Scarica Riassunto Uscire dal Caos di Kepel e più Dispense in PDF di Storia dell'Asia solo su Docsity! Gilles Kepel USCIRE DAL CAOS LE CRISI DEL MEDITERRANEO E DEL MEDIO ORIENTE PARTE PRIMA CAPITOLO 1 → L’ISLAMIZZAZIONE DELL’ORDINE POLITICO (1973-1979) IL CREPUSCOLO DEL NAZIONALISMO ARABO EGITTO - confraternita dei Fratelli Musulmani 1928 → nascita dei Fratelli Musulmani fondata da Hassan al-Banna a Ismailia (simbolo della dominazione coloniale europea) al fine di raccogliere il testimone dopo l’abolizione del califfato ottomano (1517-1924) da parte di Atatürk (padre della Turchia moderna) 1952 → la confraternita acclama l’ascesa al potere di Nasser e dei suoi compagni Ufficiali Liberi 1954 → dopo la vittoria di Nasser la confraternita viene smantellata e molti dei sui esponenti vengono impiccati EGITTO → l’ascesa di Nasser 1952, 22-23 luglio → colpo di stato degli Ufficiali Liberi guidati da Nasser che abbatte la monarchia 1954 → Nasser diventa primo ministro: - Nazionalizza la moschea-università al-Azhar che diventa uno strumento della sua propaganda terzomondista - Si fa vedere durante la preghiera del venerdì ma moltiplica gli attacchi anticlericali EGITTO (con Nasser), TUNISIA (con Bourghiba) SIRIA (con il partito Bath), IRAQ (con il partito Bath), PALESTINA (con il partito OLP) e gli altri paesi arabi ⚠ Questa secolarizzazione orientale però non è che una parodia della laicità democratica dell’Europa → non c’è una vera separazione tra la sfera politica e quella religiosa - Lo scopo è quello di esercitare un controllo sociale o dimostrare la compatibilità dell’Islam con la dottrina nazionale / socialista - Il governo è stato conquistato con la forza dalle élite che hanno approfittato del processo di indipendenza 1948 → Nakba (catastrofe) → esodo della popolazione araba palestinese a seguito della sconfitta della guerra Arabo-Israeliana 1948, 15 maggio → proclamazione dello stato di Israele da parte di Ben Gurion (che diventa primo ministro) Pagina 1 1956 → crisi di Suez (Egitto vs Israele, Francia e Regno Unito) → Nasser vuole nazionalizzare il canale (controllato da Francia e regno unito) 1967, 5-10 giugno → Guerra dei Sei Giorni (Israele vs Egitto, Siria e Giordania) nella quale Israele vince e si appropria della striscia di Gaza, della penisola del Sinai e della Cisgiordania (compresa Gerusalemme Est) e le alture del Golan Dopo le sconfitte del 1948, la crisi di Suez aveva dato nuova forza al nazionalismo islamico, sconfitto però dopo la sconfitta della Guerra dei Sei Giorni EGITTO → la sconfitta del governo di Nasser 1962 → nello Yemen l’Egitto appoggia le forze repubblicane contro quelle monarchiche sostenute dall’Arabia Saudita → l’esercito egiziano rimane bloccato in questa costosa spedizione 1966 → Nasser fa uccidere Sayyid Qutb, principale ideologo dei Fratelli Musulmani che aveva appena pubblicato il vademecum del movimento islamista radicale (Pietre Miliari) → Qutb fa riferimento a questo periodo come la Jahiliyya (termine usato nel Corano per designare l’Arabia prima della sua rivelazione) del ventesimo secolo e da origine alla corrente radicale dei Fratelli Musulmani 1967 → Nasser si dimette dopo la sconfitta in Israele ma ritorna poco dopo al potere dopo che una folla sfila per l’Egitto al grido “Nasser, torna!” 1970 → Nasser muore e insieme a lui muore l’ideale arabista che aveva incarnato PALESTINA → le tensioni con gli altri paesi arabi 1969 → il nuovo leader dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) è Yasser Arafat e decide di instaurare la propria base operativa per condurre la loro armata contro Israele in Giordania (guidata dal re Hussein) 1970 → tre aerei di linea giordani vengono dirottati dal Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP, un partito marxista)→ repressione da parte di re Hussein → migliaia di morti palestinesi e inizio di uno scontro armato chiamato Settembre nero 1970 → Nasser riunisce al Cairo Arafat e Hussein per trovare una soluzione (il giorno dopo Nasser muore) → i profughi palestinesi vanno a insediarsi in Libano e saranno una delle concause della devastazione del paese LA GUERRA DEL RAMADAN DELL’OTTOBRE 1973: ARMA DEL PETROLIO E PROTOJHIAD EGITTO → l’ascesa di al-Sadat 1970 → al-Sadat succede a Nasser: - In giovinezza era stato vicino ai Fratelli Musulmani e li libera dal carcere - Inizia il proselitismo nei campus universitari dove i marxisti e i nasseriani di sinistra sono i suoi più accaniti oppositori → nel giro di pochi anni saranno eliminati e le associazioni islamiche di ispirazione qutubista prenderanno il controllo dell’attivismo studentesco Pagina 2 1982-1985 → seconda invasione israeliana del libano 1982 → nasce il partito Hezbollah e diventa ufficiale nel 1985 (il partito nasce per iniziativa dell’Iran di Khomeini) 1989 → in Arabia Saudita si firmano gli accordi di Ta’if per mettere fine alla guerra civile che prevedono il disarmo di tutte le milizie (sia cristiane che musulmane) e sanciscono la sconfitta dei cristiani → il potere politico passa ai musulmani (Hezbollah non si demilitarizza e il suo potere aumenta insieme al potere sciita) Rafiq al-Hariri → miliardario sauro-libanese che ricopre la funzione di primo ministro due volte dal 1992 al 2005 (quando fu vittima di un attentato) → gli accordi di Ta’if, marginalizzando in modo esplicito i cristiani a vantaggio dei musulmani, costituiscono in realtà un vano tentativo sunnita di bloccare l’irresistibile ascesa della comunità sciita sostenuta e armata dall’Iran attraverso Hezbollah 1979, ANNO CARDINE: UN CRESCENDO DI VIOLENZA FRA SCIITI E SUNNITI IRAN → l’ascesa di Khomeini e il crescendo di violenza tra sciiti e sunniti 1973 → l’Iran beneficia del rialzo del prezzo del barile e lo scià Mohammad Reza Pahlavi vuole cogliere l’opportunità di fare del suo paese una delle più grandi potenze del mondo (attraverso la Rivoluzione Bianca → programma forzato di ammodernamento che però era accompagnato da spietate repressioni) → l’alienazione delle classi medie tradizionali (i commercianti e il clero) favorisce una situazione di crisi sociale, aggravata dall’afflusso nelle città della popolazione rurale (che verrà però disillusa) → decine di migliaia di studenti ritornati in patria dopo aver studiato in Occidente grazie a delle borse di studio si rivoltano contro il regime imperiale autocratico e corrotto Pagina 5 → il paese si polarizza: da un lato c’è il partito comunista e dall’altro si trovano le fazioni più politicizzate del clero sciita 1978-1979 → rivoluzione iraniana che porta alla deposizione dello scià 1979 → Khomeini (che era stato in esilio dal 1964 al 1978) ritorna in trionfo in Iran → si fa paladino dei diseredati (contrapposti agli arroganti in un’analogia ai termini marxisti oppressi e oppressori) riuscendo a controllare un apparato clericale e a strumentalizzare i movimenti di sinistra (che poi verranno subito repressi) → si torna a una forma fondamentalista e epurata del dogma alla luce dei problemi dell’attualità riuscendo a dare vita a una grande mobilitazione che riesce a sconfiggere tutte le altre componenti dell’opposizione e del regime imperiale → Khomeini designa due grandi nemici: il grande Satana americano e le petromonarchie (che sono un lacchè degli USA) MECCA → l’attentato 1979, 20 novembre → primo giorno del quindicesimo secolo dell’Egira (si sostiene che ogni secolo vedrà l’avvento di un Messia) → la grande moschea della Mecca viene colpita da un gruppo radicale del jihad → il santuario della mecca viene riconquistato dopo due settimane grazie al Gruppo d’Intervento della Gendarmeria Nazionale francese (GIGN) → avvenimento dal grande significato simbolico AFGHANISTAN → la guerra contro l’Unione Sovietica 1979, 25 dicembre → l’Armata Rossa (forze militari dell’Unione Sovietica) invade l’Afghanistan per controllare il pericolo immanente di Khomeini → gli Stati Uniti (reduci della sconfitta in Vietnam e dell’umiliazione della crisi degli ostaggi all’ambasciata a Teheran 1979-1981) danno il loro appoggio militare ai mujaheddin afghani → questa invasione da parte degli USA si tratta di un episodio spiacevole della Guerra Fredda, da parte dell’Arabia Saudita (che aspira all’egemonia sull’islam universale) si tratta di jihad (la guerriglia insurrezionale attrezzata e addestrata dalla CIA e cofinanziata dai petrodollari) → coloro che si battevano contro l’Unione Sovietica volevano poi mettere in atto la sharia una volta cacciati i russi 1989, 15 febbraio → ritiro delle armate russe → grazie alla vittoria e per essersi imposti su scala globale, gli afghani sunniti ricavano un prestigio straordinario presso i loro corregionali e servì a contrastare momentaneamente la propaganda khomeinista → nascita di una forza militare terroristica di tipo imprevedibile alla quale Bin Laden darà poi un volto → nell’immaginario islamico, l’invasione del territorio afghano da parte dell’atea Russia è paragonabile all’invasione della Palestina da parte di Israele (pag. 46) Pagina 6 CAPITOLO 2 → L’IRRUZIONE DEL JIHAD INTERNAZIONALE: CONTRO IL NEMICO VICINO (1980-1997) LA LOTTA PER IL CONTROLLO DELL’ISLAMIZZAZIONE NEGLI ANNI OTTANTA Gli anni ’80 conobbero una progressiva islamizzazione dell’ordine politico del Medio Oriente e l’esacerbarsi degli antagonismi tra sciiti e sunniti per assicurarsene il controllo AFGHANISTAN → il richiamo di forze da tutto il mondo → i Fratelli Musulmani e i salafiti della penisola arabica uniscono i loro sforzi per radunare tutte le forze sunnite contro gli sciiti 📚 Abd Allah al-Azzam, Unisciti alla carovana (1985)→ Azzam è un Fratello Musulmano palestinese e scrive che tutti i musulmani hanno il dovere di combattere in Afghanistan in nome del jihad di difesa, si tratta di un obbligo individuale secondo le scritture → si mobilitano fedeli da tutto il mondo tramite il reclutamento → gli jihadisti (i guerriglieri non afghani) provenivano soprattutto da Africa del Nord (Algeria, Libia e Egitto), penisola arabica, Pakistan, Malesia, Filippine, Stati Uniti (meta di immigrazione musulmana) e banlieue europee [gli jihadisti si differenziano dai mujaheddin che sono invece i combattenti afghani] 1984 → viene fondato il MAK (Ufficio dei servizi) per coordinare il reclutamento, la raccolta fondi e il trasferimento sul posto dei jihadisti stranieri (negli USA la sede principale è a Brooklyn, viene frequentata anche da Omar Abd al-Rahman che sarà il responsabile dell’attentato al World Trade Center del 1993) → nel 1989 alla morte di Azzam viene incorporato a al-Qaida da Osama Bin Laden STATI UNITI (e occidente) → il sostegno all’Iraq e all’Afghanistan → sia l’Afghanistan con i jihadisti (che erano impegnati da una parte a contenere gli sciiti dell’Iran e dall’altra a contenere l’URSS) che l’Iraq con Saddam Hussein beneficiano del pieno sostegno occidentale → la CIA aiuta a reculare e ad addestrare gli jihadisti da mandare in Afghanistan a combattere (gli jihadisti useranno poi le conoscenze acquisite durante il jihad in Algeria e Egitto e attraverso al-Qaida) → la CIA finanza gli jihadisti con 4 miliardi di dollari (più altri 4 miliardi in petrodollari sauditi) per 10 anni → è anche grazie a questi finanziamenti che si riesce a mettere fine all’URSS → si era creata l’illusione che la militanza islamista potesse essere canalizzata contro l’URSS e che eventuali straripamenti sarebbero stati da poco (e non si resero conto del grande errore di valutazione che avevano fatto fino al 2001…) AFGHANISTAN → la fine della guerra contro l’Unione Sovietica 1989 → grazie ai missili americani della CIA, gli afghani furono in grado di annientare la capacità aerea russa 1989, 15 febbraio → i russi si ritirano da Kabul → si apre la strada alla caduta del muro di Berlino il 9 novembre seguente e di conseguenza alla fine del comunismo Pagina 7 LA GUERRA CIVILE LIBANESE E IL CONFLITTO ISRAELO-PALESTINESE SI INSERISCONO NELLO SCONTRO CHE OPPONE L’IRAN ALL’OCCIDENTE E A QUASI TUTTE ORGANIZZAZIONI SUNNITE 2. LA GUERRA IN LIBANO 1982, giugno → gli israeliani invadono per la seconda volta il Libano (Pace in Galilea) al fine di cacciare i Palestinesi → i libanesi accolgono favorevolmente Israele che li libera dai palestinesi (le cui bombe devastano il sud del paese) → la presenza di Israele cambia le relazione che il Libano ha con la Siria e l’Iran 1982, 14 settembre → i siriani in un attentato uccidono il presidente Bashir Gemayel 1982, settembre → l’omicidio del presidente viene vendicato con il massacro di Sabra e Shatila (campi profughi palestinesi) compiuto dalle Falangi libanesi e dall’Esercito del Libano del Sud con la complicità dell'esercito israeliano → al posto di Bashir Gemayel sale al potere suo fratello, Amin Gemayel che fa un accordo con lo stato ebraico affinché ritirasse le sue truppe dal paese ma l’accordo salta a causa della Siria e dell’Iran che invadono la valle della Bekaa 1982 → viene creato un Partito di Dio (Hezbollah) che riconosce Khomeini come sua guida e suo mentore (diventa poi ufficiale nel 1985) → La comunità sciita (maggioritaria in termini demografici) viene resa la forza politica dominante grazie a Hezbollah → Hezbollah si sostituisce alla Palestina nella lotta contro Israele (la sostituisce come simbolo della resistenza araba) con il sostegno di Hamas (che erano sunniti) 1982, settembre → arriva la Forza Multinazionale di Interposizione (MFL) franco- americano-italiana per separare i combattenti (OLP e Israele) ⚠ Il sud del Libano diventa la roccaforte della resistenza contro Israele e la cassa di risonanza dello scontro sciita-sunnita ATTENTATI SUICIDA: 1981, 15 dicembre → attentato all’ambasciata irachena a Beirut 1983, 18 aprile → attentato all’ambasciata statunitense a Beirut (dopo l’arrivo della MFL) 1983, 23 ottobre → attentato contro le caserme dei contingenti americano e francese della task-force (nel 1984 la MFL è costretta a ritirarsi) RAPIMENTO DI OSTAGGI: 1985, 22 marzo → a partire da questa data furono presi in ostaggio 12 francesi, 8 americani e 7 cittadini di altri paesi ostili all’Iran 1985, 22 maggio → rapimento di Jean-Paul Kauffmann e di Michel Seurat da parte di un’organizzazione del jihad islamico per richiedere la fine del sostegno francese all’Iraq (soprattutto a causa dei cacciabombardieri francesi Super-Étendard) → grande risonanza in Francia tanto che ne 1989 il ministero degli affari Esteri Roland Dumas visita Teheran e fiera alcuni terroristi imprigionati in Francia 2006, 12 luglio - 14 agosto → guerra dei 33 giorni in cui Hezbollah sconfigge l’esercito israeliano → il segretario generale di Hezbollah (Hasan Nasr Allah) diventa l’eroe arabo per eccellenza → Hezbollah si arroga il diritto di mantenere le armi anche quando le altre milizie vengono demilitarizzate (andando così contro gli accordi di Ta’if del 1989) → la sua influenza all’interno del paese aumenta Pagina 10 3. IL CONFLITTO ISTRAELOPALESTINESE 📚 Fathi Shaqaqi, Khomeini: la soluzione islamica alternativa (1979) → Shaqaqi è un medico palestinese esiliato in Egitto e esprime la propria vicinanza (come radicale discepolo di Sayyd Qutb) ai militanti sciiti 1983 → Shaqaqi da origine al jihad islamico palestinese che inizia a compiere i primi attentati contro Israele → i campi di addestramento palestinesi (appartenenti all’OLP che nel frattempo viene sconfitto in Libano) vengono sostituiti con le basi jihadiste (si può notare che il principale ideologo del jihad Azzam era proprio palestinese e la liberazione e l’islamizzazione della sua terra rimangono il suo principale obbiettivo) → l’influenza di Azzam e di Shaqaqi crea un terreno fertile per la radicalizzazione die fratelli palestinesi 1987 → Prima Intifada → sollevazioni contro il dominio israeliano in Palestina, Cisgiordania, Gerusalemme e Gaza 1987 → fondazione di Hamas (Movimento di Resistenza Islamica) che contende all’OLP di Arafat il monopolio sulla leadership della causa palestinese 1988, 18 agosto → Hamas pubblica la sua carta che si contrappone con quella dell’OLP per un solo punto: il jihad per la liberazione della Palestina è un obbligo individuale (usa gli stessi termini di Azzam quando si riferisce al jihad afghano contro l’URSS) → il jihad palestinese viene finanziato dai petrodollari molto di più dell’OLP (nel 1990 il Kuwait ne versa 60 milioni contro i 27 per l’OLP) → per questo l’OLP appoggia l’Iraq di Saddam quando invade lil Kuwait L’ANNO 1989: IL JIHAD E LA CADUTA DEL COMUNISMO Il nuovo paradigma mondiale Il 1989 è un anno di grande cambiamento e rottura → cade il muro di Berlino e ciò porta alla fine dello scontro planetario tra Est e Ovest del mondo (comunismo e mondo libero) e nel frattempo si inaugura una nuova lettura della storia moderna come uno scontro tra civiltà che oppone Occidente e islam come due entità binarie In Francia qualche mese prima della caduta del muro di Berlino, scoppia il caso del velo di Creil → tre allieve di una scuola media nella banlieue di Parigi si rifiutano di togliersi il velo → il caso uscita nella stampa e nell’opinione pubblica molta più attenzione della caduta del muro. Analogamente la fatwa di Khomeini contro Rushdie ha totalmente oscurato nei media la sconfitta dell’URSS in Afghanistan del giorno dopo → grande cambio di paradigma e grande frattura culturale ALGERIA → l’islamizzazione della società → La Russia era uno dei principali sostenitori del Fronte di Liberazione Nazionale (FLN) al potere in Algeria che edifica il socialismo grazie alle rendite provenienti da petrolio e gas (su cui si basa tutta l’economia che rende quindi il paese molto suscettibile alle variazioni dei prezzi degli idrocarburi) → l’Algeria è controllata da un’oligarchia che distrugge la società civile e reprime qualsiasi classe imprenditoriale, la popolazione (che continua a crescere) viene deresponsabilizzata → accanita concorrenza con il Marocco per l’egemonia nel Maghreb 1982 → Mustafa Bouyali ispirato alla letteratura di Sayyid Qutb si da alla macchia (imitando il FLN durante la guerra d’indipendenza conto la Francia) e crea il Movimento Islamico Armato (MIA) per instaurare nel paese la sharia attraverso il jihad (il movimento però non ha molta influenza e il governo incoraggia gli jihadisti a partire per l’Afghanistan) Pagina 11 → mentre alcuni ambienti conservatori lottano contro gli studenti di sinistra e rivendicano la diffusione dell’arabizzazione e l’applicazione della sharia, lo Stato (così come aveva fatto Sadat in Egitto) favorisce una islamizzazione sotto il suo controllo (si adotta in parlamento un codice familiare, si costruiscono moschee, la letteratura wahibiti rimpiazza quella francese…) 1986 → a causa della situazione economica del paese il bilancio dello stato si dimezza → privazioni e crollo del tenore di vita aggravate dal malgoverno, dalla corruzione e dal marcato