Scarica Sintesi Criminologia L19 esame a scelta e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Criminologia solo su Docsity! LEZIONE 1 Paragrafo 1 Scienze criminali: Diritto penale Diritto penitenziario Psicologia giudiziaria Politica penale Criminologia DEFINIZIONI La criminologia si occupa dello studio dei fenomeni criminali sia dal punto di vista oggettivo (crimine ontologicamente inteso), sia dal punto di vista soggettivo (autore del crimine o criminale). La devianza esprime la difformità rispetto alle regole del contesto socioculturale di riferimento. La criminalità rappresenta la violazione e la trasgressione delle regole giuridiche di tale contesto sociale. La criminalistica è costituita dall’insieme delle tecniche scientifiche funzionali all’espletamento dell’investigazione criminale. La criminologia come disciplina strettamente legata al diritto penale nasce in Italia nell’Ottocento ed è legata alla Scuola Classica e alla Scuola Positiva. Paragrafo 2 Presupposti della scientificità di una disciplina: Sistematicità Controllabilità Capacità teoretica Capacità cumulativa Capacità predittiva La criminologia è una vera e propria disciplina scientifica. Paragrafo 3 Verificazionismo: fino agli anni Sessanta del Novecento Falsificazionismo: dagli anni Sessanta del Novecento LEZIONE 2 Paragrafo 1 Esistono 2 approcci dottrinali all’interno dello studio della criminologia 1. Approccio antropologico: studio dell’ uomo in quanto autore di reato e include l’indirizzo medico-organicistico, quello psicologico, quello psichiatrico e quello psicosociale. È disomogeneo e diviso in tanti rivoli concettuali. 2. Approccio sociologico: si interessa dei fattori macrosociali che intervengono nella criminogenesi. È omogeneo, compatto e unitario. L’approccio antropologico si divide in 2 orientamenti: 1. Orientamento biologico: individua nel corpo gli elementi originario dell’attività criminale. 2. Orientamento psicologico: individua nell’animo umano la spiegazione del comportamento delittuoso valutando i processi psichici normali o patologici. L’ orientamento psicologico si divide in 3 indirizzi: 1. Indirizzo psicologico in senso stretto 2. Indirizzo psicoanalitico 3. Indirizzo psichiatrico Paragrafo 2 DEFINIZIONE Il numero oscuro o dark number indica l’indice di occultamento che consiste nel rapporto tra crimini noti e crimini commessi. Le cause del dark number sono 3: 1. Atteggiamento della vittima e qualità del reato 2. Atteggiamento degli organi istituzionali 3. Qualità dell’autore del reato Paragrafo 2 Avviene con Beccaria la scissione tra delitto e peccato. Si separa la sfera giuridica da quella religiosa. Si pongono le basi per la formazione di una morale laica. Paragrafo 3 Cesare Lombroso (‘800) è il padre fondatore della criminologia (antropologia criminale). L’attenzione dei suoi studi si spostano dal reato al reo. Si inaugura un approccio di tipo antropologico dello studio del crimine basato sullo studio del delinquente, delle sue anomalie, malformazioni e patologie. Le sue ricerche sull’argomento furono multidisciplinari. Il suo elaborato concettuale era strettamente configurato in un determinismo di tipo biologico, tanto ad approdare alla teoria del delinquente nato. Tale criminale possedeva degli specifici tratti della personalità che trovavano riscontro anche dal punto di vista della conformazione fisica. LEZIONE 6 Paragrafo 1 Due sono le principali teorie lombrosiane: Teoria del delinquente nato Teoria dell’atavismo Il soggetto atavico aveva la stessa natura del delinquente nato. DEFINIZIONE Il soggetto atavico è un soggetto che per motivi sconosciuto si è distaccato dalla normale evoluzione della sua specie ed è rimasto ipoevoluto, con pensiero e comportamento primitivo. Il soggetto, per cui, presenta una marcata componente di aggressività e di violenza. Le stimmate è una alterazione somatica costituzionale a cui sarebbe accompagnata una alterazione mentale e comportamentale. Esse sono di tipo: Somatico: - morfologia cranica alterata; - prognatismo (mascella scimmiesca ed allungata); - zigomi marcati; - fronte sfuggente; - villosità; Comportamentale: - atrofia dei sentimenti morali (particolarmente quelli della compassione e della pietà); - assenza di scrupoli e di rimorsi (pazzia morale); - inibizione ridotta o totalmente assente; - ridotta sensibilità al dolore; - vanità; - frivolezza; - rifiuto del lavoro. Altre presunte cause di criminalità erano: L’epilessia L’alcolismo La sifilide Il delinquente nato era un pazzo morale ed epilettico, malato di sifilide e dedito