Scarica ROMEO E GIULIETTA RIASSUNTO GRANDE e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Inglese solo su Docsity! RIASSUNTO DETTAGLIATO DEL PRIMO ATTO Le nobili famiglie dei Montecchi e dei Capuleti da troppo tempo non trovano pace. Il loro odio si manifesta ovunque ve ne sia occasione e, come una scintilla che appicca un grande fuoco, è sufficiente la più piccola provocazione per attizzare un incendio. Così Il fuoco dell'odio, divampa senza curarsi delle vite dei cittadini che ne rimangono spesso mortalmente coinvolti. A scatenare una rissa nelle strade di Verona, questa volta sono due servi della famiglia dei Capuleti, che lanciano la sfida alla famiglia avversaria, coinvolgendo dapprima due servi dei Montecchi tra cui Baldassarre e poi Benvolio, nipote dei Montecchi. Benvolio dopo un misero tentativo di portare pace, viene travolto negli intenti dall'arrivo di Tebaldo dei Capuleti, ritrovandosi ad essere parte del conflitto anziché paciere. Il clima, diventando sempre più rovente, inizia a coinvolgere anche i partigiani di entrambe le famiglie che poco a poco si uniscono nella disputa. Come se non bastasse, i cittadini, frustrati e adirati per le continue diatribe fra le due famiglie, partecipano alla lotta armati di mazza. A fermare quello che da una piccola rissa sta diventando uno sanguinoso scontro, è l'intervento del principe di Verona, che ordina di fermare il violento scontro, obbligando tutti i presenti, ad abbandonare immediatamente il luogo, pena la morte. Ancora una volta i Montecchi e i Capuleti sono ripresi dal principe, sdegnato per il comportamento violento. Evacuato da tutti il luogo dello scontro, restano solamente Benvolio e Montecchi, capofamiglia e padre di Romeo. Montecchi confida a Benvolio che suo figlio da qualche tempo non è sereno, ma non conosce il motivo della tristezza che porta nel cuore. Romeo non vuole ancora confidarsi con il padre. Proprio in quel momento, Romeo sta venendo verso di loro e Benvolio, si congeda da Montecchi per favorire il dialogo con l'amico, augurandosi di riuscire a dissipare il mistero di tanta afflizione. Benvolio viene a sapere da Romeo che l'oggetto di tanta tristezza è il fortissimo amore non ricambiato dalla sua bellissima amata, Rosalina, la quale ha scelto, per mezzo di un voto di castità di non donare il suo amore a nessun uomo. Romeo, uomo dall'animo sensibile, ha il cuore spezzato e difficilmente crede che potrà dimenticare l'amata. - Oh, ella è ricca in bellezza, e soltanto in questo è povera, e quando morrà, insieme alla bellezza morranno anche le ricchezze sue. - (Romeo) Il nuovo amore: Giulietta Romeo non vuol saperne di mettere una pietra sopra all'amore che nutre per la sua amata, né di calmarsi. Quel giorno viene a sapere da un servo dei Capuleti, che la sera stessa si terrà a casa di questi, una festa; un'antica ricorrenza a cui sono invitati i loro graditi ospiti e altre persone che desiderino prenderne parte, esclusi i Montecchi. Saranno presenti fra gli invitati, tante bellissime donne, fra cui Rosalina. Benvolio assicura che Romeo in quest'occasione potrà conoscere donne ancor più belle della sua amata così potrà dimenticarla. Ma Romeo non è convinto di questo e decide che parteciperà alla festa introducendosi nella casa della famiglia rivale al solo scopo di rivedere Rosalina. Madonna Capuleti (la moglie di Capuleti) spera con questa festa di stringere i legami con Paride il congiunto del principe, attraverso sua figlia Giulietta. Paride a sua volta ha chiesto Giulietta in sposa al padrone di casa, Capuleti. Giulietta non ha ancora compiuto quattordici anni, l'età giusta per sposarsi, ma su consiglio