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riassunto manuale psicologia generale (Anolli-Legrenzi), Dispense di Psicologia Generale

Riassunto manuale psicologia generale Anolli-Legrenzi. breve e conciso, ma con i giusti focus su specifici argomenti per superare al meglio l' esame di psicologia generale con Federici.

Tipologia: Dispense

2020/2021

Caricato il 10/06/2021

Aurorauni
Aurorauni 🇮🇹

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Scarica riassunto manuale psicologia generale (Anolli-Legrenzi) e più Dispense in PDF di Psicologia Generale solo su Docsity! CAPITOLO 3- SENSAZIONE E PERCEZIONE  La SENSAZIONE è l’ impressione soggettiva e immediata che corrisponde ad una determinata intensità dello stimolo fisico ( manifestazioni delle diverse forme di energia come radiazioni luminose, onde sonore che giungono ai nostri organi di senso). Sono eventi privati e soggettivi di cui solo ciascuno di noi ha esperienza diretta ma possono essere facilmente comunicate ,comprese e confrontate con gli altri grazie alla relazione sistematica stimolo fisico – sensazione : a determinati stimoli fisici corrispondono altrettante sensazioni sul piano psicologico. Ogni sistema sensoriale è sensibile in modo specifico alle manifestazioni e variazioni di una determinata forma di energia fisica, siamo quindi in grado di rispondere solo alle forze per cui disponiamo di apparati recettivi in grado di captarle e riceverle (no radiazioni e raggi x). Per suscitare una sensazione ed essere percepiti gli stimoli devono raggiungere un livello minino detto SOGLIA ASSOLUTA: segna il confine tra gli stimoli recepiti dall’ organismo, SOVRALIMINARI e stimoli non avvertiti ,INFRALIMINARI. E’il valore di uno stimolo che nel 50% dei casi suscita la sensazione corrispondente. Si distingue tra soglia assoluta iniziale: quantità minima di energia capace di produrre una sensazione e soglia assoluta terminale: limite superiore al di sopra del quale la sensazione cessa o cambia natura( diventando doloroso); la variazione di intensità , in aumento o decremento fra due stimoli deve essere sufficientemente elevata per essere colta dall’ organismo, si parla di soglia differenziale : il valore della differenza minima fra due stimoli di diversa entità rilevata nel 50% dei casi. Kant sosteneva l’irrealizzabilità della psicologia empirica poiché non era possibile misurare l’attività psichica; furono studiati diversi metodi psicofisici (che studiano la relazione sistematica tra due variabili: sensazione e stimolazione) per la misurazione della soglia assoluta e differenziale: -METODO DEI LIMITI vengono presentate ripetutamente al soggetto diverse serie di stimoli: infraliminari in ordine ascendente (non percepiti dal più piccolo al più grande) fino a suscitare la sensazione corrispondente e sovraliminari in ordine discendente fino a giungere allo stimolo che non provoca più la sensazione; il valore di soglia assoluta corrisponde allo stimolo che è stato avvertito nel 50% dei casi. -METODO DELL’ AGGIUSTAMENTO si richiede al soggetto di aggiustare in modo continuo il livello di intensità di uno stimolo infraliminare o sovraliminare fino a suscitare in lui una risposta. - METODO DEGLI STIMOLI COSTANTI si presentano al soggetto in modo casuale e ripetuto stimoli con diverse intensità sovraliminari e infraliminari, di volta in volta il soggetto è chiamato a riferire se ha avvertito o meno la sensazione: lo stimolo che ottiene il 50% delle risposte corrisponde al valore di soglia. -MISURAZIONE SOGLIA DIFFERENZIALE si presentano coppie di stimoli con intensità differenti: lo stimolo standard tenuto costante e lo stimolo di confronto che varia di volta in volta. Il soggetto è invitato a riferire se avverte una differenza tra i due stimoli, la soglia differenziale si ha quando nel 50% dei casi vengono avvertite le differenze. Si può incorrere in biases dovuti ad errori: errore del campione( tendenza alla sovrastima dello stimolo standard), errore di posizione( una certa regione spaziale viene privilegiata rispetto ad altre quando gli stimoli sono disposti nello spazio in posizioni diverse). -1834 Legge di Weber: la differenza appena percettibile di due stimoli è una proporzione costante rispetto alla grandezza assoluta di uno stimolo standard. -Successivamente Fechner verificò in che modo la sensazione potesse variare al variare continuo dell’intensità della stimolazione con la Legge di Fechner : all’ aumentare progressivo dello stimolo corrisponde l’ aumentare progressivo della sensazione.( valida per tutte le modalità sensorialia, ma non peri valori estremi più alti o bassi nella scala d’ intensità). -1957 Stevens “psicofisica soggettiva”: i soggetti sono capaci di valutare direttamente l’ intensità di una sensazione associandola ad un numero. -Teoria della detenzione del segnale, evidenzia la sensibilità dell’ organismo nella sua finezza discriminativa: posti davanti ad uno stimolo i soggetti lo rilevano o no, la rilevazione non è un processo automatico è implica sempre una decisione del soggetto che presenta quattro variabili: a. Vero: SI, quando il segnale esiste davvero; b. Falso positivo; SI, quando il segnale non c’è; c. Falso negativo: NO, quando il segnale in realtà esiste; d. Falso: NO, quando il segnale non esiste davvero; Vi sono soggetti più propensi nel prendere decisioni al rischio o alla prudenza. La rilevazione di un segnale dipende dall’ azione congiunta dei processi dal basso verso l’alto(bottom-up):in funzione delle informazioni sensoriali esterne associate agli stimoli ambientali, attivano specifiche aree cerebrali primari. Le informazioni sensoriali sono indispensabili ma insufficienti a spiegare ciò che percepiamo perché caotiche; e dall’ alto verso il basso (top-down) : partono da specifiche aree cerebrali e influenzano l’ attività nervosa dei recettori sensoriali delle diverse modalità in relazione alle conoscenze disponibili nei registri di memoria (credenze, aspettative), colmando gli elementi mancanti negli stimoli sensoriali.  La PERCEZIONE è l’organizzazione immediata, dinamica e significativa delle informazioni sensoriali corrispondenti a una data configurazione di stimoli, delimitata nello spazio e nel tempo. CATENA PSICOFISICA: le sensazioni devono essere integrate nei percetti ,per creare il nostro mondo percettivo, attraverso una sequenza di mediazioni fisiche, fisiologiche e psicologiche( a cui corrisponde sul piano soggettivo la percezione). Il mondo circostante emana continue radiazioni (luminose, sonore o di altra natura) i: stimoli distali; stimoli prossimali: radiazioni che suscitano precise sollecitazioni negli apparati recettivi( energia ambientale raccolta dai recettori e avvertita come stimolo) soggette a continui mutamenti. Se gli stimoli prossimali sono sufficientemente intensi provocano nei recettori interessati una serie di eccitamenti nervosi, trasmessi sotto forma di messaggio a determinate zone cerebrali. La percezione riunisce le riproduzioni dei singoli oggetti combinandole ed organizzandole in un’immagine reale. TEORIE  REALISMO INGENUO i percetti sono una riproduzione della realtà: coincidenza tra la realtà fisica e percettiva che non sempre si presenta come nel caso di figure nascoste ( assenza dell’ oggetto fenomenico, dove uno stimolo presente a livello fisico non si presenta a livello percettivo) o anomale (assenza dell’ oggetto fisico, stimoli presenti sul piano fenomenologico ma non su quello fisico); stimoli reversibili ( vediamo più cose in una figura) o paradossali( vediamo cose che non possono esistere in realtà), illusioni ottiche( disparità tra la configurazione reale degli stimoli e la loro percezione) e contrasti di chiarezza(le superfici incluse riflettono la stessa quantità di luce ma sono percepite come diverse);  TEORIA EMPIRISTA, HELMHOLTZ le esperienze con l’ambiente e l’apprendimento che ne deriva contribuiscono alla percezione: i percetti vengono inconsapevolmente integrati, grazie a meccanismi di associazione ,con le esperienze passate che li “correggono”;  TEORIA DELLA GESTALT si contrappone all’ empirismo. La percezione conduce alla segmentazione del campo in unità distinte, essa è il risultato dell’ organizzazione interna delle forze che si creano tra i componenti di uno stimolo: il campo percettivo si organizza con la distribuzione dinamica delle varie forze, regolate da principi di unificazione, a formare totalità coerenti e strutturate.  