nero 1988, 4 ottobre → scoppiano delle rivolte → la gioventù urbana povera paragona i poliziotti agli israeliani 1988, 10 ottobre → la rivolta non ha carattere religioso (così come all’inizio della guerra civile in Libano) ma per calmare la situazione il presidente Chadli Benjedid invita il predicatore Sahnun (ex discepolo di Bouyali e appassionato del jihad Ali Belhadj) e il dirigente di Fratelli Musulmani Mahfoudh Nahnah che con un appello fanno cessare i saccheggi (→ sono molto influenti) 1989 → Chadli autorizza il pluripartitismo e si crea il Fronte Islamico di Salvezza (FIS) che ha saputo unire la gioventù urbana povera e le classi medie religiose (processo che assomiglia a quello iraniano di Khomeini del 1978-1979) → il FIS diventa sempre più influente organizzando marce, sit-in e pretendendo la liberazione dei jihadisti del MIA 1990 → durante il terremoto Tipasa (1989) il FIS si sostituisce allo stato carente guadagno ancora più popolarità e a giugno vince le lezioni locali 1991 → il FIS si aggiudica il primo turno delle elezioni parlamentari che vengono però interrotte dall’esercito → inizio della guerra civile algerina → inizio di un jihad che si sarebbe propagato anche sul territorio francese SUDAN → l’islamizzazione della società 1985 → Hasan al-Turabi fonda il Fronte Nazionale Islamico (NIF) (in un contesto di guerra civile tra il nord musulmano e il sud cristiano e animista e nello stesso anno in cui cade il dittatore appoggiato da comunisti) 1989, 30 giugno → colpo di stato a Khartun che destituisce il primo ministro Ṣādiq al- Mahdi; il capo di stato è guidato dal generale Omar al-Bashir che sale al potere con l’appoggio del NIF guidato Turabi → Turabi raccomanda un’islamizzazione della società dall’alto rivolgendosi all’élite politica saudita (che prima appoggiava il partito comunista) → si infiltra nell’apparato dello stato e dell’esercito e nel sistema bancario controllato dall’Arabia Saudita Mentre il regime sovietico e l'ideologia comunista crollano alla fine del 1989, l'islamismo politico consegue successi significativi: - Disfatta dell'armata Rossa in Afghanistan - Ascesa del potere islamico in Sudan - Affare Rushdie in Regno Unito - Caso del velo in Francia - Accordi di Ta’if che rafforzano il predominio sunnita in Libano - Creazione del Fronte Islamico di Salvezza in Algeria - Nascita di Hamas in Palestina Pagina 12 1992, ottobre → nasce il Gruppo Islamico Armato (GIA) dall’unione degli jihadisti del luogo e i veterani ritornati dall’Afghanistan → il leader Abdelhaq Layada scomunica in quanto empi i capi del FIS e dichiara lecito spargere il loro sangue, quello dei funzionari dello stato e degli altri “figli di Francia” 1993-1994 → massacri su larga scala, si privilegiano bersagli facili e conosciuti (intellettuali francofoni, medici, giornalisti, membri della società civile…) che catalizzano la rabbia e la frustrazione in quanto detentori del capitale culturale che permette l’ascesa sociale e, data la notorietà, suscitano il panico generale → alcuni quartieri popolari e zone rurali passano sotto il pieno controllo del GIA 1993, luglio → i jihadisti del mondo intero emigrando nel Londonistan e si pubblica il bollettino Al-Ansar (diretto dall’ingegnere siriano Abu Musab al-Suri) a sostegno del GIA 1994, 3 maggio → diversi dirigenti del FIS clandestinamente giurano fedeltà al GIA 1994, 18 luglio → l’organo esecutivo del FIS che era all’estero crea un gruppo concorrente al GIA: l’Armata Islamica della Salvezza (AIS) che ha come obbiettivo quello di costituire un polo militare per negoziare con i generali algerini (cosa che il GIA trova esecrabile) → le due fazioni si affrontano in numerosi scontri mortali 1994, 27 ottobre → sale al potere del GIA (dopo numerosi emiri che si susseguono a ritmo sostenuto a causa delle morti in battaglia) Djamal Zitouni che comincia a esternalizzare il jihad 1994, 25 dicembre → in un giorno simbolo cristiano, Zitouni fa dirottare un aereo Airfrance 1995 → iniziano attentati sanguinari in Francia → lotta contro la vecchia potenza coloniale per persuaderla a cessare gli aiuti al potere algerino 1996 → il giornale Al-Ansar si dissocia da Zitouni, sospettato di fare il gioco del regime 1997, agosto-settembre → numerosi spargimenti di sangue nella periferia di Algeri, a Raïs e Bentalha dove diverse centinaia di persone vengono massacrate dal GIA 1997, 21 settembre → l’AIS chiede al governo (che promette clemenza in cambio di un compromesso / dichiarazione di libertà) una tregua unilaterale 1997, 27 settembre → il GIA smette di esistere → nell’autunno del 1997 il jihad armato perde la battaglia, l’esercito riesce a riprendere il potere (anche e soprattutto a causa dei divari che c’erano tra la classe media religiosa e i giovani poveri) FRANCIA → gli attentati 1994, 25 dicembre → dirottamento aereo Airfrance 1995, 11 luglio - 17 ottobre → una serie di attentati in Francia uccide 12 persone e ne ferisce 150 1995, 11 luglio → Khaled Kelkal (algerino cresciuto a Lione) viene incaricato di uccidere Abdelbaki Sahraoui, uno dei fondatori del FIS → la Francia diventa ostaggio di un jihad che aveva attraversato il mediterraneo, gli attivisti del GIA avevano trasformato questo paese in terra di guerra (cosa che non hanno mai fatto altri musulmani che consideravano il paese terra d’islam proibendo ogni forma di guerra) → i darons (padri di famiglia) algerini in Francia si dissociano dagli attentati, che mettono in pericolo la loro già difficile integrazione 1995, 29 settembre → Kelkal viene ucciso dalla polizia francese in un bosco fuori Lione 1995, 17 ottobre → ultimo attentato eseguito da convertiti tornati dalla Bosnia → i servizi segreti francesi dentano più efficaci e saranno in grado, grazie alla buona conoscenza delle reti, di tenere sotto controllo il terrorismo fino al 2012 Pagina 15 IL JIHAD INFRUTTUOSO IN EGITTO (1992-1997) E IN BOSNIA (1992-1995) Grade differenza tra i due paesi → l’Egitto è un paese musulmano fin dai primi tempi mentre l’islamizzazione della Bosnia è avvenuta nel XVI secolo quando l’impero ottomano invase i Balcani (e fino al 1991 pochi nel mondo musulmano sapevano dell’esistenza di questa minoranza) Diverse conseguenze alla fine dell’infruttuoso jihad → malgrado la sconfitta, l’islamismo egiziano si costituisce come principale forza di opposizione a Mubarak e vince le elezioni del 2012 mentre l’islamismo bosniaco perde completamente la sua centralità simbolica ma contribuisce all’idea che l’Europa possa essere una terra da conquistare EGITTO → il jihad 1981 → dopo l’assassinio di Sadat gli succede Mubarak (che sarà presidente fino al 2011) → in Egitto si creano due principali movimenti di attivisti: 1992, aprile → Kabul cade nelle mani dei mujaheddin capeggiati dal comandante Massud LE UCCISIONI DI AL-JAMĀʿA AL-ISLĀMIYYA: 1992, 8 giugno → uccisione del saggista laico Farag Foda, accusato di promuovere la secolarizzazione al posto dell’applicazione della sharia e quindi considerato apostata 1994 → il professore universitario Nasr Abu Zayd viene accusato di apostasia (a causa del libro Islam e storia. Critica del discorso religioso) e viene costretto a divorziare dalla moglie (con il quale si trasferisce poi nei Paesi Bassi) 1994, ottobre → il premio Nobel per la letteratura Nagib Mahfuz viene accoltellato per i suoi romanzi licenziosi → questa atmosfera testimonia lo scontro tra gli jihadisti e gli islamisti moderati ma anche una vicinanza tra la classe media religiosa e la gioventù urbana povera nell’opposizione radicale al potere di Mubarak ma diversamente all’Algeria non c’è spazio per un’organizzazione tipo il FIS → lo stato riesce in qualche modo a tenere il controllo e cede agli jihadisti solo qualche porzione di territorio e temporaneamente L’ALTO EGITTO E I COPTI : Gli jihadisti avevano costruito delle roccaforti nell’Alto Egitto dove la popolazione copta può raggiungere il 20% → l’odio propagato verso i cristiani assume una dimensione sociale nel momento in cui la crescente disoccupazione si trasforma in una adesione all’ideologia islamista di rottura → aumentano gli attacchi contro i farmacisti, gli orefici e gli incendi delle chiese → la periferia popolare di Embaba al Cairo popolata prevalentemente da abitanti dell’Alto Egitto viene rastrellata dagli jihadisti e viene applicata in modo integrale la sharia 1992 → Mubarak invia in questi luoghi 14’000 agenti di polizia e soldati per sradicare la dissidenza e impedire che le differenti classi sociali del movimento islamista si uniscano Organizzazione del jihad Associazione islamica - al-Jamāʿa al-Islāmiyya Mira ale istituzioni e ai funzionari del potere Mira alla popolazione civile (copti, turisti e intellettuali occidentalizzati) al fine di far perdere allo stato il sostegno popolare Khalid al-Islambuli → assassino di Sadat Omar Abd al-Rahman → attentato 1993 World Trade Center Pagina 16 1992, 12 ottobre → un sisma causa molti morti e feriti al Cairo e (così come era successo a Tipasa in Algeria) le associazioni musulmane aiutano la popolazione colpita facendo risaltare l’inefficienza del governo LE UCCISIONI DEI TURISTI: Al-Jamāʿa al-Islāmiyya inizia a prendere di mira il turismo facendo crollare questo settore predominante nell’economia egiziana pensando che ciò avrebbe accelerato la caduta del governo → le vittime di questa strategia sono però i milioni di egiziani che vivono della rendita del turismo → gli jihadisti perdono il sostegno popolare in Alto Egitto dove sono localizzate delle importanti aree archeologiche 1996, marzo → vengono uccisi 18 greci al Cairo che sono stati scambiati per israeliani 1997, 17 novembre → vengono massacrati 70 turisti nel tempio di Hatshepsut → fine del jihad egiziano BOSNIA → il jihad 1924 → a seguito dell'abolizione del califfato a Istambul nasce un movimento panislamista sul modello dei Fratelli Musulmani 1936 → viene creato el-Hidaje e alcuni militanti aderiscono alle SS Handschar 1941 → nasce l’organizzazione della gioventù Mladi Muslimani 1945 → el-Hidaje viene sciolta da Tito 1949 → Tito scioglie anche Mladi Muslimani, condotta a morte 4 suoi dirigenti e arresta i suoi membri 1961 → a seguito dell’alleanza tra Tito e Nasser (Movimento dei Non Allineati), alcuni bosniaci sono mandati a soggiornare in Egitto dove imparano l’arabo e si avvicinano ai Fratelli Musulmani 1970 → Alija Izetbegović (uno degli incarcerati del 1949) pubblica un manifesto intitolato Dichiarazione islamica riprendendo alcuni concetti chiave di Pietre miliari di Qutb 1983 → muore Tito e Izetbegović viene nuovamente incarcerato insieme ad altri 13 accusati di fondamentalismo islamico 1990 → Izetbegović fonda il Partito di Azione Democratica (SDA) e viene eletto presidente → il suo programma non era islamista e la SDA non si prefiggeva di applicare la sharia ma Izetbegović aveva un passato di amicizie in Medio Oriente e di fronte alle violenze serbe e alla pressione genocida dell’epurazione etnica accetta il loro sostegno militare ed economico e tentano di tradurre l’ultima guerra balcanica in jihad, di cui si sarebbero disputati il controllo sunniti e sciiti 1992 → l’Iran (che vede in questo jihad imposto la possibilità di ritrovare un ruolo chiave nel processo di islamizzazione) manda le sue armi, attraverso la Croazia, a Sarajevo insieme ad alcune centinaia di soldati → centri culturali iraniani vengono aperti nelle principali città bosniache o etnicamente miste → i paesi sunniti vedono con spirito più critico rispetto all’epoca afghana l’espansione di un nuovo jihad mondiale → 10 anni prima si era sperato di sbarazzarsi degli estremisti locali mandandoli in Afghanistan ma poi sono tornati agguerriti rappresentando una minaccia volontà per lo stato (soprattutto in Algeria e Egitto) → nessun grande finanziamento o aiuto né da parte dei paesi arabi né della CIA e nessun appello al jihad globale lanciato dai grandi Ulema sauditi Pagina 17 CAPITOLO 3 → LA SECONDA FASE JIHADISTA: AL-QAIDA CONTRO IL NEMICO LONTANO (1998-2005) OSAMA BIN LADEN E AL-QAIDA STATI UNITI → la rottura con il jihad e l’incremento dell’odio 1991 → al-Turabi (che si era alleato con Saddam Hussein) convoca la prima delle quattro Conferenze popolari arabe e islamiche dove si incontrano i vinti della Guerra del Golfo → i salafiti-jihadisti non sono più in buoni rapporti con la CIA ma con i nazionalisti arabi antisionisti, antimperialisti e terzomondisti da cui nasce l’estremismo di sinistra islamico 1992 → il jihad in Algeria, Egitto e Bosnia non riceve nessun aiuto da parte degli USA (l’esercito algerino si rivolge addirittura alle petromonarchie mentre in Bosnia l’occidente era impegnato a cacciare i volontari stranieri) → il jihadismo epurato degli anno ’90 sostituisce gli Stati Uniti come nemico principale all’ex URSS ormai distrutta 1993 → approda a Khartum (Sudan) Carlos (Ilich Ramírez Sánchez), terrorista venezuelano marxista convertito all’islam → teorizza lo sbocco jihadista della causa che un tempo aveva difeso in nome della dittatura del proletariato LA GUERRA CIVILE IN SOMALIA: 1992, dicembre → le Nazioni Unite votano l’invio di un contingente militare (composto per la maggior parte da americani) per ripristinare l’ordine e contrastare la carestia → operazione Restore Hope → questa operazione viene interpretata dal movimento islamico come il pretesto di stabilire una testa di ponte nel Corno d’Africa e successivamente invadere il Sudan di al- Turabi → alcuni jihadisti addestrati in Afghanistan partecipano ai combattimenti contri i Marines → Clinton decide di ritirare le truppe, trovandosi in patria di fronte a una Vietnam Syndrome → primo impegno armato jihadista contro gli Stati Uniti (preludio degli attentati alle ambasciate in Kenya e Tanzania) L’ATTENTATO AL WORLD TRADE CENTER DEL 1993 A OPERA DI OMAR ABD AL-RAHMAN: 1981-1984 → dopo l’omicidio di Sadat viene incarcerato 1986 → al-Rahman riceve un visto per gli Stati Uniti tramite la CIA 1990 → dopo essere ritornato in Egitto, va in Sudan da al-Turabi e gli viene concesso di nuovo un visto dalla CIA 1991, aprile → ottiene la green card in qualità di maestro del culto della moschea di Jersey City; in America si occupa di reclutare jihadisti per andare a combattere in Afghanistan 1991, giugno → mentre si stava recando in uno dei suoi numerosi viaggi internazionali in pellegrinaggio alla Mecca il suo statuto viene messo in discussione con il pretesto che non aveva dichiarato la bigamia (per evitare l’espulsione fa domanda di asilo politico nel 1992) → in circostanze non ancora ben chiarite, si deteriora il rapporto tra al-Rahman e l’intelligence americana 1993, 26 febbraio → Razmi Yusuf (pakistano vicino a al-Rahman) fa esplodere una camionetta bomba nel parcheggio del World Trade Center Pagina 20 → questo attentato rappresenta l’evento più esplicito della rottura dell’alleanza tra jihadisti e servizi segreti americani che aveva reso possibile la guerra in Afghanistan OSAMA BIN LADEN 1991 → Bin Laden fugge dall’Arabia Saudita e si rifugia in Afghanistan 1992 → Bin Laden si rifugia in Sudan dove gli islamisti avevano preso il potere nel 1989 con al-Bashir e al-Turabi → viene raggiunto da una massa di jihadisti → struttura il salafismo jihadista in opposizione al salafismo degli sceicchi che giura fedeltà all’Arabia Saudita → prende le distanze dal jihad afghano in cui erano state fatte alleanze dalle quali si vuole allontanare (CIA e petromonarchie) 1995, 13 novembre → deflagrazione di un’autobomba a Riad che uccide cinque consiglieri militari americani 1996, 25 giugno → un camion imbottito di esplosivo salta in aria a Khobar → Bin Laden non rivendica questi attentati (così come quello dell’11 settembre → si massimizza il panico negli avversari) 1996 → Bin Laden non si sente più al sicuro in Somalia (dove Carlos viene catturato senza che il governo si opponesse) e attraverso il territorio dei talebani ritorna in Afghanistan → questo trasferimento avviene in accordo tra gli americani e i sudanesi → gli americani non vogliono che Bin Laden faccia durante un’eventuale processo delle dichiarazioni scomode nei confronti dei suoi ex protettori della CIA e pensano che in Afghanistan la sua pericolosità sarebbe stata minima; i sudanesi vogliono sbarazzarsi di questo nemico pubblico universale per normalizzare i propri rapporti con l’occidente 1996, 26 agosto → Bin Laden dichiara guerra agli Stati Uniti che occupano la terra dei due luoghi santi Mecca e Medina (i militari statunitensi erano infatti stanziati in Arabia Saudita dal 1991 con l’inizio dell’operazione Southern Watch contro l’Iraq) → bisogna cacciare gli ebrei e i cristiani dalla penisola arabica e liberarla così come era stato liberato l’Afghanistan dai Russi (Bin Laden si pone in continuità con il jihad afghano riprendendo anche l’appello di Azzam che impone a tutti i musulmani l’obbligo individuale di impegnarsi nel jihad di difesa) → questa dichiarazione però non sortisce alcun effetto perché al contrario degli afghani che avevano ampio consenso presso gli ulema salafiti e i Fratelli Musulmani, Bin Laden può appellarsi solo ad Azzam (ucciso nel 1989), al fondatore di Hamas Ahmed Yassin, a Omar And al-Rahman (imprigionato negli USA) e a pochi altri 1998, 23 febbraio → Bin Laden e Ayman al-Zawahiri (suo braccio destro) cofirmano la carta costitutiva del Fronte Islamico mondiale contro gli ebrei e i crociati (dopo la sconfitta nel 1997 del jihadismo ispirato all’Afghanistan in Algeria e Egitto) → il testo comprende una fatwa che sancisce che ogni musulmano ha l’obbligo individuale di uccidere gli americani e i loro alleati, civili e militari, in tutti i paesi ove sia possibile 1998, 7 agosto → attentato all’ambasciata americana in Kenya (213 morti) e all’ambasciata americana in Tanzania (11 morti) in una data simbolo → anniversario dell’appello del re Fahd alle truppe americane a intervenire in Kuwait → inaugurazione della firma che avrebbe caratterizzato al-Qaida: ricerca di una data simbolo (che indica un rapporto di causa-effetto) e simultaneità di più attentati in diversi luoghi (al fine di accrescere l’effetto di stordimento del nemico) 1998, 20 agosto → i missili americani Cruise vengono lanciati da una portaerei nell’Oceano Indiano distruggendo una fabbrica di prodotti chimici a Khartum e un campo Pagina 21 di addestramento di jihadisti pachistani in Afghanistan → attacco straordinariamente preciso dal punto di vista balistico ma poco dal punto di vista politico 2000, 12 ottobre → viene colpito un gommone pieno di esplosivo un cacciatorpediniere americano (USS Cole) Un nuovo terrorismo (terrorismo di seconda generazione) → viene inventato contro l’Occidente un nuovo tipo di guerra asimmetrica → riprende alcuni dei dispositivi messi a punto dall’Iran e da Hezbollah in Libano (come l’attacco