della madre, che già pensa a non perdere tempo in tal senso, viene indotta a puntare gli occhi su Paride piuttosto che su altri giovani. Nel buio della sera, Romeo e i suoi amici, si avviano verso la casa dei Capuleti. Durante il cammino, Mercuzio e Romeo iniziano a parlare sul significato dei sogni. Mercuzio, racconta con vena poetica, della regina Mab, la levatrice delle fate, una piccola creatura che guida un minuscolo carro sopra le persone addormentate portandole a fare i sogni che desiderano. Romeo ad un certo punto è costretto a interromperlo perché la festa potrebbe finire se Mercuzio continuasse a parlare. - Basta Mercuzio, basta! Tu parli del nulla. - (Romeo) - E' vero, io parlo di sogni, che sono i figli di un cervello ozioso, generati da nient'altro se non da un vano fantasticare, e di una sostanza imponderabile quanto l'aria, e più discontinuo del vento che pur ora corteggia il gelido seno del settentrione, e che, quindi, crucciato, muove rivolto il viso al mezzogiorno gocciolante di rugiada. - (Mercuzio) La festa è già iniziata e Romeo entra nella casa indossando una maschera, così fanno anche i suoi amici Mercuzio e Benvolio. Non passa molto tempo prima che gli occhi di Romeo, posandosi su Giulietta, restino incantati da tanta bellezza, non riuscendo più a vedere null'altro che lei fra le donne invitate. - Il mio cuore ha forse mai amato, fino ad oggi? Sbugiardalo, o vista! Perché non ho mai visto, prima di stanotte, la vera bellezza.- (Romeo) Tebaldo, fortemente attaccato all'onore e al nome della sua casata, una volta accortosi della sgradita presenza di Romeo, un Montecchi, diventa furibondo. La sua collera attira il padrone di casa, Capuleti, il quale invita Tebaldo a calmarsi e di pensare solo alla festa. Capuleti, nonostante tutto non ha nulla in contrario che Romeo sia alla sua festa e non vuole che si generi subbuglio tra gli invitati. Tebaldo, che vede Romeo come un intruso, non ha nessuna intenzione di lasciar perdere, è infuriato ma non può intervenire per ordine del padre e deve attendere un momento propizio per scatenare la sua collera. Romeo, che non intende ballare, aspetta che le danze si concludano, osservando silenziosamente Giulietta ritirarsi dal ballo. Cogliendo il momento opportuno, si fa avanti per conoscerla: le prende prima la mano di soppiatto e poi, dopo averla sedotta con dolci parole, con eleganza e cortesia la bacia come si conviene. - Se io profano, con la mia mano indegna, questa santa reliquia, è solo un peccato gentile e le mie labbra, pentite sono pronte a riparare all'affronto per un tenero bacio, il ruvido loro tocco. (Romeo) Quando Romeo viene a sapere dalla balia che chi ha baciato è la figlia del padrone di casa, si allontana dalla festa ed esce immediatamente per non correre pericoli. Poco dopo Giulietta viene a sapere dalla sua balia che chi ha baciato è Romeo Montecchi figlio della famiglia rivale. Troppo tardi: ella si è già innamorata di lui. RIASSUNTO DETTAGLIATO DEL SECONDO ATTO coraggio. Ciò è stata anche la causa della morte del suo caro amico. Nel suo cuore ora nasce l'odio per Tebaldo. Non deve più esserci spazio per la dolcezza che gli offusca i sensi, ma solo posto per la furia omicida che gli permetta di battere il nemico. Lo scontro è rapidissimo e accade improvviso come un lampo, concludendosi con la vittoria di Romeo. Benvolio non ha potuto fare nulla per fermarli. Romeo fugge di tutta fretta dalla piazza, presto occupata dai cittadini che accorrono sul luogo ove, reduci dagli scontri, si trovano solamente Benvolio e il corpo esanime di Tebaldo. Le notizie corrono veloci: presto giungono sul luogo della battaglia, anche