Instabilità percettiva: dovuta alla mappatura indeterminata tra un segnale sensoriale e gli eventi fisici da esso scaturiti: si originano più percetti da un singolo stimolo;  Sinonimi sensoriali: più immagini sensoriali generano la stessa percezione. CAPITOLO 4 -ATTENZIONE, COSCIENZA, AZIONE  ATTENZIONE: insieme di dispositivi che consentono di orientare le proprie risorse mentali verso eventi ed oggetti attribuendogli importanza, inibendo le altre informazioni; di ricercare ed individuare in modo selettivo le informazioni per guidare le nostre azioni e mantenere un controllo vigile su ciò che stiamo facendo. Diversi tipi di attenzione:  Attenzione endogena (interna) avviata dalle esigenze personali,implica un orientamento volontario verso uno specifico oggetto/evento. E’ governata da processi mentali (top-down,)dall’alto verso il basso;  Attenzione esogena(esterna) attivata da uno stimolo esterno, regolata da processi (bottom-up) dal basso verso l’alto. Effetto cocktail party: orientamento automatico dell’attenzione che non può essere interrotto, distrae l’attenzione dal compito in corso e non è soggetto a interferenza da parte di un compito secondario;  Attenzione spaziale: quando osserviamo l’ambiente selezioniamo una porzione verso cui dirigere l’ attenzione: solitamente la direzione dello sguardo e quella dell’ attenzione coincidono. Nel fenomeno della “visione periferica” i due processi sono separati, lo sguardo è orientato verso un oggetto e l’attenzione verso un altro;  Attenzione basata sugli oggetti: quando prestiamo attenzione ad un oggetto le sue parti vengono selezionate nello stesso tempo per costituire la percezione nella sua interezza. Ad ogni condizione corrisponde l’attivazione di una differente area cerebrale, ciò che per noi è rilevante di volta in volta viene messo a fuoco costituendo il bersaglio dell’ attenzione. Il fuoco dell’attenzione si muove nello spazio seguendo una traiettoria precisa a velocità costante e ha dimensioni variabili in relazione inversa con l’ efficienza di rilevazione degli stimoli: più è ristretta l’area dell’attenzione, tanto maggiore è l’efficienza cognitiva e viceversa. La velocità, la validità (effettiva individuazione del bersaglio ricercato) e l’ accuratezza nella rilevazione di uno stimolo sono indici di efficacia mentale. Questi indici aumentano in funzione dei nostri interessi: gli stimoli che rispondono ad interessi centrali(primari) sono catturati più velocemente ed accuratamente di quelli secondari ;gli stimoli dotati di rilevanza emotiva, soprattutto quelli negativi catturano e trattengono più a lungo l’ attenzione. Entrano in gioco processi dall’ alto verso il basso che influenzano la rilevazione dello stimolo. Nella rilevazione, lo stimolo subisce processi di elaborazione controllata: lenta e consapevole richiede impegno e attenzione costante su quello che stiamo facendo, non consente lo svolgimento di altri compiti nello stesso tempo ed accompagnata da errori; ed elaborazione automatica rapida e inconsapevole, difficile d modificare, permette di svolgere più compiti nello stesso momento senza l’ apparente controllo del soggetto. SELEZIONE DEGLI STIMOLI: capacità di discriminare ciò che è rilevante in una determinata circostanza.  Selezione come filtro, teoria del collo di bottiglia : subito dopo il registro sensoriale è presente un “collo di bottiglia” dell’ attenzione che filtra gli stimoli sulla base delle loro caratteristiche fisiche, scartando quelli irrilevanti e passando alla successiva elaborazione di quelli salienti (teoria della selezione precoce). Questa teoria non riesce però a spiegare l’ intero processo di selezione degli stimoli in quanto con l’ effetto cocktail party anche stimoli irrilevanti ed inattesi vengono percepiti. Secondo la teoria della selezione tardiva alcuni stimoli hanno una soglia di attivazione più bassa di altri, sono più facilmente e rapidamente rilevabili ,richiedono meno analisi e passano più facilmente attraverso il filtro attentivo per raggiungere la coscienza.  Selezione come ricerca di stimoli: ricerca disgiuntiva, il bersaglio differisce dagli altri stimoli per una sola caratteristica e ricerca congiuntiva, il bersaglio è definito dalla congiunzione di più caratteristiche. La ricerca del bersaglio è quindi associata alla presenza/assenza di una certa caratteristica. L’ attenzione può essere focalizzata , quando la concentrazione su una fonte esclude tutte le altre o divisa, quando prestiamo attenzione a due o più stimoli contemporaneamente: la loro elaborazione è mediocre e parziale e i due stimoli sono in competizione tra loro(inferenza da doppio compito); si deve procedere in qualche modo alla loro elaborazione che può avvenire nello stesso canale (visivo,uditivo): in questo caso ci troviamo in un’ interferenza strutturale. Nella competizione semplice, lo stimolo che riceve più risorse attentive per la sua salienza è analizzato dettagliatamente e conduce all’ attenzione focalizzata; la distribuzione delle risorse attentive può essere influenzata dalla rilevanza e pertinenza agli scopi ed aspettative del soggetto. Quando gli stimoli sono presentati simultaneamente si ha la competizione polarizzata.  COSCIENZA stato particolare della mente in cui si ha consapevolezza della propria esistenza e dell’ ambiente, in una condizione di vigilanza ha sempre un contenuto, siamo sempre consapevoli di qualcosa. La vigilanza è un prerequisito della coscienza che consente la rappresentazione mentale degli oggetti e la pianificazione e il controllo costante delle nostre azioni, ma non è ancora coscienza. La coscienza ha diverse proprietà: 1. CONSAPEVOLEZZA COGNITIVA: capacità di rispondere agli stimoli provenienti dall’ ambiente, la coscienza ha la funzione di comparatore del mondo esterno con quello previsto sulla base delle nostre esperienze, conoscenze ed aspettative. La coscienza di uno stimolo sensoriale emerge circa mezzo secondo dopo la sua comparsa; 2. CONTROLLO esercita un monitoraggio costante sui processi cognitivi che consente di dar loro inizio, interromperli, modificarli e guidarli fino alla loro realizzazione. In caso di errore è in grado di scoprirlo( a livello comportamentale vengono rilevati piuttosto tardi, a livello cerebrale tempestivamente) ,interrompere la sua esecuzione o modificarlo; 3. AUTORIFLESSIONE la coscienza può essere consapevole di se stessa, sappiamo di sapere, questa capacità è alla base dell’evoluzione. La coscienza oscilla nella sua intensità incessantemente, vi sono diversi livelli di coscienza: 1. SE’ ORIGINARIO, Damasio, livello base della coscienza: riguarda la cenestesi, l’ insieme dei segnali somatoviscerali (interocettivi suscitati dai visceri e propriocettivi suscitati dalle condizioni fisiologiche del corpo) che indicano il grado di funzionamento in atto dell’ organismo che può variare da una condizione ottimale ad una di “disagio fisico”, in questo caso vanno operati dei cambiamenti per il mantenimento dell’ omeostasi. I segnali somatoviscerali, elaborati in determinate regioni cerebrali originano i sentimenti primordiali (benessere,pena) che confluiscono nelle emozioni; 2. SE’ NUCLEARE, conoscitore della rete di connessioni esistenti con l’ambiente esterno. Gli stimoli somatoviscerali dipendono dalle informazioni provenienti dall’ ambiente esterno, elaborati a livello cerebrale dal tronco dell’encefalo generano immagini mentali che consentono di costruire “l’ enciclopedia delle conoscenze”, quindi il sentimento di conoscere. Abbiamo la convinzione di incidere sulla realtà nell’ interazione con l’ambiente circostante; 3. SE’ AUTOBIOGRAFICO coscienza diffusa nel cervello che dà il senso dell’identità e continuità della propria vita( permette di affrontare la consapevolezza della morte). Siamo consapevoli di ciò che è accaduto in passato grazie alla memoria autobiografica, possiamo prefigurare il futuro con delle simulazioni ed elaborare possibili mondi diversi e contenuti di fantasia. STATI ALTERATI DI COSCIENZA: zone atipiche della coscienza fuori dai confini standard in cui valgono parametri differenti (sonno, ipnosi, meditazione). SONNO: Stato dell’ organismo caratterizzato da una ridotta capacità di risposta agli stimoli e una parziale sospensione della coscienza. Il sonno presenta diverse forme corrispondenti a sei livelli di attività cerebrale: due per la veglia e quattro per il sonno. -VEGLIA ATTIVA presenta onde beta rapide ed irregolari con un elevata frequenza e una bassa ampiezza; -VEGLIA RILASSATA, ad occhi chiusi, presenta one più lente e regolari; -STADIO 1 onde theta di ampiezza ridotta; -STADIO 2,dopo 10-20 minuti caratterizzato dalla presenza dei fusi del sonno, variazioni rapide e irregolari delle onde cerebrali e dai complessi k una singola ed ampia onda negativa e positiva; -STADIO 3 & 4 comparsa di onde delta, lente ed ampie. Nello stadio 4 ,o sonno profondo possono verificarsi fenomeni di sonnambulismo. Arrivati allo stadio 4 il ciclo ricomincia allo stadio 1, la seconda permanenza allo stadio 4 sarà più breve. Durante il sonno notturno si osservano 5-6 cicli di circa 90 minuti. SONNO NREM nelle fasi 1 e 2 del sonno, quando i ritmi del cuore e della respirazione sono lenti e regolari, i movimenti oculari assenti e i muscoli notevolmente rilassati, i valori del metabolismo cerebrale diminuiscono del 30%, i sogni appartenenti a questa fase assomigliano a pensieri normali. SONNO REM /SONNO D o sonno paradosso, nelle fasi 3 e 4 del sonno: presenza di rapidi movimenti degli occhi in scariche da 10-20 secondi, aumento dell’ attività cerebrale fino ad una condizione simile alla veglia attiva, aumento dell’ attività del sistema nervoso autonomo( battiti, pressione)perdita di tono muscolare ed erezione. Si ha un cervello attivo in un corpo paralizzato, i sogni appartenenti a questa fase sono visivamente vividi, dalle caratteristiche emotive bizzarre ed illogiche. Le due tipologie di sonno si alternano ciclicamente.  AZIONE sequenza consapevole e deliberata (svolta di proposito) di movimenti finalizzati al raggiungimento di uno scopo, e per generare specifici effetti sull’ ambiente ,svolta seguendo un piano e controllata dall’ attenzione esecutiva.  Attività: insieme di più azioni coordinate in modo coerente per il raggiungimento di un unico scopo. -Pianificazione dell’ azione: I movimenti in sequenza in un’ azione sono prassici(volontari),idonei alla realizzazione di uno scopo delineato precedentemente secondo un progetto formulato consapevolmente ed intenzionalmente, secondo il modello Text Operate Text Exit(TOTE) secondo cui è necessario verificare la situazione, procedere alle opportune operazioni, controllare il loro esito e decidere di terminare l’ azione. Il piano di un’ azione è una mappa mentale della traiettoria delle operazioni, che prefigura il loro esito per eventualmente apportare delle correzioni durante la loro esecuzione. Ogni azione è contingente: è l’esito della nostra attività personale e di aspetti casuali.  Le rappresentazioni provenienti dalle diverse modalità sensoriali vengono elaborate dalle corrispondenti aree cerebrali (visiva, olfattiva). Le popolazioni di neuroni deputate a mappare le loro caratteristiche sono organizzate in modo gerarchico e sincronizzato; le informazioni vengono tra loro integrate grazie all’ azione degli interneuroni, neuroni interconnettivi che interagiscono solo con altri neuroni attraverso circuiti di anteazione (feedforward: che trasmettono un segnale di controllo da una sorgente nel suo ambiente esterno a un carico, altrove, nel suo ambiente esterno) e retroazione(feedback). Gli interneuroni elaborano disposizioni che confluiscono in mappe delle diverse caratteristiche visive dell’oggetto, che vengono registrate nei micronodi (depositi microscopici) della memoria, immediatamente recuperabili, che convergono in una data regione di convergenza- divergenza (ZCD) sita in prossimità del centro nervoso corrispondente ad ogni modalità sensoriale/motoria. Le ZCD elaborano in modo selettivo i dati provenienti dall’ ambiente per integrarli, tramite interneuroni superiori a quelli provenienti da altre ZCD per formare immagini complete degli oggetti in esame.  Simbolo percettivo: è una rappresentazione inconsapevole data dall’ eccitamento di una popolazione di neuroni a seguito di una percezione o un’azione motoria. E’ parziale(corrispondente ad una sola caratteristica dell’ oggetto),variabile in funzione del contesto, indeterminata( non identica all’ oggetto reale) e componenziale( I neuroni inerenti a forma, colore o altre proprietà si attivano uno per volta mentre gli altri restano inattivi) . La formazione di simboli procede dal basso verso l’ alto (esterna). Essi vengono collegati ed archiviati in relazione al medesimo oggetto nei depositi di memoria formando un sistema unitario corrispondente al concetto di un oggetto ( che funge da cornice) , in grado di completare i simboli percettivi di e produrre simulazioni mentali partendo dalla cornice a disposizione. Una simulazione mentale (riproduzione di oggetti/eventi attraverso l’elaborazione di determinati modelli) è in grado di riattivare parte dei simboli percettivi in essa contenuti e dare origine a specifiche operazioni mentali (disegnare, parlare) riportando in modo abbastanza attendibile proprietà percettive, motorie e introspettive. La formazione di simulazioni mentali procede dall’ alto verso il basso (interna). In una simulazione si può incorrere in distorsioni ed errori come quella della conoscenza retrospettiva (hindsight bias) un senso esagerato circa l’inevitabilità di un evento conoscendone già l’esito; o ritrovarsi in altri mondi possibili frutto della nostra invenzione: ciò che ancora non c’è ma date certe condizioni potrebbe esistere e diventare reale. Le simulazioni prefattuali sono anticipazioni di come attuali condizioni potrebbero essere nel futuro; ad esse viene attribuita molta importanza, contribuiscono ad alzare i livelli di fiducia e il sentimento di autoefficacia al contrario di quelle controfattuali, che, volgendo uno sguardo al passato rappresentano condizioni future inferiori.  CONOSCENZA, abilità di “afferrare con la mente”, comprensione degli accadimenti che fanno parte della nostra esperienza ,capacità di intendere ed interpretare in modo appropriato una data situazione stabilendo connessioni tra le sue componenti. Ma anche categorizzazione: capacità di rendere equivalenti entità differenti fra loro discriminabili, raggruppare oggetti, eventi, persone in classi ,rispondere ad essi in quanto appartenenti ad una classe. Le categorie non esistono in natura. La nostra mente e cervello lavorano sulla base di differenze che ci permettono di categorizzare; le categorie possono essere più o meno estese in base ai criteri adottati , sono organizzate in modo gerarchico inserite l’ una nell’ altra in base al livello di astrazione. Diversi tipi di categoria:  CONCEZIONE NATURALISTICA le categorie hanno due dimensioni : una verticale che consente di collegare fra loro diverse categorie attraverso il processo di inclusione; tre livelli di inclusione: livello superordinato(arredamento), livello di base (sedia)e livello subordinato(sedia da cucina). e una orizzontale che concerne il modo in cui ogni categoria è organizzata al proprio interno e quali relazioni esistono tra i suoi diversi membri. All’ interno di una categoria i membri migliori,dotati di maggiore salienza costituiscono i prototipi che istituiscono i criteri da seguire ed in base ai quali valutare l’ appartenenza alle categorie.  