Scarica Riassunto per esame di Design del tessuto. e più Dispense in PDF di Design solo su Docsity! La ricerca tessile Come in qualunque altro settore del design, anche nella progettazione di tessuti è importante saper seguire gli orientamenti della moda e dei prodotti tessili. Potrete adeguarvi alle tendenze più attuali ed essere alla moda, introducendo un nuovo approccio o un nuovo stile. La ricerca dovrà essere originale e può trovare ispirazione pressoché ovunque: dalle raccolte di costumi storici alle gallerie d'arte, dalla natura all'architettura, dai libri a Internet e ai viaggi. Tutto contribuisce a far scaturire immagini, fantasie, strutture, colori e linee. Breve storia dei tessuti Nel corso dei secoli tessuti diversi hanno contraddistinto epoche storiche differenti. I prodotti tessili sono generalmente correlati a progressi tecnologici o tendenze che si sono sviluppate all’interno della società. Nella storia dei manufatti tessili ricorrono periodicamente determinati motivi e tessuti, alcuni della quale classici (pois, righe e stampe floreali) che mantengono un gradimento costante. E’ interessante analizzare le fantasie classiche e capire cose le rende senza tempo per poi cercare di reinventarle. 1600: Nel Seicento il governo francese sviluppa nuove tecniche di tessitura a telaio e di tintura che permettevano di produrre seta di ottima qualità, superiore persino a quella italiana. Durante il periodo rococò (XVII secolo) si diffuse l'abitudine di indossare vestiti molto decorativi come ad esempio: -i tessuti cinesi, i cui motivi si ispiravano alle culture e alle tecniche asiatiche. Inoltre si iniziò a diffondere un nuovo tessuto importato dall'India, noto con il nome di "chinz" (tessuto di cotone dipinto a mano) . La diffusione di questo tessuto fu percepita come una minaccia dalle fabbriche tessili francesi e britanniche, al punto che venne bandito. 1700: Erano di moda le sete "a motivi bizzarri", con fantasie ispirate a misteriose piante esotiche, frutto dell'influenza della cultura asiatica. Simili tessuti aprirono la strada ai merletti e alle grandi fantasie floreali. Il bando sul chinz venne revocato e l'industria tessile francese conobbe una nuova primavera. Una fabbrica di Jouy-en-Josas (a sud-ovest di Parigi) iniziò a produrre un tipo cotone stampato, divenuto celebre con il nome di "toile de Jouy". La celebre amante di Luigi XV, Madame de Pompadour, era solita indossare una seta detta "taffetà pompadour" influenzando lo stile di molte altre donne. Nel Settecento era l'inghilterra a dominare il mondo della moda maschile, specie per la qualità della sua lana e i sarti esperti, mentre la Francia dettava legge nell'abbigliamento femminile. Alla fine del secolo si diffuse una moda più semplice rispetto allo stile rococò, con sottili tuniche di colore bianco, indossate con o senza sottovesti, ispirate alla Roma e alla Grecia antiche. 1800: Ancora una volta la popolarità del cotone nella moda francese era cresciuta al punto tale da minacciare l'industria della seta e l'economia del paese. Fu inventata una macchina da stampa a blocchi (stampa Perrotine) per la produzione di tessuti su larga scala. Verso la fine dell'Ottocento, tuttavia, si iniziò ad avvertire la sensazione che la meccanizzazione fosse la causa principale del declino qualitativo di disegni e manufatti. In Gran Bretagna William Morris, coinvolto nel dibattito, sostenne la manifattura nei confronti della produzione meccanizzata. Per i suoi tessuti a tema medievale o naturalistico scelse di non usare le tinture all'anilina, preferendo i coloranti naturali. Negli anni Sessanta dell'Ottocento ebbe una certa diffusione la tarlatana, un tessuto di cotone molto leggero prelavato o apprettato, rigido al tatto. 1900: Nel primo ventennio del Novecento vennero fondati sia l'Omega Workshops di Londra sia la scuola di arti decorative Atelier Martine di Parigi, creata dal sarto Paul Poiret su ispirazione della Wiener Werkstätte Schule di Vienna. Nell'atelier lavoravano giovani donne senza alcuna preparazione specifica che producevano tessuti molto naif. Questo tipo di approccio era in linea con i movimenti fauve e cubista che all'epoca dominavano il mondo delle arti. 1920: Con la scoperta della tomba di Tutankhamon la moda dello stile egizio influenzò anche il settore tessile. Divennero di moda abiti meno attillati, ispirati alle forme dei kimono giapponesi e ai vestiti destrutturati orientali. I travolgenti balli dei Ruggenti anni Venti e dell'era del jazz imposero abiti realizzati in tessuti che oscillassero al ritmo della danza o che perlomeno, sotto un fascio di luce, ne dessero l'impressione. Allo scopo si impiegavano stoffe leggere e sottili, perline, frange e paillettes. In quegli anni frizzanti e modaioli, merletti, pellicce e piume davano un tocco altrettanto frivolo agli abiti da sera. / rayon, o viscosa, era un tessuto piuttosto diffuso; negli stessi anni fu introdotta anche la stampa serigrafica. 