Scarica Gestione e Riciclo degli Imballaggi: Tipi, Raccolta Differenziata e Consorzi e più Appunti in PDF di Gestione dei rifiuti solo su Docsity! Lez.5 del 18/10/2016 – Il recupero dei materiali La gestione dei rifiuti e il sistema economico sono strettamente correlati, in particolare ad uno dei processi fondamentali del ciclo integrale della raccolta dei rifiuti, cioè la raccolta differenziata. Dai rifiuti abbiamo un recupero di materia ed uno di energia e sappiamo che per ottenere un recupero di materia che mira ad essere economicamente sostenibile è necessario raccogliere flussi di materia con caratteristiche omogenee in funzione delle caratteristiche dei materiali. Mentre la parte residuale del rifiuto raccolta in maniera indifferenziata vengono trattati in maniera diversa. Il problema è cosa farne di questi flussi di materia, colui che se ne occupa non è l’impresa o il professionista, ma è il comune. L’ente pubblico che si trova a doversi fare carico della gestione di materiale omogeneo raccolto in maniera differenziato. Il comune una volta che ha questo materiale, teoricamente dovrebbe individuare un’impresa a cui affidare la materia attraverso una gara. E’ semplice per i comuni grossi, ma per quelli di 1000 -500 abitati devono diventare imprenditori che gestiscono questi rifiuti in maniera differenziata, e questo si rivela economicamente non sostenibile. A livello normativo questo problema è stato affrontato. La risorsa economica per far funzionare il sistema è data dai consumatori. Il recupero di materiali raccolti in maniera differenziata è costituito in gran parte dall’organico (scarti di cibo) e materiali secchi (imballaggi). I materiali secchi consentono la produzione di nuova materia e provengono per lo più da imballaggi, è cosi evidente che nel 152/2006 la gestione del recupero degli imballaggi è chiaramente rappresentata dal TITOLO II “gestione imballaggi” Art, 217-226 e dal TITOLO III “gestione particolare categorie di rifiuti” Art. 227-237 L’imballaggio di fatto è un punto fondamentale del recupero di materia cosi tanto da far si che nel testo unico ambientale troviamo la definizione di Imballaggi dall’art. 218 del D.Lgs. 152/2006: Imballaggio: il prodotto, composto di materiali di qualsiasi natura, adibito a contenere determinate merci, dalle materie prime ai prodotti finiti, a proteggerle, a consentire la loro manipolazione e la loro consegna dal produttore al consumatore o all'utilizzatore, ad assicurare la loro presentazione, nonché gli articoli a perdere usati allo stesso scopo. Quando parliamo di imballaggi abbiamo diversi tipi di imballaggi: imballaggi per la vendita (ad esembio la bottiglietta d’acqua) , ma questi sono consegnato al punto di vendita attraverso ulteriori imballaggi, che chiaramente sono trasportati attraverso altri imballaggi, quindi possiamo distinguere due tipi di imballaggi : Imballaggi primari, Imballaggi secondari e Imballaggi terziari. Imballaggio per la vendita o imballaggio primario: imballaggio concepito in modo da costituire, nel punto di vendita, un'unità di vendita per l'utente finale o per il consumatore. (es. pacchetto di sigarette). Imballaggio multiplo o imballaggio secondario: imballaggio concepito in modo da costituire, nel punto di vendita, il raggruppamento di un certo numero di unità di vendita, indipendentemente dal fatto che sia venduto come tale all'utente finale o al consumatore, o che serva soltanto a facilitare il rifornimento degli scaffali nel punto di vendita. Esso può essere rimosso dal prodotto senza alterarne le caratteristiche. (es. la stecca di sigarette). Imballaggio per il trasporto o imballaggio terziario: imballaggio concepito in modo da facilitare la manipolazione ed il trasporto di merci, dalle materie prime ai prodotti finiti, di un certo numero di unità di vendita oppure di imballaggi multipli per evitare la loro manipolazione ed i danni connessi al trasporto, esclusi i container per i trasporti stradali, ferroviari marittimi ed aerei. (es il cartone per trasportare le stecche). Imballaggio riutilizzabile: imballaggio o componente di imballaggio