Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

SINTASSI - Linguistica Generale V, Sintesi del corso di Linguistica Generale

Riassunto libro Berruto - Sintassi

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

Caricato il 31/12/2020

angelavalenti
angelavalenti 🇮🇹

5

(3)

7 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica SINTASSI - Linguistica Generale V e più Sintesi del corso in PDF di Linguistica Generale solo su Docsity! SINTASSI La sintassi è la branca della linguistica che si occupa della struttura delle frasi: il suo oggetto di studio è come si combinano fra di loro le parole e come sono organizzate in frasi. La frase è l’entità linguistica che funziona come unità comunicativa. (F = SN + SV) Una frase è identificata dal contenere una predicazione, ovvero l’assegnazione di una proprietà a una variabile o di una relazione fra più variabili. La predicazione in genere è affidata ai verbi perciò ogni verbo coincide solitamente con una frase: possono esistere però anche frasi nominali, senza verbo, che funzionano come messaggi autosufficienti che contengono pur sempre una predicazione. Proposizione: frase semplice costituita da una sola predicazione. L’analisi delle frasi avviene attraverso la scomposizione. La scomposizione avviene negli elementi più piccoli della frase, i costituenti, proprio per questo il tipo di analisi in questione è chiamato “analisi in costituenti immediati”. Il criterio utilizzato in questa scomposizione è quello della prova della commutazione:  Inizialmente si confronta la frase con un’altra più semplice ma che abbia la stessa struttura, in questo modo si individuano i costituenti immediati;  I costituenti immediati si vanno a confrontare con altri costituenti della stessa natura ma più semplici: così facendo si arriverà alle singole parole che di solito segnano la fine dell’analisi. Il metodo di rappresentazione più utilizzato per schematizzare l’analisi della frase è quello dell’albero etichettato, che evidenzia i rapporti gerarchici tra gli elementi della frase. Un albero è costituito da nodi, da cui si dipartono dei rami: ogni nodo è un sottolivello di analisi della sintassi e reca il simbolo della categoria, inoltre domina sulle categorie degli elementi che si dipartono da esso. Gli elementi che stanno al basso di ogni singola diramazione sono detti elementi fratelli. Gli elementi principali sono: F = frase, SN = sintagma nominale, SV = sintagma verbale, N = nome, V = verbo, Art = articolo. Un’altra categoria importante è quella dei determinanti, che sono tutti quegli elementi funzionali che occorrono davanti a un nome e svolgono la funzione di determinare il referente da esso indicato. Es: “il cugino...” il = det.; “questo cugino…” questo = det. Attraverso questa analisi si individuano tre sottolivelli: 1. Sottolivello delle frasi 2. Sintagmi 3. Parole Il secondo di questi è molto importante. Sintagma: minima combinazione di parole che funzioni come un’unità della struttura frasale. I sintagmi sono costruiti attorno a una ‘testa’, sulla cui base vengono poi classificati. La testa è la classe di parole che rappresenta il minimo elemento che da solo possa costituire un sintagma. Un sintagma nominale è quindi un sintagma costruito attorno a un nome, necessario a costituire un sintagma nominale minimo. Il sintagma nominale massimo, invece, può avere una struttura molto più complessa = (Quant.) + (Poss.) + (Det.) + (Num) + (Agg.) + (N). L’aggettivo si trova sempre in posizioni ricorsive prenominali e postnominali: quando è in posizione postnominale può essere sostituito da un sintagma preposizionale. Sprep = preposizione + elemento nominale. Nel sintagma preposizionale la testa è la preposizione, che però non condivide le proprietà che hanno le altre teste di sintagma, di poter rappresentare da sole il sintagma. Tutte le altre categorie lessicali di parole piene possono invece aderire a questa proprietà. I sottocostituenti dei vari tipi di sintagmi possono dare vita a sintagmi anche assai complessi. Il tema della struttura interna dei sintagmi è conosciuto sotto il nome di “teoria X-barra”, che individua i vari gradi di complessità del sintagma con l’indicazione di opportune barre o apici. Ogni lineetta indica un sottolivello crescente di complessità interna del sintagma (X’, X’’, X’’’). Per applicare questa teoria tutti i sintagmi devono avere una struttura interna comune, in cui X è la testa. ‘Compl’, è il modificatore diretto della testa è ‘Spec’, è il modificatore del sottolivello superiore a quello della testa. Più sono gli apici che indicizzano il simbolo di categoria, più complesso e dotato di sottolivelli è il sintagma. Un requisito importante per la corretta rappresentazione è la successione lineare dei costituenti, è che bisogna tener conto degli effettivi rapporti sintattici esistenti fra essi: ogni costituente deve infatti comparire al rango gerarchico in cui interviene a contribuire al valore generale della frase- In ogni albero, l’elemento che sta sul ramo di destra di un nodo modifica l’elemento alla sua sinistra sotto lo stesso nodo, ovvero il costituente fratello. Funzioni sintattiche: riguardano il ruolo che i sintagmi assumono nella struttura sintattica della frase in cui i sintagmi nominali possono valere da soggetto o oggetto, i sintagmi