Scarica Riassunto STORIA DELLA CRITICA D'ARTE - Lionello Venturi e più Sintesi del corso in PDF di Museologia solo su Docsity! CRITICA D’ARTE è un genere letterario che vede la luce nella seconda metà del 700; l’intellettuale alla quale è collegata la sua nascita è Denì Diderot ed il suo salone segnerà la nascita di questo nuovo genere letterario che rappresentato da una nuova modalità di fruizione artistica, utilizzando come ponte l’interpretazione. ETA’ CLASSICA La letteratura artistica nasce con la filosofia quando l’uomo inizia a porsi delle domande. Già dall’antichità abbiamo prova di un’interrogazione profonda sul ruolo dell’arte dell’artista e sugli effetti che l’arte ha sul fruitore. Un esempio nell’età classica è la teoria platonica espressa nel decimo libro della repubblica, dove Platone condanna l’arte tropica o la tragedia perché questa induce i giovani a credere che ciò che è rappresentato è vero. Secondo Platone l’arte mimetica è ingannevole e per questo va condannata. Lui ha il disprezzo per i pittori che riproducono in maniera pedissequa la natura, perché coloro che rappresentano la realtà allontanano gli uomini da essa. Platone dice che il pittore che riproduce il tavolo sicuramente si allontana dalla verità, perché rispetto al falegname riproduce qualcosa che non ha una funzione. Teorie ribaltate con aristotele perché afferma che solo colui che conosce in maniera profonda la realtà può riprodurla fedelmente. Aristotele che l’artigiano/artista sia una persona che abbia delle conoscenze specifiche ed ha la possibilità di riprodurre in maniera fedele la realtà. A differenza di Platone ascrive alla capacità tecnica dell’artigiano/artista la possibilità di rendere manifesto agli occhi del pubblico quello che il pubblico non riesce a cogliere. Quindi l’arte mimetica consente di riconoscere immediatamente la realtà. Questa dicotomia caratterizzerà tutta la storia della critica d’arte occidentale come anche la storia dell’estetica. La bellezza nell’antichità ha in se dei lavori etici e politici. Bello è buono dove per buono si intende non solo qualcosa di etico ma anche colui che incarna l’umanità in se e quindi portatore di valori umani (intelligenza,..) Questo sistema valoriale si traduce in uno schema rigido ossia il canone che dal punto di vista formale nelle misure e nella matematica, nella retorica e nel logos che nell’antichità si ripropone in maniera costante. Arte mimetica platone, andava contrastata perché non proponeva quel sistema di valori e riconosce il potere del linguaggio visivo ed espressivo e che parla alla sfera dei sensi che andava a toccare coi tasti che inducono l’uomo alla commozione. Commuove vuol dire muoversi con. Non condanna tutta l’arte, come ad esempio quella encomiastica perché portatrice di valori. L’arte è strumento utilizzato come linguaggio e strumento. Il ruolo dell’artista: -l’artista non si limita a conoscere profondamente la tecnica. La storia della critica d’arte è anche la storia dell’emancipazione dell’artigiano artista verso quella dell’intellettuale artista. Per i greci e nella tradizione classica l’artista era un artigiano, non c’era distinzione tra il pittore, lo scalpelliere o colui che faceva le braghe dei cavalli (è più degno di essere ritenuto sapiente colui che costruisce le brighe o colui che le disegna? Platone X libro della repubblica). L’artista per il greco di età classica è il conoscitore di una tecnica(techicré) ed il suo valore è dato dalla capacità tecnica, così il prodotto viene valutato in base alla rispondenza di criteri di ordine funzionale e formale. Tanto più il manufatto è perfetto tanto il suo valore è alto. L’artigiano artista lavora nella bottega e produce i suoi manufatti in base alle richieste specifiche. Fino al 700 la valutazione dell’opera viene fatta in base a dei criteri oggettivi, legati alla risposta del come è fatto? (materiali utilizzati, modalità di produzione). Fino alla fine del 600 la triade mecenate-conoscitore-artista/artigiano determinerà il funzionamento del mercato dell’arte, anche se non è ancora un mercato perché le opere vengono prodotte su commissione, e in antichità non hanno una funzione estetica, perché subordinata alla funzione di carattere religioso politico e pratico. Tutta la statuaria legata ai luoghi sacri viene commissionata sulla scorta della consapevolezza che quelle immagini non sono connesse all’identità della divinità, ma sono la divinità; come le statuette nelle case greche e romane o gli affreschi che hanno una funzione: -manifestazione del potere e della magnificenza del proprietario di quella casa. Tradizione che si manterrà fino al periodo umanistico-rinascimentale con i grandi casati. Questo tipo di strumentalizzazione dell’arte necessita della mediazione di un intellettuale perché gli artisti fino a quando non nasce l’Accademia di Belle Arti (prima meta del 600) si formano nelle botteghe. Gli artisti sono coloro che possiedono una tecnica, coloro che producono una POESIS, il FARE CON LE MANI, e quindi spesso non conoscono la storia sacra e profana, e quindi non sono in grado di veicolare con le immagini i messaggi voluti dal committente. E’ per questo che nasce la triade MECENATE-CONOSCITORE-ARTISTA/ARTIGIANO. C’è bisogno della mediazione di un intellettuale per porre in essere una rappresentazione sulla base di valori, perché sulla conoscenza della storia sacra, profana e della letteratura, l’artista su indicazione dell’intellettuale può costruire la scena. Ad esempio la pittura vascolare greca è espressione della storia sacra greca , dove la scrittura non aveva fissato la storia è l’immagine a narrarla. Filostrato descrive (echfrasis) in maniera puntuale queste immagini. L’echfrasis consente di ricostruire attraverso la narrazione, con l’immaginazione, l’immagine. Questo processo di descrizione inizia a