all’alcolismo. Paragrafo 3 I concetti lombrosiani risultano oggi, dal punto di vista scientifico, largamente superati. A lui, però, va dato il merito di aver assunto l’analisi del crimine e lo studio del criminale a paradigma scientifico. Fu strenuo assertore dell’istituzione di manicomi criminale anche se con intenti del tutto positivi. LEZIONE 7 Paragrafo 1 Le critiche mosse a Lombroso furono essenzialmente di 3 tipi: 1. Religiose 2. Razziali 3. Di misoginia Il principale artefice del dissenso religioso della Chiesa Cattolica fu Padre Agostino Gemelli. Il dissenso era sul concetto del criminale nato, in netto contrasto con il dogma del libero arbitrio. Il concetto di stigmate, invece, fu oggetto di dissenso solo in parte. Lombroso fu un profondo studioso delle razze se ne occupò in toto. Fu oggetto di pesanti critiche e additato spesso di essere razzista anche se non fu mai presente nelle sue idee un malevolo intento discriminatorio razzista. Per quanto riguarda le accuse di misoginia, bisogna dire che Lombroso fu molto influenzato nei suoi giudizi da vicende personali che lo portarono a considerare la donna delinquente molto più pericolosa dell’uomo criminale, specialmente se si trattava di prostitute. LEZIONE 8 Paragrafo 1 Le Scuole di diritto (Italia) furono 3: 1. Scuola Classica del diritto (‘700-‘800) con Carmignani, Rossi e Carrara fu la prima. Caratterizzata da una pena calibrata al tipo di crimine commesso (retributiva), eguaglianza del trattamento normativo, cittadini in condizione di conoscere ciò che richiedeva la legge, accetta il concetto di libero arbitrio (volontà colpevole), concezone etico retributiva della pena Paragrafo 2 2. Scuola Positiva (‘800-‘900) con Ferri e Garofalo ed è la seconda. Caratterizzata dall’uso dell’osservazione empirica come mezzo congruo per lo studio e la valutazione del crimine. Erano scettici verso il concetto di libero arbitrio, Si rifacevano al concetto secondo il quale il criminale per sua conformazione anatomica e somatica agiva con modalità strettamente deterministica. Nelle idee del positivismo si riconobbe Lombroso. Il crimine rappresentava un atto empirico ed era una realtà giuridica. Il crimine era la combinazione sinergica di fattori antropologici, psichici e sociali. Paragrafo 3 3. Scuola Eclettica con Carnivale, Alimena e Manzini, rappresenta la conciliazione delle due Scuole precedenti. L’uomo è tendenzialmente libero nel pensiero e nell’azione ma tende ad essere condizionato dall’ambiente. Il criminale è un soggetto “normale” che decide liberamente di commettere un crimine. LEZIONE 9 Paragrafo 1 Benigno di Tullio (1896-1979) è considerato il padre della criminologia clinica. Si rifaceva allo studio della medicina e sosteneva che si deve utilizzare lo stesso approccio scientifico nello studio epistemologico della criminologia, dove lo studio del singolo criminale deve essere anteposto e privilegiato risetto al crimine astratto. Secondo tale pensiero, la struttura è il conteso dei rapporti esistenti tra gli individui di un contesto sociale e l’aspetto funzionale è che la struttura consenta di perseguire lo scopo che il sistema si prefigge: l’integrazione dei consociati. Da qui la necessità dell’integrazione dei consociati al fine di garantire la sopravvivenza di un determinato contesto sociale. DEFINIZIONI Il concetto di conformità è l’interiorizzazione da parte del soggetto dei principi e delle norme all’interno di un contesto sociale. Il concetto di devianza , che è un concetto tipicamente sociologico, è la scelta che il soggetto compie nel perseguire azioni lesive e violative delle norme sociale, morali e penali. I due concetti appaiono in antitesi tra loro. I concetti di devianza e criminalità non sono sovrapponibili. La devianza è un concetto ampio che è genus della criminalità che a sua volta è una species della suddetta devianza. Paragrafo 3 La teoria dell’anomia nasce tra la Prima e la Seconda guerra mondiale con Merton e Durkheim e indica la perdita dell’efficacia delle norme. Secondo Merton la devianza può essere di 4 tipi: 1. Innovazione 2. Ritualismo 3. Rinunzia 4. Ribellione. LEZIONE 12 Paragrafo 1 Sutherland è considerato il massimo criminologo del ‘900. La teoria delle associazioni differenziali, che fu antecedente a quella dei colletti bianchi, (anni 20 del ‘900) sosteneva che il fenomeno criminoso non poteva né essere riconducibile alla società, né rappresentale un comportamento conseguente a deficit anatomico strutturali. Egli sosteneva che la criminalità si apprendesse come qualsiasi altro comportamento dell’individuo. Il