Scarica Riassunto Manuale di Letteratura Cristiana Antica (Simonetti-Prinzivalli) e più Appunti in PDF di Letteratura solo su Docsity! FORME LETTERARIE IN PROSA DELLE ORIGINI CRISTIANE Letteratura cristiana antica → oggetto di indagine sulla base dei suoi contenuti e NON sulla base di fattore linguistico (come nello studio delle letterature) Cristianesimo ebbe enorme capacità di innescare potenti energie intellettuali → letteratura cristiana come l’esperienza culturale più innovativa dell’età tardo-antica. Per capire la produzione letteraria cristiana bisogna tenere presente il quadro complessivo dell’evoluzione delle forme letterarie nel mondo greco-romano e l’atmosfera culturale generale di un determinato periodo storico. Filosofie ellenistiche → grande impatto sul cristianesimo Nella predicazione cristiana (orale e scritta) → difficile sintesi di due mondi culturali, quello giudaico e quello greco-romano → tuttavia i due mondi si erano sempre influenzati Ellenizzazione del giudaismo → fenomeno indiscusso ma tuttavia il giudaismo mantenne le sue peculiarità e complessità Testo della Bibbia: originariamente scritto in ebraico e poi tradotto in greco (traduzione dei Settanta) → grande ripensamento interpretativo del testo. I due caratteri generali che definiscono le lettere cristiane nel confronto con la letteratura classica: funzionalità e popolarità. Funzionalità → lett. cristiana si sviluppa in funzione di esigenze comunitarie Popolarità → la centralità della comunità nel mondo cristiano porta quindi alla popolarità e alla predominanza dell’oralità 2. Le lettere attribuite a Paolo Più antica attività letteraria praticata dalle comunità cristiane è l’attività missionaria → missionario faceva percorsi commerciali per diffondere messaggio salvifico della fede in Cristo e man mano fondava comunità, con le quali si teneva in contatto tramite contatto epistolare Fondamentale attività missionaria del più importante personaggio della chiesa primitiva: Paolo. Le fonti a disposizione su di lui sono le lettere autentiche e gli Atti degli apostoli. Origine a Tarso di Cilicia sotto il doppio nome di Saul/Paolo. Formazione rabbinica e poi istruzione a Gerusalemme. Vocazione per la conversione dei pagani. A Gerusalemme si unì con Pietro e Giacomo e poi Barnaba. 48 d.C. a Gerusalemme concilio sulle osservanze da imporre ai converiti pagani. 58 d.C. arresto presso Gerusalemme e poi martirio a Roma. Produzione Lettere autentiche giunte a noi: Prima ai Tessalonicesi, due ai Corinzi, Lettera ai Galati, Lettera ai Filippesi, a Filemone, Lettera ai Romani. Pseudoepigrafe sono le pastorali indirizzate ai due collaboratori Timoteo e Tito (probabilmente scritte da seguaci efesini di Paolo per mantenerne viva la memoria) Anche nelle lettere autentiche vi sono problemi di critica testuale. Nelle lettere autentiche Paolo interviene su problemi vari affrontati dalle comunità → la questione di fondo che travagliò la chiesa primitiva fu la questione dell’osservanza: Chiesa originaria nasce in un giudaismo molto variegato e complesso, all’interno di cui i cristiani si specificarono per la convinzione che proprio Gesù di Nazareth fosse il Messia che attendevano. E in quanto i primi seguaci di Gesù erano giudei e osservanti, accoglievano ancora le tradizioni e osservanze culturali della Torah, della Legge → ma c’era anche chi assunse un atteggiamento, ispirato da Gesù stesso, di indipendenza dalla Torah. Lo stesso Paolo diceva che solo la fede in Gesù il Cristo GIUSTIFICA, ovvero rende giusti gli uomini agli occhi di Dio → e questo è quello che insegna ai pagani convertiti. Quindi dalle lettere di Paolo emerge la drammaticità di un contrasto fra due interpretazioni dell’identità cristiana: 1) chi intendeva mantenere l’attività da seguace di Cristo dentro i binari di una rigida osservanza della Legge 2) chi, come Paolo, sostenendo che la salvezza viene solo dalla fede, rifiutava la tradizionale osservanza giudaica A volte capitava che il messaggio di Paolo, riguardo alla libertà e alla grazia che sarebbero giunte ai pagani che si fossero convertiti, potesse essere frainteso come segno di una distinzione che assicurasse superiorità rispetto alle norme della morale. Infatti nelle Lettere ai Corinzi Paolo richiama ai doveri morali i fedeli della comunità di Corinto. Emergono qui quindi la complessità del rapporto fra missionario e comunità e la difficoltà nel mantenerlo integro. 4. I Vangeli sinottici e gli Atti degli apostoli Fin dall’inizio della vita della chiesa si tramandava il ricordo degli ultimi decisivi avvenimenti della vita di Gesù, delle sue parole e dei suoi accadimenti prodigiosi. Col tempo queste raccolte di detti e fatti, inizialmente tramandate oralmente, furono messe per iscritto. → vangeli (da evanghelion “buona novella”) → sono testimonianze di fede I più antichi sono Marco, Matteo e Luca: detti sinottici in quanto hanno corrispondenze letterali fra loro. Il più antico è quelloo di Marco, da cui gli altri due hanno attinto oltre ad aggiungere altro. Fonti → teoria delle due fonti: 1) la prima è lo stesso Vangelo di Marco (70 d.c.) per gli altri due 2) Luca e Matteo avrebbero attinto ad una seconda fonte, detta Q, la quale doveva contenere soprattutto loghia (detti, discorsi) Da qui attenzione degli studiosi concentrata più sul materiale preesistente che ai Vangeli stessi. Primi anni ‘900 elaborato metodo di indagine Formgeschichte secondo cui la tradizione orale trasmette piccole unità indipendenti (pericopi) ciascuna delle quali trova nelle comunità la sua forma → → obiettivo è capire quali pericopi risalgano effettivamente a Gesù storico per capirlo 3 criteri: 1) criterio della discontinuità o doppia dissomiglianza 2) criterio della coerenza 3) criterio della molteplice attestazione Vangelo di Marco: - il più antico - il più semplice - nella narrazione accredita Gesù come l’uomo di Dio che annuncia l’avvento del suo regno - ordina il materiale per dimostrare la rivelazione di Gesù quale Messia (ai soli discepoli, segreto messianico) Vangelo di Matteo: - quadro narrativo più ampio - vuole dimostrare che tutti gli avvenimenti principali dell’operato di Gesù erano stati predetti dai testi profetici del AT - autore di evidente estrazione giudeocristiana, che ha inteso la vicenda di Gesùù nell’ambito della tradizione e dell’osservanza giudaica Tali scritti furono messi a nome di apostoli o personaggi della chiesa importati per ricevere più successo. Il più antico testo del genere giunto a noi è la Didachè (50-100 d.C.) divisa in 4 parti: - precetti morali, le due vie del bene e del male - liturgia del battesimo ed eucarestia - disposizioni sulla conduzione delle comunità - breve descrizione escatologica Altro testo conosciuto a Roma era Sulla tradizione apostolica: parla del clero, dà rito per consacrazione dei vescovi, presbiteri e diaconi + importante la normativa sui mestieri leciti al cristiano 10. La letteratura apocrifa apocrifi: testi con struttura e stile simile ai libri che fanno parte del canone dei libri sacri → vi sono apocrifi del AT e apocrifi del NT Apocrifi del AT ( letteratura giudaica fra II a.C. e II d.C.) → hanno tema sopratutto apocalittico, giunti a noi in varie lingue delle chiese cristiane perché furono trasmessi dai cristiani. La questione è capire quali libri o parti di libri siano effettivamente precristiani. - Enoc o Enoc etiopico (libro delle Parabole prob. origine cristiana) - libro dei Giubilei - Enoc slavo - Apocalissi siriaca di Baruc - 4 Esdra - Testamenti dei 12 patriarchi - Giuseppe e Aseneth Apocrifi del NT → spesso erano libri usati dai cristiani gnostici i quali credevano a una rivelazione particolare riservata loro da Gesù. Chi invece fra i cristiani si atteneva ad una tradizione pubblica e accettata vedeva questi “apocrifi” in modo negativo. Con la costituzione del canone neotestamentario nel II sec. d.C. i libri che vi rientrano godono di trasmissione testuale fissa. Alcuni apocrifi sono precedenti al canone, altri coevi ed altri ancora successivi (possono essere inserzioni eretiche o alterazioni del canone). Apocrifi NT suddivisi in: 1) varianti manoscritte (varianti contenute nei manoscritti dei testi canonici) Fra queste vi è un aggiunta a Lc 6,4 un terzo apologo sul sabato che tratta del primato della coscienza individuale rispetto all’osservanza della Legge 2) frammenti papiracei → come il papiro Egerton 2 3) frammenti di cui non è specificata l’opera da cui vengono, riferiti come autentiche parole di Gesù, detti agrapha → uno è l’esortazione a discernere bene e male, il secondo è un commento del precetto di Mt 6,33 e Lc 12,31 4) frammenti di cui è specificato il vangelo e che NON è fra quelli canonici → reliquie di vangeli composti prima della formazione del canone NT, provenienti dal giudeocristianesimo. Vangelo degli Ebrei, Vangelo dei Nazarei e Vangelo degli Ebioniti Appartenente anch’esso a un gruppo emarginato ma differente dai giudeocristiani è il • Vangelo degli Egiziani (II sec. Egitto) → Origene lo descrive come un testo usato da eretici. Clemente Alessandrino dice che poteva avere interpretazione encratica o ortodossa: es. “fino a quando la morte sarà potente?” Gesù:”Fino a quando voi donne partorirete” - per gli enratici invito a interrompere il circuito nascita-morte con l’astinenza sessuale - per gli ortodossi inteso come una semplice constatazione dell’ordine naturale delle cose • Vangelo di Pietro → ne è stato ritrovato un frammento nel 1886 nella tomba di un monaco in Alto Egitto. Dimostra conoscenza dei vangeli canonici ma rielaborati con proprie tradizioni orali. + accentuata polemica antigiudaica Non sembra contenere niente di eretico • Vangelo di Tommaso → scoperto nella biblioteca gnostica di Nag Hammadi - composto da 114 detti di Gesù - composto in Siria nella metà del II sec. Sia nel Vangelo degli Egiziani, sia in quello di Tommaso → grande rilievo dato al dialogo di Gesù con donne, in particolare con Maria Maddalena. Fra i vangeli apocrifi vi sono quelli composti col fine di sapere più cose su Gesù di quanto si potesse ricavare dai canonici. Poichè i canonici avevano trattato dettagliatamente la vita pubblica di Gesù, agli apocrifi restava solo il periodo dell’infanzia di Gesù → vangeli dell’infanzia Il più famoso dei vangeli dell’infanzia è il Protoevangelo di Giacomo/Nascita di Maria → qui è narrata la nascita prodigiosa di Maria, la sua educazione, il fidanzamento con Giuseppe, l’annuncio, prova delle acque amare, verifica della verginità, strage innocenti, uccisione di Zaccaria Poi vi è il Vangelo dell’infanzia di Tommaso (infanzia di Gesù fra i 5 e i 12 anni) → qui Gesù si dimostra un taumaturgo, nel bene e nel male (morte o cecità attendono chi si oppone al suo volere infantile) II. LETTERATURA ERETICA 1. Marcione. Gli gnostici Il concetto di eresia viene riconosciuto solo al termine di un processo storico. Il moltiplicarsi di autori e opere eretiche è sintomo di fermento e vitalità della crescita del cristianesimo nei secoli II e III. Graduale diffusione del cristianesimo nel Mediterraneo → progressivo spostarsi del centro di gravità da componente giudeocristiana a etnocristiana (convertiti dal paganesimo) → questo fece aumentare la sensibilità antigiudaica e si passò alla messa in discussione della validità stessa della Scrittura ebraica (AT). Marcione, rilevando le contraddizioni tra AT e NT distinse il Dio geloso e vendicativo di Israele dal Dio sommo e buono del NT. Marcione organizzò una sua chiesa saldamente unitaria. Altro esito → tendenza sincretista (ovvero tendenza degli etnocristiani as abbracciare la nuova fede senza però dismettere del tutto le antiche convinzioni religiose) → da qui nacque lo gnosticismo: - distinzione fra Dio di AT e Dio di NT - concezione negativa del mondo materiale e corporeo = negazione della resurrezione finale dei morti + negazione dell’incarnazione di Cristo (docetismo) - convinzione che gli gnostici ospitassero dentro di sé un seme di origine divina desinato a prendere coscienza di sé e liberarsi della prigionia del corpo → questa l’unica risurrezione Gli gnostici erano frammentati in conventicole di elitè culturale, depositari di una rivelazione divina di livello superiore. Marcione non scrisse molto. - Antitesi: mette a fronte affermazioni del AT e NT col fine di rilevare distinzione tra i due dei - Instrumentum: canone di scritti neotestamentari depurati dalle presunte interpolazioni in senso giudaico Gli gnostici scrissero molto → conosciamo le loro opere principalmente grazie ai polemisti agnostici + altra fonte più recente è una documentazione scoperta nel 1946 in Egitto di testi scritti originariamente in greco ma giunti a noi in copto: 13 codici papiracei con 53 opere. Grandi maestri gnostici del II secolo furono Basilide, Carpocrate, Valentino, Tolomeo ed Eracleone. Gli gnostici hanno il merito di aver tentato la prima coerente organizzazione dottrinale dei dati forniti dalla tradizione cristiana + aver dato inizio all'interpretazione sistematica della Scrittura. IV. LETTERATURA APOLOGETICA 1. Inquadramento generale II sec. → presa di coscienza da parte dei pagani della minaccia rappresentata dai cristiani - rifiuto di riconoscere divinità tradizionali - rifiuto di associarsi col culto dell’imperatore La tolleranza concessa ai giudei (etnicamente compatti e specificati) non poteva essere estesa ai cristiani, perché questi venivano percepiti diversi dai giudei, in quanto si presentavano privi di unità etnica + si diffondevano negli strati più modesti della società + maggiore zelo missionario Ai cristiani quindi era additata accusa di ateismo e di lesa maestà → che li rendevano passibili di condanna a morte. Alle accuse ufficiali si aggiungevano