prendere forma, e quindi la funzione estetica dell’arte della tardoantichità. Si inizia ad attribuire valore estetico. Non più arte per scopi ben definiti, che siano religiosi ad esempio, ma si inizia ad apprezzare l capacita che la bellezza ha di manifestare la qualità della vita. Quando Ercolano e Pompei portarono alla luce le GROTTESCHE (scoperte nel 1748) che si trovano nelle case di molti romani, gia Winkelman inizia a interrogarsi sui valori di quei decori. Le grottesche hanno un particolarità: RAPPRESENTANO ELEMENTI FANTASTICI. Gli intellettuali europei difronte alle grottesche iniziano ad interrogarsi sul senso dell’introduzione dell’elemento fantastico in una rappresentazione artistica. Qual’è la sua funzione se non quella di provocare? Nel MEDIOEVO l’elemento fantastico viene inserito per dare vita a figure terrificanti che possono rimandare all’idea dell’inferno, strumentalizzati dalla chiesa. Nel periodo ROMANO imperiale, le grottesche sarà un mero decoro. Seppure l’arte aveva ancora valore funzionale gia dall’antichità si sperimenta la capacità che l’arte aveva di piacere e di manifestare la bellezza propria di ogni uomo. Questa consapevolezza che Winkelman ha, , consente di riguardare fenomeni come gli affreschi di …… come manifestazioni della necessità di migliorare i luoghi della vita quotidiana. Se è vero che nell’attribuzione di valore economico fino al 700 si guarderà a come è fatto e alla rispondenza e capacita dell’artista, è anche vero che gia dall’antichità ha avuto un ruolo determinante la capacità che quell’oggetto ha di sedurre lo spettatore. La triade latina introdurrà la consapevolezza della capacità deduttiva e migliorativa dell’oggetto d’arte ossia il GODIMENTO ESTETICO DELL’OGGETTO D’ARTE. Verrine (o anche VERREM di Cicerone) dove si descrivono le opere che è riuscito a saccheggiare ai siciliani, fa un elenco e apprezzamento di ordine estetico di quegli elementi. Le sue scelte non vengono fatte in base a scelte di ordine funzionale ma anche estetiche. Le opere che in Sicilia avevano funzione politica e che vengono usate da Verre per adornare il suo giardino. LETTERA DI ADRIANO definisce la capacità degli artisti di decorare gli spazi pubblici, come data da un’imposizione divina e quindi essere interpreti di un’intelligenza superiore e di costruire una polis. Fino alla fine del 500, la forma letteraria del discorso sull’arte è quella del RCETTARIO o PORTUARIO, perché l’arte si fa nella bottega da TECHNE (saper fare) diventa POESIS, la poetica ossia il saper fare pero assume in ambito latino un’accezione più completa perché riguarda la capacità di acquisire una tecnica, ma anche la capacità di rendere visibile l’invisibile (es. grottesche). Da un lato viene riconosciuta all’artista la capacità di guardare la realtà e dall’altra quella di immaginare. DEFINIZIONE DI BELLEZZA IN ETA’ CLASSICA diffondersi dell’ente che chiasmaticamente ritorna al vedente in quanto è esso stesso luce, l’occhio focalizza l’attenzione su di un’ente portando secondo i greci la luce che è il bello supremo. L’occhio vede ma allo stesso tempo viene visto. Ognuno di noi ha una visione soggettiva, per quanto si parli di armonia e proporzione. Il canone è un porto sicuro. Costruiscono un modello ideale, cosi tutto sarebbe stato creato tendente a quell’armonia. Dopo il 600 il canone cambia definito GRANDE TEORIA. Venire alla luce: nascere La conoscenza da cosa è data? Il nostro sguardo che spostandosi sugli enti porta luce sugli enti. Noi mossi dalla curiosità, attratti all’ente grazie alla meraviglia e mossi dalla conoscenza. L’immagine che ci ritorna è l’ente visto da noi, attraverso i nostri occhi, ognuno di noi vede in modo diverso. Non è l’ente in se che mi da la bellezza ma le proporzioni. Esiste ciò che è e ciò che non è non esiste. Per i greci quindi la bellezza è data dalle forme misurabili, in alcuni casi nonostante si seguissero le regole comunque non risultavano attraenti e i filosofi si chiedevano perché. PERCHE NON MI SEDUCE? Per quanto si voglia imitare la natura ci sarà sempre una parte dell’artista. Per quanto si possa possedere la tecnica, si deve avere la capacità di suscitare le emozioni. MITO DELLA NASCITA DI VENERE Metafora della vita, nasce dallo sperma di Uranio e da Gea, mentre copulavano Crono e lo evira. Per la prima volta venne alla luce la figlia di Uranio, perché di solito lui li spingeva sempre nel suo ventre. Dea della bellezza e dell’amore a differenza di Eros dio dell’amore, ma fisico carnale, amor sacro e amor profano. Venere bella e sa essere piacevole nella sua bellezza piena rappresenta l amore corrisposto e pieno LA BELLEZZA è LA CAPACITA’ DI COGLIERE IL MEGLIO DALL’ESISTENZA. Quindi non è solo misura e armonia ma anche la pienezza dell’essere MEDIOEVO OGNI ATTIVITA’ INTELLETTUALE PUO ESSERE RAZIONALIZZATA Aspetti per comprendere i motivi che indurranno Kant e Diderot a definire il giudizio di gusto. In età classica la bellezza è legata all’esperienza sensibile (amore profano Venere) e quella legata alla rappresentazione più metafisica dell’amore e della bellezza, perché legata ad un canone che è ideale. In età classica il giudizio era condizionato dalla misura dell’ente. Nella natura essenza e apparenza coincidono. Nel periodo MEDIEVALE la tradizione platonica verrà ripresa e riletta in chiave CATTOLICO- CRISTIANA, tramite PLOTINO, la possibilità di individuare la bellezza ideale su di una misura numerica, trasporrà questa concezione in chiave cristiana dandone un altro valore, in Platone si traduce in distinzione tra ente ed ESSENZA. Plotino introduce il concetto per cui ESSERE E’ ALTRO RISPETTO AD APPARIRE quindi non tutto ciò che appare è. Parola chiave del periodo medievale è EMANAZIONE, tutto ciò che può essere spiegato, anche l’esperienza mistica. Proponendo l’idea di un mondo ultraterreno, quello