problema della criminalità era strettamente sociale. Si diventava delinquenti frequentando altri soggetti che già erano criminali. La catena di trasmissione era costituita da relazioni personali definite associazione alterati, quindi differenti. Secondo lo studioso i criminal pattern prevalevano sugli anticrimal pattern. Per lo studioso, on esisteva nessuna tipologia di criminalità innata. Paragrafo 2 La teoria dei colletti bianchi (1940) si riferisce ad una criminalità di tipo economico- finanziaria, che fu assolutamente rivoluzionaria, che mise in luce l’importanza del dark number. Paragrafo 3 Tale tipo di criminalità aveva origine negli stessi ambienti di produzione di beni e servizi e si parlava di un tipo di delinquenza non parassitaria e che presentava un dark number considerevole perché di difficile individuazione. Erano criminali di altissima copertura istituzionale dal momento che costoro erano in rilievo nella gerarchia sociale economica e politica e potevano contare sulla protezione e sul supporto delle istituzioni stesse, nonostante producessero reddito illecito. Egli sostiene che esiste un certo nesso tra la teoria delle associazioni differenziali e la teoria dei colletti bianchi. LEZIONE 13 Paragrafo 1 Dopo la Seconda guerra mondiale nacquero: La criminologia del consenso: la società, nonostante le manchevolezze, poggia sul consenso dei consociati. Il fenomeno criminoso è marginale e accidentale. Non si poggiava su una idea politica precisa. La teoria prevalente è quella multifattoriale di matrice individuale e ambientale. Diedero vita all’indirizzo eclettico-integrazionistico. La criminologia del conflitto: nasce dall’ideologia marxista secondo cui la società è caratterizzata da gravi carenze sociali ed economiche, da ingiustizia e iniquità e dal predominio della classe dirigente. I soggetti che agiscono nell’ambito sociale vivono in una situazione conflittuale verso le istituzioni. Fu una visione di marcata ispirazione ideologica (di sinistra). Indirizzo eclettico-integrazionistico: analizzando le componenti di vulnerabilità individuali e ambientali si può risalire alla matrice eziologica del comportamento criminale. I 2 contributi dottrinali principali sono: 1. Teoria non direzionale 2. Teoria dei contenitori Paragrafo 2 La teoria non direzionale (1950-1971) dei coniugi Glueck individua i fattori criminogenetici di tipo individuale e familiare, riscontrabili soprattutto nei giovani delinquenti. Fa parte delle teorie multifattoriali. Essi studiarono due gruppi di giovani proveniente dai ceti emarginati, riscontrando come fattore criminogenetico nelle diverse caratteristiche di personalità degli individui combinate con le diverse differenze strutturali del contesto familiare di provenienza. Paragrafo 3 La teoria dei contenitori (1960) di Reckless consiste nell’aver individuato dei meccanismi di contenimento nelle azioni degli individui nell’ambito della legalità. La carenza di tali meccanismi di contenimento favoriva la scelta dell’attività criminale. Esistono due tipi di contenitori: 1. Contenitori interni: struttura psicologica 2. Contenitori esterni: argini strutturali nel contesto sociale Questa teoria fa parte della teoria del consenso in quanto esiste sinergia tra variabili psicologiche e ambientale. LEZIONE 14 Paragrafo 1 DEFINIZIONI La cultura (Taylor, 1958) è l’insieme dei modelli astratti di ideali etici e di regole concernenti il comportamento che scaturiscono dall’interazione sociale. Il gruppo è un raggruppamento di individui che sono caratterizzati da norme e costumi che sono tipico degli appartenenti al gruppo di riferimento. La sottocultura delinquenziale è l’insieme delle regole, ideali, valori di un sottogruppo il quale, pur presentando una somiglianza con il gruppo di riferimento, se ne discosta parzialmente in riferimento ad un certo genere di norme, quelle giuridiche. Essa presenta un patrimonio di regole, usi e costumi che è proprio del sottogruppo. Inoltre, gli appartenenti ad una sottocultura criminale non sempre sono inseriti nello stesso contesto geografico. Paragrafo 2 Lo studio delle sottoculture giovanile nasce dopo la Seconda guerra mondiale e si occupa delle diverse problematiche che affliggevano i giovani statunitensi tra gli anni ‘50 e ’60 e dei motivi che spingevano tali giovani a dedicarsi al crimine entrando, Paragrafo 2 La criminologia critica nasce in Inghilterra nel 1975 durante la National Deviancy Conference. Essa nasce dal movimento ideologico New Criminology. Gli autori di tale corrente furono Walton, Taylor e Young. Secondo la