quelle popolari di immoralità e inoltre quelle degli intellettuali che ritenevano il cristianesimo una religione rozza e da ignoranti. A proposito di queste ultime accuse, il medioplatonico Celso nel 180 scrisse una vera confutazione e la indirizza contro i cristiani: l’Alethes Logos (Discorso veritiero) → dove riunisce letture e contatti personali. Reazione della chiesa: Contro i pericoli interni → reazione ideologica, precisando la dottrina ufficiale in opposizione a quelle incompatibili o eretiche + reazione disciplinare, irrigidendo struttura gerarchica e liturgica Contro i pericoli esterni maggiore difficoltà: Riguardo alle persecuzioni dei cristiani vi era grande discrezionalità e inoltre il rescritto di Traiano aveva prescritto di non perseguirli se non dietro accusa nominativa = cristiani al riparo da persecuzioni generalizzate. Ambiguo stato di cose → forte disagio → spinsero alcuni cristiani di buona cultura a rivolgersi direttamente alle autorità in difesa della propria fede: questi sono chiamati apologisti Questi apologisti nei loro scritti sono impegnati su più fronti: - dibattito dottrinale interno al cristianesimo → opere antieretiche - dibattito contro i pagani su punti di interesse: demoni, monarchia divina, anima, risurrezione ecc. - polemica contro i giudei → infatti ormai cristiani e giudei sono realtà a sé e sono in opposizione Sopravvivenza delle opere apologetiche si deve ad Areta, metropolita di Cesarea che le fece trascrivere in un codice oggi conservato a Parigi. Caratteri comuni degli scritti apologetici: - contro le accuse ufficiali → si oppone il diritto dei cristiani ad essere sottoposti a giudizio NON solo in base al nome ma producendo accuse specifiche • Supplica per i cristiani: è una difesa basata sull’esposizione della dottrina cristiana, la prima di incipiente carattere trinitario! → affianca al Dio Padre e al Logos Figlio, lo Spirito Santo + alla fine vi è una parte di accusa contro la religione pagana, che lui dice ispirata dai demoni • Sulla risurrezione dei morti: il dogma della resurrezione finale dei morti era uno dei punt che più provocava la ripulsa degli avversari. Nel II sec. Questo dogma è presentato come difesa della resurrezione della carne e infatti questa opera di Atenagora è una difesa della restaurazione integrale del corpo → afferma che, essendo l’uomo formato da corpo e anima, in vista del giorno del giudizio bisogna che il corpo risorga per partecipare del premio o punizione. La dimostrazione è fondata sul ragionamento, modo di discorrere pacato → Atenagora cerca di convincere piuttosto che di contrapporsi frontalmente all’avversario. 6. Teofilo di Antiochia Sesto vescovo di Antiochia. Eusebio di lui ricorda il Contro Marcione e il Contro Ermogene (opere importante perché Ermogene era un cristiano che, per spiegare esistenza del male nel mondo, si serviva del concetto platonico di coeternità della materia (per questo Teofilo lo definisce eretico); concezione che rintracciava nella Genesi dove si parla di terra “informe” e quindi pensò al caos della materia increata; prima di lui infatti i cristiani non si spiegavano la derivazione della materia dal nulla → fu proprio Teofilo a fissare il dogma con quest’opera) - Ad Autolico: tre libri in cui discute con amico pagano Autolico della natura e conoscenza di Dio. 7. A Diogneto Un testo giunto nel codice di Areta, di cui non si conosce autore, luogo o tempo. Qui l’autore risponde alle domande postegli dall’amico Diogneto, fra le quali una in particolare: perché la religione cristiana sia apparsa tanto tardi. La risposta rappresenta la grande novità ideologica del testo: il Figlio di Dio ha rivelato il messaggio cristiano con voluto ritardo, così che gli uomini si convincessero della loro impotenza al fine di conseguire la salvezza → qui appare una sfiducia nella ragione umana + una assoluta superiorità ontologica dei cristiani, che costituiscono l’anima del mondo. VI LA LETTERATURA ALESSANDRINA 1. Il giudeoellenismo Giudeoellenismo = tentativo di rendere compatibili, in ambito religioso e culturale, giudaismo ed ellenismo → grazie alla interpretazione allegorica della Scrittura ebraica. Traduzione della Scrittura ebraica in greco = la Settanta → principale produzione scritta nata da questo incontro. Ma importanti sono anche opere come la Lettera di Aristea, la Sapienza di Salomone, il Terzo libro dei Maccabei e le opere di Filone di Alessandria. Filone cercava di accordare la tradizione giudaica con quella greca, ma il suo progetto fu interrotto tra I e II secolo con le grandi guerre del mondo giudaico e la diaspora, che spinse i giudei rimasti a un ripiegamento su loro stessi. I cristiani ripresero sia il testo dei Settanta, sia le opere di Filone, ma queste ultime solo in ambienti cristiani di Alessandria culturalmente sensibili. Due aspetti dottrina filoniana: - dottrina del Logos - prassi ermeneutica (interpretazione dei testi, fondata sulla tecnica allegorica) 2. Le origini del cristianesimo alessandrino Carenza di documentazione riguardo alle origini di Alessandria cristiana. Ne veniamo a conoscenza al tempo della crisi gnostica, in quanto i maggiori rappresentanti dello gnosticismo furono alessandrini. Per quasi tutto il II sec., fino all’episcopato di Demetrio, la chiesa di Alessandria risulta poco organizzata e poco coesa → frazionamento della comunità in gruppi ristretti (chiese domestiche) Importante la scuola di Alessandria, detta didaskaleion: inizialmente non era controllata dal vescovo e quindi si trattava di insegnamenti privati (di Panteno e Clemente) → solo con Origene e la sua divisione della scuola in due livelli si parla di scuola ufficiale di istruzione cristiana. + prima di Demetrio nessun controllo episcopale sull’insegnamento 3. Panteno e Clemente Poco o nulla sappiamo di Panteno. Clemente fu ateniese di nascita ed esercitò il suo magistero ad Alessandria, che poì abbandonò si pensa a causa della persecuzione di Settimio Severo. Opere di Clemente: • Hypotyposeis andata perduta, temi di natura esegetica e argomento teologico opere superstiti divise in due gruppi: uno destinato alla diffusione esterna e quindi più elaborato (Protrettico, Pedagogo, Quale ricco si salva?) e l’altro di uso più intimo, forse insegnamento (Stromateis) • Protrettico: si inserisce nella letteratura protrettica (che tende a esortare, invitare, in questo caso ovviamente alla filosofia cristiana) → tramite luoghi comuni antipagani Ma permane uno spirito di fiducia nella possibilità di dialogo fra religione cristiana e cultura greca. • Pedagogo: diviso in tre libri, introduzione alla pratica della fede. Parla dell’obbligo ad un rigore morale superiore e definisce Cristo come il divino pedagogo. I libro → ribadisce che Dio è uno solo, contro pensiero gnostico (Dio dell’AT = Dio del NT) + descrive la triplice azione del Logos