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Riassunto ZAMBIANCHI - Arte contemporanea: dall'espressionismo astratto alla pop art, Sintesi del corso di Storia Dell'arte

Riassunto del libro del prof. Zambianchi utilizzato per l'esame di Arte contemporanea

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019
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Scarica Riassunto ZAMBIANCHI - Arte contemporanea: dall'espressionismo astratto alla pop art e più Sintesi del corso in PDF di Storia Dell'arte solo su Docsity! ESPRESSIONISMO ASTRATTO 1.1 AVANGUARDIA E KITSCH Nel 1939 sulla rivista neworkese “Partisan Review” appare un saggio di Clement Greenberg dal titolo “Avanguardia e Kitsch” nel quale egli conduce un’analisi di carattere storico e sociale nell’età moderna: la crisi di comunicazione tra intellettuali e società ha prodotto: - la cultura dell’avanguardia: ha il compito di tenere in movimento la cultura. - il Kitsch: la cultura di consumo della massa nato dall’industrializzazione delle città e lo spostamento delle masse in quest’ultime. L’anno successivo appare un secondo saggio nel quale Greenberg si interroga sui limiti entro i quali un’arte possa considerarsi pura cercando di stabilire i confini tra le varie arti. Lungo gli anni 30 a New York si per andato formando un ambiente di critici e artisti che dibattevano i temi dell’arte moderna. 1.2 ESPRESSIONISMO ASTRATTO Tra 1935 e 1936 si formano a New York gruppi di artisti che vogliono riagganciarsi all’arte moderna europea (Fauves, Cubismo e Astrattismo). Tra questi gruppi il più famoso è quello dei Dieci (1935) tenuto insieme non tanto da un’idea comune di arte, ma dal sentirsi in lotta contro il Sistema. Nel gruppo spiccano le figure di Adolph Gottlieb e Mark Rothko. Essi inviarono una lettera al New York Times in risposta a un articolo di Alden Jewell nel quale egli criticò le opere dei due artisti esposte alla mostra della Federation of Modern Painters and Sculptors. La lettera non aveva lo scopo di difendere le opere criticate, ma servì piuttosto per dichiarare gli intenti artistici del gruppo: 1. l’arte è un’avventura in un mondo sconosciuto 2. questo mondo dell’immaginazione è opposto al senso comune 3. il compito di questi artisti consiste nel far sì che lo spettatore veda il mondo secondo la visione degli artisti. 4. viene privilegiata l’espressione semplice di pensieri complessi. 5. non importa cosa si dipinge, purché esso sia dipinto bene. Alcuni dei temi della lettera si trovano in accordo con quanto espresso da Greenberg sulle Avanguardie e sul Kitsch come: - l’artista politicamente in dissidio con la società - l’accento sulla piattezza della superficie Alcuni aspetti però contrastano le idee di Greenberg soprattutto nel desiderio di rottura tra passato e presente: essi si propongono di tornare alle origini dell’arte, al momento primitivistico. Questo aspetto segna tutta la produzione artistica della prima fase dell’Espressionismo Astratto. In una seconda fase (1947-1950) l’immagine primitiva e mitologica scompare lasciando spazio all’inconscio: esso è il fattore creativo nonché fonte e magazzino del potere e di tutta la conoscenza passata e futura. • Rothko - Toro Siriano (1943) Il soggetto è un toro alato assiro (immagine arcaica) Il modello fa riferimento alla sconfitta degli ebrei da parte degli assiri nel 772 a.C. evento che prefigura la diaspora. L’agente della sconfitta si identifica con un toro alato dal volto umano. • Rothko - The Omen of the Eagle (1942) Anche qui combina immagini del passato mitico e primitivo con allusioni alla guerra in corso. La fonte è la tragedia di Eschilo, Agamennone, nella quale due aquile divorano i piccoli di una lepre gravida preannunciando la guerra di Troia. L’immagine si sviluppa su due registri: - superiore: abbiamo teste classiche - inferiore: piedi classici - centro: due aquile, le cui ali sono dedotte dall’arte assira (forse), sovrapposte a un elemento che ricorda il segno ebraico chai (vita) completato da un elemento con capezzoli penduli (nutrimento). • Gottlieb - Ratto di Persefone É un’opera facente parte della categoria dei suoi