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Set Domande aperte NEUROFISIOLOGIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Ipsaro Passione Sara, Panieri di Neuropsicologia

Set Domande APERTE NEUROFISIOLOGIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Ipsaro Passione Sara

Tipologia: Panieri

2019/2020

In vendita dal 06/11/2020

Martina045
Martina045 🇮🇹

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Scarica Set Domande aperte NEUROFISIOLOGIA SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (D.M. 270/04) Docente: Ipsaro Passione Sara e più Panieri in PDF di Neuropsicologia solo su Docsity! 1 1. CHE COSA E' LA CORTECCIA MOTRICE PRIMARIA E CHE RUOLO SVOLGE La corteccia motoria primaria (M1) controlla direttamente l’esecuzione dei movimenti. L’area M1 corrisponde all’area 4 di Brodmann, giro precentrale nella circonvoluzione frontale ascendente. A l ivello citoarchitettonico, questa corteccia è divisibile in sei strati, tra cui il quinto strato, chiamato strato piramidale interno poiché contiene i neuroni piramidali giganti, o cellule di Betz, provvisti di un lungo cilindrasse che penetra nella sostanza bianca del midollo spinale e causa la contrazione degli organi effettori. L’area 4 presenta una mappa funzionale, homunculus, ordinata del corpo in cui sono presenti le aree coinvolte nella pianificazione e nell’esecuzione del movimento. In circa la met à dei neuroni dell’area 4 l’attivazione avviene per specifici movimenti, indipendentemente da quali muscoli siano utilizzati. Una frazione minore dei neuroni si attiva invece in modo specifico per i muscoli utilizzati. Quindi, nell’area 4 sono rappresentat i sia i movimenti sia, in misura minore, i muscoli. Dunque, i neuroni presenti in questa area cerebrale sono connessi direttamente e in maniera selettiva con l’attività dei motoneuroni del midollo spinale. 2. CHE COSA E' LA CORTECCIA PREMOTORIA E CHE RUOLO SVOLGE? È un’area, precisamente l’area 6 di Brodman, che se stimolata induce movimento ad una intensità di stimolazione superiore rispetto alla corteccia motrice primaria. Tutte le aree premotorie proiettano alla corteccia motrice primaria e al MS. 3. CHE COSA E' UN CANALE IONICO? Proteina che attraversa la membrana cellulare e che controlla in modo selettivo il flusso di ioni che entra ed esce dalla cellula secondo il gradiente di concentrazione e modula il potenziale di membrana. Si conoscono due tipi principali di canali: - quelli la cui apertura e chiusura dipende da variazioni del potenziale di membrana - quelli che sono regolati da un ligando specifico, che può:- legarsi direttamente al recettore-canale (es. recettori-canale nicotinico e GABAergico, attivati rispettivamente da acetilcolina e acido gamma-ammino butirrico) effetti rapidi, dell’ordine dei millisecondi - attivare un recettore che a sua volta, attivando una proteina G fa aprire il canale apertura più lenta, centinaia di millisecondi, ma più duratura. L’apertura del canale è dovuta in entrambi i casi ad un cambio conformazionale della molecola proteica che costituisce il poro. 4. COME FUNZIONA IL NEURONE? Il neurone è la cellula più complessa tra quelle presenti nel nostro organismo, in grado di ricevere informazioni dal mondo esterno o da altri neuroni, elaborarle, trasmetterle ad altri neuroni o a cellule specializzate che consentono il movimento e le varie funzioni corporee. La principale caratteristica del neurone è rappresentata da una serie di prolungamenti rivestiti da membrana plasmatica, all’interno dei quali è presente il citoplasma. I prolungamenti originano dalla parte centrale del neurone, detta soma.- I dendriti partono dal soma e che poi si ramificano ulteriormente. Il dendrite è la zona del neurone deputata agli input, cioè a ricevere informazioni dal mondo esterno o da altri neuroni.- L’assone origina dal soma come singolo prolungamento detta branca principale e si assottiglia molto dopo aver percorso una breve distanza. Può essere lungo da qualche micron a diversi centimetri. Dall’assone possono formarsi diverse ramificazioni dette branche collaterali. L’assone è la zona del neurone deputato all’output cioè all’informazione in uscita. I neuroni possono essere classificati in:- NEURONI SENSITIVI O AFFERENTI: trasportano le informazioni acquisite dagli organi di senso al SNC - INTERNEURONI: consentono la trasmissione dell’informazione ad altri neuroni situati in vicinanza del neurone trasmittente - NEURONI MOTORI O EFFERENTI: emanano impulsi nervosi agli organi della periferia corporea 5. COME FUNZIONA UNA SINAPSI CHIMICA Sono le sinapsi più diffuse nel SNC e Periferico. Rispetto alle sinapsi elettriche presentano un ritardo nella risposta perché il neurotrasmettitore rilasciato per endocitosi dalle vescicole del bottone presinaptico a seguito di una depolarizzazione devono attraversare lo spazio della sinapsi per raggiungere e legarsi al recettore posto sulla membrana postsinaptica. 6. COME FUNZIONA UNA SINAPSI ELETTRICA? Nelle sinapsi elettriche il segnale elettrico passa direttamente dal terminale presinaptico alla cellula postsinaptica che sono a stretto contatto. Sono 2 presenti dei canali ionici specializzati (gap junctions) che consentono il flusso ionico da una membrana all’altra. L’accoppiamento elettrico è assicurato dai connessoni, due emicanali strettamente addossati in modo da lasciare uno spazio infinitesimale tra i due elementi della sinapsi che permette la rapida ed efficiente propagazione dello stimolo elettrico. 7. COME LA CORTECCIA ELABORA I SISTEMI MOTORI? I sistemi motori vengono elaborati a vari livelli del sistema nervoso: la corteccia è il livello più alto di elaborazione e controlla la capacità di organizzare ed eseguire i movimenti fini e di precisione.Gli schemi di coordinazione sono relativamente stereotipati.Le aree corticali deputate al controllo del movimento sono la corteccia motrice primaria (area 4 di Brodmann) e la corteccia premotoria (area 6 d Brodmann).Le vie discendenti che da essa prendono origine sono:Vie cortico-bulbari: controllano i motoneuroni di faccia e tronco. Vie cortico- spinali: controllano motoneuroni di tronco e arti. 8. COSA E' IL DISTURBO BIPOLARE? I pazienti che presentano episodi sia depressivi che maniacali, sono affetti da un tipo di malattia detto disturbo bipolare dell’umore. Clinicamente, gli episodi di depressione sono simili a quelli che si osservano nelle forme unipolari; gli episodi maniacali sono caratterizzati da uno stato di esaltazione e da un umore espansivo o irritabile della durata di circa una settimana, che si accompagnano a uno di questi sintomi: perattività, loquacità, intrusione negli affari altrui, aumento delle forze e della libido, senso di grandiosità, ridotta necessità di sonno. Nei casi gravi i pazienti possono andare incontro a deliri ed allucinazioni. 9. COSA E' LA DEPRESSIONE ATIPICA? La depressione atipica è meno frequente della melanconica. Questa malattia viene detta atipica in quanto i pazienti presentano sintomi che sono opposti a quelli della depressione melanconica; inoltre questa forma compare più precocemente nel corso della vita e tende ad avere un andamento cronico e non fasico.I soggetti affetti da depressione atipica manifestano allegria quando accadono cose piacevoli, non perdono l’appetito, ma mangiano più del normale e lo stato depressivo tende ad accentuarsi la sera e non al mattino. 10. COSA E' LA DEPRESSIONE MELANCONICA? La depressione melanconica costituisce il sottogruppo meglio conosciuto fra le forme di depressione grave. Poiché spesso non si riesce ad identificare un evento esterno scatenante, a queste forme era stata dato, un tempo, il nome di depressione endogena.Questa sindrome è caratterizzata da sei sintomi:- stato depressivo ad andamento variabile, peggiore al mattino - insonnia con risveglio nelle prime ore del mattino – anoressia - agitazione psicomotoria - perdita di interesse per qualsiasi cosa - incapacità di provare un sentimento di gioia