che è stato concepito e progettato per sopportare nel corso del suo ciclo di vita un numero minimo di viaggi o rotazioni all'interno di un circuito di riutilizzo. Il riutilizzo del materiale prevede il riutilizzo del bene per l’obiettivo iniziale per cui esso è stato concepito. Altre definizioni utili sono quelle del riutilizzo, riciclaggio, recupero e smaltimento presenti sempre nell’ art. 218 del D.Lgs. 152/2006: Riutilizzo: qualsiasi operazione nella quale l’imballaggio concepito e progettato per poter compiere, durante il suo ciclo di vita, un numero minimo di spostamenti o rotazioni è riempito di nuovo o re- impiegato per un uso identico a quello per il quale è stato concepito, con o senza il supporto di prodotti ausiliari presenti sul mercato che consentano il riempimento dell’imballaggio stesso . Riciclaggio: ri-trattamento in un processo di produzione dei rifiuti di imballaggio per la loro funzione originaria o per altri fini, compreso il riciclaggio organico (aerobico o anaerobico) e ad esclusione del recupero di energia. Recupero: le operazioni che utilizzano rifiuti di imballaggio per generare materie prime secondarie, prodotti o combustibili, attraverso trattamenti meccanici, termici, chimici o biologici, inclusa la cernita e, in particolare, le operazioni previste nell'Allegato C alla parte quarta del presente decreto. Smaltimento: ogni operazione finalizzata a sottrarre definitivamente un imballaggio o un rifiuto di imballaggio dal circuito economico e/o di raccolta e, in particolare, le operazioni previste nell'allegato B alla parte quarta del presente decreto. Quando parliamo di recupero definiamo il valore del bene, nel momento in cui noi smaltiamo sottraiamo quel bene al ciclo economico, quindi quel bene non ha più un valore economico nel momento in cui viene smaltito. Per ognuno di questi materiali secchi vi è un consorzio di filiera. Il consorzio Co.Na.I è tenuto per legge a redigere un programma generale per la prevenzione e gestione degli imballaggi. Nell’ambito della prevenzione il consorzio svolge delle attività per la prevenzione della produzione di imballaggi infatti : Il Programma generale di Prevenzione e Gestione degli Imballaggi e dei rifiuti di Imballaggi è il documento che il Co.Na.I. predispone ogni anno definendo, per l’anno di riferimento, le linee guida, le azioni e le misure relative ai seguenti obiettivi: Prevenzione della formazione dei rifiuti d’imballaggio; Accrescimento della proporzione della quantità di rifiuti d’imballaggi riciclabili rispetto alla quantità d’imballaggi non riciclabili; Accrescimento della proporzione della quantità di rifiuti d’mballaggi riutilizzabili rispetto alla quantità di imballaggi non riutilizzabili; Miglioramento delle caratteristiche dell’imballaggio allo scopo di permettere ad esso di sopportare più tragitti o rotazioni nelle condizioni di utilizzo normalmente prevedibili; Realizzazione degli obiettivi di recupero e riciclaggio. Quindi il Co.Na.I è uno dei principali attori piano nazionale di quella logica di eco-design, con la necessità di creare un imballaggio che consente un recupero di materia in misura maggiore. I costi della raccolta differenziata, del riciclaggio e del recupero dei rifiuti di imballaggio sono distribuiti tra produttori ed utilizzatori di imballaggi attraverso il Contributo Ambientale (CAC), determinato sulla base del Programma generale di Prevenzione e Gestione. Il CAC: viene calcolato in proporzione alla quantità totale, al peso e alla tipologia di materiale di imballaggio immesso al consumo; viene stabilito dal CO.NA.I. per ogni singola tipologia di materiale; è dovuto dal soggetto obbligato al momento della prima cessione effettuata sul territorio nazionale. Il CAC viene retribuito dai consumatori attraverso delle voci di costo racchiuse nel prezzo di vendita, quindi nel prezzo che noi paghiamo per un oggetto pagheremo anche il contributo per lo smaltimento dei rifiuti. Alle imprese viene chiesto non solo di preoccuparsi dell’impatto ambientale del processo produttivo, ma anche, sulla base del concetto di Responsabilità Condivisa, di