pittogrammi. L’immagine è centralizzata. Si notano le fonti moderne, in particolare di Picasso e Klee, del surrealismo e di Mondrian e sul piano del contenuto forti sono i riferimenti ai pittogrammi dei nativi americani e al mito greco (Persefone e Edipo). Lo scopo è quello di trasmettere contenuti di carattere spirituale, filosofico e legati al mondo interno dell’artista attraverso un fitto simbolismo. Jackson Pollock 1 Jackson Pollock fu scoperto dall’uomo di fiducia di Peggy Guggenheim nel 1942. Egli espone per la prima volta l’anno successivo in una collettiva tenutasi ad Art of This Century; successivamente viene messo sotto contratto e nel 1943 apre la sua prima personale, introdotta da un testo critico di J. Sweeney che accosta il talento di Pollock ai termini “vulcanico, imprevedibile e indisciplinato”. • Pollock - Mural (1943) Dipinto per la casa newyorkese di Guggenheim nel 1943. Il dipinto è ricco di elementi di carattere primitivistico, in particolare elementi del mondo degli indiani d’America: la figura che si intravede è infatti Kokopelli, uno spirito benigno suonatore di flauto degli indiani Zuñi del Sud degli USA. Notevole è la dimensione del quando in relazione all’ampiezza del gesto: l’artista ha dovuto muovere tutto il corpo per realizzarlo. • Donna I (1952) La sua realizzazione parte dal ritaglio di una bocca femminile attorno al quale dipinge una donna il cui sorriso non ha un carattere seduttivo, ma diventa grottesco e inquietante. Molto importante per l’artista è il rapporto con la città di New York. Fondamentale è il cambiamento nell’uso del colore: parte dal dipingere nero su bianco, come nel quadro “Black Friday” (1948) dove la città è frammentata e brulicante di figure umane e oggetti, per poi terminare dipingendo bianco su nero Appartengono a questa ultima fase due quadri dipinti tra 1949 e 1950: • Attic: una sorta di deposito in cui appaiono figure e oggetti • Excavation: che non si riferisce agli scavi archeologici, ma per le tubature 1.4 LA NASCITA DEI CEFALOPODI (ROTHKO 1) Con la personale di Rothko si può comprendere lo sviluppo del suo lavoro: passa dallo storico all’organico. Se prima preferiva le allusioni al mondo arcaico, con temi legati al mito, ora si concentra sulla reinterpretazione di unità biologico primarie, ovvero gli organismi unicellulari in movimento presso le acque. La pittura comincia ad acquisire una trasparenza finora assente; da questo momento in poi le superfici pulsano emanano luce e si espandono verso l’ambiente che lo contiene. Bennett Newman Molto vicino alla morfologia echeggiante le forme primarie della vita è Newman. Egli dopo anni di silenzio aveva ripreso eseguendo lavori su carta tra il 1944 e il 1946; il loro tema principale è che dopo la guerra bisognasse ricominciare da capo, non come se l’arte fosse morta, ma come se non fosse mai esistita. Altro grande interesse di Newman è la Terra e i miti di origine del mondo e della cultura. Il tema viene trattato nelle opere del 1945-46 che si dividono in due categorie: 1 Organismi di struttura cellulare come “Pagan Void” (1946) 2 Strisce luminose dritte o rastremate che dividono la superficie del quadro in ritmi verticali o diagonali tramite l’applicazione e la successiva rimozione di una banda di nastro adesivo (zip). Un esempio di questa tecnica è “Onement I” (1948). In questo caso, il campo è uniforme e non più ricco di incidenti pittorici. Qui Newman cerca di purificare il linguaggio fino a giungere al “grado zero” dell’espressione. La zip verticale può significare: - un atto di separazione simile a quello di Dio al momento della genesi dove appunto l’elemento verticale potrebbe riferirsi ad Adamo - una simmetria con la quale l’osservatore si sentirà parte si una situazione spaziale (la posizione eretta è quella naturale degli uomini) Clifford Still Fin dagli anni 30, egli si orientò in una direzione simbolica che lo condusse a un’attrazione basata sulla depurazione delle immagini da residui figurativi. La sua è una pittura basata sul contrasto tra orizzontale e verticale. La materia è sempre carica di tensione, caratterizzata da gesti nervosi tali da disfare la differenziazione