della divinità che non è intuibile attraverso la mera osservazione. Plotino sostiene che IL DIVINO NON SI MANIFESTA NELLA PRESENZA DEGLI ENTI, MA PER EMANAZIONE DELL’ENTE IN SE. Non lo vediamo lo percepiamo e sappiamo che c’è. La concezione della bellezza supera le strutture del canone (che non viene mai superato prima del 18° secolo), perché l’arte diventa il manifesto dei nuovi principi che la governano: la FANTASIA e l’IMMAGINAZIONE , che governano la produzione artistica in questo periodo perché non è più fondamentale la MIMESI. L’ARTE DIVENTA PORTATRICE DEL MESSAGGIO DIVINO. La presenza del divino nella realtà viene raccolta e rielaborata attraverso un rimando allegorico, riesce a parlare anche a chi non ha gli strumenti per vivere un’esperienza mistica. Nascono in questo periodo i BESTIARI, nascono sulla scorta della capacità degli artisti/artigiani di traslare in segno un oggetto (es. l’unicorno è un simbolo). TEORIA EMANAZIONISTICA, teoria che assume posizione centrale nell’estetica. All’uomo viene riconosciuta la capacita di potersi fare da tramite del divino. VIENE RICONOSCIUTA LA NATURA DIVINA DELL’UOMO, ESSENDO COLUI CHE RAZIONALIZZA L’ESPERIENZA DEL DIVINO, RENDENDOLA MANIFESTA ATTRAVERSO IL DISEGNO E LA MATERIA (COLORE). La teoria emanazionistica assegnava ai colori dei poteri. Immaginazione: possibilità creatrice dell’uomo che nella tradizione islamica non c’è. Il discorso sull’arte passa attraverso -L’estetica mistica -Trattati di ottica, un aspetto importante è la luce alla quale si attribuisce la manifestazione del divino. -Repertori iconografici, come i bestiari. L’immagine collettiva si arricchirà di molte figure. -Ricettari, dove gli artigiani artisti annotavano persino il procedimento, non solo per fini di trasmissione, ma perché iniziano a costituire le corporazioni. In questo periodo iniziano a diffondersi gli HORTUS MUGNUM, il giardino coltivato dai monaci nei monasteri contenenti erbe officinali, generalmente legati ad una pratica femminile, che iniziano ad essere teorizzati nei ricettari. RICETTARI: TEOFILO, CENNINO CENNINI: RICETTARIO DEI COLORI Queste conoscenze, ancora legate ad una pratica religiosa, che iniziano ad essere inquadrate, studiate ed analizzate con cognizioni di causa. A Salerno il primo ORTO di TROTULA. Si osserva la natura e si riesce a capire quali sono i principi attivi che possono essere usati in ambito farmacologico. Questo non sarebbe mai accaduto se si fossero fermati sul CIO CHE E’. SISTEMATIZZAZIONE DELLE NOZIONI CHE SI CONOSCEVANO ORALMENTE, come accade in ambito pittorico. Alla concezione per cui l’uomo è natura e poteva emanciparsi attraverso questa, si sostituì una più alta e meno terrena. FATTO/FORTUNA la capacità razionale dell’uomo di conoscere la vera essenza degli enti,, fa si che al fatto/fortuna si sostituisce la PROVVIDENZA cioè un progetto, un qualcosa che viene stabilito, la manifestazione del divino che ha come fine quello di mostrare la sua presenza. Nel caso del fato, non c’è nessuna finalità, l’uomo non ha nessuna possibilità d’azione. L’uomo capisce questo disegno attraverso la lettura dei segni. L’arte nel medioevo trascende la natura attraverso l’uso della fantasia. Il SIGNUM della visione cristiana è diverso dal SYMBOL dell’antichità classica. SIMBOLO: non simbolo ma contrassegno. Il simbolo è ciò che attesta il momento di congiunzione della divinità con l’umanità. Il valore che ha il segno nella gestualità è lo stesso nella rappresentazione. Si riconosce all’artista la capacità creatrice. San’Agostino afferma che l’immaginazione è una forza mediatrice della visione corporea ed intellettiva. L’esperienza sensibile è l’incipit che consente una riflessione più profonda per la comprensione della realtà ultraterrena. CONCETTO DI BELLEZZA: la bellezza è RELATIVA -è percepibile in quegli enti che si differenziano dagli altri per la capacità di rendere visibile l’invisibile -puo anche allontanarsi dal canone Uno degli altri elementi che consentirà il passaggio più mediato al genere della critica d’arte è il fatto che il TRATTATO non ha più una forma ASETTICA, è un insieme di riflessioni sull motivazioni che spingono l’artista a segnare soluzioni tecniche finalizzate al raggiungimento dell’obiettivo ed è anche la prima forma di letteratura artistica in cui si può scorgere il pensiero dell’artista circa la funzione dell’arte, il valore della bellezza e la ricaduta di ordine pratico che l’opera d’arte ha all’interno del contesto sociale. TRATTATO DI ARCHITETTURA- LEON BATTISTA ALBERTI: incipit sull’importanza dell’architettura nel contesto sociale di carattere ANTROPOLOGICO. LEONARDO invece dirà che l’arte più nobile è la pittura, che ci permette di riconoscere subito allo sguardo. Prima di spiegare le tecniche delle loro opere, attraverso una ricerca scientifica che si basa sulla sperimentazione della natura. Lo sguardo aristotelico è ancora caratterizzato dalla meraviglia. Nel Rinascimento l’artista deve osservare la natura scegliendo il meglio e riproponendolo, ma lo sguardo è finalizzato come risposta alle esigenze di colui che guarda. Lo sguardo è finalizzato alla PRODUZIONE DEL PIACERE che consente al fruitore di poter apprendere in maniera piacevole Il GIUDIZIO ESTETICO in questo periodo è ancora importante perché si inizia a separare la sfera morale da quella della funzione estetica della realtà finalizzata al piacere. PRODUZIONE CERAMICA: è di questo periodo la nascita di PIATTI DA PARATA decorati con la rappresentazione della storia sacra o di paesaggi, posti su piedistalli ed esposti durante i banchetti. Un piacere per gli occhi oltre che per il palato. Questa attenzione è legata alla necessità e consapevolezza che ci si può istruire con il piacere. PRIMAVERA DI SANDRO BOTTICELLI Nuova platonizzazione della visione aristotelica del rapporto uomo-natura. Visione