il principe e le famiglie dei Montecchi, dei Capuleti e molti altri. Benvolio dovrà riferire al principe quanto hanno visto i suoi occhi. Benvolio è sincero: racconta tutto per filo e per segno senza inventare nulla dell'accaduto, pur cercando di proteggere come può il suo amico Romeo. La congiunta di Tebaldo, Madonna Capuleti, non crede, o non vuole credere alle parole di Benvolio che è di casa Montecchi, asserendo che sta mentendo e che in realtà si erano tutti coalizzati con Romeo per uccidere l'innocente Tebaldo. Perciò incita il principe a fare giustizia uccidendo Romeo. Il principe crede ai fatti, e cioè che Tebaldo abbia ucciso Mercuzio e che Romeo abbia agito per vendetta. Perciò, avendo offeso la legge, Romeo sarà mandato in esilio. C'è anche un altro motivo ad adirare il principe: Mercuzio era suo parente, ed è stato vittima del cattivo sangue che scorre fra le due famiglie che ancora una volta, hanno seminato terrore e morte nelle strade di Verona. Per questo, entrambe le famiglie faranno ammenda pagando un'altissima somma di denaro. A casa Capuleti, a portare le ultime notizie a Giulietta, è la balia, che con atteggiamento di profondo sconforto e come al solito avara di parole, lascia temere il peggio alla fanciulla. Finalmente, dopo che Giulietta ha ormai toccato il fondo della disperazione, la balia inizia a far chiarezza sull'accaduto: Tebaldo, il caro cugino di lei è morto, ucciso da Romeo il quale, per il delitto che ha commesso, è stato bandito per sempre da Verona. Inizialmente Giulietta viene presa dall'ira sentendosi tradita, e d'impulso dà del furfante a Romeo. "O cuor di serpe nascosto da un viso bello come un fiore!". (Giulietta) Lo considera come un angelico demonio, ossia un uomo che all'esterno appare bellissimo ma che dentro è tutto il contrario di ciò che appare. Poi, iniziando a riflettere un po' più a fondo, motivata dal fatto che Romeo è suo marito, considera che se ha compiuto una cosa simile, è stato per difendersi, altrimenti la morte sarebbe toccata a lui. La cosa che ferisce di più Giulietta, è che Romeo è stato "bandito" dalla città, allontanato per sempre da lei. Questo le porta un dolore insopportabile, tanto da farle pensare che non sarà Romeo a portarle via la verginità durante la notte, bensì la morte, proprio in questo momento, sul suo stesso letto. La balia accorre fermando i suoi tumultuosi intenti, dicendole che sa dove si trova Romeo e cioè nelle celle di frate Lorenzo e l'assicura che quella notte verrà a fargli visita nella stanza. Allora Giulietta porge un anello alla balia da consegnare al suo cavaliere che dovrà venire da lei a prendersi il suo ultimo addio. Nella cella di Frate Lorenzo, Romeo viene a sapere da quest'ultimo che è stato bandito dalla città. Egli non riesce ad accettare questa cosa, né a sopportare il fatto che il principe abbia scelto per lui l'esilio piuttosto che la morte. Per lui non v'è differenza, poiché se sarà bandito da Verona perderà la cosa a lui più cara al mondo ed è come essere morto. Frate Lorenzo non riesce a riportarlo alla ragione. A portare loro altre drammatiche notizie è ancora la balia, la quale senza questa volta perdersi in inutili chiacchiere, afferma che Giulietta è disperata proprio come lui. A questo punto, Romeo sguaina la spada, pronto ad uccidersi. "Hai ucciso Tebaldo ed ora vuoi uccidere te stesso? La nascita e il cielo e la terra, tutte e tre, si incontrano in te a un medesimo punto, e tu, in un medesimo istante, vorresti abbandonarli tutti? Vergogna! (Frate Lorenzo) Frate Lorenzo con la sua saggezza, colpisce l'orgoglio di Romeo, dicendo che solo un debole può calpestare così il