tra pittura d’azione e campo di colore dell’Espressionismo Astratto. Rothko 2 : 1947-1950 Dal 1946 lo stile di Rothko cambia avvicinandosi all’estrazione. Egli comprende che anche le figure stilizzate possono rappresentare i temi della morte e della rinascita che fino a quel momento erano visti come un allusione al mito. I dipinti realizzati da questo periodo mostrano tutti una serie di caratteristiche generali: uno o più rettangoli che galleggiano su uno sfondo allusivo con fluidità astratta. Da qui egli realizza “Multiform” (1947-49) nel quale il colore si effonde sulla superficie dando un effetto di lenta pulsazione che aumenta man mano che lo spettatore contempla il quadro. 1.5 LA GRANDE DIMENSIONE NELL’ESPRESSIONISMO ASTRATTO Nella congiuntura che si crea tra Newman, Rothko e Pollock si riconoscono i sintomi di una spazialità nuova. A partire dalla fine degli anni ’40 Greenberg parla della crisi della pittura da cavalletto: - Pollock: dipinge sul pavimento in quanto si sentiva più a suo agio - Joseph Kosuth: vide nella rotazione del quadro di 90° una rottura con l’arte tradizionale. - de Kooning: si dichiara affine a questa nuova tendenza essendo per lui tatto e vista due sensi importanti per la pittura - Rothko: preferisce quadri grandi perché gli permettono di creare una situazione di intimità che trasporta l’osservatore. In questa nuova tecnica, la tela diventa la superficie sulla quale l’artista lascia la traccia del suo passaggio e questa nuova spazialità è legata direttamente al corpo: le tracce lasciate dal pennello, mosso non più solo dalla mano e dal braccio ma da tutto il corpo in movimento, sono le impronte e i segni primitivi (autentici) di un momento esistenziale. Questo passaggio ad una pittura che distacca dalla parete e invade lo spazio circostante, avvenuto all’interno dell’Espressionismo Astratto tra il 1947 e il 1950, implica una serie di conseguenze sulle esperienze successive. David Smith 2 I lavori più recenti di Smith sono caratterizzati da una sovrabbondanza di incidenti che mettono a rischio la semplicità geometrica delle sculture precedenti: • Casa del saldatore(1945) Gli elementi zoomorfi e fitomorfi si mischiano a una figura umana entro una cornice, il tutto studiato in un gruppo di dettagliati disegni preparatori accompagnati da note scritte che consento di spiegare una parte dell’opera. Ha diversi punti di vista ma non collegati tra loro; il loro passaggio non è fluido ed è caratterizzato da una forte disgiunzione visiva. • Hudson River Landscape (1951) L’opera è più grande e con forme più astratte: In essa prevale la qualità grafica ottenuta con la modulazione di sottili membra di acciaio e l’integrazione di quest’ultime con la luce. L’ultimo Gorky 2 Gli ultimi anni di vita di Gorky sono segnati da una serie di disastri: - Incendio del suo studio (gennaio 1946) nel quale molte sue opere andarono distrutte. - Operazione per il cancro (febbraio 1946). Il suo stato d’animo peggiora e le sue opere ritraggono solo interni; avviene anche una progressiva saturazione del colore attraverso velature sovrapposte. Di questo periodo fa parte: “L’aratro e la canzone”(1947) nel quale le immagini galleggiano in uno sfondo ottenuto con velature di colore bianco sovrapposte a un colore poco più scuro. I ricordi infantili riaffiorano nel quadro con la tipica calzatura armena, in basso a sinistra, e la presenza di due forme falliche che rappresentano la fertilità dei campi. - La depressione lo allontana dalla moglie (inizi 1948) - Incidente d’auto (giugno 1948) che lo porterà al suicidio qualche mese più tardi. Francis Bacon Negli anni ‘40 egli matura il tema della crocifissione, intriso di significati personali e legati alla sua difficile infanzia e adolescenza. Ne è un esempio: • Three Studies for Figures at the Base of a Crucifixion (1944) Risalta la ferocia della realizzazione che sembra far riferimento ai bombardamenti di Londra. Dal punti di vista dello stile l’opera ha molti tratti del Surrealismo rielaborati in chiave personale: le 3 figure non hanno nulla di umano, si stagliano su uno sfondo arancione che rappresenta spazi interni appena definiti. Nelle