che si distacca dal modello classicistico del canone, per una visione della realtà che ha in se l’armonia e la bellezza che non è una rivisitazione di ciò che è ma una registrazione di ciò che è esistente, ricondotto agli ideali della CONCINNITAS (particolare attenzione all’ordine per armonizzare elementi umani con regole naturali e matematiche, indica l’ARMONIA). Le teorie artistiche rinascimentali introducono il concetto di BELLEZZA RELATIVA, una bellezza esistente in natura e che il nostro occhio può cogliere e che rispecchia la grandezza divina. Capacità che viene riconosciuta all’artista che attraverso un microcosmo rappresentato dall’opera in se, del macrocosmo cioè la perfezione divina. Un passaggio epocale perché la ricerca del bello abbandona la strada della metafisica, del sovrasensibile per tornare sulla terra e quindi acquisisce lo statuto di percorso praticabile concretamente, porterà agli artisti a sciogliere il vincolo che legava la riflessione estetica da quella politica e morale. PARTICOLARE DECORATIVO DEL GIARDINO DELLA PRIMAVERA DI BOTTICELLI: diverse specie vegetali che vengono riprodotte rispettando L’ADERENZA AL VERO. Questo non significa che l’artista non abbia fatto una ricerca. Questi fiori che sono stati selezionati e disposti secondo principi geometrico-matematici. Alcuni di essi hanno significato simbolico cosi come l’accostamento che ne deriva. Non solo la capacità tecnica di rappresentare ciò che è in natura, la bella natura, ma anche assegnare significato rispetto alla disposizione che l’artista fa nella sua tela. L’ARTISTA HA DATO UN SENSO ALTRO A CIO’ CHE HA UTILIZZATO IN MANIERA METAFORICA. L’atteggiamento degli artisti rinascimentali è quello di costruire l’immaginario collettivo occidentale partendo dall’osservazione. Questo concetto lo ritroviamo anche nella rappresentazione della figura femminile. Che cosa hanno in comune le donne di Botticelli nella primavera? Hanno in ventre gravido, l’incarnato roseo, dinamismo, appaiono quasi sospese, ciascuna di esse ha una postura che indica un messaggio ben preciso. Tutte e 3 hanno abiti molto leggeri. Primavera è adornata con motivi vegetali, Venere con gioielli, ornamenti, frutto dell’attività febbrile dell’uomo. ESISTE UNO STEREOTIPO-FIGURA DI DONNA ANGELICATA. Non è un modello o un canone a cui la figura umana deve corrispondere. IL CONCETTO DI BELLEZZA NEL RINASCIMENTO VIENE RELATIVIZZATO, seppure rimangono dei punti di riferimento che vengono idealizzati rispetto ad una visione circoscritta nel tempo e nello spazio. Per la cultura rinascimentale l’artista rappresenta la scintilla più alta del divino. La sua capacità creativa è legata al potere della ragione di rendere in maniera puntuale l’esperienza visiva e di fornire la conoscenza immediata attraverso l’uso delle immagini. Agli enti viene riconosciuta una propria natura che è indipendente dallo sguardo dell’uomo ma che per suo tramite acquisisce senso e significato. Se nella concezione artistica medievale gli oggetti erano esclusivamente un mondo rappresentativo del soggetto; nella concezione artistica rinascimentale quegli enti che costituiscono il mondo esteriore gli viene riconosciuta vita propria e dunque questo consente di creare la distanza tra soggetto e oggetto che poi caratterizzerà il rapporto tra ARTISTA-OPERAD’ARTE-FRUITORE. La capacità riconosciuta all’artista, quella di razionalizzare ciò che è offerto dal libro della natura, porta ad affermare che nel rinascimento le opere dovevano avere naturalezza, CIO CHE E’ E NON CIO CHE DOVREBBE ESSERE. IL CONCETTO DI BELLEZZA viene relativizzato, ma il punto di riferimento evoluto è quello di ARMONIA o meglio la CONCINNITAS, che si afferisce alla possibilità che tutto concorre ad una visione che uscita piacere, nelle proporzioni, nei colori, negli attributi dei soggetti rappresentati. Con LEON BATTISTA ALBERTI “DE ARCHITETTURA” afferma che la bellezza consiste in un’armonia delle parti, secondo una proporzione, un numero ed un ordine stabilito cosi come esige la CONCINNITAS, la suprema legge di natura, che si possono desumere attraverso l’osservazione MARSILIO FICINO “la bellezza è l’evidente similitudine del corpo con le idee” CORRISPONDENZA AD UN MODELLO CHE RAPPRESENTA IL RISULTATO DELLA COMPRENSIONE DELL’INTELLETTO DIVINO. Queste idee consentiranno agli artisti di emanciparsi dalla condizione di artigiani ma il Rinascimento segna il passaggio ad una letteratura artistica propria. Il fatto che i nostri sensi ci permettono di conoscere immediatamente consentono agli artisti e ai letterati poi di riflettere sul ruolo che il fruitore ha nella definizione del potere dell’opera d’arte, e quindi introduce la concezione del PUBBLICO, ma persone che non sono più delle ombre. L’artista rinascimentale per la prima volta comprende che l’atto di osservazione, si comprende che non ci si può soffermare alle apparenze, questo perché è giunto alla consapevolezza che lo sguardo scientifico è diverso. Necessità di pervenire alla conoscenza tramite un’indagine scientifica. BAROCCO IL BAROCCO SARA’ L’ESALTAZIONE DELLA CONOSCENZA SENSIBILE E DELLA CONOSCENZA ATTRAVERSO L’USO DEI SENSI. Rispetto ad altri periodi storici, il 17° secolo, indica il secolo di grandi sconvolgimenti: si delineano gli stati-nazione (Spagna, Francia e Inghilterra), si costruiscono come tali perché iniziano ad acquisire grande potere economico. L’Europa gode il periodo d’oro del commercio derivato dalle colonie. L’afflusso d’oro massiccio che arriva in Spagna dalle colonie, la Francia e l’Inghilterra che hanno vissuto i vantaggi della parentesi colonialista. La nascita del colonialismo è visto come un prolungamento dei territori europei oltremare. Questo rapporto tra stati e colonie è stato gestito diversamente dalla Spagna e dal Portogallo, rispetto alla Francia e all’Inghilterra. L’INGHILTERRA