CATEGORIE PER SOMIGLIANZA DI FAMIGLIA sono organizzate solo orizzontalmente senza una gerarchia ,utilizzate in presenza di polisemia semantica: più significati connessi alla stessa parola che non permettono l’ appartenenza ad una sola categoria definita;  CATEGORIE RADIALI ramificazioni che partono da una categoria centrale e proseguono in modo associativo;  CATEGORIE FUNZIONALI basate su uno scopo, formate in modo coerente dai comportamenti indispensabili per raggiungere uno scopo;  CATEGORIE AD HOC momentanee e contingenti ad una data situazione. Le conoscenze procedurali sono acquisite tramite le procedure e le azioni(sono consapevoli), concernono i modi e i procedimenti con cui siamo capaci di svolgere i compiti nelle diverse situazioni in base alle informazioni fornite dalla memoria di lavoro. La conoscenza tacita è inconsapevole ( routine), immersa nell’ esperienza e fondata sull’ esercizio, difficile da verbalizzare molto più facile da mostrare. CAPITOLO 6 – APPRENDIMENTO ED ESPERIENZA  APPRENDIMENTO: modificazione relativamente duratura e stabile nel comportamento a seguito di un comportamento ripetuto nel tempo. Il nostro comportamento è mosso da due “motori”: meccanismi biologici, geni, presenti alla fecondazione (corredo genetico),implicati nei meccanismi di selezione (specie) e di maturazione(individui); e dispositivi culturali, apprendimento, fondati sull’ esperienza acquisita dopo la nascita. L’epigenetica studia la stretta connessione tra geni e ambiente: il cervello si sviluppa in gran parte in base ad un programma genetico, ma le connessioni specifiche sono il risultato di fattori epigenetici ed esperienza : sono presenti regole epigenetiche che predispongono a prendere specifiche direzioni in presenza di un certo genere di informazioni culturali. Durante l’ epigenesi mentale( totale interazione tra i geni e l’ ambiente) le informazione acquisite dall’ ambiente, integrate con quelle disponibili in memoria, vengono utilizzate dalla mente per il suo sviluppo e quello dei suoi contenuti. La preferenza per i cibi zuccherati, l’innata discriminazione dei colori primari, lo sviluppo di preferenza sessuali e la capacità e velocità operativa della memoria a breve e lungo termine sono esempi di trasmissione genetico-culturale. Secondo Changeux l’ apprendimento è divisibile in due fasi principali: 1. A divisione cellulare avvenuta i neuroni iniziano a creare dei contatti l’uno con l’ altro attraverso le estensioni degli assoni e dendriti, moltiplicandosi fino al massimo stadio di connettività: risulta una massima diversificazione delle sinapsi; 2. Interviene la selezione: ogni sinapsi ,nello sviluppo del sistema nervoso presenta tre stadi, labile ,stabile e degenerativo . Ad ogni attivazione, naturale o indotta ,entra in azione la selezione eliminando o stabilizzando le sinapsi labili in base alla loro evoluzione. Ogni neurone acquisisce quindi la sua specializzazione. L’ apprendimento non è un accumulo di informazioni, piuttosto una loro selezione . Diversi tipi di apprendimento:  APPRENDIMENTO SITUATO ogni apprendimento è esperienziale, legato al contesto immediato e radicato nell’ organismo( con il nostro corpo impariamo momento per momento). L’ apprendimento situato può essere: - Intenzionale : orientato al raggiungimento di uno scopo, vi è un’ accurata elaborazione delle informazioni; - Accidentale : connesso con lo scopo di acquisire qualcosa ma dovuto a fattori imprevedibili, impariamo per caso; - Contingente : dovuto all’ unione di fattori imprevedibili e propri interessi;  APPRENDIMENTO LATENTE è implicito, spontaneo in quanto non ha bisogno di rinforzi, coinvolto nell’ apprendimento delle conoscenze procedurali e nell’ esecuzione delle competenze. - Tolman ( neocomportamentismo) L’ apprendimento può avvenire con la semplice esposizione all’ ambiente, nello svolgimento delle varie attività abbiamo modo di costruire mappe mentali che illustrano le connessioni esistenti nell’ ambiente. Introduce la differenza tra competenza( quanto appreso) e prestazione ( l’ esecuzione di quanto appreso);  APPRENDIMENTO FISIOLOGICO è un vincolo per la nostra sopravvivenza e il mantenimento dell’ omeostasi: occorre riuscire a riconoscere e cogliere i segnali del nostro corpo: i sintomi, che possono manifestarsi in modo patologico( febbre,) e i segnali standard (ritmo cardiaco) attivati dalle sensazioni enterocettive (visceri) e propriocettive( ambiente interno dell’ organismo);  APPRENDIMENTO ASSOCIATIVO – PAVLOV nota come mettendo del cibo in bocca ad un cane aumenti la salivazione, la relazione tra uno stimolo CIBO e una risposta SALIVAZIONE è la conseguenza di un RIFLESSO, una risposta automatica innata. Nota che quando il cibo viene preceduto da un altro evento che lo anticipa si registra un ulteriore aumento della salivazione : si tratta di riflessi condizionati, appresi . Esperimento: -T1: un cane viene legato in una stanza insonorizzata; -T2:viene presentato uno STIMOLO INCONDIZIONATO (SI), del CIBO, e viene registrato un aumento della RISPOSTA INCONDIZIONATA(RI), la SALIVA; -T3: il cibo viene anticipato da uno STIMOLO CONDIZONATO(SC), il suono di una CAMPANA; -T4: con il suono della campana si registra un aumento nella salivazione, RISPOSTA CONDIZIONATA (RC). Pavlov studia inoltre la relazione temporale tra (SC) stimolo condizionato e (SI)stimolo incondizionato: -FASE 1 – ACQUISIZIONE: ripetizione ripetuta dello STIMOLO CONDIZIONATO, SUONO CAMPANA, che precede lo STIMOLO INCONDIZIONATO,CIBO = aumento RISPOSTA CONDIZIONATA, SALIVA. Formazione associazione STIMOLO CONDIZIONATO (SC), CAMPANA + STIMOLO INCONDIZIONATO (SI), CIBO; -FASE 2 – ESTINZIONE: si presenta lo STIMOLO CONDIZIONATO, suono CAMPANA da solo = la RC, salivazione scompare gradualmente. Il cane riposa per una notte; - FASE 3 – RECUPERO SPONTANEO : viene ripresentato lo STIMOLO CONDIZIONATO da solo: le prime ripresentazioni di SC da solo evocano una RISPOSTA CONDIZIONATA piuttosto forte; -FASE 4 – RIACQUISIZIONE : viene ripresentato un rinforzo costituito dalla coppia SC (campana)+ SI (cibo). Il recupero spontaneo e la riacquisizione dimostrano che è difficile eliminare completamente gli effetti del condizionamento. Ha una capacità illimitata: le informazioni non selezionate vengono eliminate e rimpiazzate da nuovi stimoli. - MEMORIA A BREVE TERMINE (MBT/ML) le informazioni rese disponibili dall’ attenzione sono elaborate in modo cosciente dalla MBT, magazzino temporaneo di memoria che svolge un ruolo di controllo, reiterazione, codifica, decisione e recupero. Senza reiterazione ricordiamo circa 4 chunk (unità significative), con la reiterazione, che favorisce il mantenimento, ricordiamo circa 7 chunk per 20’s; (Nel 1920 Miller introduce il 7 +/- 2 ( più o meno) per indicare la quantità di informazioni diverse che si possono ricordare dopo una prestazione senza reiterazione, e il concetto di chunk ( unità significative), tecnica di raggruppamento degli items per formare unità di informazioni complesse: affinchè le informazioni passino dalla MBT alla MLT non basta la sola reiterazione, ma è necessario integrarle ed elaborarle secondo strutture più complesse già presenti nella MLT). Tecniche di codifica:  Reiterazione elaborativa: per trasmettere un’ informazione nella MLT, pensarci in modo più intenso;  Effetto auto – riferito: è più facile ricordare un’ informazione per noi carica di significato;  Livelli di processamento delle informazioni: a livello superficiale vengono analizzati gli aspetti strutturali