prezioso amore che vi è fra lui e Giulietta: uccidendo sé stesso ucciderebbe anche la donna che ama. La fortuna, l'ha risparmiato e gli fa presente che lui, irriconoscente, comportandosi come una ragazzetta scontrosa e indispettita, con la sua insofferenza volge le spalle alla fortuna e al suo amore. Lo esorta a stare ben attento, perché chi si comporta così è destinato ad una fine miseranda. Poi torna a incoraggiarlo dicendogli di partire subito e raggiungere Giulietta per consolarla, e che dovrà lasciare la stanza della sposa prima che monti la guardia del mattino presto. Dovrà quindi lasciare Verona, recarsi a Mantova dove vivrà fino al giorno in cui non riusciranno a riconciliare le due famiglie rivali, e fino a che non riusciranno a rendere clemente il principe, in modo che questi possa un giorno permettere a Romeo di tornare dalla sua amata. Un servo fidato sarà il suo informatore su tutto quanto accadrà a Verona. Romeo, motivato alle sue sagge parole, trova nuova forza e si decide a fare quanto detto, perciò la balia gli consegna l'anello che gli ha dato Giulietta. Romeo è ora determinato più che mai a raggiungere la sua amata sposa. E' sera. Alla casa dei Capuleti, il padre di Giulietta, avendo perso una cara persona di famiglia e sapendo la loro figlia molto triste, si decide a concedere la mano di Giulietta a Paride lì presente. Madonna Capuleti dovrà informare la figlia che sarà presa in moglie dal conte il terzo giorno a partire da oggi. Paride, che aveva già in passato chiesto la mano di Giulietta, è soddisfatto. La partenza di Romeo "Vuoi già partire? Il giorno è ancor lontano: era l'usignolo e non l'allodola, a ferir del suo canto il cavo dell'orecchio tuo trepidante nell'attesa." (Giulietta) "Era l'allodola, l'araldo del mattino; e non già l'usignolo." (Romeo) Dalla finestra che guarda verso il giardino, Romeo e Giulietta dopo una notte d'amore stanno per darsi l'addio. Le prime luci che attraversano il cielo inducono Romeo ad andarsene per non essere scoperto. A interrompere il loro addio è l'arrivo della balia che entrando nella stanza, avvisa Giulietta che sua madre sta salendo in camera sua. Romeo è costretto con intenso dolore a dire addio alla sposa con un ultimo bacio. Un giorno, ne è sicuro, si incontreranno ancora. Giulietta ha le lacrime agli occhi per la partenza di Romeo e quando la madre entra nella sua stanza, crede che la sua tristezza sia dovuta alla morte di Tebaldo. Giulietta, notando il rancore della madre verso Romeo, finge di essere addolorata per la morte del cugino, mostrando il desiderio di vendetta nei confronti di Romeo. Così facendo asseconda la madre nel piano di vendetta allo scopo di conoscerne le intenzioni e muoversi così in anticipo per proteggere il suo sposo. Viene così a sapere dalla madre che un servo della loro casa sarà incaricato di scoprire dove dimora Romeo per farlo avvelenare. Giulietta si offre quindi di preparare il veleno procurato dal servo in modo tale che Romeo lo riceva e si addormenti in un quieto sonno. La madre, compiaciuta, le dà infine quella che secondo lei sarà una lieta sorpresa per la figlia: suo padre che ha a cuore la sua felicità, farà sì che Paride la prenderà in sposa quel giovedì. Giulietta senza indugiare rifiuta in modo secco la decisione del padre aggiungendo anche che preferirebbe sposare Romeo che aborrisce, piuttosto che Paride. La reazione del padre, al rifiuto di Giulietta, è tremenda. Non vuole sentire ragioni, si sente colpito nell'orgoglio e minaccia la figlia che se non accetterà, l'abbandonerà al suo destino, togliendole tutto: dovrà abbandonare casa, parenti e amici perché il padre non la riconoscerà