rapporto di tipo politico, le colonie erano sottoposte alla stessa legislatura della madrepatria, ma i proventi delle tasse non erano devoluti completamente alla madrepatria, ma rimanevano nelle colonie. SPAGNA, i coloni spagnoli invece dovevano devolvere interamente le loro tasse. Questi rapporti hanno anche comportato un diverso modo di intendere il progredire il Nuovo Mondo di “coloni”. Tanto che i primi ad insorgere per l’indipendenza saranno gli inglesi, perché in quanto uomini liberi chiedono la piena autonomia. LA COMPAGNIA DELLE INDIE è la prima realtà economico-finanziaria indipendente. Le colonie chiedevano l’indipendenza anche politica. L’economia europea basata sul potere della terra ed inizia a vedere sulle colonie e sul commercio una fonte di guadagno e l’aristocrazia inizia ad investire in produzioni dislocate nelle colonie, dove esiste lo schiavismo. Incrementando il mercato nella produzione di beni voluttuari. La situazione francese, IL GRAN SIER, il Re Sole. Luigi XIV fa costruire la reggia di Versail spostando la sua dimora da centro di Parigi a fuori Parigi per controllare ciò che accade. Sulla scorta di consigli di Risceliè si adotta la politica PROTEZIONISTICA perché alla Francia non manca nulla, è autosufficiente, può produrre tutto. Abbiamo l’aristocrazia e l’alta borghesia che vuole vivere nel lusso, che finanzia il mercato culturale. Anche l’aspetto della città inizia a cambiare, prima non si poteva parlare di tessuto urbano. Nascono le manifatture reali, Leone X per i tessuti, Limonge per le porcellane. Tutto veniva prodotto con il marchio della casa reale. Un gusto che inizi a imporsi in tutta Europa, passando dalle corti. La nascita delle industrie porta a spostare la popolazione dalle campagne ai centri. Non vengono più pagati con beni di prima necessita ma adesso dispongono di un salario se pur miserevole ma comunque un salario, diventano liberi di poter spendere. Si costituisce la SOCIETA’ DEI CONSUMI. Il popolo ha un potere d’acquisto concedendosi i beni voluttuari, i surrogati di quelli che si possono concedere gli aristocratici. Anche l’arredamento si evolve, si inizia a disporre nelle abitazioni lo spazio pubblico e quello privato . Inizia a nascere la PROPRIETÀ’ PRIVATA. Questo cambiamento del tessuto urbano porterà ad una mansione diversa dello spazio pubblico,il pubblico inizia a richiedere la costruzione spazi dove poter godere della musica, di spettacoli pagando il prezzo del biglietto. E’ proprio in questo periodo che nasce l’OPERRA, LA COMMEDIA di Goldoni ad esempio. La commedia rappresenta scene nelle quali chiunque si può immedesimare. Non più tragedie ma scene di vita quotidiana della classe medio borghese, anche i meno colti ne possono godere. Non ha un fine didattico. Ci sono tante condizioni che migliorano la vita anche perché il lavoratore ha bisogno di distrarsi dopo tutte le ore spese a lavorare. Diventa anche una forma di conoscenza questo tipo di fruizione che i teorici definiscono NON SO CHE. IL BAROCCO E’ ECCESSO, MA ECCESSO RISPETTO A COSA? Alla sobrietà e alla misura classica. L’arte barocca SUPERA IL MODELLO, l’arte deve emozionare, suscitare piacere, dare meraviglia, ma non la curiosità che possiamo definire scientifica di Aristotele, ma riguarda il tessuto intimo che suscita piacere anche quando piacevole non è. Basti pensare al sublime, questo senso di estraniamento, di terrore quasi, che si svilupperà un secolo dopo. Pensiamo all’ESTASI SI SANTA TERESA è un piacere nella sofferenza legato a un piacere della mente. ILLUMINISMO E NEOCLASSICISMO TEMATICHE ESSENZIALI DELLA PRODUZIONE ARTISTICA-LETTERARIA DEL 18° SECOLO Il 18° secolo vede la nascita della critica letteraria come genere vero e proprio e quindi è una data memorabile perché determina la nascita della figura del CRITICO D’ARTE, dovuto ad un cambiamento sociologico, economico e politico, che vede la nascita del MERCATO DELL’ARTE CONTEMPORANEA. Fino alla seconda metà del 1700 il mercato dell’arte era quello dell’autorità,. Questi oggetti di antiquariato avevano un valore economico ed andava a costruire dei tesori delle famiglie nobili. Carlo V dipenderà la sua collezione per pagare le spese della guerra. COME MAI AVVIENE IL CAMBIAMENTO DEL MERCATO D’ARTE? Dall’antiquariato all’arte contemporanea? PREMESSA:la Francia del 700 vive una situazione emblematica, il pubblico europeo è legato alla sensazione, all’esperienza estetica. Già alla fine del 600 si inizia ad elaborare la lettura dell’opera d’arte come LOGOS che con i sensi. Alla fine del 600 l’arte ha come finalità quella di coinvolgere lo spettatore. Nel 18° secolo l’attitudine del pubblico nel cercare il piacere sulla fruizione artistica si amplifica e questo per una serie di motivi: - la manifattura reale aveva comportato il trasferimento delle persone dalla campagna alle città e disponevano di un piccolo salario e quindi di un piccolo potere economico e questo li induce a formulare il pensiero di libertà. Fino al 17° secolo la libertà era contesa al libero arbitrio da un punto di vista morale e spirituale. L’uomo libero è colui che può disporre liberamente della propria fortuna. Tanto più un uomo è ricco tanto è più libero. - Il rapporto con le colonie induce alla costituzione della classe BORGHESE, una condizione economica che soppianta la realtà aristocratica. Molti di questi aristocratici saranno costretti a sposare dei borghesi. questo comporta un cambiamento profondo nella corte: coloro che erano aristocratici per discendenza e altri che avevano acquisito il titolo. - La vita di un borghese a Parigi si svolge nelle CASE PALAZZATE dove c’è una distinzione degli spazi pubblici e privati per esempio soggiorno e camere da letto e il GABINETTO d’arte che a differenza di quello umanistico rinascimentali adibiti a funzione conservatrice , adesso vengono