e fisici di uno stimolo dalla corteccia temporale laterale sinistra, a livello intermedio gli effetti fonologici, al terzo livello le componenti semantiche(appartenenza ad una certa categoria,significato) sono analizzate dalla corteccia frontale inferiore sinistra. Il processo di codifica è più potente se il soggetto ha partecipato direttamente nella produzione di quella data informazione, se è distribuita nel tempo in diversi periodi. Il fenomeno “binding”, la capacità di collegare insieme le diverse caratteristiche di uno stimolo a formare un’ unità coerente potenzia il processo di codifica, è elaborata nel lobo temporale mediale, dall’ ippocampo. Gli stimoli figurali sono più facilmente ricordabili poiché attivano direttamente una codifica per immagini e se lo stimolo è familiare, anche verbale( parole ad alto valore di immagine), le parole a basso valore di immagine, astratte non potendosi avvalere della codifica per immagini sono più difficili da ricordare. - MEMORIA A LUNGO TERMINE(MLT) deposito di memoria definitivo. Le informazioni stoccate nella MLT possono essere riattivate tramite indizi con il recupero, processo che controlla il flusso di informazioni dalla MLT alla MBT. Gli indizi possono essere contestuali: dipendenti dalle informazioni reperibili dalla situazione, se il contesto è simile a quello del ricordo il suo recupero sarà ottimale; o stato- dipendenti, se ci troviamo nello stato d’ animo del ricordo il suo recupero sarà più semplice. Con il recupero conscio di un ricordo in risposta ad una questione diretta si produce una MEMORIA ESPLICITA, come il riconoscimento di un item; una MEMORIA IMPLICITA è invece una memoria prodotta da un ricordo non coscio di un’esperienza passata che si manifesta nelle azioni (dimostriamo di conoscere qualcosa senza riconoscere che la conosciamo). Dejavù: illusione di familiarità di una situazione senza averne ricordi.  Per BADDLEY, la MEMORIA DI LAVORO coincide con la coscienza e si articola in: - ESECUTIVO CENTRALE: sistema di controllo attivo e di regolazione dei processi cognitivi, che, orienta le risorse attentive in modo selettivo, può cambiare i piani di reiterazione e attivare momentaneamente la MLT. - Direttamente subordinato all’ esecutivo centrale,( MEMORIA EPISODICA A LUNGO TERMINE) il TAMPONE EPISODICO, collega le informazioni provenienti dai diversi sistemi sensoriali in episodi coerenti, e i singoli elementi a formare strutture più complesse partendo dalle informazioni visive. - CIRCUITO FONOLOGICO (LINGUAGGIO) : riguarda il parlato e la conservazione dell’ ordine in cui le parole sono presentate. E’ caratterizzato da diversi fenomeni quali:  L’ effetto similiarità: parole simili a livello fonologico vengono ricordate peggio;  Effetto lunghezza delle parole: una sequenza di parole più corte viene ricordata meglio di una più lunga;  Effetto della soppressione articolatoria: la memoria del materiale verbale viene danneggiata da interferenze costituite da parole inutili da ricordare in contemporanea. Il circuito fonatorio si divide in magazzino fonologico, che trattiene le tracce vocali per circa 2’s, e sistema articolatorio, che reitera le tracce a livello sub-vocale ( azione ridotta dei muscoli dell’ apparato fonatorio che causa movimenti di labbra ,lingua e laringe simili a quelli prodotti con il parlato, senza la reale emissione di parole). - TACCUINO VISIVO- SPAZIALE ( MEMORIA SEMANTICA-VISIVA)incaricato dell’ elaborazione e del mantenimento della memoria visiva- spaziale e delle immagini mentali; si divide in nascondino visivo, conserva le informazioni inerenti a forme e colori, e scrivano interno, reitera spazio e movimenti, in particolare quelli del corpo.  1932, BARTLETT concepisce la memoria come un processo attivo di continua ricostruzione del passato in funzione delle esigenze del presente; con il tempo il ricordo perde gli elementi irrilevanti e ne presenta di nuovi con nuove relazioni, acquisendo una struttura più stabile : uno schema. Gran parte della conoscenza umana è costituita da strutture mentali incoscie che catturano gli aspetti generici del mondo, gli schemi operano sulle nuove informazioni per tener fronte alle lacune generate dal tempo, schematizzando i concetti per ricordarli al meglio. La memoria umana non è solo ricostruttiva, ma anche costruttiva: l’ esperienza passata influenza il richiamo e ciò che viene richiamato, il ricordo sotto l’ influenza del passato subisce una “distorsione” venendo alterato e addizionato ad altri ricordi creandone uno nuovo.  1944, LOFTUS, ha dato un grande contributo nel risolvere i problemi legati alle convinzioni errate dietro le condanne di persone incarcerate sulla base di testimonianze oculari. Il modo di porre domande su un dato evento può influenzarne la ricostruzione.  1972, TULVING, la memoria a lungo termine si divide in: - MEMORIA DICHIARATIVA, ESPLICITA , ha sede nell’ ippocampo e nella corteccia temporale mediale .  MEMORIA SEMANTICA: conserva le conoscenze generali sull’ ambiente circostante, ciò che sappiamo , indipendentemente dal contesto in cui le abbiamo apprese, le archivia in chunk e le pone in relazione semantica rispetto le informazioni presenti: l’ emisfero sinistro attiva una rete semantica selezionando le proprietà essenziali della parola, quello destro attiva una rete includendo proprietà semantiche anche distanti. Si forma con la ripetuta esposizione ad uno stimolo da cui viene astratta una conoscenza generale. Una volta acquisite le conoscenze semantiche si svincolano dal loro contesto. Due scuole di pensiero localizzano la sua sede in posti diversi, per molti nei lobi temporali mediali, per altri è diffusa nel cervello. Ha una conoscenza noetica, che permette la consapevolezza introspettiva delle proprie conoscenze sul mondo. Demenza semantica: la conoscenza residua delle funzioni di un oggetto dipende dall’ uso che il soggetto ne faceva prima dell’insorgere della patologia. Soggetti con forme di amnesia per informazioni esplicite, presentano gravi deficit per la memoria esplicita, ma non per quella implicita, in cui riescono ad acquisire e conservare ricordi grazie al priming: effetto prodotto da un’ informazione presentata precedentemente, inconsapevolmente, sul successivo comportamento di un soggetto.  MEMORIA EPISODICA: conserva le informazioni per l’apprendimento motorio, legate a luoghi e tempi, ciò che ricordiamo; evolutivamente compare in seguito alla memoria semantica. Possiede una conoscenza autonoetica, che permette la consapevolezza della propria identità ed esistenza in un tempo soggettivo, che attraversa passato, presente e futuro e consente di rivivere i ricordi in una dimensione ultra-soggettiva: “io ricordo”, ”io so”. Questo tipo di conoscenza porta alla cronestesia, capacità di immaginarci nel futuro, mediata dai lobi frontali, che si sviluppa attorno ai quattro anni. I ricordi personali degli adulti iniziato dai 3/6 anni in poi con los viluppo della memoria episodica. Le informazioni restano per un certo periodo nell’ ippocampo (destro per la memoria non verbale, sinistro per quella verbale) e vengono successivamente consolidate nelle aree neocorticali. E’ caratterizzata da particolari ricordi, “flash di memoria”, vivi e concreti riguardanti episodi che ci hanno particolarmente colpito a livello cognitivo ed emotivo. - MEMORIA PROCEDURALE, IMPLICITA: conserva le competenze e le procedure “per fare”, è attivata da compiti motori, ha sede nei gangli basali del cervello. Possiede una conoscenza anoetica :che appartiene alla sfera dell’ incoscio e no ha rapporti con coscienza e pensiero. Memoria semantica ed episodica danno vita alla memoria autobiografica, la capacità di conservare informazioni e conoscenze legate a sé stessi a partire dalla seconda infanzia, intorno ai tre anni. La memoria autobiografia contribuisce a dar senso alla propria vita ed è strettamente