criminologia critica, la devianza è da intendersi in contrapposizione al sistema di potere e come avversione ideologica allo status quo, quindi come dissenso. Esistono 2 tipi di devianza: 1. Devianza individuale: reato comune che è manifestazione di rifiuto e rigetto del sistema da parte di chi attua comportamenti illeciti da considerarsi improduttiva 2. Devianza organizzata: punta della lotta di classe in posta in essere da soggetti consapevoli della propria funzione rivoluzionario realizzata con modalità collettive ed organizzate. Paragrafo 3 Secondo il Nuovo Realismo, i cui esponenti furono gli stessi della criminologia critica, la devianza non può essere un fatto meramente ideologico ma è un reale e drammatico fenomeno sociale e mai politico e si occuparono di mettere in atto tutti i meccanismi di prevenzione nei confronti delle devianze. LEZIONE 17 Paragrafo 1 Negli anni ’80 nascono due nuove scuole di pensiero criminologico: 1. Neo-classicismo 2. Abolizionismo Furono in netto contrasto tra loro e si rifacevano in parte a precedenti teorie criminologiche. Paragrafo 2 Il Neo-classicismo (Usa) si rifaceva alla Classicismo e nasce come reazione all’ideologia del trattamento. Pone risalto al concetto di pena certa e proporzionata l crimine commesso, che sia oggettiva e valida per tutti e non individualistica e che sia con finalità retributiva, definita neo-retributiva. Per questo si parla anche di Neo- retribuzionismo. Paragrafo 3 L’Abolizionismo (Europa Settentrionale) nasce con Christie nel 1975 e ritenne che il circuito e il sistema penitenziario mettessero in atto potenti discriminazioni sociali e che fossero intrinsecamente criminogenetici. Egli era per l’abolizione del sistema carcerario e di quello penale. Anche se foriere, tali teorie diedero molti punti di riflessione. LEZIONE 18 Paragrafo 1 L’approccio economico-razionale da vita alla Scuola “Sociology Economy” grazie a Becker, un economista che attuò studi in diversi campi del sapere. Si tratta di un approccio dello studio della criminalità di tipo pragmatico ed economico razionale, appunto. Vi fu un collegamento con la teoria dei colletti bianchi di Sutherland. Come per l’economia, il soggetto criminale soppesa costi e benefici di un determinato atto illecito, secondo un taglio nettamente utilitaristico. Paragrafo 2 La valutazione di costi e benefici da parte del criminale avviene in momenti diversi a seconda del reato. I costi possono essere: 1. Diretti: legati alla preparazione del crimine, alla commissione e alla perpetrazione 2. Indiretti: legati ai rischi della possibilità di essere catturati e condannati. Nonostante l’approccio economico-razionale sia strettamente matematico finanziario, c’erano margini per la presenza di elementi di carattere familiare e sociale nella genesi del crimine. Paragrafo 3 Secondo la sociology economy, le singole variabili individuali avevano forte peso nell’attuazione del crimine. Il vantaggio non era solo di tipo economico ed utilitaristico. LEZIONE 19 Paragrafo 1 L’approccio di tipo antropologico si divide in 3 teorie che corrispondono alle tre componenti di vulnerabilità individuale: 1. Teorie psicologiche 2. Teorie biologiche 3. Teorie psichiatriche Paragrafo 2 L’orientamento psicologico si occupa dell’uomo dal punto di vista psichico. Il comportamento dell’individuo è la risultante di elementi personologici e sociologiche tanto che il concetto di personalità appare come il frutto di una sinergia tra fattori individuali e condizionamenti strutturali di tipo socio-ambientale. In realtà il concetto di personalità presenta in sé diverse definizioni. DEFINIZIONI Il temperamento comprende sistema istintivi che fanno parte del sostrato biologico di ogni individuo. È diverso dal carattere. Il carattere è la combinazione sinergica e integrata tra temperamento biologico e sperienze vissute nel contesto sociale di appartenenza. Comprende il temperamento. La condotta rappresenta la serie di atteggiamenti che l’individua attua in funzione di obiettivi che si prefigge di perseguire all’interno del contesto sociale in cui è inserito. L’attività psichica è scissa in diverse arre o sfere che sono le funzioni cerebrali e sono 3: 1. Sfera cognitiva: conoscenza, pensiero e intelligenza 2. Sfera affettiva: umore, sentimenti e emozioni 3. Sfera volitiva: comportamenti attivi e omissivi Paragrafo 3 La personalità ad oggi ha diverse definizioni ed è sempre modificabile. LEZIONE 20 Paragrafo 1 La psicoanalisi nasce prima della Prima guerra mondiale grazie a Sigmund Freud anche se si afferma in Italia in ritardo