utilizzati per contenere le collezioni d’arte contemporanea degli artisti più quotati dell’epoca. Generalmente aveva forma circolare; per sentire appagati i propri sentimento. Nel gabinetto entrano al massimo 5 o 6 persone per ammirare le opere d’arte. LUOGHI RAPPRESENTATIVI DEL 18° SECOLO -SALOTTO un incontro tra donne, vera rivoluzione, hanno la possibilità di organizzare incontri culturali. L’accesso era riservato a coloro che si erano distinti per le loro capacità intellettuali (filosofi, artisti), si sceglieva un tema che variava di settimana in settimana. -GABINETTO luogo maschile perche la cultura borghese vuole che le grosse disponibilità economiche siano attività maschili. (la libertà del Rococò arriverà a corte tramite Madame Pompadur) IL SECOLO DELLO SGUARDO DA VETRINA La realtà urbana, per esempio Parigi, cambia completamente. L’idea di proprietà privata separata dallo spazio pubblico; un’idea che passa nella volontà del pubblico medio di poter emulare le classi aristocratiche in cui vedono un miglioramento della vita ed un riconoscimento sociale. Questo poter accedere ai beni surrogati dei beni di lusso, la possibilità di adornare le abitazioni con qualcosa di più accessibile. E’ fondamentale mettere in mostra i prodotti attraverso una vetrina per vendere i prodotti. Il loro modo di guardare cambierà completamente. Inizi ad imporsi lo SGUARDO DA VETRINA, la cui particolarità è la capacità di afferrare al volo quello che ci interessa, è lo sguardo del turista. GRAND TOUR 18° SECOLO La finalità sarà quella di sedurre gli spettatori, che può essere trasposta al mondo dell’arte. Questa nuova conformazione urbana di Parigi indurrà la corte a trasferirsi da Versailles a Parigi. Questi aristocratici che erano commisti con la borghesia non avevano alcuna intenzione di voler vivere a Versailles, laddove si conduceva una vita noiosa perché tutte le attività culturali di Parigi sono molto più divertenti lontano dall’etichetta. Nel mondo del teatro chiunque, pagando, poteva accadere alle PIES teatrali, come quella italiana di Goldoni o si potevano frequentare caffè o librerie. In questo periodo nasce la STAMPA A CARATTERI MOBILI DI GUTTENBERG, quindi in maniera più semplice iniziavano a circolare i libri, per cui la cultura diventa più accessibile, Ma si possono anche frequentare luoghi in scegliere e vedere dipinti. In questo periodo decade la triade MECENATE-INTENDITORE- ARTISTA. Permane ancora la tradizione accademica con la forma letteraria del discorso inaugurale che determina le linee guida della produzione accademica di quegli anni. Però intorno al 1735 avvenne un cambiamento epocale: fino a quel momento ad aver accesso ai salon era solo l’aristocrazia , il re ed i suoi famigliari per il 1° giorno. Dal 1735 poteva accedervi chiunque avesse pagato il biglietto. I visitatori giungevano da tutta Europa perché qui si poteva visionare la produzione artistica di diversi artisti, che si erano estinti ed erano stati nominati dalle corti europee. Finalmente il pubblico entra in contatto con gli artisti e non c’è più bisogno di un intermediario. Il pubblico medio acquista quello che gli piace, il che non esclude l’esecuzione di ritratti di personaggi facoltosi magari con le sembianze delle divinità. Si inizia ad acquisire l’atteggiamento del compratore moderno. Il problema diventa l’attribuzione del valore economico dell’opera d’arte. Tanto più l’opera d’arte piace, tanto più ha valore. Cosi come la valutazione dell’artista sarà data dalla bravura dell’artista di trasporre sulla tela il bisogno del pubblico. Gli accademici non accettarono questa realtà. Agli inizi del 700 ci sarà una diatriba tra gli ACCADEMICI e gli AMATORI che a differenza di coloro che avevano recensito i saloni in maniera didascalica, anche in concomitanza delle gazzette ( i giornali che vengono distribuiti negli ambienti aristocratici e che contengono notizie differenti tra cui anche quelle legate al mondo dell’arte, dapprima recensioni didascaliche, poi si trasformano in commenti sulle capacità deduttive dell’opera d’arte) che ad un certo punto iniziano a reclamare la possibilità di poter essere portavoce del pubblico. Dalla situazione per cui erano gli accademici a definire ciò che era arte a quello che non lo era, in questo momento nascerà la CRITICA D’ARTE grazie a Diderot che con i suoi son utilizza un linguaggio da lui inventato, maturato in parte dal mondo dell’arte ed in parte dalla filosofia (es il termine TONALITA’). Lui propone un linguaggio diverso che ben si sposa con l’idea per la quale non è più indicativa la rispondenza alla regola per il livello qualitativo dell’opera d’arte di stimolare sensazioni. A livello teorico queste posizioni le ritroviamo in Kant nella CRITICA DEL GIUDIZIO e la teoria del GIUDIZIO DI GUSTO. Farà una distinzione tra GIUDIZIO DI GUSTO e GIUDIZIO DI VALORE. IL GIUDIZIO DI GUSTO è di colui che pur non avendo le competenze tecniche, ha una sensibilità che gli consente di giudicare consapevolmente l’opera, definendo quelle che sono le sue proprietà estetiche e attribuendone un valore, che diventerà di carattere economico. Per Kant hanno diritto di giudicare pero il gusto va educato. CHI E’ IL CRITICO D’ARTE? E’ colui che riesce a tradurre questo sentimento del pubblico in giudizio poiché avendo competenze scientifiche e gusto educato può sintetizzare il sentire dell’opinione pubblica e il sentire dell’uomo di cultura. Il giudizio di gusto non è universale, lo diventa quando in più la pensano alla stessa maniera. Laddove è possibile individuare delle linee comuni nella definizione di bellezza. PRIMA KANT E POI GLI ALTRI SPOSTERANNO L’ATTENZIONE DALL’OGGETTO AL SOGGETTO. LA “BELLEZZA” E’ NEGLI OCCHI DI CHI GUARDA Attraverso le gazzette inizia a diffondersi questo nuovo modo di guardare e valutare le opere d’arte. Gli accademici