più. "Se non vuoi sposarti, vedrai bene in che modo saprò perdonarti: andrai pure a brucare l'erba dove più ti talenta, ma di certo non abiterai più in questa casa. Pensaci bene, perché non son di quelli soliti a scherzare" (Capuleti). Giulietta cerca una soluzione attraverso la balia che finora era sempre stata dalla sua parte ma che ora, vedendo la dura reazione del padre, ha un improvviso cambio di vedute: le suggerisce di sposare il conte Paride e dimenticare Romeo, il quale, ormai esiliato è come se fosse morto, perché non lo rivedrà mai più. Oltre a ciò lo paragona ad uno strofinaccio dichiarando che Paride è molto meglio. Sposandolo, recupererebbe il rispetto del padre e infine si troverebbe ad avere un marito accanto. Baldassarre non fa obiezioni e ritira la borsa che gli porge Romeo. Quest'ultimo, apprezzando la cieca obbedienza del servo, gli dà l'addio salutandolo augurandogli ogni bene. Vedendo il volto sconvolto di Romeo decide di non andarsene per non lasciarlo solo. Romeo, con il piccone dissotterra la tomba, per rivedere il volto della sua sposa e per morire accanto a lei. Paride, nascosto nella notte, sospetta che Romeo sia venuto in quel luogo per compiere qualche atto nefando sui cadaveri dei Capuleti e vendicarsi di loro. Esce così allo scoperto dichiarando che gli impedirà di compiere la sua vendetta. Romeo di tutta risposta, gli dice che è venuto lì proprio per morire, intimandogli di fuggire, perché non ha nessuna intenzione di commettere un ulteriore peccato in aggiunta a quelli che ricadono già sul suo capo. "Non indugiare, parti! Vivi, per raccontare quind'innanzi in giro che la misericordia d'un pazzo ti ha chiesto di fuggire." (Romeo) "Io sfido tutti i tuoi scongiuri, e qui t'arresto con nome di fellone!" (Paride) Così, si battono in duello. Il paggio, vedendoli lottare, dice che andrà a chiamare la guardia. E' Paride ad avere la peggio contro la furia di Romeo che ha combattuto con l'unico scopo di restare da solo con Giulietta, sostenuto dalla forza del suo intento. Prima di morire, il vinto chiede a Romeo di seppellirlo accanto a Giulietta. Romeo, che a causa del buio della notte e della frenesia della battaglia non poteva scorgere i lineamenti del volto dell'avversario, comprende di aver combattuto con il parente del caro amico Mercuzio, il nobile conte Paride. Gli pare allora di ricordare che il suo servo Baldassarre, durante la cavalcata verso il sepolcro, gli avesse detto che Giulietta avrebbe dovuto sposare Paride. Allora il suo rispetto cresce e depone il corpo nella tomba dove è sepolta Giulietta e le parla... "Oh, amor mio! Mia sposa! La Morte, che ha succhiato il miele del tuo fiato, non ha ancora potuto trionfare sulla tua bellezza. Tu non sei ancor vinta". (Romeo) Vicino a Giulietta vede anche Tebaldo, suo cugino. Chiede il suo perdono per aver spezzato la sua giovane vita. Gli occhi di Romeo, tornano a posarsi sull'amata e vede che la morte non ha minimamente intaccato la sua bellezza. "Ah, cara Giulietta perché sei ancora tanto bella? Debbo credere forse che la Morte immateriale provi amore e quel mostro aborrito di magrezza ti tenga qui al buio per far di te la sua amante?" (Romeo) Al fine di restare per sempre con Giulietta, decide di compiere ciò che ha premeditato, bevendo senza indugi la mistura che gli ha dato lo speziale. Il veleno è potente e Romeo muore in un attimo. Frate Lorenzo, incontrando Baldassarre, viene a sapere da questi che Romeo si trova dentro il sepolcro da mezz'ora e che non ha potuto avvicinarsi al suo padrone. Frate Lorenzo, ha un brutto presentimento: scende da solo nei sotterranei del sepolcro trovando il corpo di