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Riassunto sostitutivo EDISES tfa sostegno scuola secondaria di primo e secondo grado, Sintesi del corso di TFA Sostegno

Riassunto completamente SOSTITUTIVO dei manuali, sintetico e completo di tutti gli argomenti richiesti da bando. Fornisce la preparazione completa a tutte le prove. Per il primo grado manca la governance relativa al primo ciclo. Tutti gli argomenti sono stati anche approfonditi prendendo in considerazione il Simone. Riassunto che mi ha permesso di risultare vincitrice 6 ciclo.

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022

In vendita dal 14/12/2022

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Scarica Riassunto sostitutivo EDISES tfa sostegno scuola secondaria di primo e secondo grado e più Sintesi del corso in PDF di TFA Sostegno solo su Docsity! RIASSUNTO SOSTITUTIVO TFA SOSTEGNO SCUOLA SECONDARIA DI 2 GRADO PARTE PRIMA COMPETENZE SOCIO-PSICHE PEDAGOGICHE CAPITOLO 1 LO SVILUPPO SOCIALE E LE RELAZIONI DI GRUPPO La società è formata da individui che compiono azioni sociali. La psicologia sociale studia l'attività mentale e i comportamenti dei soggetti immersi nella vita sociale. Il lavoro degli psicologi sociali consiste nel tentativo di comprendere il modo in cui il pensiero, il sentimento e il comportamento degli esseri umani vengano condizionati dalla presenza degli altri. Gli ambiti di interesse si concentrano sui rapporti cooperativi, sulle relazioni d'aiuto, sulle reazioni all'ingiustizia con l'intento di descrivere oltre ai comportamenti anche i processi mentali che vi sono alla base. L’ individuo è inserito nei vari contesti: famiglia, scuola, lavoro ed è proprio all'interno di questi contesti che egli dà vita a delle relazioni. La famiglia è un contesto costitutivo, nel quale il bambino soddisfa i suoi bisogni e trova una base sicura dal punto di vista affettivo relazionale. La scuola è organizzata in modo ciclico sia per gli apprendimenti e sia per la struttura. Il terzo contesto è il lavoro. E’ chiaro che risulta fondamentale una sinergia tra scuola e famiglia per attuare una coerenza educativa e permettere al bambino una crescita e uno sviluppo armonici. Quando un bambino viene concepito la vita della famiglia si modifica particolarmente poiché i futuri genitori attraversano tre momenti significativi che sono: l'attesa, la nascita, e la relazione primaria. Già dopo la nascita, il bambino interagisce con l'ambiente e crea la relazione primaria con la madre, si crea un'interazione e una capacità di stabilire schemi interattivi. Dopo i 2 mesi di vita il bambino comincia a regolare le proprie interazioni non solo sulla base delle necessità biologiche. Verso i 5 mesi grazie alle capacità di manipolazione e di coordinazione oculo-manuale comincia ad utilizzare gli oggetti per stabilire le relazioni. Dai 12 mesi ai 2 anni il bambino riconosce la propria immagine allo specchio, successivamente con l'acquisizione del linguaggio egli si avvia verso l'autonomia. Dai 18 mesi il bambino amplia le relazioni all'esterno della sfera familiare. Si è dimostrato l'importanza della routine, nella routine il bambino sviluppa una capacità di previsione e di attesa dei passaggi che compongono uno schema. Le prime relazioni che il bambino instaura sono di tipo di diadico ( termine introdotto da René Spitz per indicare la relazione madre figlio nei primi anni di vita) Importante ricordare la teoria dell'attaccamento di John Bowlby egli ebbe interesse per i legami di attaccamento anche grazie agli studi di Lorenz sull’ imprinting ossia sul processo di formazione dei legami sociali inteso come apprendimento precoce nei piccoli di molte specie. Le tipologie di modelli operativi interni individuati sono 4: - insicuro- evitante: quando il bambino ha sperimentato una situazione di legame instabile con la madre, non mostra differenze di comportamento in assenza o in presenza della madre. -Sicuro: quando il bambino manifesta curiosità ed esplorazione e ricerca del contatto con la madre. - Insicuro ansioso ambivalente: quando manifesta sensazioni di disagio e al ritorno della madre in caso di separazione non riesce a calmarsi. -Disorganizzato: quando il bambino sperimenta un fallimento, non è in grado di ricercare la figura materna come supporto e lancia segnali inadeguati sia in presenza che in assenza della madre Ad ogni modo la relazione familiare che offre cure e protezione e garantisce l'apprendimento e lo sviluppo della persona è di tipo verticale tra adulto e figlio. Rene Spitz studioso di psicoanalisi afferma che la normale crescita del bambino è resa evidente da tre fasi che si possono identificare attraverso tre organizzatori: il sorriso, la comparsa dell'angoscia di fronte al viso di un estraneo, la comparsa del no. Piano piano il bambino supera la relazione diadica per inserirsi in un gruppo. La formazione dei gruppi di coetanei o dei pari diventerà un fatto spontaneo e naturale a partire dalla squadra d'infanzia. Per garantire lo sviluppo degli allievi in un ambiente ricco di stimoli una stretta collaborazione delle scuole con le famiglie e le agenzie formative e sociali, costituisce un presupposto indispensabile. A tal proposito si parla di sistema formativo integrato in cui il sistema non formale comprende le agenzie extrascolastiche educative. Occorre pertanto da parte della famiglia essere un punto di riferimento per la corretta inclusione scolastica soprattutto in caso di disabilità BES e qualunque altra fragilità dell'alunno. L’ animazione socio culturale nasce dalla pedagogia sociale e si tratta di un intervento nel territorio al fine di favorire processi di crescita della capacità dei gruppi di partecipare e gestire la realtà sociale politica in cui vivono. Il fondamento dell'animazione culturale consiste nella maturazione del soggetto rispetto ai contenuti di apprendimento. La socializzazione è quel processo mediante il quale l'individuo acquista le conoscenze, le abilità, i sentimenti in comportamenti che li mettono in grado comunicazione si riferisce alla trasmissione dei messaggi. Il processo comunicativo si realizza attraverso una serie di elementi : -L'emittente: colui che invia il messaggio -Il messaggio: l'insieme di informazioni trasmesse dall'emittente -Il codice: sistema di regole che assegna un certo significato e può essere verbale ovvero la lingua con il suo insieme di regole e non verbale ovvero gestualità mimica facciale o intonazione vocale -Il canale: il mezzo utilizzato per trasmettere il messaggio -Il ricevente: colui che capta il messaggio -Il feedback o la risposta di ritorno da parte del ricevente -Il contesto : situazioni concrete in cui avviene lo scambio di informazioni -Le interferenze: ostacoli che disturbano il processo comunicativo La comunicazione può essere verticale quando avviene tra soggetti con livelli diverse autorità e gerarchia, orizzontale quando avviene tra persone allo stesso livello. Un atto comunicativo è efficace quando viene compreso da destinatario in modo che quest'ultimo le attribuisca un significato analogo alle intenzioni dell'emittente. La scuola di Palo Alto che ha studiato i problemi della comunicazione ha raggruppato psicologi, filosofi, antropologi e sostiene che qualsiasi comportamento assunto in una relazione fra due o più persone può essere definito comunicativo indipendentemente dal fatto che l'atto del comunicare sia intenzionale o meno. L'approccio sistemico che fa capo alla scuola di Palo Alto si occupa della pragmatica e degli effetti della comunicazione sul comportamento dell'individuo. Il linguaggio è una delle manifestazioni dell'attività simbolica dell'uomo. Tale facoltà non appartiene esclusivamente alla specie umana, come ha dimostrato il biologo austriaco Frish le api ad esempio sono in grado di comunicare grazie al ritmo dei loro spostamenti. Il linguaggio però è un sistema di comunicazione tipico dell'uomo che si distingue per la complessità della struttura. Secondo l'ipotesi evoluzionista, il linguaggio risale alle origini della storia del genere umano, mentre secondo l'ipotesi emergentista questo sistema di comunicazione sarebbe comparso in tempi più recenti in Homo sapiens moderno e come evento originario grazie allo sviluppo del cervello che avrebbe creato le condizioni per l'invenzione del codice linguistico. Il linguaggio è fondato sull'associazione di un concetto, il significato detto anche contenuto semantico e di schemi di suoni, il significante o espressione verbale, connubio che produce il segno linguistico. Il linguaggio e il pensiero sono connessi. Benjamin Lee Whorf giunse alla conclusione che strutture dissimili di linguaggio generano concezioni del mondo differenti, questa tesi nota come ipotesi della relatività linguistica ha animato un vivace dibattito dato che molti psicologi hanno ipotizzato che siano le esperienze significative acquisite dai membri delle varie popolazioni ad influire sulle modalità di espressione. Il linguaggio verbale assolve a quattro funzioni fondamentali: -Espressiva: il linguaggio consente l'eliminazione e allentamento di una tensione interna -Comunicativa: il linguaggio consente le interazioni fra individui -Cognitiva: il linguaggio permette la rielaborazione interna delle conoscenze -Regolativa: il linguaggio facilita l'autoregolazione del comportamento Roman Jacobs integra il modello generale sulla comunicazione linguistica proponendo una suddivisione in sei funzioni del linguaggio: Funzione emotiva: esprime il vissuto dell'emittente Funzione fàtica: è legata al canale e nei monitora il funzionamento Funzione cognitiva: cerca di indurre un atteggiamento nel destinatario Funzione poetica: è legata al messaggio Funzione metalinguistica: realizza una comunicazione sulla comunicazione Funzione referenziale: è legata al contesto in cui si svolge la comunicazione. Tramite il linguaggio si trasmette la cultura che consiste nell'insieme complesso che include la conoscenza, l'arte, la morale, il diritto, le credenze e qualsiasi altra capacità acquisita dall'uomo come membro di una società. Il metalinguaggio è un linguaggio adottato per descriverne un altro. Si definisce comunicazione verbale la comunicazione parlata e scritta. Esistono oltre al linguaggio altre forme di comunicazione definite non verbali che trasmettono informazioni mediante il coinvolgimento dell'intero apparato sensoriale. Secondo gli studi sulla comunicazione il 90% di un messaggio emotivo viene comunicato attraverso canali non verbali e tali messaggi vengono recepiti in modo inconscio senza prestare attenzione alla natura del messaggio stesso. I sistemi verbali sono in codice digitale, dato che consistono in combinazioni di segni, mentre quelli non verbali sono in codice analogico poiché producono a ciò a cui si riferiscono. La comunicazione non verbale viene usata per svolgere la funzione espressiva manifestando emozioni e sentimenti, la funzione interpersonale segnalando i vari aspetti della relazione tra gli interlocutori la funzione di regolazione dell'interazione tenendo sotto controllo lo scambio faccia a faccia la funzione di supporto al linguaggio caricando di senso l'espressione linguistica. La comunicazione delle parole è rafforzata da vari elementi come ad esempio l'enfasi, la forza vocale, l'intonazione vocale, il ritmo, la velocità di un eloquio. La prosodia è il complesso di regole che governano la collocazione dell'accento tonico sulle parole e rientra nella paralinguistica per indicare quei segni non verbali che accompagnano il parlato attraverso il canale uditivo vocale. Il modo in cui la individui usano lo spazio per comunicare è oggetto di studio della prossemica la scienza che studia l'uso dello spazio ovvero la disposizione e i movimenti dell'interlocutore nell'ambiente. Un' altro segnale di fondamentale importanza è rappresentato dalla postura e la mimica facciale. I gesti per mandare segnali possono essere simbolici come quando si fa il segno di ok , di automanipolazione o adattativi, illustratori che accompagnano il discorso per chiarirne i significati. Anche la multimedialità può essere considerata una tecnica di comunicazione che impiega linguaggi diversi per esempio immagini, suoni e testi scritti. La lingua è il fenomeno concreto con cui si manifesta la facoltà della comunicazione verbale. Dopo aver acquisito nel primo anno di vita, una serie di competenze il bambino è in grado di porre domande e fare commenti attraverso risorse non verbali. Nella fase dello sviluppo in cui non può comunicare attraverso il linguaggio verbale il neonato utilizza il pianto. La sua attenzione nei primi mesi di vita è rivolta al volto della madre, intorno al quinto mese è diretta agli oggetti, verso il nono mese direziona l'attenzione materna sull'oggetto. Proprio l'assenza di attenzione condivisa è stata associata ai casi di autismo infantile. Si devono