si schierano su posizioni molto dure contro i salonier. Questa situazione a livello economico porterà un orientamento dei salonier del mercato ed a orientar fil gusto, e cosi le fortune e le sfortune degli artisti. Nasce la triade CRITICO-PUBBLICO-ARTISTA. In questo periodo le opere oltre ad essere vendute dagli artisti, erano vendute anche dai mediatori cioè i MERCANTI D’ARTE. L’arte diventata al pari dei gioielli era considerata un bene di lusso. Nel 18° secolo vi è una grande PROLIFERAZIONE DI STAMPE, più economiche e che garantiscono una veicolazione più rapida delle opere. Fino a quando le opere erano commissionate dall’aristocrazia avevano un fine politico, nell’800 le opere hanno un fin edonistico ma non fine a se stesso, ma strumentale ad una acquisizione all’interno di un tessuto sociale. L’idea della possibilità di migliorare la propria condizione sociale passa anche attraverso l’ostentazione degli STATUS SYMBOL. Chi apparteneva al popolo difficilmente poteva arrivare a corte nel 600, nel 700 molte donne di campagna possono accedervi. Nel passaggio da Versailles a Parigi, determinante è stato Filippo d’Orleans perché lui per primo voleva godersi la vita, dichiaratamente omosessuale, amava la vita cittadina. Nonostante fosse un aristocratico inizia a frequentare la città e quei luoghi in cui era gomito a gomito con la gente del popolo e questo comporterà il grande cambiamento che sfocerà nella rivoluzione. Luigi XVI era considerato una divinità. Iniziano a circolare delle stampe con delle caricature dei reali che non erano più temuti. ROMANTICISMO E MEDIOEVO FARE DAL LIBRO SCHELLING: riesce a fornire una lettura della funzione dell’arte che avvalorerà l’idea che ad essere suscettibile di valore economico non è tanto la capacità tecnica dell’artista ma il suo genio, concetto che assumerà più valore nel periodo romantico. L’aura dell’artista a cui viene riconosciuta la capacità di riuscire a guardare fino in fondo alle pieghe dell’animo del soggetto e a far emergere quello che la psicanalisi definirà INCONSCIO. IDEALISMO TEDESCO: sosterrà che la caratteristica propria dell’arte è quella di porre il soggetto di fronte a se stesso, di fronte alla parte più intima del suo io. Questa affermazione comporterà un grande cambiamento nell’interpretazione e valutazione delle opere d’arte, perché sarà determinante il valore SIMBOLICO, la capacità di rimandare ad una dimensione interiore. L’artista si sgancia dalle norme imposte dall’accademia per poter esprimere liberamente il suo sentire e la sua figura viene investita della responsabilità di compiere quel tipo di ricerca che già dall’antichità era stata considerata come quell’antica possibilità che avere permesso all’uomo di progredire, cioè CONOSCI TE STESSO, di ordine socratico; il ripiegamento su se stesso per comprendere la propria natura e i limiti. Gli IDEALISTI non considerano l’atto artistico un atto meramente intellettuale, ma riconosceranno all’artista la capacità di utilizzare la propria INTELLIGENZA EMOTIVA per rendere lo spettatore partecipe dell’esperienza sensibile dell’esperienza emotiva che lo ha indotto a produrre quell’opera. Gli idealisti non si pongono più il problema del MI PIACE ma inizia a chiedersi quali sono i meccanismi che sottintendi al principio del piacere nella produzione dell’opera d’arte. L’esperienza della fruizione dell’opera d’arte che non sono più il frutto di una committente precisa, ma spesso sono il risultato di un sentire dell’artista, ha portato il fruitore di fronte a opere non solo piacevoli, belle, ma anche di opere che presentavano realtà buie e grottesche, il lato oscuro della natura ( incisioni di Goya). Tutto ciò darà vita al Gotic Revival soprattutto nel nord Europa, darà vita ad un recupero del gotico in chiave più cupa ed in pittura sarà ben esemplificato dai Preraffaelliti, donne con volti diafani. Un senso di inquietudine che gia da Kant aveva identificato nel sublime, qualcosa che ci sconvolge e che non riusciamo a comprendere e che non può essere raccontato. L’idealismo tedesco cerca di dare un contributo più sofisticato a questa teoria. L’uomo riesce ad entrare in empatia con la parte più intima del se. L’unico mezzo per SHEELING che permette di conoscere le pieghe più profonde dell’anima è l’ARTE. Se fino a quel momento all’arte era stata riconosciuta la funzione di insegnare e dilettare, dal 700 si afferma che l’arte migliora la vita, gli viene riconosciuta la capacità di mettere l’uomo di fronte a se stesso. Da un lato si riconosce questa capacità, dall’altro la capacità dell’artista, COLUI CHE RIESCE A TRADURRE IN IMMAGINI I MOTI DELL’ANIMO, RIESCE A RENDERE EVIDENTE CIO’ CHE NON LO E’. Questo tipo di qualità era gia stata riconosciuta nel Medioevo esempio l’animale fantastico. SHELLING e FICHTE riconoscono alla figura dell’artista non è quella di essere un prolungamento della mente creativa divina ma riconoscono all’artista l’uso profano dei propri sensi e di tradurre in immagini l’IDEA DEL SE’ PIU INTIMO e quindi anche il lato più oscuro del nostro io. Per la critica d’arte non si considera più l’analisi della vita dell’artista ( Vasari sarebbe il primo e nel periodo che va dal 400 al 600), percorso tecnico e spirituale. A questo punto non più importante sapere questo o meglio ha un valore relativo a comprendere la psicologia che sottende ad un certo tipo di ESPRESSIONE ARTISTICA. Il termine venne introdotto da SHELLING per rimarcare quanto la pittura in particolare sia in grado di rendere in maniera immediata l’esperienza sensibile anche rispetto a quegli sguardi che non hanno nessuna competenza. Non è più possibile individuare un punto di riferimento per poter designare ciò che è arte da ciò che non lo è. CONTESTO STORICO: nel cuore dell’Europa, in Germania,in un contesto post rivoluzionario (Restaurazione). La rivoluzione