collegata al cortisolo, alti livelli come nella depressione, la deteriorano. La memoria retrospettiva concerne il recupero di ricordi del passato mentre quella prospettica per ricordarsi di compiere determinate azioni in futuro. OBLIO: eliminazione volontaria o involontaria di informazioni già memorizzate. Svolge un lavoro di selezione sul materiale da conservare, talvolta, alcune informazioni filtrano ma essendo labili scompaiono a meno a che non vengano rinforzate. La memoria presenta altri “peccati” oltre la labilità, la distrazione che impedisce la formazione di un ricordo; il blocco, l’ incapacità di recuperare un’ informazione che, non abbiamo dimenticato ma che ricorderemo solo quando non sarà più necessaria(CARENZE DA OMISSIONE); l’ errata attribuzione concerne il fatto di riferire le informazioni di un ricordo attribuendole ad un contesto diverso o una fonte sbagliata; la suggestionabilità induce a creare ricordi falsi; la distorsione, modifica le nostre convinzioni attuali e i ricordi del passato; persistenza, incapacità di dimenticare che porta il soggetto a ripensare costantemente agli stessi ricordi(CARENZE DA COMMISSIONE). Il trascorrere del tempo non è la sola causa dell’ oblio, ma è connesso al fatto che non esistono lunghi intervalli di tempo in cui non memorizziamo qualcosa: il nuovo materiale interferisce con quello pre- esistente ostacolandone il recupero. Due tipi di interferenza: - RETROATTIVA: il nuovo materiale danneggia quello appreso in precedenza; - PROATTIVA: l’apprendimento precedente interferisce con il nuovo materiale da imparare; - Ridondanza, ripetizione nell’ operazione di codifica per favorirne la sua decodifica; - Filtro, elementi che modificano il segnale in partenza o in arrivo;  Punto di vista semiotico, comunicazione come significazione e segno. La semiotica studia la vita dei segni nella vita sociale, la comunicazione deve valutare in che modo avviene il processo di significazione, la capacità di produrre segni. Per Aristotele e D’ Aquino la significazione si articola in: segno come termine linguistico, referente come oggetto/evento comunicato, rappresentazione mentale come concetto dell’ oggetto/evento che viene comunicato. Il segno ha un rapporto diretto solo con la rappresentazione mentale(l’idea), basata su una mappa mentale e non con la realtà. Per De Sassure(strutturalista) il segno è l’ unione di un’ immagine acustica(espressione, manifestazione di pensieri e sentimenti ) ed una mentale(contenuto, ciò che è “compreso”, argomento), il segno viene inteso, in termini di equivalenza, data la piena corrispondenza tra espressione e contenuto. Ha un carattere arbitrario, che varia da cultura a cultura; costituisce un indizio ed implica la presenza di modelli mentali che consentono di individuare gli aspetti mancanti per cogliere il senso degli enunciati;  Punto di vista pragmatico (prevalere di aspetti pratici su quelli teorici), comunicazione come interazione fra testo e contesto. Non vi è testo senza contesto. Il contesto, intrinseco in ogni situazione, è l’insieme delle restrizioni e delle opportunità biologiche, spazio-temporali, relazionali, che assieme ad un dato testo generano un messaggio dotato di senso. I contesti sono incapsulati uno dentro l’altro gerarchicamente, è possibile che uno stesso contesto sia a disposizione di numerosi messaggi e persone. Ogni messaggio è la sintesi interdipendente di testo e contesto: il testo influenza il contesto e viceversa simultaneamente, è impossibile distinguere nei significati gli aspetti appartenenti al testo e quelli al contesto; il testo contribuisce a definire il contesto, data una determinata parola/gesto, si attiverà un determinato contesto, che attribuisce un’ interpretazione al testo. La regolarità dei significati si basa sulla prevedibilità dei contesti, la comunicazione si svolge secondo delle sequenze routinarie. Nel 1938 Morris introduce la distinzione fra semantica, studia i significati dei segni, sintassi, si occupa delle relazioni formali fra i segni, e pragmatica, quest’ ultima si occupa dell’uso dei significati e dei rapporti che intercorrono fra testo e contesto. Austin: “dire qualcosa è anche fare sempre qualcosa”, quando parliamo compiamo tre tipi di azione: - Atti locutori , “di dire qualcosa”: azioni che compiamo parlando, che comprendono gli atti fonetici ( emissione di suoni), gli atti fatici( espressione di determinati enunciati, affermazioni ), gli atti retici( impiego dei precedenti con un senso); - Atti illocutori ,” nel dire qualcosa”: atti che compiamo nel parlare (domandare ,comandare, promettere). L’ interpretazione di un enunciato e il suo risultato dipendono dalla forza illocutoria contenuta e dai suoi effetti sull’ interlocutore. Indicatori di forza sono i verbi, l’ accento, l’ ordine delle parole ,l’ intonazione. - Atti perlocutori , “con il dire qualcosa”: produzione di determinati effetti da parte del parlante su sentimenti, credenze dell’interlocutore. Distingue ulteriormente tra atti linguistici diretti, in cui la forza illocutoria è trasmetta in modo conforme e corrispondente al significato dell’enunciato, e in atti linguistici indiretti, in cui la forza illocutoria non deriva dalla formulazione della frase ma dai suoi aspetti non verbali (tono, ritmo) . 1989,Grice, principio di cooperazione,“ dai il tuo contributo al momento opportuno come richiesto dagli scopi e dall’ orientamento della conversazione”: - Massima di quantità: fornire un contributo adeguato agli scopi della conversazione e mai più del necessario; - Massima di qualità : fornire un contributo vero che provenga da fonti attendibili; - Massima relazione: fornire contributi pertinenti; - Massima di modo: esser concisi ed evitare ambiguità. Grice distingue fra logica del linguaggio, applicata al livello superficiale dei significati, e logica della conversazione, che considera i processi utilizzati dai soggetti per inferire ciò che l’interlocutore vuole comunicare (implicatura conversazionale, prevede l’ andare oltre il semplice significato delle parole);tra “intenzione informativa,” ciò che viene detto e intenzione comunicativa, ciò che intendiamo dire. Nella conversazione si può facilmente passare da atti comunicativi semplici ad atti complessi come l’ ironia. La forza dell’ intenzione comunicativa è associata all’ importanza dei messaggi trasmessi,alla natura del contesto e alla rilevanza dell’ interlocutore. Più l’ intenzione comunicativa è forte, più l’ atto comunicativo è a fuoco. Il fuoco comunicativo è un processo di concentrazione dell’ attenzione e dell’ interesse del parlante su certi aspetti della realtà da condividere con l’ interlocutore, produce pertinenza comunicativa, alcuni aspetti acquistano più importanza di altri. Il messaggio si “carica” di una pluralità di intenzioni ordinate in modo gerarchico, il parlante deve selezionare un certo grado di intenzionalità per trasmettere le sue intenzioni. Per aver successo, un atto comunicativo, deve essere riconosciuto dall’ interlocutore, che lo potrà interpretare sempre in modo limitato su una base ristretta di indizi per attribuirgli un’ intenzione completa e coerente. E’ un processo attivo e soggettivo con cui il destinatario si assume le sue responsabilità nella gestione dello scambio comunicativo. Il paradosso della comunicazione è rappresentato dal fatto, che per natura vi sono degli aspetti della comunicazione incomunicabili e che anche la scelta di non voler comunicare va espressa con atti comunicativi.  