 11. COSA E' LA DISTIMIA? La distimia è una forma di depressione persistente ma più lieve, che dura almeno due anni. In genere la causa è un forte dolore, per esempio un lutto, che, in genere, nelle persone normali non è totalizzante e senza sosta, non persiste tutto il giorno e tutti i giorni, e provoca alterazioni funzionali persistenti; le persone addolorate non hanno idee suicide. Normalmente il dolore tende a diminuire con il tempo; quando invece, lo sconforto tende a persistere, bisogne sospettare un passaggio a uno stato di depressione grave, più frequente nei soggetti che hanno una predisposizione genetica 12. COSA SI INTENDE PER AFASIA DI BROCA? L’afasia di Broca è una sindrome caratterizzata da linguaggio difficoltoso e lento, articolazione delle parole alterata e mancanza delle normali inflessioni del discorso.Nonostante ciò, i pazienti riescono a comunicare verbalmente con un certo successo in quanto la scelta dei sostantivi è spesso esatta, anche se i verbi e molte parole grammaticali sembrano spesso non appropriati o mancanti.Un altro sintomo importante è l’incapacità di ripetere frasi complesse pronunciate dall’esaminatore.In generale i pazienti sembra che capiscano le parole e le frasi che vengono loro dette ma, in realtà, la comprensione è soltanto parziale. 13. COSA SI INTENDE PER AFASIA DI WERNICKE? I pazienti di afasia di Wernicke parlano senza sforzo, con inflessione e velocità normali ed il loro modo di parlare è pertanto del tutto diverso da quello dei pazienti affetti dall’afasia di Broca.Il contenuto dei loro discorsi, tuttavia, è spesso inintelligibile per via dei frequenti errori nella scelta delle parole e dei fonemi. I pazienti invertono spesso l’ordine dei singoli suoni e dei loro raggruppamenti e li aggiungono o li sottraggono alle singole parole in modo che 5 lunghezza della parola bersaglio (effetto lunghezza), sostituendo, però, alcune o tutte le lettere situate nella parte sinistra. 28. COSA SI INTENDE PER DISTURBI IPERCINETICI? I disturbi ipercinetici sono caratterizzati da eccessiva attività motoria, con comparsa di sintomi caratteristici quali movimenti involontari e diminuzione del tono muscolare (ipotonia). I movimenti involontari sono di tipo diverso - movimenti lenti di contorsione delle estremità - movimenti repentini e casuali degli arti e dei muscoli della faccia - movimenti violenti di grande ampiezza dei segmenti prossimali degli arti - posture abnormi e durature 29. COSA SI INTENDE PER DISTURBI IPOCINETICI? I disturbi motori ipocinetici sono caratterizzati da incapacità ad iniziare il movimento (acinesia) e da riduzione dell’ampiezza e della velocità dei movimenti volontari (bradicinesia). Sono generalmente accompagnati da rigidità muscolare per aumento della resistenza allo spostamento dei segmenti corporei e tremore. Un esempio noto è il morbo di Parkinson. 30. COSA SI INTENDE PER ECCITABILITA' NEURONALE Proprietà biofisica fondamentale dei neuroni che consiste nella capacità di generare impulsi elettrici che si propagano lungo la membrana. e membrane eccitabili sono le membrane plasmatiche che circondano neuroni e cellule muscolari, in grado di generare e/o condurre segnali elettrici. La membrana che delimita la cellula risulta elettricamente polarizzata (potenziale di membrana). In risposta a determinati stimoli, (meccanici, elettrici, chimici) varia la permeabilità alle conduttanze ioniche di sodio e potassio, con conseguente brusca modificazione del potenziale di membrana, avviando così la propagazione del potenziale d’azione fino alle terminazioni sinaptiche dove causa il rilascio di neurotrasmettitori. 31. COSA SI INTENDE PER FASE DI DEPOLARZZAZIONE? La differenza di potenziale elettrico ai due lati delle membrane (esterno positivo, interno negativo) rappresenta un potenziale d’azione la cui polarità viene invertita in presenza di stimoli. La membrana assume quindi un valore negativo all’esterno e positivo all’interno = depolarizzazione. 32. COSA SI INTENDE PER FASE DI IPERPOLARZZAZIONE? Durante la fase di ripolarizzazione, il potenziale torna al valore di riposo, successivo a una fase transitoria di iperpolarizzazione, durante la quale il potenziale raggiunge valori più negativi del potenziale di riposo. 33. COSA SI INTENDE PER FASE DI RIPOLARZZAZIONE? l potenziale di azione deriva da una modificazione del potenziale di riposo di breve durata che si genera nelle cellule eccitabili in risposta ad uno stimolo capace di depolarizzare la membrana. Può essere spiegato con una variazione transitoria del rapporto tra le conduttanze a Na+ e K+. - DEPOLARIZZAZIONE: rapida apertura dei canali del Na+ > il potenziale di membrana diventa progressivamente meno negativo e raggiunge valori positivi.- RIPOLARIZZAZIONE: inattivazione dei canali Na+ e uscita di ioni K+ il potenziale ritorna al valore di riposo 34. COSA SI INTENDE PER INTERNEURONI LOCALI? Sono neuroni i cui assoni rimangono confinati nello stesso segmento spinale o adiacente. Hanno una disposizione che rispecchia quella dei motoneuroni:- Interneuroni della zona mediale proiettano ai motoneuroni mediali: determinano il controllo dei muscoli assiali di entrambi i lati.- Interneuroni della zona laterale proiettano ai motoneuroni laterali: determinano il controllo dei muscoli ipsilaterali 35. COSA SI INTENDE PER MEMBRANA ECCITABILE? Le membrane eccitabili sono le membrane plasmatiche che circondano neuroni e cellule muscolari, in grado di generare e/o condurre segnali elettrici.La membrana che delimita la cellula risulta elettricamente polarizzata (potenziale di membrana). In risposta a determinati stimoli, (meccanici, elettrici, chimici) varia la permeabilità alle conduttanze ioniche di sodio e potassio, con conseguente brusca modificazione del potenziale di membrana, avviando così la propagazione del potenziale d’azione fino alle terminazioni sinaptiche dove causa il rilascio di neurotrasmettitori. 36. COSA SI INTENDE PER MEMORIA ESPLICITA O DICHIARATIVA? La memoria esplicita o dichiarativa è relativa alla conoscenza di fatti, persone, luoghi o cose richiamati alla mente in modo 6 cosciente e si basa su processi cognitivi come valutazioni, paragoni e interferenze. Si forma anche dopo una sola esperienza.Ha sede nell’ippocampo e nelle aree associative.Si divide in due sottogruppi:- Semantica: conoscenza che ciascun individuo si costruisce sul mondo- Episodica: conoscenza di contenuti autobiografici 37. COSA SI INTENDE PER MEMORIA IMPLICITA O NON DICHIARATIVA? Questo tipo di memoria definito anche procedurale implica un processo attraverso cui la formazione della traccia mnemonica e il suo recupero non dipendono da processi cognitivi consci ma si produce lentamente tramite ripetizioni. È quindi la capacità di eseguire un atto che viene richiamato alla mente in modo inconscio. - Si acquisisce per condizionamento (riguarda circuiti dell’amigdala) classico o operante 38. COSA SI INTENDE PER MODULAZIONE CENTRALE DEL DOLORE? Il SNC possiede circuiti di modulazione e controllo della percezione del dolore. Una particolare regione del SNC, la sostanza grigia periacqueduttale, localizzata intorno al terzo ventricolo, provoca profonda analgesia. I neuroni di tale regione proiettano ai neuroni del rafe magno localizzati nel bulbo, che a loro volta proiettano al midollo spinale inibendo la scarica delle lamine interessate nella trasmissione dello stimolo doloroso. Un’ulteriore via discendente è quella che origina dai neuroni del locus coeruleus che inibiscono la scarica dei neuroni dolorifici e interagiscono con i neuroni che rilasciano peptidi oppioidi 39. COSA SI INTENDE PER MOTONEURONI I motoneuroni sono neuroni motori efferenti che emanano impulsi di tipo motorio agli organi della periferia corporea. Si tende a distinguerli in:- somatomotori o motoneuroni propriamente detti - visceroeffettori 40. COSA SI INTENDE PER MOVIMENTI RIFLESSI E RITMICI Il movimento riflesso è una risposta muscolare stereotipata ad uno stimolo adeguato, evocato dall’attivazione di recettori cutanei e muscolari, che si verifica prima di arrivare a livello cosciente. - si tratta di movimenti automatico e involontari - interessano di solito la stessa regione del corpo dove è caduto lo stimolo.