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Erving Goffman: Istituzioni Totali - Asylums - Stigma Sociale, Appunti di Psicologia Generale

Erving goffman esplora il concetto di 'istituzioni totali' attraverso l'analisi di 'asylums'. Questi sistemi chiusi, soggetti a un potere inglobante, impediscono lo scambio sociale e l'uscita verso il mondo esterno. Goffman discute la reclusione, la mascherazione, l'invisibilizzazione e il segregazione come anelli di una spirale distruttiva. Il caso di joseph merrick, noto come 'l'uomo elefante', illustra come l'unica via di scampo dalla reclusione poteva essere la partecipazione a 'freak shows'. La nascita della medicina moderna ha portato alla dicotomia tra malato e sano, con le istituzioni totali come luoghi di cura e controllo, e lo stigma come nodo centrale nella costruzione dell'identità.

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 03/09/2019

Marica53
Marica53 🇮🇹

4.2

(21)

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Scarica Erving Goffman: Istituzioni Totali - Asylums - Stigma Sociale e più Appunti in PDF di Psicologia Generale solo su Docsity! ISTITUZIONI TOTALI, FREAK SHOW, STIGMA SOCIALE Erving Goffman. ASYLUMS. Le istituzioni totali: i meccanismi dell'esclusione e della violenza. Titolo originale: "Asylums. Essays on the social situation of mental patients and other inmates". Copyright 1961 by Erving Goffman. “Questo carattere inglobante o totale è simbolizzato nell'impedimento allo scambio sociale e all'uscita verso il mondo esterno, spesso concretamente fondato nelle stesse strutture fisiche dell'istituzione: porte chiuse, alte mura, filo spinato, rocce, corsi d'acqua, foreste o brughiere. Questo tipo di istituzioni io lo chiamo «istituzioni totali». “ “Le procedure di ammissione potrebbero meglio essere definite come un'azione di «smussamento» o una «programmazione» dato che in seguito ad un tale procedimento, il nuovo arrivato si lascia plasmare e codificare in un oggetto che può essere dato in pasto al meccanismo amministrativo dell'istituzione, per essere lavorato e smussato dalle azioni di routine. Molte di queste procedure si basano su attributi come il peso e le impronte digitali che l'individuo possiede, semplicemente per il fatto di essere membro della più grande e più astratta delle categorie sociali: quella degli esseri umani. L'azione intrapresa sulla base di questi attributi ignora, inevitabilmente, la maggior parte dei fondamenti su cui si basa l'identificazione del "sé".” “Lo staff ritiene, spesso, che la prontezza con cui la recluta mostra un atteggiamento appropriatamente deferente nei suoi confronti alle prime occasioni d'incontro, significa che è disposta a giocare il ruolo del ricoverato facilmente adattabile alla situazione.” La reclusione è anzitutto un'azione: l'azione di chiudere via qualcuno, inglobarlo, costringerlo in un sistema chiuso. Questo sistema può essere una prigione, un manicomio, un brefotrofio, un collegio, un monastero, o la stanza di una qualunque abitazione. Comunque sia, come ogni sistema chiuso, esso offende le radici più profonde della vita. Le offende e le recide. Erving Goffman chiama istituzioni totali questi sistemi chiusi, soggetti ad un potere inglobante, in cui vi sia impedimento allo scambio sociale e all'uscita verso il mondo esterno. Totali, appunto, perché il loro carattere inglobante è continuo, permanente, soggetto ad un potere. Si può dire, allora, che, almeno in tendenza, ogni formazione sociale stanziale è, per suo programma genetico, un'istituzione totale? Non proprio. Ad una simile generalizzazione, infatti, sfuggirebbe l'essenziale, e cioè la differenza specifica tra l'azione del recludere e quella dell'omologare. Per quanto entrambe queste azioni consistano nell'erigere muri perimetrali, muri innalzati con pietre di scrittura, la prima sopravviene soltanto quando la seconda fallisce i suoi scopi. Mascheramento, invisibilizzazione, squalifica, segregazione, reclusione, sono anelli di una spirale inesorabilmente crudele alla cui attivazione, in questa civiltà, tutti, in qualche significativa misura, cooperiamo. Spirale distruttiva ed autodistruttiva,
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