sue opere si intrecciano ricordi aulici della letteratura e dell’arte del passato, e riferimenti del presente come la presenza del tavolino borghese in uno dei 3 quadri, o riferimenti a opere di letteratura o cinematografiche contemporanee. Bram van Velde Nel periodo della guerra aveva smesso di dipingere, ma nel 1946 espose nella Galerie de Mai a Parigi. La sua arte non era interessata alla pittura come tale, ma alla condizione umana e smentiva le regole della Scuola di Parigi d’anteguerra soprattutto nella ricerca dell’essenza degli oggetti. Jeans Fautrier Egli aveva un passato da pittore atipico: negli anni 20 dipingeva opere di gusto tardosimbolista, successivamente si dedica a a paesaggi e nature morte. L’artista procede nel modo seguente: Prende della carta e la incolla sulla tela, estende sul supporto una preparazione e vi disegna una prima immagine che viene verniciata e coperta da intonaco bianco. Successivamente egli graffia l’intonaco per far apparire l’immagine sottostante. Alla fine del processo egli sparge del pastello sbriciolato sulla superficie. • Originaux multiples Lavori eseguiti in serie tra il 1946 e il 1956 che sembrano condurre a maturazioni riflessive sulla pittura. • Otages” (1943-45) Si tratta di piccole opere, allestite una accanto all’altra, realizzate con la tua tipica tecnica con la quale la materia si raggruma nella parte centrale a formare un volto. Si tratta di una risposta alle atrocità del nazismo. Gli Otages si possono dividere in due categorie: - una nella quale la materia è sovrapposta da velature di colore; - una in cui sono presenti delle sfumature prese dal Simbolismo. Jean Dubuffet La sua carriera inizia negli anni ‘20 quando aderisce al Surrealismo, per poi passare negli anni ‘30 a dipinti in tre dimensioni con la cartapesta. È infine a partire dal 1943 che assume il ruolo di uno dei maggiori pittori del Novecento. La sua idea principale è quella di abbandonare tutto per disegnare con l’ingenuità del bambino. Vuole creare quindi un’arte che ignori tutto ciò che è avvenuto prima di essa: il punto di partenza è la superficie da animare e la prima macchia di colore che vi getta (processo del Surrealismo). Egli considera il bisogno di espressione artistica come una spinta fondamentale del genere umano, un bisogno primordiale che la cultura rovina: per questo motivo egli rivede negli essere umani non ancora educati la via per tornare a un’arte slegata da tutte le influenze della società industrializzata. La pittura di Dubuffet è caratterizzata da una materia molto pesante prelevata direttamente dalla natura e composta nel quadro secondo la qualità del montaggio; in altri quadri si tratta di una pasta molto rugosa difficile da stendere. Per Dubuffet l’arte deve nascere dalla materia e dall’utensile, e della lotta dell’utensile con la materia. Wols Tedesco di nascita, proveniva da una famiglia altolocata.Dopo una prima apparizione nella Bauhaus si trasferisce a Parigi dove inizia a fare fotografie: i cui temi sono i centri urbani, ritratti, vetrine, muri con manifesti, clochard e infine nature morte composte dall’autore con oggetti di scarto, verdure o animali morti. Le sue opere abbracciano lo stile dell’informe che nasce dal Surrealismo. All’inizio degli anni ‘40 abbandona la fotografia per dedicarsi all’acquerello, producendo opere di piccole dimensioni raffiguranti mondi immaginari: essi appaiono come cosmogonie in miniatura legati al ricordo della natura della quale egli vuole mostrare i processi vitali, più che l’aspetto esteriore. A partire dal 1947 inizia ad esplorare la pittura ad olio in dimensione più grandi. Qui la riconoscibilità delle opere è diminuita e la forza espressiva viene affidata a esperimenti basati sulla materia e sul gesto conseguiti mediante la tecnica del “grattage” della superficie o mediante la stesura del colore direttamente dal tubetto. 