- sono utilizzati per il controllo di molte funzioni essenziali come le funzioni vegetative, il controllo posturale, il mantenimento dell’equilibrio e le risposte difensive. Il Movimento ritmico è l’azione motoria stereotipata costituita da una serie ripetitiva degli stessi movimenti. 41. COSA SI INTENDE PER MOVIMENTI VOLONTARI? Il movimento volontario è un tipo di movimento diretto al raggiungimento di uno scopo che richiede una pianificazione ed è il risultato di un processo di integrazione di informazioni visive, propriocettive e di altra natura messo in atto dalla corteccia cerebrale.La risposta allo stimolo cambia a seconda dell’obiettivo comportamentale e l’efficacia del movimento eseguito cambia con esperienza e apprendimento 42. COSA SI INTENDE PER PARAFASIE La parafasia è un disturbo qualitativo del linguaggio, nella sostituzione o omissione di termini esatti con altri sbagliati o nel cambiamento d’ordine di sillabe o parole. Il disturbo è causato da un trauma cerebrale acquisito o vascolare che generalmente intacca il polo fronto-temporo-parietale di sinistra, ma anche a seguito di malattie degenerative, neosplasie cerebrali, demenze. È fortemente correlata col distubo afasico. Le parafasie si dividono in: parafasie fonemiche; - parafasie semantica; - parafasie verbali. 43. COSA SI INTENDE PER RECETTORE A CANALE IONICO? Il recettore ionotropico è ad apertura ligando-dipendente - è una delle 2 grandi classi nelle quali vengono suddivisi funzionalmente i recettori transmembrana. Al contrario dei recettori metabotropici la cui attivazione provoca una cascata di reazioni intracellulari, i recettori ionotropici, una volta legato il ligando, permettono il flusso ionico attraverso la membrana. 44. COSA SI INTENDE PER SENSIBILIZZAZIONE? La sensibilizzazione è un processo di apprendimento non-associativo, in cui la somministrazione ripetuta di uno stimolo provoca il progressivo aumento della risposta. A seguito di ripetute applicazioni di stimoli, i nocicettori localizzati in prossimità dell’area stimolata, iniziano a rispondere amplificando la nocicezione. 7 45. COSA SI INTENDE PER SOMESTESIA? Il sistema somatosensoriale comprende tutte le informazioni che provengono dalle parti superficiali (cute) e profonde (organi interni, muscoli, articolazioni).Tale sistema comprende cinque modalità:- Meccanocezione (superficiale) - permette al corpo di mettersi in relazione con il mondo esterno, di esplorarlo attivamente e di ricevere passivamente le info. L’organo di elezioni per il tatto è la mano.- Propriocezione (profonda) - mette in relazione il corpo con l’ambiente esterno e le parti del corpo le une con le altre. Permette perciò di sapere la posizione degli arti, la forza esercitata quando si solleva un peso e la velocità con cui viene mosso un arto. - Nocicezione (dolore) - La percezione del dolore ha il compito di mettere in allarme l’organismo - Termocezione (caldo e freddo) - Interocezione (visceri). Il sistema somatosensoriale ha un’organizzazione gerarchica comune a tutti i sistemi sensoriali con un’elaborazione delle informazioni in una serie di stazioni di ritrasmissione. recettori neuroni di 2° ordine nel bulbo talamo corteccia 46. COSA SI INTENDE PER STATO ANSIOSO? Lo stato di ansia è la normale risposta a situazioni di minaccia - segnala la presenza di un pericolo potenziale e può essere utile per superare una situazione difficile e quindi per l’incolumità personale. Lo stato di ansia assume caratteri patologici quando è eccessivo e persistente o quando non serve per segnalare la presenza di un pericolo. La principale caratteristica degli stati ansiosi è un esagerato senso di paura di una prossima catastrofe e di morte imminente.Le manifestazioni obbiettive comprendono tachicardia, palpitazioni, tremore, sudorazione, aumento della pressione sanguigna, secchezza delle fauci, irrequietezza, desiderio di fuga e di isolamento.
 47. COSA SI INTENDE PER STATO D'ANSIA GENERALIZZATO? La caratteristica principale degli stati ansiosi generalizzati è la comparsa di preoccupazioni eccessive e non giustificate, che possono durare anche per più di 6 mesi.I sintomi sono: tensione motoria, iperattività del sistema nervoso vegetativo (palpitazioni, tachicardia, sudorazioni), difficoltà di concentrazione.Le sostanze più efficaci per il trattamento dei disturbi generalizzati dell’ansia sono le benzodiazepine; l’effetto terapeutico delle benzodiazepine è dovuto all’esaltazione dell’attività del recettore GABA, che è il principale neurotrasmettitore inibitorio del sistema nervoso centrale. 48. COSA SI INTENDE PER TURBE DELL'UMORE? Il termine umore si riferisce ad uno stato d’animo persistente, che può durare settimane o più, mentre vengono denominati stati affettivi gli stati d’animo transitori e momentanei di una persona.Gli stati d’animo normali di un individuo assolvono molte importanti funzioni biologiche e comprendono: euforia, gioia, piacere, sorpresa, risentimento, ansietà, tristezza, dolore, depressione.Euforia, depressione e ansietà, possono divenire talmente alterate, continue e dominanti da rappresentare uno stato morboso; tradizionalmente la depressione e gli stati di euforia (stati maniacali) sono stati classificati come turbe affettive, ma si può usare anche il termine di turbe dell’umore.
 49. COSA SONO I MOTONEURONI? I motoneuroni sono neuroni motori efferenti che emanano impulsi di tipo motorio agli organi della periferia corporea. Si tende a distinguerli in:- somatomotori o motoneuroni propriamente detti- visceroeffettori 50. COSA SONO I RIFLESSI? Il movimento riflesso è una risposta muscolare stereotipata ad uno stimolo adeguato, evocato dall’attivazione di recettori cutanei e muscolari, che si verifica prima di arrivare a livello cosciente. - si tratta di movimenti automatico e involontari- interessano di solito la stessa regione del corpo dove è caduto lo stimolo.- sono utilizzati per il controllo di molte funzioni essenziali come le funzioni vegetative, il controllo posturale, il mantenimento dell’equilibrio e le risposte difensive 51. COSA SONO LE OSSESSIONI? Le ossessioni sono idee, pensieri, impulsi che assumono un carattere persistente ed insopprimibile e che, in generale attengono a dubbi o paure. - DUBBI OSSESSIVI possono essere presenti in ogni momento della giornata (aver chiuso casa, spento il gas ecc.); - TIMORI OSSESSIVI sono idee ripetitive, sono connessi a pericoli che non trovano riscontro nella realtà. Le COMPULSIONI sono invece atti ripetitivi (lavarsi le mani, toccarsi o tirare i capelli, replicati in maniera 10 I riflessi mediati dal sistema nervoso autonomo utilizzano i circuiti nervosi presenti nel midollo spinale e nel tronco dell’encefalo. I riflessi regolati dal sna sono: RIFLESSI GHIANDOLARI - RIFLESSI GASTROINTESTINALI RIFLESSI UROGENITALI - RIFLESSI SESSUALI. Il SNA controlla due movimenti intrinseci dell’occhio: Apertura delle pupille: l’ortosimpatico, attraverso il ganglio cervicale, determina dilatazione mentre il parasimpatico costrizione. In condizioni normali sono in equilibrio, in condizioni di eccitazione si modifica l’equilibrio con inibizione della contrazione. Messa a fuoco del cristallino: è regolato quasi interamente dal parasimpatico che innerva la muscolatura ciliare. Retrazione delle palpebre: è mediata dall’ortosimpatico. 