attendere i tre anni affinché il bambino padroneggi i gli adulti, la madre e il padre prima di tutti a interpretare i suoni e i vocalizzi del bambino ad attribuire i nomi agli oggetti di suo interesse e a sintonizzarsi con il suo sguardo. Questi scambi hanno la funzione di creare significati condivisi. Altre teorie sullo sviluppo del linguaggio - Skinner e il comportamentismo: non vi è competenza linguistica innata, si tratta del comportamento che si apprende con l'associazione stimolo- risposta. -Teoria innatista di Chomsky: alla base del linguaggio c'è una competenza innata, la grammatica universale ovvero la conoscenza delle regole sottese all'apprendimento della grammatica propria delle diverse lingue e il Lad dispositivo per l'acquisizione del linguaggio che consente di acquisire gli aspetti più complessi della lingua madre. Tra le sue opere più importanti sull'argomento vi è la grammatica generativa trasformazionale. -Teoria neurocostruttivista di Smith: durante lo sviluppo vi è un processo di specializzazione delle aree emisferiche -Rogers: propone il modello della comunicazione assertiva quella che riesce ad esprimere le proprie idee e a far valere il proprio punto di vista rispettando le idee degli altri, si tratta di uno stile comunicativo adeguato al contesto relazionale e funzionale all'obiettivo della comunicazione. Rosenberg nell'ambito della comunicazione non violenta utilizza il termine linguaggio giraffa e si riferisce la metafora che Rosenberg utilizzava in contrapposizione al linguaggio sciacallo. Si riferisce a una comunicazione che evita i conflitti e rispetta le opinioni altrui. I disturbi della comunicazione possono essere: fisici: difficoltà nel percepire e produrre segnali e segni di comunicazione. Psicologici: quando comportano la difficoltà a stabilire un rapporto efficace nella comunicazione, sociali: come ad esempio timidezza, rigidità, intolleranza, eccessivo egocentrismo, strumentali: incapacità o difficoltà nel utilizzare alcune tecniche di comunicazione e nella codificazione. Il rapporto comunicativo può essere ostacolato da distrazione, saturazione (che può dipendere dall'impossibilità nel ricevente di accogliere per sopraggiunta stanchezza o ulteriori messaggi), mancanza di canali, l'esistenza di codici incompatibili come ad esempio chi parla lingue differenti. Per facilitare un rapporto comunicativo con gli altri è necessario instaurare un rapporto empatico e garantire attraverso la ridondanza ovvero la ripetizione con modalità diverse lo stesso concetto, una migliore comunicazione. CAPITOLO 3. COMUNICARE CON GLI ADOLESCENTI Le differenze comunicative aumentano durante l'adolescenza perché i ragazzi mettono in discussione i modelli e ricercano la propria identità. Gli oggetti mediatori sono rappresentati da adulti significativi, gruppo di pari, attività e oggetti con funzione regressiva. Le adolescenti spesso ricercano l'identità per opposizione, si tratta di una fase della vita molto delicata in quanto si sviluppa una nuova capacità di astrazione che porta adolescenti a discutere di tematiche importanti. Mettono in discussione le certezze e prestano attenzione alle incoerenze tra ciò che le persone dicono e il loro comportamento. Metodo Gordon: la creazione di un'atmosfera socio affettiva relazionale favorevole è una condizione essenziale per produrre un apprendimento significativo. Questo metodo rappresenta un modello di educazione centrato sulla comunicazione e sulla fiducia per facilitare le relazioni, basandosi sulla risoluzione pacifica dei conflitti, e procedure per favorire educazione alla pace. Gordon sostiene che l'educazione è un processo autogestito, l'educatore è un facilitatore in quanto egli può agevolare il processo di educazione nell'individuo apprendendo ad essere in modo autentico ciò che è. Il facilitatore è colui che attraverso l'empatia sostiene il processo di sviluppo di crescita della persona e deve essere in possesso di due competenze fondamentali che sono l'ascolto attivo che non consiste semplicemente nel prestare attenzione ma porsi in ascolto e la tecnica del messaggio io che consiste nel comunicare all'altro come ci si sente in una determinata circostanza. Esistono una serie di barriere comunicative, atteggiamenti che interferiscono sulla comunicazione che vanno evitati come ad esempio: essere imperativi ,ordinare, esigere, avvertire minacciare dare consigli non richiesti minimizzare interrogare cambiare argomento, giudicare criticare umiliare cercare di persuadere. Elenca 12 barriere di non ascolto. L'applicazione del modello di Gordon può essere indispensabile anche per risolvere i conflitti non solo quelli fra genitori e figli o tra insegnanti e studenti ma anche quelli interculturali o interrazziali. Le parti in conflitto possono unirsi nella risoluzione di soluzioni attraverso il Problem solving. Nell'affrontare il tema della comunicazione con adolescenti non si può prescindere da una riflessione sulle nuove forme di comunicazione rappresentate dai social network. La rete può essere definita come un luogo, un ambiente comunicativo, i social network rappresentano luoghi virtuali in cui le persone hanno la possibilità di entrare in contatto con milioni di utenti. Il fenomeno del cyberbullismo è connesso al mondo adolescenziale ma rispetto al bullismo tradizionale, l'uso dei mezzi elettronici conferisce al cyberbullismo alcune caratteristiche proprie tra cui l'anonimato del bullo. Si tratta di una grande sfida per educatori e genitori preparare i ragazzi a interagire in mondi virtuale che chiaramente non è solo una minaccia ma anche una preziosa risorsa per i giovani. CAPITOLO 4. LA PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO E DELL’APPRENDIMENTO Lo sviluppo è un processo evolutivo di un organismo che può avvenire per tre cause: maturazione intrinseca ovvero capacità innate, influenze dell'ambiente e apprendimento per apprendimento si intende qualunque cambiamento della condotta prodotto dall'esperienza si parla di capacità cognitivo sociali per indicare funzioni mentali che consentono di partecipare alla vita sociale. Lo sviluppo globale si riferisce invece al miglioramento di tutte le realtà di una società. Psicologia dell'età evolutiva: si occupa di osservare e studiare ciò che avviene dall'infanzia all'adolescenza, infanzia comprende la nascita fino ai 12 anni, adolescenza va dai 12 ai 18 anni e l'obiettivo è il raggiungimento della maturità che conduce al raggiungimento di capacità cognitive e sociali. Psicologia del ciclo di vita: Erikson studia come le persone si adattano alle tappe la vita è come acquisiscano consapevolezza del calendario biso sociale, per Ericsson l'uomo ha come scopo il costruire il senso di identità. Psicologia dell'arco di vita: Vygotskij: per capire lo sviluppo occorre studiare i fattori socio culturali in cui la persona inserita. Viene inserito il concetto di crescita continua. I concetti di cambiamento e sviluppo devono essere inquadrati in una prospettiva interazionista e costruttivista in cui l'individuo e ambiente sono correlati strettamente, per questo motivo occorre porre attenzione sulle diverse funzioni psicologiche dello sviluppo e occorre prendere in considerazione la variabilità Interindividuale che è possibile riscontrare tra soggetti della stessa età e la variabilità intraindividuale che riguarda invece il modo in cui ciascun soggetto vive le diverse fasi della propria esistenza. indifferenziato partendo dal quale procede poi per tappe di differenziazione e organizzazione gerarchica. Bruner: studia lo sviluppo cognitivo, non è per stadi ma è legata a strategie messe in atto per affrontare la situazione di vita in un determinato contesto. Rappresentazione esecutiva: azione, : immagine e rappresentazione simbolica: linguaggio. Approccio psicoanalitico: considera l'individuo come organismo simbolico che dà significati a se stesso e all'ambiente circostante. Freud ha individuato le fasi psicosessuali, Ericsson si è interessato alla dimensione sociale dividendo il ciclo di vita in 8 età. Stern noto per lo sviluppo della psicologia personalistica che pone l'accento sui tratti misurabili della personalità. Ma qual è la natura del cambiamento che caratterizza lo sviluppo? il cambiamento a natura quantitativa, lo sviluppo è considerato sotto forma di accrescimento ovvero come somma di piccoli cambiamenti nel tempo. Secondo altri il cambiamento a natura qualitativa cioè sarebbe una trasformazione conseguente a specifici cambiamenti evolutivi. Sviluppo quantitativo> comportamentismo> il bambino è plasmato dall'ambiente sviluppo qualitativo> teorie organismiche> il bambino è attivo costruttore delle conoscenze Ma quali processi causano questo cambiamento? per i comportamentisti> ambiente per gli innatisti> fattori genetici per le teorie organismiche> interazione ambiente + fattori genetici l'idea di sé: Le competenze sociali di un individuo si basano sull'idea di sé cioè sulla capacità di cogliere la prospettiva dell'altro. Selman Sostiene che l'età scolare compresa fra i sei e gli 11 anni è la fase in cui dalla separazione della famiglia e l'inserimento nel contesto scolastico deriva la costruzione di più avanzate competenze sociali. Risale a questo periodo l'acquisizione della capacità di ROLE TALKING: ovvero la capacità di assumere un punto di vista diverso dal proprio. L’espressione PERSPECTIVE TALKING si riferisce invece all'assunzione di una prospettiva sociale correlata allo sviluppo della capacità di assunzione di un punto di vista diverso dal proprio che consente a sua volta lo sviluppo del giudizio morale. Stadi di sviluppo dell'abilità di role talking: livello zero indifferenziato, egocentrico livello uno differenziato soggettivo (6-8 anni) livello due autoriflessivo, reciproco (9 anni) livello tre reciproco, assunzione del punto di vista di una terza persona (11 anni) livello quattro sociale, simbolico (oltre 12 anni) A partire dai sei anni i bambini cominciano a fare paragoni tra le informazioni sociali che ricevono ed è un'età importante anche per lo sviluppo di un senso più problematico dell'autoefficacia cioè della percezione e della valutazione che il bambino ha delle proprie capacità di affrontare con successo un aspetto della realtà. Secondo Freud lo sviluppo dell'identità è legato allo sviluppo dell'identità sessuale. Con la crescita il bambino inizia a distinguere le differenze con gli altri e a distinguere il genere sessuale. Ci sono due grandi teorie che si sono occupate di analizzare lo sviluppo dell'identità e in particolare hanno legato tale sviluppo alla sessualità: la psicanalisi e la teoria dello sviluppo sociale. La teoria della psicanalisi fa capo a Sigmund Freud dopo aver scoperto il ruolo dell'inconscio, muove dal presupposto che la base delle successive relazioni vi è il rapporto madre bambino. Alla nascita l'individuo ha due tipi di istinti fondamentali che sono quelli libici e qui gli aggressivi che successivamente evolvono nell'istinto di morte. L'istinto libidico tende successivamente ad investire particolare zone del corpo chiamate zone erogene ,a seconda delle diverse zone interessate distingue 5 fasi detti stadi psicosessuali. La teoria di Freud è una teoria stradale: - stadio orale corrisponde ai primi 18 mesi di vita, i primi contatti del bambino si sviluppano tramite la bocca, la regione orale diventa il mezzo privilegiato di rapporto con la madre vissuta come un oggetto che gratifica il bambino tramite l'alimentazione - stadio anale corrisponde alla fase che va dai 18 mesi e si protrae fino ai 36 mesi. Tutta l'energia libidica è concentrata nella ritenzione-espulsione delle feci. In questo stadio può sorgere un conflitto tra autonomia del bambino e tendenza dei genitori a imporre i propri tempi e i bisogni e può manifestare grazie l'aggressività. - Fase fallica occupa un periodo di tempo che inizia a 36 mesi e si protrae fino ai 5 anni. L'attenzione viene spostata ai genitali e alla scoperta delle differenze legate al possesso del pene. colloca in questo periodo il famoso complesso di Edipo che si manifesta nell’ emersione di desideri incestuosi verso il genitore del sesso opposto e gelosia verso genitore dello stesso sesso. Si supera questa fase nel maschio con il complesso di castrazione cioè del timore di essere evirato dal genitore prima odiato e ora elevato a modello, lo stesso processo avviene con le femmine e costituisce l'invidia del pene. In questo periodo il bambino avrà costituito le tre strutture fondamentali della personalità: ES, IO E SUPER IO. L’ES rappresenta il serbatoio pulsionale, l’IO si forma nel rapporto di mediazione tra le forze aggressive e distruttive dell'es e il mondo esterno. Il SUPER IO costituisce la base del dovere della moralità. -stadio di latenza che interessa l'età fra i sei e gli 11 anni. L'energia libidica si rafforza ma non viene espressa -stadio