alle ambasciate e gli attentati suicidi) → si trasforma la finalità → questo terrorismo non era governato da uno stato che cerca di ottenere risultati quantificabili e circoscritti ma i finanziatori costituiscono una rete difficile da identificare o nominare con certezza con contorni sfumati, obiettivi estremi e non negoziabili → gli armamenti occidentali non erano adeguati a questo tipo di terrorismo → l’avversario è duttile e sfuggente e ci vorranno anni e sforzi enormi per comprendere il software di al-Qaida CAVALIERI SOTTO LA BANDIERA DEL PROFETA 📚 Ayman al-Zawahiri, Cavalieri sotto la bandiera del Profeta (1997-1999), pubblicato a puntate da un quotidiano arabo a partire dal 2 dicembre 2001 - L’attribuzione non è certa ma Zawahiri non ha mai smentito - Scritto tra il 1997 e il 1999 in quanto si fa riferimento all’Afganistan e alla Cecenia come i due paesi liberati in nome del jihad (quindi dopo l’elezione in Cecenia di Aslan Maschadov ma prima della ripresa di Groznyj da parte delle famate russe) - L’opera è un’immagine speculare del libro di Samuel Huntington Lo scontro delle civiltà e il nuovo ordine mondiale (1996) - Il titolo si riferisce alle vittorie ottenute dagli eserciti di Maometto e iscrive l’obbiettivo degli jihadisti in questa stessa linea (come scritto anche da Qutb e Azzam) Zawahiri è d’accordo con Maschadov → c’è un’incompatibilità radicale tra l’islam e l’Occidente IL FALLIMENTO DELL’ISLAMISMO ALGERINO • La riflessione di Zawahiri si basa sul fallimento del’’islamismo algerino sconfitto alla fine dai militari del “partito della Francia” → il fallimento è dato dall’incapacità di mobilitare le masse e a causa di una concezione troppo elitaria della lotta • Bisogna trovare il modo di scuotere le masse facendo leva sulle loro emozioni in modo che si uniscano agli jihadisti LA LOTTA AL NEMICO VICINO E LA LOTTA AL NEMICO LONTANO • Zawahiri traccia un bilancio critico del decennio trascorso e stabilisce un cambio di strategia → bisogna portare la guerra nella terra del nemico (infatti dopo gli attentati del 1995 alle forze militari americane a Riad ci sono stati gli attacchi alla ambasciate in Kenya e Tanzania, l’attacco alla USS Cole per finire con l’11 settembre) • Arabi e musulmani si entusiasmano soprattutto per la causa palestinese e il moltiplicarsi degli attentati suicidi fornisce un prezioso capitale simbolico (oltre a essere ottimali per via dei bassi costi e la ripercussione mediatica) Pagina 22 IL SIMBOLISMO RELIGIOSO: - L’attentato viene chiamato “doppia razzia benedetta” → si evoca un immaginario musulmano trans-storico, dove le razzie valorizzavano il coraggio della cavalleria nel combattere sotto la bandiera del profeta - Questa storia santa si intreccia con le sfide contemporanee → si sostituisce lo scontro di al-Qaida con l'empietà sionista-crociata all'antagonismo fra la Nato e il Patto di Varsavia → lo scontro delle civiltà è infatti il conflitto caratterizzante del mondo contemporaneo - 15 dei 19 kamikaze provengono dalla penisola arabica → Bin Laden rievoca l’inizio della saga che vuole estendere all’intero pianeta → la lotta simultanea contro il regime Saudita (che il 7 agosto 1990 ha lasciato pestare la terra dei due luoghi santi dalle truppe americane) e gli Stati Uniti d'America LA DATA: - 9/11 → caduta del Muro di Berlino - 11/9 → attentati dell’11 settembre - I due eventi inquadrano la situazione del millennio cristiano e anticipano lo slittamento del tempo universale verso il calendario dell’Egira (calendario islamico) LO SVOLGIMENTO: - L’attentato è svolto da 19 kamikaze a bordo di 4 aerei di linea dirottati su New York e Washington per colpire il World Trade Center, il Pentagono e il Campidoglio (risparmiato grazie alla rivolta dei passeggeri di uno degli aerei) IL NUOVO TERRORISMO E IL CAMPO DI BATTAGLIA MEDIATICO: La tipologia di conflitto attuata l'11 settembre si basa su tre elementi connessi: 1. Dimensione asimmetrica che si sbarazza di ogni regola di combattimento fra gli Stati, il terrorismo è un vero e proprio atto di guerra mondiale (non più soltanto di sedizione) in cui sia lo strumento che il bersaglio sono civili 2. Spettacolarizzazione → si accresce la risonanza mediatica per moltiplicare all'infinito l'effetto planetario dello shock dei nemici e la galvanizzazione di potenziali simpatizzanti; diffusione universale resa possibile grazie alla proliferazione dei canali satellitari della metà del decennio precedente → Al Jazeera sarà il vettore per eccellenza per preparare le rappresentazioni preparate da al-Qaida (Ad esempio: Abdelkader e Mohammed Mera erano semplici delinquenti della periferia di Tolosa che il 12 settembre urlano per le strade “Viva Bin Laden!”, Mohammed sarà l’autore poi nel 2012 di una serie di attentati contro militari apostati e civili ebrei) 3. Combinazione tra il terrorismo in quanto atto di guerra e la sua messa in onda televisiva → è costruita deliberatamente come una provocazione destinata ad attirare gli eserciti occidentali in Afghanistan e sconfiggerli come i sovietici; Bin Laden e i suoi seguaci credono che l'11 settembre da solo non distruggerà gli Stati Uniti ma attiverà un processo devastante Pagina 25 L’impero Bizantino cadde nel 1453 a causa della sua conquista da parte dell’Impero Ottomano di Maometto II L’impero americano cadrà sotto i colpi del jihad, anche se ci vorranno secoli L’Impero Sasanide cadde nel 636 nella battaglia di al-Qadissiyya L’impero Russo cadde nel 1989 con il ritiro dell’Armata Rossa da Kabul - Il campo di battaglia mediatico è importantissimo → Zawahiri ci dedica numerosi paragrafi e l’influenza dell’Iran è evidente (si ricorda che Komehini era stato in grado di offuscare la vittoria in Afghanistan condannando il giorno prima Rushie) - La spettacolarizzazione dell’atto terroristico, la sua traduzione nel linguaggio formattato delle news e dello show business sono la condizione essenziale della sua diffusione e della sua efficacia LE CONSEGUENZE: - Modifica della geopolitica del Medio Oriente che uscita come risposta la Guerra al Terrore → caduta di Saddam Hussein e avvicinamento dell’Iraq sunnita all’Iran sciita - Sconfitta congiunta degli jihadisti sunniti e degli Stati Uniti a vantaggio della Repubblica Islamica - 5 anni dopo l’11 settembre, fallisce l’obbiettivo del jihad contro il nemico lontano che consiste nel riunire le masse musulmane sotto la bandiera di al-Qaida → nuova fase del jihadismo I NEO-CON ALLO SPECCHIO JIHADISTA: LA GUERRA AL TERRORE STATI UNITI → l’ideologia neoconservatrice 2001 → George W. Bush diventa presidente degli Stati Uniti ed è circondato da consiglieri che appartengo alla corrente di pensiero neoconservatrice Il pensiero di questa dottrina (per quanto riguarda l’Islam) è una sintesi di due divise dottrine: 1. 📚 Francis Fukuyama, Fine della storia (1992) → la democrazia liberale dell’Occidente è la conclusione hegeliana e ineluttabile del destino dell’umanità (i neo-con erano infatti stati confortati dalla sconfitta Russa del 1989 e ne attribuivano il merito alla linea dura che avevano sempre raccomandato contro coloro che cercavano la distensione con Mosca in una coesistenza pacifica) → queste idee sono universalizzabili e applicabili anche alle società musulmane 2. 📚 Samuel Huntington, Lo scontro delle civiltà e il nuovo ordine mondiale (1996) → sottolinea la specificità delle civiltà antagoniste a quella Occidentale di cui l’Islam costituisce il paradigma (seguito dal confucianesimo) → con un impegno politico-militare si permetterebbe la trasformazione del mondo musulmano per condurlo alla democrazia occidentale LA SALVEZZA DI ISRAELE E LO STRAVOLGIMENTO DEL MEDIO ORIENTE: - Questi intellettuali radicali di destra (spesso ebrei e molti dei quali vicini in gioventù all’estrema sinistra, in particolare trozkista) sono preoccupati della salvezza di Israele minacciato dall’Intifada e vedono gli accordi di Oslo con sospetto in quanto credano che abbiano messo Israele in una posizione di debolezza - Diventano sostenitori del Likud di Benjamin Netanyahu quando sale al potere nel 1996 dopo l’uccisione di Rabin da parte di un ebreo contrario agli accordi di Oslo - 1996 → molti di questi intellettuali e Netanyahu scrivono A Clean Break: A New Strategy for Securing the Realm → chiedono una ridistribuzione generale delle carte del Medio Oriente tale da rovesciare le dittature e le oligarchie - 1998 → gli intellettuali scrivono una lettere a Clinton in cui si raccomanda l’uccisione di Saddam Hussein (che non rispetterebbe l’embargo imposto nel 1991 e starebbe creando armi di distruzione di massa) → è condizione di questi intellettuali e di alcuni sciiti iracheni esiliati negli USA che la scomparsa del dittatore favorirebbe lo Pagina 26 sviluppo di una società civile in Mesopotamia e porrebbe le basi per un Medio Oriente democratico, filoamericano e in pace con Israele → a causa degli attentati dell’11 settembre questo quadro teorico si trasformerà nel concreto in una dolorosa offensiva militare LA REAZIONE AMERICANA ALL’ATTACCO JIHADISTA SI SVOLGE IN DUE TAPPE: TRATTARE IL SINTOMO DEL MALE IN AFGHANISTAN E SRADICARE LE CAUSE DEL MALE STESSO IN IRAQ AFGHANISTAN → l’inizio della guerra 2001, 7 ottobre → inizia l’offensiva americana per distruggere l’organizzazione ritenuta responsabile del’11 settembre → gli americani e i britannici iniziano un attacco aereo sull’Afghanistan controllato dai Talebani e rifugio di Bin Laden, distruggendo il regime del mullah Omar (capo dei Talebani) ma non riuscendo a catturare il capo di al-Qaida → la risposta degli Stati Uniti è totalmente inadeguata → le risorse militari erano adatte all’eliminazione di un regime insediato in un territorio con caserme, palazzi e infrastrutture ma totalmente inadeguato a far fronte a un’organizzazione terroristica senza luoghi vulnerabili a bombardamenti o attacchi delle forze speciali e che è basata sulla rete informatica che mantiene i contatti tra i membri IL CAMPO DI BATTAGLIA MEDIATICO: - 2001, 7 ottobre → mentre gli americani iniziano la loro offensiva, Al Jazeera diffonde un video di Bin Laden con Zawahiri (vestiti in abiti tradizionali e con i Kalashnikov) davanti a una grotta di montagna in Afghanistan che giura che né l’America né il popolo che ci abita potranno vivere in sicurezza finché non ci sarà sicurezza in Palestina tutti gli eserciti infedeli non avranno lasciato la terra di Maometto → si evocano le rappresentazioni del Profeta esiliato ma anche la lotta di Davide contro Golia, degli umili virtuosi contro i potenti e cattivi - Questa dichiarazione ridimensiona il numero di morti dell’11 settembre e dei diversi attentati degli Stati Uniti rispetto ai crimini incommensurabili commessi dall’Occidente (da Hiroshima fino alla Palestina) e poi colloca gli attentati in una logica di ritorsione legittima, la legge del taglione - Mentre gli eserciti travolgono l’Afghanistan, video di questo genere costruiscono un’immagine eretica e indomabile di Bin Laden e dei suoi scagnozzi - Questa modalità sarà copiata dagli jihadisti delle fasi successive → ad esempio, nel 2015 dopo gli attentati di Charlie Hebdo e e del supermercato kosher a Parigi, Ameni Coulibaly li rivendica in modo simile, con abiti tradizionali e Kalashnikov LA MANCATA MOBILITAZIONE DELLE MASSE MUSULMANE E IL “FALLIMENTO” DI AL-QAIDA: - Bin Laden e Zawahiri pensano che gli Stati Uniti sarebbero stati sconfitti rapidamente (come i russi 10 anni prima) e che al-Qaida avrebbe mobilitato i musulmani di tutto il mondo contro l’invasione degli infedeli → gli eserciti che combattevano al-Qaida e i talebani sono però afghani, musulmani osservanti, reclutati dall’Alleanza del Nord (una colazione filo-occidentale di tribù e etnie ostili ai talebani) - Le infrastrutture di al-Qaida sono fortemente colpite e l’organizzazione perde tanti dirigenti di rango medio e alto e molti degli ideatori dell’attentato dell’11 settembre vengono incarcerati a Guantanamo (che favorisce la fabbricazione di un grande racconto vittimistico da parte degli jihadisti) → questo però non impedisce ad al- Qaida di fare attentati in tutto il mondo Pagina 27 - I soprusi inflitti nei campi di prigionia compromettono la giustificazione etica dell’invasione dell’Iraq - Questi campi rappresentano anche incubatori eccezionali per il movimento jihadista iracheno e si rinforzano le reti dalle quali nascerà l’ISIS CAPITOLO 4 → LA TERZA GENERAZIONE JIHADISTA. RETI E TERRITORI (2005-2017) Atti del terrorismo di seconda generazione: New York e Washington, Madrid, Londra → si colpiscono i trasporti Londra, Amsterdam, Parigi → il modello jihadista muta e si basa sulle risorse umane interne ai paesi occidentali presi di mira → la rete diventa orizzontale La sconfitta della strategia piramidale al al-Qaida in Afghanistan e in Iraq mette fine al modello verticale incentrato sul nemico lontano → gli attivisti iracheni hanno rapidamente rivolto la loro attenzione agli eretici sciiti Pagina 30 QUANDO DOVE 11/09/2001 New York e Whasington Tre aerei vengono fatti precipitare e causano quasi 3000 morti 12/10/2002 Bali Si colpisce un locale notturno provoca più di 200 morti (molti dei quali australiani, indonesiani e britannici) 28/11/2002 Mombasa (Kenya) Si colpisce un hotel israeliano 16/05/2003 Casablanca I morti sono prevalentemente marocchini e musulmani 11/03/2004 Madrid 4 treni locali vengono fatti saltare in aria uccidendo 191 persone Simmetria con l’11 settembre → 911 giorni dopo l’11/9 e la Spagna viene considerata terra d’Islam in cui è lecito un jihad di difesa (da quando nel XV secolo i cattolici riconquistano l’Andalusia musulmana) Motivo politico → l’attentato viene fatto in piena campagna elettorale per spingere il nuovo governo a richiamare le truppe dell’Iraq (cosa che farà immediatamente la maggioranza socialista vincitrice) 12/11/2004 Amsterdam Viene ucciso Theo van Gogh dopo essere stato accusato per blasfemia per il suo film Sottomissione in cui denuncia la condizione femminile nell’Islam L’uccisore non era stato addestrato da al-Qaida ma era un musulmano olandese 07/07/2005 Londra Vengono fatte esplodere delle bombe nella metropolitana
Quel giorno Tony Blair presiede il G8 ed è il primo giorno della presidenza britannica dell’Unione Europea e Londra viene scelta perché ospiterà le prossime olimpiadi Attentato rivendicato da Zawhairi che afferma che Allah ha inviato i cavalieri (tre giovani di origine pachistana e un giamaicano convertito tutti natavi britannici) della collera islamica a colpire il cuore di Londra in una razzia benedetta 07/01/2015 Parigi I fratelli Kouachi attaccano la sede del giornale Charlie Hebdo → 20 morti Zawahiri vs Zarqawi → il primo rimane fedele all’ortodossia esposta in Cavalieri sotto la bandiera del profeta mentre per il secondo bisogna riservare 9 pallottole all’apostata sciita per ogni pallottola riservata all’infedele occidentale 2005 → Zawhairi ammonisce Zarqawi in una lettera resa pubblica Il terrorismo di terza generazione Si supera l’opposizione tra nemico vicino e nemico lontano. I padri di questo nuovo terrorismo prendono entrambi il nome di Abu Musab (dal nome di un compagno del Profeta caduto martire nella battaglia di Uhud del 625): 1. Mustafa as-Sitt Mariam Nassar detto Abu Musab al-Suri - Nato nel 1957 ad Aleppo in una buona famiglia - Comincia il suo impegno politico nei Fratelli Musulmani, aderisce al jihad in Afghanistan e trascorre gli anni 90 in Europa studiando ingegneria in Francia - A Londra pubblica il bollettino internazionale Al-Ansar e approva a nome del jihadismo globale le attività del GIA - 1996 → raggiunge Bin Laden a Kandahar e assume il ruolo di ufficiale di collegamento con i media arabi ed europei - 2005 → (dopo aver vagato a seguito dell'offensiva americana dopo l'11 settembre) viene catturato dai beluci che lo vendono agli Stati Uniti per poi venire consegnato al regime di Bashar al-Assad (Siria) - 📚 Appello alla resistenza islamica mondiale (2005) → l'11 settembre ha mostrato l'arroganza, l'eccesso di Bin Laden che avendo sovrastimato le proprie forze e mal calibrato le provocazioni contro gli Stati Uniti causò una reazione che finì per distruggere l'organizzazione → l'errore strategico di Bin Laden è stato quello di aver dato priorità alla lotta contro il nemico lontano e le masse musulmane non erano pronte a fare questo passo per schierarsi sotto la bandiera di al-Qaida perché non potevano identificarvisi nella vita quotidiana - Alla strategia dall'alto bisogna sostituirne un'altra dal basso fondata su reti di interconnessione ed emulazione, tale modello reticolare ricorda la teoria del rizoma rivoluzionario di Gilles Deleuze - Superamento delle due fasi precedenti → all’Occidente troppo lontano dell'America si sostituisce l'Europa dove risiedono milioni di giovani di origine musulmana e immigrati, scontenti della propria situazione, mal integrati culturalmente e socialmente, residenti in ghetti dominati dall'economia della droga e della delinquenza - Si vuole mettere in contatto diretto questi giovani con quelli della riva meridionale e orientale del Mediterraneo dove stanno nascendo terreni del jihad sulla scia dell'Iraq e dei talebani 2. Ahmad Fadil Nazzal al-Khalayla detto Abu Musab al-Zarqawi - Nato nel 1966 in Giordania, abbandona la scuola senza diplomarsi - 1989 → si reca in Afghanistan dove frequenta ideologi jihadisti e combatte con le fazioni più radicali - 1993 → ritorna in Giordania e viene incarcerato per 5 anni - 1999 → torna in Afghanistan dove dirige un campo di addestramento in cui si formano terroristi sia arabi che curdi Pagina 31 - 1999 → fonda in Iraq un movimento chiamato Gruppo dell’Unicità e del Jihad (JTWJ; unicità → si riferisce all’unicità divina intesa come monoteismo intransigente apposta tutte le forme di devozione popolare, allo sciismo e al cristianesimo) - 2003, febbraio → viene denunciato all’ONU da Colin Powell per gli attenti e gli omicidi commessi con la sua organizzazione (Ansar al-Islam) in Kurdistan e in Giordania - Il mese successivo svolge un ruolo fondamentale nella resistenza durante l’invasione americana in Iraq - 2003, 7 agosto → attentato all’ambasciata americana in Giordania - 2003, 12 agosto → attentato alla sede ONU in Giordania - 2003, 29 agosto → attentato a una moschea - 2004, 7 maggio → è reso noto a causa della decapitazione di Nicholas Berg diffondendo un video che diventerà il modello delle esecuzioni dell’ISIS - 2004, settembre → si fonde con Osama Bin Laden e nasce al-Qaida in Mesopotamia - Zarqawi ha come priorità lo sterminio degli sciiti rispetto agli americani → in Europa il terrorismo trova terreno particolarmente fertile nelle prigioni dove i giovani incarcerati al ritorno dall'Iraq si dedicano a un intenso proselitismo fra i detenuti comuni