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SCHEMA SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE E MEDIA DIGITALI COMPLETO, Schemi e mappe concettuali di Sociologia Dei Media

riassunto schematico del corso, da slide e appunti

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2020/2021

In vendita dal 22/01/2022

CL18
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Scarica SCHEMA SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE E MEDIA DIGITALI COMPLETO e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Sociologia Dei Media solo su Docsity! sjbttvoup!tpdjpmphjb! Sistema dei media influisce sul nostro modo di: produrre e consumare cultura, agire e mobilitarci, informarci e formare un’opinione → importanti azioni collettive La digitalizzazione ha cambiato le relazioni nei confronti dell’opinione pubblica: teorie classiche e privacy. Le grandi infrastrutture su cui viaggiano le info. sono essenzialmente digitali (social: piattaforma della contemporaneità) opinione pubblica: idea che caratterizza fortemente la maggior parte dei cittadini media in Italia: fase di transizione, digitalizzazione a tappe forzata (pandemia). Intrattenimento, informazione MA commercio elettronico, mantenimento legami sociali, smart-working, didattica a distanza. incremento potenza di rete: Opinione pubblica contrastante: favorevoli dubbiosi: privacy, accesso dei minori online, truffe, dipendenza dai social la comunicazione attraverso i media viene vista come un mezzo per legare la società, comunicare con accezione di “mettere in comune”. A volte i media vengono usati per influenzare l’opinione pubblica, ma anche quando non vengono messe in atto strategie e i media sono meno guidati, influiscono comunque. Walter Lippman: primo studioso dell’opinione pubblica. Più la società è complicata tanto più sarà complicata la sua o.p.. L’o.p. è fondamentale perché non sempre possiamo aver sperimentato noi stessi, e per questo dobbiamo basarci sulle esperienze e opinioni altrui per formare una nostra opinione. Società moderne: nascono in contemporanea con l’o.p., il modo di vivere va complessificandosi e per questo c’è bisogno di avere delle opinioni riguardo a temi pubblici di grande importanza (temi sociali, politica ecc.). l’opinione pubblica nasce grazie a: p Alfabetizzazione: più persone possono capire e diffondere notizie p Nascita di circoli culturali e politici: dove discutere su argomenti e formare opinioni p Libertà di espressione: accesso alle informazioni e possibilità di diffonderle p Diffusione dei media Dopo Lipmann altri studiosi iniziano a focalizzarsi sull’op. ma non solo su cosa sia, ma anche come nasce. Deutsch negli anni 60 elabora un modello detto a cascata, una serie di relazioni a catena che partono dall’élite e arrivano al demos. L’élite economiche e sociali sono quei gruppi che hanno maggiore accesso alle informazioni e per questo anche una maggiore influenza sull’opinione pubblica, questi gruppi discutono e formano delle opinioni, che grazie ai media, che fanno da ponte, vengono diffuse. I leader d’opinione si fanno portavoce e queste opinioni, formate nelle élite, arrivano al demos, ossia ai cittadini. Quando i media tradizionali vengono sostituiti da quelli digitali il processo si modifica e viene creato il modello a ribollimento, dove tra i cittadini nascono in modo spontaneo delle opinioni contrastanti appartenenti a piccoli sottogruppi, nascono dal basso e grazie alla rete hanno più possibilità di essere visti. Prima, con i media tradizionali, chi non aveva la possibilità e i mezzi per essere visto non poteva arrivare a formare l’opinione pubblica, con la rete invece cambia e anche questi sottogruppi iniziano ad entrare in questo processo di formazione dell’o.p. e ad influenzarlo. (Friday for future…) media oggi: la digitalizzazione ha anche altri effetti. Nascono dei gruppi forti e coesi con una loro opinione che porta alla moltiplicazione e frammentazione di sottogruppi e quindi alla conseguente perdita di importanza dell’opinione pubblica della maggioranza. Queste nicchie (enclave) diventano sempre più forti. Quandt: nel 2012 scrive che sono più importanti gruppi di opinione pubblica piccoli ma forti, rispetto all’opinione pubblica della maggioranza ma debole. L’opinione pubblica della maggioranza non è funzionale a tutte le componenti della società → società frammentata in piccoli gruppi che si riconoscono in idee condivise. collettiva: pensare collettivo della maggior parte dei cittadini situata: ha dei confini spazio- temporali. rappresenta un agglomerato di persone non unitaria: insieme delle correnti di opinione anche contrastanti sistema di credenze sulla cosa pubblica opinion leader: KOL key opinion leader. Emergono durante lo studio del rapporto tra media e op. Persone con un grande potere comunicativo, godono del prestigio e detengono mezzi x influenzare l’op. Persone ai quali i cittadini si rivolgono x consigli, opinioni e punti di vista (riconosciuti dal basso) Se ne occupano Katz e Lazarsfel tra gli anni 40 e 50, teorizzano il “Two step flow of communication” Questa teoria nasce in un momento in cui si era diffusa l’idea che tutto ciò che veniva detto nei media influenzasse le persone, sulla base di