genitale, le pulsioni sessuali vengono orientate verso un partner e con la pubertà si risvegliano le cariche libiche Per Freud ci sono due tipi di processi che regolano le idee: processi primari e processi secondari; processi primari sono liberi dalla logica, mentre quelli in secondari sono razionali e logici. Opere di Freud: progetto per una psicologia scientifica no l'interpretazione dei sogni psicopatologia della vita quotidiana tre saggi sulla teoria sessuale totem e tabù introduzione al narcisismo introduzione alla psicoanalisi interazionismo cognitivo sociale sottolineando nello sviluppo morale un processo interattivo nel quale intervengono sia fattori individuali personali e sia fattori ambientali e sociali. La teoria dell'apprendimento sociale si fonda su processi di rinforzo e modellamento vicario per poi spostarsi verso i meccanismi di autoregolazione. Bandura ha approfondito i meccanismi che determinano l'attivazione di controlli morali interni e ne individua alcuni come la giustificazione morale, etichettamento eufemistico che si fonda sul potere del linguaggio, dislocazione della responsabilità, diffusione della responsabilità. approccio psicoanalitico: Melaine Klein diversamente da Freud ritiene che per parlare di coscienza morale non si debba attendere il superamento dell'edipo, ma che il bambino manifesti una comprensione di questa dimensione fin dalla primissima infanzia. Egli manifesta spinte aggressive nei confronti della madre che causando senso di colpa e paura di perdere l'oggetto di amore lo spingono a tenere comportamenti riparatori. Jacobson Egli dà importanza alla funzione primaria dell'io ideale che si formerebbe prima del super-io e che concorrerebbe a guidare il bambino alla comprensione di ciò che è giusto di ciò che non lo è. Jacobson individua codici morali nelle relazioni oggettuali. CAPITOLO 5. I PRINCIPALI CONTRIBUTI PEDAGOGICI IN TEMA DI SVILUPPO E APPRENDIMENTO Pedagogia: scienza che si occupa della formazione dell'uomo e della donna per l'intero corso della vita e nella pluralità dei tempi di vita e di esperienza. Si distingue la pedagogia sociale che si occupa dei problemi sociali, la pedagogia speciale che si occupa di soggetti con bisogni educativi speciali, la pedagogia sperimentale che si occupa della ricerca scientifica in pedagogia, la pedagogia comparativa che si occupa dell'analisi delle pratiche educative in rapporto ai sistemi educativi e formativi di altre nazioni e culture, pedagogia interculturale che si fonda sullo scambio interattivo fra individui appartenenti a culture differenti, pedagogia degli adulti o andrologia che si occupa di problemi specifici degli adulti come la rieducazione informazione continua (Life learning), si parla di sociometrica riferendosi a una teoria che si propone di descrivere la struttura informale di processi socio affettivi, socio cognitivi nei piccoli gruppi. Problematicismo pedagogico modello elaborato da Giovanni Maria Bertin per riflettere sui processi educativi e sintetizzare le teorie che hanno arricchito la scienza pedagogica. Gnoseologia: teoria della conoscenza che studia la natura della conoscenza. epistemologia è una parte della teoria della conoscenza che studia i suoi fondamenti e i limiti. Agostino. Opera: De magistro, Egli analizza la dinamica esistente fra il maestro e il discepolo, la comprensione si attua quando si fa spazio al maestro interiore ovvero il Cristo. Si può affermare che l'educatore deve favorire l'apprendimento non solo con le parole ma facendo in modo che il discepolo conosca sul campo e in maniera diretta le cose. Deve favorire la ricerca interiore la crescita intellettuale Comenio: il 600 è il secolo del metodo, pensiamo al metodo di Galileo Galilei o a Cartesio. Allo stesso modo Comenio individua un metodo per attuare l'insegnamento. La pansofia intesa come sintesi unitaria delle diverse forme di sapere, la radice comune è rappresentata dal Dio creatore. egli ha l'idea di un'educazione universale rivolta a tutti Pampaedia, egli è stato il primo a concepire una scuola aperta a chiunque senza distinzione di sesso o ceto sociale. Questa concezione trova il suo fondamento nelle sue opere più celebri Didactica magna, si può insegnare tutto in modo completo e interconnesso. Egli individua la schola materna fino ai sei anni, shola vernacula per gli alunni dai sei ai 12 anni dove si impara la lingua nazionale, schola latina rivolta agli alunni dai 12 ai 18 anni dove si studiano le lingue classiche, accademia frequentata dai ragazzi dai 18 ai 24 anni dove si approfondiscono campi specifici del sapere Positivismo: Nasce nella Francia dell'Ottocento, introdotto da Saint Simon, il fondatore è Auguste Comte: la conoscenza secondo Auguste Comte si fonda direttamente sull'esperienza. nella sua opera Discorso sullo spirito positivo sottolinea che la conoscenza non avviene mediante forme a priori ma mediante l'osservazione dei singoli fatti della realtà della vita. Individua tre livelli che corrispondono a tre periodi: stato teologico, metafisico e positivo Roberto Ardigò: è considerato tra i padri della psicologia scientifica. Si sofferma sul ruolo delle abitudini e conia il termine di confluenza mentale. Privilegia l'intuizione e il metodo oggettivo, puntando a far rinascere un'etica laica e naturalistica Illuminismo: lume della ragione, 700. John Locke: precursore dei illuminismo. Opere: Saggio sull'intelletto umano, pensieri sull'educazione. egli afferma che la conoscenza proviene soprattutto dall'esperienza e che inizialmente la mente dell'uomo è come una tabula rasa che viene scritta dalle esperienze svolte. Nell'opera pensieri sull'educazione propone le working schools ovvero delle scuole che possono avviare le nuove generazioni alla vita lavorativa avendo come obiettivo prioritario quello di prevenire la delinquenza Nicolas De Condorcet: è considerato uno degli autori dell’ encyclopedie degli illuministi. Pubblica Le memorie che sfociano in un progetto sull'organizzazione generale dell'istruzione, individua una scuola accessibile a tutti: gratuita, libera, efficace e specialistica con l'obiettivo di garantire uguaglianza libertà e no emarginazione. suddivide la scuola comune in scuola primaria che dura due anni e scuola secondaria che dura due anni e al quale corrispondono gli istituti, licei ,la società nazionale delle scienze delle arti Giambattista Vico: propone un'educazione diretta a tutti mirando alla piena realizzazione di ogni individuo. Per Giambattista Vico la storia è intesa come prodotto della natura umana ; vuole codificare un metodo che possa far emergere delle verità dallo studio della storia e che si possa poi applicare alle scienze umane. Traccia il profilo dell'evoluzione del bambino che passa dalla fase dei sensi, a quella dell'intuizione e infine all'intelletto. Rousseau: il suo pensiero emerge fin dai suoi primi scritti per poi consolidarsi in una visione sociale e politica nel Contratto sociale. L'educazione ci viene impartita o dalla natura o dagli uomini o dalle cose. Nel discorso sulle scienze e sulle arti introduce il concetto di Stato naturale e sostiene come il progressivo avanzare della cultura abbia distaccato l'uomo da questa situazione idilliaca e che hanno portato l'uomo verso le aspetti più brutali e dannosi. Viene introdotto il mito del buon selvaggio ossia ad un uomo che a contatto con la natura è altruista ed innocente ma da questo stato di purezza originale si distacca progressivamente, dando origine ad una società contaminata nella quale l'uomo compie azioni e assume comportamenti difformi della sua originale purezza. Nella sua opera l’ Emilio descrive i fondamenti della sua concezione pedagogica. la pedagogia assume la configurazione di una scienza autonoma. . Parla di un'educazione naturale. Egli afferma che è necessario rispettare le fanciullo ha energia vitale ed è al centro del processo), di cooperazione tra gli alunni e di coeducazione presenza nell'ambiente scolastico di alunni di entrambi i sessi. Dalle scuole attive nasce il termine attivismo e i maggiori esponenti di questa corrente pedagogica sono Clarapede, Decroly, Montessori e Dewey. Clarapede: opere: “Psicologia del fanciullo e la pedagogia sperimentale”, “Scuola su misura” e “l'educazione funzionale” è stato uno dei maggiori esponenti del funzionalismo psicologico. Parla di educazione funzionale e distingue 6 leggi di sviluppo funzionale che possono essere alla base di una nuova concezione dell'attività educativa. Emerge il profilo di scuola attiva che promuove la centralità dell'alunno, un apprendimento personalizzato, un apprendimento basato sui bisogni e sulle esperienze. Individua un'organizzazione scolastica fondata sul principio che si possa garantire un apprendimento individualizzato: la scuola non può attuare le medesime strategie educative per tutti gli alunni, perciò individua una serie di soluzioni: classi parallele ed omogenee, classi mobili, sezioni parallele, sistema delle opzioni. Decroly dà vita nel 1901 alla Scuola dell’Hermitage in cui i bambini normali vengono educati con gli stessi metodi e materiali utilizzati per quelli con difficoltà. Parte dai bisogni del fanciullo con un approccio che riprende il funzionalismo. Il programma educativo deve riuscire a soddisfare tali bisogni che sono suddivisi nei esigenze legate alle necessità del fanciullo ed esigenze legate alla realtà che circonda il fanciullo. Queste esigenze sono riconducibili a quattro bisogni fondamentali: nutrirsi, lottare contro le intemperie, difendersi dai pericoli e dei nemici, lavorare e rilassarsi. Il centro di interesse costituisce un elemento fondamentale della didattica di Decroly, da ciascuno dei bisogni nasce un particolare interesse del fanciullo, egli parla di programma delle idee associate proprio in riferimento all'aggregazione di idee e concetti intorno al centro di interesse. La didattica si articola in tre tipi di attività: attività di osservazione, attività di associazione, attività di espressione. Don Bosco: fautore di una pedagogia povera 8matrice caritatevole) indirizzata ad aiutare i giovani maggiormente disagiati . Il principio educativo adottato da Don Bosco era il metodo preventivo secondo il quale necessario interessarsi della formazione dei giovani in modo da prevenire il disagio della società, questo sistema preventivo si basa su: ragione, religione, amorevolezza. (gli educatori devono essere amorevoli e protettivi) Don Milani: figura legata all'esperienza didattica rivolta ai bambini poveri della scuola di Barbiana in cui avviò il tentativo di scuola a tempo pieno, sperimentò il metodo della scrittura collettiva con l'obiettivo di far arrivare tutti allo stesso livello d’istruzione garantendo l'eguaglianza. Nella sua opera “lettera a una professoressa” i ragazzi della scuola insieme a Don Milani denunciano il sistema scolastico borghese e classista. Fu Don Milani ad adottare per primo il motto inglese I care letteralmente “mi interessa” “ho a cuore”. Nella sua scuola di Bibiana ha utilizzato il metodo del mutuo insegnamento inteso come insegnamento reciproco: l'insegnamento del docente, viene impartito inizialmente al gruppo di discenti più capaci che a loro volta comunicano agli altri allievi divisi in squadre o classi quanto hanno appreso. Montessori: Laureata in medicina è stata la prima donna ad esercitare la professione medica in Italia, il suo lavoro l'ha portata a contatto con i bambini diversamente abili. nota per la “Casa dei bambini” istituita nel quartiere San Lorenzo a Roma. Opere: “Metodo della pedagogia scientifica applicato all'educazione infantile”, “La scoperta del bambino”, “La mente del bambino. Mente assorbente” (per indicare le caratteristiche e le potenzialità della mentre il bambino che assorbe come una spugna) sulla base dell'attivismo pedagogico traccia i seguenti punti salienti : il bambino deve esprimersi mediante attività che reputa interessanti, le lezioni devono prevedere un ruolo attivo per il discente costruite intorno al bambino stesso (puerocentrismo), il maestro assumerà un ruolo diverso ovvero ha il compito di osservare e studiare il comportamento dei bambini per definire i traguardi e obiettivi da raggiungere. La scuola dell'infanzia deve agire su quattro rami di cultura: il disegno, l'aritmetica, la scrittura, la lettura. Pone attenzione allo studio delle scienze e si parla a tal proposito di educazione e cosmica. L'ambiente scolastico va ricreato a misura di bambino con spazi organizzati. Il maestro o la maestra deve svolgere il ruolo di direttrice. Secondo la Montessori vi sono delle caratteristiche universali innate definite come tendenze umane. John Dewey: Opere: “Il mio credo pedagogico”, “scuola e società”, “democrazia educazione”. Egli è considerato il padre dell'attivismo pedagogico, convinto dell'importanza dell'esperienza nel 1896 fonda presso l'università di Chicago