divino: invita alla salvezza (protrettico), insegna a vivere rettamente (pedagogo) e istruisce ad approfondire la conoscenza della verità (forse Stromateis?). Altri due libri trattano di problemi morali spiccioli. • Quale ricco di salva?: qui si rivolge al suo pubblico di cristiani di alta condizione, che si interrogavano sulla compatibilità dell’essere ricco con l’essere cristiano. Clemente risponde che le parole di Cristo in Mc 10,14 (Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: "Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!") devono essere interpretate allegoricamente = usare i propri beni liberamente a beneficio dei fratelli meno fortunati. • Stromateis: tema dell’approfondimento della conoscenza della verità. Ampio scritto in 8 libri su argomenti più disparati, ma la finalità di fondo è → innalzare il livello di istruzione del cristiano portandolo alla VERA GNOSI (forma di conoscenza superiore di origine divina). I vari argomenti trattati in quest’opera hanno 2 denominatori comuni: - continua polemica contro i dottori della gnosi eretica (funzione antignostica) - discorso passa continuamente da sapienza “barbara” a sapienza greca = la fede cristiana di Clemente sa trarre alimento anche dai prodotti migliori della sapienza greca Nonostante antignosticismo, Clemente è profondamente influenzato dal modo di articolare il discorso dei dottori gnostici, cosa che vedremo nel… • Estratti da Teodoto: raccolta di testi dello gnostico Teodoto che presentano la riflessione gnostica al più alto livello di elaborazione + intermezzi di osservazioni critiche di Clemente → fra le due parti c’è totale omogeneità del modo di esprimersi Clemente aveva grande conoscenza di Filone di Alessandria → con lui condivide il progetto di servirsi della strumentazione concettuale offerta dalla filosofia per un'interpretazione del testo sacro mirata a scendere in profondità. Fra Clemente e Filone, due forti connessioni: - convinzione che la Scrittura nasconda il suo vero significato sotto il velo della lettera e servisse la tecnica dell’allegoria per svelarlo - tema del Logos: il Logos, impersonale in Filone, con Clemente si è storicizzato e umanizzato in Cristo. Ma rimane la sua funzione di mediatore, il suo essere immagine di Dio in quanto Dio. 4. Origene: la vita Non abbiamo notizie sull’eventuale rapporto fra Origene e Clemente, anche se probabile. E’ sicuro però che Origene conoscesse gli scritti sia di Clemente, sia di Filone e che condividesse il suo progetto di formare un élite di cristiani cattolici da contrapporre a quella degli gnostici. Situazione della chiesa di Alessandria: Demetrio, primo vescovo di Alessandria progettava un accentramento dell’attività della chiesa intorno al,la sua persona = non supportava il progetto divisivo di Origene e nemmeno la progressiva crescita della sua personalità che rendeva difficile controllarlo. Origine è il primo personaggio di lingua greca nella storia della chiesa di cui conosciamo biografia. Ne parla Eusebio di Cesarea nel VI libro di Storie della chiesa. Origene nasce nel 185 ad Alessandria da famiglia cristiana; il padre morirà martire sotto Settimio → Origene, maggiore dei fratelli, dovette provvedere alla famiglia e si mise a insegnare. Poi comincia attività catechetica = inizia rapporto con l’episcopato Studia anche la filosofia presso Ammonio Sacca per far fronte alle richieste di pagani colti o gnostici. Poi divisione della scuola in due gruppi: quello dei principianti, affidato al filosofo Eracla, e quello superiore affidato a Origene = a causa del sovraffollamento della scuola e anche per il suo progetto di voler formare un élite di cristiani colti. Fece vari viaggi col crescere della sua fama: in Arabia, in Palestina ecc. Durante un viaggio verso la Grecia, nella sosta in Palestina, due suoi amici vescovi lo ordinarono presbitero (233) = rottura con Demetrio, che non tollerò l’ordinazione fuori diocesi del suo catechista. Condanna disciplinare voluta da Demetrio ma mai messa in atto poiché Origene era fuori dal territorio. Durante la persecuzione di Decio (250), Origene confessò la fede e dovette morire intorno al 253. 5. I trattati di Origene Origene ha dettato un numero sterminato di opere → una lista è contenuta nella lettera 33 di Girolamo. Tranne qualche maggiore cautela all’interno delle omelie, riguardo a tematiche esoteriche, non si riscontra nessun ripensamento da parte di Origene riguardo al suo pensiero. Opere NON esegetiche: • Stromateis: qui confronta le dottrine cristiane con l’insegnamento dei filosofi (perduta) • Sulla risurrezione: riprende argomento della risurrezione e propone teoria per cui non risuscita la carne fisica, ma un principio corporeo interno e individuale che assicura identità del corpo in un sostrato diverso da quello terrestre. (perduta) • I principi: sulla ricerca e discussione degli archai, ovvero i principi dell’essere: - incorporeità di Dio - concetto di generazione eterna del Logos ("Beato colui che sempre è generato da Dio. Non una volta sola, dico, il giusto viene generato da Dio, ma viene generato in ogni opera buona, perché in tale opera Dio genera il giusto. […] ”) - dottrina delle tre ipostasi: ovvero le tre individualità di Padre, Figlio e Spirito Santo (ipostasi = “sostanza”, Trinità in quanto sostanze assolute e di per sé sussistenti) VII INIZI DELLA LETTERATURA CRISTIANA IN LINGUA LATINA 1. I primordi e le traduzioni bibliche Solo nella seconda metà del II secolo si ha un inizio di attività letteraria in lingua latina. Questo perché i primi centri di irradiazione del messaggio cristiano si trovavano in oriente, che ebbe contatto in occidente solo con Roma (dove comunque le comunità create erano composte quasi totalmente da orientali che parlavano greco). Greco = lingua ufficiale delle comunità cristiane anche in occidente. Ma sorge sempre più il problema della lingua = iniziano le prime traduzioni, inizialmente di testi popolari come i vangeli e Paolo, poi anche l’AT (la Settanta). Tutto questo materiale (veterae) sarà poi condannato alla sparizione e sostituito dalla Vulgata di Girolamo. Carattere comune di queste traduzioni = aderenza fedele all’originale, a volte anche forzando il latino stesso. Adozione da parte dei cristiani di lingua latina di molti termini greci come baptisma, apostolus, eucharistia ecc. che costituirono il nucleo di una lingua tecnica: il latino dei cristiani. 