61. DESCRIVERE I VARI TIPI DI MEMORIA i tipi di memoria più significativi sono 1) Memoria procedurale o implicita: è la memoria contenuta nei comportamenti e che riguarda sia i comportamenti appresi (guidare l’automobile, sciare, nuotare, andare in bicicletta) sia gli schemi emozionali relazionali, legati alla struttura del carattere e tendenti a ripetersi nel tempo. 2) Memoria semantica: è la memoria fondata sugli elementi appresi una volta per tutte e quindi entrati in categorizzazioni fisse. La memoria semantica non è priva di connotazioni emotive, ma la sua caratteristica è di essere fondata su definizioni, come in un dizionario, che non cambiano nel tempo, disposti in una collocazione stabile. 3) Memoria episodica e autobiografica: è la memoria rivolta alla conservazione di elementi specifici, unici, irripetibili, che sono successi solo quella certa volta e in quel certo posto. È la memoria che coglie la specificità di un vissuto, il suo essere riconoscibile perché unico e fortemente emozionale: esempi di questa memoria possono essere la casa dei nonni, il profumo della propria madre, il colore degli occhi della ragazza amata, e così via. 4) Memoria iconica: è la memoria che consente di trattenere una certa quantità di informazioni di tipo visuale e/o spaziali che vanno a collocarsi nella memoria recente. 5) Memoria fotografica (visiva): è la memoria che consente di conservare le impressioni visive (parole, linee, forme, colori, fisionomia di una persona incontrata una sola volta, ecc.). Chi dispone di sviluppata memoria fotografica per apprendere la lezione la scrive, o visualizza la pagina del libro, in modo tale che quando la ripete è come se leggesse mentalmente le singole frasi. 6) Memoria uditiva: è la memoria che possiede chi ha facilità a ricordare sequenze sonore piuttosto che i timbri musicali (ad es. il timbro della voce piuttosto che la fisionomia, il suono della parole più chiaramente delle immagini visive, ecc.). Il soggetto uditivo impara la lezione dalla spiegazione dell'insegnante o leggendola ad alta voce. 7) Memoria motoria: è la memoria che facilita la memorizzazione di sequenze motorie del corpo. 62. DESCRIVERE I VARI TIPI DI NEURONI I neuroni possono essere classificati in base al numero e alle ramificazione dei prolungamenti, ottenendo in questo modo: - Neuroni unipolari, presentano un solo assone e il pirenoforo ha valore di sito recettore. -Neuroni bipolari, hanno un assone e un solo dendrite che si articola agli antipodi del soma. - Neuroni multipolari, mostrano un assone e molteplici dendriti.Inoltre, è possibile classificare i neuroni in base all’aspetto presentato: - piramidale, i cui dendriti alla base si distribuiscono in senso orizzontale, mentre il dendrite apicale si sviluppa in altezza. L’assone si estende nelle zone corticali della corteccia. - stellato, definite anche granuli, in cui i dendriti si ramificano nelle immediate vicinanze del soma e l’assone comunica con le cellule adiacenti. - fusiforme, aventi alle estremità due terminazioni dendritiche e l’assone si dirige verso strati più superficiali. Ogni neurone è imputato allo svolgimento di una serie di funzioni, per questo è anche possibile distinguerli in: - Neuroni sensitivi o afferenti, ricevono stimoli e trasportano l’informazione dagli organi sensoriali al sistema nervoso centrale. - Interneuroni o neuroni intercalari, integrano i dati forniti dai neuroni sensoriali e li trasmettono ai neuroni motori. I neuroni si classificano anche in base al tipo di neurotrasmettitore e si hanno i neuroni: -colinergici, che usano l’acetilcolina - monoaminergici che utilizzano come neurotrasmettitore la serotonina e le catecolamine. - aminoacidergiciche utilizzano il GABA con funzione inibitoria e i neuroni glutammatergici con funzione eccitatoria. 63. DESCRIVERE I VARI TIPI DI NOCICETTORI nocicettori rappresentano delle terminazioni nervose 11 che hanno il compito di percepire il dolore, valutandone l'intensità. La maggioranza dei nocicettori rispondono a stimoli meccanici, termici e chimici e sono quindi chiamati nocicettori polimodali. Tuttavia, esistono anche nocicettori che rispondono in modo selettivo a stimoli diversi. Così, ci sono nocicettori meccanici che mostrano una risposta selettiva ad una forte pressione, nocicettori termici che mostrano risposte al caldo o al freddo estremi, e nocicettori chimici che mostrano risposte all'istamina o altre sostanze chimiche. 64. DESCRIVERE I VARI TIPI DI RECETTORI PER I NEUROTRASMETTITORI I neurotrasmettitori sono messaggeri chimici endogeni, di cui si avvalgono le cellule del sistema nervoso (i cosiddetti neuroni) per comunicare tra loro o per stimolare cellule di tipo muscolare o ghiandolare. I tipi di recettori sno: Recettori ionotr opici, sono costituiti da canali ionici per diverse specie ioniche, controllati chimicamente. Hanno tipicamente una risposta rapida e poco duratura; - Recettor i metabotr opici Sono costituiti da un recettore accoppiato ad altre proteine, responsabili di reazioni enzimatiche. Si basano su due tipi di meccanismo: • recettori accoppiati ad una proteina G • recettori della tirosinchinasi 65. DESCRIVERE IL DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO Secondo la teoria biochimica la sintomatologia del Disturbo Ossessivo Compulsivo è correlata con una disregolazione di alcuni sistemi di neurotrasmettitori, in particolare del sistema serotoninergico (e in parte anche del sistema dopaminergico), che causerebbe una diminuzione della serotonina in specifiche aree cerebrali. Questa ipotesi è avvalorata dal fatto che i sintomi ossessivo compulsivimigliorano con la somministrazione di farmaci SSRI (Inibitori Selettivi della Ricaptazione della Serotonina). In generale, le persone che hanno parenti con Disturbo Ossessivo Compulsivo sono soggette ad un rischio maggiore di sviluppare la malattia, anche se la maggior parte delle persone con la malattia non hanno una storia familiare simile. Il clima familiare è di solito caratterizzato da un blocco delle espressioni emotive e da distacco; in queste famiglie si predilige il piano logico, formale e verbale. Inoltre di solito è presente un’attenzione focalizzata alle regole formali, un’accentuazione del senso di responsabilità, un incoraggiamento allo sforzo, all’impegno e alla pulizia. In queste famiglie generalmente le relazioni sociali sono scarse e quelle esistenti sono vissute in modo molto formale. 66. DESCRIVERE IL DISTURBO POST-TRAUMATICO DA STRESS Secondo il DSM-IV-TR (APA, 2000), il Disturbo Post traumatico da Stress si sviluppa in seguito all’esposizione ad un evento stressante e traumatico che la persona ha vissuto direttamente, o a cui ha assistito, e che ha implicato morte, o minacce di morte, o gravi lesioni, o una minaccia all’integrità fisica propria o di altri. La risposta della persona all’evento comporta paura intensa, senso di impotenza e/o orrore.I sintomi del Disturbo Post traumatico da Stress possono essere raggruppati in tre categorie principali: 1. il continuo rivivere l’evento traumatico: l’evento viene rivissuto persistentemente dall’individuo attraverso immagini, pensieri, percezioni, incubi notturni; 2.l’evitamento persistente degli stimoli associati con l’evento o attenuazione della reattività generale: la persona cerca di evitare di pensare al trauma o di essere esposta a stimoli che possano riportarglielo alla mente. L’ottundimento della reattività generale si manifesta nel diminuito interesse per gli altri, in un senso di distacco e di estraneità; sintomi di uno stato di iperattivazione persistente come difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno, difficoltà a concentrarsi, l’ipervigilanza ed esagerate risposte di allarme. I sintomi del disturbo post traumatico da stress possono insorgere immediatamente dopo il trauma o dopo mesi. Il quadro dei sintomi può essere inoltre acuto, se la durata dei sintomi è minore di tre mesi, cronico se ha una durata maggiore, o ad esordio tardivo, se sono trascorsi almeno 6 mesi tra l’evento e l’esordio dei sintomi. 