Scarica Sergio Citti: La Stella e la Tragedia - Un mondo tra poesia e cinematografia e più Guide, Progetti e Ricerche in PDF di Storia Del Cinema solo su Docsity! SERGIO CITTI. LA STELLA E LA FAME TRAGEDIA E BATTUTE Gli inizi di Citti sono influenzati da quella negatività tragica tipica di Pier Paolo Pasolini:dalla morte del protagonista del suo primo film ‘Accattone’(1961)a quella collettiva del suo ultimo ‘le 120 giornate di Sodoma’. Anche la parentesi dei 3 film pasoliniani precendenti,al segno della ‘trilogia della vita’ che doveva esibire la felicità d’espressione,viene ribaltata nel suo contrario proprio da un film come Salò. Si potrebbe parlare i ‘poesia tragica’,’cinema di tragedia’. L’originalità di Citti va riscontrata nlla ricerca di autonomia dal suo mentore:le storie di Citti acquistano una loro libertà,i suoi personaggi non sono condannati dall’inizio a una conclusione disperata. Nella fase dei primi anni ‘50 Pasolini è a Roma e sta in questa morsa:tra la fine dell’Italia arcaica contadina(piena di incosciente vitalità)e la nuova italia industriale e post-industriale(dotata di una pseudo-coscienza che riduce il corpo a contenitore di merci e consumi). Protagonista di Accattone è Franco Citti,collaboratore lessicale il fratello,Sergio. Pasolini assume nei fratelli Citti uno dei poli:la vitale incoscienza popolare. L’avvio di Citti all’espressione artistica avviene nel 1955 con Ragazzi di Vita e 4 anni dopo,nel 1959 con Una vita violenta,entrambi di P.P.P. In Ragazzi di vita contribuisce con locuzioni ed episodi che conservano la vivezza degli atti. In Una vita violenta le espressioni sono più specialistiche, apparteneti a un gergo stretto,addirittura richiedenti un glossarietto alla fine del romanzo. La quasi corporea freschezza di parola e atto raggiunge il culmine nel finale dove la morte è scolpita in 2 parole. L’idea generale è di Pasolini,Citti ci mette espressività di parole e gesti. In Accattone Pasolini gli chiese di trovare un espressione per spiegare la perplessa situa del protagonista ‘Eh Stella,stella indicheme er cammino’. A quanto pare la frase continuava ‘...pe arriva a un piatto de pasta e facioli’(il tema della fame). STELLE E PRESEPI 3 sono i punti principali che Pasolini annuncia riguardo la sua idea di cinema: 1)il passaggio dalle parole della letteratura,alle immagini del film 2)il modo di filmare, basato su inquadrature singole,staccate 3)la vita di un uomo è una specie di lungo piano sequenza di cui solo la morte compie il montaggio. Il suo cinema parte infatti da sottoproletari che muoiono ognuno su una croce,metaforica o reale,metamorfosa in vari modi di sacrificio,perversi o degradati,fino all’ecatombe di Salò. Seguiamo ora l’atteggiamento di Citti rispetto ai 3 fondamenti del cinema Pasoliniano. 1)La sua posizione è speculare e opposta:egli si insedia nella parola del racconto partendo dal cinema,in cui grazie a P.P.P esordice con Ostia(1970). Citti preferisce le ‘storie parlare’ in cui opera la fantasia del narratore. 2 e 3)Citti accoglie il consiglio di staccare le inquadrature,per incidere in una semplicità,in una povertà della materia narrata. Ma le sue immagini non intendono attaccarsi a corpi e cose con il furore feticistico del maestro. Si noti come la cinepresa pasoliniana venga lasciata vibrare,vorrebbe rendere uno stato di presenza. La tragedia con Citti si scoglie in favola,si apre alla narrazione libera,potenzialmente infinita. Sergio non è come PierPaolo un tragico,ma uno che si avvia a stemperare il senso tragico del mondo. Certo,la libertà di narrazione cittiniana è sottoposta a rischio di polverizzazione,di autodissolvenza. Questo è il rischio del cinema di Sergio:l’evanescenza della libertà narravita. Sergio ci teneva a ricordare che il primo film di Pasolini nasce da un suo sogno:già il sogno,in citti,prova ad alleviare il senso tragico di Pier Paolo. LEGGEREZZA ED EVANESCENZA Per il primo esordio Citti aveva in mente un certo personaggio(che poi nel 2001 diventa il film ‘Vipera’ma,racconta Pasolini,fu molto colpito da un’altra storia,’Ostia’e lo spinse a realizzarla. Già dal titolo notiamo come P.P.P abbia sovrapposto all’idea della cittadina di Ostia di Sergio,la sua accezione latina,cioè vittima sacrificale-divenendo così la città il luogo del sacrificio. Il film sviluppa un tema che tornerà spesso nel cinema cittiano:un legame tra uomini,in cui si immette una donna. In questo caso gli uomini erano 2 fratelli,la