una scuola elementare. L'educazione è un processo che permette all'individuo di giungere gradualmente a contatto con le risorse intellettuali e morali la scuola è vista come un laboratorio, un contesto in cui si attuano processi che costituiscono la vita stessa. La scuola nel preparare la vita deve essere essa stessa vita il, solo in questo modo può svolgere al meglio il suo compito, intende una scuola laboratorio per aiutare a partecipare alla vita sociale e favorire una convivenza democratica. Intravede nella comunicazione una forma di educazione in quanto tramite la comunicazione l'individuo può scambiarsi esperienze e moltiplicare le proprie conoscenze. Usa l'espressione learning by doing ossia imparare facendo: partendo dal concetto di scuola attiva egli sostiene che l'apprendimento attraverso il fare aiuta il fanciullo ad organizzare la sua conoscenza. Collegato alla metodologia del learning by doing è il project work che rappresenta una sperimentazione attiva dei contenuti appresi durante un percorso didattico e ha come oggetto un progetto reale realizzato in aula da parte degli studenti. Egli definisce il pensiero riflessivo come quella modalità di pensiero che permette all'uomo di elaborare la conoscenza, individua le seguenti caratteristiche: il flusso o corrente della coscienza, immaginazione, credenza. Nell'opera “Logica. Teorie dell'indagine” il pensiero riflessivo viene descritto in dettaglio attraverso le sue fasi: la prima fase è la suggestione che determina l'affiorare di un dubbio o di un'incertezza, la seconda fase è intellettualizzazione nella quale il problema inizia ad essere inquadrato nelle sue variabili fondamentali ,la terza fase è quella dell'idea guida o dell'ipotesi, la quarta fase è il ragionamento in senso stretto in cui viene elaborata e codificata una risoluzione. L'ultima fase il controllo delle ipotesi che avviene mediante l'azione diretta volto a verificare la validità della risoluzione elaborata nella fase precedente. Distingue le scuole tradizionali che hanno programmi statici, lontani dall'esperienza dalle scuole nuove dette anche scuole attive in cui si applica un’ educazione progressiva che segue lo sviluppo cognitivo di ciascun studente. Le esperienze positive si conformano ai seguenti principi: principio di continuità , di crescita, di interazione. Cousinet: sostenitore dell'attivismo pedagogico espone la sua idea di un metodo incentrato sull'autonomia del discente ovvero sul libero sviluppo del fanciullo. Il lavoro scolastico deve essere compiuto in un ambiente stimolante per la mente ma anche adeguato allo sviluppo delle relazioni con gli altri volto a favorire processi di socializzazione tra gli allievi, il gruppo secondo Cousinet è in grado di gestire anche la possono essere una lode o un applauso o il denaro. Introduce due diversi specifici schemi di rinforzo: lo schema intervallo fisso nel quale il rinforzo viene fornito al soggetto ad intervalli di tempo regolari, lo schema a rapporto fisso nel quale il rinforzo è somministrato dopo un numero prefissato di volte in cui si attua il comportamento. L'estinzione si verifica quando in presenza di un di quel comportamento il rinforzo non ha più luogo. Pubblica “Walden due” nel quale rappresenta il suo modello utopico della società. Nasce l'idea dell'istruzione programmata che si propone come metodologia alternativa a quella tradizionale: il rinforzo sostituisce la punizione, esso è fornito nei tempi giusti con modalità corrette, ed il percorso di apprendimento è personalizzato per ogni singolo alunno. Prende l'idea della macchina per insegnare che furono messe a punto per la prima volta da Pressey ed era uno strumento che proponeva dei test composti da domande organizzate in maniera sequenziale. Neocomportamentismo: Tolman e Hall segnano un punto di rottura con il comportamentismo classico, vanno oltre il semplice comportamento e vanno ad anticipare le teorie dei cognitivisti che si focalizzeranno sulla mente e sulla coscienza. L'osservazione degli studiosi si concentra sullo scopo e la memoria, il nuovo paradigma è stimolo- organismo- risposta. Tolman: Compie esperimenti sui ratti nei labirinti; egli è considerato il precursore del cognitivismo. Sostiene che il comportamento di un soggetto deve essere osservato nella sua totalità senza doverlo ridurre ad una serie di stimoli e risposte , egli si dedica allo studio di un comportamento globale che definisce comportamento molare. Pertanto nell'osservare come i ratti si muovono all'interno di un labirinto non è importante soffermarsi sulle singole azioni, ma sul risultato complessivo di uscita dal labirinto. Egli formula diverse ipotesi: l'apprendimento può avvenire senza rinforzo, l'apprendimento può avvenire anche se non si manifesta alcuna variazione del comportamento, occorre distinguere tra apprendimento e performance. Notò che i ratti hanno memoria di ciò che apprendono e sono volti a uno scopo Tolman definisce perciò il comportamento intenzionale. Egli inoltre distingue le variabili indipendenti che sono quelle che lo sperimentatore può manipolare, le variabili dipendenti legate al risultato che i topi esibiscono nell'esperimento come ad esempio la velocità con cui escono dal labirinto, le variabili intervenienti cioè che si frappongono tra quelle indipendenti e quelle dipendenti e influenzano il valore di queste ultime come ad esempio sono l’appetito del ratto, la sua propensione al compito, la sua abilità motoria e la sua forza di volontà. Bandura: Egli condusse esperimenti nell'ambito dell'apprendimento per imitazione che lo portano a formulare la teoria dell'apprendimento sociale di stampo comportamentista. Condusse esperimenti con la bambola bobo, esperimento che gita le basi al concetto di apprendimento osservativo, un tipo di apprendimento che avviene osservando un modello. Da questa osservazione, Bandura deduce il concetto di rinforzo vicario ossia il fatto che un opportuno rinforzo ad esempio una ricompensa dato al modello che svolge l'azione influenza il futuro comportamento di chi osserva. Modeling o modellamento: azione di osservare un comportamento e conformarsi ad esso. Gli stimoli che vengono forniti al soggetto possono essere di tre tipologie: osservazione fisica di un modello, descrizione verbale di un comportamento, rappresentazione pittorica o simbolica. Determinismo reciproco: fa riferimento al fatto che l'ambiente e la persona influenzano il comportamento e quest'ultimo influenza gli aspetti interni della persona e l'ambiente circostante. Bloom: Ha dato particolare contributi in merito alla tassonomia degli obiettivi cognitivi ; una buona affermazione ha ottenuto anche la procedura del Master learning che può essere tradotto come apprendimento per padronanza. Inizialmente proposta da John Caroll e successivamente riprese da Bloom questa procedura ha come obiettivo primario quello di condurre la maggioranza degli studenti alla padronanza della disciplina che viene loro insegnata, può configurarsi come una strategia di personalizzazione dell'insegnamento secondo cui tutti gli alunni possono apprendere purché l'insegnante realizzi un'attività di programmazione adeguata. Uno dei punti chiave è incrementare la capacità di apprendere lungo l'arco della vita, sviluppare talenti nella maggioranza degli alunni per fare in modo che la maggior parte degli studenti possa apprendere abilità e concetti ritenuti essenziali. Per Bloom è possibile portare la maggior parte degli studenti ad un livello di padronanza se si attuano strategie di insegnamento apprendimento che forniscono un feedback personalizzato come avviene nel Mastery learning. Le variabili del Mastery learning sono diverse come ad esempio l'attitudine definita come l'ammontare di tempo richiesto dallo studente per raggiungere la padronanza di un apprendimento. Un problema importante per elaborare una strategia di Mastery learning è trovare il modo di ridurre la quantità di tempo richiesta dallo studente più lento per apprendere in maniera soddisfacente un argomento. Il docente deve adeguare l'istruzione ai bisogni dei singoli studenti e può utilizzare diversi strumenti come ad esempio gruppi di studio, tutor, libro di testo, quaderni di lavoro, schede, materiali audiovisivo e giochi educativi. La perseveranza è intesa come il tempo che il discente è disposto a spendere per apprendere un argomento. Il tempo a disposizione per l'apprendimento è l'ultima variabile critica del Mastery learning. I tre punti essenziali della strategia di Mastery learning sono le precondizioni, le procedure operative, e i risultati. 1956 Bloom pubblica Handbook I. dominio cognitivo. Si tratta di un'opera in cui viene proposta una tassonomia e una classificazione degli obiettivi educativi. Il dominio cognitivo riguarda le attività intellettuali e logiche dell'individuo e comprende: conoscenza, comprensione, applicazione, analisi, sintesi, valutazione. Egli pubblica una seconda tassonomia in cui tratta gli obiettivi educativi del dominio affettivo relativo al lato emozionale,ai valori che accompagnano l'individuo nel suo percorso d'apprendimento e comprende: ricettività, risposta, valutazione, organizzazione, caratterizzazione. Un'altra tassonomia viene pubblicata da Simpson relativa agli obiettivi del dominio psicomotorio che fa riferimento alle capacità psicomotorie dell'individuo e comprende comunicazione non verbale, qualità fisiche, abilità percettive movimenti riflessi. Egli oltre alla tassonomia di Bloom e di Guilford c'è un'altra tassonomia ed è quella elaborata da Robert Mills Gagné e comprende: apprendimento di segnali, stimolo risposta, di concatenazioni motorie, di associazioni verbali , di discriminazioni, di concetti, di regole, problem solving. Cognitivismo: Studia la mente e i suoi processi che sembrano essere gli unici elementi in grado di spiegare il funzionamento di attività cognitive superiori, in tal senso si dice che il cognitivismo utilizza la metafora mente- computer . Si parla di metacognizione per definire il processo attraverso il quale si è consapevole di ciò che si conosce. si distingue la sensazione (tutto ciò che viene avvertito dagli organi di senso) dalla percezione (elaborazione delle sensazioni) secondo l'empirismo la conoscenza avviene tramite l'esperienza, All'empirismo si può ricondurre la corrente dell'associazionismo che ha tra i suoi maggiori esponenti Ebbinghaus precursore degli studi sulla memoria. La caratteristica essenziale dell'associazionismo è la scomposizione della rappresentazione mentale degli elementi essenziali e fondamentali, piuttosto che una visione globale e unitaria della rappresentazione. Egli individua una serie di stadi : stadio senza motorio ( dalla nascita ai due anni) diviso in 6 sotto-stadi Faccia • 1 mese: riflessi: rooting (volge il viso nella direzione del dito che si poggia sulla sua guancia) suzione, pressione della mano, riflesso di Moro (apre le braccia in posizione supina) • da 1 a 4 mesi: è la fase della reazione circolare primaria cioè le azioni vengono ripetute. Il bambino è ancora caratterizzato dall'egocentrismo radicale cioè non distingue ancora tra se stesso e l'ambiente circostante • dai 4 agli 8 mesi: Si caratterizza per la comparsa delle reazioni circolari secondarie cioè le azioni vengono ripetute per avere un effetto sull'ambiente • dagli 8 ai 12 mesi: caratterizzato dal coordinamento delle reazioni circolari secondarie in schemi o strutture ancora più complessi, in questa fase si sviluppa un concetto importante che rappresenta una delle maggiori conquiste del bambino e si tratta del concetto di permanenza dell'oggetto, cioè comprende che è un oggetto esiste anche se smette di vederlo e quindi inizia a considerare gli oggetti come permanenti • dai 12 mesi ai 18 mesi: è caratterizzato dalle reazioni circolari terziarie, il bambino modifica gradualmente le azioni. Si sviluppa in questa fase il linguaggio olografico cioè vengono pronunciate le prime parole che però hanno il significato di un'intera frase • dai 18 ai 24 mesi: Emerge la funzione simbolica, il bambino si serve di simboli oggetti o azioni e consente di realizzare rappresentazioni mentali che sono immagini di oggetti o di azioni che il bambino crea mentalmente Stadio preoperatorio: che va dai 2 ai 7 anni si suddivide in due sotto-stadi • il primo sottostudio è la fase preconcettuale o del pensiero simbolico che va dai due ai quattro anni: si afferma la funzione simbolica che consente uno sviluppo notevole del linguaggio • il secondo sotto-stadio è costituito dalla fase del pensiero intuitivo che va dai 4 ai 7 anni. In questa fase il bambino usa un ragionamento di tipo intuitivo basato sulla percezione dei fatti osservati Stadio delle operazioni concrete: che va dai 7 ai 12 anni. Il ragionamento logico prende piede su quello intuitivo e il bambino compie azioni definite logiche le operazioni si