Scarica Slide Metodi e didattiche delle attività motorie e sportive e più Appunti in PDF di Educazione Fisica solo su Docsity! SLIDE PROFESSORESSA. LEZIONE 1: LE BASI ANATOMO-FUNZIONALI DEL MOVIMENTO Anatomia (dal greco anatemnein, tagliare, sezionare) è la scienza che studia le forme e la struttura del corpo umano. Esistono diversi tipi di Anatomia: • Descrittiva o sistematica: si occupa della forma e della struttura del corpo e dei vari organi che lo compongono; • Topografica: si occupa principalmente della posizione delle parti che si incontrano nelle varie regioni del corpo; • Patologica: descrive lo stato degli organi nelle diverse malattie; • Comparata: studia le analogie tra i vari organi e sistemi; • Microscopica: descrive le strutture dei vari organi osservati al microscopio sia ottico che elettronico; Fisiologia è la scienza che studia le diverse funzioni organiche. Ogni essere vivente è costituito da tante particelle dette cellule, aggregati di cellule formano i tessuti, un insieme di tessuti uguali formano i sistemi, insiemi di tessuti diversi ma che svolgono funzioni comuni sono gli apparati. APPARATO LOCOMOTORE E’ costituito dallo scheletro, dalle articolazioni e dai muscoli. Permette al corpo di muoversi e di stare in equilibrio. Le ossa fanno parte della componente passiva mentre i muscoli fanno parte della componente attiva. Le ossa rappresentano l’impalcatura rigida del corpo umano e sono costituite da cellule diverse che si organizzano in tre tipologie di tessuti: • Tessuto osseo: è un tessuto ad alto contenuto di calcio che si differenzia in due diverse tipologie secondo un principio topologico e strutturale: - spugnoso tipico delle zone mediali - compatto tipico delle zone periferiche • Tessuto cartilagineo: è costituito da cellule dette Condrociti contenute nella sostanza intercellulare amorfa da essi stessi sintetizzata. Costituisce la sede naturale di accrescimento dell’osso. • Midollo osseo: di consistenza molle è racchiuso nella parte più interna delle ossa lunghe ed è responsabile del processo di emopoiesi -> capacità di produrre per il sangue i globuli rossi ed alcune forme di globuli bianchi. Le ossa si dividono inoltre per forma in corte, lunghe, allungate e piatte. Nelle ossa corte lunghezza, larghezza e spessore mediamente si equivalgono. (ossa delle dita della mano o del piede) Nelle ossa lunghe il corpo centrale è detto diafisi, le due estremità sono dette epifisi. (ossa della gamba, braccio) Le ossa allungate sono prive del canale che contiene il midollo osseo. (ossa della mano) Le ossa piatte sono costituite da due pannelli di tessuto compatto che racchiudono uno strato di tessuto spugnoso. (ossa del cranio, scapola) Le ossa si dividono inoltre anche per tipologia in ossa del capo, ossa del tronco, ossa degli arti. Scheletro del capo: • Scatola cranica: è la cavità in cui è contenuto il cervello. È costituita da due ossa sferoidali (foro oculare), temporali (tempie) e parietali (parte superiore della testa), dall’osso occipitale (nuca) e da quello frontale (fronte) • Massiccio facciale: ossa della regione nasale, ascellare, ossicini dell’orecchio, osso ioide) Scheletro del tronco: • Gabbia toracica: struttura di sostegno e di protezione degli organi vitali ( cuore e polmoni). Le coste sono 24 lunghe e nastriformi che si agganciano alla colonna vertebrale dorsalmente e si aggiungono anteriormente alo sterno. • Colonna vertebrale: è costituita da 33 ossa corte: le vertebre. Hanno la forma di un tubo flessibile in cui è contenuto il midollo spinale -> prolungamento dell’encefalo che lo collega a tutte le altre parti del corpo. La colonna vertebrale ha 4 curve: due convessità anteriori chiamate lordosi e due convessità posteriori chiamate cifosi. Le lordosi sono presenti nel tratto cervicale (7 vertebre che costituiscono il collo) e nel tratto lombare (5 vertebre costituiscono il ventre). le cifosi sono presenti nel tratto toracico (12 vertebre per la schiena) e nel tratto sacro-coccigeo (4 vertebre per il bacino). Scheletro degli arti inferiori che sono costituiti dal bacino, dalla coscia, dalla gamba e dal piede. Il bacino è un osso piatto che accoglie l’apparato uro-genitale ed è costituito dalle due ossa dell’anca simili a due grosse pale sulle quali s’inseriscono la colonna vertebrale e le cosce congiungendosi in basso in una parte denominata pube. Ogni pala si compone di una parte voluminosa a dorma di grande orecchio denominata ilio, un anello inferiore denominato ischio. Gli effetti