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SINTESI CANTI E PERSONAGGI DEL PURGATORIO DANTESCO, Schemi e mappe concettuali di Letteratura Italiana

Breve schema con i personaggi e gli elementi fondamentali di ogni canto del Purgatorio dantesco

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2019/2020

Caricato il 22/09/2020

Elisa1898
Elisa1898 🇮🇹

4.5

(17)

11 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica SINTESI CANTI E PERSONAGGI DEL PURGATORIO DANTESCO e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! PURGATORIO N°CANTO LUOGO e TEMPO PERSONAGGI RIASSUNTO CANTO I Antipurgatorio (spiaggia) Domenica di Pasqua, 10 aprile 1300 (tra le 4 e le 5 antimeridiane) - Dante - Virgilio - Catone Dante annuncia l’argomento della cantica, in seguito invoca le Muse, in particolare Calliope, e vede apparire Catone, il guardiano del purgatorio, egli, appurato che Dante e Virgilio non hanno infranto alcuna legge divina, consente a loro di passare dicendo però a Virgilio di far compiere a Dante un rito di purificazione che consiste nel lavaggio del volto dalla cenere infernale e nel cingere i fianchi di Dante con un giunco. CANTO II Antipurgatorio (spiaggia) Domenica di Pasqua, 10 aprile 1300 (verso le 6 del mattino) - Dante - Virgilio - Casella - Catone Dante e Virgilio vedono arrivare dal mare una forte luce, è l’angelo nocchiero che porta le anime dei penitenti. Tra le anime c’è quella di Casella, vecchio amico di Dante, che intona per lui la canzone dantesca “Amor che nella mente mi ragiona”; in seguito arriva però Catone che ammonisce le anime spronandole a iniziare il loro percorso di purificazione. CANTO III Antipurgatorio (spiaggia) Domenica di Pasqua - Dante - Virgilio - Manfredi Dante e Virgilio avanzano, quando Dante teme di essere stato abbandonato perché non vede l’ombra di Virgilio, allora la guida gli spiega che solo lui che è ancora in vita possiede un’ombra. A causa di un dirupo invalicabile Virgilio deve chiedere indicazioni a delle anime che sono però spaventate dall’ombra di Dante. Tran queste anime c’è quella di Manfredi che racconta a Dante la sua storia e chiede di riferire alla figlia Costanza la sua condizione poiché, essendo scomunicato, dovrà stare nel purgatorio 3o volte gli anni della sua scomunica, ma attraverso le preghiere dei vivi questo tempo può essere ridotto. CANTO IV Antipurgatorio Balzo I (schiera dei negligenti: PIGRI) Domenica di Pasqua (dalle 9 a mezzogiorno) - Dante - Virgilio - Belacqua Dante fatica a salire il monte e quindi fa una pausa al primo balzo nel quale Virgilio, alla sua sorpresa nel vedere la luce del sole a sinistra, gli spiega che si trovano nell’emisfero australe. In seguito, i due sentono una voce, è l’anima di Belacqua, che spiega a date che si trova lì perché deve passare tanti hanno quanti ne ha vissuti nell’antipurgatorio perché fu pigro a pentirsi. Virgilio intanto sprona Dante a procedere. CANTO V Antipurgatorio Balzo II (schiera dei negligenti: MORTI PER VIOLENZA) - Dante - Virgilio - Jacopo del Cassero - Buonconte da Montefeltro Gli spirti si sorprendono di vedere l’ombra di Dante, tanto che giunto al secondo balzo gli vengono in contro due messaggeri a chiedere spiegazioni. Spiegata la situazione gli altri spirti lo raggiungono e chiedono a Dante di pregare per loro e riferire sulla terra la loro sorte. I tre Domenica di Pasqua dopo mezzogiorno - Pia dei Tolomei spiriti che parlano con Dante sono Jacopo del Cassero, Buonconte da Montefeltro e Pia dei Tolomei, tuti e tre nel secondo balzo perché si sono pentiti dei peccati in punto di morte in seguito ad una morte violenta. CANTO VI Antipurgatorio Balzo II Domenica di Pasqua (primo pomeriggio) - Dante - Virgilio - Sordello da Goito Dante