questo pensiero i 2 sociologi fanno 2 ricerche: 1. the people’s choice per vedere come i mezzi di comunicazione di massa influenzassero i cittadini americani durante le elezioni. Intervistano delle persone in Ohio e scoprono che più che la radio e la stampa, ciò che influenzava le persone a cambiare idea sulle loro scelte politiche erano i gruppi di discussione. Emerge anche che, chi cambiava idea, lo faceva per votare diversamente da famiglia ed amici. All’interno di questi gruppi di discussione c’erano delle persone più influenti di altre, gli opinion leader, più esposte ai media e più informate. Negli anni 50 dalle scelte di voto i 2 studiosi iniziano ad analizzare le scelte di consumo, arrivando alla 2° ricerca 2. personal influence Riguardava l’influenza dei mass media sulle scelte di consumo delle donne in una piccola cittadina statunitense in aree di prodotti di mass market, fashion e cinema. Ciò che si scopre è che esistono leader d’opinione su qualsiasi tema della vita sociale e possono essercene anche più di uno. Gli studiosi elaborano quindi un modello sulla base di queste 2 ricerche: 2 step flow of communication Questo modello prende il nome dall’azione di filtro che fanno gli opinion leader tra i media e le reti sociali, possiamo distinguere infatti 2 tipi di flow: il primo che è quello che va dai media agli opinion leader; ed il secondo dagli opinion leader alle reti sociali. → questo significa che le informazioni non arrivano uguali a tutti perché vengono filtrati da leader diversi in base alla piattaforma; quindi, gli stessi contenuti hanno una diversa influenza in base al leader che li filtra. Il KOL ha quindi 2 caratteristiche: gatekeeping (filtro) e framing (modellizzazione, da un senso alle informazioni che gli arrivano). Il pubblico, da massa indistinta diventa un insieme di individui interconnessi attraverso la quale la comunicazione di massa viene veicolata. Le caratteristiche di un opinion leader mediale sono: gli studi di Lazerfeld e Katz vengono ripresi in discussione e si cerca di adattarli alla contemporaneità perché anche oggi ci sono temi di interesse comune e quindi anche opinion leader. Oggi vengono classificati secondo: § commitment (interesse in un determinato argomento) § leadership (essere rispettati come leader) § literacy (devono avere più conoscenze degli altri) § socievolezza (capacità di comunicare) § verticali: comunicano attraverso i media § orizzontali: agiscono all’interno della rete e sono riconosciuti solo dal loro gruppo § monomorfi: leader solo in un campo § polimorfi: influenza su più argomenti verticali e monomorfi → specifica area di influenza e visibilità nei media, punto di riferimento per gruppi diversi conoscenza: monomorfica e polimorfica influenza: locale o globale comportamento: positivi o distruttivi (ossia che puntano all’autorealizzazione carismatica e inducono i follower a cambi di opinione anche in direzioni false o che possono danneggiarli). orizzonte temporale: a lungo o breve termine, la distinzione nasce perché alcuni opinion leader possono essere legati a notizie di cronaca e perciò effimeri → quando la notizia non è più importante smettono anche gli opinion leader di avere importanza e di essere rilevanti media: ci dicono quali sono le opinioni dominanti p anni 70: modelli di opinione pubblica cumulativi e consonanti, argomentazioni utili a confermare la tua opinione (se quella della maggioranza) p anni 2000: cambia il sistema mediale, ma l’importanza dei media in questo contesto rimane uguale: ci devono dire qual è l’opinione dominante, ma a volte possono erroneamente farci sembrare che sia una, anche se non è così. minoranze rumorose Per diventare tali hanno bisogno di: inoltre, la loro risonanza sociale dipende dal modo in cui si pongono, devono suscitare clamore intorno a loro stesse, hanno grande abilità nel mettersi in scena in modo performativo movimenti ambientalisti → nascono negli anni 70 con Green Peace (1971), che inizialmente si presentava come una manifestazione contro gli esperimenti nucleari in Alaska per la costruzione delle armi. 2/ attivisti salgono su una barca, portandosi con sé dei giornalisti (media) vanno dove venivano svolti questi esperimenti, così che se avessero continuato sarebbero stati investiti dalle radiazioni. Questa storia è facile da raccontare, il debole contro il potente, il piccolo contro il grande, una piccola barca contro l’America. Ottiene risonanza mediatica per il gesto eroico svolto dagli attivisti, che trasformano questa manifestazione in un vero e proprio movimento a difesa dell’ambiente. 3/ Un altro episodio avviene nel 1975 quando con una piccola imbarcazione si mettono in contrapposizione alle enormi baleniere, contro la caccia alle balene. 4/ Più tardi iniziano ad attaccare dei banner su monumenti famosi, ottenendo sempre l’attenzione dei media e sfruttando la notorietà dei luoghi. 5/ Questi gesti eroici (uomini che rischiano la vita per il pianeta) diventano e si trasformano in veri e propri gesti performativi, come i flash mob, chiave comunicativa degli anni 2000. 