del movimento sulla crescita e sullo sviluppo delle ossa. Il movimento provoca stimoli e sollecitazioni che condizionano l’accrescimento osseo del bambino sia in senso positivo attraverso lo sviluppo morfologico sia in senso negativo attraverso le malformazioni. E’ indispensabile nel periodo dell’infanzia agevolare lo sviluppo osseo prediligendo le attività a carico naturale “in allungamento” ed evitando ogni tipo di compressione che potrebbe compromettere la crescita naturale dei segmenti ossei. Ma tutto questo, perché? L’ossificazione è il processo di crescita del tessuto osseo che si sviluppa in particolar modo dai 7 ai 14 anni e termina intorno ai 20 anni. L’osso deve la Articolazione del polso si compone di: - articolazione radio-ulnare diastale - articolazione radio-carpica Sono responsabili di movimenti di prono-supinazione dell’avambraccio e di quelli di adduzione - abduzione e flesso- estensione della mano. Articolazione dell’anca è un’articolazione sferica (coxo-femorale) che come la spalla, permette ampi movimenti in tutte le direzioni. Articolazione del ginocchio consente movimenti solo di flesso – estensione (femoro-tibiale) Articolazione della caviglia sono possibili movimenti di flesso - estensione del piede sulla gamba Le funzioni del sistema scheletrico: • Movimento: è reso possibile dall’azione coordinata dei muscoli inseriti sulle ossa. Essi contraendosi e rilasciandosi provocano gli spostamenti del corpo e delle sue parti. • Sostegno: concede stabilità agli organi e permette il posizionamento del corpo nello spazio. • Protezione: difende i più importanti organi interni dagli influssi esterni. Il cranio ad esempio protegge il cervello, la gabbia toracica protegge il cuore e i polmoni ecc. IL SISTEMA MUSCOLARE Il sistema muscolare rappresenta la parte attiva dell’apparato locomotore in quanto i muscoli, collegati ai segmenti ossei per mezzo dei tendini, si accorciano determinando attraverso i movimenti la dimensione dinamica della persona. L’accorciamento del muscolo denominato contrazione, è l’effetto dello scivolamento dell’actina sulla miosina (proteine motrici) che si realizza come il passaggio di una barca a remi sul mare: i remi dell’actina spingono sul mare calmo della miosina producendo lo scivolamento dell’imbarcazioni (nei muscoli il movimento). I muscoli si dividono per Funzione: • Volontari: muscoli striati (scheletrici) capaci di rispondere a diversi impulsi nervosi di tipo volontari. Sono inoltre mossi da noi e dalla nostra volontà. • Involontari: muscoli lisci che agiscono indipendentemente dalla nostra volontà, non siamo dunque noi a controllarli. Il miocardio è un muscolo atipico in quanto pur essendo involontario non è costituito da una struttura lisca ma è l’insieme di elementi più simili a quelli striati che hanno la forma di piccole croci dette sincizi che consentono alla pompa cardiaca di funzionare anche quando parte di essa perde la capacità di contrarsi a seguito di lesioni. I muscoli si dividono per Forma: • Lunghi: i muscoli degli arti. • Corti: muscoli delle logge paravertebrali, sfintere. • Larghi: muscoli del torace e addome. I muscoli si dividono per Tipologia: • Muscoli flessori: permettono l’avvicinamento di due parti del corpo. • Muscoli estensori: permettono l’allontanamento di due parti del corpo. • Muscoli rotatori: ruotano da una parte del corpo verso l’esterno o verso l’interno. • Muscoli adduttori: avvicinano una parte del corpo al centro del corpo. • Muscoli abduttori: allontanano una parte del corpo dal centro del corpo. APPARATO CARDIO-CIRCOLATORIO L’apparato cardio-circolatorio è composto dal cuore, vasi sanguigni (arterie e vene) e il sangue. • Il cuore è la poma dell’intero apparato. • I vasi sanguigni sono canali mediante i quali il sangue circola ininterrottamente attraverso tutto l’organismo. I vasi sanguigni si dividono in: arterie che trasportano il sangue ossigenato e ricco di alimenti dal centro alla periferia, le vene garantiscono con la loro struttura il reflusso sanguigno dalla periferia al centro. • Il sangue tessuto liquido formato da una parte crepuscolare (globuli rossi, globuli bianchi e piastrine) immersi in una parte liquida, il plasma. Il sangue ha varie funzioni: trasporto di globuli rossi e ossigeno, materiali nutritivi e increti (prodotti dalle ghiandole a secrezione interna); difesa che viene effettuata dai globuli bianchi; coagulazione che viene fatta dalle piastrine; eliminazione di anidrite carbonica e scorie del metabolismo. Il Cuore