esercitare una responsabilità sul prodotto, sia nell’uso che ne viene fatto, sia nello smaltimento a fine ciclo. Il Sistema Co.Na.I. si basa sull’attività di sei Consorzi rappresentativi dei materiali che vengono utilizzati per la produzione di imballaggi. Ognuno deve coordinare, organizzare ed incrementare, per ciascun materiale, il ritiro dei rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata, la raccolta dei rifiuti di imballaggio dalle imprese industriali e commerciali e l’avvio al recupero ed al riciclo. Il sistema Co.Na.I ha sei consorzi di filiera per l’organizzazione dei servizi di gestione dei diversi materilai che sono: Ricrea - Consorzio nazionale riciclo e recupero imballaggi acciaio; Partecipano i produttori della materia prima e dei contenitori d’acciaio per imballaggio (in prevalenza banda stagnata) ma anche banda cromata, nera e lamierino. CiAl - Consorzio Imballaggi Alluminio; Raggruppa le maggiori aziende di produzione e di trasformazione di imballaggi in alluminio. La loro produzione rappresenta oltre il 95% degli imballaggi in alluminio immessi sul mercato nazionale. Oltre alle lattine per bevande, sono imballaggi in alluminio anche le vaschette, i tubetti, le capsule e i vari tipi di scatolame. Gli imballaggi in alluminio possono essere rigidi, semirigidi, flessibili e accoppiati. Comieco - Consorzio nazionale per il recupero ed il riciclo degli imballaggi a base cellulosica; aderiscono aziende rappresentate principalmente dalle cartiere, dagli importatori di carta per imballaggi e dai fabbricanti di imballaggi in carta, cartone e cartoncino, sacchi e shopper. RiLegno - Consorzio nazionale per il recupero ed il riciclaggio degli imballaggi in legno; partecipano fornitori di materiali, fabbricanti di imballaggi ortofrutticoli, di pallet e di imballaggi industriali, utilizzatori che importano imballaggi in legno pieni, quelli che provvedono direttamente sia alla produzione sia al riempimento, tutti gli enti e le imprese che riciclano rifiuti di imballaggio in legno. Co.Re.Ve. - Consorzio Recupero Vetro; Raggruppa circa 100 imprese, che costituiscono il 100% del mercato. Partecipano produttori e importatori di imballaggi in vetro, utilizzatori che producono in proprio imballaggi e provvedono al loro riempimento, nonché importatori di imballaggi in vetro pieni. CoRePla - Consorzio per la raccolta, il riciclaggio ed il recupero degli imballaggi in plastica; È il più grande fra i Consorzi del settore in Italia e il secondo in Europa, con 2623 imprese consorziate. Aderiscono al Consorzio produttori ed importatori di materie plastiche per imballaggio, utilizzatori che provvedono in proprio alla fabbricazione di imballaggi in plastica e al loro riempimento o che importano imballaggi in plastica pieni, e riciclatori di rifiuti di imballaggi in plastica. La competenza di questi consorzi di filiera è quello di organizzare il sistema di lavorazione e riutilizzo di questi materiali lavorati, a fronte di un compenso economico. Il D.Lgs 152/06 (art. 221) prevede che le imprese produttrici di imballaggi organizzino luoghi di raccolta ove le imprese utilizzatrici possano conferire i rifiuti di imballaggio secondari e terziari non conferiti al servizio pubblico di raccolta. Questi luoghi di raccolta sono delle piattaforme integrate che si occupano della raccolta di più frazioni merceologiche, e sono obbligate nella ricezione del materiale che proviene dalla raccolta differenziata che ha determinate caratteristiche e determinati valori economici e all’acquisizione dei rifiuti di imballaggio secondari e terziari non conferiti al servizio pubblico di raccolta. (es. IKEA conferisce i suoi imballaggi direttamente alla piattaforma). Il Decreto prevede che la raccolta, il riciclo ed il recupero dei rifiuti di imballaggio secondari e terziari sia di competenza del Sistema delle Imprese. In questo quadro Comieco, Corepla e Rilegno hanno realizzato un network di piattaforme sul territorio nazionale in grado di ricevere gratuitamente i rifiuti di imballaggio provenienti dalle imprese industriali, commerciali, artigianali e