6/ Ultimo spot contro il riscaldamento globale, chiamato Winter Is Not Coming, è un video dove in pochi minuti vengono riprese diverse citazioni di una famosa serie televisiva, Games Of Thrones, che rende il video virale e attira un target più ampio di utenti. Queste minoranze evolvono quindi con l’evolversi dei media. Teoria Della Coltivazione Ha una prospettiva più diacronica in quanto guarda nella distanza il rapporto tra media, contesto sociale e formazione dell’opinione pubblica. Nasce negli anni 70, grazie ad uno studioso, Georg Gerbner, e si basa sul concetto secondo il quale i media si fondano su un processo di storytelling. Per generare un processo di coltivazione, c’è bisogno che una cosa venga ripetuta costantemente. Gerbner riconosce ai media una funzione detta bardica, ossia secondo la quale ci propongono dei mondi, scenari e comportamenti sotto forma di storie. A questo proposito intervengono altri due studiosi, Fiske e Hartley (1978) che alla funzione bardica ne aggiungono altre: p creano un modello di valori: riconoscono ciò che è giusto o sbagliato p creano un senso di appartenenza p rassicurano le persone sul fatto che la loro personalità si basa sulla loro cultura p rassicurano la cultura della sua adeguatezza e ne ricercano le inadeguatezze per farla evolvere p spiegano i rapporti causa-effetto dei singoli p aiutano l’interpretazione della realtà per verificare tutto ciò viene fatta una ricerca su uno dei temi suggeriti da Gerbner: la violenza (67-85) si cerca di capire come il rapporto verso la realtà cambia in base ai messaggi veicolati dai media. Il risultato è che le persone maggiormente esposte al tema, per esempio in serie e programmi televisivi, avranno una percezione maggiore di quella che è realmente, ne consegue una sfiducia nel prossimo e nella società → visione della realtà è quindi distorta La coltivazione avviene quando viviamo in un ambiente simbolico dove vengono veicolati dei messaggi costanti e ripetuti che sostengono e nutrono l’opinione pubblica. In questo processo contribuiscono: accesso ai media coerenza e difesa di alcuni temi 1. le relazioni sociali i forti consumatori sono più esposti a fenomeni di coltivazione e meno abituati ad esprimere la propria opinione. Tornando al tasso di percezione della criminalità, questo è tanto più alto quanto più i consumatori sono forti. Questo però è più debole quando le persone hanno delle reti sociali e affettive strette, in quanto, alla propria opinione, ai messaggi veicolati dalla comunicazione, interferiscono anche le opinioni di chi mi sta intorno. 2. effetti di risonanza: i telespettatori che hanno avuto esperienze nel campo avranno maggiore sensibilità all’argomento. tipi di effetti di coltivazione: Con il nuovo sistema dei media, ossia con una molteplicità di offerte, di piattaforme, con una differenziazione del consumo e una selettività di quest’ultimo abbiamo una personalizzazione. Il mezzo televisivo continua ad esser uno strumento fondamentale, ma non abbiamo più un messaggio che viene costantemente ripetuto, perché ne abbiamo più di uno e per questo possiamo avere più effetti di coltivazione = non esiste lo storytelling di massa in quanto questo è targettizzato La personalizzazione dei contenuti porta ad un aumento dell’effetto di coltivazione, può renderlo più incisivo, in quanto le nostre scelte sono caratterizzate da un’omogeneità che condividiamo con persone con idee coerenti alle nostre. Grazie alla risonanza, inoltre, il fenomeno si potenzia. Si può ricadere però nell’overload informativo, perché abbiamo troppe informazioni rispetto agli anni 60/70 e per questo dobbiamo fare una selezione dei contenuti che ci vengono proposti, dobbiamo mettere un filtro e questo è facilitato anche dalla selezione algoritmica. La nostra selezione avviene mediante due processi: 1. scelta delle piattaforme 2. facciamo lo stesso con i contenuti→ information stratamentation finalità echo chambers: camere di eco, si formano affinché le persone possiamo trovare individui con idee coerenti alle loro in un contento dove le informazioni fornite sono troppe. Sono gruppi in cui vengono ripetute costantemente le stesse cose, un meccanismo di auto- conferma ininterrotto. Arrivano però insieme notizie filtrate e non, ed è difficile distinguerle. L’opinione pubblica fa più fatica a strutturarsi (i punti di vista rendono difficile la formazione di opinioni omogenee) = frammentazione. I rischi delle echo chambers sono: Carl Sustein afferma che stiamo correndo un rischio e che dovremmo imparare ad accettare le opinioni diverse dalle nostre, dobbiamo fare uno sforzo ad accettare punti di vista diversi da quelli che abbiamo scelto di seguire. Il lato tecnologico del fenomeno delle echo-chambers è chiamato filter bubble, ossia bolla filtrata che si crea intorno a noi grazie ai filtri che i media ci mettono. Viene definita come una serie di meccanismi di polarizzazione che dipendono da algoritmi dei social e dai motori di ricerca. determinata da: algoritmi, reti che frequento, mie pratiche quotidiane di primo ordine: sovrastiamo o sottostimiamo dei fenomeni secondo ordine: il pubblico mutua dai media, sentimenti e valori. Includiamo quindi alla realtà anche un sistema di valori che incorporiamo mediante un processo di coltivazione. ridurre la dissonanza cognitiva: vogliamo situazioni di conforto cercare sostegno informativo alle nostre idee attribuire