è un muscolo cavo (miocardio) di forma conica, suddiviso da setti in 4 parti distinte: 2 superiori ovvero gli Atri e due inferiori ovvero i Ventricoli. Circolazione: Esistono due grossi circuiti arteriosi: la grande circolazione o circolazione sistemica e la piccola circolazione o circolazione polmonare. La grande circolazione prende l'avvio dal ventricolo sinistro che, contraendosi, spinge il sangue ricco di ossigeno nell'aorta e da qui in tutte le arterie del corpo, che trasportano il sangue ossigenato ai diversi tessuti e apparati. Dai tessuti, il sangue, attraverso il sistema delle vene cave, raggiunge l'atrio destro del cuore. Dal ventricolo destro inizia la piccola circolazione: da qui il sangue viene pompato, tramite l'arteria polmonare, nei polmoni dove negli alveoli circondati da una ricca rete di capillari, cede l'anidride carbonica e si arricchisce di ossigeno. Tramite le vene polmonari raggiunge l'atrio sinistro del cuore e da qui riparte tutto il ciclo precedente. APPARATO RESPIRATORIO L’ Apparato respiratorio è costituito da un insieme di organi che hanno il compito di rifornire di ossigeno le cellule e di eliminare l’anidride carbonica. Le vie aeree che servono per il passaggio dell’aria e i polmoni, organi nei quali si svolgono gli scambi gassosi, sono elementi fondamentali dell’apparato respiratorio. LEZIONE 2: ELEMENTI DI NEUROFISIOLOGIA Il sistema nervoso Il sistema nervoso adempie a tre funzioni principali: • Funzione sensoriale • Funzione integrativa • Funzione motoria Il sistema nervoso è la sede delle facoltà sensoriali e del pensiero, provvede inoltre al controllo di tutte le funzioni corporee. Per adempiere a questo complesso ruolo funzionale raccoglie le informazioni di senso da tutto l’organismo e mediante le vie nervose le trasmette al midollo spinale e al cervello. I centri di nevrasse (SNC) possono reagire immediatamente a questa informazione sensoriale e inviare comandi ai muscoli scheletrici provocando una risposta motoria. L’informazione sensoriale può essere immagazzinata nel cervello in una delle branche della memoria. Principali sezioni del sistema nervoso sono: Sistema nervoso centrale e sistema nervoso periferico. Il sistema nervoso centrale è composto: • Encefalo: che pesa circa 1200-1300g ed è suddiviso in due emisferi simmetrici, riuniti da una struttura mediana chiamata Corpo calloso (grosso nucleo di cellule nervose che mette in comunicazione i due emisferi del cervello). L’encefalo è avvolto da involucri chiamati meningi che prendono il nome da Pia Madre (più interna e ricca di vasi sanguigni), aracnoide (intermedia e simile ad una tela di ragno) e dura madre (più esterna è fibrosa e resistente). • Midollo spinale: ubicato nel canale vertebrale connesso all’encefalo a livello del foro occipitale (nuca) con cui è collegato tramite il midollo allungato. Il midollo spinale non occupa il canale vertebrale in tutta la sua lunghezza ma termina alle prime vertebre lombari (ventre). All’interno del midollo inoltre troviamo la sostanza grigia e la sostanza bianca. Il sistema nervoso periferico è composto: • Esterocettori: quando le informazioni riguardano le variazioni funzionali degli organi viscerali, lo stimolo trasmesso nasce all’interno dell’organismo (es. variazioni chimiche del sangue o valori della pressione arteriosa) Plasticità celebrale la relazione apprendimento-sviluppo diviene più chiara s si analizza il ruolo che in esso assume la plasticità: il modo quantitativo e qualitativo con cui il cervello risponde alle sollecitazioni ambientali. L’apprendimento può essere considerato un processo interattivo che si esprime e si realizza in un interscambio dell’individuo con l’ambiente attraverso l’esperienza: ogni individuo risponde alle sollecitazioni ambientali modificando il proprio comportamento in modo plastico. Le informazioni vengono raccolte dall’ambiente circostante dai neuroni sensoriali; i movimenti sono resi possibili dalla contrazione dei muscoli che è controllata dai motoneuroni; interposti tra neuroni sensoriali e quelli motori si trovano gli interneuroni, responsabili di percezione, apprendimento, memoria, processi decisionali e controllo dei comportamenti complessi. Movimenti Dal complesso equilibrio tra l’interscambio tra recettori muscolari e sistema nervoso può avere forme diverse e vengono attivati circuiti differenti; questi saranno più lunghi a seconda della complessità e precisione del movimento. Movimenti riflessi: sono funzionali ai meccanismi di difesa naturali