Scarica Sintesi - Stigma. Note sulla gestione dell'identità degradata di Goffman e più Sintesi del corso in PDF di Sociologia solo su Docsity! Erving Goffman - Stigma Note sulla gestione dell’identità degradata 1. Stigma e identità sociale Termine stigma inventato dai Greci per connotazione negativa nella condizione morale del portatore. Cristiani aggiungono due dimensioni a questa: segni corporei di grazia divina e segni corporei di disordine fisico. Concetti introduttivi È la società a stabilire i modi di dividere le persone in categorie e l’insieme degli attributi considerati normali per i membri. Sono i Setting sociali a determinare quali categorie di persone è più facile incontrare e le routine ci permettono di avere a che fare sempre con gli stessi gruppi, senza ricorrere a particolari attenzioni o controlli, con persone del tipo che ci aspettiamo. Grazie a ciò quando incontriamo un estraneo, stabiliamo in anticipo a quale categoria appartiene e quindi la sua “identità sociale”. Rendendo le nostre supposizioni aspettative normative, generalmente inconsapevolmente, finché non arriva il momento in cui l’estraneo deve rispettare queste mie supposizioni oppure no. Si generano dunque un'identità sociale virtuale — creata da noi — e un’identità sociale effettiva — che sono le caratteristiche e gli attributi che saranno poi effettivamente in suo possesso. Quando tra queste due identità avviene una discrepanza forte e negativa, o spesso una mancanza come un handicap o una limitazione, si genera un attributo che gli viene assegnato o meglio uno stigma. Ovviamente ci sono altri casi di discrepanza tra le due identità che non sono stigma. Con stigma si intende solo una discrepanza profondamente discreditante per l’individuo, ma va tenuto in considerazione che ciò che conta è il linguaggio delle relazioni, non quello degli attributi. Stigma è dunque un particolare tipo di rapporto tra attributo e stereotipo. Uno stigmatizzato può essere in due condizioni: 1- screditato (se lo stigma è evidente) 2- screditabile (se stigma può diventare conosciuto). Tre tipologie di stigma: 1- abomini del corpo (deformità fisica) 2- difetti del carattere (passioni, credenze, orientamenti di ogni genere e via dicendo) 3- tribali della razza, della nazione e della religione. I normali considerano gli stigmatizzati non del tutto umani, a causa ovviamente di quelle devianze che gli attribuiamo, attuando una serie di discriminazioni. Usiamo parole stigmatizzate che diventano fonte di metafore o immagini che dimenticano spesso il significato originario (come storpio, ritardato, bastardo). Ci sono casi in cui uno stigmatizzato non sente di esserlo, protetto dalle sue credenze, dalla sua emancipazione, e al contrario crede che gli altri non siano normali, al contrario suo. Porta uno stigma ma non sembra esserne toccato. Ovviamente il contatto con altri potrebbero portarlo a percepire la propria mancanza e quindi di non essere all’altezza del compito che si era dato come “normale”, iniziando a provare vergogna. Anche davanti allo specchio lo stigma potrebbe rivelarsi, manifestando l’odio e il disprezzo di sé. Come risponde lo stigmatizzato alla situazione? In alcuni casi cercando di correggere direttamente quella che considera l'inadeguatezza (come un deforme che usa la chirurgia plastica o un analfabeta ai corsi serali). Ma queste correzioni non portano all’acquisizione di uno status normale, ma di trasformazione di sé da qualcuno che aveva un difetto a qualcuno che lo ha corretto. Inoltre, portano spesso lo stigmatizzato ad essere vittime di truffe per cure del loro stigma (come cure miracolose e via dicendo), questo dimostra la forza sociale che li fa sentire, appunto stigmatizzati, e quanto si spingano oltre per superare tale condizione. A volte lo stigma diventa il gancio emotivo che l’individuo stigmatizzato utilizza per giustificare gli scarsi risultati che