dei servizi, in alternativa al servizio pubblico di raccolta o ad altri servizi svolti da imprese private. Ad oggi le piattaforme sono 501. Il sistema di gestione della raccolta differenziata all’interno dei comuni funziona grazie al riferimento normativo che passa sotto il nome di Accordo ANCI (associazione nazionale dei comuni italiani) - CoNaI che viene rimodulato ogni cinque anni, è un accordo di Programma Quadro per la Raccolta ed il Recupero dei Rifiuti di Imballaggio che: definisce i corrispettivi economici che il Co.Na.I riconosce ai Comuni per la raccolta differenziata degli imballaggi, le condizioni per il ritiro ed i relativi obblighi a carico dei contraenti; si traduce in specifiche convenzioni operative fra i sei Consorzi di filiera ed i Comuni o i gestori del servizio di raccolta differenziata. I comuni devono essere membri dell’ANCI e hanno diritto alle condizioni contrattuali di questo accordo, e quindi possono conferire il rifiuto raccolto in maniera differenziata alle piattaforme di filiera del CONAI. Questo principio stabilito dallo statuto del CoNaI obbliga a ricevere i rifiuti dalla raccolta differenziata che hanno un valore di mercato. La norma ha l’obiettivo di evitare che i comuni debbano andare sul mercato per farsi riconoscere il valore del bene derivante dalla raccolta differenziata. L’accordo stabilisce quali sono i corrispettivo che CONAI deve riconoscere al comune che ha raccolto quei rifiuti attraverso la raccolta differenziata. E qui entra in gioco il fatto che al comune interessa raccogliere i rifiuti in maniera differenziata, nei limiti indirizzati dal quadro normativo ad oggi il 65% ed al minor costo per la collettività. In merito ai corrispettivi sono penalizzati dall’impurità presente nel rifiuto conferito, ovviamente il CoNaI ricicla quel bene tirandone fuori un valore. Il materiale conferito deve essere effettivamente recuperabile altrimenti i corrispettivi saranno inferiori o nulli per i comuni, l’Accordo Quadro 2014-2019 redatto su base quinquennale prevede che essi: consentano la crescita dimensionale salvaguardando le caratteristiche qualitative, penalizzando i conferimenti con elevati livelli di scarti. siano quelli indicati negli Allegati tecnici, rivalutati di anno in anno in misura del 95% dell’indice NIC (Indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività) relativo all’anno solare precedente. I corrispettivi sono dati in base alle fasce di qualità che poi verranno retribuiti al comune. La parte di materiale che si va a scartare da quello che realmente viene riciclato viene smaltito in discarica o ad altri impianti di trattamento e questo ovviamente è a carico del comune che conferisce questi materiali. Il ristoro economico che il comune conferisce dipende dalla qualità del rifiuto conferito agli impianti. Il comune può lavorare direttamente con la piattaforma, per cui fa un accordo con la piattaforma e porta i rifiuti in maniera differenziata e la piattaforma li riconosce . Ma molto spesso l’approccio è diverso, il comune non si rivolge proprio alla piattaforma ma bensì alla società a cui affida il servizio di raccolta dei rifiuti, la scelta viene fatta attraverso una gara d’appalto nel quale viene definita la scelta dei mezzi , il personale pubblico impiegato per le attività di raccolta. Il comune delega così l’impresa a gestire i rapporti con il CoNaI, quindi il vantaggio sostanziale del comune è quello di definire dei costi certi del servizio di raccolta differenziata all’interno del suo comune. In questo caso l’impresa dovrebbe promuovere una campagna di sensibilizzazione del cittadino affinché faccia una raccolta differenziata al meglio. Quindi in particolare abbiamo tre tipologie di ordinamento: Gestione in economia (schema A): dove il comune svolge il servizio in economia direttamente, il comune conferisce direttamente al consorzio di filiera e riscuote direttamente il corrispettivo in proporzione alla quantità e alla qualità dei materiali che è riuscito a raccogliere in maniera differenziata; Servizio in concessione con delega (schema B): Il comune delega al