dell’uomo. L’impulso giunge alle corna posteriori del midollo, si riflette immediatamente su quelle anteriori del motoneurone alfa e quindi al muscolo interessato facendolo contrarre. (es. la risposta alla luce chiudendo gli occhi). Un esempio classico di è il riflesso rotuleo: quando il ginocchio viene toccato il riflesso spinale causa un movimento automatico (e quindi di riflesso) della gamba che così si estende. Movimenti automatici: originati da movimenti volontari o da un’ immagine guida già esercitata a livello corticale che grazie alla ripetizione si convertono in automatici non essendo più comandati dalla volontà. (Es. camminare, leggere, scrivere) Movimenti Volontari: richiedono a livello corticale una sintesi dei dati già conosciuti e una precisa elaborazione mentale in presenza di azioni problematiche. LEZIONE 3: IL MOVIMENTO UMANO Il movimento umano è una tra le più importanti funzioni organiche indispensabili per: L’evoluzione dell’ uomo; Il mantenimento psico-fisico; La prevenzione dell’invecchiamento. Il movimento è anche un mezzo di formazione globale della personalità umana: la componente motoria è infatti parte di una unità (la persona) che comprende i seguenti aspetti: • Morfologico – funzionale • Intellettivo – cognitivo • Emotivo – affettivo • Socio – relazionale L’uomo attraverso il movimento che è una funzione organica indispensabile e che lo mette in relazione con l’ambiente ha la possibilità di sviluppare e formare la propria personalità influenzando tutte le sue componenti, ovvero quella intellettiva, psicomotoria, sociale e morale. Le abilità motorie Tutti nasciamo con alcune abilità e per eseguirle in forma quasi perfetta abbiamo bisogno solo di un po’ di maturazione ed esperienza. L’espressione prassia è un sinonimo di abilità motoria e indica “un sistema di movimenti coordinati in funzione di un risultato o di una intenzione”. L’abilità consiste nella capacità di ottenere un qualche risultato finale con la massima sicurezza e il minimo dispendio di energia. Avere un’abilità non significa solo saper fare ma anche saper fare bene ovvero possedere delle competenze, quindi avere un’abilità che ha un’elevata percentuale di efficacia e di riuscita del compito. L’essere umano nel suo iter ontogenico sviluppa una serie di abilità, che si possono definire: • Motorie: quando si manifestano tramite il movimento • Intellettive: quando è evidente il coinvolgimento cognitivo (memorizzazione, elaborazione mentale ecc.) • Sociali e comunicative: quando si evidenziano nella capacità di stare con gli altri, di accettarli. Sono abilità motorie quelle che utilizziamo per rapportarci con l’ambiente e con gli altri, l’utilizzo di queste abilità può essere di vario tipo: • globale quando vi è un utilizzo globale del corpo; parziale quando vi è l’utilizzo di un numero limitato di parti del corpo; • complessa quando si compone di un numero elevato di atti o di movimenti fini da coordinare o quando è totalmente nuova; • semplice quando si compone di un numero limitato di atti o di abilità che già ci sono; • utilitaristica quando l’azione che si svolge è utile per la vita e per il benessere dell’uomo; • di prestazione quando il gesto viene praticato ai fini del raggiungimento di una prestazione sportiva Inoltre le abilità motorie possono essere: • Discrete: è un compito motorio organizzato in modo tale che l’azione è generalmente breve e ha un inizio e una fine ben definiti. Le abilità discrete sono importanti nel contesto di molti sport e giochi, specialmente in quelli che coinvolgono azioni distinte: colpire, saltare, lanciare ecc. • Seriale: un tipo di organizzazione dell’abilità che è caratterizzata da diverse azioni discrete collegate tra loro in sequenza, nella quale spesso l’ordine delle azioni risulta cruciale per il successo della prestazione. Es. danza, ginnastica artistica ecc. • Continua: organizzata in modo tale che l’azione si svolge in un modo continuativo e spesso ripetitivo senza un inizio e una fine identificabili. • Aperte: abilità aperta o Open Skill è quella eseguita in un ambiente variabile ed imprevedibile che richiede a chi la esegue di adottare i suoi movimenti in risposta alle proprietà dinamiche dell’ambiente. • Chiuse: abilità chiuse o Closed Skill è quella eseguita in un ambiente stabile e prevedibile che consente a chi la esegue di pianificare in anticipo i suoi movimenti. LEZIONE 4: IL CONTROLLO MOTORIO Per movimento si intende la modificazione della posizione del corpo o di alcune sue