1930: La fase successiva della progettazione consiste nel riunire il materiale reperito durante la ricerca. È importante determinare in che modo esprimere le proprie idee (attraverso il disegno, il collage, la fotografia o gli strumenti CAD) e analizzare la superficie su cui si lavorerà: si può iniziare sulla carta, per poi sviluppare l'idea su tessuto o su maglia, oppure servirsi direttamente di questi materiali. -Rappresentazione un tessuto: Concentratevi su ciò che volete creare e sul modo migliore per farlo. Definire la tecnica più appropriata per tradurre in pratica un'idea è di estrema importanza, che si tratti di carta, colori, matita o pacchetti software. Decidete quali sono i passaggi fondamentali e calcolate i tempi. -Disegno: Sapere comunicare le proprie idee attraverso il disegno è fondamentale in molte discipline del design. Ci si può tuttavia servire di altre tecniche, come il collage e la fotografia, Sperimentate attraverso il disegno, utilizzate tipi di supporto diversi ed esprimetevi con linee, colori e strutture, senza tuttavia tralasciare silhouette, gamme di colori o tonalità. In una fase successiva dovrete decidere se rappresentare ciò che state disegnando in modo preciso o se il materiale illustrativo avrà uno sviluppo più astratto. -Motivi e ripetizioni serali: Per verificare l'effetto finale di una fantasia è necessario osservare il modo in cui si distribuisce sul tessuto. Le ripetizioni possono essere molto semplici oppure complesse laddove si distribuiscono su un'ampia porzione di stoffa. Le ripetizioni di motivi di dimensioni maggiori sono più difficili da distinguere, mentre i pattern più piccoli sono più visibili. Se il motivo è ripetuto in blocco, il punto di giunzione del disegno potrebbe essere visibile, con risultati più o meno gradevoli. Lavorando al computer è molto semplice capire quale sarà l'effetto del disegno sulla stoffa. Esistono infatti programmi che trasformano i motivi in pattern, mentre se si opera manualmente è necessario tagliare il motivo in due, posizionando la parte superiore su quella inferiore per individuare eventuali zone vuote da riempire. -Collocazione motivo: Per valutare se la resa di un motivo decorativo possa considerarsi riuscita, è necessario tenere conto della posizione del disegno sul tessuto. La collocazione più usuale è al centro, come nelle classiche Tee-shirt. Individuare il modo più corretto di progettare un motivo per riprodurlo su un vestito può produrre risultati interessanti. Occorrerà produrre motivi di dimensioni diverse per ciascuna taglia. Lavorando al computer, questa operazione è piuttosto semplice: si può modificare velocemente la scala del progetto e posizionare i motivi decorati sulle diverse parti del modello. Un' accorta distribuzione dei motivi può determinare le modalità con cui realizzare il capo di abbigliamento definitivo. -Colori e abbinamenti di colori: Spesso, prima di iniziare un progetto, è opportuno individuare la gamma di colori che più si adatta al tema che si vuole sviluppare. Cercare un'immagine, una fotografia o un dipinto in cui tali colori sono già presenti può rappresentare un ottimo punto di partenza; in alternativa, si possono selezionare alcune tonalità, abbinandole a occhio. Potete lavorare con ritagli di carta colorata, scampoli di tessuto o con l'ausilio di un computer. Le dimensioni di una tavolozza possono essere illimitate, ma è meglio non complicarsi la vita utilizzando troppi colori. Controllate l'equilibrio cromatico e decidete quale tonalità usare, per cosa usarla e in quale proporzione. Ricordate che su un'area ristretta l'effetto di un colore è molto diverso che su un taglio di stoffa di un paio di metri. Durante la progettazione pensate alle tonalità e alla saturazione dei diversi colori e sperimentatene le diverse sfumature. Il nero, per esempio, può assumere una sfumatura bluastra, essere un nero caldo, sbiadito, opaco, brillante o trasparente. La tavolozza cambia inoltre in base alla luce: naturale in alcuni momenti della giornata o elettrica in altri. -Peso, struttura e superficie: Nel trasferire i motivi decorativi su un tessuto non dimenticate di considerare il peso del tessuto in relazione al motivo e al suo utilizzo nel capo di abbigliamento definitivo. La conoscenza delle fibre e dei filati è di fondamentale importanza. Le superfici sono altrettanto importanti, in particolare nella maglia, nei ricami e nelle applicazioni. Nella maglia e nei tessuti armati il peso dei filati, nonché le dimensioni e il tipo di punti e armature, influiscono sulla texture. Nei tessuti stampati le superfici acquisiscono carattere grazie al processo di stampa. Alcuni rimangono infatti sulla parte superiore del tessuto, creando un effetto a rilievo, mentre altri la corrodono mediante reazioni chimiche. Nei tessuti ricamati il tipo di ornamento, di filato o di punto utilizzato consente la creazione di varie tipologie di texture. I processi di finitura meccanica e chimica possono inoltre modificare la resa di un tessuto anche dopo la fabbricazione. Manufatti tessili interessanti possono essere infine creati sperimentando procedimenti diversi, per esempio plissettando una stoffa prima della stampa