67. DESCRIVERE IL FUNZIONAMENTO DEI CANALE IONICI I canali ionici sono proteine integrali di membrana, formate da una o più subunità che creano un poro idrofilico transmembrana permeabile a ioni. Questi complessi non sono semplici fori della membrana, ma sono delle strutture specializzate in possesso di filtri per la specificità ionica e meccanismi di apertura e chiusura regolati in modo complesso. 68. DESCRIVERE IL FUNZIONAMENTO DEI SISTEMI MOTORI. sistemi motori vengono elaborati a vari 12 livelli del sistema nervoso: • Midollo spinale: è il livello più basso di organizzazione e contiene circuiti che mediano i riflessi e i movimenti automatici, come la locomozione. Il circuito più semplice è monosinaptico, ma nella maggior parte dei casi si hanno circuiti polisinaptici, i cui motoneuroni e interneuroni ricevono connessioni dai neuroni dei centri superiori, i quali possono modificare le risposte riflesse e coordinare i circuiti. • Tronco encefalico: riceve dalla corteccia cerebrale e proietta al midollo spinale mediante i sistemi discendenti mediali e i sistemi discendenti laterali. Corteccia: è il livello più alto di elaborazione. La corteccia motrice primaria e premotrice proiettano al midollo spinale, mediante il tratto cortico-spinale, e al tronco encefalico. In realtà la corteccia facilita o inibisce i circuiti riflessi presenti ai livelli gerarchici più bassi. Gli schemi di coordinazione sono relativamente stereotipati. • Cervelletto e nuclei della base: fanno parte dei circuiti a feed-back che controllano corteccia e tronco encefalico nella pianificazione ed esecuzione del movimento. Stabiliscono proiezioni con corteccia e talamo, che sono necessari per garantire scorrevolezza e la fluidità di un movimento. 69. DESCRIVERE IL MECCANISMO DI ELABORAZIONE CORTICALE DEL DOLORE Le vie che trasportano le informazioni nocicettive vengono ritrasmesse dal midollo a talamo e corteccia attraverso cinque vie principali: • Tratto spinotalamico. • Tratto spinoreticolare. • Tratto spinomesencefalico. • Tratto cervicotalamico. • Tratto spinoipotalamico TRATTO SPINOTALAMICO È la via nocicettiva principale costituita da: • Assoni dei nocicettori specifici delle lamine I, V e VII. • Gli assoni si portano al lato controlaterale del midollo e ascendono. Oltre al talamo varie regioni della corteccia rispondono in modo selettivo agli stimoli nocivi: • Corteccia somatosensitiva: contribuisce alla percezione del dolore persistente e diffuso. • Corteccia dell’insula: elabora gli stimoli viscerali • Terminano nel talamo. 70. DESCRIVERE IL MECCANISMO DI ELETTROGENESI Il potenziale di membrana è il risultato di una diseguale distribuzione di cariche elettriche ai due lati della membrana, che si comporta come una barriera con permeabilità selettiva. Le specie ioniche danno una composizione molto diversa ai due compartimenti idrici e precisamente: • Compartimento extracellulare: alte concentrazioni di Na+, Ca2+ e Cl-; • Compartimento intracellulare: alte concentrazioni di K+ e anioni inorgagnici (A-). La struttura della membrana è il bilayer fosfolipidico che risulta impermeabili alle molecole cariche elettricamente, rivestite da una strato di molecole d’acqua (strato di solvatazione). La via utilizzata dalle specie ioniche per attraversare la membrana è costituita dai canali ionici, delle proteine integrali di membrana, che attraversano da parte a parte il doppio strato fosfolipidico. 71. DESCRIVERE IL MODELLO DI LICHTHEIM NELL'AMBITO DELLE AFASIE Lichtheim propose un modello interpretativo più complesso per non trascurare, oltre gli aspetti sensomotori del linguaggio, anche gli aspetti “cognitivi” di questo sistema di comunicazione, dove trovasse posto un centro per i concetti che fosse collegato sia con il centro per le immagini uditive, deputato alla comprensione del linguaggio parlato, sia con il centro delle immagini motorie, fonte dei messaggi che devono poi essere implementati nelle strutture fonatorie. Lo schema di Lichtheim prevedeva quindi molti tipi di afasia, a seconda che la lesione colpisse i centri o le vie di connessione tra i centri. Oltre all’afasia di Broca, all’afasia di Wernicke e all’afasia di conduzione, il modello prevedeva: 1) Afasia transcorticale motoria: afasia dovuta all’interruzione delle vie che dal centro dei concetti portano all’area di Broca, in cui è compromesso il linguaggio spontaneo, ma non la ripetizione e la comprensione. 2) Afasia transcorticale sensoriale: dovuta all’interruzione delle vie che dall’area di Wernicke vanno al centro dei concetti, in cui è lesa la comprensione del linguaggio, ma non la ripetizione 3) Afasia subcorticale motoria: afasia in cui sono compromesse le vie che dal centro per le immagini motorie delle parole vanno alle aree motrici primarie, in cui sarebbe compromessa la produzione linguistica orale, ma non quella scritta, poiché il centro per le immagini motorie è integro. 4) Afasia subcorticale sensoriale: afasia in cui sarebbero lese le vie che connettono le aree uditive primarie con l’area di Wernicke, in cui sarebbero compromesse la comprensione del linguaggio parlato e la ripetizione, ma non la comprensione della letteratura e la produzione linguistica sia orale che scritta 72. DESCRIVERE IL MODELLO DI WERNICKE NELL'AMBITO DELLE AFASIE Wernicke, riprendendo le 15 Il neurone nella figura precedente presenta diversi dendriti primari che originano direttamente dal corpo cellulare (dendriti di primo ordine). Ognuno dà poi origine a dendriti di secondo, terzo ordine, e così via. Le branche dendritiche che non sono destinate a ramificarsi ulteriormente vengono definite branche terminali. Per la rassomiglianza con i rami di un albero, l’insieme dei dendriti di un neurone viene talora definito “albero dendritico”. L’assone origina dal corpo cellulare come singolo prolungamento e si assottiglia molto dopo aver percorso una breve distanza. Può essere lungo da qualche micron a diversi centimetri. 79. DESCRIVERE LA REGOLAZIONE PSICOFISICA DEL MOVIMENTO VOLONTARIO l’elaborazione motoria prende avvio da una rappresentazione interna relativa al risultato che si vuole raggiungere. I movimenti volontari sono governati da leggi che possono essere modificate con l’esperienza e precisamente: • Il sistema nervoso si prefigura il risultato delle azioni motorie indipendentemente dal tipo di effettore utilizzato e dalla modalità di esecuzione del movimento. • Il tempo necessario per rispondere allo stimolo dipende dalla quantità di informazioni che devono essere elaborate (periodo di latenza). • La velocità di esecuzione del movimento è inversamente proporzionale alla precisione del movimento eseguito. Il movimento diretto ad uno scopo è rappresentato in forma astratta piuttosto che come una serie di movimenti articolari con contrazioni muscolari. 80. DESCRIVERE LE CARATTERISTICHE DEGLI STATI ANSIOSI L’ ansia è un emozione caratterizzata da sensazioni di tensione, minaccia, preoccupazioni e modificazioni fisiche, come aumento della pressione sanguigna. La principale caratteristica degli stati ansiosi è costituita da un esagerato senso di paura accompagnato da un corredo di manifestazioni soggettive ed obbiettive. Le manifestazioni soggettive possono variare da un esagerato stato di allerta all’invincibile paura di una prossima catastrofe e di morte imminente. Le manifestazioni obbiettive comprendono tachicardia, palpitazioni, tremore, sudorazione, aumento della pressione sanguigna, secchezza delle fauci, senso di timore e di irrequietezza, esagerata risposta agli stimoli, desiderio di fuga e di isolamento. Depressione e stato ansioso possono spesso coesistere 81. DESCRIVERE LE CARATTERISTICHE DEL GABA Tra i neurotrasmettitori più noti, rientrano: la dopamina, l'acetilcolina, il glutammato, il GABA e la serotonina. Il GABA. È il principale neurotrasmettitori inibitorio del sistema nervoso centrale: in base agli ultimi studi di biologia, ne farebbero uso circa il 90% delle cosiddette sinapsi inibitorie. Per le sue proprietà inibitorie, il GABA è uno dei principali bersagli dei farmaci sedativi e tranquillanti. Negli esseri umani GABA è anche direttamente responsabile per la regolazione del tono muscolare. Viene rilasciato da neuroni dei circuiti locali presenti nel cervello (neuroni gabaergici), i quali presentano un piccolo corpo neuronale e arborizzano a breve distanza formando principalmente sinapsi asso-assoniche con i neuroni di proiezione (eccitatori). 