2. Minucio Felice In Africa romana abbiamo la prima vera e propria fioritura della letteratura cristiana latina. Questo perché il Africa il greco NON era molto diffuso e quindi i cristiani iniziarono subito ad esprimersi in latino. Il più antico documento cristiano in lingua latina sono gli Acta martyrum Scillitanorum (180) Dopo questo abbiamo l’Octavius di Minucio e l’Apologeticum di Tertulliano. Octavius di Minucio: Opera in forma dialogica, dove Minucio vuole instaurare un clima di apertura verso gli interlocutori → personaggi sono l’autore stesso e due colleghi, suoi amici: il pagano Cecilio discute contro il cristiano Ottavio, mentre a Minucio spetta il giudizio conclusivo. Cecilio elenca varie accuse a danno dei cristiani (immoralità, ignoranza ecc.) ma soprattutto sottolinea l’assurdità della dottrina della resurrezione dei morti → sulla scia dello scetticismo crede infatti che non fosse possibile conoscere i misteri dell’universo. Ottavio risponde dimostrando la provvidenza e l’esistenza di un unico Dio + confuta le accuse di Cecilio, insistendo sulla superiorità morale della vita dei cristiani e sull’eroismo del martirio. Alla fine Cecilio si dichiara convinto. Stile: vi è l’influsso di Cicerone e Seneca. La raffinata elaborazione formale dell’opera eleva di molto l’apologetica di lignua latina al di sopra di quella greca → canone di dignità letteraria 3. Q. Settimio Fiorente Tertulliano L’opera di Tertulliano segnò l’esperienza decisiva per il progresso della dottrina e cultura del cristianesimo africano. Tertulliano nasce a metà del II sec. a Cartagine: si convertì al cristianesimo e fu anche presbitero, poi si avvicinò al montanismo e alla fine creò una sua setta, detta dei tertullianisti. Opere principali: • Apologeticum: qui parla dei rapporti fra cristiani e impero, respingendo le accuse di immoralià e affrontando anche l’argomento giuridico (dimostra la contraddittorietà della normativa di Traiano) Estende poi la sua polemica in ambito dottrinale: rivela la differenza tra Logos stoico (impersonalmente immanente nel mondo) e Logos cristiano (personalmente preesistente accanto a Dio) Opera di grande vis polemica, che cerca lo scontro. Periodi brevi e concettosi, per dare effetto espressivo e violento. • Ad Scapulam: lettera aperta indirizzata al governatore d’Africa Scapula, ostile ai cristiani. Qui ribadisce la differenza fra l’ossequio che si deve all’imperatore e l’adorazione rivolta a Dio. + afferma inutilità della violenza contro i cristiani, poiché il martirio non li spaventa e inoltre suscita ammirazione nei pagani. Per quanto riguardo gli scritti contro il nemico interno, ovvero l’eretico: • de praescriptione: praescriptio = obiezione di carattere preliminare - respinge in toto l’interpretazione eretica del testo sacro affermando che solo la chiesa cattolica poteva fornire l’unica autentica interpretazione della Scrittura. • adversus Marcionem: lo scritto più impegnativo contro gli eretici, in 5 libri - combatte la distinzione marcionita del Dio giusto dell’AT e il Dio buono del NT → afferma che il Dio di Cristo (NT) è lo stesso Dio della tradizione giudaica - combatte dottrina docetista - analizza la Scrittura marcionita (Vangelo di Luca + 10 lettere di Paolo) affermando che questa selezione è insostenibile sia filologicamente sia concettualmente. • adversus Hermogenem: confuta la dottrina di Ermogene (coeternità della materia con Dio) e lo fa servendosi dell’omonima opera di Teofilo • adversus Praxean: Prassea aveva diffuso in Africa l’eresia monarchiana (unità del concetto di Dio e negazione della Trinità e della natura divina di Cristo) - Tertulliano oppone alla monarchia l’economia (oikonomia) ovvero affermazione che Dio è SI unico per sostanza e operazione MA articolato nelle tre persone di Padre, Figlio e Spirito Santo Opere di destinazione antignostica: • de carne Christi • de resurrectione mortuorum • de baptismo: contro le obiezioni degli gnostici in merito all’efficacia del battesimo - contiene particolari sullo svolgimento del rito e anche una ricca tipologia battesimale • de anima: appartiene al periodo montanista ed è un argomento filosofico (primo trattato cristiano di argomento fondamentalmente filosofico) - Tertulliano afferma la corporeità dell’anima e rifiuta la dottrina platonica della preesistenza dell’anima rispetto al corpo - sostiene il traducianismo: anima era trasmessa insieme al corpo dai genitori ai figli tramite la generazione - alla fine dell’opera sostiene che l’anima, nel periodo fra la morte del corpo e la risurrezione alla fine del mondo, attenda nell’Ade (tranne le anime dei martiri che vanno direttamente in paradiso) Opere su questioni disciplinari e morali: emergono posizioni estremiste e rigidità • de corona: • de spectaculis: condanna ogni genere di giochi, ginnici, teatro, circo • de cultu foeminarum: impone alla donna grande modestia interiore, “tu es diaboli ianua” (donna, tu sei la porta del diavolo) • de virginibus velandis: // E’ importante considerare che durante la quotidianità i cristiani cercavano di adattarsi alla vita cittadina, evitando opposizioni decise se non in casi di evidente incompatibilità morale o religiosa. In Tertulliano riscontriamo questo contrasto tra un intransigente rigorismo e una realistica apertura al mondo esterno. Il rigore di Tertulliano si accentua col passaggio al montanismo: nelle opere più tardi infatti, e culminando nel de pudicitia (220) Tertulliano arriva a formulare che il testo sacro condanna tutto ciò che non approva esplicitamente, Nel de ieiunio adversus psychicos, difende la pratica montanista dei rigorosi digiuni che i cattolici rifiutavano. Senso della misura e del limite fu totalmente sconosciuto da Tertulliano, spinto a rifiutare ogni compromesso insistendo sulla contrapposizione polemica piuttosto che sull’aspirazione positiva alla pace e amore. Stato di continua tensione, ricerca del paradosso → spesso finiva in contraddizione con se stesso e arrivava anche ad allontanarsi dalla stessa Scrittura che diceva di voler difendere. Ambito letterario → grande sviluppo Tertulliano, oltre alla forma stilistica tacitiana, trasferisce nelle lettere cristiane di lingua latina il genere del trattato filosofico. Ampio uso di fonti greche. 4. Tascio Cecilio Cipriano Ricordato come grande letterato e come martire dalla biografia Vita Cypriani del diacono Ponzio. Nato a Cartagine ha una completa istruzione scolastica e si converte al cristianesimo verso il 246. Diventato presbitero, fu eletto vescovo di Cartagine durante la persecuzione di Decio (250). 