parti nello spazio. Per controllo motorio si intende l’insieme delle funzioni fisiologiche e psicologiche che la mente e il corpo svolgono per governare la postura e il movimento. Studio di meccanismi attraverso i quali il movimento viene controllato. Uno degli aspetti più importanti che riguardano le problematiche del controllo motorio e quindi dell’apprendimento delle abilità è senz’altro quello legato ai fenomeni che riguardano il feedback. Per feedback si intende l’insieme delle informazioni che il soggetto che esegue un movimento ha la possibilità di ricevere ed elaborare e che gli permettono di controllare quel movimento ed eseguirlo con maggiore efficacia. Si possono distinguere due tipi di feedback: • Feedback intrinseco: relativo alle informazioni conseguenti al proprio movimento e che il soggetto è in grado di ricevere ed elaborare grazie ai propri analizzatori. Es. visivo, tattile, acustico ecc. • Feedback estrinseco: relativo alle informazioni provenienti da fonti esterne, per esempio l’allenatore (informazioni verbali o non verbali) o la visione di un video tape: gli analizzatori utilizzati sono solo quello acustico e visivo. Il feedback ha bisogno in qualche modo di essere “tradotto” in un linguaggio motorio, cioè le informazioni visive ed acustiche devono integrarsi con quelle vestibolari. Il feedback estrinseco può a sua volta dividersi in: - feedback sul risultato il quale informa il soggetto se il proprio movimento ha raggiunto l’obbiettivo prefissato. - feedback sulla prestazione il quale è relativo alle modalità di esecuzione del movimento. Per eseguire un movimento in maniera fluida e armoniosa è necessario una adeguata temporizzazione nell’attivazione dei muscoli interessati. Il successo di un’azione dipende largamente dalla corrispondenza tra il movimento desiderato e l’output motorio prodotto. sensoriale alla prima reazione osservabile. Il tempo di reazione si compone di due fasi: 1) fase centrale cognitiva (elaborazione del dato sensoriale) 2) fase periferico-motoria (attività muscolare) Tanto più semplice e meno ampio è il movimento di risposta richiesto, tanto più rapido dovrà essere il tempo di movimento necessario alla sua esecuzione. La grande maggioranza dei movimenti richiede accuratezza, deve essere eseguita secondo precisi parametri spazio-temporali quindi quando la prestazione esce dai valori di tolleranza ammessi, si ha l’errore e il movimento non raggiunge lo scopo previsto. LEZIONE 5: EMBODIMENT E PRATICHE EDUCATIVE IN AMBITO MOTORIO Si pone al centro dell’attenzione la “presa di conoscenza del valore del corpo” irriducibile ad entità meramente fisica e intesa come espressione della personalità come condizione relazionale, comunicativa, espressiva e operativa della persona. In particolare, la teoria delle intelligenze multiple, elaborata da Howard Gardner ha introdotto sostanziali novità sui rapporti tra corpo, movimento ed altre forme intellettive, riconoscendo nell’intelligenza corporeo- chinestesica una delle formare mentis che entra in gioco in maniera prevalente nella risoluzione di situazioni problematiche. Lo scopo dell’ embodiment è quello di individuare nella dimensione motoria e dunque nelle attività di movimento un potenziale di “educabilità dell’ individuo” in quanto il movimento appare strettamente correlato alla propria plasticità celebrale per le sue possibilità di creare nuove connessioni sinaptiche al fine di maggiore adattabilità all’ambiente. In Italia, negli ultimi decenni, si è assistito ad una progressiva valorizzazione delle attività motorie nei contesti educativi formali, in quanto è stata riconosciuta nella capacità dell’individuo di integrazione dinamicamente e attivamente con lo spazio, con gli altri o con se stesso una precondizione dei processi cognitivi e socio-relazionali. Assumere come paradigma di riferimento per le attività motorie l’embodiment significa, sul piano metodologico, adottare una prospettiva transdisciplinare allo studio del movimento come chiave di accesso ai saperi, integrando le posizioni pedagogiche che hanno riconosciuto al corpo e al movimento un potenziale di apprendimento con le suggestioni di aree di ricerca impegnate nell’individuazione dei correlati neurali dei processi cognitivi. Le prassi educative si orientano sempre di più verso modelli teorici e metodologici dell’apprendimento per cui la dimensione esperienziale ha un valore cruciale nello sviluppo delle processualità apprenditive o nell’acquisizione di nuove informazioni. “Educare