Punto di vista psicologico: il comunicante in ogni messaggio procede su due piani distinti e interdipendenti: il livello di notizia (piano della comunicazione), le cose che dice,i contenuti scambiati e quello di comando (piano della metacomunicazione), far capire all’ interlocutore come interpretare quanto detto; La comunicazione, e lo spazio che crea, mantengono, modificano e rinnovano i legami fra i soggetti, costituendo la base dell’ identità personale di ognuno. Il significato di una parola o di una frase, fondato sulla nostra esperienza de mondo, è un prodotto sociale e culturale, è partecipazione (in grado di influenzare soggetti, che a loro volta influenzano la comunicazione; fondamento dell’ evoluzione dei significati), condivisione, reciprocità. E’ dato dal rapporto che esiste fra il linguaggio e la realtà :il significato di un enunciato consiste nell’ affermare qualcosa, di vero o di falso( ogni enunciato ha un certo valore di verità), su un certo stato di cose. Le condizioni di verità , di natura linguistica, sono le caratteristiche che un determinato stato di cose deve possedere in un mondo reale o possibile affinchè risulti vero in quel mondo. Il significato è composto da un insieme limitato di tratti semantici ( condizioni necessarie e sufficienti), che implicano le seguenti evidenze: - Nessun tratto può essere eliminato in quanto tutti, sono condizioni necessarie; - Nessun tratto può essere aggiunto, in quanto, tutti sono condizioni sufficienti; - Tutti i tratti hanno la stessa rilevanza; - Il significato di ogni tratto segue una logica binaria: presenza/assenza. I significati, sono pubblici in quanto esito di un processo di scambio tra interlocutori, ciò che è privato non può essere comunicazione. Un neonato apprende il significato degli eventi che vive tramite la partecipazione attiva ad un contesto continuamente alimentato dagli scambi con la madre; il bambino sviluppa le sue capacità mentali grazie alle sequenze interattive con l’adulto. Ogni significato è in parte determinato dai vincoli posti dai modelli culturali di appartenenza, dalla struttura della mente, e in parte indeterminato, l’attribuzione di un certo valore semantico ad una parola non è totalmente prevedibile: I significati sono un flusso che procede in avanti, alimentato dal passato, in grado di assumere percorsi nuovi; questi processi sono mediati dall’ intelligenza interattiva: combinazione della capacità di prefigurare le condizioni attuali dell’ interlocutore da parte del parlante, e di attribuire, da parte dell’ interlocutore una data intenzione al parlante. Negli anni ’70, con Rosch , il significato assume valore di prototipo , insieme teorico di proprietà tipiche : all’ interno di ogni categoria alcuni membri sono più salienti di altri. Il prototipo diviene così uno schema mentale rispetto a cui le singole entità costituiscono occorrenze concrete. Significato modale di un messaggio: significato prevalente in situazioni convenzionalmente stabilite all’ interno di una cultura.  A livello neurobiologico il LINGUAGGIO è regolato da: -AREA DI BROCA , adiacente alla parte inferiore dell’ area motoria( giro prefrontale) dell’ emisfero sinistro: produzione linguaggio e controllo movimenti movimenti implicati nell’ articolazione della parola( fonazione); -AREA DI WERNICKE, nella regione posterosuperiore del lobo temporale sinistro (giro temporale superiore) , processi di comprensione linguaggio; Le due aree sono interdipendenti e strettamente connesse fra loro da un fascio di fibre nervose, il fascicolo arcuato. -Fonetica, studio fisico della produzione e percezione dei suoni linguistici prodotti dall’ apparato fonatorio; -Morfologia, studio della struttura interna delle parole e descrizione delle varie forme da loro assunte a seconda delle categorie di numero, genere, modo, tempo. Al lessico linguistico corrisponde il lessico mentale, l’insieme di conoscenze possedute da un soggetto sulle parole da lui usate in una data situazione. Diversi tipi di comunicazione:  Comunicazione non verbale: trasmissione di informazione tramite segnali non verbali quali espressioni facciali, gesti, sguardi, intonazione . - Sistema vocale , composto dal’ insieme delle caratteristiche paralinguistiche: variazione del tono, intensità, velocità, pause; ed extralinguistiche : proprietà foniche della voce dipendenti dall’ apparato fonatorio del soggetto. Le due caratteristiche concorrono a definire la personalità di un soggetto, gli stati d’ animo e la manifestazione delle emozioni; - Silenzio, modo strategico di comunicare regolato da una distribuzione asimmetrica di potere sociale (parla chi ha più potere); - Sistema cinestetico, insieme dei movimenti del corpo,del volto e degli occhi; Dal momento in cui gli stimoli vengono elaborati nelle cortecce visive, fino a quello in cui i soggetti riferiscono l’ affiorare dei sentimenti passa quasi ½ ‘s, che tradotto in tempo cerebrale rappresenta un intervallo di tempo enorme, mentre in tempo della mente cosciente non è molto. -TEORIA PERIFERICA, 1884,JAMES ha definito l’ emozione come il sentire i cambiamenti che hanno luogo a livello viscerale a seguito di uno stimolo per noi rilevante, che scatena una serie di risposte fisiologiche del sistema nervoso simpatico ( dilatazione pupille, accelerazione battito cardiaco).  La critica di Damasio: la teoria potrebbe esser corretta, ma dalla rapida percezione all’ innesco dell’ emozione, vi è la tendenza a interporre dei passaggi di valutazione, seppur brevi, operazione che filtra e incanala lo stimolo mentre penetra nel cervello e giunge alla regione innescante. - TEORIA CENTRALE DELL’ EMOZIONE,1927, CANNON i sentimenti si verificano quando le informazioni sensoriali dello stimolo vengono integrate, nella corteccia cerebrale, con le informazioni inerenti all’ eccitazione emotiva all’ interno del cervello. L’ informazione è completamente nel cervello( e non l’ esito di un feedback), nella regione talamica (ipotalamo). - TEORIA COGNITIVA, 1962, SCHACHTER E SINGER, il feedback corporeo non è specifico, ma è essenziale per attivare i processi cognitivi che interpretano l’ eccitazione in base al contesto ambientale circostante; - TEORIA DELL’ APPRAISAL, le emozioni sono suscitate da un’attività di conoscenza e valutazione della situazione ambientale o di altre emozioni (cambiano quindi, quando cambiamo i significati e i valori di riferimento, o il modo di valutarli) in riferimento ai propri significati, interessi e scopi. A seguito di una data valutazione emerge una specifica emozione: emozione modale, l’emozione più compatibile in quella situazione. L’ interesse è ciò che attribuisce un significato affettivo agli eventi, valutati favorevoli o dannosi in riferimento agli interessi di una persona, che verranno soddisfatti dalle emozioni. Gli interessi profondi riguardano gli scopi, le aspettative e i desideri generali condivisi dalla maggior parte delle persone, gli interessi superficiali, gli scopi e le aspettative di una persona o di singoli gruppi. - TEORIA COSTRUTTIVISTICA , le emozioni sono prodotti sociali e culturali appresi per regolare le interazioni sociali fra gli individui, variano in funzione della loro valenza (positiva o negativa ) ed intensità (forte o debole). Quando si verifica un episodio emotivo, le informazioni precedenti agli antecedenti situazionali, alle reazioni fisiologiche ,ai comportamenti messi in atto, ai significati e ai sentimenti vengono organizzati in circuiti di memoria, che costruiscono lo “schema” di quell’ episodio emotivo, la ripetizione dello stesso episodio favorisce il consolidamento della memoria. - TEORIA DI LEDOUX, abbiamo un sentimento( facciamo esperienza cosciente di un’ emozione) quando la corteccia cerebrale integra le informazioni sensoriali di uno stimolo esterno con le informazioni emotive elaborate a livello subcorticale. FONDAMENTI NEUROFISIOLOGICI DELLE EMOZIONI. L’ attivazione del cervello medio (mesencefalo) nella modulazione delle emozioni è un’evidenza.  