o realizzando un tessuto a maglia per poi bollirlo e infeltrirlo. -Produrre un tessuto: Quando lavorerete come stilisti nell'industria della moda, invece, dovrete pensare a come vendere il frutto del vostro lavoro. Se sceglierete di produrre le vostre creazioni, non dimenticate che tale soluzione implica la conoscenza di specifiche tecnologie e la necessità di compiere scelte etiche. In tal caso, dovrete tenere conto di come i vostri tessuti possono armonizzarsi tra loro e creare delle collezioni; il passo successivo sarà individuare i soggetti a cui presentare i campioni e i luoghi in cui vendere i vostri prodotti. -Collezioni di tessuti Nel creare una collezione di tessuti bisogna domandarsi in che modo le fantasie si armonizzano tra loro e quale filo conduttore le unisca. In una gamma di tessuti, la tavolozza dei colori in genere è simile, ma è sempre possibile variare la percentuale di colore usata per ciascun campione. Cercate di non ripetere mai uno stesso motivo in una collezione. Anche se pensate che ogni progetto è diverso perché, per esempio, in uno la foglia è piccola e verde e in un altro è grande e nera, ricordate che un'azienda potrebbe acquistare il primo e un'altra azienda il secondo, ma i loro stilisti potrebbero modificare dimensioni e colori, finendo per ritrovarsi con tessuti simili. -Presentazione dei tessuti: Campioni di tessuto in genere sono presentati su appenderie o montati semplicemente su cartoncini leggeri. Ricordate di non incollarli perché il tessuto deve essere toccato; a tal fine, si usa fissarne solo un angolo, per dare la possibilità di valutarne peso e drappeggio. Fate in modo che la cornice sia il più possibile semplice, per non distogliere l'attenzione dai campioni. È preferibile non presentarli in cartellette di plastica, perché ciò impedirebbe di toccare i tessuti. -Fiere tessili: Le fiere tessili, che si tengono due volte l'anno in base al calendario della moda, espongono le ultime novità nell'ambito dei tessuti, della maglia, delle stampe e delle stoffe ricamate. Première Vision, a Parigi, la principale fiera del settore (dedicata ai tessuti e ai colori), si svolge due volte l'anno. Produttori di tessuti di tutto il mondo presentano qui i loro campionari e ricevono gli ordini da parte degli stilisti. I campioni di stoffa sono fabbricati dal produttore e inviati al modellista, il quale realizza i modelli e ordina i tessuti necessari. Se gli ordini non sono considerati sufficienti, il tessuto non viene messo in produzione. Indigo, anch'essa a Parigi, è una fiera dove gli stilisti di tessuti espongono le proprie realizzazioni (in particolare stampati). I campioni sono organizzati in collezioni e acquistati dagli stilisti in cerca di ispirazione o da aziende tessili e moda che li metteranno in produzione. procedimento di fabbricazione, fibre e filati possono essere strutturati in modo da formare circuiti e reti di comunicazione in grado di trasmettere informazioni. Niente di più facile che un giorno gli abiti possano interagire direttamente con l'ambiente, aprendo porte, accendendo luci o comunicando con immagini, luce o suoni. Biotecnologia: Nelle fibre dei tessuti si possono inserire sostanze chimiche da rilasciare sulla pelle per motivi medici o cosmetici. Nuove fibre sono prodotte imitando la natura grazie a fonti naturali, come per esempio la seta di ragno. I tessuti possono essere creati anche direttamente dalle fibre, analogamente ai processi di crescita di pelle e ossa. CAD: La tecnologia digitale e la progettazione assistita da elaboratore evolvono incessantemente, semplificando sempre più il lavoro dello stilista. Progettare un campione di tessuto con l'ausilio del programma CAD consente di creare ripetizioni di colore diverso molto più velocemente che non a mano. I telai computerizzati sono in grado di produrre svariati metri di tessuto in pochi minuti. La pur indispensabile evoluzione dei metodi produttivi non deve tuttavia fare venire meno la conoscenza delle tecniche artigianali su cui tali processi si basano. Le fibre: I tessuti sono costituiti fondamentalmente da fibre, naturali o sintetiche, ciascuna delle quali possiede qualità e caratteristiche peculiari. Le aziende che producono tessuti naturali e artificiali tengono in considerazione l'impatto sull'ambiente del processo produttivo. Le fibre naturali sono di origine biologica, vegetale (costituite da cellulosa) o animale (a composizione proteica). Cellulosa: La cellulosa è costituita da un gran numero di molecole di glucosio e forma gran parte delle pareti cellulari delle piante. Può essere estratta da un'ampia gamma di forme vegetali, adeguando le fibre alla produzione tessile. In questo caso, si tratta di tessuti adatti alla produzione di capi di abbigliamento che devono essere abbastanza soffici da indossare e sufficientemente resistenti da non rompersi quando i capi sono indossati o lavati. Cotone: Il cotone è una delle principali fibre vegetali. Soffice e morbido, cresce intorno ai semi dell'omonima pianta, dalla quale viene raccolto, per poi essere lavorato e filato. Le