attraverso il corpo e non il corpo” significa individuare nel sostrato biologico dell’individuo e nella sua interazione con le componenti esperienziali ed ambientali, un mezzo per la realizzazione di un ideale educativo improntato alla valorizzazione di tutte e componenti della persona e nel contempo uno strumento di cui può avvalersi la didattica per il potenziamento di tutte le operazioni mentali. Nell’ambito delle teorizzazioni pedagogiche del primo novecento, pedagogisti e filosofi dello spessore di Piaget, Dewey e Montessori avevano già elaborato modelli interpretativi che collegavano il fare del corpo con i processi cognitivi implicati le nelle esperienze di apprendimento, determinando un rovesciamento radicale dell’educazione che fin ad allora era essenzialmente formalistica, disciplinare e verbalistica. Conseguentemente, la ricerca didattica in ambito motorio è orientata verso la definizione di strategie di insegnamento/ apprendimento che coinvolgessero la dimensione chinestetica del soggetto in formazione e a cui è ampiamente riconosciuta anche nella letteratura scientifica internazionale la capacità di elevare le possibilità di acquisizione del sapere. Per apprendere è indispensabile il legame tra PERCEZIONE – AZIONE – COGNIZIONE. Il pensiero nasce e si sviluppa dall’interazione del corpo con l’ambiente. La rivoluzione operata nella prima metà del novecento dall’attivismo ha creato nuovi scenari per la didattica delle attività motorie che, ispirandosi sempre più a modelli di apprendimento che valorizzano la naturale disposizione del bambino al fare, hanno riconosciuto nel movimento e nell’azione una caratteristica di propedeuticità allo sviluppo del pensiero: “ l’apprendimento deve avvenire ( … ) attraverso attività non esclusivamente intellettuali, ma anche di manipolazione, rispettando in tal modo la natura globale del fanciullo che non tende mai a separare conoscenza e azione, attività intellettuale e attività pratica”. Nella visione post-cognitivista da dove scaturisce la visione embodied dei processi cognitivi, lo studio della mente non può più prescindere dallo studio del supporto neurofisiologico che le è proprio e il sistema sensori-motorio acquisisce una valenza prioritaria nelle elaborazioni mentali, che non possono prescindere inoltre da relazioni costanti e significative con l’ambiente. La cognizione prende forma a partire dal sistema sensorio-motorio e interazioni con l’ambiente dunque dipende in modo cruciale dal fatto di avere un corpo capace in termini di funzioni percettive e motorie e soprattutto dal tipo di esperienze che tale corpo ha avuto la possibilità di compiere. La cognizione, dunque, alla luce delle nuove teorizzazioni appare “incarnata” e “situata”. - Incarnata perché la mente, definitivamente riportata nel corpo, diviene lo strumento che consente di gettare un ponte tra il pensiero astratto e le forme della conoscenza basate sull’esperienza. - Situata perché la cognizione nasce dall’interazione individuo-ambiente ed è radicata in ambienti reali. Per Percezione – azione si intende la messa in atto dei processi attraverso cui il bambino sceglie, organizza, interpreta lo stimolo sensorio attraverso le proprie abilità percettive. La dimensione polisemica del movimento: alfabeti corporei a scuola La graduale valorizzazione della dimensione pedagogica del corpo e del suo potenziale educativo e didattico si rispecchia nei successivi cambiamenti riconoscibili nelle direttive amministrative, che sottolineano un’ evoluzione epistemologica delle scienze dell’educazione, all’interno della quale l’ambito educativo delle scienze del movimento ha acquisito una naturale cittadinanza consentendo studi sul processo di insegnamento-apprendimento in grado di analizzare la dimensione incorporata dall’esperienza formativa. Questa nuova prospettiva epistemologica, complessa e sistemica, ha consentito l’acquisizione e la capitalizzazione di risultati provenienti da campi di ricerca differenti, tra cui neuroscienze, che hanno contribuito non solo a ridefinire una dimensione della cognizione Incorporata, situata ed estesa, ma hanno favorito il graduale superamento di una visione lineare del processo di insegnamento-apprendimento. Il potenziale comunicativo del corpo, dei gesti, della mimica ha risentito positivamente negli anni dei risultati di evidenze neuro scientifiche, come la scoperta dei neuroni specchio che in ambito educativo hanno messo in luce le radici corporee dell’intersoggettività, facendo