2.1 LA SITUAZIONE ITALIANA NEL DOPOGUERRA Poche furono le correnti non accettate dal Regime le quali ricordiamo la rivista “Corrente” (1938-40) fondata a Milano e chiusa per i suoi contenuti antifascisti. Una volta liberata l’Europa dal Fascismo, due città divennero i centri di sviluppo dell’arte italiana: Roma e Milano. ROMA Caratteristici di questo periodo sono i tre gruppi che si vengono a formare tra i giovani artisti del dopoguerra: - “Quattro artisti fuori strada” il cui obiettivo era quello di continuare la Scuola Romana, sviluppandone in chiave espressionistica la propensione per l’uso della materia pittorica abbondante e turbolenta - Gruppo di Portonaccio : realista-espressionista - Forma 1: la cui arte era caratterizzata da un gusto neocubista quasi tendente all’astrattismo. MILANO È nel 1946 che si forma la Nuova secessione artistica italiana il cui obiettivo era quello di porsi come punto di riferimento per le generazioni del dopoguerra. Dopo pochi mesi dalla sua nascita, prese il nome di Fronte nuovo delle arti con il quale si presentò alla Biennale del ’48. Le opere qui esposte non furono viste di buon occhio da Togliatti il quale colse l’occasione per definirle “scarabocchi e immagini mostruose”. È da questo evento che si crea una frattura all’interno degli artisti i quali si divisero in due gruppi: astrattisti da un lato e realisti dall’altro, sostenuti da Togliatti. Questa antitesi non fu comunque in grado di fermare le due figure nascenti di questo periodo: L. Fontana e A. Burri. Alberto Burri (Roma) La svolta per il pittore si ebbe nel 1948 quando egli abbandonò la Scuola Romana a favore di opere astratte ricche di forme biomorfiche, realizzate con un segno sottile ed elegante e dall’impaginazione postcubista. • Nero I (1948) Il quadro viene realizzato con materiali non canonici (catrame, pietra, pittura e smalto) producendo una superfici ricca di bordi increspati e ulcerazioni. La luminosità è data solo dal quadrato azzurro e dalla goccia rossa. • Sacco I lacerti di un sacco di aiuti alimentari si pongono dentro un contesto di aree dipinte: le 1 u kkkjjjjjjscritte, i colori e la bandiera americana. 2.2 L’INFORMEL A partire dalla fine del 1947 si forma, grazie ad alcune importanti mostre, una volontà di riunire alcune ricerche nell’etichetta Informel definendo una serie di pratiche e di questioni in atto in quegli anni a Parigi: - L’IMMAGINAIRE Nello stesso anno viene organizzata una mostra da Mathieu intitolata Imaginaire alla quale presero parte artisti vecchi e nuovi del Surrealismo; il gruppo dei Automatistes e C. Bryen. Hans Hartung Sin dai primi anni ‘20 egli compì esperimenti sull’arte informale basati su una libertà della pennellata e su un nuovo rapporto tra le porzioni campite e quelle lasciate libere. Si stava avvicinando in quegli anni verso una forma di astrazione lirica: egli afferma che in questa nuova fase bisognasse staccarsi dal ricordo e dalle associazioni per giungere a un’arte pura attraverso il ritmo, lo spirito e la tensione. A Parigi che incontra Hélion il quale lo avvicinò alla tecnica che farà propria per il resto della sua vita artistica: lavorare la carta e tradurre in un secondo tempo le idee migliori sulla più costosa tela senza cambiare nulla in modo la mantenere intatta la spontaneità del lavoro. È su questo punto che si crea una contraddizione con la critica la quale considera il gesto di Hartung come premeditazione della sua gestualità - H.W.P.S.M.T.B. Si apre nel 1948 una mostra a Parigi che segna un’importate passo per lo sviluppo dell’astrattismo lirico. Il titolo della mostra prende il nome dagli artisti che vi presero parte: lavorano su forme di astrazione non geometriche, basate sul gesto o sulla macchia. - VÉHÉMENCES CONFRONTÉES Con questa mostra del 1951 si delineavano i tratti del nuovo movimento Informale, il quale viene affrontato in modo del tutto personale da ogni artista. L’aspetto più innovativo è l’aver ipotizzato una comunità d’intenti fra artisti europei e americani. - UN ART AUTRE Nel 1952 fu allestita una mostra intitolata “Un art autre” che mostra la coesione di un gruppo attorno al senso di rifiuto della forma canonica. Il protagonista è: Antoni Tàpies Pittore catalano, Tapies passa i primi anni della sua carriera in conflitto con il Franchismo, mentre era incline a Dada e Surrealismo. Da quest’ultimo si ispirò per le opere dei primi anni ‘20 dove si nota una