un giudizio alla qualità dei media cercare consonanza con l’audience: media audience homophily ridurre l’elaborazione delle informazioni cybercascades: campagne d’odio verso chi la pensa diversamente, si intercetta la spirale del silenzio difficoltà di dialogo per soluzioni comuni influenza sul dibattito politico: i politici cercano di costruire relazioni con questi gruppi contrapposizione/ polarizzazione su dinamiche sociali Una ricerca ha provato a capire in base a cosa cambia la nostra esposizione alle news. Il filter bubble dipende da: p tipo di amici p tipo di news che condivido p modalità di interazione con il newsfeed (frequenza di connessione, click ai link, likes, interazione) misinformation: circolazione, intenzionale o non di voci non confermate che contribuiscono alla creazione di una convinzione condivisa, una credulità collettiva. Questo viene causato dal fatto che sui social tutte le notizie vengono appiattite allo stesso livello, nonostante abbiano un diverso statuto → difficile riconoscere i diversi livelli di affidabilità. Quando ci si imbatte con fake news si attua un altro processo di proattitudinal information, ossia una ricerca di informazioni che confermino ciò che ho letto. Tutti questi processi creano un’opinione pubblica frammentata e polarizzata, fatta di gruppi opposti in cui i processi sono finalizzati a confermare la propria convinzione. La credibilità delle news è incrementabile mediante un processo a cascata, un contenuto può raggiungere individui mediante diverse forme: fonti delle fonti trovate online, persone che commentano un contenuto, o il contenuto stesso. Questo porta ad una distorsione della realtà, trasformazione delle voci in informazione reale. Joshua Meyrowitz scrive un libro negli anni 80, “Il Senso Del Luogo” e adotta un approccio diverso, si focalizza sugli effetti dei media sui bambini e in generale sulla società, ha un approccio più culturale e guarda alla quotidianità. Per la sua opera mescola le visioni di 2 studiosi: Ci sono 3 ruoli che vengono messi in discussione da questo cambiamento nel sistema dei media: 2/ ruoli dell’essere: la società era organizzata tradizionalmente secondo i generi, e di conseguenza ci sono anche degli spazi di messa in scena e degli spazi riservati ad un backstage maschile o femminile → servono per costruire qual è il ruolo m. o f. i media estendono l’accesso alle informazioni e la costruzione dei ruoli diventa più permeabile 3/ ruoli del divenire: con l’estensione dell’accessibilità ai media si verifica una socializzazione anticipatoria, viene cambiato ciò che è pubblico e privato nei confronti delle fasce di età, alcune fasce vengono esposte alla socializzazione prima di quanto tradizionalmente venisse fatto e prima di avere i filtri e le conoscenze giuste per poterlo elaborare 4/ ruoli dell’autorità: viene anche qui spostato il confine, in questo caso della visibilità del backstage, vediamo il retroscena della vita delle persone che ricoprono certi ruoli e una specifica autorità. I media esibiscono e mettono a disposizione di persone comuni una serie di conoscenze tipiche di questi ruoli e la concezione cambia → diminuzione dello status, l’autorità perde d’importanza perché non ha più accesso esclusivo alle informazioni. La televisione ci fa guardare da un punto di vista laterale, vediamo quindi anche una parte di backstage, quello che noi continuiamo a non conoscere ora è chiamato profondo retroscena La situazione sociale diventa de-spazializzata: ossia vengono continuamente rinegoziate le regole. I nostri dispositivi sono mobili e ci permettono di portarci dietro il nostro universo mediale che possiamo adattare in base alle nostre esigenze comunicative, scegliamo noi quale situazione comunicativa previlegiamo. Possono quindi infilare spazi di backstage in spazi pubblici, una vera e propria rifunzionalizzazione degli spazi. Manuel Castells scrive una trilogia su cui si basa la sociologia dei media digitali, in cui studia la network society, ossia inizia a voler capire cosa succede se la rete si innesta con altri fenomeni. Tutto ciò lo fa in un contesto in cui abbiamo una moltiplicazione dei media, la comunicazione diventa sempre meno di massa ma più personalizzata, l’offerta mediale si diversifica e cerca di soddisfare le esigenze dei singoli. È in questo contesto che si innesta la comunicazione digitale, che avviene in contemporanea alla nascita del web nel 1989. Mc Luhan: caratteristiche tecnologiche dei media influenzano la società Goffman: le relazioni comunicative definiscono ruoli, regole e finalità dell’interazione convergono nell’analisi della struttura delle situazioni sociali: i media mutuano i contesti dell’interazione e i loro confini spazio-temporali. Televisione come secret exposing machine, ossia una macchina che espone il retroscena e il backstage 6/ modello di business ogni piattaforma per esistere sul mercato ha bisogno di un modello economico su cui poggiarsi, nella maggior parte dei casi è basato su una connessione iperprofilata (con un target preciso) tra utenti, contenuti, dati e pubblicità (spazi pubblicitari sulla piattaforma) le piattaforme capiscono di poter iniziare ad utilizzare i dati e le informazioni dei loro utenti per offrire alle