il proprio corpo. Sempre dall'Afrodite di Cnido deriva un altro tipo ellenistico con le braccia nello spazio: è l'Afrodite di Capua con le gambe e i fianchi in un avvolgente panneggio. Quest'ultima in relazione con l'Afrodite di Milo, forte di solidità simmetria e classicismo. Più originale è l'Afrodite accovacciata con la bocca semi aperta nell'atto di una rotazione elicoidale, superfici morbidissime, movimento. Sappiamo da Pausania che tra III e II a.C. vengono create anche numerose statue di culto per i santuari del Peloponneso, lo scultore più celebre è Damofonte di Messene che lavora al restauro della statua Zeus olimpico di Fidia danneggiata da un terremoto. È suo il gruppo di Desponia a Licosura. Euclide, Firomaco sono altri scultori ellenistici. Poi Testa di Asklepios e Nike di Samotracia. Pergamo Cittadella se governatore persiano di stirpe greca scelta per la sua posizione. È un me ne primo da inizio alla dinastia degli Attalidi in questo regno conosce il suo maggiore sviluppo. Viene regolarizzata in una serie di terrazze disposte su più livelli a ventaglio la più alta dedicata al santuario di Atena fiancheggiata da stoai. Attorno al 230 a.C. Attalo primo a seguito di una grande vittoria contro i Galati, dei barbari, celebra un grande donario composto da varie statue su un piedistallo. Stato identificato in due copie romane di altissima qualità ritrovate nel 1623 nell'area degli orti Sallustiani a Roma il primo gruppo è quello del Galata suicida di forte intensità 17