propensione per l’uso di materie non canoniche, che diventerà la peculiarità della sua arte. Egli individua nel muro il sito adatto per far assumere alla pittura il carattere della comunicazione. Una volta che la tela diventa muro lascia lo spazio privato per l’emancipazione pubblica per trasmettere un messaggio riguardante la storia moderna. Nel 1954 abbandona la pittura ad olio per far spazio al lattice con cui copre le tele in scala murale dove sono presenti oggetti della realtà esterna in alcuni casi riconoscibili e in altri no. 2.3 L’ASTRAZIONE PARIGI Negli anni successivi alla guerra il fronte dell’astrazione era molto vasto, tanto che Parigi era considerata la capitale del Movimento. Tuttavia se prendiamo in considerazione la parte dell’astrazione geometrica o concreta. Tre erano i movimenti principali degli anni ‘30: - Cercle et carré; - Art concret - Abstraction-Création Dopo gli anni 40 le forze attive del movimento sono da una parte coloro che hanno proseguito le esperienze d’anteguerra e coloro che, portatori di innovazioni, hanno realizzato un lavoro che ruota attorno al tema del movimento, reale e virtuale, indotto sia da un dispositivo meccanico che dal caso. ITALIA - MAC Forma I aveva iniziato a sciogliersi nel 1949 e venne sostituito dal “Movimento arte concreta” (MAC) fondato nello stesso anno a Milano e il cui obiettivo era quello di riunire gli artisti astratti italiani provenienti da diverse città. Il movimento non va identificato solo con l’astrazione razionale e geometrica, anche se la maggior parte degli artisti praticava l’astrattismo geometrico e pensava all’arte astratta come a un’arte staccata dal resto. Il movimento andava alla ricerca di forme pure, primordiali, da porre nel dipinto creando un’arte concreta non più basata sull’astrazione di oggetti noti. Nel 1947 si tiene a Milano la mostra “Arte astratta e concreta” alla quale prendono parte non solo artisti italiani, ma anche artisti dell’Astrattismo europeo. La mostra ebbe ripercussioni nell’ambiente romano come si evince dalla pittura degli artisti di Forma I. Ma ancora più importante fu la mostra “Arte astratta e concreta in Italia” (Roma, 1951) che raccoglieva gli artisti di MAC e di altre città italiane dove era presente l’Astrattismo. Nella mostra vengono individuati 2 elementi determinanti per la nascita di un’opera d’arte concreta, fatta di forme primarie ricorrenti da cui nascono molte varianti: a. Segno dettato dall’impulso; b. Invenzione più ragionata e consapevole di una forma. - GLI OTTO Dopo la polemica con Togliatti, otto artisti del Fronte Nuovo formano un nuovo gruppo con l’obiettivo di far sopravvivere la linea neocubista a metà tra realismo socialista e astrattismo. Essi trovano un padrino in Lionello Venturi il quale classifica le loro opere come “astratte- concrete” ovvero una pittura che non rinuncia al ricordo del reale ma lo traferisce nel contesto di un ‘opera d’arte sentita come indipendente dal mondo fenomenico e dotata di regole proprie. Anche gli Otto ebbero vita breve (1952-54) per le troppe differenze politiche e stilistiche. Emilio Vedova Egli passa da un Linearismo libero e gestuale (Tintoretto) a un regolamento della composizione e dei suoi segni in forme geometriche che alludono alla macchina e al Futurismo. In questo modo egli eseguiva una disumanizzazione nelle figure-macchine lucide e razionali. Negli anni ’50 il rigore geometrico si allenta e le forme iniziano a muoversi. Il segno torna ad essere espressivo e lo spazio diviene uno spazio di azione nel quale il segno dell’artista si libera. Negli anni ’60 la concezione dinamica dello spazio trova riscontro nell’opera • Intolleranza ’60” Un esempio di teatro musicale dinamico per il quale Vedova partecipa realizzando le scenografie. È qui che egli può mettere in pratica la tridimensionalità attraverso un uso audace dell’architettura, delle luci e del colore con lastrine di vetro colorate. La messa in scena risponde a una partitura dove cantanti e orchestra sono disposti secondo una spazialità e partecipano all’animazione dell’ambiente. • Plurimi Opere che investono e catturano lo spazio tridimensionale attraverso