ottiene. Quando stigmatizzati e normali si trovano nell’immediata presenza dell’altro si presenta una situazione di primaria importanza per la sociologia, poiché si affrontano direttamente cause ed effetti dello stigma. Ad esempio, lo stigmatizzato può scoprire di sentirsi insicuro e, questa incertezza, non nasce solo dal fatto di non sapere in quale categoria sarà collocato, ma anche che nel suo intimo sa che gli altri potrebbero definirlo in base al suo stigma. Lo stigmatizzato percepisce quindi di non sapere cosa gli altri pensino “davvero” di lui. Spesso lo stigmatizzato tende a chiudersi in se stesso in quanto la sua condizione, ovvero lo stigma o anche quiggle (termine neutro inventato da Goffman per difetti che possono essere stigmi), crea una sorta di condizione implicita sull'estraneo che si sente sempre legittimato a parlare con lo stigmatizzato, pur dimostrando comprensione per le sofferenze dello stigmatizzato stesso. Oltre che a chiudersi in sé per la paura, lo stigmatizzato può rispondere a questa condizione con ostilità provocatoria. Possiamo quindi dedurre fin qui che l'incontro misto, stigmatizzato normale, generi nel primo una condizione ansiosa e negativa, ma anche nel secondo una condizione simile. Sta di fatto, però, che lo stigmatizzando vivendo tale condizione quotidianamente impari meglio a gestire ciò, rispetto al normale. I suoi e i saggi Nel corso della vita gli stigmatizzati incontreranno persone comprensive in grado di cogliere il suo punto di vista. Due gruppi di persone comprensive: 1- Quelli con il suo stesso stigma. Tra di loro può costruire una vita attorno al suo difetto, ma deve accontentarsi di vivere in un mondo parziale. Anche se con difficoltà ci sono gruppi formati da stigmatizzati, con lo scopo di aiutare e aiutarsi, ad esempio gli alcolisti anonimi. Resta comunque da ricordare che l’entrare in un gruppo, per uno stigmatizzato, è un passaggio difficile. Ovviamente molto dipende dal tipo di stigma che si ha, nelle grandi società esistono veri e propri quartieri cittadini che riuniscono tutti quelli che hanno uno stigma tribale, quindi determinate etnie, come i ghetti. Ad ogni modo è molto probabile che gli stigmatizzati diano il proprio sostegno a gruppi o organizzazioni che li rappresentano (anche se quest'ultimi sono gestiti da normali e non altri stigmatizzati - a volte si creano dei leggeri contrasti proprio per il fatto che siano normali a gestirli). Il compito di tali organizzazioni pubbliche può essere quello di rivalutare in modo più gentile la condizione dello stigmatizzato (un esempio è quello di modificare il vocabolario, tipo eliminare la parola sordo e usare solo sinonimi) o quello di essere portavoce. una persona di quella determinata etnia che, essendo nella cerchia intima, non sarò più stigmatizzato come appartenente a quell’etnia specifica che giudico negativamente). Gli stigmatizzati possono quindi tentare di “fare breccia” negli estranei per rendersi più intimi e allontanare il proprio stigma. Ciò in realtà non significa che gli intimi non provino mai fastidi per lo stigma, anzi, soprattutto nel caso dello screditabile, la paura di rivelare il proprio stigma è più forte negli intimi che negli estranei (ad esempio l’omosessuale che teme di dirlo alla famiglia). Per tutto questo è ovviamente fondamentale il concetto di identità personale. Questo vede principalmente considerare tutte le persone come “uniche” (seppur il concetto di unico sia ormai abusato dagli scienziati sociali). Prima idea inclusa nella nozione di “unicità” è quella di un “segno assertivo” (ad esempio una fotografia mentale dell’individuo). Seconda è che se molti elementi possono essere ritrovati in tutte le persone, gli elementi e le combinazioni di tali elementi — che una persona intima può arrivare a conoscere — non sono applicabili come combinazione a nessun’altro. Una terza idea è il nucleo del suo essere. (ma