gestore terzo, che molto spesso è la società che gestisce la raccolta, a mantenere il rapporto con il consorzio di filiera. Il consorzio di filiera versa il corrispettivo del materiale recuperato direttamente al gestore terzo. Il comune invece ha un accordo a monte con il gestore, quindi potrebbe esserci una piattaforma terza di lavorazione del secco multi-materiale, che non è CoNaI, che lavora il rifiuto del comune che lo trasferisce al consorzio di filiera. Quasi sempre questo gestore terzo ed il consorzio di filiera sono la stessa cosa, quindi il comune delega l’impresa che gestisce il consorzio di filiera, gli trasferisce i rifiuti alla piattaforma (anche con qualità non altissima) ed il consorzio di filiera riconosce un corrispettivo o decrementa il costo di conferimento. In alcuni casi questo gestore è quello che fa anche il servizio di raccolta all’interno dell’area urbana che poi conferisce al consorzio di filiera e si prende il corrispettivo, in funzione di valutazione delle fasi di pianificazione del servizio. Servizio in concessione senza delega (schema C): abbiamo un gestore terzo ma il corrispettivo viene versato al comune e poi il comune paga il gestore terzo. In regione Campania nel mese di maggio ha definito la nuova legge regionale dei rifiuti 14/2016 e identifica l’opportunità in determinati ambiti ERA (enti rifiuti di ambito) di un organizzazione integrata del servizio industriale di gestione dei rifiuti urbani , dallo spazzamento al trasporto ed il recupero dei rifiuti. La legge suddivide il territorio della regione Campania in cinque aree in corrispondenza delle provincie e prevede che questi enti d’ambito, costituiti dai consorzi dei comuni delle provincie d’appartenenza, affidino mediante una gara il servizio in gestione sull’intero territorio provinciale. Un po’ come accade nel ciclo integrato del servizio di rete integrato con la differenza che, mentre la legge nazionale impedisce il servizio di rete integrato di affidare segmenti differenziati di servizio, cioè c’è un unico gestione dall’astrazione al ricircolo dell’acqua, quindi il servizio di gestione deve essere di un unico gestore, la legge regionale consente la possibilità di affidare dei segmenti di servizio a gestori terzi, all’interno dell’ente pubblico e consente l’individuazione di consorzi in comune all’interno dell’ambito che vengono distribuiti in SAD (sotto ambiti distrettuali) che possono, su accettazione degli enti d’ambito, affidare il servizio a gestori diversi. Ad esempio Salerno nel quale si può affidare ad un unico gestore il servizio integrale di gestione dei rifiuti solidi urbani delle provincia di Salerno, comporterebbe delle dimensioni enormi dell’azienda di gestione. Quindi affidare a più aziende questo servizio comporta dei costi minori e delle maggiori efficienze di servizio in funzione della scala dei servizi e all’opportunità di utilizzare in maniera integrata gli impianti a servizio del sistema, ad esempio in Campania abbiamo un unico termovalorizzatore, e per ogni ambito territoriale in base all’ERA (ente rifiuti di ambito) abbiamo un numero limitato di impianti, che potranno essere a servizio dell’interna provincia o di un insieme significativo della provincia. E’ chiaro che per quanto riguarda lo spazzamento ed il trasporto ci sono delle condizioni che rendono il trattamento della frazione organica che rendono opportuno una separazione del servizio su più ambiti distrettuali. Uno dei terrori che ha sempre colpito l’immaginario collettivo è quello di non utilizzare operai locali per questi servizi per non avere danni economici ad esempio utilizzare operai napoletani per lavorare nel cilento. l’identificazione del servizio integrato a scala d’ente d’ambito è un obbligo di legge, consentendo la possibilità di affidare segmenti separati del servizio di gestori diverso. Questa norma definisce la gestione in ambiti omogenei dovrebbe avere dei costi di gestione comparabili, ma questi costi in realtà sono strettamente differenti, questo è legato al fatto che vi sono amministrazioni comunali che lavorano con metodologie differenti.