aziende delle pubblicità mirate, precise, non solo i banner. È incoraggiata la cessione di informazioni personali in cambio di servizi utili agli utenti. Ci sono però altri modelli di business e altre declinazioni: 7/ condizioni di utilizzo terms of service, patto normativo di valore legale tra piattaforma e utenti, un insieme di obblighi reciproci e possibilità d’uso. Impongono norme e valori e le piattaforme possono intervenire nel caso in cui non venga rispettato. effetti sociali delle piattaforme Þ piattaformizzazione del web = al centro del nuovo sistema mediale c’è il web 2.0, un sistema di piattaforme. Contenuti, informazioni, prodotti culturali circolano e raggiungono gli utenti attraverso le piattaforme social che diventano mediatori e luoghi dove si negoziano le regole di convivenza Þ modellare la società online e offline = mediante � sharing e following: strutturate intorno ad azioni precodificate � datification: codifica comportamenti ed emozioni per poterle standardizzare ed elaborare come dati � mercificazione: trasformazione di contenuti ed informazioni in merci � selezione: utenti indirizzati verso alcuni contenuti mediante un processo data-driven Þ espressività come bene economico: individuo come collezione di gusti e consumi, insieme di scelte che lo identificano Siamo costantemente spinti ad esprimerci, secondo Van Dijck è fondamentale la logica della popolarità datificazione → meccanismo per il quale i nostri comportamenti e attività quotidiane vengono trasformate in dati, utilizzati per mappare i comportamenti delle persone. (geolocalizzazione e pagamenti) le piattaforme hanno a disposizione i dati come risorse primarie per: l’esito della datificazione sono degli output, tra cui per esempio la datificazione del like: questo ha degli effetti visbili e non: § visibili → visualizzazione nel feed dell’utente “qualcuno ha messo like” § invisibili: Ø viene incluso nelle metriche dell’oggetto, ogni nostro like influisce sull’analisi predittiva Ø ogni like entra anche all’interno di un insieme di dati aggregati, gli insights di una piattaforma (es. Facebook insights), visibili ai social media managers o chi gestisce le pagine a livello business Ø dati visibili solo ai gestori della società della piattaforma (es. Meta) richiesta di commissioni: pagare per avere dati estrazione di valore da dati: pubblicità proposte di sottoscrizione ai dati: abbonamento cessione a pagamento: comprare dei pacchetti di dati sviluppare tecniche di analisi predittiva: vengono quindi usati per prevedere le nostre azioni e comportamenti futuri, permettendo la personalizzazione, facendoci arrivare servizi e pubblicità basati sull’analisi di dati storici. l’analisi predittiva nel marketing è l’utilizzo di dati, algoritmi e tecniche di apprendimento automatico che identificano con precisione la probabilità di avvenimenti futuri standardizzazione dei dati: affinché i nostri comportamenti siano datificati devono essere standardizzati, ossia riconducibili a delle categorie ed etichette così che si possono sistematizzare e organizzare in un database. le categorie standardizzate delle big 5 sono legate alla socialità, come like, follow, reaction, share e suggerimenti che sono etichettati in modo da essere standardizzati ciascuna delle nostre azioni, standardizzate, genera dati che hanno degli effetti a più livelli: sul singolo post, sugli insight e sull’analisi predittiva. L’immagine che ci facciamo del mondo che ci circonda è frutto di questo processo al quale anche noi abbiamo contribuito e di cui vediamo gli effetti mercificazione: i dati che vengono datificati diventano dei beni commerciali che possono essere scambiati generando un profitto. Le valute con cui vengono scambiati sono attenzione, dati, utenti o denaro. Tutto questi si trova dentro i mercati multisituati, cioè dentro un meccanismo economico che a partire dai dati permette di connettere utenti, inserzionisti e fornitori di servizi. A noi sembra di usare una piattaforma in modo gratuito ma in realtà la stiamo pagando producendo dei dati che verranno venduti. La modalità freemium è la gratuità iniziale di un’app, il modello base che può diventare premium per avere più funzionalità e servizi. serve per incentivarne l’utilizzo, è funzionale alle piattaforme. Le piattaforme giornalistiche prima funzionavano come un mercato two-sided, ossia da una parte i lettori dall’altra gli inserzionisti ed in mezzo le testate giornalistiche, ora si è aggiunto un altro elemento, i social, che connettono testate e lettori. Le piattaforme diventano gateaways tra cittadini, ossia collegano i consumatori, e le istituzioni e aziende. La nota critica del processo di mercificazione è che svolgiamo un lavoro non retribuito, ossia siamo i protagonisti di questi scambi ma non siamo destinatari dei beni prodotti grazie a questi processi. selezione: capacità di filtrare l’attività di un utente. Funziona sulle analisi predittive che noi lasciamo in rete. I media algoritmici sono il tipo di media che distribuiscono contenuti sulla base degli algoritmi. Questo processo ci vede come involontariamente partecipi, e possiamo quindi condizionare la visibilità online di alcuni contenuti. Ma possiamo essere anche volontariamente attivi, ossia