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SINTESI schematica completa di Letteratura Italiana, Schemi e mappe concettuali di Letteratura Italiana

La sintesi propone un elenco COMPLETO ED ESAUSTIVO di autori ed opere di letteratura italiana dal medioevo sino alla contemporaneità. Per realizzarlo ho sfruttato un Alpha Test per le discipline umanistiche. La sintesi può essere utile per avere una panoramica generale di correnti, cronologie, opere e autori, in vista, per esempio, di un test d'ingresso.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2019/2020

In vendita dal 15/09/2021

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Scarica SINTESI schematica completa di Letteratura Italiana e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! Il MEDIOEVO (476, caduta dell'ultimo imperatore romano d'occidente - 1492, scoperta dell’America) vede lo svilupparsi di: Comuni, borghesia, spiritualità cristiana. Il volgare italiano <- latino rustico (lingua romanza o neolatina): le prime testimonianze risalgono al IX (es. Indovinello Veronese), fino alla Carta Capuana (960). Gioacchino Fiore (1130-1202) realizza il “Libro delle figure”, prima opera di teologia simbolica ispirata alla trinità. La letteratura religiosa: lauda, in volgare, popolare. La letteratura italiana viene inaugurata da “Cantico delle creature” in volgare umbro di Francesco d'Assisi (1181-1226), fondatore dell'ordine francescano. La nascita della letteratura italiana coincide con l'utilizzo della lingua con intento espressivo: siamo nel XII secolo, prima forma poetica debitrice della letteratura francese/provenzale in d'oc e d'oil -> nel DUECENTO, nasceranno la scuola siciliana e, poi, toscana, incentrata sulla lirica d'amore, e avremo la prima produzione religiosa francescana e didattico- allegorica settentrionale. POESIA RELIGIOSA: Jacopone da Todi (1236-1306), francescano, comporrà laude pessimistiche, drammatiche, opponendosi a papa Bonifacio VIII con uno spirito morale radicale. POESIA BURLESCA: Cielo D'Alcamo (XIII): scuola siciliana, autore di contrasti (tra cui “Rosa fresca aulentissima”) con un lessico popolare; Rustico Filippi (1240-1313) inaugura l’invettiva; Cecco Angiolieri (1258-1313) scrive sonetti per storpiare lo stilnovo (sostituisce Beatrice con Becchina), sarà autore di “S’i' fosse foco”; Folgore di S. Gimignano scriverà diverse corone (per la settimana, per i mesi, per le virtù cavalleresche). CANTAR CORTESE: La scuola siciliana sarà la prima ad essere influenzata dai provenzali (culla della poesia volgare). Amore + donna = essere superiore. | due centri di maggiore produzione sono: Magna Curia di Manfredi, corte di Federico II. Jacopo da Lentini: inventore del sonetto, usa volgare siciliano “illustre”, modellato su provenzale e latino, che, poi, si diffonde fino alla toscana -> scuola siculo- toscana (es. Bonagiunta Orbicciani). Si aggiunge il tema politico/civile. Guittone D'Arezzo (1235-1294): unirà all'amor cortese il tema politico e morale, con stile raffinatissimo, ma aspro. Compone anche 50 lettere di argomento religioso, dalla prosa retorica ed artificiosa. LO STILNOVO: definito “Dolce” da Dante, vede in Guido Guinizelli (1235-1276) l’iniziatore: l’amore è totale, la donna è più spiritualizzata, la sensualità è annullata, l’esperienza spinge a Dio. Questa si rivolge soltanto a un cuore nobile, gentile. Il volgare è illustre, con sintassi armoniosa, parole dolci. “Al cor gentile rempaira sempre amore” = manifesto. Guido Cavalcanti (1260-1300): guelfo, aggiunge l’esperienza tragica, l’amore malinconico. Cino da Pistoia (1270-1336): canzoniere più vasto, definito da Dante come il migliore per lo stile limpido e la dolce. La sua analisi psicologica precede Petrarca. Dante Alighieri (1265-1321): rispecchia gli ideali dello stilnovo nella Vita Nova e nelle Rime (Specie con il sonetto “Guido, i'vorrei che tu Lapo ed lo” o con “Tano gentile, tanto onesta pare”). LA POESIA DIDATTICO-ALLEGORICA: intento didascalico, finalizzata all'insegnamento morale. Brunetto Latini (1220-1294): maestro di Dante, autore del “Tesoretto” e del “Tresor”, realizza opere anche relative alla lingua. Bonvesin de la Riva (1240-1315): autore del “Libro delle tre scritture”, anticipatore della Commedia. Giacomino da Verona (XIII): si rivolse al popolo con poemetti allegorici. LA PROSA E LA CRONACA: più tarde. Il “Novellino”, di ignoto, è una raccolta di 100 novelle, ambientate a Firenze, vengono narrati amori/imprese di cavalieri ispirate alla cultura classica/biblica. Anticipa il Decameron. Marco Polo (1254-1324): compone il “Milione” grazie a Rustichello da Pisa, racconta i suoi viaggi in oriente da mercante veneziano in francese italianizzato, compare anche il gusto del fantastico. Dino Compagni (1255-1324): guelfo, racconta la lotta politica fiorentina tra il 1280 e il 1312 in “Cronica delle cose occorrenti ne' tempi suoi”. Giovanni Villani (1280-1348): realizza una Cronica in 12 libri unendo la storia fiorentina a quella universale, con un metodo storico di grande rigore. Il TRECENTO è caratterizzato dalle tre corone (Dante, Petrarca e Boccaccio), accompagnato dalla continuazione della scuola Stilnovista e dall'evoluzione del volgare toscano. Dante Alighieri (1265-1321): fiorentino, guelfo bianco, esiliato nel 1300 per filo imperialismo e volontà di maggiore autonomia cittadina rispetto al papato. Soggiorna in varie corti italiane, muore a Ravenna. “Vita Nova” (1293): prosimetro sull'amore assoluto e religioso per Beatrice (es. “Donne che avete intelletto d'amore”, “Tanto gentile e tanto onesta pare”). “Rime”: raccolta postuma di altri versi, tra cui le “Rime Petrose” e la tenzone con Forese Donati. “De vulgari eloquentia” (1305), in latino, trattato incompiuto sull'origine del linguaggio e sui volgari italici. “convivio” (1307) in volgare, per argomento dotto per tutti i laici desiderosi di sapienza, dignità del volgare illustre. “Monarchia” (1313), in latino, visione politica (teoria dei due soli: imperatore per felicità terrena, Dio per verità rivelata). “Epistole”: 13, in latino (es. quella sulla discesa di Enrico VIII). “Divina Commedia”: scritta in terzine di endecasillabi a rima incatenata, tre cantiche (1306-14, 1316, 1321), 100 canti (33x3 + proemio inferno). Francesco Petrarca (1304-74): figlio di un esule fiorentino, nasce ad Arezzo x avere una vita errabonda tra Francia e corti italiane. Studi classici + prebende ecclesiastiche. Tensione tra spiritualità e beni terreni (amore per Laura e fama). Scrisse soprattutto in latino, mentre le cose in volgare sono “nugae”. Venne incoronato poeta del Senato di Roma (1341), anticipatore dell'’Umanesimo per studio di classici e metodo filologico. Nonostante concezione medioevale, analisi intima e psicologica moderna nel “Canzoniere/Rerum vulgarium fragmenta”), composto tra il 1330-1365, fino ad arrivare a 366 componimenti (317 sonetti, 29 canzoni ed altre poesie, divise tra “In vita” e “in morte” di Laura, separata da “l'vo pensando”). Il tema è riproposto e alimentato, Laura è sempre più disincarnata e spirituale, molto è stilnovista, ma il lessico è selezionato e ristretto (specie rispetto a Dante, considerato padre della lingua per la ricchezza). “Trionfi”: in volgare, incompiuta, un tributo a dante in terza rima, con componimenti dedicati a concetti personificati. “Africa”: in latino, su Scipione l’africano e la Roma Antica; “Epistolae metricae”: 66 componimenti in esametri latini; “Secretum”: diario in latino in cui torna l'analisi interiore del Canzoniere. Giovanni Boccaccio (1313-75): nasce a Certaldo/Firenze, frequenta corte di Napoli. Erudito autodidatta, studio classico, continuo rischio di miseria, rapporto di amicizia con Petrarca (anche lui preumanista). Fu il primo commentatore della commedia (aggiunge divina). “La caccia di Diana” e “Filostrato”: primi poemetti mitologici in terzine e ottave. “Filocolo” (1336): tratta il mito di Fiammetta, innamorata molto più terrena e sensuale + “Elegia di Madonna Fiammetta”: romanzo d’amore autobiografico. “Ninfale d'ameto”: terzine/prosa, bucolico