originari delle periferie popolari e il saffismo si diffonde tra la prima generazione (ormai adulta) nata e cresciuta in Europa, profondamente insoddisfatta della propria condizione sociale → intanto (dopo le sollevazioni degli anni 2010-2013 che avevano suscitato speranze di democratizzazione) si restaurano di nuovo gli autoritarismi (Egitto) o scoppiano delle guerre civili (Libia, Yemen, Siria) → lo scontro tra sciiti e sunniti diventa il principale scontro in Medio Oriente Pagina 32 Gli attacchi dei salafiti 2011, novembre → i salafiti provano a prendere il potere della facoltà di lettere e scienze umane (bastione della miscredenza) dell’Università della Manouba imponendovi la presenza di studentesse con il viso nascosto da velo integrale, occupando l’ufficio del preside e sostituendo la bandiera tunisina con quella nera del califfato → il principale agitatore è Mohamed Bakhiti (uscito da prigione a marzo) che dichiara di voler cacciare i professori tutti atei e cani da guardia dei francesi che hanno fatto loro il lavaggio del cervello 2012, giugno → i salafiti devastano una mostra, le stesse vittime sono perseguitate dalla giustizia per oltraggio al sacro (soprattutto a causa di un'installazione che rappresenta teste di donna ricoperte da foulard che emergono da un cumulo di sassi avvolti nei testi religiosi che incitano all'uccisione dell’adultera) → permeabilità tra i salafiti e una parte della magistratura → una cosa simile accadeva nel 1995 in Egitto quando Nasr Abu Zayd era stato costretto a divorziare da sua moglie 2012, settembre → viene occupata la moschea di Sidi Bouzid da Ansar al-Sharia (guidata da Abu Iyad al-Tunisi) 2012, 5 settembre → viene devastato l’ultimo bar a Sidi Bouzid che vende birra → viene presa di mira Sidi Bouzid perché gli jihadisti ritengono che Bouazizi non può essere considerato martire dalla popolazione perché non si è sacrificato in nome di Allah → vengono usati cartelli fuori dalla moschea (e successivamente nel mercato) per incitare i fedeli a fare donazioni al fondo comune del culto salafita e mostrano in foto le atrocità compiute dall’esercito sciita di Bashar al-Assad contro i musulmani siriani → Ansar al-Sharia sposta la linea di demarcazione dalla lotta dei palestinesi contro il sionismo alla lotta dei sunniti contro gli sciiti e esorta a addestrarsi per il jihad armato contro lo sciita al-Assad 2012, 14 settembre → viene diffuso su YouTube un video di un copto californiano L’innocenza dei musulmani, Abu Iyad al-Tunisi esorta a manifestare contro gli americani → vengono incendiate l’ambasciata degli Stati Uniti e la scuola adiacente (quando tre giorni prima, all’anniversario della doppia razzia benedetta, viene ucciso l’ambasciatore americano in Libia dall’organizzazione sorella di Ansar al-Sharia) La reazione democratica contro il salafismo e gli attentati degli jihadisti 2012 → per il presidente di al-Nahda Rashid Ghannushi le atrocità sono imputabili all’oppressione dell’epoca di Ben Ali e quelli che le commettono sono vittime, giovani disoccupati, vecchi prigionieri → l’ordine è destinato ad attenuarsi con l’espansione della corrente moderata dell’islam politico che avrà la capacità di cooptare la gioventù estremista e di ricondurla alla ragione (così come era successo in Europa con i socialdemocratici e gli estremisti di sinistra) → questo discorso non può più essere sostenibile a fronte delle campagne di attentati e omicidi imputabili agli jihadisti durante i mesi e gli anni successivi → ciò costerà a al-Nahda la maggioranza in parlamento (nonostante fosse sostenuta grandemente dal Qatar) e il partito viene accusato di lasciare troppe libertà di azione ai salafiti radicali 2013 → si scatena la violenza sul territorio tunisino in linea con il jihadismo di terza generazione → vengono prima attaccati gli apostati (rappresentati dalle forze dell’ordine e dagli attori politi laici) e poi i turisti miscredenti 2013, 6 febbraio → viene assassinato l’avvocato nasseriano Chokri Belaid → si dimette Hamadi Jebali Pagina 35 2013, 25 luglio → viene assassinato Mohamed Brahimi (deputato di Sidi Bouzid) nello stesso momento in cui in Egitto si svolgono manifestazioni di massa contro il presidente Muhamadd Morsi → si dimette Ali Larayedh (successore di Hamadi Jebali) → le esecuzioni sono rivendicate dal veterano jihadista franco-tunisino Boubaker el- Hakim (membro importante dell’ISIS) 2013 → all’indomani dell’assassinio di Brahimi, si forma il Quartetto per il dialogo nazionale tunisino: 1. Unione generale tunisina del lavoro (UGTT) 2. Unione tunisina dell’industria, del commercio e dell’artigianato (UTICA) 3. Lega tunisina dei diritti dell’uomo 4. Ordine degli avvocati → Rashid Ghannushi è inquieto e accetta che il Quartetto elabori un piano d’azione che prevede le dimissioni della Troika 2014, gennaio → in attesa di organizzare le elezioni sale al governo una squadra ti tecnici presieduta dal primo ministro Mehdi Jomaa (del gruppo petrolifero Total) 2014, ottobre → dopo le elezioni ottiene la maggioranza il partito laico Nidaa Tounes con il suo fondatore Beji Caid Essebi → la sua campagna elettorale viene sostenuta degli Emirati Arabi Uniti (che vogliono contrastare il Qatar che sostiene al-Nahda) → il paese adesso è governato da una forza laica e si basa su una Costituzione che rispetta la libertà di coscienza (l’unica nel mondo arabo), i diritti civili e legalizza il matrimonio tra musulmani e non musulmani Boubaker el-Hakim definisce il paese terra di guerra (dopo la proclamazione del califfato a giugno 2014) L’ISIS dispone di infrastrutture che le permettono di coordinare e di progettare atti terroristici in Tunisia, da cui provengono migliaia dei suoi combattenti stranieri GLI ATTENTATI E LE UCCISIONI: 2015, 18 marzo → due jihadisti massacrano i turisti che visitano il museo del Bardo uccidendone 22 2015, 26 giugno → 28 turisti vengono uccisi a colpi di mitragliatrice a Susa, sulla spiaggia di un albergo (lo stesso giorno in Francia un imprenditore viene decapitato da un dipendente che conficca la testa su un palo tra striscioni che inneggiano all’ISIS) → gli assassini erano stati addestrati un un campo libico sul confine 2015, 13 novembre → su un massiccio montagnoso sovrastante Sidi Bouzid, gli jihadisti decapitano un pastore che rifiuta di dare loro una pecora (lo stesso giorno in Francia avvengono gli attentati allo Stade de France e al Bataclan) → corrispondenza tra jihad locale e la sua proiezione internazionale 2016, 7 marzo → la città di Ben Gardane (punto strategico di contrabbando con la Libia) viene invasa dall’arrivo di molte decine di uomini armati (appoggiati dell’ISIS) che causano 70 morti prima che le forze di sicurezza ristabiliscano l’ordine → il fallimento della razzia segna la prima grande sconfitta militare del jihadismo Pagina 36 Frattura regionale e pericolo sociale 2016 → Nidaa Tounes non è in grado di di far fronte ai conflitti sociali interni alla Tunisia e perde la maggioranza in parlamento a vantaggio di al-Nahda 2016, 2 giugno → Nidaa Tounes lancia un’iniziativa nazionale per ottenere il sostegno della UGTT e dei vecchi avversari islamisti di al-Nahda → questo consenso si traduce in compromessi che bloccano le riforme strutturali necessarie a riassorbire la frattura tra le due Tunisie → mentre il nordest e il litorale, relativamente ricchi, sono integrati nella globalizzazione, il territorio del sud e dell’ovest rimane abbandonato, permeabile ai traffici transfrontalieri, vettore del terrorismo e della corruzione 📚 International Crisis Group, La transizione bloccata: corruzione e regionalismo in Tunisia (2017) → la corruzione minaccia la stabilità dello stesso processo democratico; l’acceso al credito è controllato dai parenti di Ben Ali e gli imprenditori emergenti delle periferie sono incapaci di beneficiare di investimenti 2016, 27 agosto → Yussef al-Shahed viene nominato primo ministro per ristabilire la coesione della Tunisia → il nuovo premier lancia una vigorosa campagna anticorruzione che si traduce in purghe all’interno dell’amministrazione e nell’arresto di affaristi influenti spesso vicini al vecchio regime → nel frattempo è in cantiere la decriminalizzazione dell’omosessualità e dell’uguaglianza nel testamento tra uomini e donne ma il fermento delle iniziative della società civile rimane appannaggio delle classi medie mentre la stabilità della democratizzazione può essere garantita solo se viene significativamente ridotta la frattura sociale 2017, dicembre → il ritorno degli islamisti dietro le quinte del governo suscita l’ira degli Emirati Arabi Uniti tanto che la Emirates Airlines vieta alle donne tunisine di salire sui loro aerei (usando come scusa la presunta individuazione di donne kamikaze jihadiste che preparavano un attentato contro i loro aerei) → la Tunisia si trova ostaggio della lotta per l’egemonia sul futuro del sunnismo 2018 → Rashid Ghannushi afferma di non voler esercitare il potere da solo ma d’intesa con il suo rivale Nidaa Tounes 2018, maggio → il partito islamista presenta un candidato ebreo alle elezioni municipali a Monastir (cosa senza eguali nel mondo arabo ma come insegna la repressione forzata dei Fratelli Musulmani in Egitto nel 2013 la strategia di islamizzazione forzata da parte dello stato è politicamente suicida) → al-Nahda vince ma sostiene anche il capo del governo Yussef al-Shahed 📚 Safwan Masri, Tunisia: An Araba Anomaly (2017) → è opinione comune che la Tunisia rappresenti la norma nelle Primavere Arabe mentre le guerre civili e le restaurazioni autoritarie degli altri paesi solo un affetto collaterale; Masri spiega però che è la Tunisia ad essere un’eccezione virtuosa grazie al suo passato unico in cui la dittatura di Ben Ali sarebbe stata una devianza rimediabile perché di breve durata → le rivolte delle Primavere Arabe possono costruire il nuovo solo tenendo conto delle strutture profonde del passato → la modernizzazione tunisina procede dall’alto per iniziativa delle élite politiche e dalle zone costiere senza penetrare l’entroterra → questa opposizione (che causa la marginalizzazione delle regioni del sud e dell’ovest) è ancora oggi la principale barriera alla piena realizzazione della democrazia dopo il sacrificio di Mohamed Bouazizi Pagina 37 L’occupazione di piazza Tahrir 25 gennaio → 25000 manifestanti scendono in piazza Tahrir (per iniziativa del movimento dei giovani del 6 aprile) per manifestare sulla scia della rivoluzione del gelsomino tunisina e per chiedere riforme sociali (coloro che scendono in piazza sono giovani piuttosto istruiti e non sono in grado di dialogare con la massa della gioventù povera né con le classi medie) → alcuni gruppi oppositori riescono a infiltrarsi in piazza dalle strade adiacenti lasciate libere → l’autorità delle forze dell’ordine è ridicolizzata e gli scontri con la polizia si moltiplicano 27 gennaio → viene incendiata la sede del Partito Nazionale Democratico e vengono dispiegati i carri armati per mantenere la situazione sotto controllo 28 gennaio → i Fratelli Musulmani invitano i loro simpatizzanti a scendere in piazza, decisione che rompe con più di 50 anni di prudenza (in cui agivano tollerati dal governo aspettando il giorno in cui sarebbero stati in grado di sostituirsi ad esso) 11 febbraio → Mubarak si dimette → durante i 18 giorni ci sono delle esplosioni di rabbia anche in altre città egiziane (come Alessandria o Assuan) ma queste sporadiche manifestazioni non sono sfociate in un’insurrezione tale da rendere ineluttabile il processo rivoluzionario → anche se la rivolta gira simbolicamente solo intorno alla piazza riesce a esercitare una pressione insostenibile su Mubarak fornendo agli alti gradi di sbarazzarsi del vecchio inadempiente e intenzionato a fondare una monarchia ereditaria La caduta di Mubarak → il regno di Mubarak aveva ottenuto l’appoggio degli Stati Uniti di Bush dopo l’11 settembre 2001 → l’Egitto aveva la funzione di baluardo contro Bin Laden → infatti molti combattenti nemici catturati nella zona afghano-pachistana dalle forze americane vengono consegnati ai servizi segreti egiziani (con numerose proteste da parte delle organizzazioni umanitaria a causa delle presunte torture) → come aveva fatto al-Assad in Siria e Gheddafi in Libia, Mubarak comincia a preparare la successione in favore del figlio → si vuole sovvertire il sistema di successione creato dallo stato maggiore dell’età nasseriana che riprende il modello di monarchia non ereditaria (i capi militari delegano l’autorità suprema a uno fra loro e alla morte di quest’ultimo se necessario si eliminano i figli) → il precedente che cerca di creare Mubarak gli fa perdere il sostegno dei suoi pari i quali attivano il Consiglio supremo delle forze armate → inoltre, il figlio di Mubarak è molto vicino al mondo degli affari e ai grandi gruppi con contatti internazionale e contribuisce alla creazione di una classe di individui molto facoltosi → si accresce il senso di ingiustizia e il risentimento nei confronti della famiglia Mubarak 2011, 11 febbraio → Mubarak si dimette Pagina 40 L’ascesa dei Fratelli Musulmani 2011, 18 febbraio → I Fratelli Musulmani sfruttano a primo vantaggio la dinamica insurrezionale di piazza Tahrir durante la preghiera del venerdì dopo l caduta di Mubarak → il sermone è tenuto da Yusuf al-Qaradawi capo del canale Al Jazeera (per il canale qatariota è l’apice delle tre settimane di diretta ininterrotta da piazza Tahrir) → la strategia del Qatar in accordo con gli Stati Uniti è quella di avvalersi dei Fratelli Musulmani per stabilirsi ovunque hanno luogo le rivolte arabe e nel promuovere le classi medie devote come leader della regione tenendo testa al potente vicino saudita 2011, giugno → si creano formazioni politiche islamiste ad hoc: 1. Partito Libertà e Giustizia (PLJ) dei Fratelli Musulmani 2. Partito della Luce (al-Nur) del movimento della predicazione salafita 2011, 29 luglio → gli islamisti mobilitano le loro truppe in strada, riuniscono più di 1 milione di persone perlopiù salafiti con la rivendicazione che l'Egitto diventi uno stato islamico e proclamando la supremazia della Shoah divina su ogni costituzione → vengono separati fisicamente gli uomini dalle donne sulla piazza, cacciano i militanti laici accampati dall'8 luglio che reclamavano il verdetto su Mubarak e le epurazioni che il Consiglio supremo delle forze armate attuava troppo lentamente → il comportamento degli elettori segue due linee di frattura → islamisti vs laici e rivoluzionari vs controrivoluzionari ELEZIONI PARLAMENTARI PRIMO TURNO: - PLJ + al-Nur = 73% ELEZIONI PARLAMENTARI SECONDO TURNO: - Ahmed Shafiq (comandante dell’esercito e ultimo primo ministro di Mubarak) = 48,27% - PLJ con Mohamed Morsi = 51,73% ELEZIONI PRESIDENZIALI PRIMO TURNO: - PLJ con Mohamed Morsi = 24,78% - Ahmad Shafiq (generale indipendente) = 23,66% - Hamdin Sabahi (nasseriano sostenuto dagli egiziani fedeli alla rivoluzione ma ostili all’esercito e all’islamizzazione) = 20,72% - Abdel Monein Aboul Fotouh (ex Fratello Musulmano dissidente e liberale che reduca salatini e islamici di sinistra) = 17,47% - Amr Muss (vecchio ministro di Mubarak) = 11,13% ELEZIONI PRESIDENZIALI SECONDO TURNO - PLJ con Mohamed Morsi = 51,73% → gli elettori non islamisti di Sabahi votano per lui nella speranza che salvaguarderà almeno una parte dell'acquisizioni della rivoluzione rispetto alla prospettiva del ritorno dell'esercito al comando - Ahmad Shafiq (generale indipendente) = 48,27% 2012, 30 giugno → i Fratelli Musulmani con Mohamed Morsi salgono al potere con il sostegno del Qatar → sfida insostenibile per l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti e il Kuwait che avevano sovvenzionato per miliardi di dollari il maresciallo al-Sisi affinché eliminasse il regime dei Fratelli Pagina 41 Il fallimento del processo rivoluzionario Il governo di Morsi cade velocemente → si impegna nella fratelizzazione dello stato ma la riduce drasticamente ed è stato poco votato nelle città dove si svolgono le manifestazioni 2012, autunno → scoppiano sollevazioni al Cairo con una dinamica antiautoritaria simile a quella degli aventi di piazza Tharir → le milizie dei Fratelli svolgono il ruolo di forze di repressione (come la polizia di Mubarak) mentre la magistratura fa ostruzionismo contro le decisioni del nuovo potere 2013, 28 aprile → viene creato il movimento Tamarrod con il sostegno dei movimenti che avevano invitato la gente a scendere in strada il 25 gennaio 2011 (tra cui quello dei giovani del 6 aprile) → questi instancabili portavoce della causa operaia sono esacerbati dall'allineamento del governo gli interessi del capitalismo islamista (con i miliardario di spicco dei Fratelli Musulmani Khairat al-Shater e Hassan Malek) 2013, 30 giugno → lo stato maggiore incoraggia Tamarrod a organizzare una gigante manifestazione sorvolata dagli elicotteri militari in segno di approvazione 2013, 3 luglio → il presidente viene fatto dimettere dal maresciallo al-Sisi (ministro della Difesa e nuovo uomo forte dell’esercito) che diventa il nuovo capo del governo → i Fratelli Musulmani sono oggetto di una repressione senza pietà (che causa 630 morti) → paradossalmente in Egitto i vecchi rivoluzionari hanno favorito il ritorno dell’esercito contro l’autoritarismo islamista → a 3 anni di distanza, l’occupazione di piazza Tahrir non è riuscita a dare vita a un processo democratico → è sfociata nello strapotere dei militari e in un risveglio della violenza jihadista DIFFERENZE CON LA TUNISIA: CAUSE DEL FALLIMENTO: - L’esplosione demografica sulle rive del Nilo ha creato un’estrema precarietà per la maggior parte delle persone che ha risorse illimitate, di rendita e instabili (il turismo, il canale di Suez, le rimesse dei migranti, un po’ di petrolio) - Il potere è rimasto nelle mani delle caste gerarchizzate e segrete il cui principale punto di forza è il mantenimento dell’ordine e l’inquadramento della massa attraverso la coercizione o l’indottrinamento religioso - L’assenza di un’economia redditizia ha reso il paese totalmente dipendente dagli aiuti stranieri TUNISIA EGITTO La classe media autonoma è stata capace di promuovere l’elezione di un’assemblea costituente in cui coabitassero laici e islamisti grazie a un sistema proporzionale La classe media non ha saputo stabilire un contatto con la gioventù povera egiziana in modo da dare vita a un’alleanza che controllasse il rovesciamento del regime e assicurasse la transizione Una gerarchia militare ha destituito il presidente Una gerarchia militare ha destituito il presidente e si è arrogato il potere il Consiglio supremo delle forze armate Non ha avuto luogo nessuna preghiera pubblica dopo la fuga di Ben Ali Dopo le dimissioni di Mubarak un influente sceicco ha condotto la preghiera pubblica