riuniscono nei raggruppamenti, come ad esempio: operazioni di classificazione, inclusione gerarchica , di moltiplicazioni di classi ,di seriazione additiva ,di seriazione moltiplicativa. Stadio delle operazioni formali che va dai 12 ai 16 anni in questo periodo l'adolescente sviluppa capacità di giudizio, continua a svolgere operazioni di classificazione e di seriazione ed è in grado di farlo anche su idee e conoscenze astratte. Nasce il pensiero ipotetico deduttivo cioè il bambino sa condurre i ragionamenti logicamente corretti senza la necessità di partire da un dato di esperienza. Vygotskij: È considerato il massimo esponente della scuola storico culturale secondo la quale lo sviluppo delle facoltà psichiche non è solo influenzato da fattori biologici ma anche da fattori storici sociali e culturali. Si è occupato dello studio del rapporto tra pensiero e linguaggio: il linguaggio ha la funzione di regolare del comportamento e il pensiero. Ha fornito spunti interessanti sull'importanza del gioco e ha introdotto il concetto di zona di sviluppo prossimale. Nella sua opera Pensiero e linguaggio: parla dello sviluppo cognitivo che si situa all'interno di un contesto culturale ed è influenzato da questa cultura: questo concetto viene definito intelligenza situata. Piaget aveva parlato di linguaggio egocentrico cioè il bambino mentre svolge le sue azioni tende a parlare in prima persona. Vygotskij osserva questo fenomeno sotto un'altro punto di vista dando al linguaggio egocentrico un valore cognitivo: esso è un ragionare ad alta voce. Gli adulti svolgono ragionamenti mediante il linguaggio interiore, il linguaggio egocentrico del bambino è la manifestazione di tale linguaggio interiore che però si palesa con un linguaggio esteriore ossia come un linguaggio parlato. Egli parla di linguaggio sociale rivolta agli altri. l'essere umano nello svolgimento di un compito può disporre di due tipi di funzioni psichiche: le funzioni psichiche inferiori che sono tipiche degli animali ad esempio funzioni che permettono l'uso di un attrezzo con le mani, le funzioni psichiche superiori che un entrano in gioco quando si usa il linguaggio o sistemi simbolici. Zona di sviluppo prossimale : si riferisce all’ insieme di concetti che il bambino è in grado di comprendere nell'immediato oppure a quelle azioni che con uno sforzo razionalmente limitato può riuscire a compiere , secondo l'autore la zona di sviluppo prossimale rappresenta la distanza tra il livello reale di sviluppo di un individuo e il livello di sviluppo potenziale. Opera: “Il processo cognitivo”: parla dell'importanza del gioco. Inizialmente in età prescolare o nei primissimi anni di età scolare si tratta di un gioco di immaginazione, il bambino assegna delle regole per giocare. il bambino per sua natura avrebbe pulsioni a non seguire le regole eppure nel gioco stabilisce delle regole di comportamento e questo avviene perché egli prova diletto nell'impersonare la situazione immaginaria e lo fa in maniera inconscia. In seguito il gioco evolve verso una realizzazione conscia del suo scopo. Bruner: Ha fornito contributi importanti nel campo della psicologia cognitiva aderendo al movimento psicologico chiamato New look. Considera la cultura come il fattore principale per dare forma alla mente. Sottolinea l'importanza del pensiero narrativo una forma di pensiero che consente di poter gestire non solo i dati reali ma anche quelli astratti. I suoi primi studi si rivolgono al campo della psicologia cognitiva ossia quella scienza che studia processi mentali come la percezione, linguaggio, la memoria e aderisce a una corrente denominata New look on perception. Bruner parla di due fattori determinanti della percezione che chiama fattori autoctoni rappresentati dalle proprietà del sistema nervoso e sono fattori di carattere fisico chimico e medico , e fattori comportamentali che rappresentano funzione adattive dell'organismo come motivazione, bisogni sociali, apprendimento. Pertanto ciò che viene percepito dall'organismo è un'opportuna mediazione operata dai fattori autoctoni e da quelli comportamentali. Per Bruner lo sviluppo cognitivo può essere delineato mediante il concetto di rappresentazione con cui egli intende una modalità di elaborazione delle informazioni che provengono al soggetto dall'ambiente circostante. Esistono tre modalità di rappresentazione: esecutiva (Sono simili agli schemi di azione di Piaget e sono le prime a svilupparsi) iconica (avvengono in forma di immagini) e simbolica(basate sul linguaggio o su segni, simboli) Bruner distingue il pensiero intuitivo che si basa su una visione complessiva del problema dal pensiero analitico che procede un passo alla volta, i passaggi del pensiero analitico sono ben definiti. Egli presenta il concetto di apprendimento per scoperta ed intende una qualsiasi modalità di ottenere conoscenza per se stessi con l'uso della propria mente. Egli individua due tipologie di approccio all'insegnamento: insegnamento espositivo nel quale l'insegnante espone dei concetti, insegnamento ipotetico che prevede un ruolo diverso suggestivo concetto di do-discenza. Neill fonda la sua concezione educativa sulla bontà originaria della natura umana i suoi concetti si possono riassumere in due assunti fondamentali: né istruire né educare, libertà di accettazione. Si inserisce all'interno della psicologia del profondo secondo la quale non bisogna ostacolare la spontaneità e la natura del bambino. Bauman è un altro filosofo e sociologo importante della pedagogia contemporanea, egli parla di modernità liquida, egli lega tra loro i concetti quali il consumismo, la globalizzazione e una vita liquida sempre più frenetica, costretta ad adeguarsi al gruppo per non sentirsi esclusi. Il concetto di società liquida di Bauman è stato ripreso anche da Cantelmi per elaborare la teoria della tecno liquidità. Bourdieu: Insiste sull'importanza dei fattori culturali e simbolici criticando il primato attribuito dell'analisi marxista ai fattori economici. Ha sviluppato una teoria dell'azione sociale, Un'altro concetto importante è quello di habitus, il principio d'azione degli agenti sociali esercitato dall'interno del campo sociale. Morin: Noto per l'approccio multidisciplinare e transdisciplinare come sguardo per descrivere la realtà ha dato vita una riforma del pensiero, teorizzando la necessità di una conoscenza che sia capace di educare gli educatori a un pensiero della complessità; richiama una frase importante di De Montaigne per spiegare un concetto: “è meglio una testa ben fatta che una testa ben piena”. PARTE SECONDA. COMPETENZE SU INTELLIGENZA EMOTIVA CAPITOLO 6. DEFINIRE E MISURARE L’INTELLIGENZA La psicologia scientifica studia i processi cognitivi, ebbe inizio grazie all'opera di scienziati, medici e fisici soprattutto in Germania dove condussero ricerche sui processi mentali più elementari. Wundt che inizialmente dominò la psicologia scientifica moderna diede vita alla psicologia sperimentale, fondando a Lipsia il primo laboratorio nel 1879; questo evento fu considerato da molti come l'inizio della psicologia come scienza autonoma. Nel ventesimo secolo gli studiosi rifiutarono l'idea che la psicologia dovesse occuparsi della mente e diedero vita al comportamentismo, il manifesto del comportamentismo è costituito da un articolo dello psicologo americano Watson apparso nel 1913 dal titolo “la psicologia cosi come la vede il comportamentista” La psicologia stimolo-risposta fu incorporata in questa corrente. Pavlov introdusse la nozione di riflesso condizionato secondo cui una risposta si abbina a un nuovo stimolo che precedentemente non la provocava . La psicologia cognitiva studia l'attività della mente o della conoscenza, la mente è un ambito disciplinare costituito oltre che dalla psicologia cognitiva anche dalla psicologia fisiologica neurofisiologica e con le neuroscienze, ai quali si attribuisce l'invenzione dei neuroni specchio: una tipologia di neuroni che si attiva quando si compie un'azione o si osserva un' altro soggetto compiere un'azione. Secondo il modularismo la mente è formata da moduli periferici che trattano le informazioni in arrivo e le trasformano in rappresentazioni trasmesse ad un elaboratore centrale. Secondo il connessionismo nel cervello umano esistono in neuroni e molte unità operative in grado di lavorare sulle informazioni in entrata e in uscita. Nell'ambito dei filoni di indagine che si sono occupate dello studio della mente, merita di essere menzionata la teoria della mente il cui studio si è concentrato sull'analisi dei processi cognitivi che conducono alla formazione dei sistemi di relazioni concettuali nei bambini. La Tom cerca di spiegare come si formi la mente relazionale ovvero quei meccanismi mentali che i bambini mettono in atto per decodificare i rapporti con gli altri. I teorici della Tom sostengono che i bambini intorno ai quattro anni di età sono già capaci di attribuire stati mentali agli altri. Secondo i sostenitori della Theory Theory l'attribuzione di un'emozione avviene attraverso un processo che pone in relazione l'espressione di un volto con uno specifico stato emotivo. Secondo i sostenitori della Simulation Theory i bambini si mettono nei panni degli altri simulando i loro comportamenti. Cattel definisce intelligenza cristallizzata come l'insieme di abilità, strategie e conoscenze che rappresentano il livello di sviluppo cognitivo raggiunto. L'intelligenza fluida è la capacità di pensare logicamente e di risolvere i problemi in situazioni nuove. I metodi per lo studio della mente sono: introspezione metodo di osservazione delle attività mentali del mondo interiore, indagini inferenziali tese a individuare indizi esterni per ricostruire ciò che accade all'interno della mente, è possibile utilizzare il metodo dei tempi di reazione basato sulla misurazione esatta del tempo che occorre per fornire una risposta ad uno stimolo e la tecnica del doppio compito in cui si chiede al soggetto di svolgere contemporaneamente due compiti. La simulazione è un metodo che consente di mettere alla prova ipotesi sul funzionamento della mente, studio dei singoli casi ed indagine descrittive tra cui rientra la ricerca correlazionale che rintraccia i legami tra gli eventi e la ricerca demoscopica che conosce le opinioni della gente. Lo studio dell'intelligenza può avvenire attraverso: test attitudinali che mirano a predire il successo in qualche attività, test di profitto che misurano il livello delle capacità raggiunto dopo un periodo di addestramento, test intelligenza di Binet a cui si deve il concetto di età mentale. La revisione più conosciuta subita nei test elaborati da Binet è quella di Stanford- Binet costruita dall'americano Terman che introdusse il quoziente intelligenza indicato per esprimere i risultati di un test intelligenza dato dal rapporto tra età mentale ed età cronologica. Spearman: intelligenza non è un concetto astratto ma un modello bifaattoriale. Secondo Spearman il rendimento individuale di ognuno è la somma di due fattori: il fattore generale (fattore g) cioè l'intelligenza generale e i fattori specifici (s). Thurstone: ha superato la teoria bifattoriale sostenendo che non può essere l'intelligenza generale ad influenzare il risultato che il soggetto ottiene nei vari test piuttosto tale influenza è attribuita alle abilità primarie. La sua è definita teoria multifattoriale Stenberg: teoria componenziale dell'intelligenza cioè intende studiare l'intelligenza da un punto di vista dell'elaborazione dell'informazione in compiti complessi. Teoria triarchica dell'intelligenza secondo la quale l'intelligenza si esprime attraverso tre modalità: analitica (la capacità di analizzare, valutare operare confronti tra elementi diversi), creativa (legata all'intuizione quindi immaginare e scoprire ipotizzare), pratica (comprende la capacità di usare strumenti e porre in atto progetti) CAPITOLO 7. DALLE INTELLIGENZE MULTIPLE ALL’INTELLIGENZA EMOTIVA Gardner: teoria delle intelligenze multiple individua 9 intelligenze: linguistica, logico matematica, musicale, spaziale, cinestetica, interpersonale, intrapersonale, naturalistica regola esistenziale o filosofico esistenziale. Critica le Forme mentis secondo la quale l'intelligenza è monolitica, misurabile tramite test standardizzati. Egli propone il pensiero narrativo come stile di pensiero e insieme come generatore del pensiero stesso, i due approcci principali all'apprendimento: sono l'approccio linguistico e quello spazio temporale. Goleman: “Intelligenza emotiva” testo pubblicato nel 1995 sostiene che la conoscenza di se stessi e l'empatia nascono dall'intelligenza umana. Secondo Goleman l'intelligenza emotiva riguarda la capacità di riconoscere, utilizzare, comprendere e gestire in modo consapevole le proprie emozioni e quelle degli altri. intelligenza emotiva consiste per Goleman nella consapevolezza