a causa del Fascismo. LEZIONE 22 Paragrafo 1 Un’altra scuola di pensiero importante della sfera della psicoanalisi fu quella di Jung. Rispetto a Freud, ebbe una visione dissimile del concetto dell’inconscio. Per Jung l’inconscio è di tipo collettivo, va al di là del singolo soggetto e rappresenta l’istanza psichica più forte per la condotta umana. È costituito dal vissuto esperienziale di tutte le generazioni e di tutti coloro che ci hanno preceduto. La personalità ha origine agli albori dell’umanità. La personalità assume aspetti di tipo teleologico poiché l’aspirazione della condotta umana è quella di realizzare il delicato equilibrio del Sé. Ciò che muove il comportamento umano è la volontà di potenza come la libido lo è per Freud. Gli atteggiamenti dell’individuo sono introversi ed estroversi. Paragrafo 2 Secondo Adler, l’individuo e la sua personalità non possono essere studiati ed analizzati in modo singolo, avulso dal contesto sociale di riferimento ma proprio a seguito delle relazioni tra soggetti e gruppo di riferimento. L’essere umano è spinto da pulsioni esteriori. Ciò che muove l’agire umano è relativo ai complessi di inferiorità e superiorità. Paragrafo 3 Fromm pone al centro dei propri studi il senso di isolamento dell’uomo quando non è adeguatamente inserito in un determinato contesto sociale. La condizione umana richiede che siano soddisfatte 2 necessità per far si che si arrivi ad un equilibrio: 1. Interiore 2. Sociale L’identità personale del singolo individuo risulta di fondamentale importanza. LEZIONE 23 Paragrafo 1 DEFINIZIONI L’identità personale è la percezione che ognuno di noi delinea in riferimento alle proprie qualità e alla coscienza di sé. Il ruolo si riferisce alle attese che in ogni contesto sociale di attende da parte del gruppo stesso, in pase alla posizione che egli riveste al suo interno. Tali concetti furono illustrati da Erikson (1963) con la teoria delle disarmonie dell’identità personale. Secondo Erikson, la costituzione dell’identità personale è un fatto dinamico e si realizza in due modi: 1. Mediante identificazione con modelli significativi 2. Mediante ruoli successivamente presentati e assunti Il momento di maggiore intensità è quello dell’adolescenza, in cui emerge la configurazione dei rapporti disarmonici e distonici co gruppi di appartenenza che possono generare una struttura di personalità alterata. Tale disfunzione strutturale può portare nell’individua una devianza o almeno altera in modo stabile la propria identità personale., giungendo anche a considerare giusta l’opinione e la valutazione degli altri del gruppo in cui agisce. Questo meccanismo è definito la profezia che si autoadempie. Successive condizione di emarginazione, e frustrazione si finisce per sviluppare una identità negativa. La valutazione e il giudizio degli altri del membro di appartenenza condizionano profondamente la struttura identitaria del soggetto che ha il potere di influenzare il comportamento futuro. Tutto ciò non è inteso in modo strettamente deterministico. Paragrafo 2 DEFINIZIONI Lo status è il sistema di relazioni che caratterizza ogni soggetto in base ai suoi diritti e doveri che disciplinano le sue relazioni con soggetti di altri status. Il ruolo indica le attese e le aspettative che esistono in un contesto sociale di riferimento. Il ruolo può essere: 1. Prescritto 2. Soggettivo 3. Svolto Ruolo e status sono concetti complementari e biunivoci. Ogni soggetto riveste uno status che concerna alle arrese degli altri membri della società e a sua volta la società si aspetta che un individuo abbia una condotta in base alle sue aspettative. Il concetto di status trascende la posizione socio-economica del soggetto. Paragrafo 3 Goffman (1961) si interessò di psicologia sociale e in particolar modo delle istituzioni totali. Egli identificò nelle istituzioni totali (vere e proprie realtà istituzionali concepite per la privazione della libertà individuale) come motore di accrescimento delle identificazioni in ruoli negativi da parte degli individui del gruppo sociale di appartenenza. Il ruolo di essere era criminogenetico. LEZIONE 24 Paragrafo 1 Tre concetti sono importanti: 1. Devianza 2. Marginalità 3. Emarginazione La devianza è un concetto sociologico e poggia su un elemento di discrimine di tipo statistico. Per devianza si intende tutte le condotte non rispettose delle norme sociali e di costume condivise dai membri del contesto sociale in cui autori di tali comportamenti disfunzionali sono inseriti. Il concetto di devianza è spesso considerato in modo promiscuo. Esistono 2 definizioni di devianti: 1. Soggetti che con le loro condotte e le loro azioni non suscitano reazioni censura da parte delle società e delle Istituzioni e che possono generare un’indifferenza compassionevole e un doveroso senso di aiuto e supporto. Non scattano giudizi morali negativi. 