257 persecuzione di Valeriano, Cipriano fu arrestato e l’anno successivo decapitato. Nel passaggio da paganesimo a cristianesimo scrive due opere apologetiche: • ad Donatum: contrapposizione fra vita pagana e cristiana • ad Demetrianum: qui, nella contingenza della crisi dell’impero romano fra guerre e pestilenze, sviluppa il tema della vecchiezza del mondo e del suo impoverimento morale e materiale, con accenti che riflettono l’attesa apocalittica della venuta dell’Anticristo e della fine del mondo. Due florilegi biblici: • Testimonia ad Quirinum: raccolta in tre libri, con struttura elaborata nella successione dei temi in cui vengono ripartiti i passi biblici selezionati - illustra i contrasti fra cristiani e giudei • ad Fortunatum de exhortatione martyrii: per confortare i cristiani minacciati dalla persecuzione Fra queste due opere si inserisce la persecuzione di Decio, evento più drammatico che Cipriano dovette affrontare e che costituì un pericolo per l’unità della chiesa. Problema dei lapsi (=caduti): cristiani che sotto minaccia della persecuzione avevano compiuti riti di adorazione verso dei pagani → ma che volevano essere riammessi nella comunione della chiesa Per farlo spesso di servivano delle raccomandazioni dei confessores, cristiani che erano rimasti fedeli e avevano patito tortura o prigione e che quindi godevano di prestigio nella comunità. Durante la persecuzione Cipriano si era ritirato in luogo sicuro e aveva mantenuto contatti con la chiesa di Roma. Alla morte di Decio (251) scrisse il de lapsis: rivendicava alla gerarchia ecclesiastica l’amministrazione di penitenza e perdono + punizione rapportata all’entità della mancanza del singolo Questo stato di crisi, che aveva messo a dura prova la chiesa, ispirò a Cirpiano il: • de catholicae ecclesiae unitate: qui spiega la sua concezione della chiesa, ovvero l’unico mezzo di salvezza. Anche se frammentata in comunità sparse per il mondo era un corpo unitario, in quanto membra del corpo di Cristo. Eresia e scisma corrompono l’unità. La gerarchia assicura unità e in particolare il vescovo. Sue opere sono: Contro Marcello e Sulla verginità. In quest’ultimo NON elogia la verginità ma spiega in cosa consista, con particolari medici e fisiologici. 3. Basilio di Cesarea di Cappadocia La Cappadocia fu cristianizzata a partire dal III secolo, per impulso soprattutto di Gregorio il Taumaturgo. Basilio nasce nel 350 a Cesarea di Cappadocia e ricevette formazione religiosa e letteraria. Durante i suoi viaggi ricevette il battesimo e inizia l’impegno ecclesiale: inizialmente lettore per vescovo di Cesarea, poi diventa vescovo lui stesso nel 370. Grandi operazioni: - riordina la vita monastica, stabilendo regolari ritmi di preghiera e lavoro - intensa attività caritativa: fondò la Basiliade, un sobborgo di Cesarea adibito a città ospedaliera e assistenziale. Situazione nella politica religiosa in oriente: agli estremi opposti ariani radicali (anomei) VS niceni intransigenti (veteroniceni) al centro vi era la maggioranza dell’episcopato orientale (omeusiani) fra cui Basilio La posizione intermedia di Basilio gli procurava ostilità sia da destra sia da sinistra. Scritti di ambito dottrinale: • Contro Eunomio: contesta che l’aghennesia (l’essere ingenerato) fosse qualità distintiva della divinità, così che il Figlio, in quanto generato dal Padre non poteva parteciparvi. Afferma invece che il Figlio, pur essendo generato, è partecipe di tutte le prerogative del Padre. Accosta lo Spirito Santo al mondo delle divinità. • Sullo Spirito Santo: qui conferma che lo Spirito Santo deve essere considerato partecipe della divinità come il Padre e il Figlio. Epistolario: grazie a questo possiamo seguire l’attività dottrinale di Basilio. Problema di come conciliare l’homoousios niceno con la dottrina delle diverse ipostasi del Padre, Figlio e Spirito Santo. Basilio lo risolve per punti: 1) simile secondo la sostanza (homoios kat’ousian) degli omeousiani = assegnava a ousia e ipostasi lo stesso significato e quindi affermava ousie e ipostati distinte tra Padre e Figlio 2) cambiamento: ousia comune a Padre e Figlio, ovvero la divinità, mentre ognuno dei due si specifica per la propria realtà individuale. (uguale ousia, diversa ipostasi) Però nel Credo Niceno sia ousia che ipostasi erano le stesse in Padre e Figlio. 3) Qui sostiene che nel Credo Niceno ousia e ipostasi abbiano significati distinti 4) Formula completa: neonicenismo → l’unica ousia (= essenza, natura) definisce la divinità comune alle tre ipostasi; esse si specificano l’una nei confronti dell’altra per realtà individuale. Poichè non amava la forma del trattato, fu in forma omiletica anche l’attività esegetica: • Sull’esamerone: dedicata all’interpretazione di Gen 1, sulla creazione del mondo e dell’uomo in 6 giorni. L’iinterpretazione del testo è completamente letterale, si pensa perché, dato l’argomento così importante, volesse “proteggerlo” dai manichei che lo utilizzavano ai fini della loro polemica antiecclesiale. Per quanto riguarda le omelie connesse con l’attività pastorale, Basilio parlò del tema dell’usura, dell’uso della ricchezza (descrive chi è oppresso dalla carestia), dei vizi e soprattutto panegirici in onore dei martiri. Nello scritto Esortazione ai giovani sui modi di trarre profitto dalla letteratura pagana dice di ritenere utile la scuola fondata sugli scrittori classici come Omero, Tucidide ecc. ma che fosse importante scegliere un maestro cristiano che operasse sugli autori classici una selezione da Basilio stesso auspicata. Enorme corpus epistolario (più di 300 lettere) tramite cui possiamo venire in contatto con la sua ampia personalità di uomo politico, uomo di chiesa e uomo di dottrina. Dal momento che prese le parti del vescovo di Antiochia Melezio, gli resto sempre fedele: Basilio fu NON soltanto la mente teologica del fronte meleziano ma anche l’effettivo artefice della sua politica. + fu il leader capace di dare consistenza insieme dottrinale e politica alle fragili file del neonicenismo. 4. Gregorio di Nazianzo Nasce in Cappadocia nel 330. Suo padre fu vescovo e all’ordinazione presbiterale Gregorio reagì con la fuga, che giustifico nel Apologia per la fuga. Rifiutò anche altre cariche, ad esempio l’essere vescovo di Sasima, mentre invece accettò di dirigere la piccola comunità antiariana di Costantinopoli. Il suo carattere fu mobile e instabile, cosa che lo rese propenso all’oratoria e alla poesia. • Discorsi teologici: sono 5, fatti durante il soggiorno a Costantinopoli durante la controversia ariana - introduzione del contrasto - trattazione natura di Dio: polemica con Eunomio → Nazianzo ribadisce che l’uomo può riconoscere l’esistenza di Dio ma NON la sua natura, che gli è preclusa - rapporto tra Padre e Figlio, propone la soluzione di Basilio del rapporto fra unica sostanza divina e le tre ipostasi - sullo Spirito Santo, di cui Gregorio afferma la piena divinità Vera originalità di Gregorio nella polemica contro Apollinare (in due lettere). https://luis- apologeticon.blogspot.com/2014/09/lapollinarismo-un-cristo-non.html Apollinare sosteneva l’unicità della natura di Gesù, affermando la sua anima unicamente divina e non umana (non razionale) e quindi immune al peccato dell’uomo. Gregorio risponde che se così fosse Gesù non avrebbe potuto partecipare interamente della redenzione → invece per poter redimere i peccati originali dell’uomo, il Logos divino ha assunto un’umanità completa, perciò NON priva di ragione. = grande sicurezza con cui Gregorio sa distinguere in Cristo l’unicità del soggetto dalla duplicità della natura • Invettive contro l’imperatore Giuliano: sono piene di violenza contro tutti gli aspetti della personalità dell’imperatore e della sua opera, probabilmente a causa del terrore che Gregorio aveva per il suo progetto di rivitalizzare il paganesimo. • Apologia per la fuga: qui coglie l’occasione per aggredire i religiosi indegni, accusandoli di aver abbracciato il loro stato solo per i benefici materiali che ne ricavano. Scrive anche vari elogi, come quello funebre per Basilio e varie lettere, in un epistolario di 245 pezzi. Scrive anche molta poesia, 18.000 versi in 400 composizioni molto varie per argomento e i metri preferiti sono l’esametro dattilico e il trimetro giambico → divise in due categorie: - poesie di argomento teologico (dottrinale e morale) - argomento storico (sul poeta stesso o altre persone) Ricordiamo il poema Sulla sua vita → contiene notizie importanti per ricostruire l’andamento del concilio di Costantinopoli del 381. 