di sé nel dare un nome, un senso alle emozioni, autovalutazione delle proprie capacità dei propri limiti, fiducia in se stessi, rimozione, sublimazione, sostituzione. Le nevrosi esprimono una condizione di disadattamento in cui l'individuo dimostra l'incapacità di affrontare le proprie ansie, il sintomo prevalente e l'angoscia; è possibile distinguere le le varie reazioni nevrotiche in nevrosi d'angoscia, ossessive, fobie, isteria di conversione. La psicosi è una malattia mentale in cui il paziente presenta una grave alterazione della personalità, ci può essere la psicosi maniaco depressiva segnata da oscillazioni del tono dell'umore, schizofrenia segnata da dissociazione fra diversi aspetti del funzionamento della personalità. Tra le molteplici tipologie di psicoterapia ricordiamo: la psicoterapia centrata sul cliente di Carl Rogers: la relazione assistenziale risulta efficace grazie soprattutto agli atteggiamenti del terapeuta che deve mostrarsi sicuro di sé e suscitare fiducia nel paziente, terapie del comportamento, terapia di gruppo. CAPITOLO 9. LINEE DI SVILUPPO ED EDUCAZIONE IN ADOLESCENZA I demografi chiamano sindrome del ritardo la lentezza con cui i giovani oggi conquistano autonomia e responsabilità. L'adolescenza è la fase che va per le ragazze tra i 10 e i 12 anni e i ragazzi 11 13 anni, le trasformazioni fisiche sono specifiche del periodo della pubertà. Mead e Hall: ritengono che l'influenza culturale ha ruolo nelle crisi adolescenziali ,in adolescenza il senso d'identità si esprime attraverso l'idea di sé cercata cioè esperienze in cui si mettono alla prova e l'idea di sé riflessa cioè la consapevolezza. Teoria psicoanalitica: La teoria psicoanalitica di Anna Freud è basata sulle pulsioni, si basa sulla concezione conflittuale dell'adolescenza il cui superamento porta all'acquisizione di una sessualità più matura. Ritiene che dal conflitto tra ES e IO emergano meccanismi di difesa quali l'ascetismo ovvero abbandono dei desideri puramente pulsionali e lo spostamento su grandi ideali come quelli religiosi e l'intellettualizzazione cioè lo spostamento dagli oggetti di amore e di odio alle discussioni intellettuali. Teoria psicosociale: Erikson sviluppa 8 stadi psicologici che attraversano un'intera vita dell'individuo e che sono caratterizzate dall'unione della dimensione sessuale più quella psicosociale, la teoria di Erikson punta tutto sulla ricerca dell'identità, utilizza come metodo di ricerca le osservazioni dirette di bambini, le psicostorie e confronti fra culture diverse. Egli parla di identità dell'io indicando la funzione organizzatrice dell'io. Al termine di una corretta maturazione nella fase adolescenziale si dovrebbe possedere consapevolezza della propria identità e delle sue caratteristiche: continuità e coerenza, reciprocità, accettazione, definizione del proprio percorso. Il modello di Erikson è stato rielaborato da James Marcia che distingue 4 stati d'identità: diffusione, esclusione, moratoria, acquisizione. Piaget ha parlato di un pensiero operatorio formale che consente all'adolescente di elaborare le informazioni. Il ragazzo è in grado di pensare in termini possibilistici, è la fase del pensiero ipotetico deduttivo cioè l'adolescente può formulare ipotesi, fare deduzioni, comparare le variabili utilizzando la logica delle proposizioni. Interazionismo cognitivo sociale di Bandura: secondo Bandura la famiglia, la scuola, i mass media hanno un ruolo importante nel favorire l'interiorizzazione delle norme. Diana Baumrind individua quattro stili educativi : dimensione permissività- severità, dimensione sollecitudine- ostilità, dimensione chiarezza comunicativa, dimensione aspettative. Copes ah individuato tre stili genitoriali: genitore relazionato che agevola la crescita dei figli, genitore autocentrato non muta la propria posizione, genitore evasivo descritto come assente spesso deluso e arrabbiato. PARTE TERZA COMPETENZE SU CREATIVITA’ E PENSIERO DIVERGENTE CAPITOLO 10. CREATIVITA’ E PENSIERO DIVERGENTE La creatività è una competenza chiave e trasversale per lo sviluppo personale, sociale ed economico, consiste nella capacità di esprimere intuizioni (insight) dinanzi a situazioni nuove, è una caratteristica multidimensionale che si avvale di un approccio multi logico. Secondo Kaufmann un'idea può dirsi originale quando rappresenta una novità, per Winnicott non consiste in prodotti artistici ma la creatività è universale e appartiene al fatto di essere vivi. Essa non è una funzione specifica del cervello ma è conseguenza del suo modo di funzionare, conseguenza della plasticità cerebrale; un processo viene definito produttivo quando è laterale e divergente. Il modello “Structure of Intellect” di Guilford introduce la creatività e pensiero divergente inteso come pensiero riproduttivo, rapido, efficace, capacità di produrre soluzioni. Il modello di Guilford è un modello multifattoriale e comprende tre categorie intellettive: operazioni mentali come la memoria, conoscenza, pensiero divergente; i prodotti sono operazioni mentali applicate ai contenuti e i contenuti ideativi che si configurano come schemi, simboli, forme semantiche e schemi comportamentali. Il modello di Guilford si differenzia da quello di Bloom in quanto il modello di Guilford è un modello morfologico e quello di Bloom gerarchico, le dimensioni dell'intelletto di Guilford comprende quella delle operazioni intellettuali, rappresentazione dell'informazione, organizzazioni dell'informazione. Opere di Guilford: “Natura dell'intelligenza”, e “Struttura dell'intelligenza” . De Bono: creatore del concetto laterale. Il principio che sta alla base del pensiero laterale è simile al pensiero divergente: per ciascun problema è sempre possibile individuare molteplici soluzioni. Opere. “Il meccanismo della mente” , ideatore della tecnica dei sei cappelli. Mednick: , egli parla di associazioni remote. La combinazione degli elementi più diversi e considerata più funzionale allo sviluppo del pensiero creativo rispetto alla combinazione di elementi più simili. Ha anche sviluppato il Remote associations test (IL RAT) ; l'individuo può produrre soluzioni creative attraverso tre processi: serendipity ovvero associazioni di elementi in modo casuale, similarity attraverso la somiglianza, meditation attraverso la riflessione sugli elementi Wallas: teoria per fasi successive del processo creativo, le fasi sono 5: fase della preparazione, dell'incubazione, dell'insight , di verifica, del pensiero logico e analogico. Jaoui: metodo PAPSA. La creatività si può apprendere con l'esercizio, il metodo PAPSA si basa su 5 fasi : percezione, analisi, produzione, selezione, applicazione. Teresa amabile: personalità creativa , ipotizza una serie di tratti della personalità creativa: indipendenza di giudizio, attrazione per la complessità, capacità di assumersi rischi… Koestler: bisociazione, sostiene che non esiste persona senza creatività, creare è fare una bisociazione, ovvero prendere due cose che non sono incrociate e incrociarle. Andrea Gentile: contrappone al pensiero logico razionale e lineare un pensiero fluido analogico intuitivo reticolare Silvano Arieti: definisce la creatività ordinaria come la capacità di migliorare la vita di una persona rendendola più piena e soddisfacente Simonton: teoria della combinazione di casualità Gordon: la sinettica è una tecnica per lo sviluppo del pensiero creativo nell'ambito della soluzione dei problemi elaborata da Gordon e significa l'unione di elementi diversi. competenza; il prompting consiste nel fornire alla persona uno o più stimoli sotto forma di aiuti con il finale di facilitare la risposta dell'allievo. Per stili di apprendimento si intende l'approccio all'apprendimento preferito di una persona, il suo modo tipico e stabile di percepire, elaborare, immagazzinare recuperare le informazioni. Esso varia in base al modo di percepire i fenomeni, in base alle capacità di memorizzazione, in base alle procedure razionali di ognuno. Citando Pennac si potrebbe dire che ogni studente suona il suo strumento, la cosa difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l'armonia. David Kolb: Teoria dell'apprendimento esperienziale, è un processo dove la conoscenza è creata attraverso l'osservazione e la trasformazione dell'esperienza. Si basa su quattro modalità: esperienza concreta, osservazione riflessiva, concetti astratti, sperimentazione attiva. Si fanno corrispondere lo stile convergente, divergente, accomodati pure, assimilatore. Pleiffer e Jones: Ciclo di apprendimento esperienziale: secondo la quale gli individui partono da un problema, fanno esperienza, narrano e individuano soluzioni, Gregorc e i modelli preferenziali: Per Gregorc lo stile d'apprendimento consiste in comportamenti che costituiscono una chiave per capire come funziona la mente dell'individuo, ha individuato quattro possibili stili di apprendimento: concreto- sequenziale,, concreto- casuale, astratto- sequenziale, astratto- casuale. Honey e Mumford: Definiscono quattro stili di apprendimento: attivista, riflessivo, teorico, pragmatico. Candy e l'apprendimento auto diretto: l'apprendimento è concepito come auto istruzione nella quale i discinti hanno piena autonomia e assumono il controllo delle dinamiche Maslow: connesso al discorso sulla motivazione da apprendere, la motivazione è quella forza che sollecita l'individuo ad agire, secondo Maslow esistono due tipologie di bisogni : fisiologici e di sicurezza, accanto ai bisogni primari esistono quelli di natura sociale e sono bisogni sociali, stima, autorizzazione, autonomia. Canali sensoriali: visivo verbale, visivo iconografico, uditivo cinestetico. Con il termine metacognizione ci si riferisce a tutte le operazioni cognitive sovraordinate a quelle di base con la funzione di coordinarle, di guidarle, di promuovere la riflessione in relazione all'elaborazione dell'informazione seguita, indica un controllo sulle proprie competenze strategie. La riflessività si delinea come costante interrogarsi sul senso dell'azione educativa. Apprendimento significativo: Ausubel chiarisce che un apprendimento efficace è un apprendimento significativo cioè un apprendimento le cui conoscenze nuove poggiano su conoscenze preesistenti, l'insegnante deve introdurre brevemente ogni nuovo argomento e in quest'ottica uno strumento cruciale per una didattica efficace è rappresentato dalle mappe concettuali analizzate da Novak sulla scia degli studi di Ausubel ,le mappe concettuali sono strumenti di rappresentazione che favoriscono lo sviluppo di abilità metacognitive. didattica per concetti: si inseriscono le mappe concettuali in cui l'informazione è organizzata, didattica dell'errore: valore positivo dell'errore, didattica speciale: valorizzare le differenze, didattica orientativa: maturare l'autonomia, si inserisce il Lifelong learning, didattica multimediale: si inseriscono le TIC, didattica laboratoriale: il laboratorio è un ambiente attrezzato in cui i ragazzi imparano facendo, si rifà al modello dell'apprendimento dell'interazione tra pari e utilizza un metodo operativo, problem posing: si riferisce alla capacità di rilevare e sollevare problemi, cooperative learning: insieme di tecniche di conduzione della classe grazie ai quali gli alunni lavorano in piccoli gruppi per attività di apprendimento e ricevono valutazioni in base ai risultati acquisiti, role playing: giochi di ruolo, immedesimazione, può essere usato per la realizzazione di psicodrammi, il risultato finale è un senso liberatorio che dà serenità e aiuta l'alfabetizzazione emotiva cioè la capacità di identificare, denominare le proprie emozioni. Circle time: tecnica didattica di gruppo finalizzata a favorire l'educazione emotiva e la coesione del gruppo classe, il gruppo classe compreso l'insegnante è sistemato in cerchio e ognuno racconta qualcosa di sé in base al tema che viene fissato. Mastery learing: metodo di insegnamento individualizzato che permette agli alunni di assumersi la responsabilità del proprio apprendimento, Service learning: proposta pedagogica e didattica che unisce la cittadinanza e l'apprendimento significativo. Community of learners: modo di organizzare la classe mediante specifiche attività attraverso cui si intende responsabilizzare ogni soggetto, lo studente è considerato costruttore attivo della propria conoscenza. Metodo Jigsaw: di Aronson sviluppata nel 70 mediante tale procedura gli studenti vengono resi interdipendenti, ogni singolo studente riceve solo una parte dei dati e del materiale necessario per svolgere l'intero compito assegnato proprio come ogni tessera di un puzzle. Reciprocal teaching: consiste nell'imparare dagli altri membri del gruppo di lavoro tramite richiesta di spiegazioni con l'aiuto di una persona più esperta all'interno del gruppo stesso che fornisce chiarimenti su argomenti complessi. Team teaching: procedura