francese aveva dimostrato che il popolo aveva la possibilità di sovvertire la classe aristocratica. Di fatto però con la restaurazione, il clima è molto rigido, ci sarà un ritorno all’imposizione di quei valori che avevano segnato l’ancien regime, il potere monarchico gestito da pochi soggetti investiti da Dio.Quando Napoleone salirà al potere chiederà di essere incoronato da un prelato. Subito dopo la Rivoluzione francese gli stati iniziano a consolidarsi in stati-nazione, come la nascita dei musei il Louvre, il British, il museo di Dresda. Il museo è uno spazio pubblico aperto a tutti con fine didattico e quello di preservare i beni artistici dello sviluppo culturale di un paese. Le collezioni già presenti nelle dinastie aristocratiche, che intendevano dimostrare la magnificenza e il potere di un paese attraverso attraverso la presenza di tutto ciò che in ambito artistico era stato concepito. Il fine è quello di manifestare al popolo il percorso che ha consentito a quello stato - nazione di diventare grande ma anche per insegnare ai ragazzi dell’accademia ad apprendere dai grandi maestri del passato. Nella costruzione del museo entrano in gioco fattori di ordine funzionale: capire cosa doveva essere musealizzato e ciò che non poteva esserlo, il primo fine del museo è quello di preservare quindi il primo valore è l’UNICITA’ di un manufatto, un altro motivo di discernimento è quelli di RISPONDERE AI VALORI DI UNO STATO-NAZIONE, anche l’idea del BELLO, ovvero la grande teoria e i principi accademici per discernere quello che doveva essere musealizzato da quello che non poteva esserlo. La costruzione del museo ha determinato anche la considerazione che tutto ciò che era nel museo poteva essere considerato ARTE, tutto ciò che era fuori non poteva essere definito tale. Anche il mercato dell’arte nel frattempo è cambiato, venivano utilizzate tecniche più economiche e la stampa, ma soprattutto si stava affermando il MERCATO DELL’ARTE CONTEMPORANEA. La nascita del museo comporta un aumento esagerato dei prodotti legati al mondo dell’antiquariato w quindi molti collezionisti rivolgono le loro attenzioni verso il mercato dell’arte contemporanea che è anche più piacevole. Lo scontro tra antichi e moderni è anche legato al fatto che ci sono coloro che sostengono che solo l’arte antica ha valore e ha un alto valore economico, e c’è chi dice che anche l’arte contemporanea ha valore in quanto allo stesso modo dell’arte classica riesce a suscitare emozioni, perché il fine dell’arte e adesso con la nascita del museo questa concezione è anche più vera, non è solo quella di essere espressione di valori, ma anche quella di suscitare emozioni. Alla fine del 700 e negli inizi dell 800, la filosofia idealista, sosterrà e sbilanceranno maggiormente da parte della psicologia del fruitore l’attribuzione di valore all’opera d’arte. quando l’arte svolge una funzione che è altro, oltre a metterci difronte a noi stessi, il suo valore non è apprezzabile. Quando diviene veicolo di messaggi importanti, anche in questo caso l’opera d’arte ha valore e ci tocca, nel momento in cui ci mette in contatto con la parte più intima di noi che a quei valori aderisce o che richiama quei sentimenti che sono gia insiti nel nostro io più profondo. HEGEL: nella sua estetica farà un lavoro puntuale di analisi delle dinamiche che sottendono al rapporto tra opra d’arte e fruitore, dividendo la storia dell’arte in 3 grandi epoche: -SIMBOLO -CLASSICA -ROMANTICA Sosterrà che le capacità che gli uomini hanno avuto di poter veicolare in maniera limpida le grandi idee è solo quella classica. E’ anche vero però che queste idee non trovano in pittura ma è nella scultura la loro sede più opportuna. C’è sempre il limite della tela e della materia per la scultura e il limite della governabilità dello spazio in architettura. Le idee, prime fra tutte quella della bellezza trova certamente espressione nella rappresentazione artistica, ma non può essere raccontata attraverso l’arte. Hegel dice né il periodo del simbolo, ne quello romantico, sono stati in grado di veicolare queste idee per cui solo nell’ambito della speculazione filosofica si riesce ad intuire e raccontare queste idee. Nella storia dell’arte riconosce solo al periodo classico la capacità di veicolare queste idee, perché il periodo simbolico è un periodo in cui gli uomini non hanno ben presente questi valori e li sintetizzano attraverso dei segni, al romanticismo invece critica l’eccessiva “mollezza” e il peso che da alla sfera sentimentale. Hegel è convinto che attraverso la RAZIONALITA’ è possibile per l’uomo intuire queste idee e quindi progredire. L’arte è quindi un pretesto che però non consente questo salto progressivo anche se riconosce all’arte la capacità di consentire all’uomo di venire in contatto con la parte più intima di se. Per Hegel le idee sono aldilà della natura umana. Sarà molto critico nei confronti della produzione artistica romantica perché tendeva a spostare l’attenzione dei fruitori sui sentimenti e quindi una falsa conoscenza. MUSEO CAPO DI MONTE: esempi rappresentativi della scuola napoletana che nasce nella seconda metà del 700, un unicum nella produzione europea si caratterizza nella riproposizione delle scene di vita quotidiana con un uso mirabile del colore, enplainair molto spesso senza l’uso di cartoni preparatori, rendendo la tridimensionalità attraverso l’uso consapevole della luce/colore. Questi artisti hanno un’attenzione particolare nella rappresentazione dei volti considerati lo “specchio dell’anima”, un’attenzione per la mimica facciale e per lo sguardo. Una produzione molto richiesta che diventerà nell’ 800 uno delle tipologie di pittura collezionate in tutta Europa. Rispecchia la funzione nuova dell’arte, quella di riuscire a porre l’uomo difronte a se stesso, non come specchio, ma come lente.