allegorico; “Ninfale fiesolano”: etiologico in ottave, sulle origine di Fiesole/Firenze; “Decameron” (1349-1353), sulla peste fiorentina del 1348, cornice x 100 novelle raccontata da 10 giovani in villa (ogni giorno re/regina x argomento). Soprattutto fortuna, virtù, furbizia, amore, beffe, tipi umani con registro molteplice. dall'ordine e dalla proporzione, perché ricco di contraddizioni e virtuosismi, riflesso dell’irrequietezza/drammaticità del periodo. Marino fu il più importante poeta del secolo, tanto che si parla di Marinismo. Paolo Sarpi (1522-1623) a Venezia durante conflitto con papa Paolo V. fu per la tolleranza religiosa, antipapale e antiasburgico. Scrive “L'istoria del concilio di Trento” (1619) ricostruendo in chiave critica la storia della Chiesa cattolica, denunciandone gli interessi politici e auspicando un rinnovamento spirituale. Galileo Galilei (1564-1642) fu scienziato, scopritore e inventore. Si basa sull'indagine scientifica con metodo induttivo sperimentale, ripudiando il principio d'autorità (per questo fu giudicato eretico). Compone “Sidereus nuncius” (1610) in latino sulle macchie solari e i satelliti di Giove; il “Saggiatore” (1623) in volgare sull’util matematiche intorno a due nuove scienze” (1638) in volgare su statica-dinamica; e “Dialogo sui della matematica x i fenomeni naturali; corsi e dimostrazioni massimi sistemi” (1632) in volgare, sostenendo la teoria eliocentrica. Fu anche critico letterario, scrivendo su Ariosto, Tasso e Dante. E’ il padre della prosa scientifica. Giambattista Marino (1569-1625), poeta barocco per eccellenza per stile ricchissimo, metaforico, sperimentale, immaginifico. Il marinismo ha l'obiettivo di “Meravigliare”. Visse tra Napoli, Roma, Torio e la corte di Parigi. Scrive l’"Adone”, un poema in ottave in 20 canti che viola i principi di unità aristotelica, con una varietà di episodi e digressioni a partire dal mito di Venere e Adone. Scrive anche “Rime”, “Ia lira”, “La Sampogna”... Alessandro Tassoni (1565-1635) critico letterario di Petrarca e altri. Fu antispagnolo e polemico vs rivalità cittadine. Ricordiamo “La secchia rapita”, poema eroicomico in 12 canti in ottave, sulla guerra tra Modena e Bologna scoppiata per il furto di un secchio da un pozzo, in modo parodistico e satirico. Francesco Redi (1626-98) applicò il metodo sperimentale di Galileo, con stile lontano dal barocco. Appartenne all'Accademia del Cimento e collaborò con l'Accademia della Crusca per il Vocabolario. Il SETTECENTO è il secolo della civiltà europea, delle accademie come l’Arcadia, del ritorno dell'equilibrio classico, dell'Illuminismo (Nata con l'Accademia dei Pugni, e il Caffè dei fratelli Verri e Beccaria). La ragione, l'intelletto diventano il centro della civiltà, tesa a un progresso basato sull’empirismo, sulla rivoluzione industriale, sulle esplorazioni geografiche. Alla fine del secolo nasce il Neoclassicismo, con l'aspirazione all’antichità, soprattutto greca, e alla bellezza ideale. L’ARCADIA: prima accademia nazionale, nata a Roma nel 1690, predilige l’idillio pastorale, la chiarezza, la naturalezza, influenzato dal razionalismo cartesiano e antibarocco. Gian Vincenzo Gravina si scontrò con Giovanni Crescimbeni, che prevalse: il primo si voleva rifare solo ai modelli classici e greci, l’altro a quello petrarchesco dal realismo elegante. Il passaggio è visibile anche in arte con il Rococò. Pietro Metastasio (Pietro Trapassi 1698-1782) si formò con Gravina a Napoli e ottenne il primo successo con l'Arcadia con “Gli orti esperidi” (1721). Fu il riformatore del Melodramma, di una poetica della levità, del favoloso, della melodia. Tra i suoi capolavori: “Didone abbandonata” (1724), “La demenza di Tito” (1734), “Attilio Regolo” (1740). Divenne uno dei librettisti più famosi d'Europa, lavorando anche alla corte di Vienna. L’ILLUMINISMO: diffusosi nei circoli di Milano (con la rivista “Il Caffè”) e Napoli, propugnò l'impegno civile per il progresso e per liberare la società dall’ignoranza, dalla tirannia, dal fanatismo. Giambattista