conoscendo il funzionamento degli algoritmi possiamo guidarli in base al nostro interesse. Tutto ruota su un processo circolare: Questo meccanismo ha dei margini di imprevedibilità, gli algoritmi agiscono in sinergia alle attività degli utenti. Da qui nasce la necessità di avviare delle operazioni di guida e di controllo, che viene fatto per promuovere la visibilità. Inoltre, non è trasparente, esiste una black box, ossia un filtro di informazioni: noi conosciamo il funzionamento di ingresso ma non le logiche interne, non cosa succede tra input e output, tra ciò che cerco e ciò che trovo. Noi abbiamo un’apparente libertà di scelta ma in realtà i criteri di selezione ci sono sconosciuti. Van Dijck definisce 3 tipi di selezione: personalizzazione reputazione e trend moderazione Si basa sulle analisi predittive, quindi sulle scelte precedenti, ma anche su un’osservazione di ciò che mi sta intorno. Da una parte i meccanismi predittivi di quello che ho scelto io, dall’altra meccanismi predittivi di quello che hanno scelto i soggetti intorno a me. la personalizzazione si basa sulla prossimità con: � la propria rete sociale � le persone che seguo � i gruppi di cui faccio parte Vengono tenuti in considerazione anche i trending topics, che possono essere visibili dagli utenti (es. Twitter) o non (es. Instagram), quindi non è trasparente. La selezione algoritmica privilegia i contenuti con una buona reputazione; infatti, agli utenti è costantemente chiesto di recensire i contenuti per costruire una reputazione. click-baiting: postare delle notizie non complete per generare tanti click per leggere la notizia, creare visibilità. Ruolo attivo che hanno le piattaforme, si occupano di rimuovere contenuti che ritengono inadatti. Ogni piattaforma definisce i propri criteri di accettabilità dei contenuti e li definisce nei termini di servizio, (terms of service) sono un insieme die valori che ogni piattaforma si da. es. Facebook → autenticità (profili fake, dichiarazione del falso); sicurezza (eliminare minacce); eliminare contenuti deplorevoli e/o azioni criminali questo processo avviene grazie a: � tecnologie di rilevamento automatiche � moderatori umani � collaborazione degli utenti forniamo input (like, commenti, azioni) → algoritmi li elaborano → ci restituiscono determinati contenuti → interagiamo su questi informazione Caso di Austin-Texas: generazione di una notizia falsa. Il fatto avviene durante il periodo di scontro tra Trump e Hilary Clinton per le elezioni americane. Tutto parte da un tweet di Erik Tuker, un cittadino di Austin, che passando per una via vede una fila di pullman, e sapendo che quel giorno si sarebbero svolte delle manifestazioni contro Trump, associa i pullman a questo fatto. Non trovando informazioni al riguardo su Google, fa una sua ipotesi: scrive un tweet in cui scrive che i manifestanti venivano portati con i pullman dai democratici e non si recavano alle manifestazioni in modo volontario. Questo tweet ottiene più risonanza mediale di quanto Tuker si aspettasse, egli infatti mette degli hashtag che portano il suo tweet in argomenti più ampi. La notizia raggiunge i sostenitori del candidato conservatore e inizia ad essere condiviso da questi anche su Reddit e Facebook anche da sostenitori politici importanti. Il manager della compagnia di autobus inizia a ricevere telefonate e richieste di interviste dalla televisione e si scopre che in realtà lo scopo dei bus era una conferenza di un software. Alcune pagine iniziano a segnalare la bufala e Tuker stesso ripubblica il suo tweet con scritto “falso”, questo però non diventa virale come il primo e si ritrova costretto ad eliminarlo. Quest’azione per quanto importante risulta quasi inutile perché si è persa la fonte, è diventata una breaking news, con titolo, foto e commenti, nessuno la riconduce più a Tuker. È stato un vero e proprio claso di misinformation. Tutto questo è generato da: 2/ I flussi di condivisione sono a cascata e creano delle catene di condivisione che si compongono di 2 possibilità di sharing: p viene condiviso direttamente il post dell’utente da cui siamo venuti a conoscenza p avviene il contrario, si perde la fonte. È per questo che non si riesce ad arrivare allo stesso pubblico in caso di rettifica, è difficile arrestare la circolazione di un tweet, difficile riprodurre le stesse dinamiche. All’interno di questi flussi ci sono 3/ omofilia delle reti è l’attrazione tra soggetti dovuta alla presenza di tratti comuni, è la tendenza ad associarsi e stabilire legami con altri simili. Questo si ripropone anche sulle piattaforme social, si creano delle reti di relazioni che influiscono sul loro comportamento comunicativo. Il funzionamento degli algoritmi potenzia l’omofilia. (caso di Austin: diffuso attraverso reti omofile) 4/ logiche di credibilità le informazioni devono essere vere e credibili per chi le vede e consuma. La fiducia è l’aspettativa per la quale una persona si comporterà nel modo pre8visto. Nonostante questo, però noi non siamo mai del tutto fiduciosi, manteniamo un atteggiamento sospettoso nei confronti dei social media → problema: la fiducia è una precondizione della comunicazione, noi comunichiamo perché ci fidiamo gli uni degli altri. fiducia: flussi di condivisione omofilia delle reti logiche di credibilità fonti interdipendenti: legate tra loro, derivano dallo stesso gruppo non interdipendenti: social sharing di utenti unici Somiglianza incrementale: più una persona è simile a me, più ci interagisco Sviluppo di sistemi di significati condivisi: nascono dei sistemi simili di interpretazione di fatti ed eventi Incremento di credibilità: quello che condividono le persone simili a me, acquistano un surplus di credibilità o Principio di benevolenza interpretativa/ di carità = credere che l’altro mi stia raccontando qualcosa degno di nota o Accordo portante su cui si basa la relazione comunicativa 1. Atto iniziale: penso l’altra persona sia in grado ad ascoltarmi e capirmi 2. Atto comunicativo: anche l’altro ha qualcosa da comunicarmi 3. Autenticità: l’altra persona è come dice di essere, non mi sta mentendo 4. Gli altri mi credono 5. Fiducia reciproca: accettare la cooperazione, gli altri non manipoleranno componenti dell’atto di fiducia Audiweb Nasce nel 2003, è un organismo super partes (che non ha un proprietario) ed è una Joint Industry Committee, ossia un organismo partecipato dalle associazioni di categoria che rappresentano gli operatori del mercato. È un insieme di 3 associazioni È una società che ha lo scopo di raccogliere e pubblicare dati di audience di internet in Italia. Nasce in seguito alla necessità di un sistema univoco di misurazione dell’audience di rete. Le aziende non si fidavano più delle singole ricerche, avevano bisogno di parametri uguali per tutti, non c’era nessun modo di dimostrare quanto poteva essere il reach. L’impianto di rilevazione cambia dal 2003 ad oggi: p 2003: dati rilevati da internet, computer p oggi: si sono aggiunti mobile, smartphone, tablet e si cerca di includere le navigazioni trasversali verso i social media cosa ci raccontano i dati di Audiweb? database: Audiweb fornisce un vero e proprio tool e anche un Audiweb Media Monthly visibile a tutti. A gennaio 2021 c’è stato un cambio nelle rilevazioni del programma che si sono adattati alla politica cookieless per la tutela della privacy. termini tecnici: p utenti unici/ unique audience: numero di individui che hanno visto i contenuti di un sito o applicazione almeno una volta nel periodo considerato. p page views: numero totale di pagine viste p stream views: numero totale di avvii di contenuti video p time spent (text): numero di minuti di fruizione dei contenuti statici p time spent (video): numero totale di minuti di fruizione di contenuti video p pop base: popolazione italiana p app launches: numero di volte in cui un’app è stata aperta sul mio device p total sessions: il numero di volte che sono andato su un contenuto e ci sono rimasto, numero di accessi al contenuto FEDOWEB: associazione degli editori online, chi crea contenuti editoriali sul web UPA: utenti di pubblicità associati, chi investe in pubblicità ASSAP/UNA: parte più operativa, tutte le agenzie pubblicitarie, di comunicazione, centri media che pianificano pubblicità. le imprese economiche che pianificano lo sviluppo e la produzione delle pubblicità ricerca di base: punto di partenza. È una ricerca fatta sul territorio, condotta da un istituto di ricerca IPSOS basata su 20.000 interviste l’anno divise in 7 cicli mensili. Vengono intervistate unità familiari, persone che vivono insieme e singole persone per mappare le caratteristiche sociodemografiche degli utenti di internet, e come le piattaforme sono distribuite nelle famiglie. Le interviste sono fatte mediante questionari strutturati → i dati ottenuti Audiweb li condivide con Auditel panel: dalla ricerca di base vengono scelti dei campioni di persone che fanno parte di questi panel (vengono intervistate ripetutamente nel tempo). Queste persone scaricano Meter su computer, smartphone e tablet e rappresentano la popolazione italiana, viene oggettivamente misurato il consumo di internet tramite i device rilevati. Meter è un software che rileva le attività che queste persone svolgono in rete e anonimizzate restituiscono un dato sociodemografico. Questa rilevazione viene fatta su 400.000 individui suddivisi in Panel computer (2+ anni); tablet/ smartphone (18+) e Single Source. census: è la terza rilevazione, riguarda i siti degli editori che accettano di diventare oggetto di rilevazione censuaria (oggettiva e completa) dell’attività effettuata su internet. Qui si guarda cosa succede in termini di accessi, permanenza e contenuti visti dalle persone che accettano di diventare parte dell’analisi. È una rilevazione automatica: nelle pagine oggetto di Audiweb viene inserito un tag che rileva gli accessi e li manda ai server di raccolta dati. pubblicità Lo sviluppo delle piattaforme ha fatto esplodere lo sviluppo e la nascita dei canali → incremento rappresenta uno svantaggio dal punto di vista della vendita degli spazi pubblicitari perché gli inserzionisti si dividono per più testate. Se ho un solo canale con cui posso raggiungere molti utenti, questo costerà molto; se ho più canali che insieme raggiungono lo stesso numero, questi costeranno meno. Native advertising: nascono nuovi tipi di pubblicità, che sono uno strumento nuovo e diverso per promuovere prodotti e creare partnership che