Paride, immerso nel sangue e Romeo, pallido ed esanime. Giulietta si ridesta e vedendo Frate Lorenzo, chiede dove si trovi il suo Romeo. Nel frattempo si sentono dei rumori provenire da fuori. Qualcuno sta arrivando. "Un potere troppo grande ha sbaragliato i nostri disegni. Andiamo, vieni via. Il tuo sposo giace spento, là sul tuo seno. Ed anche Paride è spento." (frate Lorenzo) Frate Lorenzo dice a Giulietta che la farà entrare in una comunità di pie sorelle e che non indugi a far domande perché non c'è tempo. Giulietta però rifiuta di muoversi da lì. Le guardie stanno arrivando e Frate Lorenzo, non potendo fare nulla per dissuadere Giulietta, colto dalla paura, abbandona il luogo. La fanciulla nota il veleno che ha utilizzato Romeo per darsi la morte e, vedendo che non ne è rimasta nemmeno una goccia, gli bacia le labbra nella speranza di trovarvene una traccia e di morire insieme a lui. Giulietta, dopo aver baciato il suo Romeo, comprende che non è rimasto abbastanza tempo e in tutta fretta prende il pugnale di Romeo e si colpisce al seno. "Qui arrugginisci, e lasciami morire." (Giulietta) Così, cade morta sul corpo di Romeo. Nel frattempo ritorna il paggio di Paride che indica il luogo alla guardia: "Laggiù dove arde la fiaccola". La guardia, manda alcune sentinelle a cercare tutt'intorno al cimitero e stanare chiunque si trovi nei paraggi. Successivamente si reca nel luogo dell'accaduto, ordinando ad altri uomini di guardia di chiamare il Principe, i Capuleti e i Montecchi. Le guardie trovano al cimitero, Baldassarre e il frate, entrambi sospetti e trattenuti fino all'arrivo del principe e di tutti gli altri. Capuleti e sua moglie assistono per la seconda volta alla morte della loro figliola. A Montecchi, oltre alla moglie morta di dispiacere per l'esilio del figlio, tocca vedere morto anche il figlio. Il Principe invita i sospettati a parlare. Frate Lorenzo, fra questi la persona più sospettata, racconta nei minimi dettagli ciò che è successo, testimone di una vicenda che lo trae in causa e lo discolpa allo stesso tempo: dal matrimonio segreto con Giulietta, al rifiuto di lei a lasciare il sepolcro scegliendo, come è stato poi visto da tutti, di morire. Il Principe interpella anche Baldassarre, il quale, una volta detta la verità, porge al principe la lettera che avrebbe dovuto consegnare al padre di Romeo. Dopo aver interrogato anche il paggio che era corso dalla guardia per avvisarla dello scontro fra Romeo e Paride, trae le naturali conclusioni leggendo la lettera indirizzata al padre di Romeo. Lo scritto conferma l'accaduto, così come è già stato rivelato dal frate, aggiungendo anche della decisione di Romeo di morire avvelenato accanto all'amata. "Capuleti! Montecchi! Vedete anche voi qual flagello s'è abbattuto per il vostro odio, e come il cielo s'è dovuto servire dell'amore per uccidere le vostre gioie! E io stesso per aver chiuso gli occhi sulle vostre fazioni, ho dovuto perdere una coppia di congiunti: siamo tutti puniti!" (principe) Capuleti porge la mano a Montecchi in segno di pace, chiamandolo Fratello, chiedendogli di accogliere in quella stretta, la dote di sua figlia. Montecchi dice che farà innalzare un simulacro a Giulietta d'oro puro, in modo che nessuna immagine, fino a quando durerà la fama di Verona, avrà maggior pregio della fedele Giulietta. Capuleti, di risposta dice che Romeo, giacerà appresso la sua donna in un simulacro altrettanto prezioso. "Andate pure, e dibattete ancor fra voi i motivi di questi tristi casi. Alcuni saranno perdonati, altri puniti. Perocché non vi fu mai alcuna storia più dolorosa che questa di Giulietta e del suo Romeo." (Principe)