nomina altre anime che gli chiedono di pregare per lui, però Virgilio gli dice che devono proseguire e chiede indicazioni ad un’anima in disparte che, inizialmente distaccata, abbraccia Virgilio quando scopre essere di Mantova come lui, si tratta di Sordello da Goito. Comincia allora una digressione sulla decadenza italiana, rimasta come una nave senza nocchiere e in seguito anche un’apostrofe contro Firenze. CANTO VII Antipurgatorio Balzo II (valletta amena: PRINCIPI NEGLIGENTI) Domenica di Pasqua (tardo pomeriggio) - Dante - Virgilio - Sordello Sordello chiede dell’identità di Virgilio e scoprendo chi ha difronte rimane stupito e si sente onorato. Virgilio chiede allora a Sordello la strada migliore per andare avanti ed egli rispose che prima di procedere è meglio trovare un posto dove fermarsi perché di notte non è possibile avanzare a causa dell’oscurità, li porta allora nella valletta amena dove riconoscono le anime di famose figure storiche, si tratta dei principi negligenti. CANTO VIII Antipurgatorio Balzo II (valletta amena) Domenica di Pasqua (tramonto) - Dante - Virgilio - Sordello - Due angeli - Nino Visconti - Corrado Malaspina Dante, Virgilio e Sordello scendono nella valletta amena durante il tramonto, li Dante riconosce Nino Visconti che gli presenta Corrado Malaspina. Dal cielo scendono due angeli che hanno il compito di allontanare la serpe tentatrice. Durante il tramonto sorgono le tre stelle simbolo delle virtù teologali. In seguito, Masalpina parla con Dante e profetizza che conoscerà direttamente le virtù della sua famiglia quando, esule, verrà accolto da loro. CANTO IX Antipurgatorio Balzo II e balzo III (fino alla porta del purgatorio) Dalla notte della domenica di Pasqua e all’alba del lunedì 11 aprile 1300 - Dante - Virgilio - Angelo guardiano - Santa Lucia Dante si addormenta e sogna un’aquila che lo rapisce; quando si sveglia si trova alla porta del purgatorio e Virgilio gli spiega che l’ha portato fin li santa Lucia. Incontrano l’angelo guardiano che incide sette P sulla fronte di Dante con la sua spada fiammeggiante e usa le chiave dategli da san Piero per aprire la porta del purgatorio raccomandando a Dante e Virgilio di non guardarsi mai in dietro. CANTO X Cornice I: i superbi Lunedì di Pasqua (10 di mattina) - Dante - Virgilio Dante e Virgilio superano la porta del purgatorio e procedono per un sentiero tortuoso scavato nella roccia. Lungo la parete sono scolpiti bassorilievi che raffigurano esempi di umiltà. Da sinistra avanza lentamente una schiera di anime che portano un grosso masso salita e perché loro non possono fermarsi a parlare e esprime la sua preoccupazione per il futuro del suo monastero. CANTO XIX Cornice IV: accidiosi Cornice V: avarie prodighi Martedì 12 aprile 1300 (alba) - Dante - Virgilio - Papa Adriano V - Angelo della sollecitudine Dante sogna una femmina balbuziente e malforme che poi si trasforma e dice di essere una sirena, ma Virgilio raggiunge Dante in sogno e la uccide mostrando la puzza che la bella sirena tiene nel ventre. Dante si sveglia e prosegue con Virgilio il cammino per la V cornice, l’angelo della sollecitudine mostra loro la strada e toglie un’altra P a Dante e i due poeti proseguono, Virgilia spiega intanto a Dante che il suo sogno riguardava la strega che simboleggia i peccati dei cerchi successivi. Arrivati al V cerchio Dante incontra gli avari che sono costretti a stare immobilizzati a terra. L’anima di papa Adriano V parla a Dante e poi lo sprona a proseguire. CANTO XX Cornice V: gli avari e prodighi Martedì 12 aprile 1300 (prime ore mattutine) - Dante - Virgilio - Ugo Capeto Dante e Virgilio incontrano Ugo Capeto, fondatore della dinastia dei re di Francia, che condanna aspramente i suoi