82. DESCRIVERE LE CARATTERISTICHE DELL'AFASIA GLOBALE Nelle afasie di tipo globale (o misto), l'eloquio non risulta affatto fluente, tanto da sopprimere letteralmente le parole. In questa tipologia, anche la comprensione del linguaggio risulta pesantemente compromessa. L'afasia globale è definita come una grave alterazione del linguaggio, poiché viene intaccata la produzione della parola, l'elaborazione e la comprensione stessa. Viene coinvolto l'emisfero cerebrale sinistro, area in cui si collocano sia la corteccia perisilviana, sia le strutture limitrofe nel cervello: per questi motivi, la forma globale di afasia è la più grave, in genere dovuta ad una lesione grave dell'arteria cerebrale media. 83. DESCRIVERE LE CARATTERISTICHE DELLE VARIE CONDUTTANZE IONICHE NEL POTENZIALE D'AZIONE Durante un potenziale di azione si registra una variazione delle conduttanze ioniche che riguardano Na+ e K+, entrambe attivate dal voltaggio. Le cellule eccitabili possiedono un largo corredo di canali ad accesso variabile, che contribuiscono ad una vasta gamma di risposte che le cellule sono in grado di fornire. La variabilità della conduttanza è strettamente legata alla variabilità di forma, durata e meccanismi di accensione o gating dei canali:• Canali aperti da stimoli depolarizzanti o iperpolarizzanti.• Canali attivati da secondi messaggeri.• Canali passivi. 16 84. DESCRIVERE LE CARATTERISTICHE DI UN POTENZIALE D'AZIONE L’insorgenza di un potenziale d’azione si verifica quando una serie di eventi elettrotonici si sommano, per cui il potenziale di membrana si discosta dal valore di riposo innescando un potenziale d’ azione capace di propagarsi lungo la fibra nervosa. Un potenziale d’azione non è altro che una modificazione della conduttanza ionica di membrana, che determina l’apertura dei canali voltaggio-dipendenti di sodio e potassio 85. DESCRIVERE LE CARATTERISTICHE GENERALI E COMUNI DEI VARI TRASMETTITORI Un neurotrasmettitore deve essere sintetizzato e immagazzinato nelle vescicole presinaptiche per poi essere rilasciato. Per esplicare la sua azione deve legarsi a specifici recettori localizzati sulla membrana postsinaptica, per poi venire rapidamente rimosso dallo spazio sinaptico, in modo da estinguere il processo. La differenza fondamentale tra neurotrasmettitori ed ormoni risiede nel fatto che questi ultimi vengono immessi nel circolo emetico in modo da raggiungere organi bersaglio localizzati a distanza 86. DESCRIVERE LE DISFUNZIONI COGNITIVE DOVUTE ALLA DEGENERAZIONE DEI NUCLEI DELLA BASE Le degenerazioni a carico dei nuclei della base provocano disturbi motori, come disturbi ipocinetici e ipercinetici. In realtà alcuni circuiti dei nuclei della base, che prendono origine dalle regioni prefontali e limbiche e comprendono aree specifiche dello striato, del pallido e della substantia nigra, sono implicati in forma di comportamento non motorio e quindi ad alterazioni comportamentali. Infatti i nuclei della base sono implicati in processi cognitivi, regolazione dell’umore e stati comportamentali. 87. DESCRIVERE LE DUE CATEGORIE DEI DISTURBI CINETICI I disturbi motori vengono differenziati in: Disturbi ipocinetici: sono caratterizzati da incapacità ad iniziare il movimento (acinesia) e da riduzione dell’ampiezza e della velocità dei movimenti volontari (bradicinesia). Sono generalmente accompagnati da rigidità muscolare per aumento della resistenza allo spostamento dei segmenti corporei, e tremore. Un esempio noto è il morbo di Parkinson. Disturbi ipercinetici: sono caratterizzati da eccessiva attività motoria, con comparsa di sintomi caratteristici quali movimenti involontari (discinesia) e diminuzione del tono muscolare (ipotonia). I movimenti involontari sono di tipo diverso: Movimenti lenti di contorsione delle estremità (ateatosi). Movimenti repentini casuali degli arti e dei muscoli della faccia (corea). Movimenti violenti di grande ampiezza dei segmenti prossimali degli arti (ballismo). Posture abnormi e durature associate a movimenti più lenti eseguiti con la co- contrazione dei muscoli agosti ed antagonisti (distonia). 88. DESCRIVERE LE FUNZIONI DELLE COMPONENTI NEURONALI Il neurone è una cellula del sistema nervoso centrale che consente funzioni cognitive e comportamentali, come pensare, camminare, parlare. Il neurone è costituito da una parte centrale chiamata soma, che a sua volta è formata dal pirenoforo, sede del nucleo, e dagli altri organelli deputati alle principali funzioni cellulari: apparato di Golgi, neurofilamenti, neurotubuli, granuli di pigmento, sostanza tigroide, mitocondri, nucleo, reticolo endoplasmatico liscio e rugoso. 89. DESCRIVERE LE REGIONI ANATOMICHE CONTROLLATE DALLA COMPONENTE SIMPATICA E DA QUELLA PARASIMPATICA Il sistema parasimpatico stimola la quiete, il rilassamento, il riposo, la digestione e l'immagazzinamento di energia; presiede ad un sistema di adattamento definito - in termini anglosassoni - "rest and digest" (riposo e digestione). In seguito agli stimoli del sistema parasimpatico, aumentano le secrezioni digestive (salivari, gastriche, biliari, enteriche e pancreatiche), l'attività peristaltica viene esaltata, la pupilla si restringe, diminuisce la frequenza cardiaca, si costringono i bronchi e viene favorita la minzione. Il sistema parasimpatico si contrappone, in tal senso, all'altra branca del sistema nervoso autonomo, denominata sistema simpatico, che favorisce l'eccitazione e l'attività fisica. Il più delle volte l'azione dei due sistemi è finemente bilanciata, senza una netta prevalenza dell'uno rispetto all'altro (concetto di omeostasi riportato in figura). Dal punto di vista anatomico, i nervi 17 del sistema nervoso parasimpatico si distribuiscono ai vasi sanguigni, alle ghiandole salivari, al cuore, ai polmoni, all'intestino, agli organi genitali, agli occhi, alle ghiandole lacrimali e a numerosi altri organi e tessuti. 90. DESCRIVERE LE TERAPIE DELLE FORME DEPRESSIVE Sono quattro, attualmente, i tipi di trattamento per le forme depressive gravi e per quelle maniaco-depressive: 1) La terapia elettroconvulsiva (TEC), 2) I farmaci antidepressivi, 3) Il litio, 4) Gli anticonvulsivanti. Di queste quattro terapie, quella elettroconvulsiva è stata sperimentata per il periodo più lungo, all’incirca per 50 anni. 91. DESCRIVERE LE TRE SEZIONI DEL SISTEMA NERVOSO AUTONOMO. Le tre sezioni sono: - sezione ortosimpatica – sezione parasimapatica e sezione enterica, costituita da neuroni localizzati nel sistema enterico. 