Vico (1658-1744): anticipatore dell'illuminismo, si interessò alla storia, meglio conoscibile perché realizzata dallo spirito umano stesso (“De nostri temporis studiorum ratione”, “De antiquissima italo rum sapientia ex linguae latinae origini bus eruendis ”..). opera più importante è “Principi della scienza nuova” (1725,1730,1744) in cui analizza il progressivo incivilimento con momenti di nuovi imbarbarimento (corsi e ricorsi) e trovando la successione delle età umane/della storia. La propria epoca la definisce: "età della ragione spiegata” perché capace di riflettere su di sé. Ludovico Antonio Muratori (1672-1750):archivista presso i d'Este, fu moderno storiografo e indagò per primo il Medioevo (Es. “Annali d’Italia”). Fu contro lo stile barocco. Pietro Verri (1728-97): fondatore dell’Accademia dei Pugni e del “Caffè”, scrisse trattati illuministi quali “Meditazioni sulla felicità” (1763), “Meditazioni sull'economia politica” (1771), “Osservazioni sulla tortura” (1776). Alessandro Verri (1741-1816): insieme al fratello nella 1° fase, si trasferì poi a Roma, diventando + classicheggiante/preromantico (es.“Notti romane al sepolcro degli Scipioni” (1792). Scrisse varie tragedie (es. “Pantea”) e fu tra i primi traduttori di Shakespeare. Cesare Beccaria (1738-94): protagonista dell'illuminismo milanese, è ricordato per “Dei delitti e delle pene” (1764) sul sistema penale e la tortura. Si occupò anche di teoria letteraria ed economica. Giuseppe Parini (1729-99): milanese, venne influenzato dall’Arcadia e dall’Illuminismo. Il suo pensiero era egualitario, riformista, ammodernatore. Il suo gusto classico. Scrisse 19 “Odi” su argomenti quotidiani e della vita sociale (es. “L'educazione”, “La salubrità dell'aria”..) e un poema didascalico, “Il giorno” sulla decadenza della nobiltà, scandito in “Il mattino, “Il mezzogiorno” e le due parti non realizzate “Il vespro” e “la notte”. Ricordiamo infine il “discorso sopra la poesia”, in cui sottolinea il valore educativo della letteratura. Carlo Goldoni (1707-93): riformò il teatro comico, abbandonando canovaccio e maschere della Commedia dell’arte e favorendo il testo scritto, verosimile e contemporaneo. Scelse una lingua realistica, tra la koiné lombarda e il dialetto veneziano (Es. “La locandiera”, “la trilogia della villeggiatura”, “Le Baruffe Chiozzotte”..). Suo avversario fu Carlo Gozzi. Abbandonò Venezia e si trasferì a Parigi, dove scrisse i suoi “Memoires” in francese. Vittorio Alfieri (1749-1803): di origini nobili, viaggiò in Europa, incontrando l'illuminismo. A Torino scrisse “I giornali” in francese e in italiano. Solo nel 1775 scoprì la sua vocazione da tragediografo (es. “Cleopatra”, “La congiura de’ Pazzi”, “Antigone”, “Saul”, “Mirra”..). Le tematiche prevedono scontri di passioni opposte, vigore espressivo e drammatico, protagonisti che si scontrando con tiranni in favore della libertà (= titanismo). Può essere per questo un preromantico. Scrisse anche trattati politici-morali (Es. “Del principe e delle lettere”, “della tirannide”), “Rime”, il “Misogallo” (antifrancese) e l'autobiografia “Vita”. L'OTTOCENTO, invece, è il secolo del romanticismo, della fantasia, della creatività. Nasce subito, infatti, una polemica classico-romantica. Si crea anche un sentimento popolare, un’affezione al vero/verosimile e, in Italia, il romanticismo viene determinato da un impegno civico ispirato dal risorgimento. Nella seconda metà del secolo, dopo un secondo Romanticismo, si sviluppa la Scapigliatura e, poi, il Verismo, basato sull’impersonalità, la registrazione dei fatti, la rappresentazione dell’umiltà contemporanea. NEOCLASSICISMO: Vincenzo Monti (1754-1828): recupero di materia classica e mitologica. Reinterpreta ogni evento in chiave classica (es. “Ode al signor di Montgolfier” x invenzione della mongolfiera, “Bassvilliana” poema vs violenza della rivoluzione francese). Famoso per aver tradotto lIliade, titolo ironico di “gran traduttor dei traduttor d'Omero” x ignoranza del greco e poca adesione al vero. ROMANTICISMO: dimensione