discendenti e spiega che le anime degli avari recitano esempi di povertà e libertà e di notte di avarizia. Lasciato Ugo Capeto, Dante e Virgilio sentono una potente scossa di terremoto, Virgilio dice a Dante di seguirlo. Dante è molto curioso di sapere il motivo del terremoto, ma non ha il coraggio di chiedere spiegazioni a Virgilio. CANTO XXI Cornice V: avari e prodighi Martedì 12 aprile 1300 (mattina) - Dante - Virgilio - Stazio Sopraggiunge alle spalle dei poeti un’ombra e Virgilio le chiede come mai il monte ha tremato, l’ombra risponde che il purgatorio non risente dei fenomeni naturali, ma ha tremato perché un’anima è stata sollecitata a salire, quest’anima è proprio la sua. Virgilio chiede allora all’ombra chi sia e questa risponde di essere Stazio, poeta ai tempi di Tito e grande ammiratore di Virgilio. Dante allora non riesce a trattenere la commozione e dice a Stazio che la sui guida è proprio il Virgilio dell’Eneide. CANTO XXII Cornice VI: i golosi Martedì 12 aprile 1300 (10-11 di mattina) - Dante - Virgilio - Stazio - Angelo della giustizia L’angelo della giustizia era ormai alle spalle dei viandanti e Dante aveva in fronte una P in meno. Stazio e Virgilio dialogano del passato di Sazio e di come la lettura dell’Eneide lo abbia avvicinato al cristianesimo ed allontanato dall’avarizia e discutono poi del destino di altri poeti che sono finiti nel limbo con Virgilio. I tre raggiungono un albero con dei frutti bellissimi bagnati da una fresca e purissima acqua, una voce intanto ammonisce i golosi che dovranno rinunciare alla fame e alla sete, mentre si dono voci che gridano esempi di temperanza. CANTO XXIII Cornice VI: i golosi Martedì 12 aprile 1300 (dopo mezzogiorno) - Dante - Virgilio - Stazio - Forese Donati Dante vede le anime scheletriche dei golosi e viene riconosciuto da Forese Donati. Dante e felice di vederlo e gli chiede come mai se è morto da così poco tempo si trova già nel purgatorio e non è nell’antipurgatorio e Forese risponde che è grazie alle preghiere della moglie. Dante spiega poi il motivo del suo viaggio e chi sono le due anime che lo accompagnano. CANTO XXIV Cornice VI: i golosi Martedì 12 aprile 1300 (prime due ore pomeridiane) - Dante - Viriglio - Stazio - Forse Donami - Bonagiunta Orbicciani - Angelo della temperanza Dante discute con Forese della sorte della sorella, che si trova in paradiso, poi chiede all’amico se c’è qualche anima con cui sarebbe interessante parlare e Forense gli fa un elenco. Dante sceglie di parlare con Bonagiunta Orbicciani, poeta di Lucca prestilnovista e con lui discute della separazione che c’è tra la poesia di Dante e quella dei suoi predecessori. Dante poi procede il suo cammino e saluta Forese. Trova un altro albero di mele e una voce gli impone di non avvicinarsi ad esso, arriva poi l’angelo della temperanza che rimuove un’altra P dalla fronte di Dante. CANTO XXV Scala alla cornice VII Cornice VII: i lussuriosi Martedì 12 aprile 1300 (2-4 di pomeriggio) - Dante - Virgilio - Stazio Dante chiede a Virgilio come sia possibile che le anime pur essendo incorporee dimagriscono, e Stazio risponde esponendo l’origine fisica dell’anima e come grazie all’intervento divino essa passa ad una condizione umana. Poi Stazio spiega a Dante che dopo la morte, appresa la sua destinazione, l’anima prende la forma della figura terrena come ombra che ha le manifestazioni proprie dei sensi. I tre arrivano poi al cerchio dei lussuriosi, dove le anime camminano del fuoco elevando l’inno Summae deus clementiae e gridando esempi di lussuria punita CANTO XXVI Cornice VII: i lussuriosi Martedì 12 aprile (4 di pomeriggio) - Dante - Virgilio - Stazio - Guido Guinizzelli - Arnaldo Daniello Dante, Virgilio e Stazio percorrono l’orlo