Pagina 42 - Massocrazia → le masse vengono invitate regolarmente a sollevarsi contro i corpi intermedi (a cui venivano elargite in modo aleatorio ricchezze grazie alla vendita degli idrocarburi) designati come capri espiatori - Non viene fatto nessun investimento sulle infrastrutture per cerare dipendenza costante dall’arbitrarietà del despota - Si rende impossibile lo sviluppo di una classe media che accumuli ricchezze proprie (tranne a Misurata) - Il dittatore è circondato dalla famiglia e dalla cerchia di fedeli → “gente della tenda” (intreccio tra l’ideologia terzomondista e usi e costumi della tradizione tribale) - Politica regionale imprevedibile → Gheddafi sostiene ogni tanto la fusione con la Tunisia e ogni tanto con l’Egitto, unioni che poi vengono annullate poco dopo IL RAPPORTO DIFFICILE CON GLI STATI UNITI: 1986, gennaio-marzo → a seguito del sostegno Gheddafi a numerosi attentati terroristici internazionali, Regan manda navi a aerei statunitensi nel Golfo della Sirte (acque rivendicata dalla Libia) per delle esercitazioni (operazione Attain Document) 1986, 5 aprile → attentato compiuto da agenti libici in una discoteca a Berlino in cui muoiono 2 soldati americani 1986, 15 aprile → bombardamento del palazzo della Guida a Tripoli da parte dell’aviazione americana (operazione El Dorado Canyon) 1988, 21 dicembre → distruzione in volo di un Boeing 747 della Pam An decollato da Londra per New York IL RAPPORTO DIFFICILE CON LA FRANCIA: 1970 → la Francia vende alla Libia 110 aerei Mirage → record di vendite di armi francesi 1980 → l’ambasciata francese a Tripoli e il consolato a Bengasi vengono incendiati dalla folla incitata dal governo → numerosi scontri tra Libia e Francia, soprattutto in Ciad 1989, 19 settembre → attentato contro un aereo DC10 francese che esplode (170 morti) → dopo l’11 settembre Gheddafi convince l’Occidente di rappresentare un baluardo contro il terrorismo jihadista, l’ONU sospende le sanzioni nei suoi confronti e vari paesi occidentali (soprattutto Francia e Regno Unito) si aggiudicano appalti commerciali IL RAPPORTO DIFFICILE CON L’ISLAM: - La relazione del regime con l’Islam era impregnata del messianismo eccentrico di Gheddafi per il quale il Libro Verde sostituisce le sacre scritture - Violenta repressione contro il sufismo - Gheddafi crea un proprio calendario in cui l’anno zero coincide con la morte del Profeta nell’anno 632 ed è diviso in mesi solari chiamati con i nomi di differenti eroi della storia libica → per i credenti ha un carattere blasfemo - Gheddafi manipola le folle con campagne contro l’islamofobia Anni ’50 → il Gruppo Islamico Libico è un ramo locale dei Fratelli Musulmani e accoglie gli egiziani fuggiti da Nasser nel 1954 1969 → il Gruppo Islamico Libico vene perseguitato dopo la rivoluzione che porta all’insediamento di Gheddafi → il gruppo sopravvive principalmente in esilio fra gli studenti all’estero ma mantiene una rete segreta all’interno del paese Anni ’80 → un migliaio di giovani partecipano al jihad in Afghanistan e alcuni di loro arrivano ai vertici di al-Qaida Pagina 45 1995 → dopo essere ritornanti dopo la caduta di Kabul, fondano il Gruppo Islamico Combattente Libico che tenta di assassinare tre volte Gheddafi 1996, 29 giugno → nella prigione di Abu Salim vengono giustiziati 1200 prigionieri presunti jihadisti (molti dei quali facenti parte del Gruppo Islamico Combattente Libico) → questo massacro conferisce grande legittimazione morale contro il despota 2006, 17 febbraio → scoppia una rivolta contro il consolato italiano (a causa di una maglietta che raffigura una caricatura del profeta indossata dal ministro Calderoli) che si trasforma in rivolta contro il governo che massacra 27 persone 2011 → viene istituito il “giorno della rabbia” per commemorare questo massacro 2011, 14 febbraio → preventivamente viene arrestato l’avvocato rappresentante delle vittime del massacro di Abu Salim La caduta di Gheddafi 2011, 15 febbraio (un mese dopo la fuga di Ben Ali e 4 giorni dopo la destituzione di Mubarak) → scoppiano le rivolte a Bengasi a seguito dell’arresto di un militante per i diritti umani (le figure di punta della manifestazione sono le madri, sorelle e vedove delle vittime del massacro di Abu Salim) → la piazza principale della città è occupata sul modello di piazza Tahrir e il tutto è documentato da Al Jazeera → sin dall’inizio delle sollevazioni, la componente religiosa delle rivendicazioni dei diritti umani è molto più presente che in Tunisia e Egitto → essendo stato represso ogni pensiero critico per 40 anni rimane solo il movimento islamista a opporre resistenza → i ribelli si impadroniscono dei centri di potere locali 2011, 25 febbraio → la Cirenaica si libera di Gheddafi mentre grazie a una violenta repressione la Tripolitania resta sotto il controllo del regime (la Liba si trova spaccata in due diversamente dall’Egitto e alla Tunisia che si unificano contro il potere) 2011, 27 febbraio → si installa a Bengasi il Consiglio nazionale di transizione 2011, marzo → Gheddafi invia una colonna di carri armati all’assalto di Bengasi mentre soffoca le repressioni in Tripolitania (in particolare a Zawiya e a Misurata, porto commerciale importante) 2011, 5 marzo → il Consiglio nazionale di transizione si proclama un rappresentante della Libia 2011, 10 marzo → il Consiglio di Sicurezza dell’ONU autorizza misure di protezione per il popolo libico 2011, 19 marzo → i carri armati di Gheddafi vengono annientati da attacchi arei franco- britannici con il sostegno americano 2011, 20-21 agosto → caduta della capitale per mano di Misurata (che per la sua posizione geografica strategica e la sua ricchezza commerciale assume un ruolo chiave negli equilibri nazionali) e Zintan (città araba che dispone di una grande forza militare) 2011, 20 ottobre → gli Occidentali (con i droni inviati da Obama) intercettano il convoglio di Gheddafi che viene linciato e ucciso → ogni città dopo la vittoria accumula trofei: Misurata le statue kitch del palazzo di Gheddafi e il cadavere del dittatore che espone in un garage dove viene profanato per poi seppellirlo in un luogo sconosciuto mentre Zintan riesce a catturate il figlio più famoso di Gheddafi (Saif al-Islam) che viene rinchiuso in un carcere sotterraneo e usato come moneta di scambio per ogni futura transizione nella risoluzione della questione libica Pagina 46 Dopo la caduta di Gheddafi → La violenza scatenata per provocare la fine del regime si traduce in una frammentazione del territorio in feudi di milizie armate che impedisce lo sviluppo di una società civile → dopo 42 anni di dittatura in cui il despota rappresentava l'unico punto di riferimento la sua caduta a rivelato che il sentimento nazionale era cementato anzitutto dall'avversione che lui stesso suscitava 2012 → vengono organizzate delle elezioni sotto la supervisione internazionale → la classe media (che in Tunisia ha portato alla democrazia e ha formato il quartetto) non è un equivalente in Libia (che non possiede nemmeno un esercito centralizzato come in Egitto) → alle elezioni si candidano tantissimi candidati ma la maggior parte non presenta nessun programma → nell'est del paese i federalisti prendono il controllo sulle rendite del petrolio che provengono per i tre quarti dal loro territorio Lo stato fallito I conflitti tra tribù e regioni prevalgono anche sull’unione degli islamisti che erano organizzati a livello regionale e che si erano coordinati a ottobre 2011 sotto gli auspici del partito AKP di Erdogan e del Qatar (per far sì che la Libia possa svolgere il ruolo di collegamento geopolitico fra la Tunisia di al-Nahda e l’Egitto di Morsi) ABD AL-HAKIM BALHAJ - Anziano emiro del Gruppo Islamico Combattente - Dirige il Partito della Nazione - 1992 → compagno di Bin Laden in Afghanistan e in Sudan nel 1992, dopo lascia al- Qaida per lottare contro il nemico vicino Gheddafi - 2004 → arrestato in Malesia dai servizi anglo-americani, viene arrestato da Gheddafi, incarcerato ad Abu Salim e condannato a morte ma mai giustiziato - 2010 → viene liberato da Saif al-Islam Gheddafi (figlio del dittatore che è designato come suo successore) - 2011 → allo scoppio dell’insurrezione a Tripoli scappa e con le sue reti jihadiste e tribali organizza la Brigata dei martiri del 17 febbraio (ricordando il massacro del 2006) - 2011, 20-21 agosto → entra a Tripoli (documentato dal Al Jazeera) e sfonda il recinto del palazzo-caserma per poi diventare governatore militare della capitale liberata e scontrarsi con le milizie di Zintan - Non riesce a mettere a frutto e letteralmente suoi punti di forza a causa della frammentazione tribale 2012 → il Partito della Nazione ottiene il risultato insignificante alle elezioni e vince Muhammad Jibril, vecchio dignitario del regime di Gheddafi poi dissidente supportato da Emirati Arabi Uniti e ostile ai Fratelli Musulmani → si crea il Consiglio Generale Nazionale (GNC) 2012, 11 settembre → la folla assale il consolato di Bengasi e l'ambasciatore degli Stati Uniti viene ucciso Pagina 47 I tentativi di mediazione 2015, 17 dicembre → l’ONU cerca di mediare tra i governi rivali di Bengasi e di Tripoli (accordo politico libico di Skhirat) → entrambe le parti ritengono di avere più da guadagnare perseguendo i propri obiettivi che trovando un compromesso nazionale 2017, 17 dicembre → il generale Haftar annuncia che avrebbe adottato tutte le misure necessarie per diventare il leader militari di tutta la Libia → le milizie di Misurata e Zintan sono gradualmente marginalizzate con il consolidamento dei centri di potere di Bengasi con Haftar e di Tripoli con Fayez al-Sarraj (riconosciuto dalla comunità internazionale e sostenuto dalle milizie locali) 2018, 28 marzo → Misurata e Zintan (anche se tradizionalmente rivali) suggellano un accordo per recuperare il potere 2018 → da Zintan Saif al-Islam Gheddafi manifesta la velleità di radunare i nostalgici del regime del padre (pretese che si contrappongono a quelle simili di Haftar) → lo scontro fra le tribù e le milizie libiche si svolge in un quadro relativamente controllato dalle regole della razzia tradizionale e solo l'irruzione del Califfato minaccia questi equilibri per l'eccesso ideologico che porta al parossismo la violenza e la sua spettacolarizzazione senza accettare compromessi (con l’eccezione di una minoranza berbera ibadita, la Libia è interamente sunnita) → La compagnia Petrolifera Nazionale (NOC) riceve ancora oggi la totalità delle royalties versate dagli importatori di idrocarburi e dall'unica istituzione ad aver resistito → ripartisce le royalties in base a proporzioni che variano a seconda dei rapporti di forza tra tribù 2018, 1 febbraio → Macron afferma che gli ostacoli alla riconciliazione sono congiunturali e non strutturali e su questo si deve concentrare la mediazione (che gode di un forte sostegno della comunità internazionale) 2018, 29 maggio → Macron riunisce il capo del governo dell’Accordo Nazionale (GAN) Fayez al-Sarraj, il maresciallo Haftar, il presidente della HOC Aguila Saleh Issa, l’esponente dei Fratelli Musulmani Khalid al-Mishri che è capo dell’Alto Consiglio di Stato di Tripoli e altri rappresentanti politici libici → si organizzano le elezioni legislative per il successivo 10 dicembre → reale impegno della comunità internazionale nel processo di ricostruzione della fiducia tra i protagonisti a partire dal livello locale (mentre Haftar continua a distruggere roccaforti e le tribù intensificano i combattimenti per beneficiare dei profitti del traffico di esseri umani provenienti dall’Africa) 2018, 1 giugno → intanto in Italia si forma il governo Conte con Salvini ministro degli interni che chiude i porti della penisola alle barche di rifugiati provenienti dalla Libia → per l'Europa la situazione libica non è più sostenibile → avanzata costante dell'estrema destra Pagina 50 CAPITOLO 2 → LE INSURREZIONI ARABE DI SECONDO TIPO. FRATTURA TRA SCIISMO E SUNNISMO E RIBELLIONI FALLITE FALLIMENTO SUNNITA DELLA RIVOLTA IN BAHREIN Il Bahrein 1869-1916: Impero Ottomano 1916-1971: protettorato britannico 1971-2002: emirato 2002-oggi: regno retto dalla famiglia reale Al Khalifa (monarchia costituzionale) 1971-1999: re Isa bin Salman 1999-oggi: re Hamad bin Isa principe ereditario Salman bin Hamad → la popolazione è a maggioranza sciita anche se la monarchia che governa è sunnita → lo stato è dotato di istituzioni democratiche, un parlamento eletto e un sistema giudiziario ereditato dalla colonizzazione britannica ma in realtà il potere è nelle mani della dinastia CONSIGLIO DI COOPERAZIONE DEGLI STATI ARABI DEL GOLFO (GCC): - Insieme delle monarchie sunnite (tranne l’Oman ibadita) del golfo → Kuwait, Bahrein, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Oman e Arabia Saudita - 1981 → formazione del GCC per far fronte all’espansione iraniana - Gli stati sono legati da un patto di assistenza reciproca in caso di aggressione) da parte dell’Iran) Anni ’90 → lungo conflitto insurrezionale che vede la popolazione sciita contro il monarca 1999 → sale al potere Hamad e si assiste a una tregua politica Le proteste di piazza della Perla LE CAUSE DELLA MOBILITAZIONE: - L'esaurimento delle risorse petrolifere e lo sviluppo dell'immobiliare di lusso sulle coste hanno distrutto i palmeti e ridotti in miseria i villaggi tradizionali che vivevano di pesca - I posti di lavoro non qualificato e nei servizi sono occupati dagli immigrati - L'agevolazione della naturalizzazione per i residenti stranieri arabi sunniti esaspera il senso di assedio in ambiente sciita - C'è un soprannumero di laureati scontenti della loro sorte (come in Tunisia e in Egitto) → svolgono un ruolo fondamentale nella protesta (come in Egitto, molti di loro sono stati formati nei Balcani dal filantropo George Solo) 2011, 14 febbraio → decine di migliaia di persone si raduna a Manama → la maggioranza dei manifestanti è sciita → si chiede rispetto dei diritti umani e rivendicazioni sociali: equa ripartizione delle ricchezze fra tutti i cittadini 2011, 19 febbraio → i manifestanti si installano a piazza della Perla → il potere fa qualche concessione grazie al principe ereditario Salman e gli oppositori sono autorizzati a rientrare Pagina 51 La rivolta viene vista in tre modi: pericolo per la monarchia, pericolo dell’avvicinamento con l’Iran e rivendicazione sociale 1. Pericolo per la monarchia - Il rovesciamento di una delle dinastie della penisola arabica creerebbe un precedente estremamente pericoloso per il sistema politico stabilito nell'insieme del GCC - 2010 → in Kuwait ci sono stati dei movimenti filodemocratici promossi dalla borghesia mercantile - Anche l’Arabia Saudita non è immune a contestazioni ispirate a piazza Tahrir 2. Pericolo dell’avvicinamento con l’Iran - La principale causa della repressione della rivolta è il timore dell’egemonia iraniana - Al Jazeera (che aveva seguito assiduamente le rivolte in Tunisia e in Egitto) non diffonde alcuna immagine di Manama → Qaradawi afferma che in Bahrein non si tratta della rivoluzione di tutto un popolo, ma della rivolta di una confessione contro un’altra, sciiti contro sunniti - Il Bahrein è un paese del Golfo arabo e non è accettabile che si avvicini all’Iran - Anche la comunità internazionale si inquieta all’idea che il Bahrein si avvicini all’Iran 3. Rivendicazione sociale - I membri dei partiti, i giornalisti, gli universitari e gli attivisti sciiti denunciano l’autocrazia del regime - Attribuiscono la causa delle rivolte alla contestazione del governo in nome dell'uguaglianza e del rispetto dei diritti umani - Negano qualsiasi legame con l’Iran 2011, 14 marzo → un migliaio di soldati saditiu con l’appoggio dei poliziotti degli Emirati e delle truppe qatariote del contingente Scudo della Penisola del GCC sgomberano la piazza → i dirigenti dei partiti di opposizione vengono arrestati → per eliminare ogni simbolo della rivolta i luoghi vengono trasformati in una rotatoria autostradale → la contestazione del governo continua in modo ricorrente in villaggi sciiti marginalizzati ma l’opposizione rimane molto circoscritta → In Bahrein gli interessi nazionali prevalgono sulle questioni interne in uno scontro confessionale aggravato dal conflitto tra arabi e iraniani Pagina 52 ebraico e del Libano → Hezbollah minaccia la frontiera israeliana e gli huthi minacciano la frontiera saudita, Hezbollah assume il controllo a Beirut e gli huthi assumono il controllo a Sana’a - All’inizio della sollevazione, gli huthi hanno spostato i funzionari da Sa’da a Sana’a approfittando dell’indebolimento del regime per consolidarsi GLI JIHADISTI - La famiglia di Bin Laden è originaria dello Yemen - Anni ’80 → un grosso contingente parte per l’Afghanistan dove viene indottrinato e addestrato militarmente - Anni ’90 → questi combattenti tornano nello Yemen e si alleano (con impartito islamista Islah) con il presidente, aiutandolo a mantenere l’ordine nel sud del paese che nel 1994 tenta di secedere (attentati, saccheggi, obbligo delle donne di indossare il niqab…) - Si crea l'Esercito Islamico di Aden-Abyan che si insedia nella regione e funge da raccordo per al-Qaida (si ricorda che lo Yemen riceve dagli americani milioni di dollari in finanziamenti per braccare gli jihadisti sul proprio territorio) - 2003 → dopo l’invasione dell’Iraq da parte degli Stati Uniti cresce la radicalizzazione antioccidentale - 2006, febbraio → scappano detenuti jihadisti della prigione di Sana’a - 2009 → viene fondata Aqpa (organizzazione di al-Qaida della penisola arabica) da alcuni evasi nel 2003 (è preso questa organizzazione che uno degli attentatori di Charlie Hebdo porta a termine la sua formazione al terrorismo) - 2011 → quando scoppia la rivolta, Aqpa approfitta dell’allentamento delle istituzioni securitarie e crea Ansar al-Sharia (Partigiani della legge islamica), un movimento popolare per riunire i simpatizzanti - 2011, maggio → simmetricamente agli huthi, Ansar al-Sharia si impossessa della città di Abbian e assoggetta la regione per oltre un anno La caduta di Ali Saleh e l’esasperazione della guerra civile 2012, febbraio → Ali Saleh negozia il suo ritiro dal governo in cambio dell’immunità e sale al potere il vicepresidente Abdel Rabbo Mansur Hadi un maresciallo del sud che è intenzionato a riprendersi la sua città natale dagli jihadisti → Ali Saleh svolge comunque un ruolo centrale nel gioco politico yemenita → il nuovo leader non riesce a ristabilire l’autorità dello stato → riorganizzazione dello stato in sei provincie che toglia a Sa’da l’acceso al Mar Rosso e marginalizza ulteriormente il territorio montano degli zayditi → si ha uno scontento della popolazione e un rafforzamento della dimensione sociale e contestataria degli huthi che arruolano milizie più numerose e stabiliscono il