fibre del cotone sono utilizzate per produrre il 40% dei tessuti a livello mondiale. La sua popolarità si deve all'estrema versatilità; può infatti essere tessuto o lavorato a maglia in un'ampia varietà di pesi. È resistente e traspirante, caratteristiche che lo rendono adatto ai climi caldi, poiché assorbe l'umidità e si asciuga rapidamente. Più la fibra è lunga, più il tessuto è resistente e di alta qualità, come per esempio il cotone egiziano. Le sostanze chimiche utilizzate sono assorbite dalle piante del cotone e permangono anche durante il processo produttivo; ciò significa che sono presenti anche nei tessuti che indossiamo direttamente sulla pelle. Per questo motivo, i produttori si orientano sempre più verso fibre biologiche, coltivate e trasformate senza l'intervento di fertilizzanti e pesticidi artificiali. La produzione di fibre biologiche è più costosa, ma ha un impatto minore sull'ambiente ed è più salutare per i consumatori. Lino: Il lino possiede caratteristiche simili a quelle del cotone, in special modo per quanto riguarda la mano sebbene tenda a stropicciarsi più facilmente. Ha un ottimo potere assorbente e si lava facilmente. Prodotto dalla pianta omonima, è generalmente considerato la fibra più antica. Tra i tessuti alternativi al cotone, si ricordano anche quelli realizzati con canapa, ramiè e sisal. Lana: cashmere, angora e mohair Il vello di lana che protegge le pecore dal freddo, in alcuni periodi dell'anno può essere tagliato e trasformato in filato. Pecore di razze diverse danno origine a filati di varietà differente. Le merino producono la lana più pregiata e di migliore qualità. Per proteggere gli animali e migliorare l'ambiente, oggi è sempre più diffuso l'uso di pesticidi non tossici e biodegradabili. Anche le capre possono produrre lana; talune razze danno origine a cashmere e angora. Il cashmere, estremamente morbido, ha un'ottima vestibilità. Anche alpaca, cammello e coniglio forniscono tessuti caldi e morbidi al tatto. La lana, calda e leggermente elastica, non reagisce bene alle alte temperature; i lavaggi in acqua calda, infatti, la fanno restringere, a causa dell'accorciamento delle fibre. Seta: La seta è una fibra proteica e si ricava dai bozzoli dei bachi da seta. Il bozzolo è costituito da un filo continuo in cui il baco si avvolge per proteggersi. La seta coltivata è più resistente e di qualità superiore rispetto a quella raccolta in natura. Durante la produzione della seta coltivata, la larva viene uccisa per permettere all'operatore di raccogliere la fibra e svolgerla in un filo continuo. I bachi da seta vivono sui gelsi. Il tessuto di seta è facile da drappeggiare, gradevole al tatto e possiede una particolare lucentezza. Pellicce: L'allevamento di animali quali visoni, volpi e procioni per sfruttarne il manto è un argomento che solleva accese discussioni tra i sostenitori e i detrattori delle pellicce. Gli allevatori sostengono che il trattamento etico degli animali ha sempre fatto parte di un giusto approccio all'allevamento. La qualità delle pellicce dipende infatti dal benessere dell'animale; migliore è la qualità di vita, migliore sarà la qualità della pelliccia. Le associazioni di animalisti controbattono che una parte delle pellicce utilizzate nell'industria dell'abbigliamento proviene da animali selvatici, catturati con lacci o trappole e lasciati per ore in uno stato grande sofferenza prima di essere brutalmente uccisi. Quanto alle pellicce di allevamento, affermano che milioni di esemplari sono tenuti in gabbie e recinti piccoli e stretti, in condizioni di vita che contrastano con l'istinto animale e sono causa di forte stress, tanto da portare al cannibalismo e all'automutilazione. Le modalità scelte per la soppressione sono tutt'altro che veloci e indolori; i metodi più comuni comprendono la gassificazione, l'avvelenamento, l'elettrocuzione, il soffocamento e la rottura dell'osso del collo. Pelle: Dalla pelle degli animali si ricavano cuoio e pellami, frutto di una specifica lavorazione detta "concia". Il processo di conservazione di cuoio e pellami può durare ore o alcuni giorni. Il cuoio è trattato con enzimi per levigarne la grana e renderlo soffice e flessibile. Ora è pronto per la concia, che può essere vegetale o minerale. La scelta dipende dal cuoio e dal prodotto desiderato. La concia vegetale produce pelli flessibili ma rigide, adatte a valigie, mobili, cinture, cappelli e briglie. La concia minerale o al cromo è indicata invece per i prodotti che richiedono una materia prima più morbida, quali borsellini, borse, scarpe, guanti, giacche e sandali. Metallo: Le fibre metalliche possono essere ricavate da bacchette di metallo o, in alternativa, da fogli di metallo ridotti in strisce sottilissime. Le fibre metalliche sono usate per decorare capi di abbigliamento e hanno sostituito le strisce d'oro o argento usate un tempo, che avevano il difetto di essere fragili e costose (l'argento inoltre tende a ossidarsi). Oggi sono sempre più diffusi alluminio, acciaio, ferro, nickel e superleghe a base di cobalto. Le tecnofibre: Le fibre prodotte dall'uomo sono divise in "fibre artificiali", ottenute da fibre naturali a base di cellulosa (estratta da piante), come per esempio quali rayon, Tencel, acetato, triacetato e Lyocell, e "fibre sintetiche". Queste ultime non derivano dalla cellulosa ma sono ottenute esclusivamente mediante l'utilizzo di sostanze chimiche derivate dal petrolio. I filati possono essere a un capo o a più capi, con i filati a più capi generalmente più resistenti. Mescolare filati diversi migliora le caratteristiche estetiche e funzionali. Le fibre sintetiche e naturali sono spesso mescolate per ottenere tessuti con vantaggi combinati. Ad esempio, il poliestere misto cotone offre un aspetto naturale ma resistente alle pieghe, mentre Lycra e spandex sono aggiunti per l'elasticità. Le fibre diverse possono essere mescolate durante vari processi, incluso il filato, la lavorazione a maglia e la tessitura. Tintura: è un elemento cruciale nel design dei tessuti. Il colore di un tessuto può influenzare la scelta di stilisti e consumatori. La tintura funziona penetrando le fibre del tessuto, rendendo il colore durevole. A differenza dei pigmenti o delle vernici superficiali, la tintura resiste al lavaggio. Si può tingere fibre, filati, tessuti o capi finiti utilizzando coloranti naturali o sintetici. È importante considerare la tendenza al restringimento e come le diverse parti del capo reagiranno alla tintura, come cuciture, cerniere ed elastici. Il tessuto dovrebbe essere lavato prima della tintura per assorbire meglio il colore. Le tonalità possono sovrapporsi per creare effetti unici. I coloranti possono essere direttamente applicati mescolati con un agente addensante. Coloranti naturali: I coloranti venivano ottenuti da fonti naturali come piante, insetti e animali, ad esempio la cocciniglia per il rosso e i molluschi per il porpora. Tuttavia, i coloranti naturali erano meno luminosi e resistenti dei sintetici. Richiedevano spesso molta materia prima per produrre poco colore e l'uso di mordenti dannosi per l'ambiente per fissare il colore. I coloranti naturali potevano essere addizionali o sostanziali. Gli addizionali richiedevano mordenti per assorbire il colore in modo permanente. I mordenti preparano le fibre al colore e facilitano legami chimici. I mordenti possono derivare da minerali come stagno, cromo, allume, ferro e tannino. Anche materiali come fango, giunco, funghi, bucce e urina possono essere usati come mordenti naturali. L'uso di diversi mordenti con lo stesso colorante produce colori variati. Coloranti Sintetici: Nella fine dell'Ottocento, l'industrializzazione europea stimolò i coloranti sintetici, dato che produrre i coloranti richiedeva molte materie prime e l'importazione dei coloranti naturali era costosa. William Perkin inventò il primo colorante sintetico, il "mauveina" o "anilina", sostituendo il porpora di Tiro. Questo aprì la strada a coloranti sintetici che migliorassero la resa e la solidità. I coloranti sintetici offrono maggiore solidità alla luce e al lavaggio rispetto ai naturali. Tra di essi ci sono; Coloranti acidi: usati soprattutto per lana e seta, che si sono diversificati e diventati più versatili. Alcuni possono tingere fibre proteiche come seta e nylon. I coloranti acidi richiedono l'uso di acidi nel bagno di tintura e sono disponibili in varie tonalità, ma talvolta richiedono competenze specifiche per l'applicazione corretta. I coloranti diretti o sostanziali: adatti a fibre cellulosiche come cotone e lino, possono essere utilizzati anche su altre fibre come seta, pelle e lana. Questi coloranti non richiedono mordenti e possono essere ottenuti con l'aggiunta di sale. Tuttavia, i tessuti tinti con questi coloranti possono avere scarsa solidità al lavaggio, quindi sono raramente usati per la stampa. I coloranti basici: tra cui l'anilina di Perkin, furono i primi coloranti sintetici. A causa della loro scarsa solidità a luce e lavaggio, sono oggi usati solo per tingere le fibre acriliche. Coloranti dispersi: furono sviluppati negli anni Venti per il tingere delle fibre di acetato, diventando poi adatti anche per il poliestere. Richiedono temperature elevate nell'applicazione e sono solidi alla luce, ma non si adattano bene a tessuti misti con lana. I pigmenti: usati per la stampa tessile, vengono mescolati con sostanze addensanti. Sono facili da applicare ma rendono leggermente più rigida l'area stampata. I coloranti reattivi: introdotti negli anni Cinquanta, reagiscono chimicamente con le fibre, diventando parte della fibra stessa. Questo conferisce al tessuto una solida resistenza alla luce e al lavaggio. Vengono usati in condizioni alcaline e sono adatti per cotone, lino e seta. I pigmenti al tino: sono insolubili in acqua e vengono applicati attraverso una riduzione chimica. Dopo l'assorbimento, il tessuto viene esposto all'aria o trattato con un composto ossidante, rendendo il colore resistente al lavaggio. I coloranti polivalenti : per tessuti d'arredamento sono una miscela di tinture diverse. Possono essere usati con acqua calda o fredda e alcuni