della cornice, ma le anime si stupiscono per l’ombra di Dante e una chiede delle spiegazioni, il dialogo viene interrotto da un’altra schiera di anime, sono gli ermafroditi. Il dialogo riprende e Dante spiega il motivo del suo cammini, allora l’anima che aveva parlato dice di essere Guido Guinizzelli e Dante lo loda come padre del suo stile. Guinizzelli dice allora che con lui c’è un poeta anche migliore di sé stesso: Arnaldo Daniello con il quale si conclude il canto. CANTO XXVII Cornice VII: lussuriosi Scala alla cima del monte Paradiso terrestre - Dante - Virgilio - (Stazio) - Angelo della castità Dante e i due poeti devono attraversare il muro di fuoco per accedere al paradiso terrestre, Dante ha paura, ma Virgilio lo sprona, quindi i tre passano e raggiungono la scala che conduce al paradiso, ma cala la notte e i tre devono fermarsi. Dante sogna Lia, simbolo della vita Notte fra martedì 12 e mercoledì 13 aprile 1300 - Angelo guardiano dell’Eden - Lia attiva, sorella di Rachel, simbolo della vita contemplativa. I tre all’alba proseguono il cammino e arrivati in cima Virgilio saluta Dante poiché non può più procedere e lo nomina guida di sé stesso. CANTO XXVIII Paradiso terrestre Mercoledì 13 aprile 1300 Prime ore del mattino - Dante - (Virgilio) - (Stazio) - Matelda Dante cammina tra l’erba e i fiori quando vene un fiume e sull’altra riva una donna sola che canta, le chiede allora di avvicinarsi per sentire il suo canto, si tratta di Matelda, personificazione della felicità anteriore al peccato originale. Matelda spiega a Dante che vi sono due fiumi, il Lete e l’Eunoe e che nel paradiso terrestre i fenomeni atmosferici sono dovuti alla rotazione delle sfere celesti e alla volontà divina. Infine, Dante, soddisfatta la sua curiosità, si guarda indietro e vede Virgilio e Stazio che sorridono. CANTO XXIX Paradiso terrestre Mercoledì 13 aprile 1300 Prime ore del mattino - Dante - Virgilio - Stazio - Matelda Matelda continua a cantare quando ad un certo punto Dante viene sorpreso da una luce intensa e da una melodia, davanti ai suoi occhi comincia una processione mistica dove figure allegoriche religiose si susseguono. CANTO XXX Paradiso terrestre Mercoledì 13 aprile 1300 Mattina - Dante - Beatrice - Matelda - (Stazio) La processione si ferma davanti a Dante che di li a poco appare Beatrice, Dante si volta per guardare Virgilio che è però sparito, quindi comincia a piangere e Beatrice lo ammonisce (per usare un eufemismo) duramente. Beatrice spiega allora che deve essere dura perché il pentimento deve essere pari alla pena commessa e dice he dopo la sua morte Dante è caduto talmente in basso che è dovuta scendere fino al limbo per chiedere l’aiuto di Virgilio per salvarlo. CANTO XXXI Paradiso terrestre Mercoledì 13 aprile 1300 Mattina. - Beatrice - Dante - Matelda - (Stazio) Beatrice continua rimproverare Dante che si pente e vergona, allora Beatrice dice di gardarla negli occhi dove si riflette il grifone, simbolo di Gesù e Dante alla vista sviene. Quando rinviene dante è immerso nel fiume Lete e Matelda lo conduce al di là della riva e lo sprona a guardare Beatrice che alla fine gli concede il suo sorriso. Con il bagno nel fiume Lete Dante ha dimenticato i suoi peccati. CANTO XXXII Paradiso terrestre Mercoledì 13 aprile 1300 Prima di mezzogiorno - Beatrice - Dante - Matelda - (Stazio) Dante si accoda alla processione, ma tutti cantano una melodia talmente dolce che si addormenta. Quando si risveglia Beatrice gli dice di concentrarsi su ciò che avviene al carro perché è la rappresentazione allegorica della storia della chiesa. CANTO XXXIII Paradiso terrestre - Beatrice - Dante Le sette donne che rappresentano le sette virtù piangolo alla vista del carro che rappresenta la