potere assoluto nella regione controllando confine con l’Arabia Saudita 2012, aprile → 150 huthi vengono massacrati dall’ISIS all’uscita di una moschea → Abu al-Baghdadi accetta in questa occasione il giuramento di fedeltà della sezione yemenita → nello Yemen l’ISIS resta in secondo piano per mancanza di reti nelle tribù dove invece eccellono gli avversari 2015, febbraio → il presidente Hadi è costretto scappare da Sana’a verso Aden 2015, marzo → Mohammad bin Salman è il nuovo ministro della difesa e assume il comando di una colazione militare del GCC sostenuta da Stati Uniti, Regno Unito e Francia e alla quale prendono parte diversi stati sunniti tra cui il Marocco Pagina 55 → campagna di bombardamenti contro le zone sotto il controllo degli huthi al nord e nella capitale per restaurare il governo del maresciallo Hadi → gli huthi si impadroniscono a sud di Aden costringendo il presidente Hadi a rifugiarsi a Riad → l’offensiva degli huthi a sud è vista dalla popolazioni locali tradizionalmente sunnite come un’invasione e questo facilita l’accettazione temporanea del dominio dei loro corregionali di Aqpa 2015, aprile → Aqpa riesce a installarsi a Mukalla sull’Oceano Indiano 2015, luglio → gli Emirati riescono a liberare Aden 2016 → gli Emirati riescono a liberare Mukalla ma gli jihadisti mantengono il controllo dell’entroterra → l’aggravassi della divisione religiosa aiuta i più radicali di ogni schieramento (huthi e jihadisti) a ridefinire delle entità confessionali esasperando l’antagonismo al fine di consolidare la propria egemonia → minaccia alla tradizionale convivenza fra zayditi e shafi’iti che è una delle chiavi dell’identità e degli equilibri yemeniti → nessuno è riuscito a sradicare la struttura tribale 2017 → i dirigenti degli Emirati Arabi Uniti e dell’Arabia Saudita si riavvicinano a Ali Saleh per promuovere il figlio Ahmed 2017, 4 dicembre → Ali Saleh viene ucciso dai huthi che lo accusano di tradimento in quanto gli considerava delle semplici milizie non rappresentative degli zyaditi → profanazione del cadavere dalla folla evocando il supplizio di Gheddafi 2018 → si continuano a bombardare le posizioni degli huthi sulle montagne 2018 → gli Emirati controllano tutta la costa dell’Oceano Indiano, i porti e gli stretti → per gli Emirati il conflitto yemenita diventa l’occasione per insediarsi in un ampio spazio marittimo attraversato da una delle maggiori rotte di petroliere del mondo DALLA RIVOLTA SIRIANA AL JIHAD DEL LEVANTE La Siria 1971-2000: presidente Hafez al-Assad (partito Bath) 2000-oggi: presidente Bashar al-Assad (partito Bath) - Fra il 1960 e il 2010 la Siria è passata da 4,5 milioni di abitanti a 20 milioni (dopo la guerra 16 milioni di abitanti e 7 milioni di rifugiati) - Esplosione demografica nelle campagne e nelle piccole città di provincia oltre che nelle periferie delle metropoli ingrossate dall'esodo rurale (aumento dei sunniti) - La dinastia degli Assad che governa il paese dal 1971 è alaulita, una minoranza sciita sostenuta anche da cristiani, drusi e ismailiti e una parte della borghesia sunnita urbana secolarizzata Alauliti → 10% (prima dell’esplosine demografica erano il 15%) Sunniti arabi → 65% Sunniti curdi → 15% → il regime baathista di Hafez al-Assad ha laicizzato la nazione a manganellate mentre il governo del figlio ha favorito la radicalizzazione e l'islamizzazione del paese anche se all’apparenza si guardava alle élite liberali cosmopolite Pagina 56 La jihadizzazione dello stato 2003 → i servizi segreti siriani fanno in modo che migliaia di combattenti sunniti valicassero discretamente la frontiera per andare a combattere in Iraq → politica strana in quanto questi sunniti massacrano gli sciiti dell’Iran, fedele alleato e futuro sostegno chiave della Siria → i servizi segreti (mukhabarat) sono d’accordo con l’Iran che tutto quello che indebolisce gli americani avrebbe mi definitiva favorito l’ascendente iraniano sulla Mesopotamia → il regime siriano vede in questo l’occasione per sbarazzarsi degli attivisti che sarebbero morti in guerra (stessa strategia adottata da Egitto e Algeria) → dopo l’11 settembre le relazioni con gli USA sono buone e gli americani mandano in Siria i terroristi arrestati in Afghanistan o in Pakistan → i terroristi vengono incarcerati nella prigione speciale di Sednaya (tra cui Abu Musab al-Suri e Abu Khaled al-Suri, veterano di al-Qaida); per contro Bashar al-Assad consegna alla Francia alcuni cittadini diretti in Iraq tra cui Thomas Barnouin e Sabri Essid (celebre per aver poi fatto uccidere dal figlio di 12 anni un arabo israeliano) 2011 → la manipolazione degli jihadisti negli anni precedenti l’insurrezione si ritorce contro il governo quando i vecchi combattenti in Afghanistan tornano in patria ben addestrati e indottrinati → i migranti rurali (sradicati dalla religiosità del mondo contadino) si orientano in massa verso un salafismo rigorista → speranza della salvezza nell’aldilà attraverso una pratica rigida e letterale dei precetti coranici → rottura radicale con la laicità empia e esecrazione degli eretici alauliti che governano il paese e monopolizzano il potere e le ricchezze a danno dei buoni musulmani La rivolta 2011, 6 marzo → a Der’a (città sunnita ingrandita con l’esplosione demografica che si trova vicino alla Giordania) la cultura dei cereali non riesce più a nutrire i contadini, non c’è più acqua per irrigare i campi e il tasso di disoccupazione aumenta a causa della diminuzione della migrazione verso il Libano (dopo il ritiro militare siriano nel 2005 e la diminuzione dei salari) → 15 studenti dai 10 ai 15 anni imbratta un muro con lo slogan diffuso sugli schermi da Al Jazeera: “Il popolo vuole la caduta del regime” → i ragazzi vengono arrestati 2011, 15-16 marzo → prime manifestazioni di protesta a Damasco, Aleppo e altre città → una delegazione dei capi delle tribù dalle quali provengono i ragazzi viene ricevuta dal responsabile della sicurezza di Der’a → gli interessati sarebbero esortati a dimenticare i loro figli e di portare le loro donne dai mukhabarat perché ci pensassero loro a fecondarle 2011, 18 marzo → manifestazione davanti al palazzo del governo che viene repressa violentemente → Assad invia sul posto una delegazione di alti responsabili del partito che sospendono le autorità locali e liberano gli studenti → la scoperta dei segni di tortura su molti degli studenti provoca lo scoppio di un’insurrezione che viene soffocata fin dentro le moschee con gli scarponi dei militari alauliti che profanano i luoghi di culto sunnita Pagina 57 AL-FARUQ - Principale brigata di ribelli guidata da alcuni ufficiali che hanno disertato Forze ribelli di natura sunnita: FRONTE AL-NUSRA - 2011, ottobre → fondazione del gruppo armato jihadista da Abu Muhammad al- Jawlani - Il gruppo ha origini nell’ISI di Baghdadi - 2011, 23 dicembre → primo attentato suicida del conflitto contro un edificio dei servizi segreti a Damasco - Si sottolinea ala centralità della Siria e della sua capitale nel jihad universale - 2012, 23 gennaio → si dichiara in un video l’obbiettivo della creazione di uno Stato Islamico anche in Siria AHRAR AL-SHAM La salifizzazione della ribellione → il conflitto esacerba, in seno al sunnismo, l’ascesa al potere e la mutua rivalità tra Fratelli Musulmani, salafiti e jihadisti → i Fratelli più moderati vengono marginalizzati a vantaggio di un salafismo-jihadismo più radicale 2011-2012 → battaglia di Homs che si conclude con la riconquista del principale quartiere insorto di Emesa → principale crocevia per l’approvvigionamento di armi dal Libano 2012 → i movimenti islamisti modificano la dinamica della ribellione a loro vantaggio e il cursore dei gruppi armati si sposta verso i salafiti e gli jihadisti → prolificano le brigate salafiti che combinano radicamento locale e presenza sui social network, in competizione sfrenata per ottenere finanziamenti dalla penisola arabica → aumenta la divisione fra combattenti sul terreno e organismi in esilio 2012 → il Qatar con Al Jazeera favorisce i gruppi ispirati ai Fratelli Musulmani fino alle brigate che si ispirano a al-Qaida e a movimenti salafiti ritenuti un baluardo contro l’espansione dell’Iran → grandi defezioni nell’Esercito Siriano Libero 2012, 19 luglio → Aleppo Est e le periferie povere di Damaso sono conquistate dai ribelli → la crescente salafizzazione della ribellione e il suo graduale assorbimento in una logica regionale la inserisce al centro dello scontro fra l’asse sciita e quello sunnita ma questo è negato dalle organizzazioni in esilio che temono di alienerai gli aiuti occidentali FORZE FILOGOVERNATIVE FORZE RIBELLI DI NATURA DEMOCRATICA FORZE RIBELLI DI NATURA SUNNITA Iran Coalizione Nazionale siriana Fronte al-Nusra Iraq Esercito Siriano Libero Ahrar al-Sham Afghanistan Consiglio Nazionale siriano Pakistan Al-Faruq Hezbollah Pagina 60 2013 → iniziano a intervenire Iran, Iraq, Afghanistan, Pakistan e l’Hezbollah libanese (che danno sostegno sul terreno) che radicalizzano ancora di più lo scontro in termini confessionali → questi aiuti non riescono però a rovesciare i rapporti di forza in favore del governo La cecità occidentale 2011, settembre → la rivolta siriana si trasforma in un'insurrezione armata ma i suoi sostenitori occidentali evitano intenzionalmente di vederne la dimensione salafita e jihadista che si sta facendo sempre più forte (il jihadismo è visto come un fenomeno contingente, superficiale e passeggero) → l'Occidente non riesce a vedere che la guerra in Siria ha come conseguenza le intense lotte intestine per l'egemonia nell'Islam, locale e internazionale → i dirigenti occidentali mostrano la loro incapacità di analizzare le trasformazioni del mondo musulmano fino a quando gli attentati dell’ISIS non li costringono a reagire con un’offensiva militare contro il territorio dello Stato Islamico → questo ha rafforzato la strategia del presidente siriano (che si voleva cacciare) che uscirà rafforzato dalla guerra nel 2017 2012, luglio → Obama dichiara che l’impiego di armi chimiche rappresenta la linea rossa che avrebbe fatto scattare i bombardamenti occidentali 2013, 21 agosto → in diverse località della Gutha si utilizza il gas sarin che cosa almeno 1000 vittime fra cui molti bambini e civili 2013, 27 agosto → Hollande si dichiara disponibile a usare l’aviazione → il parlamento britannico si tira indietro in ricordo delle menzogne dell'esecutivo sulle armi di distruzione di massa teoricamente in possesso di Saddam Hussein 2013, 9 settembre → Obama decide di consultare il congresso → di questo passo indietro occidentale ne approfitta la Russia 2013, settembre → accordo dell’ONU sulla distruzione delle armi chimiche in Siria L’intervento russo 2013, 9 settembre → la Russia propone di procedere sotto la supervisione dell'ONU e con la partecipazione della Siria alla distruzione dell’arsenale chimico di Assad 2013, 14 settembre → a Ginevra la comunità internazionale si allinea con la proposta russa → la Russia assume un ruolo guida nella guerra civile siriana → Puntin punta a difendere la credibilità Russa e a impedire che l’intervento militare occidentale andasse a favore delle forze democratiche all’interno della ribellione La nascita dell’ISIS → il Fronte al-Nusra per inserirsi più facilmente nel tessuto insurrezionale siriano, vi si è profondamente integrato conducendo numerose battaglie in coalizione con altre brigate salafiti e jihadiste ma anche con quelle che si proclamano Esercito Siriano Libero → Jawlani fa prevalere la lotta comune contro il governo siriano sulle divergenze ideologiche Pagina 61 2013, 7 aprile → al-Nusra è alleata con al-Qaida e Zawahiri manda un messaggio di incoraggiamento all’organizzazione affinché la sua lotta sacra sfoci in uno Stato islamico jihadista che stabilisca la divina sharia → Baghdadi annuncia in un discorso che al-Nusra non è un’estensione del’ISI e che entrambi mirano a fondersi in un’organizzazione unica chiamata Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (Daesh) → Jawlani rifiuta sia l’abbandono della denominazione Fronte al-Nusra che la fusione 2013, 10 aprile → Jawlani dichiara fedeltà a Zawahiri → un gran numero di combattenti confluisce nella nuova organizzazione, soprattutto ceceni e europei che sono poco interessati dal conflitto siriano in sé 2013, 14 maggio → inizia a regnare il terrore a Raqqa (prima prefettura caduta in mano ai ribelli il 6 marzo) → viene diffuso il primo video dell’ISIS in cui si mostra l’esecuzione pubblica di tre uomini uccisi con una pallottola in testa 2013, 4 giugno → Hezbollah vince alla roccaforte sunnita di Al-Qusayr dove si stava svolgendo una ribellione sunnita, suscitando fatwa vendicative da parte dei principali ulema sunniti e da Qaradawi (nonostante nel 2006 si tessevano le lodi del Partito di Dio dopo la guerra dei 33 giorni contro l’esercito israeliano) → sconvolgimento delle certezze in Medio Oriente che scatena il caos sul quale l’ISIS si instaura → nei giorni successivi la caduta di Al-Qusayr, Zawahiri rinnova il suo appoggio al Fronte al-Nusra ma si oppone alla fusione con l’ISIS e nomina come suo rappresentante in Siria Abu Khaled al-Suri che fa parte della brigata Ahrar al-Sham diretta da Hassan Abboud (che viene intervistato a Al Jazeera e interviene in Egitto) e ha il compito di saggio del jihad per evitare una sedizione devastatrice tra fratelli → c’è un riavvicinamento tra i Fratelli Musulmani egiziani, il Qatar attraverso Al Jazeera e Qaradawi e una nebulosa jihadista moderata siriana promossa dal Fronte al-Nusra e Ahrar al-Sham → ma queste fragili ricomposizioni sono insufficienti per frenare l’attrattiva dell’ISIS 2014, gennaio → l’ISIS conquista completamente Raqqa → è dipinta come la città felice governata dalla sharia 2014, 7 gennaio → il nuovo portavoce dell’ISIS in Siria, Abu Muhammad al-Adnani, pronuncia la scomunica contro i membri degli altri gruppi ribelli non esplicitamente jihadisti 2014, 23 febbraio → Baghdadi manda a uccidere Abu Khaled al-Suri → i ribelli tradizionali si devono battere su due fronti: contro le truppe siriane ma anche contro l’ISIS che consacra tutta la propria energia ad annientare i rivali → gli Stati Uniti e il loro alleati fra le petromonarchie is impegnano a rafforzare i rivali dell’ISIS mentre il governo siriano sembra non occuparsi abbastanza della questione → malgrado l’aviazione di Assad abbia il dominio aereo, non vengono bombardati i convogli che trasportano il petrolio di cui l’ISIS si è impossessato nell’est della siria e che trasporta fino alla Turchia → dal punto di vista della Siria, si ha interesse che l’ISIS conduca una guerra contro gli altri ribelli, dividendo l’insurrezione in profonditi (questa strategia ricorda quella algerina in cui il governo aveva tratto vantaggio dai massacri tra l’AIS e il GIA) L’attenzione internazionale invece si focalizza sui crimini contro l’umanità perpetuati dell’organizzazione → dopo la scomunica di Adnani, l’ISIS viene cacciato da numerose località dove certe brigate sono state armate dagli americani Pagina 62 L’intervento della Russia a Palmira e a Aleppo 2015 → intervento militare diretto dalla Russia, il primo furori dai territori dell’ex URSS dalla sconfitta afghana del 1989 → dal momento che l’aviazione della coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti e composta da aerei europei e arabi penetra nello spazio aereo siriano per bombardare l’ISIS e il Fronte al-Nusra, la Russia si sente autorizzata a unirsi al processo → al di là dell’intenzione antiterroristica, è chiaro che l’intenzione è offrire un sostegno decisivo per salvare il regime siriano e favorire gli obbiettivi di Vladimir Putin 2015, 30 settembre → iniziano i bombardamenti che mirano a allentare la morsa dei ribelli sulle regioni del litorale, le grandi città di Damasco, Homs, Hamas e Aleppo e a riconquistare obbiettivi simbolici importati come Palmira PALMIRA - Città di passaggio fra la Mesopotamia e il Mediterraneo sin dall’epoca romana - 2015, 21 maggio → l’ISIS conquista Palmira per stabilire una continuità terrestre fra il territorio centrale del Califfato da Raqqa a Mosul e la Siria occidentale verso Homs e Damasco - La città è da sempre considerata malfamata soprattutto a causa del carcere dove nel 1980 erano state massacrate diverse centinaia di detenuti islamisti che avevano tentato di assassinare Hafez al-Assad → la caduta di un simile simbolo di dispotismo non può che accrescere il prestigio dell’ISIS agli occhi dei suoi potenziali simpatizzanti - 2016, 7-26 marzo → prima riconquista di Palmira da parte dei siriani grazie ai bombardamenti russi - 2016, 5 maggio → su iniziativa di Putin viene dato un concerto di musica classica russa e tedesca nel teatro romani dove vengono effettuate le esecuzioni - 2016, 11 dicembre → Palmira viene riconquistata dall’ISIS - 2017, 14 gennaio - 2 marzo → nuova offensiva dell'esercito siriano che riesce a riprendere definitivamente la città ALEPPO - 2012, 9 luglio → Aleppo cade sotto il controllo dei ribelli - 2013, agosto → gli occidentali non sanno accordarsi sul da farsi dopo l’utilizzo delle armi chimiche a Ghuta → interviene la Russia - 2016, 20 dicembre → incontro tra ufficiali russi, turchi e iraniani ad Ankara dove si stabilisce il cessate il fuoco - 2016, 22 dicembre → la città viene liberata - La riconquista della più grande città della Siria è facilitata dal fatto che la Turchia ha smesso di approvvigionare gli assediati ⚠ Riallineamento di Erdogan che si dissocia gradualmente dall’asse americano-sunnita per avvicinarsi a Putin → l’ossessione per l’ascesa la potere dei curdi si traduce in una ripresa del loro irredentismo sul territorio turco nel quadro del caos siriano Pagina 65 L’intervento turco → le relazioni truci-siriane prendono una buona direzione grazie al professor Ahmet Davutoglu (consigliere diplomatico di Erdogan, ministro degli esteri e poi primo ministro) → ideatore della dottrina della profondità strategica della Turchia governata dal partito islamico-conservatore (AKP) 2004 → accordo di libero scambio 2011 → la politica della Turchia verso le primavere arabe consiste in accordo con il Qatar nel favorire ovunque l’ascesa al potere dei Fratelli Musulmani → posizione concordata con l’amministrazione Obama e che non suscita nessuna obiezione da parte delle cancellerie europee rassegnate all’apoteosi di un partito che mescola etica islamica e spirito del capitalismo → la Turchia è sede di un grande partito dell’opposizione in esilio e luogo di incontro di molte conferenze e accordi degli Amici della Siria → controlla una frontiera di 822Km finiti nelle mani dell’insurrezione che sono il corridoio privilegiato per l’approvvigionamento degli insorti (cibo, medicine, armi, munizioni…) favorito dalla colazioni internazionale