una nozione scultorea dell’opera dipinta. - NATURALISMO Alla metà degli anni ’50 nell’Italia settentrionale si va a formare un Informale carico di riferimenti naturalistici che prese appunto il nome di ultimo Naturalismo. Parte dalla situazione di sfiducia nei confronti del Post e Neo-cubismo del dopoguerra. Ennio Morlotti Liberatosi dell’esperienza del Picassismo, si approccia a una pittura dalla materia pittorica più densa. La superficie del dipinto è assunta nella sua concretezza fisica: la pittura evidenzia il gesto dell’artista. Forte è in Morlotti l’analogia tra l’immagine e la realtà, tratto ripreso appunto dal Naturalismo nel quale questo aspetto non viene trasmesso tramite la copiatura di un elemento, ma questa analogia si svolge all’interno di uno spazio animato dalla presenza del pittore. Egli muove quindi da un Naturalismo di osservazione a un Naturalismo di partecipazione, l’immagine rinvia al fenomeno naturale in modi indiretti e la materia cromatica assume una doppia valenza: 1.Riflessiva; 2.Nella sua vitalità rimanda alla natura e ai suoi processi. A partire dal 1954 egli si dedica ai combine paintings: una pittura che si finge scultura in cui oggetti e parti dipinte si uniscono in insiemi complessi e non, talvolta tridimensionali. Alle volte si serve di oggetti già pronti e di vita quotidiana.quotidiani e talvolta animali imbalsamati. Spesso pensiamo che i combine siano insiemi di oggetti uniti a caso, quando in realtà hanno significati precisi, a volte di carattere autobiografico. Jasper Johns Riprende i cosiddetti ready made ma gli oggetti non sono reali ma dipinti: - Bandiere: viene scelto un oggetto comune e indifferente, che chiede di essere visto e interrogato. Diventano strumento di autoindagine. - Bersagli: si tratta di opere basate sulla tensione tra il visivo e il tattile, la superficie e le 3 dimensioni. Sulla parte superiore presentano scomparti lignei in cui pone calchi in gesso di parti anatomiche, legati quindi alla sfera tattile. 3.3 L’HAPPENING Kaprow da vita allo happening: forma d’arte basata non sulla produzione di un’opera, ma di un’azione condivisa, in un certo luogo e per un serto lasso di tempo, da artista e pubblico. Apre quindi all’opera d’arte una dimensione di carattere immateriale. 3.4 POP ART La Pop Art è un’arte costruita su immagini e cose appartenenti alla comunicazione di massa. L’interpretazione che ne dà l’arte pop può essere: - copiatura tecnologica: critica verso la perfezione dell’immagini delle riviste - ricreazione con parodia La vicenda pop si divide in due fasi: 1 Prima del 1962 Un gruppo di artisti si avvicinano dal comune interesse verso la realtà metropolitana: le pubblicità, i marchi industriali, il cibo, il fumetto e le star di Hollywood. In questo periodo la rappresentazione non si ferma solo alla dimensione pittorica, ma esplora il campo della tridimensionalità e dell’ambiente. 2 Dopo 1962 Avviene quindi un cambiamento a livello tematico (si prediligono immagini dell’intrattenimento) e stilistico( utilizzo di un linguaggio freddo e impersonale che imita i prototipi prodotti dalle industrie) Andy Warhol Uno dei personaggi più complessi risulta essere Andy Warhol, il quale spazia dai temi della riproduzione di oggetti tratti dalla pubblicità (zuppe Campbell Soup, Coca Cola), immagini tratte dallo spettacolo e temi come la morte sia di personaggi famosi (Marilyn Monroe) che di gente comune (intossicazione alimentare, incidenti). Tra il 1962 e il 1965 le opere vengono create tramite il telaio serigrafico, senza l’intervento diretto dell’artista. In questi lavori il tema principale è la morte di gente famosa o comune; facendo leva sul rapporto di attrazione e repulsione che il pubblico intrattiene con i fatti di cronaca. Esistono numerosi significati: -mettere in crisi la visione tranquillizzante del modo di vivere americano -riflessione sull’immagine e sui suoi usi nella cultura di massa 3.5 NOUVEAU RÉALISME L’equivalente della Pop Art in Europa, prese il nome di Nouveau Réalisme. Il gruppo nasce in Francia nel 1960 e si presenta in forma ufficiale con il Manifesto. L’arte del Nouveau Réalisme aveva un forte