92. DESCRIVERE LE TURBE DEPRESSIVE BIPOLARI Circa il 25% dei pazienti affetti da depressione grave nel corso della vita vanno anche incontro ad un episodio maniacale, anche se lieve. I pazienti che presentano episodi sia depressivi che maniacali, sono affetti da un diverso tipo di malattia detto disturbo bipolare dell’umore. La malattia colpisce uomini e donne in egual misura e l’età media di insorgenza è di almeno 10 anni più precoce della depressione di tipo unipolare; l’esordio si ha, in genere, ad una età più prossima ai 20 anni che ai 30. Clinicamente, gli episodi di depressione sono simili a quelli che si osservano nelle forme unipolari; gli episodi maniacali sono caratterizzati da uno stato di esaltazione e da un umore espansivo o irritabile della durata di circa una settimana, che si accompagnano ad uno di questi sintomi: iperattività, loquacità (ansia di parlare), intrusione negli affari altrui, aumento delle forze e della libido, fuga delle idee, senso di grandiosità, distrazione, ridotta necessità di sonno, impegno incauto in complicazioni di ogni tipo. 93. DESCRIVERE LE TURBE DEPRESSIVE UNIPOLARI L’alterazione dell’umore più diffusa, la depressione unipolare Gli episodi di depressione durano, in generale, da 4 a 12 mesi e sono caratterizzati da uno stato d’animo di profondo sconforto che è continuo lungo tutta la giornata e persiste giorno dopo giorno. Questo stato si accompagna a una sofferenza mentale intensa, all’incapacità di provare sentimenti piacevoli ed alla perdita generalizzata d’interesse per ogni cosa. Per la diagnosi è necessaria la presenza di almeno tre dei seguenti sintomi: 1) alterazione del sonno, generalmente insonnia, con risveglio nelle prime ore del mattino, ma ci può essere anche ipersonnia; 2) riduzione dell’appetito e perdita di peso, ma talvolta iperfagia; 3) perdita di forze, riduzione degli appetiti sessuali, irrequietezza; 4) rallentamento del corso dei pensieri e delle azioni; 5) difficoltà di concentrazione, indecisione; 6) senso di inutilità e di colpa; 7) pessimismo, pensieri di morte e idee suicide. Sebbene non indispensabili per la diagnosi, altri sintomi generalmente presenti sono: 8) stitichezza, diminuita salivazione; 9) variazioni giornaliere della gravità dei sintomi che, in generale, sono più accentuati al mattino. Non dovrebbero essere presenti segni di schizofrenia o disturbi di tipo neurologico; La depressione unipolare non è una malattia unica, ma è costituita da un gruppo di disturbi diversi: i sottogruppi che vengono comunemente distinti sono la depressione melanconica, la depressione atipica e la distimia, che verranno trattate nelle sessioni successive. 94. DESCRIVERE LE VARIE FASI DEL SONNO, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AL TRACCIATO EE g Il sonno si divide nella fase Non Rem o Nrem, a sua volta costituita da 4 stadi, e nella fase Rem, cioè quella in cui si sogna, per un totale di cinque che formano il cosiddetto ciclo del sonno. La loro durata può variare nel corso della vita. Fanno parte della fase non rem: stadio1 – Addormentamento; stadio 2 – sonno leggero; stadio 3 – sonno profondo; stadio 4 sonno profondo effettivo. La fase rem è quella in cui prevalentemente si sogna. Questa fase ( e quella del sonno ad onde lente) è stata scoperta dai ricercatori grazie all’uso della tecnica dell’elettroencefologramma. L’elettroencefalografia è una tecnica basata sull'applicazione di elettrodi a livello del cuoio capelluto per registrare l'attività elettrica 20 istantanea, grazie al passaggio diretto di corrente da una cellula all'altra. Nelle sinapsi chimiche, di gran lunga più frequenti nel nostro organismo, la trasmissione dei segnali viene affidata ad un mediatore chimico, detto neurotrasmettitore. Rispetto alle precedenti, tra cellula presinaptica e cellula postsinaptica esiste un punto di discontinuità strutturale; in questo modo le membrane delle due cellule restano sempre distinte e separate da uno spazio detto fessura sinaptica. 106. INDICARE LE TERAPIE PER LO STATO D'ANSIA GENERALIZZATO La persona con Disturbo d’Ansia Generalizzato sperimenta un costante stato d’ansia, spesso concernente piccole cose e caratterizzato da attesa apprensiva con anticipazione pessimistica di eventi negativi o catastrofici di ogni genere a natura. Le psicoterapie ad indirizzo cognitivo comportamentale (tra le più efficaci e caldamente raccomandabili) affrontano l’ansia generalizzata in modi diversi. Si possono affrontare in modo separato le varie situazioni in cui l’ansia si presenta tramite tecniche comportamentali e di ristrutturazione cognitiva.Alcuni utilizzano tecniche di rilassamento per interrompere il processo di auto alimentazione dell’ansia e abbassare lo stato di tensione generale.Infine, si possono scegliere interventi mirati al potenziamento delle capacità assertive.Tra i trattamenti farmacologici più diffusi per il disturbo d’ansia generalizzato si trovano sicuramente quelli a base di ansiolitici. Le benzodiazepine costituiscono, infatti, i farmaci di più largo impiego; tuttavia, il buspirone è sicuramente un composto più recente e di pari efficacia. 107. QUAL E' IL RUOLO DEL MIDOLLO SPINALE NELL'ELABORAZIONE DEI SISTEMI MOTORI. Il midollo spinale fa parte, insieme all’encefalo, del sistema nervoso centrale (SNC). La sua estensione va dal foro occipitale del cranio fino alla prima vertebra lombare. Le funzioni del midollo spinale sono varie. Si occupa di ricevere e processare (a livello superficiale) l’informazione sensitiva e di inviare l’informazione motoria che parte dall’encefalo. Le sue funzioni sono fondamentali e di vitale importanza. Una lesione può provocare effetti gravi come la paralisi a livello motorio o la perditadella sensibilità 108. QUAL E' IL RUOLO DEL TRONCO ENCEFALICO NELL'ELABORAZIONE DEI SISTEMI MOTORI? Il tronco encefalico riceve dalla corteccia cerebrale e proietta al midollo spinale mediante - i sistemi discendenti mediali :controllo della postura, integrazione delle informazioni visive, vestibolari e somatosensitive - i sistemi discendenti laterali : controllo del movimento dei muscoli distali degli arti, dei movimenti di occhi e capo 109. QUAL E' IL RUOLO DELL'IPOTALAMO NEL SISTEMA LIMBICO L'ipotalamo è l'importante struttura dell'encefalo che prende posto appena sotto il talamo e che dirige l'attività dell'ipofisi, una ghiandola endocrina maggiore fondamentale alla vita e al benessere dell'essere umano. Assieme all'amigdala, alla formazione reticolare del tronco encefalico e ad altre porzione dell'encefalo, l'ipotalamo prende parte alla costituzione del sistema limbico. Il sistema limbico è un insieme di strutture encefaliche, che hanno un ruolo chiave nelle reazioni emotive, nei processi di memoria a breve termine, nel comportamento e nell'olfatto. 110. QUAL E' LA DIFFERENZA DI COMPORTAMENTO NEI CONFRONTI DEL CIBO TRA UN SOGGETTO ANORESSICO E UNO BULIMICO? INDICHI LE MOTIVAZIONI Caratteristica comune alle due sindromi è la presenza di una alterata percezione del peso e dell’immagine corporea. L’ANORESSIA si caratterizza per il rifiuto del cibo e l’incapacità a mantenere il peso corporeo al di sopra del peso minimo normale.La BULIMIA è caratterizzata da ricorrenti episodi di perdita del controllo nell’ingestione di cibo, in un lasso di tempo molto ristretto, anche di nascosto da altri, con abbuffate, seguite sensi di colpa e da tentativi maldestri di controllo del peso corporeo come vomito autoindotto, uso eccessivo di lassativi e diuretici, iperattività fisica ecc. 21 111. QUAL E' LA DIFFERENZA DI COMPORTAMENTO NEI CONFRONTI DELLA SOCIETA' TRA UN SOGGETTO ANORESSICO E UNO BULIMICO? Il comportamento anoressico è la risultante di una percezione negativa della realtà e del mondo circostante che blocca ogni spinta naturale e di crescita favorendo invece una regressione psicologico comportamentale oltre che un isolamento sociale. Elemento discriminante tra il comportamento bulimico e quello anoressico sono le frustrazioni, sia a livello personale sia di rapporti con l’ambiente sociale, che il bulimico ritiene di subire, perdendo il controllo razionale. 112. QUAL E' LA DIFFERENZA TRA MEMORIA A BREVE TERMINE E MEMORIA A LUNGO TERMINE? La memoria a breve termine ha come caratteristiche quella di essere a breve durata e labile: l’informazione viene appresa ma risulta annullata la capacità di trattenerla per un lungo periodo. Sono un esempio di informazioni trattenute a breve termine le immagini retiniche, che consentono di memorizzare temporaneamente l’informazione visiva riguardante un oggetto.La memoria a lungo termine dipende da forme di plasticità sinaptica che necessitano, per instaurarsi, di cambiamenti dell’espressione genica e la sintesi di proteine necessarie a modificare a lungo termine i contatti sinaptici. 