in sostegno ai ribelli → in questo corridoio si formano due flussi che creano problemi: 1. Quello degli jihadisti venuti a combattere sul campo di battaglia o che ripartono verso l’Europa per compiere attentati 2. Quello delle esportazioni di petrolio da parte del Fronte al-Nusra o dell’ISIS che porta guadagni quotidiani che rendono l’ISIS l’organizzazione terroristica più ricca del mondo (e porta nel 2015 al bombardamento russo dei camion cisterna) → la Turchia non si occupa di questo fenomeno → inquietudine per lo sviluppo di un’amministrazione autonoma curda sotto l’Egidio del partito PYD e l’accerchiamento del YPG da parte del al-Nusra e dell’ISIS sarebbe un vantaggio → YPG riceve armamenti americani estremamente efficaci e la stampa turca le accusano di usare questi armamenti contro la gendarmeria → questa tensione tra la Turchia e la NATO la porta a un progressivo avvicinarsi alla Russia (nonostante i rapporti non fossero molto buoni a causa dell’abbattimento di un aereo russo sulla frontiera turco-siriana a seguito del quale Mosca inizia come ritorsione a attivare le reti cripto-marxiste degli indipendentisti curdi) 2016 → 15 luglio mancato colpo di stato contro Erdogan attribuito al predicatore esiliato negli Stati Uniti Fethullah Gulen (ex alleato dell’AKP) → feroce repressione che crea una grave tensione con i governo occidentali critiche verso gli attentati alla democrazia → Putin da subito il suo appoggio alla Turchia → per gli occidentali ormai il radicamento dell’ISIS è l’obbiettivo principale rispetto all’allontanamento di al-Assad e per fare questo si sostengono militarmente le YPG che sono però ritenute una minaccia dalla Turchia → Erdogan da come priorità la lotta contro il PKK e le YPG rispetto al sostegno dei ribelli siriani e sacrifica la prospettiva dell’eliminazione di Assad in cambio dell’alleanza con la Russia (che punta a ristabilire il governo di Assad) e l’Iran 2016-2017 → operazione turca “scudo dell’Eufrate” che mira a cacciare l’ISIS ma soprattutto alle Forze Democratiche Siriane (FDS), coalizione composta principalmente da curdi delle YPG e qualche gruppo arabo (che qualora vincessero creerebbero una regione sotto il controllo unitario curdo) Pagina 66 2016, 24-26 agosto → l’offensiva turca e degli ausiliari dell’Esercito Siriano Libero caccia l’ISIS da al-Rai e da Jarabulus → festeggiamenti della comunità internazionale 2016, 27-30 agosto → le truppe dei ribelli turchi bombardano FDS e YPG per costringerle ad abbandonare la città di maggioranza araba Manbij → pressione americana e iraniana 2017, 23 marzo → data di fine dell’offensiva perseguita con difficoltà in direzione al-Bab → importante arretramento dell’ISIS che perde ogni accesso alla frontiera Turchi + ribelli siriani vs curdi siriani + alleati arabi vs truppe lealiste di Assad + Hezbollah vs ISIS → i primi tre si limitano a schermaglie circoscritte perché gli Stati Uniti e la Russia svegliano sui loro protetti → solo l’ISIS è il nemico ufficiale di tutti e la sua eradicazione è la priorità → intrecci delle poste in gioco etniche, confessionali e ideologiche che contrappongono i protagonisti sul terreno e l’intervento delle due grandi potenze americana e russa 2016, dicembre → due soldati vengono catturati durante l’offensiva ad al-Bab e vengono bruciati vivi in una gabbia (il video viene diffuso il 22 dicembre → caduta di Aleppo) 2017, 1 gennaio → attentato di un jihadista uzbeko nella discoteca Reina che provoca 39 morti 2017, 20 dicembre → l’ambasciatore russo in Turchia viene ucciso da un poliziotto turco simpatizzante dell’ISIS → anche se la Turchia “abbandona” parzialmente i ribelli, rimane comunque garante → sia dopo la caduta di Aleppo che dopo la caduta di Arsal da parte di Hezbollah, la Turchia organizza con dei pullman il trasferimento dei ribelli verso la città di Idlib dove si raggruppano le brigate dei ribelli evacuate al momento della resa di tutti i territori (questa provincia è la prima in cui dal 2012 si istituisce un territorio libero) → ogni fazione prende posizione per negoziare alle condizioni migliori per il proprio futuro dopo la caduta di Aleppo e in vista della distruzione del califfato 2017 → Idlib è designata come zona di de-escalation alla conferenza di Astana dove negoziano russi (con le forze del regime) e turchi (con le forze della ribellione) → i primi controllano che le truppe lealiste non attacchino l’enclave e i secondi controllano che gli insorti si mantenessero in uno stato di non belligeranza ⚠ il Fronte al-Nusra rimane escluso dalla tregua ma rimane forza dominante ⚠ mentre l’offensiva militare della coalizione sotto la guida occidentale è concentrata a est della Siria sull’eliminazione dello Stato Islamico a Raqqa, a ovest persiste ancora un importante centro jihadista Pagina 67 muove i primi passi costituendo un modello alternativo e dinamico a un’Arabia Saudita paralizzata LA CRISI DIPLOMATICA DEL QATAR - 2015, 16 dicembre → un gruppo di 28 cacciatori qatarioti di cui molti nobili e membri della famiglia reale vengono presi in ostaggio in Iraq da una cellula di Hezbollah (che voleva i soldi per liberare i due villaggi sciiti della provincia di Idlib dall’assedio del Fronte al-Nusra) - Il pagamento del riscatto per liberare questa persone ha iniettato nella guerra del Levante circa un miliardo di dollari a beneficio delle fazioni estremiste anche se il Qatar afferma che la somma è stata versata direttamente allo stato iracheno - Il Qatar per salvare i suoi nobili ostaggi ha fornito ai suoi avversari l’occasione perfetta per incriminarlo - 2017, 5-6 giugno → Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrein e Egitto interrompono le loro relazioni con il Qatar e tacciano lo stato di essere promotore del terrorismo sunnita e al tempo stesso complice di Teheran - Le condizioni per sospendere il blocco sono 13 e comprendono la chiusura di Al Jazeera, il raffreddamento delle relazioni diplomatiche con l’Iran, la rottura con i Fratelli Musulmani, l’ISIS, al-Qaida, il Fronte al-Nusra e Hezbollah, obbligo di chiudere una base militare turca dove si raccolgono diverse decine di soldati - Erdogan prende le difese del Qatar aumentando il numero delle sue truppe ed esportando massicciamente i suoi prodotti che insieme a quelli iraniani suppliscono al blocco - 2017, 6 giugno → Trump condanna il Qatar anche se le alte sfere dell’amministrazione americana non seguono l’esempio - 2017, 24 agosto → ritorno dell’ambasciatore qatariota in Iran - (La crisi si risolverà grazie alla mediazione di Stati Uniti e Kuwait nel 2021) → effetto deleterio sull’unità del GCC in quanto sia il Kuwait che l’Omar (che con la creazione del GCC per far fronte all’espansione iraniana cedono de facto una parte della loro sovranità) continuano ad avere relazioni con il Qatar anche se temono le stesse sanzioni ⚠ paradossalmente la frattura del blocco sunnita ha avvicinato il Qatar e la Turchia (alleati della Fratellanza in lotta contro il potere siriano) e l’Iran (che appoggia il governo di Assad) → immediata convergenza ideologica tra la Fratellanza e la Repubblica Islamica avendo entrambe il proprio nucleo nel ceto medio devoto ed essendo determinate a stabilire un regime politico-religioso → contrariamente al salafismo che taccia di eresia lo sciismo, la Fratellanza e la Repubblica Islamica non hanno mai avuto contenziosi prima della guerra civile siriana 2017, 29 giugno → il ministro degli esteri iraniano elogia la Fratellanza La situazione in Arabia Saudita 1932 → nascita dell’Arabia Saudita da parte di Abd al-Aziz Ibn Su’ud che edifica un regime tribale basato sulla rendita del petrolio scoperto nel 1938 → il monarca e la maggior parte dei suoi 45 figli ha praticato la poligamia così da allargare la famiglia e moltiplicare le alleanze matrimoniali per favorire il dominio sulla popolazione e permettendo di conservare l’enorme parte della rendita proveniente dal petrolio (che viene divisa tra tutti i membri della famiglia) Pagina 70 → la successione avviene tra i discendenti della casa di Saud (fratelli e figli) seguendo prevalentemente un criterio di anzianità → dal 2007 esiste il Consiglio di Fedeltà incaricato si determinare la successione in modo consensuale → nella tradizione beduina gli uomini morivano giovani a causa della durezza della vita in un deserto segnato da lotte incessanti e per questo i figli alla morte del padre erano molto spesso minorenni e saliva al potere un fratello secondo una line di successione laterale → questo meccanismo paralizza il regime impedendo l’innovazione e la competitività in quanto ormai a salire al trono sono ottantenni → questo sistema genera un’enorme corruzione a beneficio dei numerosi membri preminenti della famiglia regnante → la situazione è rimasta sostenibile fintantoché la rendita si è mantenuta abbondante ma da quando all’inizio del secolo ha cominciato a diminuire drasticamente a causa della forbice dei prezzi che combina la diminuzione del rezzo del greggio e l’enorme e considerevole crescita demografica favorita dalla manna del petrolio il sistema è andato in crisi 2015, 23 gennaio → il re ottantenne Salman bin Abd al-Aziz succede al trono suo fratello Abd Allah → suo figlio ed erede Mohammad bin Salman mette in atto un riorientamento strategico per salvaguardare la continuità della monarchia attraverso riforme ambiziose che permettessero di affrancarla dall’economia di rendita che si sta necrotizzando 2017, 5 ottobre → si suggella un accordo con la Russia (nonostante i due stati siano attivamente schierati in fazioni opposte per quanto riguarda la questione siriana) per mantenere il prezzo del petrolio più alto rispetto al calo registrato dal 2014 al 2016 LA RIVOLUZIONE DEL RITZ-CARLTON A RIAD 2015, 23 gennaio → re Salman sale al trono e ha come successore il fratello e figlio più giovane di Abd al-Aziz Ibn Su’ud il settantenne Muqrin, anche primo ministro 2015, aprile → Muqrin viene allontanato e viene sostituito da Muhammad bin Nayef, figlio di uno dei figli di Abd al-Aziz Ibn Su’ud mai salito al trono (era vice principe ereditario e gli succede a questa carica Mohammad bin Salman) → per la prima volta la generazione dei nipoti del fondatore è nell’esclusiva posizione di accedere al trono → si tratta di una generazione molto più numerosa di quella dei figli, che mette insieme cugini tra cui la solidarietà è molto più flebile che tra fratelli uterini o consanguinei → a questo livello il sistema tribale non può più basarsi sulla dinastia consensuale a trasmissione laterale il cui spettro è troppo vasto 2017, 21 giugno → Muhammad bin Nayef viene sollevato dalle sue funzioni e messo agli arresti domiciliari, viene sostituito da Mohammad bin Salman, suo cugino e figlio del re → Salman nel giro di due anni e mezzo rivoluziona l’istituzione dinastica stabilendo una linea di successione ereditaria per filiazione → ciò dovrebbe mettere fine alla necrosi del potere → ci si aspetta che ciò porti la società a emanciparsi dalla dipendenza esclusiva e ormai funesta dalla rendita del petrolio sul piano economico e dalla legittimazione dell’establishment religioso waheabita a livello politico Pagina 71 → il principe ereditario vuole portare il regno a quello che era prima del 1979, l’inizio della diffusione dell’estremismo 2017, settembre → regio decreto che permette alle donne di guidare (dalla fine del Ramadan a giugno 2018) → si vuole porre fine alla relazione transazionale tra una dinastia che attingeva la propria legittimità dalla sacralità degli ulema garantendo in cambio l’istituzione di una polizia religiosa presente e temuta → si ridimensiona l’addobbamento religioso della monarchia che diviene qualcosa di puramente formale 2017, 24 ottobre → il principe ereditario inaugura hotel Ritz-Carlton la conferenza Future Investment Initiative destinata a attrarre investitori stranieri → regno proiettato verso il futuro e le nuove tecnologie (NEON → città visionaria dotata di droni) → si mira a stabilire una nuova legittimità politica del potere facendo leva sulla mobilitazione di una gioventù a cui si promettono opportunità di impiego grazie agli investimenti stranieri 2017, 4 novembre → appena rimossi gli allestimenti della Future Investment Initiative Mohammad bin Salman in qualità di presidente di una commissione anticorruzione istituita quello stesso giorno fa rinchiudere nell’hotel Ritz-Carlton circa 200 dignitari tra cui 11 Altezze reali, alcuni ministri sia in carica che decaduti e uomini d’affari → tra i prigionieri figurano: - Al Whalid bin Talal → nipote di Ibn Sa’ud e uomo più ricco del regno - Mut’ib bin Abd Allah → figlio del defunto sovrano e ex capo della guardia reale che viene rilasciato il 21 novembre in cambio di un assegno da un miliardo di dollari → questa operazione manifesta in modo brusco che esiste ormai soltanto un’autorità, unica e assoluta e non c’è più spazio per le baronie → il principe ereditario si trasforma in sovrano assoluto sotto la benevola tutela paterna ⚠ il problema è sapere se la base del consenso del principe ereditario potrà allargarsi oltre la gioventù istruita delle classi medie globalizzate e coinvolgere forze più ampie e più profonde, la cui assenza è stata una delle cose principali della sconfitta delle primavere arabe FALLIMENTO SUNNITA E CONGESTIONE DELLO SCIISMO IN IRAQ Dopo la caduta dell’ISIS 2017, 9 luglio → la caduta di Mosul ha demolito l’infrastruttura statale dell’ISIS in Iraq → grande devastazione in tutto il paese soprattutto sulla riva destra (occidentale) de Tigri che adesso è una distesa di rovine → la distruzione di Mosul ha l’effetto di punire collettivamente una comunità sunnita sospettata di aver collaborato con l’ISIS o quantomeno di averli facilitato la conquista della città e della circostante piana di Ninive durante la fulminea offensiva dell’estate 2014, per via del risentimento verso la politica discriminatoria messa in atto dal primo ministro sciita Nuri al-Maki → l’infrastruttura degli jihadisti è stata smantellata ma molti di loro si mescolano alla popolazione → resilienza delle idee jihadiste dopo la disfatta militare → la maggioranza della popolazione punta il dito verso l’Occidente che (secondo una teoria del complotto) avrebbe creato l’organizzazione terroristica provocando la calamita che si è abbattuta sulla città Pagina 72 CAPITOLO 2 → LA POSTA IN GIOCO GLOBALE DELLA BATTAGLIA DEL LEVANTE LA SCONFITTA ANNUNCIATA DELL’INSURREZIONE SIRIANA: L’OCCIDENTE IN DIFFICOLTÀ LIBANO → le lezioni del 2018 IL RISULTATO DELLE ELEZIONI - Amal-Hezbollah → 45/128 seggi - Movimento Patriottico libero → 29/128 seggi → alleati cristiani guidati da Samir Geagea - Movimento del Futuro → 20/128 seggi → guidato da Saad Hariri (figlio di Rafiq al- Hariri) che è primo ministro - Forze Libanesi → 15/128 seggi → oppositori cristiani guidati da Samir Geagea che fanno breccia nel nord del paese - Altri → 19/128 seggi → Israele difronte alla vittoria di Hezbollah con cui si identifica ormai tutto il Libano afferma che in caso di attacco missilistico l’esercito colpita direttamente Beirut e non il sud del Libano come nel 2006 SIRIA → la sconfitta dell’insurrezione 2015 → la progressiva sconfitta dell’insurrezione si fa più schiacciante per la comparsa sulla scena di altri attori → le YPG e la colazione occidentale diretta dagli Stati Uniti 2017 → accordi di Astana → i ribelli dell’ovest vengono trasferiti nella zona di de- escalation della provincia di Idlib LA LIBERAZIONE DELLA GHUTA - La Ghuta rappresenta la minaccia più pesante per il regime di Assad a causa della sua vicinanza alla capitale - Questa zona è trasformata in una cintura di povertà, popolata da immigrati interni, rifugiati palestinesi e menti del ceto medio - Diventa terreno fertile per la predicazione salafita (anticamente radicata nella città di Duma) con il predicatore Abdullah Alloush e suo figlio Zahran Alloush - 2011 → Zahran Alloush crea l’Esercito dell’Islam - 2013 → Zahran Alloush crea nella Ghuta una sorta di controsocietà in cui trovano rifugio gli oppositori di ogni genere e si trasforma in una roccaforte islamista, l’enclave è amministrata da un Consiglio giuridico di ulema che applica alla lettera la sharia (cosa che sarebbe successa in tutto il paese in caso di vittoria della ribellione); alauliti, cristiani e altri eretici fatti prigionieri vengono richiusi in gabbie e usati come scudi umani e Zahran Alloush mette alla gogna lo sciismo così come la democrazia - 2013, agosto → bombardamento con il gas sarin in risposta del quale l’Occidente non si sa accordare e che decreta l’entrata in gioco della Russia - 2015 → Zahran Alloush si reca in Turchia e Giordania dove a seguito di contatti con funzionari occidentali viene presa la decisione che l’Esercito dell’Islam appoggi il processo di pace nell’ONU Ginevra III - 2015 → Zahran Alloush viene nominato capo negoziatore dell’opposizione per i colloqui dell’inizio dell’anno seguente Pagina 75 - 2015, 25 dicembre → un drone russo dell'esercito siriano uccide Zahran Alloush al suo ritorno alla Ghuta → la sua eliminazione comporta una frammentazione dell’enclave e le sue truppe combattono contro le Brigate del Misericordioso (vicine ai Fratelli Musulmani), la nebulosa turco-qatariota e il Fronte al-Nursa - Mohammed Alloush (il fratello minore di Zahran) diventa il nuovo negoziatore - 2016, febbraio → i colloqui di Ginevra si traducono in un cessate il fuoco di qualche settimana ma Mohammed si rivela adatto alla negoziazione e si tira indietro quando ad aprile iniziano le violenze - 2017 → Mohammed Alloush partecipa alle conferenze di Astana - 2017, luglio → la Gutha viene proclamata zona di de-escalation → gli sponsor sauditi dell’organizzazione cominciano a cercare un accordo con la Russia per limitare il ruolo iraniano nella Siria del dopo guerra civile (si ricorda l’incontro in Russia di re Salman nel 2017) - 2018, 7 aprile → presunto attacco chimico sul centro abitato di Duma - 2018, 11 aprile → cade la Ghuta (che coincide grossomodo con la caduta della città siriana a maggioranza curda di Afrin da parte dell’esercito turco) - 2018, 14 aprile → per rappresaglia dell’attacco chimico, Stati Uniti, Regno Unito e Francia lanciamo un attacco missilistico su obbiettivi siriani RIPOSIZIONAMENTO DEGLI ATTORI INTERNAZIONALI, REGIONALI E LOCALI NELLA SIRIA DEL DOPOGUERRA Russia → conferma il suo ruolo preminente sul campo occupandosi dell’evacuazione dei combattetti verso Idlib Occidente → nell’estate del 2013, l’incapacità di Stati Uniti, Regno Unito e Francia di reagire contro il governo siriano dopo l’uso di armi chimiche e la loro fatale accettazione dell’offerta russa di smantellare l’arsenale chimico siriano come compensazione hanno palesato la debolezza della posizione occidentale e sancito la