europea: sono centrali l’uomo, la rivalutazione de passato non classico, la specificità culturale dei popoli, la corda patriottica. Ugo Foscolo (1778-1827): di tradizione classicista, unisce i due generi. Inizialmente sostiene napoleone fino al “tradimento” di Campoformio (1797) (es. “Tieste”, le odi “a Bonaparte liberatore”, “ai nuovi repubblicani”) + romanzo epistolare “Le ultime lettere a Jacopo Ortis” (1798-1802) + odi “A Luigia Pallavicini caduta da cavallo”, “All’amica risanata” + 12 sonetti (1798-1803) es. “alla sera”, “A zacinto”, “in morte del fratello Giovanni”, “Alla Musa”. Si avvicina alla filosofia sensista, inizia a cantare dell'immortalità artistica, celebra la bellezza, la virtù, l’eroismo, la sopravvivenza nel ricordo - > “Dei sepolcri” in endecasillabi sciolti. Infine, prosa “Notizia intorno a Didimo Chierico”, la callimachea “Chioma di Berenice”, i tre inni “Alle Grazie”, incompleti, dedicati a Canova + traduzioni dall'inglese e dal greco x Iliade. Giovanni Berchet (1783-1851): lirica patriottica, animatori della polemica classico-romantica, collaboratore della rivista “Il conciliatore” (es. “I profughi di Praga”, le “Romanze”, la “Lettera semiseria di Giovanni Grisostomo al suo figliuolo”). Giuseppe Mazzini (1805-72): promotore del principio romantico di una letteratura da e per il popolo + risorgimento italiano (es. “Epistolario”, “Note autobiografiche”). Giacomo Leopardi (1798-1837): x la libera espressione dell’interiorità, per l’arte come vitale bisogno dell’uomo. Erudizione eccezionale -> filologia, traduzioni. Concezione pessimista e materialista, vs fede, x Natura madre e matrigna (pessimismo storico -> cosmico, fino a negare felicità x chiunque). Scrive “Canti” (1818-1830), divisi in Canzoni (es. “Ad Angelo Mai”, “All’Italia”, “A un vincitore nel gioco del pallone”, “Alla sua donna”, “Bruto Minore”, “Ultimo canto di Saffo”); Piccoli idilli (es. “L'infinito”. “la sera del dì di festa”, “alla luna”, “il sogno”, “lo spavento notturno”, “la vita solitaria”. | passero solitario”); Grandi Idilli (“a Silvia”, “Le ricordanze”, “la quiete dopo la tempesta”, “il sabato del villaggio”, “canto notturno di un pastore..”); Ciclo di Aspasia (“il pensiero dominante”, “Aspasia” “Amore e morte”, “Consalvo”, “a se stesso”). + “La ginestra” e “il tramonto della luna” = ultime poesie. Favorisce gli endecasillabi sciolti e la canzone di endecasillabi e settenari, con strofe diverse, non sempre con rime. Scrive lo “Zibaldone”, diario postumo di note, “I pensieri”, l'’epistolario” + le “Operette morali” summa del suo pessimismo filosofico in prosa (es. “dialogo della natura e di un islandese”, “federico Ryusch e le sue mummie”, “Gallo silvestre”, “venditore di almanacchi”. “tristano e amico”). Alessandro Manzoni (1785-1873): nipote di Beccaria, impara da Vico amore per la storia. Si converte a cattolicesimo. Alle prime liriche (es. “In morte di Carlo Imbonati” ) seguono gli inni sacri e le due tragedie (“il conte di carmagnola” e l”’Adelchi”) + odi civili (“marzo 1821”, “5 maggio”). Romanzo storico = “l promessi sposi” (“Fermo e Lucia” 1823 + 1827 + 1840 lingua toscaneggiante viva e attuale + appendice “Colonna infame”). Il vero storico non deve farsi prevaricare dalla fantasia, deve censurare totalmente l'invenzione. Poi trattati linguistici x istruzione e toscano (es. “dell’uso della lingua italiana e degli strumenti per diffonderla”). Carlo Cattaneo (1801-69): politico del risorgimento (es. “Dell'insurrezione di Milano 1848 e della successiva guerra”, “Notizie naturali e civili sulla Lombardia”..). Fondò la rivista il “Politecnico” (1839- 68). Ippolito Nievo (1831-61): mazziniano, partecipò alla spedizione dei 1000. Scrive racconti (es. “Angelo dibontà”, “conte pecoraio”) e, soprattutto, il romanzo “Confessioni di un italiano” (prima “Confessioni di un ottuagenario”) su Carlo Altoviti, ottantenne alla vigilia dell'Unità. Niccolò Tommaseo (1802-74): collabora alla rivista ”Antologia” di Viesseux, fu esule in Francia. Ebbe interessi linguistici (“Dizionario dei