2. 2. Soggetti che con la loro condotta suscitano sentimenti di disapprovazione e forte censura da parte degli altri consociati poiché il loro agire non scaturisce da una loro condizione ma è effetto di azioni consapevolmente illegali. Non esistono sensi di colpa. Sono presenti forte disapprovazione da parte dei consociati e veemente istanza di punizione. Paragrafo 2 DEFINIZIONI La marginalità è uno status o condizione statica in cui si trovano determinati soggetti a causa della loro collocazione sociale marginale rispetto alla società Paragrafo 3 Dollard (1939) contribuì a tali studi inserendo all’interno della psicologia comportamentista la teoria della frustrazione-aggressione. Ogni comportamento aggressivo trae origine da un accumulo di frustrazione. Lo stimolo della frustrazione produce la risposta dell’aggressione. In tale costrutto, però, non esiste alcun automatismo. LEZIONE 27 Paragrafo 1 Secondo il cognitivismo, che nasce in risposta al comportamentismo, l’essere umano non è in passivo recettore di stimoli provenienti dalla realtà esterna ma è in grado di recepire stimoli e rielaborarli con un meccanismo di controllo di congruità tra ciò che sono i propri progetti di condotta e le condizioni oggettive presenti nella realtà, attraverso un filtro e modificando e adattando le proprie scelte. Neisser nel 1967 postula tali dogmi prendendo sunto dalle metodologie delle scienze informatiche. Paragrafo 2 Il cervello umano, attraverso una complessa e incessante attività di elaborazione, controlla la congruità tra il proprio progetto comportamentale e le condizioni oggettive della realtà esterna dell’ambiente. Opera un’azione di cernita, quindi, tra input in entrata ed elementi in uscita (output), effettuando una serie di controlli e verifiche attraverso veri e propri processi decisionali. La mente dell’individuo appare dinamica ed eclettica, lasciando spazio alla volontà dell’individuo sempre. L’essere umano è in grado di avere una condotta di tipo integrata e conforme alle leggi ma anche di tipo aggressivo e illecito. Si tratta di una corrente di pensiero che non ammette il concetto di stimolo-risposta. Paragrafo 3 La concezione di cognitivismo ad oggi appare la più attinente alla criminologia. Sul criminale ricade sempre la responsabilità morale e giuridica. LEZIONE 28 Paragrafo 1 L’orientamento biologico-naturalistico è in forte avversione con le teorie psicologiche e sociologiche. Esistono 2 teorie: 1. Teorie della predisposizione 2. Teoria degli istinti DEFINIZIONI La predisposizione è l’accresciuta probabilità di trovarsi in una determinata situazione, in una certa condizione e in un contesto specifico La criminalità e un concetto sociologico mentre la malattia è un concetto giuridico. La predisposizione biologica fa riferimento alle caratteristiche psichiche o alle strutture personologiche che in determinati contesti posso facilitare la commissione di reati. Pertanto, nonostante la presenza di alcuni fattori biologici, l’essere umano conserva un margine di scelta nei suoi comportamenti. Esiste quindi, in alcuni casi, una relazione indiretta. Ciò che può agevolare la propensione ad un crimine vengono definiti fattori di vulnerabilità individuale. Paragrafo 2 Non è ipotizzabile una correlazione diretta tra eredità e delinquenza: si tratta della comparazione improponibile tra elementi appartenenti a scibili di tipo diverso. La criminalità è una realtà distinta che muta celermente con l’evolversi degli usi e costumi al contrario del pacchetto genetico che rimane stabile. Paragrafo 3 Non è emersa nessuna legge che dimostri l’ereditarietà del crimine o la sua predisposizione, soprattutto con modalità rigidamente determinate e deterministiche. LEZIONE 29 Paragrafo 1 La teoria del cromosoma o del gene del delitto fu formulata da Patricia Jacobs nel 1965 e afferma che alcuni individui nati con anomalie genetiche, soprattutto con un cromosoma Y in più, fossero inevitabilmente inclini al crimine soprattutto di tipo aggressivo. Questa teoria si scoprì non avere nessuna base di tipo scientifico. Paragrafo 2 Obiettivo dell’orientamento istintivistico è capire se le scelte comportamentali sono mosse da forze istintuali che provengono da controspinte morali e normative o sono prodotte da condizionamenti