leadership russa; i’attacco del 14 aprile ha corretto l’errore del 2013 → le tre potenze occidentali non potevano non reagire, salvo poi dichiararsi totalmente fuori dai giochi delle negoziazioni sul futuro della Siria DA AFRIN A KIRKUK: RITORNO ALLA TRAGEDIA CURDA Pagina 76 I curdi in Iraq 1920 → trattato di Sèvres che prevede la creazione di uno stato curdo (tra Turchia. Siria, Iran e Iraq) subito annullato sotto la pressione militare dell’esercito turco guidato da Ataturk Anni ’90 → i conflitti fratricidi causano una frattura tra il Partito Democratico del Kurdistan (PDK) che mantiene buoni rapporti con la Turchia grazie ai quali la città di Erbil conosce un notevole sviluppo e l’Unione Patriottica del Kurdistan (UPK) che mantiene buoni rapporti con l’Iran, il PYD del Rojava siriano e il PKK turco 2003 → durante i primi anni di Erdogan al potere il leader mette in atto un processo di riconciliazione con i curdi 2014 → il crollo dell’esercito iracheno di fronte all’offensiva dell’ISIS permette ai curdi di respingere gli jihadisti e di ergersi come partner prezioso per l’Occidente 2017 → il Governo Nazionale Curdo (KRG) in Iraq indice un referendum per l’indipendenza che ottiene il 92% di sì → il referendum è sostenuto solo dalla Russia e non è riconosciuto dal governo centrale iracheno e dalla comunità internazionale 2017, 17 ottobre → le pressioni dell’Iraq e dell’Iran convincono i peshmerga dell’UPK e del PDK che controllano Kirkuk di lasciare quei luoghi → indebolimento politico dei curdi in Iraq che indicendo il referendum si mettono contro tutti gli stati della regione (Iran, Iraq e Turchia) che superano i reciprochi antagonismi per opporsi unitamente a questa indipendenza ⚠ le grandi potenze (dalla Russia agli Stati Uniti all’Europa) non sono disposte a mandare a morire i propri soldati per un ipotetico stato curdo, neppure come ringraziamento per i servizi resi contro l’ISIS I curdi in Siria → il sostegno alla ribellione siriana da parte della Turchia avrebbe permesso alla maggioranza sunnita di arrivare al potere in Siria a beneficio della Fratellanza appoggiata da Qatar e dalla stessa Turchia con il beneplacito di Obama e ai danni di Arabia Saudita e dell’Iran sciita → questo non accade e la Fratellanza (dopo l’insuccesso in Egitto, Tunisia e Libia) si ritrova schiacciata tra il movimento jihadista e il regime di Assad → benevola negligenza con cui la Turchia lascai passare gli jihadisti stranieri che vanno a unirsi al Fronte al-Nusra o allo Stato Islamico e con cui fa passare il petrolio 2015 → da quando gli alleati europei della Turchia iniziano a subite gli effetti del jihad sul loro territorio da terroristi che fanno avanti e indietro dai confini turchi questo lassismo non è più proponibile → questa politica inoltre si ritorce contro la Turchia favorendo l’entrata in capo contro l’ISIS delle milizie curde YPG (che sono legate al partito irredentista curdo PKK considerato un’organizzazione terroristica) sostenute dell’occidente e insediate nel Rojava 2016, agosto → la Turchia attua l’operazione Scudo dell’Eufrate contro l’ISIS e le YPG → si modifica il posizionamento della Turchia nei confronti del conflitto siriano → avvicinamento alla Russia → la Turchia sfrutta le vittorie dell’Operazione Scudo dell’Eufrate per instillare ribelli siriani arabi al suo servizio nello spazio che separa le due provincie orientali del Rojava curdo da quella occidentale di Afrin, ostacolando la costruzione di un corridoio curdo che avrebbe potuto avere uno sbocco sul Mediterraneo 2018, gennaio → l’ISIS non controlla più alcun territorio se non qualche zona desertica Pagina 77 Il generale Soleimani e i Guardiani della Rivoluzione → La Repubblica Islamica fin dalla guerra contro l’Iran del 1980 può citare su una risorsa in politica estera che non è di competenza del presidente → le spedizioni dei Guardiani della Rivoluzione (pasdaran) in particolare della forza Quds QASEM SOLEIMANI - 1957 → nasce in un villaggio vicino a Kerman luogo d’origine di Rostam, eroe mitico che preservò l’integrità dell’Iran contro i suoi molteplici nemici (il generale viene chiamato oggi il nuovo Rostam), da una famiglia di contadini poveri - 1979 → entra nel corpo dei Guardiani della Rivoluzione - 1984 → partecipa alla prima insurrezione dei separatismi curdi - 1980-1988 → viene notato durante la guerra contro l’Iraq per il valore che mostra a capo dei suoi uomini e prende i primi contatti con i leader curdi iracheni in rivolta contro Saddam cosi come con la milizia Badr che gli saranno preziosi quando si troveranno in posizione di forza dopo l’invasione americana del 2003 (dimostrando cosi anche le sue capacita di previsione geopolitica) - Anni ’90 → Soleimani è impegnato nei suoi luoghi natale dove sradica il traffico di eroina - 1997 → diventa il capo della forza Quds - 1999 → è tra i firmatari di una lettera dei generali dei pasdram che intimano il presidente Khatami di soffocare la rivolta studentesca altrimenti sarebbero intervenuti loro direttamente (il presidente obbedisce → si nota dove risiede il potere) - 2001 → dopo gli attentati negli USA Solaimani si trova a trattare con i suoi omologhi americani con i quali era d’accordo su due questioni fondamentali: la lotta contro al- Qaida e l’eliminazione di Saddam Hussein → grazie agli agenti al servizio di Soleimani e sotto l’Egidio di Ryan Crocker si ottengono informazioni che permettono di localizzare o neutralizzare emissari di Bin Laden o milizie talebane - 2002 → questo periodo positivo termina con il Discorso sullo stato dell’Unione di Bush in cui include l’Iran nell’asse del Male → senso di tradimento provato dell’Iran che comincia a sostenere l’Iraq - 2005 → viene eletto Mahmud Ahmadinejad, un presidente offensivo di cui Soleimani è l’efficiente braccio → questa politica porta al ritiro delle truppe americane in Iraq nel 2011 - 2010 → in Iraq viene eletto il primo ministro Nuri al-Maliki (che apre alla penetrazione dell'ISIS all'interno della popolazione sunnita) e si può vedere lo zampino di Soleimani - 2012 → intervento della forza Quds per salvare dal crollo il regime di Assad (per l’Iran, la Siria e il Libano costituiscono la linea di difesa avanzata contro Israele) → il coinvolgimento di Soleimnai e di Hezbollah sul territorio siriano ha la funzione decisiva di ribaltare i rapporti di forza a spese dei ribelli → si trasforma negativamente la rappresentazione dell’Iran e dei suoi alleati nell’opinion sunnita globale (quando invece l’Iran era visto in maniera positiva dato il suo impegno contro Israele) - 2014, 13 giugno → dopo l'appello dell’ayatollah Sistani, Soleimani si dede mettere personalmente in gioco sul campo di battaglia iracheno per contenere il dilagare dell’ISIS e supervisionare la controffensiva militare di terra Pagina 80 LA POPOLARITÀ DI SOLEIMANI - Il generale Qasem Soleimani ottiene una grandissima popolarità un po’ perché in politica interna i membri del clero sono bersagliati dalla maggior parte della popolazione per l’avidità, la corruzione e la sete di potere che fanno emergere una figura alternativa (la sciabola è l’unico strumento per contrastare il turbante) e un po’ perché i Guardiani della Rivoluzione sono alla guida di fondazioni potenti e ricche che possiedono porti, aeroporti, fabbriche, società commerciali, compagnie aeree e navali assicurandosi una clientela popolare ben nutrita e che può essere facilmente mobilitata - Qasem Soleimani ottiene una serie ininterrotta di vittorie contro i takfiri (takfir è l’accusa di miscredenza pronunciata dai salatini e dagli jihadisti contro gli sciiti) → rapporto di solidarietà tra le vittime con l’insieme delle minoranze (cristiani, yazidi…) - La figura di Soleimani rassicura al tempo stesso gli sciiti devoti che formano la clientela popolare del regime e la classe media che in privato manifesta volentieri il proprio agnosticismo o ateismo e nutre nei confronti dell’ISIS e dei suoi associati lo stesso orrore misto a paura che si può trovare presso le corrispondenti classi europee LA FIGURA DI SOLEIMANI NEGLI STATI UNITI - Gli americani percepiscono Soleimani come incarnazione del principe avversario degli Stati Uniti e dei loro alleati in Medio Oriente - 2013 → viene pubblicata una biografia del comandante sul The New Yorker in cui si descrive Soleimani come il manovratore iraniano che rimodella il Medio Oriente e colui che porta avanti la guerra di Assad in Siria - 2018 → grazie alle loro strutture securitarie i Guardiani delle Rivoluzione gestiscono anche le principali rotte di approvvigionamento tramite le quali riescono a aggirare l’embargo → i pasdaran hanno un ruolo chiave nel rifornire la popolazione DAL MOMENTO RUSSO AL DILEMMA DI PUTIN TRA I SUOI ALLEATI LOCALI → Putin ha costruito un sistema di riavvicinamento con quattro partner (Israele, Arabia Saudita, Turchia e Iran) che sono antagonisti tra loro in varie misure e i cui rapporti con la stessa Russia restano legati a numerose contingenze I rapporti tra Russia e Israele 1967, giugno → le relazioni tra Russia e Israele si interrompono a seguito della Guerra dei sei giorni → la Russia comincia a supportare l’OLP 1991, ottobre → riperdono le relazioni tra i due stati ma dopo due mesi cade l’URSS 2000 → quando Putin sale al potere, Israele e Russia si riavvicinano, la minoranza russofona immigrata nello stato Ebraico costituisce il 20% della popolazione e si intensificano i rapporti commerciali (soprattutto nel campo dell’high tech e della difesa) 2016-2017 → il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si reca 7 volte in visita ufficiale a Mosca → i colloqui si basano sulla necessità di impedire all’Iran di riempire il vuoto che si sarebbe creato la cancellazione del califfato → Netanyahu insiste con la Russia affinché non autorizzasse l’Iran ad avere strutture permettenti nel paese e ricorda che il controllo delle alture del Golan (annesse da Israele nel 1981 e situate a pochi chilometri da Damasco) rappresenta una questione di sicurezza non negoziabile Pagina 81 2018, 29 gennaio → Netanyahu si trova a Isca per discutere principalmente di questioni aeree e balistiche → la presenza militare russa in Siria rimette in discussione l’egemonia di Israele nei cieli della zona 2018, 9 maggio → (il giorno dopo dell’uscita degli USA dal JPCOA) una ventina di missili viene lanciata (probabilmente dagli uomini di Soleimani) contro le basi israeliane sulle alture del Golan → Netanyahu passa 18 ore a Mosca con Putin evocando i sacrifici dell’Armata Rossa e del suo mezzo milione di soldati ebrei e trattando la necessita di ergersi contro un’ideologia assassina mentre 73 anni dopo l’Olocausto c’è un paese in Medio Oriente (l’Iran) che chiede la cancellazione di altri sei milioni di ebrei 2018, 10 maggio → una ventina di siti della forza Quds vengono distrutti senza altra reazione russa → sarebbe il primo attacco israeliano che colpisce direttamente l’Iran e non Hezbollah 2018, 14 maggio → gli Stati Uniti spostano loro ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme 2018, 14 maggio → 70 palestinesi disarmati che a nord della striscia di Gaza si avvicinano alla recinzione vengono abbattuti da tiratori scelti → in questo quadro Israele gode del favore sia della Russia che degli Stati Uniti e si pone come attore indispensabile per risolvere la crisi siriana a condizione della rimozione della presenza iraniana I rapporti tra Russia e Arabia Saudita 2017, 5 ottobre → dopo decenni di antagonismo, prima visita in Russia di un sovrano saudita, re Salman → si suggella un accordo di cooperazione tra i due stati campioni di esportazione de greggio → la cooperazione porta i suoi frutti e nel 2018 il prezzo del petrolio aumenta del 45% → la gestione della crisi siriana è subordinata alla questione del petrolio 2018 → la monarchia saudita lascia perdere i ribelli e non si oppone più alla conservazione del potere da parte di Assad, a condizione che egli si sbarazzasse della protezione iraniana (in linea con le operazioni militari israeliane contro l’Iran o l’inizio delle sanzioni economiche annunciate da Donald Trump a maggio) I rapporti tra Russia e Turchia 2015, 24 novembre → un Sukhoi Su-24 russo proveniente dalla base di Khmeimim in Siria viene abbattuto da una contraerea turca sul confine → questa azione suscita la rabbia di Putin che si traduce in dolore ritorsioni economiche (gli scambi commerciali tra i due paesi calano del 40%) → in un contesto in cui la metà del fabbisogno energetico turco è garantita dalla Russia, in cui i rapporti tra la Turchia e l’Unione Europea stanno peggiorando e in cui i Fratelli Musulmani stanno subendo cocenti sconfitte, Erdogan non può che tornare umiliato da Putin 2016, luglio → colpo di stato fallito in Turchia → riavvicinamento alla Russia e contemporanea presa distanza dagli Stati Uniti (accusati di ospitare il presunto attentatore) → al primo posto nell’agenda politica turca c’è la lotta contro l’irredentismo curdo 2016, dicembre → riconquista di Aleppo Pagina 82 SIRIA → le sorti dopo la fine della guerra civile e il ruolo della Russia → il contrasto più evidente tra la Russia e l’Iran riguarda la gestione del passaggio da successo militare (ancora da consolidare) all’elaborazione di un processo politico che assicuri la stabilità alla Siria dopo il conflitto 2018, 31 gennaio → Assad è convocato a Soci da Putin che lo incita a creare un Comitato costituzionale per trovare un accordo con i diversi rami dell’opposizione nella prospettiva di elezioni generali 2018, 14 maggio → Assad è convocato di nuovo a Soci da Putin che dichiara che bisogna ritirare le truppe straniere dalla Siria e che la guerra è stata vinta 2018, 19 maggio → Alexandr Lavrent’ev (rappresentante russo in Siria) esplicita che quello detto dal presidente si applica a tutti i contingenti militari stranieri in Siria (Stati Uniti, Turchia, Hezbollah, Iran) → l’intervento russo all’inizio non è destinato tanto a sostenere Assad quanto a evitare che si riproponesse lo scenario libico in cui l’Occidente era intervenuto per un cambio di regime e a evitare che uno dei suoi alleati (senza rivelare di che alleato si tratti) venisse sconfitto → insuccesso della Russia ne ha accresciuto il prestigio militare nella regione e ha gonfiato il portafoglio ordini del suo complesso militare-industriale permettendole di assurgere a una statura internazionale che contrasta con il decennio nero alla fine del secolo scorso IL PENSIERO RUSSO - La strategia di Putin consiste nel trovare un accordo di pace che presupponga un consenso con una parte dell’opposizione (anche islamista, a eccezione dei gruppi definiti terroristici dall’ONU: Fronte al-Nusra e ISIS) → questo richiede una soluzione al problema di Idlib ma se il governo siriano la attaccasse militarmente (come è tentato di fare alla fine della primavera del 2018) visto che beneficia del sostegno dell’Iran, comporterebbe una rottura con la Turchia - La Russia privilegia la logica costituzionale inaugurata a Soci e in ogni caso non abbandonerebbe i vecchi amici curdi nel nordest del paese, a patto che questi si sgancino dal protettore americano - Putin ha molte carte da giocare ma deve entrare in un gioco complesso tra gli interessi contradditosi dei sui atleti per ottenere una pax russica aleatoria - Secondo la Russia ciascuno privilegia il proprio guadagno a breve termine anziché cercare una soluzione che vada bene per tutti I POZZI DI PETROLIO - 2018, 7 febbraio → i mercenari russi e tribù e milizie arabe cercano di impadronirsi di uno dei pozzi di petrolio situati a est dell’Eufrate (occupati e sfruttati dall’ISIS) della compagnai americana Cocono Oil - I pozzi sono ancora sotto il controllo delle forze speciali americane insieme ai curdi delle YPG - Secondo la Russia i pozzi devono far ritorno allo stato siriano, a cui possono fornire gli unici guadagni che ne assicurerebbero la possibilità di sopravvivenza Pagina 85 I mondiali di calcio del 2018 e del 2022 MONDIALI DI CALCIO DEL 2018 IN RUSSIA - 2018, 14 giugno → in occasione dei mondiali di calcio del 2018 che inizio con la festa per a fine del Ramadan, Putin riceve Mohammed bin Salman → Putin ricorda quanto la estrica visita del re Salman nel 2017 avesse accelerato la cooperazione economica e politica reciprocamente vantaggiosa tra le due petromonarchie, un tempo cambio dei blocchi antagonisti della Guerra Fredda; Mohammed bin Salman sottolinea invece gli effetti positivi sulla stabilita del prezzo del greggio - Mosca incorona con il soft power del pallone il proprio ritorno tra le grandi potenze grazie al successo della propria politica in Medio Oriente di fronte a un Occidente profondamente diviso MONDIALI DI CALCIO DEL 2022 IN QATAR - Il Qatar dopo un anno di embargo imposto da Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e i loro alleati manifesta una certa resilienza, attingendo alle sue immense ricchezze per tenere testa agli avversari - 2018, giugno → il Qatar annuncia che avrebbe comparto missili russi per la difesa area S-400, in segno di ritorsione per il blocco → ricatto - I mondiali di calcio si stanno svolgendo ora in Qatar anche se in molti erano scettici sulla sua effettiva realizzazione → il blocco sunnita si talmente frammentato sulla questione iraniana e levantina che lo svolgimento in pompa magna di un avvenimento sportivo di tale importanza sembrava improbabile (anche perché i Fratelli Musulmani hanno espresso la loro volontà di ostacolarlo) La divisione occidentale 2018, 9 giugno → G7 in Canada che vede su posizione opposte Trump e i suoi alleati 2018, 11-12 luglio → riunione della NATO a Bruxelles in cui Trump manifesta la sua inclinazione a gestire affari piuttosto che trattati 2018, luglio → Trump nella sua visita in regno Unito ribadisce la sua preferenza per una Brexit radicale in quanto preambolò della distruzione dell’Unione Europea di modo che il suo paese possa formare separatamente con ogni stato → il principale governante occidentale ha instaurato una logica del caos → di fronte a una cancelleria tedesca e a un primo ministro britannico offesi da Trump e indeboliti dalla crisi dei rifugiati e dalla crescita dell’estrema destra, Macron appare come vero leader dell’Europa 2018, 16 luglio → incontro tra Trump e Putin a Helsinki (scelta da Putin in ricordo dei trattati del 1975) in cui si discute del futuro della Siria → l’abbandono da parte degli americani dei ribelli del sud ha permesso la riconquista di Dar’a (culla della rivolta fin dal 2011 ) da parte delle truppe lealiste e della polizia militare russa → la brutta figura di Trump durante l’incontro danno l’opportunità a Putin di apparire come libero di agire nella propria zona di influenza come meglio crede e ciò consegna definitivamente la Siria nelle mani della Russia Pagina 86