sinonimi”, “dizionario della lingua italiana”), poetici e filologici + di critica letteraria. La sua opera maggiore è il romanzo “Fede e bellezza” (1840) dove studia l’interiorità la velocità, il progresso, l'industria, la guerra. Filippo Tommaso Marinetti (1876-1944): oltre al manifesto, sostenne il paro liberismo (totale libertà nell'uso delle parole, nella forma grafica, nella punteggiatura). Ricordiamo i componimenti “Zang tumb tumb”, “8 anime in una bomba”, “la bataille de tripoli”. Aldo Palazzeschi (Aldo Giurlani, 1885-1974): vicino sia | futurismo che al crepuscolarismo. Raccolta “ cavalli bianchi”, la “Lanterna”, “poemi”. Vena umoristica, dissacrante. Poi “l’incendiario”, “Il contro dolore”. Fu anche prosatore e favolista. Ardengo Soffici (1879-1964): sperimentalismo + audace (“chimismi lirici”) + prose sulla memoria (es. la giostra dei sensi”, “arlecchino”). Corrado Govoni (1884-1965): “poesie elettriche”, futurismo con gusto per le immagini e sensazioni. Poi “Aladino”, volume sulla morte del figlio. ALTRI POETI: Clemente Rebora (1885-1957): religioso, poeta della parola e del neologismo (es. ”. “canti anonimi”). Dino Campana (1885-1932): esempio di maledettismo: vita errabonda e tormentata, fino a ospedale psichiatrico. “Canti orfici” -> potere evocativo, magico della poesia, x vita autentica dell'io = “frammenti lirici sinestesie, musicalità, allitterazioni. Vincenzo Cardarelli (Nazareno, 1887-1957): influenzato da Dante, Petrarca, il ‘500 e Leopardi (es. “Prologhi”, “Il sole a picco”...). PROSA DEL PRIMO 900: Benedetto Croce (1866-1952): vicino all'idealismo hegeliano, interessato alla storia e all'arte (storicismo assoluto) + critica letteraria (rivista “la critica” 1903). Distinse la poesia (il nucleo puro dell’intuizione lirica) dalla non poesia (riflessione morale o intellettuale mischiata con la poesia). Scrive il Manifesto degli intellettuali antifascisti. Italo Svevo (Ettore Schmitz, 1861-1928): influenzato dai francesi (es. Balzac e Flaubert) e da Joyce. Di cui fu allievo, scrisse “Una vita” (1892), “senilità” (1898) e “La coscienza di Zeno” (1923) -> flusso di coscienza, romanzo psicologico moderno, con temi legati alla psicoanalisi. Superamento del Verismo per realtà più contraddittoria, con uno stile di tono medio. In seguito, postume, vennero pubblicate novelle “Corto viaggio sentimentale”. il volume “saggi e pagine sparse “ e le “Commedie”. Luigi Pirandello (1867-1936): scrittore e drammaturgo, influenzato dal verismo. Dal saggio “L'umorismo” (1908), scrive novelle (“la giara” -> “novelle per un anno”) e romanzi (“l'esclusa”, “Il fu mattia pascal” 1904, “suo marito”, “I vecchi e i giovani”). Ebbe successo con l'opera teatrale “6 personaggi in cerca d'autore” (1921). “enrico IV”, “liolà”, “così è se vi pare”. Ultimo romanzo “uno, nessuno, centomila” (1926), più l'incompiuta e teatrale “i giganti della montagna”. Ottenne il nobel nel 1934. Critica alla borghesia, all’incomunicabilità. Tematica del relativismo dei pt di vista, dell’insicurezza, della frammentarietà della coscienza + ironia, trasgressione, follia. Umorismo = sentimento del contrario = comicità (avvertimento del contrario) + pietà (riflessione critica sulla difformità). Corrado Alvaro (1895-1956): calabro, regionale, lirico ed evocativo. Raccolta “poesie grigioverdì”, soldato della 1° gm, + “l'amata alla finestra” sulla sua terra. “gente in Aspromonte” (1930), analisi psicologica -> moderno romanzo europeo. Antifascista, pubblica la trilogia “l'età breve” “mastrangelina”, “tutto è accaduto”. ERMETISMO: corrente che si basa sulla parola, sulla purezza originaria della stessa, sul suo potere evocativo -> termine preciso, secco isolato, con metafore e analogie, per la pura interiorità, atemporale ed essenziale (Carlo Bo 1° teorico -> letteratura come vita). Tra gli altri anche Alfonso Gatto (1909-76), Mario Luzi (1914-2005), Leonardo Sinisgalli (1908-81). Giuseppe Ungaretti (1888-1970): nato ad Alessandria d'Egitto, poi vissuto a Parigi dal 1912. Frequentò poeti francesi simbolisti e futuristi