preposizionali da complemento o oggetto indiretto, e i sintagmi verbali da predicato. Soggetto, predicato verbale, e oggetto sono le tre funzioni sintattiche principali. A queste principali si aggiungono poi una serie di complementi, che nell’italiano sono in genere introdotti da una preposizione. Ogni verbo, di una frase, è associato a delle valenze (argomenti), che sono richieste dal tipo di significato del verbo. Ogni verbo ha quindi un certo schema valenziale (struttura argomentale), che costituisce l’embrione della strutturazione della frase. I verbi, in questa visione, possono essere:  Monovalenti, se implicano una sola valenza  Bivalenti, se implicano due valenze  Trivalenti, se implicano tre valenze  Tetravalenti, se implicano quattro valenze  Monovalenti /avalenti, che non implicano valenze (verbi metereologici o atmosferici) La prima valenza, che è quella che hanno tutti i verbi, tranne quelli avalenti, coincide con il soggetto. La seconda valenza coincide con la funzione sintattica di oggetto, nel caso normale dei verbi transitivi, ovvero i verbi che ammettono la costruzione passiva, ma può anche coincidere con alcuni complementi (luogo, oggetto, predicativo…). In una frase possono esserci anche costituenti circostanziali, che realizzano elementi che non fanno parte dello schema valenziale. Non essendo implicati dal verbo della frase non rientrano nelle valenze di quella frase però svolgono un’importante funzione semantica in quanto aggiungono informazioni che spesso sono salienti dal punto di vista comunicativo della frase. Ruoli semantici: principi semantici che concernano propriamente il modo in cui il referente di ogni sintagma partecipa all’evento rappresentato dalla frase. Le categorie principali per designare questi ruoli semantici sono: Sintassi del periodo: sottolivello importante di analisi del sistema linguistico. Esistono dei principi che regolano il modo in cui il sistema linguistico organizza le combinazioni di frasi e parole. Coordinazione: si ha quando diverse proposizioni vengono accostate l’una all’altra senza che si ponga tra di esse un rapporto di dipendenza. Subordinazione: si ha quando vi è un rapporto di dipendenza tra le proposizioni, in quanto una si presenta come gerarchicamente inferiore ad un’altra. Gli elementi che realizzano i rapporti di coordinazione e subordinazione tra le frasi sono chiamati connettivi. Le subordinatesi dicono ‘esplicite’ quando il verbo è di modo finito, al contrario sono ‘implicite’. Le subordinate possono distinguersi in:  Frasi avverbiali: frasi subordinate che modificano completamente il significato della frase coordinata;  Frasi completive: frasi subordinate che sostituiscono un costituente nominale maggiore della frase coordinata;  Frase relative: frasi subordinate che modificano un costituente nominale della frase e hanno sempre un nome o un pronome come testa. Frase complessa: unione tra coordinata e subordinativa. Per rappresentare una frase complessa con un albero bisogna inserire la categoria COMP, che indica la posizione frasale di F’, in cui sta la congiunzione subordinante o comunque l’elemento che introduce la frase subordinata. Testi: definibili come una combinazione di frasi più il contesto in cui essa funziona da unità comunicativa. Contesto: 1. Contesto linguistico, parte di comunicazione verbale che precede e che segue il testo in oggetto; 2. Contesto extralinguistico, la situazione specifica in cui la combinazione di frasi è prodotta. Esistono elementi di una frase il cui comportamento non è spiegabile o definibile all’interno della sintassi della frase:  Pronominalizzazione: impiego e comportamento dei pronomi, in particolar modo di quelli personali.  Anafore: fenomeno per cui occorre far riferimento al contesto linguistico precedente per riuscire a farne una corretta interpretazione;  Catafora: fenomeno simmetrico e contrario per cui occorre far riferimento al contesto linguistico seguente per poterne dare un’interpretazione.  Deissi: proprietà di una parte di segni linguistici di indicare o far riferimento a cose o elementi presenti nella situazione extralinguistica e in particolare nello spazio o nel tempo in cui essa si situa. Ci sono tre tipi principali di deissi: 1. Deissi personale: codifica il riferimento al parlante, all’interlocutore e alle terze persone, e che ha come centro parlante stesso chi dice ‘io’. 2. Deissi spaziale: codifica le posizioni delle entità chiamate in causa rispetto al luogo in cui si trovano i parlanti. Fra i deittici spaziali possiamo riconoscere i deittici prossimali, che indicano la prossimità rispetto all’origine del riferimento spaziale e i deittici distali, che indicano invece distanza, lontananza. 3. Deissi temporale: codifica e specifica la localizzazione degli eventi nel tempo rispetto al momento dell’enunciazione. 4. Deissi sociale: si utilizza per designare gli elementi allocutivi, usati per codificare le relazioni sociali dei partecipanti all’interazione.  Ellissi: mancanza o omissione, in una frase, di elementi che sarebbero indispensabili per dare luogo a una struttura frasale completa. Esempio: coppie domanda risposta. Segnali discorsivi: elementi estranei alla strutturazione sintattica della frase che svolgono il compito di esplicitare l’articolazione interna del discorso.