L’ IPOTALAMOsvolge una funzione di governo sul sistema simpatico e parasimpatico (autonomo), è la sede della regolazione centrale dell’ambiente interno dell’organismo per il mantenimento dell’ omeostasi ed è coivolto nell’ elaborazione di stimoli incondizionati di paura. L’ eccitazione dell’ ipotalamo posteriore e mediale genera risposte simpatiche ad alta attivazione dell’ organismo come collera e paura (attivazione ergotropica) mentre la stimolazione dell’ ipotalamo anteriore e laterale produce risposte parasimpatiche a bassa attivazione quali tristezza, depressione( attivazione trofotropica).  L’ AMIGDALA, composta da vari nuclei, è un sistema di raccordo fra tutte le informazioni sensoriali provenienti dall’ ambiente interno ed esterno e i vari sistemi di risposta emotiva, compresi quelli che coinvolgono le aree della corteccia. E’ coinvolta nella rilevazione dell’ intensità emotiva degli stimoli ( gli stimoli emotivi tramite l’ amigdala possono influenzare l’ attenzione e la percezione),si attiva maggiormente in presenza di stimoli minacciosi e nella reazione ad essi. L’ intreccio delle connessioni sinaptiche fra l’ amigdala e specifiche regioni corticali, corteccia prefrontale ventromediale (VMPCF), per la rilevazione di stimoli emotivi complessi( emozioni autoconsapevoli come vergogna e colpa), e corteccia cingolata anteriore, è deputato alla modulazione delle risposte emotive a livello visceromotorio mediante una memoria affettiva di lavoro. La regione prefrontale destra reagisce in modo tempestivo a situazioni spiacevoli, quella di sinistra in modo graduale ad eventi piacevoli. I cambiamenti inattesi sono un’importante fattore di attivazione delle emozioni, che prendendo il sopravvento sulle azioni in corso hanno diritto di priorità. La ripetizione delle medesime condizioni conduce ad un’attenuazione delle emozioni (legge dell’ assuefazione),le situazioni piacevoli conducono facilmente all’ assuefazione; le condizioni penose generano emozioni negative durature (legge dell’ asimmetria edonica), questa distorsione mentale è già presente nei bambini di 12 mesi. Gli stimoli emotivi provocano un potenziamento della memoria: il loro ricordo è più nitido, preciso e forte nel tempo (soprattutto nelle donne). Al contrario in caso di stress e trauma, gli stimoli emotivi e il cortisolo (che impedisce il regolare funzionamento dell’ ippocampo)deteriorano i processi di memoria fino a giungere a deficit di memoria per gli aspetti contestuali, frammentazione e sconnessione. Il cortisolo interferisce con il funzionamento nervoso della corteccia prefrontale, coinvolta nella memoria di lavoro, autobiografica, nell’ inibizione delle risposte. Ogni emozione è collegata ad una circostanza attivante, che funge da antecedente emotigeno (causa scatenante), possiamo distinguere fra valutazione primaria, definisce il grado di pertinenza ed importanza dell’ evento in riferimento al benessere dell’ individuo, e valutazione secondaria , esamina le possibilità e modalità con cui l’ individuo può far fronte alla situazione emotigena. Le emozioni emergono in modo visibile : ostensione emotiva. La comprensione emotiva implica il l’ analisi del percorso e dello scambio fra chi prova emozioni e chi le osserva: le emozioni provate dal primo sono manifestate all’ esterno ;sulla base della percezione di questi indizi il secondo è nella condizione di fare inferenze e di attribuire determinati stati d’ animo al primo. - Basandosi sulla teoria di Darwin (concezione universalista) secondo cui le espressioni facciali sono culturalmente invarianti, ad un secolo di distanza , Ekman e il suo gruppo si ripropongono di verificare tale teoria conducendo una serie di ricerche sperimentali in varie popolazioni seguendo il metodo standard: mostrare fotografie di espressioni facciali posate. “Le espressioni facciali sono gestalt unitarie, chiuse e fisse.” L’ espressione facciale delle sei emozioni di base è unica ed universale(panculturale), alla nascita queste emozioni emergono come già strutturate in totalità distinte seguendo un programma innato, sono suscitate inconsciamente e mediate da sistemi neurali distinti. E’ anche vero che nella loro esibizione esistono rilevanti differenze espressive culturali generate e governate dalle regole di esibizione apprese nei primi anni di vita in funzione delle esperienze e degli apprendimenti culturali. Le emozioni di ordine superiore come empatia, gelosia ,senso di colpa sono cognitivamente mediate, determinate da apprendimento e fattori sociali, differiscono nelle diverse culture e sono meno rigidamente espresse nel corpo. - Secondo una concezione contestualista , le espressioni facciali assumono un valore emotivo solo in riferimento ad una specifica situazione, sono dotate di un alto valore di indessicalità (la loro interpretazione dipende dal contesto e varia al variare di questo), solo il contesto può fornire gli indizi per attribuire un significato attendibile all’ espressione facciale. Le espressioni facciali complesse ,generate dalla sovrapposizione di due emozioni diverse (gioia e tristezza), manifestano esperienze emotive contrastanti e a volte conflittuali. I gesti espressivi manifestano le emozioni tramite la loro intensità e forza. A volte i gesti e le espressioni facciali possono risultare incongruenti, l’espressione facciale indica uno stato ma i gesti lasciano intendere altro: il valore emotivo dei gesti tende a prevalere su quello della mimica facciale. La voce ha la capacità di trasmettere informazioni sullo stato emotivo del parlante a prescindere dal contenuto e dal contesto del discorso. La regolazione delle emozioni è fondamentale per il benessere dell’individuo, poiché esprime la sua capacità di adattamento attivo alle situazioni. Ne risulta un incremento di competenza, fiducia in se stesso ,armonia con gli altri e resilienza alle condizioni di vita meno favorevoli. In questo, si corre il rischio di un’ iperregolazione emotiva, un controllo troppo rigido e costante delle esperienze affettive con la soppressione e la limitazione delle emozioni; o di un’ iporegolazione emotiva, che conduce a manifestazioni di impulsività . CAPITOLO 12 - CULTURA E SOCIETA’ Per parlare di cultura, bisogna parlare della sua condizione di contingenza, la sua esistenza non può essere né dimostrata né negata; ciò che accade è la confluenza fra le cose che capitano e il modo in cui noi le facciamo capitare: è essenziale essere consapevoli della propria partecipazione attiva alla costruzione di una cultura futura. Possiamo dirci “prigionieri della cultura”, in quanto ancorati ad essa, troviamo ovvio il nostro modo di vivere e tendiamo a vedere con occhio molto critico e scettico gli altri modi di farlo. Possiamo definire cultura il complesso delle manifestazioni della vita materiale, sociale e spirituale di un popolo o di un gruppo etnico, in relazione alle varie fasi di un processo evolutivo o ai diversi periodi storici o alle condizioni ambientali. La condivisione di significati, pratiche, norme, valori di vita standard, lingua consente di identificare una data cultura rispetto ad altre, di porre dei confini e di coglierne gli aspetti salienti. E’ una lente che distorce la percezione e la valutazione degli eventi di cui non ci rendiamo conto fino a quando non entriamo in contatto con culture diverse, che fanno emergere la coscienza della propria appartenenza culturale. Le differenze culturali sono i confini alla base della produzione di senso, dato dai confini delle cose e il confronto con il diverso.Possiamo prendere parte ad uno scambio culturale solo in quanto diversi; ciò che caratterizza le persone che condividono una stessa cultura è la capacità di una reciproca comprensione ed anticipazione.  Sindromi culturali: “sintomi”, credenze, valori, atteggiamenti ed emozioni, presenti in ogni cultura, che creano una rete di significati e pratiche che caratterizzano una data cultura. Individualismo (promuove il raggiungimento di indipendenza e autonomia e oppone resistenza verso ogni intralcio esterno sugli interessi personali, per la società o qualsiasi altro gruppo o