mediante la quale due docenti collaborano tra loro nel realizzare la didattica per un gruppo di alunni abbastanza ampio. Business game: rientrano giochi di ruolo legati a marketing, logica. EAS: apprendimento situato, metodologia introdotta da Cesare rivoltella, basata su un'accurata progettazione del docente porta alla realizzazione di artefatti digitali, tale metodologia fa riferimento alla scuola del fare di Freinet. Tinkering: in inglese vuol dire adoperarsi, darsi da fare. Le attività vengono svolte in gruppo e consistono nel realizzare oggetti con materiali di recupero TIC: tecnologie dell'informazione della comunicazione, l'utilizzo delle TIC a scuola si realizza seguendo due direzioni: attraverso l'inserimento delle tic in forma di disciplina autonoma e attraverso l'uso delle tic come strumenti didattici interdisciplinari. Possono avere due tipi di componenti una strumentale e una concettuale e metodologica. Rappresentano un'opportunità per la didattica in generale e in quanto introducono nuove modalità di organizzazione del pensiero. La LIM o lavagna interattiva multimediale è composta da un computer ,da uno schermo a parete con le dimensioni di una lavagna che corrisponde al desktop e da un proiettore. può essere adoperata come un computer o come whiteboard cioè lavagna digitale . Apre la strada all'utilizzo di programmi software con specifiche finalità didattiche un esempio sono libri sonori che possono facilitare la lettura gli alunni con disturbi specifici di apprendimento. I webquest sono attività che stimolano gli studenti a compiere ricerche approfondimenti su argomenti specifici e presentano due finalità: una nel far acquisire capacità di ricerca in rete e di selezionare il materiale e un'altra di matrice sociale finalizzata a favorire la socializzazione. Dodge individua due tipologie di webquest: short them viene svolta in 2 3 lezioni al massimo e ha come finalità la raccolta di dati conoscitivi, e i longer them di lunga durata consente agli alunni non solo di raccogliere il materiale di un argomento ma anche di rielaborarlo CAPITOLO 12. MEDIAZIONE SPECIALE E STRATEGIE DIDATTICHE Itard: Egli fù il primo a parlare di educabilità per tutti ; scrisse l'opera Il ragazzo selvaggio. Dewey: collocato all'interno dell'attivismo pedagogico, attenzione particolare al puerocentrismo. Montessori: approccio pedagogico confrontato con l'osservazione scientifica, pedagogia scientifica emendativa per minorati e anormali. Cervellati: pedagogia differenziale, sostiene la necessità di educazione senso motoria per realizzare autoeducazione. Integrazione: è un processo intenzionale, vede la diversità come valore e necessita di una programmazione coordinata, si avvale del mese di ottobre dell'anno scolastico precedente al triennio di riferimento, il piano è elaborato dal collegio dei docenti e approvato dal consiglio d'istituto. Autonomia didattica: le scuole possono regolare i tempi di insegnamento e svolgimento delle discipline e attività in base al tipo di studi e ai ritmi di apprendimento degli alunni adottando tutte le forme di flessibilità che ritengono opportune, tra queste vi rientrano l'articolazione del monte ore annuale di ciascuna disciplina, la definizione di unità di insegnamento non coincidenti con l'unità oraria della lezione, l'attivazione di percorsi didattici individualizzati, l'articolazione di gruppi di alunni provenienti dalla stessa o diverse classi, l'aggregazione delle discipline, effettuare il riconoscimento dei crediti, favorire l'introduzione di tecnologie innovative, provvedere all'utilizzazione di metodologie e strumenti didattici coerenti con il piano triennale, individuare le modalità e criteri di valutazione degli alunni. Autonomia organizzativa: è “l'espressione di libertà progettuale”, vi rientrano gli adattamenti del calendario scolastico in base alle esigenze derivanti dal piano triennale, l'organizzazione flessibile dell'orario del curricolo, la possibilità di diversificare nei classi la modalità di impiego dei docenti. Autonomia di ricerca, sperimentazione e sviluppo: consente alle scuole singolarmente o tra loro associate di corrispondere meglio alle esigenze delle realtà locali, curano la progettazione formativa, l'aggiornamento culturale professionale del personale scolastico, l'innovazione metodologica, la ricerca didattica sulle diverse valenze delle tecnologie dell'informazione, la documentazione educativa, gli scambi di informazione, l'integrazione fra le articolazioni del sistema scolastico e ed intesa con le Regioni fra i due canali dell'istruzione e dell'istruzione informazione professionale. Autonomia di associarsi in rete: le scuole possono promuovere o aderire ad accordi dando vita a reti di scuole per raggiungimento delle proprie finalità istituzionali , sia per attività didattiche sia per la ricerca, sperimentazione e sviluppo formazione, aggiornamento e anche per migliorare l'amministrazione la contabilità, le scuole possono singolarmente o collegate in rete stipulare convenzioni con università statali o private, promuovere e partecipare su progetti, assolvere compiti istituzionali coerenti con il piano triennale. Patto educativo di corresponsabilità: introdotto nella scuola con il D.P.R 235/2007, è una sorta di contratto firmato al momento dell'iscrizione degli studenti finalizzato a definire in maniera condivisa diritti e doveri nel rapporto tra scuola, famiglie e studenti. Cyberbullismo: nell'aprile del 2015 sono state emanate le linee di orientamento per azioni di prevenzione e di contrasto al bullismo e al cyberbullismo Invalsi: nel sistema scolastico la verifica degli standard nazionali è valutata mediante l'invalsi istituito con la legge 53/ 2003. Regolamento sul sistema nazionale di valutazione (2013) i soggetti che concorrono alla costituzione del sistema nazionale di valutazione sono Invalsi, Indire e contingente ispettivo del Ministero. CAPITOLO 15. IL SECONDO CICLO DELL’ISTRUZIONE Fanno parte del sistema dell'istruzione secondaria superiore i licei, d'istituti tecnici e gli istituti professionali tutti finalizzati al conseguimento di un diploma di istruzione secondaria superiore. La riforma della scuola secondaria di secondo grado è stata attuata nel 2010. Le iscrizioni sono online e la scuola all'atto dell'iscrizione mette a disposizione al piano triennale. Di norma le classi del primo anno sono costituite da 27 studenti , non va superato il numero di 30 studenti per classe. La valutazione è regolata dall'articolo 4 del D.P.R 122/2009. La valutazione periodica e finale dell'apprendimento è effettuata dal consiglio di classe presieduto dal dirigente scolastico o dal suo delegato. La valutazione dell'insegnamento della religione cattolica è espressa senza voto numerico. La valutazione del comportamento è espressa in decimi. I percorsi di alternanza scuola lavoro( percorsi per le competenze trasversali e l'orientamento) sono soggetti a valutazione, certificazione e riconoscimento di relativi crediti. La certificazione delle competenze è rilasciata alla fine del primo biennio della scuola secondaria di secondo grado. Per quanto riguarda il termine del secondo ciclo di istruzione, il Sistema nazionale di certificazione competenze riconosce alle scuole il compito di certificare le competenze acquisite dalla persona in contesti formali, non formali, o informali. Crediti: massimo 40 punti, 12 al terzo anno, 13 al quarto anno e 15 al quinto anno. La commissione all'esame di Stato è composta dal presidente esterno, due membri interni e due esterni. L’ammissione all'esame di Stato è disposta dal consiglio di classe presieduto dal dirigente scolastico, si tiene conto della validità dell'anno scolastico e alla frequenza, la partecipazione alle prove Invalsi, lo svolgimento dell'attività di alternanza scuola lavoro nel secondo biennio e nell'ultimo anno di corso, la valutazione non inferiore ai 6/10 in ciascuna disciplina. Per quanto riguarda gli studenti con disabilità il consiglio di classe stabilisce la tipologia delle prove coerenti con il PEI, la commissione predispone una o più prove differenziate che determinano il rilascio del diploma, per lo svolgimento delle prove la commissione può avvalersi del supporto dei docenti e degli esperti che hanno seguito lo studente durante l'anno scolastico, se le prove non sono equipollenti a quelle ordinarie sulla base del PEI o lo studente non partecipa agli esami viene rilasciato un attestato di credito formativo. Al termine dell'esame viene rilasciato il curriculum della studentessa e dello studente. Il consiglio di classe può prevedere adeguate misure compensative o dispensative per lo svolgimento delle prove. Gli studenti con DSA hanno a disposizione in tempi più lunghi per le prove scritte, l'utilizzo di strumenti compensativi, se lo studente è grave svolge prove differenziate. Alunni con BES hanno a disposizione misure compensative e non dispensative. CLIL (Content and language integrated learning) : apprendimento integrato di lingua e contenuto offre ai discenti opportunità di mettere subito in pratica le nuove competenze linguistiche acquisite. Ha trovato attuazione nei provvedimenti di riordino degli istituti tecnici e dei licei adottati nel 2010: nell'ultimo anno dei licei e degli istituti tecnici l'insegnamento di una disciplina non linguistica viene impartito in lingua straniera, nei licei linguistici l'insegnamento del clil viene impartito dal terzo anno, dal quarto anno, una seconda materia è veicolata in un'altra lingua. Alternanza scuola lavoro: con la legge 2018 vengono denominati “percorsi per le competenze trasversali e l'orientamento” le attività possono essere svolte durante la sospensione delle attività didattiche, possono essere anche realizzate all'estero. Per i disabili hanno il compito di promuovere autonomia nell'inserimento nel mondo del lavoro. CAPITOLO 16. LA GOVERNANCE DELL’ISTITUZIONE SCOLASTICA Dirigente scolastico: è il datore di lavoro pubblico, assume poteri di direzione coordinamento e valutazione delle risorse umane, svolge funzioni di garanzia, è il direttore dei servizi amministrativi, titolare delle relazioni sindacali, titolare del trattamento dati personali. Presiede il collegio, consigli, e comitato di valutazione dei docenti e giunta esecutiva. Consiglio d'istituto: esercita funzioni di indirizzo, composto dal dirigente scolastico, i genitori, i docenti, personale non docente e studenti della scuola secondaria secondo ogni ciclo compresa l'università. L'individuazione dell'alunno come persona handicappata doveva procedere attraverso una Diagnosi funzionale (DF), a cui segue il Profilo dinamico funzionale (PDF) ai fini della formulazione di un Piano educativo individualizzato (PEI) a cura della scuola da elaborarsi con la collaborazione dei genitori e delle figure professionali interne o esterne che interagiscono con la classe e l'alunno. Dichiarazione di Salamanca 1994: diritto all'educazione di tutti i bambini nel rispetto delle diversità personali, ambientali, etnico e culturali. 