sono adatti alla lavatrice. Effetti di colore: Le diverse tecniche di tintura possono essere usate anche per creare delle fantasie. In alcuni casi al tessuto sono applicati dei rivestimenti che creano una sorta di bamera nel confronti del colorante. Con la tintura, il rivestimento viene rimosso e sul tessuto rimane la fantasia al negativo. Il tie-dye, noto anche come "annodare e tingere", coinvolge l'annodatura o la piegatura dei tessuti prima della tintura, creando disegni attraverso aree prive di colore dopo l'asciugatura. Anche la cucitura può creare effetti simili. La tecnica giapponese simile è chiamata shibori, e in alcune regioni hanno creato fantasie di grande bellezza attraverso questa pratica. Amido e cera sono usati nella tecnica di tintura "a riserva" per dipingere e creare motivi sui tessuti. Dopo l'asciugatura, fungono da schermo impermeabile per le aree non colorate. Nel batik, una forma di riserva a cera, il tessuto è bollito fino a sciogliere completamente la cera. L'ikat è una tecnica di tintura a riserva in cui alcune parti dei fili vengono protette tramite legature strette per evitare la tintura, creando motivi colorati solo su alcune parti del tessuto. Può essere "semplice" se riguarda i fili dell'ordito, o "doppio" coinvolgendo anche i fili della trama. I processi di finitura Le finiture chimiche e meccaniche possono essere applicate alle fibre durante lo sviluppo del tessuto o alla superficie finita della stoffa. Alcuni procedimenti aggiungono ulteriori proprietà a tessuti o capi di abbigliamento, con effetti visivi, tattili o funzionali, Le finiture possono avere una durata pari alla vita del tessuto o venire meno con il passare del tempo. Le finiture di base preparano il tessuto per la tintura o la stampa, includendo lavaggio, sbozzimatura per rimuovere sostanze, strofinatura per la lana, candeggio per pulire e sbiancare, stenditura per riallineare fili dell'ordito e follatura per compattare fibre di lana. La mercerizzazione migliora il cotone attraverso agenti chimici per brillantezza e resistenza. Le tinture fluorescenti senza colore possono far sembrare il tessuto più bianco sotto luce UV. Finiture estetiche danno aspetto o consistenza desiderati. Processi come lavaggio high-tech o trattamento chimico possono rendere il tessuto moderno o vecchio. Tessuti misti possono reagire diversamente al calore, creando effetti come superfici sgualcite o goffrate. L'infeltrimento restringe le fibre, mentre la calandratura passa il tessuto tra rulli riscaldati per lucidarlo, ottenendo effetti come il moiré. Pieghettatura: I tessuti di maglia sono creati intrecciando anelli di filato, sia lungo la trama che lungo l'ordito, per conferire elasticità al tessuto. Le righe orizzontali sono chiamate "righe" e quelle verticali "coste". La trama è creata intrecciando il filo lungo le righe orizzontali; se si perde un punto, la maglia si sfila lungo la riga. L'intreccio lungo l'ordito è più simile all'armatura di un tessuto, ma è più difficile da realizzare. I tessuti di maglia sono generalmente confortevoli grazie all'elasticità, ma possono perdere la forma e restringersi con il calore, specialmente la lana. Sono più soggetti alla formazione di bioccoli rispetto ai tessuti armati, perché spesso i fili non sono perfettamente tesi nella costruzione a maglia. Lo spessore dipende dal punto, dagli aghi e dal filato. Le finiture, come gli ammorbidenti, possono influenzare la qualità del tessuto. Il lavaggio ad alte temperature e l'uso della frizione possono far infeltrire la lana, rendendo la maglia più spessa e meno elastica. I punti: I tessuti di maglia si creano con aghi, filati, colori e diversi punti. I punti decorativi sfruttano le proprietà della maglia; alcuni punti aumentano la densità come i punti trattenuti o corda. L'aspetto del campione è cruciale, così come la sensazione e il drappeggio. Sperimentare con punti, tecniche e tensioni consente di ottenere tessuti unici. La maglia può essere arricchita con ricami o perline per scopi decorativi. Punto Trattenuto: questi punti vengono usati per creare motivi o cambi di colore nello stesso tessuto. Si lavora il filo a maglia, poi si allenta sul retro per riprenderlo successivamente. Evitare fili troppo lunghi per prevenire aggrovigliamenti. Questo metodo rende il tessuto meno elastico e più pesante. Il rovescio può diventare diritto e i fili allungati possono essere tagliati per un effetto decorativo. Intarsi: la fantasia viene creata mediante cambi di filato, ma quest'ultimo al rovescio non crea punti allungati; in tal modo, nel motivo possono essere inseriti blocchi di colore di dimensioni maggiori. Punto Intrattenuto: il punto trattenuto coinvolge il trattenere il filo sull'ago mentre il resto del capo viene lavorato, creando effetti come nido d'ape, bolle o pieghe. Questo produce motivi decorativi su entrambi i lati del tessuto. Maglia Parziale: alcuni punti vengono lavorati mentre altri restano sugli aghi. Questo può avere scopi decorativi o preparare il tessuto per pince o svasature. Punto Crocket: coinvolge lo spostamento