in questo libro con identità personale si intendono solo le prime due idee: segno assertivo e combinazione di elementi.) L’aspetto complesso da comprendere è come l’identità personale, proprio in forza della sua unicità, influenzi e standardizzi l’organizzazione sociale tramite ad esempio i documenti personali. È ormai chiaro come un’organizzazione statale sfrutti i segni personali per identificare ogni individuo all’interno dello stato o del lavoro (numero di matricola, impronta digitale, codice fiscale e via dicendo). È da sottolineare che documenti personali e simboli sociali siano ben distinti tra loro, i primi vengono ad esempio esibiti a personale che ha l’autorizzazione per chiederlo (come il tesserino della biblioteca al bibliotecario o la carta d’identità per mostrare di essere maggiorenne quando si vuole acquistare alcolici). Biografia Ogni individuo, sia che la sua storia venga conservata in documenti, nella memoria degli intimi, nell’identità personale e quindi nel comportamento, diventa oggetto di una biografia. Anche se uno può rivendicare diversi self, vivere in modo frammentato, oscuro e via dicendo, la biografia sarà sempre una per ogni individuo. Gli altri biografici L’identità personale e sociale articolano l’idea dell’individuo e del suo mondo che hanno coloro che entrano in rapporti con lui. In primo luogo, la distinzione è tra quelli che sanno (basta che lo vedano per avere un’identificazione personale) e quelli che non sanno (individuo è del tutto estraneo). Ovviamente l’individuo può o no sapere che gli altri sappiano o no e, ricorsivamente, questi ultimi possono sapere o non sapere che l’individuo sa o non sa che loro sanno o non sanno. Tutto ciò è importante in quanto, in base a queste informazioni, l’individuo è influenzato sul come gestire la propria identità e le informazioni da offrire. La fama è un elemento interessante da studiare poiché mette bene in luce la questione di identità personale e sociale. Un personaggio famoso vede spesso, infatti, riconoscimento solo in quanto identità sociale (essere attore) che personale. Lo stesso lo si vede nel caso della famiglia reale, dove i membri avranno nella loro biografia una sorta di inattività — in parte — dell’identità personale, rispetto a quella sociale. Lo stesso accade nel caso di cattiva fama, rendendo molto simili personaggi famosi a malviventi sotto questo punto di vista (entrambi dovranno per esempio muoversi in incognito per non farsi riconoscere). Il passing Per la questione del passing (il gestire le informazioni riguardanti lo stigma) ovviamente non è di nessun interesse il caso in cui lo stigma è totalmente invisibile o sempre immediatamente presente. Ad ogni modo il passing è una condizione in cui spesso lo stigmatizzato ci si trova correndo dei rischi, ad esempio il venir scoperto e screditato, in particolar modo da chi lo conosce personalmente e quindi conosce la sua biografia, portando dall’identità personale a gravi effetti su quella sociale — si crea in questo caso, ad esempio, la condizione del ricatto di diverso tipo: pre-ricatto, integrale, auto-tutela. Il passing si genera indubbiamente in uno stato di doppia vita, in cui non si vuole far scoprire qualcosa di sé avvenuta nel passato o nel presente, ma per riuscire bisogna imparare a fare il passing. La presenza di compagni di sofferenza, o di saggi, spesso smascherano i tentativi di passing, essendo a conoscenza dei meccanismi. Il fenomeno del passing ha sempre sollevato un alto livello di problemi psichici, di stress e ansia, e di percezione, di chi lo compie, di essere combattuto in quanto vive in due mondi distinti (quello dello stigma e quello che fa credere agli altri tramite il passing). Tecniche di controllo delle informazioni Importante nello studio di uno stigmatizzato è la sua routine quotidiana, in particolare le sfide che uno screditabile deve affrontare o il ciclo di