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La Comunicazione Interpersonale e la Sociologia: Forme e Funzioni - Prof. Vittadini, Appunti di Sociologia Comunicativa Di Massa

Comunicazione socialeTeoria della ComunicazioneSociologia della comunicazionepsicologia sociale

La comunicazione interpersonale e la sua importanza nella sociologia, con un focus sui diversi tipi di comunicazione interpersonale (faccia a faccia, mediata, e semi-mediata) e i flussi di comunicazione tra individui. Anche delle funzioni della comunicazione interpersonale e la questione della fiducia in relazione alla comunicazione. Inoltre, vengono presentate le teorie di elisabeth noelle neumann sulla spirale del silenzio e james lull sugli usi sociali dei media.

Cosa imparerai

  • Che cos'è la comunicazione interpersonale?
  • Che ruolo ha la fiducia nella comunicazione interpersonale?
  • Quali sono le tre forme diverse di comunicazione interpersonale?
  • Che cosa significa la spirale del silenzio?
  • Come influiscono i media sulla comunicazione interpersonale?

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 25/05/2019

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Scarica La Comunicazione Interpersonale e la Sociologia: Forme e Funzioni - Prof. Vittadini e più Appunti in PDF di Sociologia Comunicativa Di Massa solo su Docsity! SOCIOLOGIA 1 Ottobre 2018 Programma del corso : Ruolo dei media, cosa caratterizza la comunicazione, in che modo avviene la circolazione della cultura, rapporto tra comunicazione, media e produzioni culturali. Tutti i temi verranno affrontati attraverso: - presentazione dei principali autori - analisi di casi e ricerche - attualità delle teoria affrontate attraverso la loro applicazione allo scenario contemporaneo Slides del corso caricati su BB. Orario: Lunedì-Martedì:10.45-12.15 Mercoledì: 11.45-13,15 Modalità di valutazione esame: 1. è possibile sostenere l’esame in forma scritta solo durante il primo appello di ciascuna sessione 2. è sempre possibile sostenere l’esame in forma orale Temi: - comunicazione interpersonale: come queste dinamiche di relazione interpersonale sono diventate fondamentali - comunicazione mediale: teorie sul rapporto tra media e società - comunicazione e produzione della cultura - evoluzione dei pubblici dei media: comprendere e interpretarli (dai pubblici di massa ai pubblici attivi e performativi) INTRODUZIONE: Sociologia: unione di due termini —> Socius - logia(?)
 Studio del sociale Nasce tra la fine del 1700 inizio 1800. In Europa. Auguste Comte (Francia, 1798-1857) Nasce nell’ambito della filosofia (positivismo), inizia ad occuparsi di sociologia, attraverso la sua riflessione della società pensa che sia utile studiare le leggi che si occupano dei fenomeni sociali. Si cerca un elemento di radicamento nella scienza positiva, ricerca delle leggi che regolano tutti i fenomeni. Bisogna guardare la società come qualcosa di regolato da leggi. <<… lo studio positivo dell’insieme delle leggi fondamentali proprie a fenomeni sociali…>> La sociologia nasce per studiare le leggi ricorrenti dei fenomeni sociali. Oggetto: - rapporti fra gli uomini e le strutture sociali in cui questi rapporti si costruiscono - i gruppi sociali Sguardo: - ricerca delle regolarità: ciò che è sempre uguale nei rapporti tra le persone, come si costruiscono i gruppi ecc. Analizzare le costanti. SOCIOLOGIA 1 Ottobre 2018 Studio del sociale portato avanti dal sociologo Georg Simmel (1858-1918) Inaugura un filone di studi di sociologia, è il primo che inizia ad osservare la parte microsociale: gli aspetti della vita quotidiana, non solo le evoluzioni, il rapporto delle persone con le istituzioni. Si concentra sulle interazioni sociali : cercando anche in queste delle regolarità, le costanti. Contesto: Tra inizio e fine 1800 si sono sviluppate le città, le grande metropoli e aree urbane, a differenza del mondo del 1700, a fine 1800 di conseguenza sono nati diversi tipi di relazione sociale. Simmel inizia a studiare cosa succede all’interno delle città. << Descrivere, interpretare e comprendere le società contemporanee…il modo in cui le loro parti componenti - collettività di ogni forma e dimensione- L. Gallino si collegano fra loro e con l’insieme della società. >> Max Weber 1922 << scienza dell’azione sociale che vuole comprendere interpretandola e di cui vuole spiegare socialmente lo svolgersi >> Egli sostiene che se si vuole comprendere come funziona la società bisogna andare ad analizzare l’azione delle persone. Agenti tutte le azioni che intenzionalmente vengono compiute tengono conto dell’atteggiamento di altri, e modificandosi secondo quello