di punti su un altro ago, creando buche nel tessuto. Questo può essere fatto manualmente per creare schemi. Questa tecnica risale al XV secolo ma si diffuse in Europa nel Settecento con cotone di alta qualità dall'Oriente, chiamato "maglia bianca" perché il filato non era tinturato. Punto Corda: comporta il trasferimento dei punti lungo la maglia, creando gruppi rialzati e intrecciati. È utilizzato per creare motivi tridimensionali, spesso manualmente, ma anche con macchine per maglieria. I filati di lana sono ideali per questa tecnica grazie alla loro elasticità che consente di allungare i punti durante il trasferimento. Filato: è applicato o tessuto sulla maglia e fissato con punti, creando un tessuto meno elastico senza anelli. Questa tecnica è utile per filati spessi, sottili o strutturati che non si adattano alla lavorazione a maglia tradizionale. Trattamenti Superficiali Dopo la fabbricazione, è possibile migliorare o modificare un tessuto con finiture come stampa, ricamo, manipolazione o applicazione di ornamenti. È importante scegliere la tecnica adatta al tessuto e alla sua funzione. Ad esempio, tessuti a trama lasca possono funzionare con sfilature, mentre tessuti a trama stretta sono adatti alla stampa. Considerate anche la stabilità e l'usabilità dopo trattamenti come devoré o sfilature. Valutate se il tessuto manterrà la sua forma dopo il lavaggio e testate un campione con una tintoria. La stampa La stampa può essere applicata al tessuto mediante blocchi, rulli, o in modo diretto, manuale e digitale. Motivi decorativi, colore e strutture si ottengono grazie all'utilizzo di un'ampia gamma di supporti, tra cui pigmenti, tinture, fiocchi o brillantini. stampa diretta: crea una singola stampa, con inchiostri applicati su una superficie prima di trasferirli al tessuto rovesciato. Le stoffe possono essere anche dipinte a mano con strumenti come spazzole e spugne. Questa tecnica conferisce un aspetto artigianale ma può essere lenta per grandi quantità di tessuto. stampa a blocchi: è un metodo antico dove i motivi sono impressi su superfici dure come legno, linoleum o gomma. Questi blocchi vengono rivestiti d'inchiostro e premuti sul tessuto per trasferire il motivo. Nel 1834, Louis-Jerome Perrot inventò una macchina che consentiva l'applicazione di motivi multicolore su tessuti su larga scala, noto come "Perrotine". stampa a rulli: introdotta con la stampa a lastra di rame nel XVIII secolo, permetteva la creazione di ampi tessuti con dettagli. Blocchi a mano o pittura aggiungevano tonalità. Nel 1783, Beli brevettò la prima macchina a rulli per stampare tessuti in grande quantità. Successivamente, la stampa a rulli a colori divenne possibile. serigrafia: coinvolge un disegno, inchiostro, un telaio con una rete (oggi di nylon o poliestere) e uno stencil del motivo. L'inchiostro passa attraverso il tessuto solo nelle parti desiderate del disegno. Il telaio viene collocato sul tessuto e l'inchiostro viene trasferito usando un rullo asciugatore. Dopo la stampa, si fissa il disegno a caldo per evitare sbavature. I disegni a colori richiedono un telaio per ogni colore. In passato si usavano telai di seta, ora si usano reti sintetiche e stencil con emulsioni fotografiche. stampa rotativa: utilizza cilindri di maglia metallica con rulli asciugatori che spingono il colore attraverso la maglia sul tessuto. Il motivo può essere inciso sulla maglia di metallo tramite laser o procedimento fotografico. Questa tecnica è più rapida ed efficiente rispetto alla serigrafia. stampa a caldo: un motivo a colori è stampato su una carta transfer e lasciato asciugare. La carta è poi posizionata sul tessuto e, grazie al calore e alla pressione, il colore si trasferisce sulla stoffa. La carta transfer non è riutilizzabile. La sublimazione fa penetrare il colore nelle fibre, mantenendo il tessuto traspirante e piacevole al tatto. Questa tecnica è adatta ai tessuti sintetici e, con un rivestimento, può essere usata anche su tessuti non sintetici. stampa digitale: La stampa a getto d'inchiostro per tessuti utilizza ugelli per spruzzare inchiostro sulla superficie del tessuto. Si usano inchiostri CMYK (ciano, magenta, giallo e nero) o pigmenti. I pigmenti sono più solidi ma meno fluidi, mentre i coloranti richiedono un rivestimento chimico. Gli inchiostri a pigmenti non richiedono fissaggio e sono meno inquinanti. La stampa digitale consente progettazione al computer senza trasferire su carta, offre immagini ad alta definizione e può creare motivi tridimensionali con molteplici colori. Non richiede telai e non è limitata dalla grandezza del telaio. Tecniche di stampa È importante scegliere la giusta tecnica di stampa per ottenere una stampa perfetta sul tessuto. I materiali devono aderire bene al tessuto per ottenere effetti moda. Colori e motivi vengono creati con inchiostri e pigmenti, alcune tecniche strutturano il tessuto. Gli agenti chimici possono conferire effetti speciali come rilievi o effetti destrutturati. stampa in corrosione: richiede un tessuto tinto con un colorante specifico, seguite le