donna viene trovata esanime in un campo e si rivela un diavolo che mette i fratelli contro finché uno ammazza l’altro:lo rende ostia,vittima del sacrificio di Caino. Morto il maestro nel 1979 Sergio torna sull’argomento con Due pezzi di pane;in questo caso i 2 uomini non sono fratelli,bensì amici,suonatori ambulanti che amoreggiano la stessa donna all’insaputa l’uno dell’altro. Rimane incinta e ignari di chi sia il padre,alla morte della madre nel parto per evitargli l’orfanotrofio, lo accudiscono ma lui scappa. Lo ritrivano anni dopo con la sua famiglia,divenuto malvagio verso il loro mondo. Si mostra bacata la famiglia eterosessuale. In ogni caso la cattiveria del figlio-equivalente alla demonicità della donnna in dostia-non spezza il legame tra i 2. anche rispetto alle inquadrature del primo film,queste sono molto meno rigide e taglienti. Nell’elaborare la sceneggiatura del film Salò insieme con Citti,P.P.P afferma che perdeva interesse dell’argomento, probabilmente preso da Casotto,film girato nel 1977;una vasta cabina condivisa da bagnanti le cui vicende si intrecciano in episodi che svelano narcisismo cinismo. Pasolini non intendere lasciare libera la narrazione,il regista di Casotto si riprende quindi il narrare aprendolo a una nuova leggerezza. In salò la nudità indica dove andrà a colpire il boia,in casotto è spunto narrativo. Dal seduttorio all’intrigo familiare. Per P.P.P dopo il piano-sequenza della vita,è la morte a rivelare il contenuto di un essere umano. Andiamo a ‘mortacci’film di Citti girato nel 1989,in cui un gruppo di defunti di un cimitero narra le curiose circostanze della propria morte. I morti di Citti decedono in modo buffo e antitragico. Nel film una scena del personaggio che si aggira su una spiaggia ammirando forme muliebri:l’inquadratura non è piacevole apparizione,è insistente,con zoom sulle rotondità posteriori. Questo alleggerimento narrativo può portare a una vaporante inconsistenza. In Vipera si ritrova lo schema dei 2 uomini con la donna,in una storia nella quale però vi è un percorso che cerca un significato;attiene-il significato-alla natività,che per Citti è l’anti tragedia della fine:un inizio continuo. La donna in questo film si riscatta attraverso la maternità. In Vipera un uomo ubriacone per l’abbandono della moglie-una ‘vipera’-padre di una bambina violentata e messa incinta da un suo amico-nemico. La seconda parte del film racconta del viaggio della figlia,ormai donna,alla ricerca del figlio. Durante il viaggio incontra vari personaggi,tra cui la madre,che,’vipera’,impadronitasi del bimbetto per protrarre giovinezza e maternità. Alla fine la donna si ritrova col figlio nel paese di partenza. Il percorso che torna sul proprio avvio. Citti ricorda che nel film è confluita parte del racconto che gli fece la madre di P.P.P mentre portavano la salma del figlio a Casarsa per il seppellimento. Al posto della stella,in ‘Vipera’ c’è un cavallo bianco,che non precede ma segue il bambino con la madre su un sentiero pietroso. PASSIONE E NATIVITA’ In Porno-Teo-Kolossal Pasolini impronta il tutto alla Sodoma. Eduardo e Ninetto seguono la stella da Napoli a Roma. Gli uomini vanno con gli uomini,le donne con le donne, un giorno spogliandosi un ragazzo scoprì la vagina e lei il pene. Vennero puniti in uno stadio:lei coccolata da 3 donne,lui da 3 maschioni. I sodomiti diventano sempre più violenti,Eduardo e Ninetto seguono la stella. In viaggio in treno con loro c’è Lot, un unbriacone che commeytte incesto con le figlie. Messe a ‘pecorina’. Arrivano intanto a Milano,Gomorra,pervasa da una grande passione per la carne femminile. A Gomorra impazza il sesso eterosessuale più estremo, accompagnato da violenza di ogni tipo di 18enni sguinzagliati dai governanti. Eduardo e Ninetto condotti dalla stella in oriente arrivano alla grotta dove un tizio li avviva che si è nato,ma il messia è già morto. I 2 vanno spegnendosi,staccandosi da loro entità uguali,sorta di anime. Ma non trovano il paradiso. Eduardo capisce che è stata tutta un’illusione senza la quale però non avrebbe conosciuto la terra. Eduardo dice ‘e mooo’? E Ninetto dice di aspettare,qualcosa succederà. Il testo,mai divenuto film illustra la collaborazione tra Sergio e P.P.P. roma-Sodoma è una città vagamente anni 50. i supplizi dentro lo stadio evocano Salò,ma rimandano anche al Fellini del Satyricon. Se in salò i giovani venivano mostrate vittima dei signori,in Milano-Gomorra sono essi