5. Gregorio di Nissa Fratello minore di Basilio, nasce intorno al 335 e ebbe formazione cristiana, curata soprattutto dalla sorella Macrina con cui ebbe legame fortissimo. 372 Basilio lo consacrò vescovo di Nissa ma Gregorio fu arrestato dai filoariani → Basilio lo fa evadere Contribuì col Nazianzeno al recupero dei veteroniceni e fu uno dei protagonist del concilio del 381. Come il Nazianzeno, Gregorio fu inetto nella lotta politica e si dedicò alle lettere, anche se le sue qualità rimasero latenti finché visse il fratello. Scrisse due opere di confutazione: • Contro Eunomio: analitica e prolissa confutazione della risposta di Eunomio al Contro Eunomio basiliano Opera di enorme mole in cui sono confermati gli esiti della riflessione trinitaria di Basilio e del Nazianzeno. • Antirrethicus adversus Apollinarium: opera antiapollinarista → qui Gregorio afferma che il Cristo di Apollinare, con la sua carenza di intelletto umano, risulta né pienamente dio né pienamente uommo (composto confuso) → Nisseno gli oppone la dottrina del Nazianzeno delle due nature complete e distinte. • Grande discorso catechetico: strumento didattico per i catechisti, in cui Nisseno opera una sintesi dei punti principali della dottrina cristiana. Qui vi è l’ambizione di sviluppare il discorso soprattutto in senso filosofico, con il minimo ricorso alla testimonianza della Scrittura (si avvicina a Origene) → questo in funzione apologetica, in modo da rispondere ai pagani con una risposta a essi adeguata. • Dialoghi sull’anima e la risurrezione: dialogo di ambientazione familiare, ispirazione platonica, in cui Nissena dialoga con la sorella Macrina sulla natura e il destino dell’anima. • Vita di Macrina: la prima biografia cristiana femminile. Qui è centrale la concezione per cui le donne, superata la “debolezza naturale” con lo studio della filosofia, posso essere rappresentate. Macrina è ritratta come il modello della perfezione cristiana che, “grazie alla sua filosofia, si è innalzata alle vette più alte della virtù umana”. Nisseno si occupò anche di esegesi. • Sulla formazione dell’uomo: tratta del racconto di Genesi sulla formazione dell’uomo. Qui distingue platonicamente due creazioni: - Gen 1,26-27: creazione dell’uomo a immagine di Dio → umanità nel suo complesso - Gen 2,7: uomo plasmato dal fango della terra → uomo reale nella sua individualità In quest’opera Nisseno rifiuta la dottrina della preesistenza dell’anima, mentre accetta quella dell’apocastasi. • Apologia per l’Esamerone: qui difendo lo scritto basiliano delle critiche. Riguardo all’esegesi, la sua interpretazione del testo biblico fu largamente aperta all’allegoria (come Origene) → infatti per lui l’interpretazione simbolica del testo biblico ha come scopo la finalità ascetica e mistica = ricerca dello SCOPO. Questa prassi ermeneutica a volte forza il significato del testo: una volta individuato nel testo lo scopo (skopos) e il senso spirituale (the oria) si risolve nello sforzo di far scaturire il senso previsto (concatenazione: akolouthia) Interesse di Nisseno per tematiche di argomento ascetico (costumi e abitudini) si riflette in scritti appositi: • Sulla verginità: inquadra l’elogio di questa virtù nella ricerca della contemplazione di Dio • Sul fine del cristiano: guida per il conseguimento della perfezione cristiana D’altra parte, nel IV secolo si erano fatti frequenti i rapporti fra occidente e oriente ma in modo unilaterale, ovvero che solo occidentali viaggiavano in oriente, e scoprivano quanto le lettere fossero rimaste indietro rispetto all’oriente. Mancava un Origene latino, vi era l’esigenza di tradurre dal greco al latino. 2. Rufino Nasce nel 345 a Concordia. Fece parte di un gruppo ascetico in cui era anche Girolamo ma a causa di una lite se ne andò e visse per un po’ in Egitto. Fu ostile alla propaganda antiorigeniana di Epifanio a cui si associò anche Girolamo. Tradusse I principi di Origene , riattizzando la polemica con Girolamo. L’occasione di scrivere fu offerta a Rufino proprio dalla controversia origeniana. Infatti tradusse in latino l’Apologia di Panfilo per Origene, a cui aggiunse una sua appendice (de adulteratione librorum Origenis) in cui cercava di sollevare Origene dalle accuse fatte a I principi. Subito dopo tradusse I principi: nel farlo accomodò la traduzione in vari punti → o quando Origene si esprimeva sulla Trinità in modo subordinante o quando trattava di preesistenza e apocatastasi. + nella prefazione criticò a Girolamo il fatto di aver censurato le omelie di Origene su Isaia nella traduzione. Girolamo reagisce con due lettere: una pubblica di accuse e l’altra privata aperta alla conciliazione → m,a quest’ultima non arrivò mai al mittente. = Rufino replica sentendosi attaccato: • Apologia: in realtà qui più che difendersi, attacca Girolamo, definendolo voltafaccia nei confronti di Origene + muove obiezioni sulla traduzione di Girolamo della Bibbia dall’ebraico, accusandolo di aver declassato il testo sacro dei Settanta e aver fornito materia ai pagani. • Expositio symboli: spiegazione del Simbolo che ogni catecumeno era tenuto a recitare prima di essere battezzato - scrittura semplice e piana • de benedictionibus patriarcharum: interpretazione del testo in cui il patriarca Giacobbe rivolge le ultime parole ai figli (capitolo 49 della Genesi) - esegesi di tipo origeniano, con i tre livelli interpretativi. 