istruzioni del produttore. Si applica una sostanza che decolora il tessuto, ideale per creare immagini chiare su sfondo scuro. stampa a devorè: I tessuti con fibre naturali o sintetiche in trama e ordito possono essere stampati con una pasta speciale. Questa pasta brucia parte delle fibre con il calore, creando un motivo evidente sulle fibre restanti. stampa rigonfiante: fa espandere l'inchiostro sulla superficie del tessuto quando viene riscaldato. Expantex offre sostanze chimiche che gonfiano il tessuto per un effetto gommoso. Questo effetto tridimensionale può essere creato anche stampando rigonfiamenti sul retro di tessuti leggeri, deformandoli per ottenere l'effetto tridimensionale sul lato frontale. Il punto smock: è un tipo di ricamo utilizzato per dare volume agli abiti, spesso associato ai vestiti dei contadini nell'Ottocento. Si crea creando piccole pieghe verticali sul tessuto attraverso l'uso di punti filza di imbastitura, che poi vengono cuciti insieme. Questo punto deve essere parallelo alla trama e all'ordito del tessuto per evitare pieghe indesiderate. Patchwork: Unisce scampoli di tessuto diversi per creare una nuova stoffa, con il disegno basato sulla scelta dei tessuti e la disposizione dei pezzi. Patchwork Inglese: Taglia scampoli basandosi su modelli di carta, leggermente più grandi, e poi li ripiega e imbastisce. Elimina poi i punti di imbastitura e la carta. Patchwork Americano: Taglia scampoli di tessuto seguendo modelli e li unisce con piccoli punti filza. Utilizza tessuti facilmente pieghevoli, come il cotone leggero. Matelassé: Coinvolge la cucitura di strati di tessuto imbottiti (cotone, lana, piume o crine di cavallo) per motivi decorativi o di riscaldamento. Matelassé Inglese: Costituito da due strati di tessuto cuciti insieme e imbottiti con ovatta. Matelassé Italiano a Coste: Usa linee parallele per introdurre velluto o lana, evidenziando l'imbottitura. Matelassé Trapuntato: L'imbottitura viene inserita dopo la cucitura, evidenziando il motivo prescelto con cuciture e fenditure ricucite. Ornamenti: Il tessuto può essere arricchito con ornamenti come perline, paillettes e altri elementi per creare effetti tridimensionali e decorativi. Questi ornamenti, come perline e paillettes, venivano utilizzati negli anni Venti per dare movimento e riflessi ai vestiti durante i balli. L'aggiunta di questi dettagli può anche influenzare il peso del tessuto. In diverse culture, gli ornamenti hanno significati sociali o superstiziosi, come ad esempio i bottoni indicanti rango o le piume d'aquila simbolo di coraggio per i nativi americani. Colori e tendenze: Comprendere i principi del colore e la mescolanza delle tonalità è essenziale nella progettazione tessile e moda. Gli stilisti si adattano agli orientamenti della moda che influenzano colori, fibre e consistenza dei tessuti. I trend forecasters anticipano le tendenze in ogni aspetto del design moda, contribuendo a selezionare prodotti al passo con i desideri del consumatore. Il loro ruolo è prevedere quando il consumatore accoglierà nuove tendenze, identificando target di mercato e fasce di prezzo. Stilisti, produttori e rivenditori, guidati da queste previsioni, scelgono i prodotti più adatti al mercato attuale. Lo studio accurato del colore è cruciale per una collezione di moda e tessili di successo, influenzando la percezione e l'attrattiva per gli acquirenti. La scelta del colore dipende dalla stagione, dal consumatore, dal tessuto e dal concetto stilistico. Le tendenze in corso guidano spesso gli stilisti nella creazione di collezioni adatte ai colori previsti per la stagione. Linguaggio del colore: Il colore nel design trasmette informazioni specifiche, anche se l'occhio umano distingue molti colori, non riesce a ricordarli tutti. È fondamentale trovare modi per identificarli e trasmetterli, ad esempio, usando termini associati come "rosso sangue" o "giallo limone". I colori freddi hanno tonalità blu, mentre i caldi tendono al rosso o all'arancione. Colori sbiaditi hanno poca intensità, mentre i pastello contengono bianco ma conservano intensità. La psicologia del colore varia culturalmente; in Europa, il blu è associato agli uomini, il rosa alle donne, il bianco al matrimonio e il nero al lutto. In India, il rosso è legato alla fertilità, il bianco è tutto. Le culture asiatiche attribuiscono significati diversi, ad esempio, il giallo è imperiale, mentre in Cina il rosso simboleggia prosperità e il bianco è associato al lutto. Un tempo, i colori erano legati alle sostanze coloranti regionali, estratte da minerali e piante locali. Psicologia del colore: La psicologia del colore è supportata scientificamente, dimostrando che alcuni colori possono influenzare il nostro umore: il blu ha proprietà calmanti, mentre il nero e il grigio sembrano avere effetti depressivi. Tuttavia, nella moda, la scelta del colore di una collezione tende a essere più artistica che psicologica. Nonostante le teorie sulle influenze emotive, alcuni colori sono di moda solo per una stagione, indipendentemente dal loro impatto sul benessere.