di tipo ambientali. Esistono due criteri fondamentali di pensiero: 1. Scuola istintivistica: privilegia l’opzione per cui la condotta umana è il prodotto di condizioni ereditarie 2. Scuola ambientalistica: il comportamento umano è il risultato di meccanismi ambientali L’istinto è un insieme di impulsi ad agire secondo schemi fissi allo scopo di ottenere determinati obiettivi senza che il soggetto abbia cognizione del suo comportamento. La teoria degli istinti al suo interno è tripartita. Lorenz fondò una scuola di pensiero definita etologia secondo cui ogni essere vivente non è concepibile come avulso dal suo ambiente ma è costantemente influenzato da esso. Le risposte agli a stimoli avvengono tramite schemi di azione che sono sinonimo di istinto. L’istinto è un meccanismo innato che spinge a comportarsi in un cero modo quando si presenta un determinato stimolo ambientale idonea a scatenare una certa risposta. Paragrafo 3 L’orientamento ambientalistico si presenta in netta antitesi con quello istintivistico. Secondo questo pensiero, i fattori che condizionano e determinano il comportamento umano sono elementi ambientali, per cui l’ambiente sarebbe il principale elemento di elaborazione delle diversità, relative alle modalità di condotta. Dalle due scuole di pensiero dell’istintivismo e dell’ambientalismo nasce l’orientamento correlazionistico secondo cui vanno tenuti in considerazione gli elementi fondamentali che costituiscono modelli comportamentali condizionati geneticamente e modelli comportamentali che risento del fattore ambientale. LEZIONE 32 Paragrafo 1 Ad oggi, in criminologia, l’orientamento di tipo biologico-naturalistico è quello dominante. Esistono individui maggiormente portati all’aggressività, per una propria struttura biologica innata, nonché individui meno inclini all’aggressività, proprio per struttura biologica. Paragrafo 2 L’aggressività è riconducibile sia a fattori biologici sia al risultato del bagaglio esperienziale del singolo soggetto. La tripartizione di fattori è: 1. Fattori biologici 2. Fattori socio-ambientali 3. Fattori individuali di tipo culturale e sociale Tali fattori agiscono sempre in sinergia tra loro e svolgono la medesima importanza verso la facilitazione all’aggressività. Paragrafo 3 La libertà umana è sempre presente e non esiste nessun tipo di rigido meccanicismo nel suo comportamento, illecito o meno che sia. PEDOFILIA Dal punto di vista dei criteri diagnostici dell’abuso sessuale sul minore, il DSM riconosce la presenza del fenomeno quando c’è la compresenza delle seguenti 3 condizioni: 1. durante un periodo di almeno sei mesi, il soggetto vive fantasie, impulsi sessuali o comportamenti ricorrenti ed intensamente eccitanti dal punto di vista sessuale, che comportano attività sessuale con uno o più bambini prepuberi (generalmente al di sotto dei tredici anni); 2. le fantasie, gli impulsi sessuali o i comportamenti causano disagio clinicamente significativo o compromissione dell’area sociale, lavorativa o di altre importanti aree del funzionamento; 3. il soggetto abusante ha almeno 16 anni ed è di almeno 5 anni maggiore del soggetto abusato. Le tecniche di ingabbiamento sono dei comportamenti posti in essere dal pedofilo, allo scopo appunto di “ingabbiare”, nel senso di vincolare, il bambino abusato e di impedirgli di rivelare l’abuso, al fine di poterlo ripetere sono 3: 1. minacce e violenze perpetrate dal pedofilo sul bambino; 2. pressioni da parte del soggetto abusante, il quale minaccia il bambino che, in caso di rivelazione dell’accaduto, informerà tutti che è stato lui a provocarlo; 3.ripetere spesso al bambino che, se svelerà quanto accade fra di loro, perderà la sua compagnia e la sua amicizia, in qualche modo finendo per colpevolizzarlo. Procedendo con una disamina attenta e puntuale del fenomeno della pedofilia on line, possiamo affermare che essa si scinde in 2 fondamentali tipologie: 1. la vera pedofilia on line (definita pedopornografia) che è caratterizzata da scambi di materiale pedopornografico, da interazioni fra pedofili, da segnalazioni di bambini, furti di immagine, chat anonime ed esclusive dove i soggetti pervertiti raccontano le loro esperienze e si confrontano; 2. la pedofilia on line dell’altra tipologia è, invece, caratterizzata da un’attività di adescamento delle vittime, quindi, per così dire funzionale all’abuso prevede l’uso della “Rete”, del web, di Internet, come deviato e morboso “terreno di caccia”, al fine di incontrare di persona il bambino e commettere l’abuso. La pedopornografia si articola in 3 categorie fondamentali: 1. Produzione amatoriale: consiste nella vera pedopornografia con bambini fotografati dal pedofilo o dai pedofili durante le attività di abuso; 2. Pseudofotografie: consiste nell’attività di creazione di immagini di bambini inesistenti, talmente simili a quelle di bambini reali, da essere quasi indistinguibili. Anche questo tipo di pedopornografia alimenta la perversione del pedofilo, anche perché, fra l’altro, gli consente di scegliere la tipologia esteriore che preferisce. 