limitazioni nel caso in cui sia screditato. Ci sono varie strategie che lo stigmatizzato adotta per nascondere il proprio stigma, come l’abbigliamento, il cambiare nome o tutto ciò che rientra nella “copertura” (come girare con una donna per un omosessuale). Ci sarà anche una tendenza, da parte dello stigmatizzato, di sondare la persona ignara del suo stigma per cercare di capire se, una volta rivelato il problema, avvenga una rottura o no nel rapporto. Importante è anche il ruolo degli intimi, che spesso fungono da rete di protezione — a volte anche inconsapevole per lo stigmatizzato — per aiutare a dissimulare o nascondere il problema. O anche il ruolo di altri esempio utilizzando simboli specifici (un ebreo che indossa una stella di David come collana) Il covering Con covering si intende la tendenza di alcuni stigmatizzati di mostrare lo stigma per nascondere altro, come la deturpazione (ad esempio un cieco che indossa gli occhiali neri per nascondere la deturpazione degli occhi). Un altro tipo di covering porta ad uno sforzo per limitare l'esposizione di quei difetti che più si identificano con lo stigma (una persona quasi cieca che si rifiuta di leggere). 3. Adattamento al gruppo e identità dell’ego Differenze tra identità personale (percepita dagli altri, in alcuni casi addirittura ancora prima della nascita) e identità dell’ego (soggettiva e riflessiva, avvertita dall’individuo stesso). Ad esempio un criminale che cambia nome si stacca dall’identità personale e asseconda l’identità dell’ego. Ambivalenza È inevitabile che lo stigmatizzato provi uno stato di ambivalenza dato che applica a se stesso gli standard di identità sociali a cui non si sente aderente. Creando delle oscillazioni che spingono lo stigmatizzato a comportarsi con chi ha stigmi più evidenti o gravi dei suoi esattamente come il normale si comporta con lui. (sorta di distinzione in livelli). I consigli degli esperti L’individuo stigmatizzato è quasi sempre ammonito dal non compiere il passing completo e messo in guardia dall’accettare come suoi i comportamenti negativi che gli altri hanno con lui. Messo in guardia dalla “teatralizzazione” dei suoi gesti che rischiano di trasformarlo in clown. Allineamenti al gruppo di appartenenza e non Il gruppo ha una forte influenza e per lo stigmatizzato il suo “vero” gruppo è quello con persone che hanno lo stesso stigma e vivono la stessa condizione. Il gruppo proprio può influenzare il codice di condotta che i professionisti consigliano. Con chi non è del gruppo di appartenenza, con i normali, si deve mostrare paradossalmente tollerante, non capiscono la condizione e non agiscono per fare del male (generalmente) ma per ignoranza. Deve, lo stigmatizzato, aiutare i normali a modificare la condizione sociale. Utile per lo stigmatizzato è quello di mostrare di aver accettato il proprio stigma con disinvoltura. 4. Il selfe il suo altro Il concetto di deviazione collega lo studio dello stigma a quello del resto del mondo sociale. Deviazione e norme Ci sono norme che possono essere normalmente rispettate dalla stragrande maggioranza degli individui, altre invece, come quelle riguardanti l'adeguatezza fisica, che si fondano su standard difficilmente rispettabili da tutti in ogni momento, portando a squalificare molte persone. Costringendo a fare il passing in almeno una situazione in cui si è carenti (ad esempio la norma è essere alti, magri, sportivi, sposati, lavoro a tempo pieno e via dicendo — essere tutto ciò è quasi impossibile per tutti, quindi potresti essere sposato e sportivo ma non avere il lavoro a tempo pieno, portandoti magari a sentirti inadeguato in determinate situazioni per queste mancanze imposte da una norma ideale dell'individuo perfetto). Se si pensa in questa situazione ordinaria di vita, ci si rende conto che tutto ciò che è stato detto finora non si applica solo a stigmatizzati gravi, ma bene o male a tutti.