carattere sociologico: non propone un cambiamento di stile, ma mette in crisi la nozione stessa di stile e si mescola con il reale. - décollage Si tratta di una pratica basata sull’acquisizione tal quale di manifesti strappati che si trovano sui muri delle città. Gli artisti del décollage lavorano quindi nel contesto urbano attuando una forma di vandalismo minore. La particolarità dell’opera sta nella sua creazione collettiva attuati dai passanti che l’artista blocca nel tempo e sottrae da ulteriori azioni. • Mimmo Rotella: dal 1954 al 1957 seleziona le stratificazioni di manifesti che trova vicino Piazza del Popolo e li rincolla sulla tela. I primi décollage sono quindi il frutto di un intervento quasi ridotto dell’artista, con l’impiego prevalentemente di ready made. Dal 1959 si dedica al recto dei manifesti valorizzando la mescolanza di testo e immagini. - assemblaggio Unione ossessiva e non organizzata di oggetti provenienti dalle industrie. • Arman: negli anni ’50 inizia a lavorare con le impronte ottenute con timbri di lettere e numeri sovrapposte fino a diventare irriconoscibili. Poi negli anni ’60 sostituisce le impronte con le cose accumulate secondo principi compositivi o raccolti in contenitori trasparenti (poibelles). - smateralizzazione Un comportamento dell’artista destinato a non lasciare altro residuo che una registrazione fotografica o filmata dell’evento. • Klein (International Blue Klein) Ad Reinhardt Verso la fine degli anni ’50 con Reinhardt si viaggia verso la contestazione dell’Espressionismo Astratto. Il dipinto secondo Reinhardt dovrà essere un oggetto chiaramente definito, indipendente e separato da ogni altro oggetto e circostanza, nel quale noi non possiamo vedere qualsiasi cosa scegliamo e il cui significato è indipendente o traducibile. Questa tensione verso il grado zero della pittura prende forma negli anni ’60 con la realizzazione di quadri i cui soggetti sono gruppi di tre quadrati sovrapposti, dove il centrale è più scuro e gli esterni sono più chiari. Si tratta di una negazione di ogni aspetto compositiva, di luminosità e di colore. 3.6 ASTRAZIONE POST-PITTORICA Si riunisce sotto il nome di “Astrazione post-pittorica” un’esposizione concepita come una reazione al Neo-Dada. Gli artisti abbandonano l’aspetto pittorico: la pennellata è data da un gesto meno autografico e autoriale, ma non resta privo di aspetti lirici. - Helen Frankenthaler: sviluppa le sovrapposizioni senza spessori di materia, intridendo di colore tele prive di preparazione (Montagne e Mare) - Morris Louis: nel 1954 comincia a lavorare a grandi composizioni realizzate a veli trasparenti e sovrapposti di pittura Anthony Caro Anche la scultura degli anni 50 viene fatta rientrare nel clima dell’astrazione post-pittorica : Anthony Caro veniva da una tradizione di scultura modellata, ma dopo l’incontro con David Smith si mette sulla strada della scultura ottenuta tramite saldatura e assemblaggio di forme semplici ritagliate dal metallo. • “24 Ore”: scultura composta da cerchio trapezio e quadrato saldati tra loro • “The Horse”: realizzata con elementi industriali uniti in composizioni che tendono a estendersi in orizzontale. Quella di Caro è una scultura totalmente astratta. Le sue sculture sono prive di piedistallo e nella loro tridimensionalità confrontano lo spettatore e gli fanno sentire il suo peso dando vita al fenomeno detto “corporeità”. 3.7 INTERNAZIONALE SITUAZIONISTICA Nasce nel luglio del 1957 l’Internazionale situazionistica (IS), un gruppo di artisti di varie nazionalità e correnti artistiche. Gran parte dei partecipanti erano legati alle arti plastiche e tutti avevano riflettuto sul rapporto arte e società, e in questo rapporto vedevano il carattere politico dell’opera d’arte. La coincidenza tra novità artistica e politica rivoluzionaria è totale: non soltanto l’opera d’arte è destinata a sciogliersi nell’azione politica ma è letta come pratica militante. Gallizio: egli si rivolge al monotipo, una tecnica grafica in cui una lastra viene tracciata con segni di inchiostro che poi vengono stampati su carta o tela. L’opera finita veniva poi venduta a taglio come una stoffa.