possono dare vantaggi economici. Il native advertising sono annunci e pubblicità coerenti al contenuto della pagina che li ospita, propongono design e comportamento della piattaforma, in modo che l’utente li percepisca come parte di questi. Contenuto e advertising si adattano reciprocamente. vantaggi: social nella pandemia i social hanno subito un’evoluzione forzata con la pandemia covid19 → si è iniziato a parlare di infodemia, ossia una situazione in cui la necessità di informazioni ha portato ad averne troppe e quindi una difficoltà nel riconoscere le notizie vere da quelle false, l’infodemia è un sovraccarico di informazioni per rispondere ad un bisogno. Di fronte a questo le piattaforme si sono sentite in dovere di prendere una posizione. p primo mese → vogliono orientare gli utenti verso info affidabili e intervenire sugli algoritmi per rendere visibili le fonti istituz, = contrastare infodemia p dopo il primo mese → riaggregazione delle informazioni, sviluppano ognuno la propria offerta editoriale sul tema Covid, aggregatori di notizie. Facebook e Tik Tok elaborano delle pagine informative p fine prima ondata → i social sono diventati editori di contenuti, non più solo tech-companies. Le istituzioni usano le piattaforme come strumento di comunicazione per costruire la corretta narrazione della pandemia → usano la logica della campagna di comunicazione, crea un racconto a più fasi della pandemia. TWITTER La prima a prendere una posizione, traccia la via. A febbraio 2020, poco dopo lo scoppio dell’epidemia in Cina, fa un accordo con il Ministero della Salute e agisce sul motore di ricerca interna → quando una persona cerca Covid su Twitter esce un messaggio che rimanda al MdS. Non permette però un controllo totale, si mescolano le informazioni TIK TOK Stessa linea d’onda di Tik Tok, chiede responsabilità nella content curation FACEBOOK Continua lungo la linea del fact-checker, per contrastare le fake news, e privilegia attraverso gli algoritmi fonti istituzionali come risultato della ricerca Covid PINTEREST Mette al centro l’attività creativa degli utenti (creator) e li invita a consultare siti e fonti attendibili prima di creare contenuti sul Covid. economici aumentano il reach del messaggio creano forme di continuous campaign creano engagement con l’utente fasi 2/ viaggio, fine gennaio = prime campagne che parlano di Covid sono rivolte al target di viaggiatori, l’epidemia resta un problema di chi vive la globalizzazione in prima persona → target preciso 3/ protocollo, febbraio = protocollo di gestione, ossia cosa bisogna fare per proteggersi e limitare la diffusione del contagio 4/ conoscenza, febbraio/ marzo = mirano a spiegare cos’è il virus e come si diffonde → costruzione di conoscenza comune 5/ protezione, marzo = entra in gioco il racconto del lockdown, partono una serie di campagne 6/ quarantena, aprile = come affrontare la chiusura forzata e la permanenza in casa, come gestire il tempo di quarantena 7/ debunking, aprile = smentita fake news e bufale in circolazione. Attività di correzione delle informazioni piattaformizzazione della salute nascono alcuni strumenti che hanno come scopo quello di migliorare il nostro rapporto con la salute. Molti di questi strumenti sono app delle big 5, che monitorano la nostra salute e il nostro corpo. Queste ci propongono un modello di servizi data-driven, personalizzati, che promettono di restituirci qualcosa di utile sulla base dei nostri dati, inoltre questi dati sono funzionali alla ricerca scientifica logica di scambio il ruolo delle big 5 è importante Un tipo di piattaforme sono quelle che connettono i pazienti, che si appoggiano ai cloud delle big 5 e ce ne sono diversi tipi. Sono piattaforme peer to peer, che sono strumento di supporto e raccolta e si suddividono per malattia. Danno l’opportunità di avere un monitoraggio quotidiano costruito dal paziente con cui si può confrontare con altri paziente e medici. Van Dijck riflette sulla citizen science, dove i pazienti sono co-modellatori della ricerca medica. elementi critici → auto somministrazione del farmaco, auto registrazione delle evidenze, promozione di una filantropia dei dati (cedere i dati serve alla scienza). Possono quindi esserci degli errori da parte dei pazienti, e questo inficia la qualità delle app. le piattaforme di settore offrono strumenti di monitoraggio di specifiche malattie ma a volte chi è in grado e ha la possibilità di usare queste app appartiene a classi sociali privilegiate → parzialità, limiti nell’oggettività e la completezza. definiscono i punti di riferimento, basi comuni sulle azioni da compiere attivano i cittadini sulla prevenzione sostengono la relazione tra malato e istituzione sanitaria medicina personalizzata: soluzioni personalizzate e sostegno della community logica wiki: costruzione di conoscenza e consapevolezza sulla malattia contribuiamo a raccogliere dati forniscono hardware vendono il software, vendono le app mettono a disposizione database con finalità scientifiche, utili per fare ricerca da una parte interagiscono rispetto alle nostre attività di monitoraggio della salute dall’altra sono aggregatori di dati relativi alla salute delle persone che mettono a disposizione con finalità di ricerca