che gli altri fanno. << un’agire che sia riferito secondo il suo senso intenzionato dell’agente - all’atteggiamento degli altri individui, e orientato nel suo corso in base a questo >> La comunicazione è essenziale per costruire queste dinamiche di cui si occupa la sociologia, comunicazione come elemento costitutivo della società piano piano è diventata parte della sociologia: - Rapporti fra gli uomini - Gruppi e interazioni sociali - Azione sociale fra gli uomini orientata nel suo corso in base all’atteggiamento degli altri individui Comunicazione Communico = mettere in comune, far partecipe << una relazione sociale nel corso della quale due o più individui arrivano a condividere particolari significati >> Gallino 1989 Metto in comune delle cose che successivamente apparterranno a questo gruppo, comunicazione come parte delle relazioni sociali che servono per mettere in comune delle cose andando a costituire e definire una società. << uno scambio interattivo… dotato di intenzionalità reciproca e di un certo livello di consapevolezza, in grado di far condividere un determinato significato sulla base di sistemi simbolici e convenzionali di significazione.. secondo la cultura di riferimento>> Cum- munire = legare, costruire SOCIOLOGIA 3 Ottobre 2018 - One-to-many: Manuscript, theater, painting, sculpture, architecture, musical composition —> - Many-to-many (molti a molti): stratificazione di messaggi, spazi di scambio di comunicazione —> cave painting, gaming, graffiti, notice board, agora, marketplace, stadium 2. Media of the second degree: - One-to-one : Telegraph, telephone, fax - One-to-many: Prototype: Book, newspaper, magazine, broadcasting, audio and video recording - Many-to-many: community media, public-access radio and television, telephone chat services 3. Media of the third degree
 - One-to-one : Email, text message, instant messaging, IP telephony - One-to-many: Web 1.0/ webpage, download, streaming (mass media - Many-to-many: Prototype : Web 2.0 / wiki, file-sharing site, online chat, massively multiplayer online gaming, social network site, blog, auction site 
 Funzioni della comunicazione interpersonale: Trasmissiva: ridefinire, precisare la situazione e approfondire conoscenze e informazioni già possedute o trasmettere un’informazione precedentemente “persa”. Esempio: “che ore sono?”-“ti ricordi che?”.—> notizia, annuncio, dare informazione Interpretativa: approfondire la dinamica di relazione informazione rituale, comprendere le reciproche Rituale: confermare il legame per costruire una relazione. Consenso, comunita, partecipazione, cooperazione (accordarsi per agire).
 Communicative practices 1. Media of the first degree Media of the second degree Media of the third degree One - to - one - Prototype, Face-to-face conversation, letter—> lettera: media di primo grado (per superare le distanze) - One - to - many - Manuscript, theater, painting, sculpture, architecture, musical composition Many - to - many - stratificazione di messaggi, spazi di scambio di comunicazione —> cave painting, gaming, graffiti, notice board, agora, marketplace, stadium - SOCIOLOGIA 3 Ottobre 2018 Chi comunica è un Soggetto Agente intenzionale:
 - persona
 - attore sociale (che agisce in un ruolo sociale determinato, es professore)
 - organizzazioni e istituzioni (attraverso il soggetto agente, il ruolo rappresenta anche l’istituzione) Ciascun soggetto agente ha uno scopo (stabilire il contatto con l’altro) + norma sociale. Prodotti e oggetti culturali che possono essere oggetti o strumenti della comunicazione stessa Sistemi della comunicazione: comunicazione mediata. Entrambi soggetti possono condividere un micro e un macro contesto. I soggetti agenti costruiscono gli Atti Comunicativi, questi hanno sempre un effetto di una azione reciproca (feed back). Sono co-costruiti e negoziati nella relazione tenendo conto degli elementi strutturali e condizionali . Ci sono aspetti sociali e normativi che la caratterizzano, che vengono interiorizzati attraverso la cultura. Contesto micro-sociale dell’azione comunicativa. Campo di esperienza dei soggetti agenti (conoscenze, esperienze, valori). Contesto macro-sociale: sistema / cambiamenti strutturali della comunicazione. (Economia, politica, norme, educazione). All’interno dei due contesti (macro e micro), sono presenti due elementi: - prodotti culturali o oggetti culturali: le forme culturali che incorporano un significato (es libri, film) - sitemi della comunicazione istituzionalizzati: i media (struttura, funzioni, evoluzione) SOCIOLOGIA 9 Ottobre 2018 La comunicazione interpersonale : ruoli In termini di ruolo noi ci collochiamo al