emergere, in ambito didattico- pedagogico, la necessità di configurare i correlati neurali deli alfabeti corporei, sintesi in azione di percezione e cognizione e rappresentazioni esplicite e implicite di processi di interazione. Nelle indicazioni nazionali del 2012 il corpo ha potenzialità espressive e comunicative che si realizzano in un linguaggio caratterizzato da una propria struttura e da regole che il bambino impara a conoscere attraverso specifici percorsi di apprendimento. Le esperienze motorie consentono di: • Integrare i diversi linguaggi • Alternare la parola e i gesti • Produrre e fruire musica • Accompagnare narrazioni • Favorire la costruzione dell’immagine di se e l’elaborazione dello schema corporeo Le Indicazioni Nazionali del 2012 per il curricolo del primo ciclo di istruzione sottolineano un percorso di riscoperta delle potenzialità espressive del linguaggio corporeo. Tale documento ministeriale si muove nel solco di una dimensione cognitiva permeata dall’azione, ovvero dall’interiorizzazione dinamica ed evolutiva di schemi sviluppati e appresi attraverso la motricità. Muoversi è il primo fattore di apprendimento: cercare, scoprire, giocare, saltare, correre a scuola è fonte di benessere e di equilibrio psico-fisico. Quando si discute di sviluppo mentale, ci sono molti che dicono: “che cosa c’entra il movimento? Stiamo parando della mante e quando pensiamo all’ attività intellettiva immaginiamo sempre persone sedute, immobili senza movimento. Ma lo sviluppo mentale deve essere connesso al movimento o dipendente da questo. È vitale che la teoria e la pratica educativa si debbano conformare a questa idea. Conoscenza incarnata e situata Sui concetti di conoscenza incarnata e situata rimangono pioneristici e punto di dei tecnici specializzati nel settore da inserire eventualmente nelle attività scolastiche • Autonomia di ricerca - scelte delle ricerche da effettuare nel rispetto degli obiettivi del POF - In ambito sportivo-motorio: possibilità di realizzare specifiche ricerche all’interno o all’esterno delle attività formative finalizzate al miglioramento della qualità del processo di insegnamento- apprendimento • Autonomia didattica - scelta delle attività di insegnamento - scelta delle attività pomeridiane aggiuntive - in ambito motorio: scelta delle attività, degli orari e dei luoghi (dentro la scuola o in strutture sportive esterne) dove svolgere attività motorie e sportive. • Autonomia organizzativa - scelta dei calendari settimanali delle lezioni - scelta della distribuzione delle attività nel corso dei mesi e dell’anno - in ambito motorio: scelta del numero di attività da svolgere per ogni mese dell’anno, programmando le necessarie differenze tra periodo e periodo, prevedendo, ad esempio, ad inizio anno scolastico un minore numero di ore settimanali di lezione ed a metà anno una più alta frequenza delle attività motorie Obiettivi ministeriali Ecco alcuni obiettivi che sono presenti nelle indicazioni per il curricolo per la scuola primaria del 2012. Obiettivi in aree di studio e di esperienza: - il gioco, lo sport, le regole - il movimento e la sua relazione con lo spazio e il tempo - il corpo e le funzioni senso-percettive - il linguaggio del corpo come modalità comunicativo-espressiva - sicurezza e prevenzione - saluta e benessere Rispettare questi obiettivi porta anche a dei traguardi che sono: - consapevolezza di se - uso della comunicazione non verbale - conoscenza delle discipline sportive -educazione alimentare -rispetto delle regole e lealtà - cura del corpo Il dove: laboratorio Il laboratorio è una modalità di insegnamento alternativa e complementare alla didattica tradizionale ed è utilizzabile su due versanti: formazione dei docenti e formazione degli studenti. Gli strumenti di valutazione motoria devono possedere le seguenti caratteristiche: validità, attendibilità, standardizzazione, oggettività, selettività. In ambiente educativo gli strumenti di valutazione motoria devono possedere: compatibilità (organizzativa, didattica e gestionale), coerenza con il POF (piano dell’offerta formativa), funzionalità educativo-formativa, integrabilità tra performance e atteggiamenti. Il laboratorio più essere di varie tipologie • Didattico: finalizzato al potenziamento dello sviluppo cognitivo • Espressivo: si propone di sviluppare la creatività attraverso la manipolazione di materiali • Relazionale: incentrato sull’area del se, delle emozioni e delle relazioni interpersonali La didattica laboratoriale