italiani. Prima fase: “Porto sepolto”, “allegria di naufragi” (1917 e 19) con parole isolate, esaltate dalla metrica frantumata, con grande intensità evocativa. Seconda fase: “sentimento del tempo” (1933) con misure metriche + ampie e complesse con contenuti “alti” (tempo, morte, divino). Terza fase: “Il dolore” (1947), carattere + meditativo + fede cristiana “vita diun uomo” (1969) opera omnia. Salvatore Quasimodo (1901-68): ebbe contatti con Montale e altri della rivista “solaria”. Pubblica “Acque e terre”, “ precisione assoluta. Le sue poesie sono illuminazioni, veloci impressioni, folgoranti intuizioni. Tema oboe sommerso” riunite in “ed è subito sera” (1942). Ricerca di perfezione e della guerra e della ricerca di pace = “con il piede straniero sopra il cuore” (46), “la vita non è un sogno” (49), “il falso e vero verde” (56), “dare ed avere” (66). Vinse il premio nobel nel 59. Fu anche saggista e traduttore. Umberto Saba (1883-1956): poesia emplice, chiara, quotidiana = “canzoniere” (1° ed. 1921, ultima nel 61). Disegno coerente, quasi narrativo, mondo ricco di immagini (Trieste, moglie Lina, animali, caffè), alla ricerca di un senso nascosto + consolazione e disperazione, solitudine e amore. Parola semplice, liberata da arbitrarie accezioni. Tra le poesie più famose “Ulisse”, “goal”. “a mia moglie” “Trieste”, “città vecchia”. Eugenio Montale (1896-1981): premio nobel nel 75. Antifascista, poesia dalla lucida disperazione esistenziale, basata sul male di vivere senza rimedio (nemmeno la poesia). può offrire solo pura negatività: ciò che non siamo e ciò che non vogliamo. La sua è una poesia degli oggetti (scabri paesaggi liguri) -> simboli della condizione umana, della memoria, della solitudine esistenziale = correlativo oggettivo: una sensazione/emozione è rappresentata da un oggetto concreto, senza necessità di mediazione/spiegazione. 4 raccolte importanti: “ossi di seppia” (25), “le occasioni” (39 “la bufera ed altro” (52), “satura” (71). ILROMANZO: Massimo Bontempelli (1878-1960): realismo magico x far emergere irrealtà dalla realtà ‘gente nel tempo” -> storia di una (es. “il figlio di due madri”, “vita e morte di Adria e dei suoi figli; famiglia vittima di una profezia). Riccardo Bacchelli (1891-1985): romanzo storico -> “il mulino del po” su tre generazioni di famiglie sul fiume, dall'età napoleonica ala 1°GM, attenzione descrittiva agli ambienti e alla psicologia + “il diavolo al Pontelungo” su Bakunin e “non ti chiamerò più padre” su S. Francesco. Alberto Savinio (Andrea de Chirico, 1891-1952): fratello di Giorgio. Vena surreale, metafisica e magica. Collabora con le riviste “la voce” e “la ronda”. Scrive “hermaphrodito”, “la casa ispirata” ‘tragedia dell'infanzia”, “tutta a vita”. Carlo Emilio Gadda (1893-1973): ingegnere, collaboratore della rivista “solaria”. Pastiche linguistico (lingua colta + tecnicismo + dialetti + gerghi + registri). “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana” (1947, 1957) e “la cognizione del dolore”: il primo è un giallo durante il fascismo, l’altro una autobiografia camuffata dall'ambientazione sudamericana. Anora scrive “l’adalgisa”, satira della borghesia milanese, “giornale di guerra e di prigionia”, sue esperienze della 1° gm. Giuseppe Tomasi di Lampedusa (1896-1957): scrive solo “Il gattopardo” (postumo 1958), reso celebre sullo schermo da Visconti. Nobile famiglia siciliana negli anni dell'unità, esempio del trasformismo (tutto deve cambiare perché nulla cambi). Caratteri sia veristi che decadenti. Dino Buzzati (1906-72): scrittore, giornalista, illustratore (scrive “Il segreto del Bosco vecchio”, “il deserto dei Tartari”, “un amore”..). paesaggi fantastici, atmosfere fiabesche, irreali, con personaggi straniati, solitari, anche animali o esseri mitologici. Scrive anche opere per l'infanzia, come “la famosa invasione degli orsi in Sicilia”. Scrive anche x il giornale la “nera”. Tommaso Landolfi (1908-79): centrale la paura dell’uomo di fronte agli aspetti paradossai della vita moderna = “Dialogo dei massimi