3. Produzione professionale: consiste nell’attività di vere e proprie organizzazioni criminali, le quali operano prevalentemente in nazioni con marcato disagio minorile e spaventose condizioni di povertà (Sud America, Asia, Est Europeo). Tali sodalizi del crimine, di tipo internazionale, sequestrano ed abusano dei minori, dopodiché il materiale fotografico viene collocato su siti web specializzati e poi venduto direttamente on line. L’intervento psicoterapico nei confronti dei pedofili è strutturato su 3 livelli che costituiscono momenti diversi e successivi del percorso curativo e sono: 1. attività del terapeuta affinché il pedofilo acquisisca, in un primo momento, conoscenza del suo problema e, in un secondo momento, coscienza del fatto di essere affetto da una vera e propria patologia; 2. in una fase successiva il percorso della terapia dell’esperto lo condurrà verso la conoscenza e l’acquisizione di modelli comportamentali opposti a quelli che ispirano la sua condotta abituale, indirizzandolo verso standard alternativi adeguati; 3. come ultimo livello della terapia, il soggetto pedofilico viene avviato verso un iter di crescita finalizzata ad un’adeguata maturazione di tipo psichico, psicologico ed esistenziale; in tale fase vengono usate particolari tecniche - cui può essere utile soltanto accennare come l’Emdr (per la rimozione dei traumi), lo psicodramma, la lettura di libri e la visione di film guidati; in alcuni casi ha presentato una certa proficuità anche l’ipnosi (finalizzata precipuamente alla crescita ed allo sviluppo dell’autostima). La criteriologia clinico-giuridica alla quale da allora ci si è sempre attenuti, da parte degli ordinamenti giuridici statuali, è stata improntata ad un triplice metodo o criterio. Essi sono: 7. Fase depressiva 8. Fase del raffreddamento emotivo Le tipologie di serial killer donna sono 7 1. Vedova nera 2. Angelo della morte 3. Predatrice sessuale 4. Vendicatrice 5. Assassina per profitto 6. Assassina di gruppo 7. Assassina psicotica I family mass-murderer sono divisi in 3 categorie: 1. Patologici 2. Strumentali 3. Passionali SEX OFFENDER Le caratteristiche dei sex offender sono 5: 1. Partecipazione 2. Facilitazione 3. Vulnerabilità 4. Opportunità 5. Attrattività Le tipologie di sex offender sono 4: 1. Stupratore aggressivo sfruttatore 2. Stupratore rassicurante compensatore 3. Stupratore rabbioso vendicativo 4. Stupratore sadico CRIMINAL PROFILING Il criminal profiling si divide in 2 fasi: 1. Profilo generale 2. Profili specifico Il percorso di elaborazione del criminal profiling si divide in 6 fasi. IL COLLOQUIO CRIMINOLOGICO Il colloquio criminologico può essere di 2 tipi: 1. Psichiatrico 2. Criminologico I presupposti imprescindibili del colloquio sono 4: 1) Una speciale maturità e preparazione dell’intervistatore; 2) Una documentazione sul caso, che possa orientare efficacemente l’intervista; 3) Una condizione di ambiente favorevole per l’esaminato; 4) Assenza di atteggiamento autoritario da parte dell’esaminatore. I fattori condizionanti il colloquio sono 3: 1) Le condizioni in cui si svolge il colloquio; 2) L’atteggiamento dell’intervistato e la sua personalità; 3) L’atteggiamento dell’intervistatore. MALTRATTAMENTI EXTRA-SESSUALI Le categorie di maltrattamenti extra-sessuale su minori sono principalmente 3: 1. Violenza fisica 2. Incuria fisica 3. Maltrattamento e incuria emotiva LO STALKING Le tipologie di stalker sono 5: 1. Molestatore rifiutato 2. Molestatore rancoroso 3. Molestatore predatore 4. Stalker inadeguato 5. Molestatore in cerca di intimità Gli strumenti verbali dell’indagine difensiva sono 3: 1. colloquio informale 2. Assunzione di informazioni testimoniali formalmente verbalizzate 3. Ricezione di dichiarazioni scritte da parte di persone informate sui fatti L’accesso ai luoghi può avvenire in 3 modalità: 1. Accesso ai luoghi da parte del difensore e dei suoi ausiliari in contemporanea con la polizia giudiziari o del PM 2. Accesso ai luoghi prima della polizia giudiziaria e del PM 3. Accesso ai luoghi privati o non aperti al pubblico.