113. QUAL E' LA DIFFERENZA TRA NMDA E AMPA? Nel SNC i recettori per il glutammato mediano una trasmissione di tipo eccitatorio e partecipano alle modificazioni plastiche dei circuiti neuronali, che sono alla base di memoria e apprendimento.cI recettori vengono classificati in funzione dell’affinità per il glutammato in due classi: Recettori ad alta affinità: recettori NMDA - Recettori a bassa affinità: recettori AMPA e Kainato 114. QUAL E' LA FUNZIONE DELLA SINAPSI Le sinapsi sono siti di contatto funzionale tra due neuroni, cioè tra due cellule nervose. Detti anche giunzioni sinaptiche, questi punti di raccordo permettono la trasmissione di informazioni sotto forma di segnali elettrici. A seconda delle strutture coinvolte, tali impulsi possono essere trasmessi da un neurone all'altro (sinapsi interneuroniche), da un recettore sensoriale ad una terminazione nervosa (sinapsi cito-neurali) o da un neurone ad una cellula effettrice periferica, ad esempio ad una fibra o ad una cellula ghiandolare (sinapsi periferiche). 115. QUALI SONO I RECETTORI SENSIORALI E QUALI SONO LE LORO FUNZIONI? n ogni sistema sensoriale sono presenti cellule specializzate che consentono il contatto con il mondo circostante e sono capaci di raccogliere e codificare informazioni diverse.Il recettore sensoriale trasforma l‘energia dello stimolo in energia elettrica. L’uomo presenta quattro tipi di recettori, ciascuno dei quali viene attivato da una specifica forma di energia che può essere meccanica, chimica, elettromagnetica e termica: - Meccanocettori: sono attivati da una deformazione meccanica. Sono localizzati nella cute e nell’orecchio interno - Chemiocettori: sono recettori attivati dal legame con una specifica molecola - sono coinvolti nella percezione di dolore, gusto e olfatto - Termocettori: rilevano la temperatura corporea e quella dell’ambiente - Fotocettori: localizzati sulla retina son sensibili all’energia elettromagnetica 116. QUALI SONO I TIPI DI DOLORE E LE LORO FUNZIONI? l dolore è un’esperienza sensitiva spiacevole che svolge una funzione protettiva, richiamando l’attenzione sulla sede del danno.- DOLORE PERSISTENTE Caratteristico di condizioni patologiche, ha la funzione di richiamare l’attenzione del paziente nella regione di origine della condizione dolorosa. - DOLORE CRONICO Non ha nessuna utilità per il paziente ed è tipico di patologie con decorso cronico. Il dolore cronico è quindi una malattia (non un sintomo)! - DOLORE NOCICETTIVO È dovuta ad una attivazione diretta dei nocicettori localizzati in cute e tessuti. Possono essere attivati da un processo lesivo o infiammatorio.- DOLORE NEUROPATICO È una lesione diretta delle fibre nervose periferiche o centrali. 117. QUALI SONO LE AREE CORTICALI IMPLICATE NELLE EMOZIONI La mappa corticale di più largo uso è quella di Brodmann, che suddivise la corteccia in circa 50 aree sulla base di differenze citoarchitettoniche (dimensioni e forma dei neuroni, spessore della corteccia). Gran parte della corteccia del lobo frontale è costituita da aree associative, dedicate a funzioni superiori, (emozioni, comportamenti, pensieri, memoria, ecc) 22 118. QUALI SONO LE CARATTERISTICH EDI UN RECETTORE ACCOPPIATO A PROTEINA G? I recettori accoppiati a proteine G sono dei recettori di membrana che mediano i loro effetti attraverso l’attivazione di una proteina G, quindi attraverso una cascata di eventi biochimici che portano alla formazione dei secondi messaggeri all’interno della cellula; a causa della lunga sequenza di eventi, rispetto ai recettori- canale la trasmissione è meno rapida. Comprendono i recettori muscarinici, adrenergici, dopaminergici, serotoninergici, cannabinoidi e i degli oppiacei e delle purine. 119. QUALI SONO LE CARATTTERISTICHE DEL MOVIMENTO PREPARATORIO Prende avvio da istruzioni interne. • La relazione tra stimolo esterno e risposta è spesso arbitraria. • La ripetizione mentale di un movimento, ovvero l’uso dell’immaginazione visiva per pianificare un movimento evoca nelle aree corticali premotorie e parietali posteriori la stessa attività che si registra durante l’esecuzione del movimento. Le aree premotorie attivate durante l’esecuzione di un compito non restano sempre le stesse, ma cambiano man mano che il movimento diventa automatico. L’attività set-related è presente nelle aree implicate nel controllo del movimento e precisamente: Corteccia motrice primaria:codifica i parametri del movimento. Corteccia motrice supplementare: codifica una successione particolare di risposte. Area premotoria: codifica il modo in cui stimoli visivi o di natura diversa devono essere utilizzati per dirigere il movimento 120. QUALI SONO LE CARATTTERISTICHE DEL MOVIMENTO VOLONTARIO? Le caratteristiche del movimento volontario sono: - Prevede una pianificazione.- Sono diretti al raggiungimento di uno scopo.- La risposta allo stimolo cambia a seconda dell’obiettivo comportamentale.- L’efficacia del movimento eseguito cambia con esperienza e apprendimento. 121. QUALI SONO LE DIFFERENZE PRINCIPALI TRA L'ORTOSIMPATICO E IL PARASIMPATICO? Il sistema nervoso autonomo è costituito da porzioni anatomicamente e funzionalmente distinte ma sinergiche:- il sistema nervoso simpatico (o ortosimpatico)- il sistema nervoso parasimpatico - il sistema nervoso enterico (o metasimpatico), fibre nervose che innervano i visceri.Le due componenti orto e parasimpatica hanno funzioni divere e contrapposte: - ORTOSIMPATICO: media la risposta “attacca o fuggi” e mette il corpo in una situazione di emergenza in risposta a condizioni di stress o competizione - PARASIMPATICO: media la risposta “riposo e assimilazione” e mantiene frequenza cardiaca, frequenza respiratoria e metabolismo in condizioni basali. 122. QUALI SONO LE DIFFERENZE TRA DISLESSIA E DISGRAFIA La “disgrafia” (anche chiamata “disturbo della scrittura“) si intende un disturbo specifico della scrittura evidente nella riproduzione di segni alfabetici e numerici che risultano non lineari, non occupanti in modo adeguato lo spazio a disposizione e con dimensioni non omogenee. La disgrafia si può riconoscere da alcuni sintomi caratteristici, tra cui: la mano del bambino scorre con fatica sul piano di scrittura; l’impugnatura della penna è spesso scorretta; la capacità di utilizzare lo spazio a disposizione per scrivere è ridotta ecc. invece la dislessia La dislessia è una difficoltà che riguarda la capacità di leggere e scrivere in modo corretto e fluente. Il bambino dislessico può leggere e scrivere ma non lo fa in maniera automatica, ha bisogno di impegnare al massimo le sue capacita e le sue energie. Questo spiega perché un bambino che soffre di questo disturbo si stanca rapidamente, commette errori, rimane indietro, non impara 123. QUALI SONO LE DIFFERENZE TRA DISTURBI FONETICI E DISARTRIA? E’ importante distinguere i disturbi del livello fonetico dai disordini dovuti ad una debolezza dell’apparato muscolo-scheletrico e causati da patologie di diversa origine (miastenia, lesioni del sistema nervoso centrale…) che vanno sotto il nome di disartria. I disordini di produzione del livello fonetico sono caratterizzati dall’errato uso della muscolatura fonoarticolatoria, non dovuto però primariamente ad una debolezza dell’apparato. 124. QUALI SONO LE DIFFERENZE TRA IL GABA E IL GLUTAMMATO? L'acido γ-amminobutirrico (GABA) è un amminoacido rilasciato dai neuroni gabaergici, principale neurotrasmettitore inibitorio del sistema nervoso centrale. Attiva recettori permeabili al cloro Cl-, la cui apertura determina quindi una iperpolarizzazione di membrana e di conseguenza una inibizione nelle cellule neuronali dell’insorgenza di un potenziale d’azione. Viene sintetizzato a partire dal glutammato. Il glutammato nel sistema nervoso