2000: legge quadro sul sistema integrato di interventi e servizi sociali 2001: diritto all'istruzione dopo la scuola dell'obbligo 2006: tutela giurisdizionale delle persone vittime di discriminazioni 2009: Convenzione di New York: impone agli Stati di riconoscere il diritto all'istruzione dei disabili. Sempre nello stesso anno vengono emanate le Linee guida per integrazione scolastica 170/2010: garantisce il diritto agli studi agli alunni con dislessia (difficoltà nella lettura), disgrafia (difficoltà nella funzione motoria esecutiva di realizzazione grafica del segno di scrittura), disortografia(veramente difficoltà nella transcodifica del linguaggio orale in quello scritto) e discalculia( difficoltà nel calcolo ed elaborazione dei numeri) denominati disturbi specifici dell'apprendimento (DSA). I DSA non vengono associati a problemi cognitivi, questi disturbi si ripresentano insieme o separatamente o in presenza di capacità cognitive normali. Un provvedimento da ricordare è quello del 27 dicembre 2012 “Strumenti di intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l'inclusione scolastica”. Il decreto del 2011 pone a carico delle scuole l'obbligo di attuare interventi pedagogico didattici per il successo formativo degli alunni con DSA attivando percorsi didattica individualizzata e personalizzata anche attraverso la redazione dei piani didattici personalizzati ricorrendo gli strumenti compensativi e misure dispensative. La didattica individualizzata consiste in attività di recupero individuale che può svolgere l'alunno per potenziare determinate abilità o per acquisire specifiche competenze. La didattica personalizzata invece calibra l'offerta didattica e le modalità relazionali sulla specificità e unicità a livello personale dei bisogni educativi degli alunni della classe considerando le differenze individuali soprattutto sotto il profilo qualitativo, si può favorire così l'accrescimento dei punti di forza ciascun alunno; si sostanzia attraverso l'impiego di una varietà di metodologie e strategie didattiche tali da promuovere il successo formativo in ogni alunno e nell'ottica di promuovere un apprendimento significativo. La legge 172.010 richiama le scuole all'obbligo di garantire l'introduzione di strumenti compensativi come sintesi vocale, registratore, programmi di videoscrittura, calcolatrice, tabelle, formulari, mappe concettuali e nonché anche di misure dispensative che sono interventi che consentono all'alunno di non svolgere alcune prestazioni che a causa del disturbo risultano particolarmente difficoltose e non migliorano l'apprendimento. Direttiva 27 dicembre 2012: è rivolta agli alunni con bisogni educativi speciali con l'obiettivo di realizzare una scuola realmente inclusiva in grado di differenziare la propria azione in rapporto alle differenti situazioni. L'alunno può manifestare bisogni educativi speciali o per motivi fisici biologici fisiologici o anche per motivi psicologici e sociali rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata risposta 107/2015: Viene introdotto il Piano nazionale per la scuola digitale previsto dalla Buona scuola con l'obiettivo di introdurre nel mondo della scuola azioni e strategie dirette a favorire l'uso delle tecnologie nella didattica e a potenziare le competenze dei docenti e degli studenti nel campo del digitale in modo da prevenire l'analfabetismo informatico. PEI: Il 29 dicembre del 2020 è stato stilato il Piano educativo individualizzato su un modello unico per tutto il territorio nazionale diverso solo per ordine e grado di istruzione, il documento è elaborato ed approvato dal GLO Gruppo di lavoro operativo per l'inclusione e deve tener conto dell'accertamento della condizione di disabilità ai fini dell'inclusione scolastica. Valorizza un approccio interistituzionale. Il GLO si riunisce all'inizio dell'anno per l'approvazione del PEI, fa incontri intermedi di verifica per accertare il raggiungimento degli obiettivi, e infine un incontro finale entro il mese di giugno. CAPITOLO 19. LO SVANTAGGIO COME ELEMENTO EDIFICANTE Gli alunni che presentano bisogni educativi speciali possono essere raggruppati dal punto di vista normativo in tre grandi classi: - alunni che presentano disabilità derivanti da deficit o patologie (rientrano i bisogni previsti dalla legge quadro del 92, sindromi genetiche causate da alterazioni del genotipo come la sindrome di Down, sindrome dell'x fragile o di Martin Bell provocata dall'alterazione di un gene situato su cromosoma X, sindrome di Duchenne che è la meglio conosciuta tra le distrofie muscolari causata dall'assenza di una proteina distrofina, disabilità intellettiva o ritardo mentale. Vi rientra l'autismo: una sindrome comportamentale causata da un disordine dello sviluppo biologicamente determinato con un esordio nei primi tre anni di vita, le aree interessate sono quelle relative all'interazione sociale, all'abilità di comunicare e la capacità di stabilire relazioni con gli altri, vi rientrano altri disturbi dello spettro autistico come il Sindrome di Asperger caratterizzata da una grave compromissione dell'integrazione sociale e lo sviluppo di interessi ristretti e ripetitivi e infine il disturbo disintegrativo della fanciullezza che si manifesta dopo almeno due anni di sviluppo apparentemente normale caratterizzandosi per una marcata regressione diverse aree del funzionamento -alunni con disturbi specifici di apprendimento, DSA. -alunni che presentano altre situazioni di difficoltà nell'apprendimento. La direttiva del 2012 pur facendo riferimento a tutte le situazioni di BES è stata elaborata per dare normazione a questa terza tipologia di BES e si tratta di alunni in situazioni in difficoltà nell'apprendimento derivanti da veri e propri disturbi (Vi rientrano alunni con disturbo dell'attenzione e iperattività HDAH molto diffuso tra la popolazione maschile), alunni che possono essere definiti in situazioni di deprivazione socio ambientale (questo gruppo va inserita l'ampia categoria di situazioni di non conoscenza della lingua e della cultura italiana da parte di alunni appartenenti a culture diverse) e alunni che si ritirano dall'impegno scolastico a causa di una situazione di sofferenza personale. CAPITOLO 20 CLASSIFICAZIONI INTERNAZIONALI E MANUALI DIAGNOSTICI L’OMS fece i primi tentativi per stilare una classificazione ragionata dei disturbi intorno alla metà dell'Ottocento. La prima classificazione delle malattie e dei problemi ad esse connessi risale al 1970 e prende il nome di ICD (International classification of Diseases) ovvero Classificazione internazionale delle malattie, attualmente si è arrivati alla decima edizione, essa era molto limitante perché si soffermava solo sulle cause delle malattie fornendo una descrizione clinica. L'undicesima edizione è stata presentata nel maggio sopravvenute condizioni di funzionamento della persona. Il PEI piano educativo individualizzato è il documento di programmazione educativa, elaborato e approvato dal gruppo di lavoro operativo per l'inclusione composto dai docenti titolari o dal consiglio di classe, è costruito con la partecipazione dei genitori nonché delle figure professionali interne ed esterne alla scuola. Il PEI è stilato sul modello unico per tutto il territorio nazionale diverso solo per ordine e grado di istruzione, vi è definito come uno strumento di progettazione educativa e didattica che accompagna l'alunno a partire dalla scuola dell'infanzia fino al termine della sua carriera scolastica, integrato e non che ridefinito in occasione dei passaggi fra i vari gradi di istruzione. Il PEI ha validità annuale, vengono descritti gli interventi che hanno come scopo la piena integrazione dello studente, comprendono la descrizione sulla storia clinica e familiare, valutazione sulle aree dello sviluppo, valutazione sulla dimensione psicologica ed emotiva, progetto educativo e verifica. La redazione del profilo di funzionamento è propedeutica anche alla redazione del Progetto individuale: i comuni con l'ASL predispongono un progetto individuale, vengono indicate le prestazioni di cura e riabilitazione, misure economiche e sostiene le famiglie e servizi della persona garantiti dal comune. Il progetto di vita include più ambiti come quello lavorativo e la socialità. Il decreto legislativo numero 66 del 2017 dispone la sostituzione delle norme contenute dalla legge 104 del 92 relativa ai gruppi di lavoro per l'integrazione scolastica, con la nuova formulazione vengono rinominati gruppi per l'inclusione scolastica. Il gruppo di lavoro Interistituzionale regionale GLIR attivato a partire dal 1 settembre 2017 ha diversi compiti: di consulenza e proposta all'ufficio scolastico regionale per la definizione, attuazione e la verifica degli accordi di programma previsti dalla legge n 104, supporto ai gruppi per l'inclusione territoriale GIT, supporto alle reti di scuole per la progettazione e la realizzazione dei piani di formazione in servizio del personale; presieduto dal dirigente dell'ufficio scolastico regionale o da un suo delegato. Il gruppo per l'inclusione territoriale GIT è attivato a partire dal 1 settembre 2019 ed è istituito per ciascuno degli ambiti territoriali, esso supporta le istituzioni scolastiche nella definizione dei PEI, è composto da personale docente esperto nell'ambito dell'inclusione ed è coordinato da un dirigente tecnico o da un dirigente scolastico che lo presiede. Il gruppo di lavoro per l'inclusione GLI è istituito presso ciascuna istituzione scolastica ed è composto da docenti curricolari, docenti di sostegno e eventualmente la personale ATA nonché da specialisti della Asl di riferimento. Il gruppo attivato dal 1 settembre 2017 è nominato e presieduto dal dirigente scolastico. Ha il compito di supportare il collegio dei docenti nella definizione e realizzazione del piano per l'inclusione nonché i consigli di classe non attuazione dei PEI, si avvale del supporto dei docenti, dei genitori e può avvalersi della consulenza di rappresentanti delle associazioni delle persone con disabilità al fine di realizzare il piano di inclusione, collabora con il GIT e con le istituzioni pubbliche private del territorio. Il decreto legislativo 66 / 2017 ha istituito presso ogni istituzione scolastica il gruppo di lavoro operativo per l'inclusione di ogni alunno con accertata condizione di disabilità iscritto a scuola, tale gruppo opera collegialmente ed è responsabile della definizione del PEI e della verifica del processo di inclusione, compresa la proposta della quantificazione delle ore di sostegno e delle altre misure di sostegno, è costituito dal team di docenti contitolari o dal consiglio di classe a cui si aggiunge la partecipazione dei genitori dello studente con disabilità, delle figure professionali specifiche interne come ad esempio gli assistenti tecnici e i collaboratori scolastici, esterne alle istituzioni scolastiche che interagiscono con la classe come ad esempio terapisti, vi partecipano anche gli studenti con accertata condizione di disabilità ai fini dell'inclusione scolastica nel rispetto del principio di autodeterminazione. Vengono costituite le scuole polo che svolgono azioni di supporto e consulenza con le reti del territorio per promuovere la ricerca, la sperimentazione e lo sviluppo di metodologie e strumenti didattici per l'inclusione. Il decreto 66/2017 istituisce presso il Ministero dell'istruzione l'Osservatorio permanente per l'inclusione scolastica composto dal ministro che lo presiede, dai rappresentanti delle associazioni delle persone con disabilità, da studenti e da altri soggetti pubblici e privati comprese le istituzioni scolastiche. Svolge i seguenti compiti: analizzare e studiare le tematiche relative all'inclusione degli alunni con disabilità, monitorare le azioni per l'inclusione scolastica, proporre gli accordi Interistituzionali per la realizzazione del progetto individuale di inclusione, proporre le sperimentazioni in materia di innovazione metodologica didattica e disciplinare, esprimere pareri e formulare proposte sugli atti normativi inerenti l'inclusione scolastica. L'Osservatorio viene sentito in vista di determinate decisioni o adempimenti dal ministro, tra questi vi è l'Invalsi che deve consultarlo per la predisposizione degli indicatori sulla base dei quali effettuare l'autovalutazione d'istituto in tema di inclusione. La direttiva del 27 dicembre 2012 propone che l'organizzazione territoriale per l'inclusione preveda: -i GLH gruppi di lavoro per l'handicap a livello di singola scuola, sostituiti dal decreto legislativo 66 2017 con i GLI Gruppi di lavoro per l'inclusione -i centri territoriali per l'inclusione CTI a livello di distretto socio sanitario -almeno un centro territoriale di supporto CTS a livello provinciale CTS: collocati presso scuole polo, coordinano le attività degli enti locali, la loro funzione è quella di essere punti di riferimento per le scuole e di coordinare le proprie attività con i servizi sanitari, le associazioni ecc.. raccordandosi con i gruppi di lavoro per l'integrazione scolastica costituiti ai vari livelli. Ci sono altri compiti assolti dai centri territoriali di supporto e sono: consulenza su ogni singola situazione, gestione degli ausili e comodato d'uso, raccolta della buona pratica per l'inclusione. CTI: centri territoriali per l'inclusione, a livello territoriale è meno esteso si occupa di consulenza, formazione, monitoraggio per maggior coinvolgimento degli insegnanti. Il docente di sostegno si configura come un docente specializzato che viene assegnato in piena contitolarità con gli altri docenti alla classe in cui è inserito il soggetto portatore di handicap per attuare forme di integrazione a favore dell'alunno e realizzare interventi individualizzati in relazione alle esigenze di quest'ultimo. Il docente di sostegno assume il ruolo di mediatore delle relazioni funzionali all'apprendimento che si realizza nel contesto e mediante il contesto le cui caratteristiche influenzano direttamente gli esiti. L'obiettivo è quello di promuovere interventi volti a considerare non solo l'alunno con disabilità ma tutto il sistema in cui egli si trova inserito. in realtà tutti i docenti sono chiamati alla costruzione di un progetto formativo coerente attraverso la strategia del team teaching. L'insegnante di sostegno svolge compiti di: -interazione e collegamento con i servizi, strutture e agenzie territoriali, forze sociali e soggetti pubblici e privati preposti all'inserimento sociale e lavorativo delle fasce marginali -coordinamento dell'equipe di formatori incaricati di realizzare specifiche attività per favorire l'interazione personale, la comunicazione creando un clima di corresponsabilità e di partecipazione