si basa sul dichiarato (autobiografia), agito (pratica), vissuto (sensazioni) e Percetto (soggettività). Esistono inoltre diverse tecniche per sviluppare un laboratorio ludico-motorio- sportivo e queste sono: role play (giochi di ruolo) , brainstorming (giochi d’intelligenza), mappe concettuali, circle time (attività in cerchio), problem solving (risoluzione dei problemi) e cooperative learning. Tutte queste teccniche hanno delle caratteristiche ben precise ed esse sono: - consentire di strutturare percorsi di analisi, simulazione e progettazione - incoraggia l’apprendimento collaborativo - promuove un approccio ermeneutico - sviluppa le capacità motorie, cognitive, espressive e creative - favorisce la trasferibilità dei saperi - produce un sapere, un saper essere ed un saper fare. Il come: valutazione motoria Le prove e gli strumenti di valutazione sono diversi e cambiano in rapporto a: la tipologia del compito, i tempi di somministrazione, i destinatari. l’itinerario laboratoriale inserito nel percorso formativo dell’insegnante può quindi aiutare il futuro docente a riconoscere le diverse fasi e le diverse funzioni della valutazione. Le fasi sono 3: - fase iniziale -fase in itinere -fase finale Il cosa Cosa bisogna valutare? Le cose da valutare sono varie come i comportamenti, equilibrio statico e dinamico, abilità grosso-motorie e fino-motorie, coordinazione, sviluppo percettivo-motorio Approcci teorici per lo studio della valutazione in ambito sportivo Esistono diverse descrizioni e diverse opinioni sulla valutazione che sono state espresse da diversi personaggi e tra questi ricordiamo: Scriven: “oltre ad essere una pratica metodologica trasversale a diverse discipline, si configura come un’autonoma forma disciplinare che si distingue da altri tipi di indagine e di ricerca in quanto finalizzata al cambiamento ed al possibile miglioramento di una situazione iniziale” Il lavoro di ricerca di Sciven sul tema della valutazione, per il suo rigoroso modello scientifico e per la sua originalità, ci consente di analizzare i suoi possibili aspetti applicativi nel campo motorio-sportivo, evidenziando la necessità di predisporre in ogni contesto un rigoroso e analitico protocollo le cui caratteristiche consentono al ricercatore di registrare una valutazione che può essere: -esterna, interna o comprendere i due aspetti congiuntamente -quantitativa, qualitativa o quali-quantitativa Bondioli e Ferrari: “richiede di usare strumenti scientificamente rigorosi per raccogliere informazioni su di un dato evento ed attivare contestualmente un processo dinamico che nelle sue diverse fasi postula l’interpretazione dei dati sulla base di strumenti e metodologie.” Wolf: “la valutazione non può esaurirsi nell’accertamento e nella misurazione di un fenomeno educativo. Al contrario può essere paragonata ad un processo dinamico capace di analizzare un fenomeno in movimento che non può essere metaforicamente fotografato ma necessita di essere filmato”. Approcci teorici per lo studio della valutazione in ambito educativo Giovannini: “procedimento sistematico che mira a determinare in quale misura gli obiettivi sono stati raggiunti dagli allievi” Verducci: “arte del giudicare scientificamente, applicata ad alcuni aspetti, qualità o caratteristiche universalmente riconosciute secondo standard predeterminati” Beeby: “raccolta sistematica e interpretazione dei dati che conduce, come parte integrante del processo, ad un giudizio di valore che mira all’azione” LEZIONE 7: LE IMPLICAZIONI PSICOMOTORIE DELLO SVILUPPO MORFOLOGICO E FUNZIONALE NELL’ETA’ EVOLUTIVA Auxologia (dal greco auxano) è quella branca della medicina che si occupa dello studio dell’accrescimento inteso come un’alternanza di sviluppo e crescita attraverso lo studio di leggi scientifiche specifiche. • 1°legge del Viola: antagonismo tra la differenziazione delle forme e l’accrescimento della massa; ciò vuol dire che l’organismo tanto più ha un incremento ponderale (aumento del volume corporeo) tanto meno si trasforma in senso verticale. • 2° legge del Viola: il nostro organismo ha libertà di sviluppo in altezza, ma si sviluppa trasversalmente in armonia con la massima crescita degli organi interni. • Legge di Godin: alternanza secondo cui le diverse forme nello sviluppo, alternano un incremento strutturare (aumento in altezza) ad un incremento ponderale. • Legge del Pende: attività ritmica ed equilibrata delle costellazioni ormoniche morfo-generiche per cui se prevale la costellazione eccito-