sistemi”, parodia del dialogo filosofico, “il mar delle blatte e a pietra lunare”, “racconto d'autunno”. IL NEOREALISMO: sviluppatosi tra il 1945 e il 1955, si basa sui fatti, sui grandi problemi politici e sociali (es. guerra, mondo contadino, resistenza). La rivista di riferimento è il “politecnico” (1945-47) diretto da Vittorini. Lo stile si avvicina alla cronaca, con interesse x gli umili, con una mimesi del parlato (presente anche nel cinema). Ignazio Silone (Secondo Tranquilli, 1900-78): fondatore del PCI. Scrive “Fontamara”, “pane e vino”, “il seme sotto la neve”. Elabora un cristianesimo sociale: “una manciata di more”, “Il segreto di luca”. “Ia voltpe e le camelie” e soprattutto “l'avventura di un povero cristiano” su celestino V. Carlo Levi (1902-75): antifascista, famoso x “Cristo si è fermato ad Eboli”, sulla condizione di confinamento. Critica la borghesia conformista e si basa sul mito della cultura contadina. Alberto Moravia (Alberto Pincherle, 1907-90): esordisce con “gli indifferenti”, critica alla borghesia. Poi “Agostino”. La sua produzione post guerra fu segnata dal marxismo e dalla psicanalisi (“la romana”. “la disubbidienza”, la ciociara”, “il disprezzo..”). Fondamentale è anche “la_noia”, con cui torna alla tematica decadente. Frequente l’uso del monologo interiore. Elio Vittorini (1908-66): fonda “solaria”. Scrive per 1° “il garofano rosso”. | suoi temi principali sono l'opposizione al fascismo, la denuncia della miseria -> “Conversazione in Sicilia”, “uomini e no sempione strizza l'occhio al Frejus”. Cura l'"americana”, antologia di narratori statunitensi. Fonda il “Politecnico” x letteratura consapevole dell’ingiustizia, poi “Il menabò” con Calvino, sull'industria. Diresse la collana “Il gettoni” x Einaudi. Cesare Pavese (1908-50): esiliato x 3 anni x antifascismo. Scrive i versi di “lavorare stanca”, poi compone i romanzi “il carcere” e “paesi tuoi” sulla solitudine interiore. Ancora, approfondisce la psicologia con “feria d'agosto”, “Il compagno”, “la luna e i falò”, “dialoghi con leucò”. Postuma la raccolta “verrà la morte e avrà i tuoi occhi”. Vasco Pratolini (1913-91): interessato al proletariato cittadino: “il quartiere”, “cronache di poveri ”; “cronaca familiare”. Il suo capolavoro è “Metello”, storia di un muratore e delle lotte sindacali, primo romanzo di una trilogia (con “lo scialo” e “allegoria e derisione”). Beppe Fenoglio (1922-63): traduttore e partigiano, interessato al mondo contadino. Stile realistico, ironico, demistificatorio, spesso sul tema della vita e della morte. Complessi problemi filologici dovuti anche alla morte prematura. Si ricordano “L23 giorni della città di Alba”, “il partigiano Johnny”, “Una questione privata”, “primavera di bellezza”. Carlo Cassola (1917-87): realista e subliminale, alla ricerca della verità delle cose. Scrive sulla resistenza (“Fausto ed Anna”) sulla psicologia dei personaggi (“un cuore arido”, “la ragazza di Bube”). NEOAVANGUARDIE: con lo svilupparsi di una società sempre più complessa, nascono i poeti della Neoavanguardia, con l'antologia “I novissimi” (1961) e costituendo il Gruppo 63, x un convegno del '63 a Palermo, vs il realismo, x una nuova letteratura, per “opere aperte”, x il plurilinguismo. Vennero amanti”, “un eroe del nostro tempo influenzati dal marxismo e produssero le riviste “marcatré” e “quindici”. Tra gli altri, fu composto da Elio Pagliarani (1927-2012), autore di “La ragazza carla”, “la ballata di Rudy”, con una lingua colloquiale e lirica; Edoardo Sanguineti (1930-2010) vs degrado dell’uomo moderno, con linguaggio ibrido (es. “Laborintus”. “triperuno”..); Antonio Porta (1935-89), da Gruppo 63 a poesia + comunicativa (es. “passi passaggi”). Oltre al gruppo 63 ricordiamo: Giorgio Caproni (1912-90): Esordisce con “come un'allegoria”, poi altre raccolte (es. “il passaggio di Enea”. “Il muro della terra”..). Il suo stile nasce dall’ermetismo, ma poi diviene medio e comunicativo. Amelia Rosselli (1930-66): poetessa morta suicida. Scrive “serie ospedaliera”, “sleep. Poesie in