3. Girolamo: il significato culturale della Vulgata e dell’attività esegetica Girolamo fu lo scrittore cristiano, insieme a Origene, che con più consapevolezza critica si pose problemi specifici di indole filologica. Nasce a Stridone, fra Dalmazia e Pannonia, nel 347. Studia grammatica a Roma e sviluppa una passione per Virgilio e Cicerone. Dopo essere stato battezzato, anni dopo ad Aquileia attuò un’esperienza di vita monastica con alcuni amici che però finì con un litigio e quindi Girolamo andò in oriente. In oriente apprese il greco e iniziò lo studio dell’ebraico sotto la guida di un giudeo convertito. Divenne presbitero ma continuò la vita monastica. A Roma conobbe Damaso e diventò suo collaboratore, iniziando un progetto di revisione della traduzione latina dei vangeli e del Salterio. Si reca infine a Betlemme, dove fonderà monasteri e iniziative benefiche. Qui si dedicherà alle imprese letterarie fra cui l’opera di traduzione della Bibbia dall’ebraico. La controversia su Origene porterà alla rottura con Rufino. Morì nel 419. L’impresa per cui è noto è la Vulgata: traduzione dell’AT direttamente dall’ebraico in latino: - prima fase: revisione della traduzione latina dei vangeli e del Salterio sulla base del testo greco, - seconda fase: a Betlemme, decise di usare gli Hexapla origeniani per la traduzione dal greco dei libri AT né completò alcuni ma poi concepisce un’altra idea. -terza fase: concepisce l’idea di una traduzione direttamente dall’ebraico giunge all’Hebraica veritas, riconosce il primato del testo originale → mentre invece Origene aveva diffidato dal testo ebraico ritenendo fosse stato manomesso in funzione anticristiana = rivoluzione di Girolamo rispetto all’autorità di Origene! → fornisce nuove priorità: al primo posto il testo ebraico, al secondo la Settanta Nonostante la popolarità odierna, l’iniziativa di Girolamo fu molto criticata all’epoca, soprattutto da Rufino e da Agostino. Agostino sostenne che fosse assurdo voler migliorare con una nuova traduzione il testo a suo tempo scritto da settanta saggi. Scoperta dell’Hebraica veritas = modo personale di strutturare l’esegesi biblica Nel metodo esegetico l’influenza di Origene è preponderante MA Girolamo bilancerà il metodo allegorico con un’accurata analisi filologica basata sugli Hexapla e sulle lezioni del maestro ebreo. Infatti nel 391: Girolamo inizia a scrivere opere di supporto storico-filologico all’esegesi • Quaestiones Hebraicae in Genesim: qui vengono presi in esame i loci biblici e le singole parole nel testo latino e sono confrontati con le lezioni degli Hexapla. Dal 393 Girolamo inizia i commenti ai profeti, e arriva a commentare i profeti maggiori negli ultimi anni della sua vita. Il metodo che usa è il solito: prima il lemma secondo il testo ebraico, poi secondo i Settanta. Traduzione ebraica = interpretazione letterale (storica) Traduzione dei Settanta = interpretazione spirituale (ricavata da Origene) 4. Girolamo: scritti storici, ascetici e polemici Scritti storici: • Chronicon: traduzione e ampliamento della seconda parte della Cronaca di Eusebio • de viris illustribus: debito nei confronti della Storia della chiesa e della Cronaca di Eusebio. Egli è animato dall’intento di mostrare di fronte ai detrattori pagani la maturità delle lettere cristiane. Agostino consiglia a Girolamo, nel caso degli eretici, di specificare i punti dottrinali su cui bisogna dissentire. La notizia più lunga dell’opera è dedicata a Origene. Altra importante aspirazione di Girolamo è quella ascetica, che contempla in vari scritti e anche nelle tre Vite di Paolo, Malco e Ilarione. • Vita Pauli: descrive Paolo di Tebe come il primo eremita e nell’opera è centrale il rapporto fra lui e Antonio, il grande eremita che lo sostituirà, secondo il topos monastico del passaggio di consegne dal più vecchio al più giovane. • Vita Malchi: accentuazione del lato romanzesco. Malco è un siro dedito fin da giovane all’ascesi ma catturato dai saraceni è costretto a sposare una prigioniera (con cui si manterrà casto). I due riusciranno a evadere e entrare in monasteri vicini. Elogio al cenobitismo e al sostegno fra asceti. • Vita Hilarionis: Ilarione considerato il fondatore del monachesimo in Palestina. Opera di tematica ascetica ma più biografica é: • Epitaphium sanctae Paulae: in occasione della morte dell’amica Paola, segue lo schema della laudatio funebris dei latini. Descrizione preziosamente dettagliata, in cui emergono la santità, sensibilità e il rigore ascetico di Paola. Scritti di polemica: rilevanti per le qualità artistiche e l’abilità retorica. • Altercatio Luciferiani et orthodoxi: discussione fra un seguace di Lucifero di Cagliare e un ortodosso sulle condizioni per la riammissione nella comunità cattolica degli ariani • Dialogus adversus Pelagianos: discussione fra un ortodosso e un pelagiano, sulla teoria pelagiana dell’impeccantia = predestinazione e necessità del battesimo per i bambini Trattati polemici in difesa della vita monastica: • Adversus Helvidium de perpetua virginitate beatae Mariae • Adversus Iovinianum • Adversus Vigilantium In tutti questi testi Girolamo affronta la polemica sul primato della verginità rispetto al matrimonio Due invece le opere dedicate alla polemica origeniana: • contra Ioannem Hierosolymitanum:attacco contro il vescovo Giovanni di Gerusalemme, insinuando in lui una fede cripto-ariana → in quanto Epifanio scorgeva in Origene il padre di Ario • Apologia contra Rufinum: risposta all’Apologia di Rufino. Sapiente manipolazione del testo rufiniano, vivacità della lingua e incisività dell’espressione […] XIX. AGOSTINO 1. La vita Agostino nasce a Tagaste nel 345 da genitori cristiani. Da giovane si avvicina al credo dei manichei → Predicava un'elaborata cosmologia dualistica che descriveva la lotta tra il bene e il male rappresentati il primo dalla luce e dal mondo spirituale e, il secondo, dalle tenebre e dal mondo materiale. Attraverso un continuo processo all'interno della storia umana, la luce viene gradualmente rimossa dal mondo materiale e restituita al mondo spirituale da cui proviene e influisce in ogni aspetto dell'esistenza e della condotta umana. Fu maestro di retorica, poi andò a insegnare a Roma e poi a Milano, dove conobbe Ambrogio. La maturazione della sua crisi intellettuale e religiosa ha come momento decisivo la lettura dei libri Platonicorum (Plotino e Porfirio) che lo convinse della realtà spirituale di Dio. Abbandona l’insegnamento per dedicarsi a Dio. Dopo alcuni mesi di vita ritirata a Cassiciaco, nel 387 viene battezzato a Milano. 391 divenne presbitero a Ippona. Morì nel 430. 2. Le conversioni di Agostino e la relativa attività letteraria L’ultimo scritto di Agostino furono le Retractationes (426) → ovvero l’indice ragionato di tutti i suoi scritti in ordine cronologico. Quest’opera fu fondamentale per ricostruire la cronologia della sua opera e la sua comprensione. Durante il ritiro prebattesimale a Cassiciaco, scrisse opere di ispirazione platonica + molto ridotto ricorso alla testimonianza scritturistica. Del platonismo riprende sopratutto la dialettica platonica → raggiungimento del vero attraverso l’unificazione degli opposti dell’affermazione e della negazione. Dopo il battesimo, è accentuata la dimensione specificamente cristiana: • de magistro: afferma che l’unico maestro è Dio, come maestro interiore