livello del Microcontesto (ciò che succede nel momento in cui due persone interagiscono. - Premesse del ragionamento sui ruoli: perché ci si interroga sui ruoli che le persone assumono nell’ambito interpersonale - Self e ruolo - Definizione di ruolo - Il ruolo sociale nella sociologia (Simmel) - L’interpretazione del ruolo ( Goffman) - Ruolo e comunicazione interpersonale e mediale Interazionismo simbolico (1937) Tipo di analisi della comunicazione interpersonale che si sviluppa negli anni 30, si da l’obbiettivo di analizzare le leggi fondamentali della comunicazione interpersonale. Ricercare ciò che rende possibile comunicare e comprendersi. Un elemento che concentrano molto l’attenzione è che cosa ci consente di interpretare ciò che gli altri dicono: La capacità di interpretare è la capacità di assumere la prospettiva dell’altro. Senza tale capacità, sarebbe impossibile la cooperazione che caratterizza ogni società. Tale capacità implica che l’individuo consideri anche se stesso (dimensione riflessiva) dal punto di vista dell’altro: in questo modo (devo anche essere capace di immaginare come l’altro vede me, essere capaci di capire come l’altro vede me nel momento in cui sto comunicando), l’Io può meglio valutare le conseguenze del suo agire nei confronti dell’Altro. Componente che può essere messa in crisi, rendendo più difficile la comunicazione e la cooperazione sociale. Studi sulla comunicazione mediata (usi di videogame), questi studi hanno messo a fuoco come l’uso intensivo dei videogame violenti, piano piano l’individuo allenta la sua capacità di assumere la prospettiva dell’altro e di comprendere l’effetto delle mie azioni sugli altri. L’abuso della comunicazione mediata, se sostituito totalmente l’incontro faccia a faccia, si arriva ad affievolire la capacità di assumere la propria prospettiva con l’altro. Da qui parte un percorso di studi e riflessione su come elaborare cognitivamente quale è la reazione che l’altro ha. George Meed (1863-31) Capire come le persone costruiscono la propria identità all’interno della società moderna. I - me = self (identità a tutto tondo) Il Sé dell’attore sociale si compone di due momenti: me che è il riflesso di come l’individuo si percepisce in base agli atteggiamenti e comportamenti degli altri nei suoi confronti; I (io) nostra caratteristica individuale, vale a dire la risposta che l’individuo elabora, in termini di azione, in base all’interpretazione del Me. Davanti a quello che gli altri ci restituiscono in relazione a come noi siamo, vado a definire particolari aspetti del carattere. All’interno del contesto sociale questi due aspetti sono altrettanto importanti nella costruzione del Self. SOCIOLOGIA 9 Ottobre 2018 - Inferire il comportamento probabile dell’altro Problema : l’attribuzione alla persona o al ruolo 2. passo : riconoscere un tratto specifico di colui che non i conosce 
 Individualizzazione: I Soggetti agenti rappresentano anche qualcosa di atipico e di inconfondibile, di individuale. Cerchiamo di capire qual’è il modo particolare in cui quella persona ricopre un determinato ruolo. 
 <<Il ruolo viene inteso diversamente a persona a persona e in ragione della diversità viene esplicato in modo diverso, restando però riconoscibile.>> 3. passo : in che modo queste caratteristiche corrispondono ad una posizione all’interno della mia rete sociale Assunzione di una posizione sociale: Tipizzazione e individualizzazione hanno senso perché sono inserite in un sistema “funzionalmente differenziato di posizioni sociali”. Gli individui occupano posizioni sociali, come detentori di posizioni e le persone acquistano un valore di comunità. • A cosa serve il ruolo: - orientare la propria condotta nelle diverse situazioni (so cosa fare) - definire la reciprocità delle aspettative (aspettative di ruolo) e formulare previsioni (so cosa farà…) - restringere la possibilità di imprevedibilità e gestire il coordinamento Appartiene alle norme dell’interazione comunicativa. Ha una funzione normativa perché definisce le regole dell’agire tipico di ruolo (quello che fa la maggior parte delle persone che ha quel ruolo) Ciascun individuo interpreta il ruolo in modo particolare (assorbimento o distanza dal ruolo) Ervin Goffman (1922-1982) Come assumiamo i ruoli? Sociologo che si è occupato dell’aspetto della micro-sociologia, studia le relazioni sociali tra le persone nella vita quotidiana. Ruolo come rappresentazione all’interno della nostra vita quotidiana. Concetto di rappresentazione che usa come metafora per spiegare delle cose che avvengono all’interno di questa situazione. Studia tutti i tipi di performance all’interno della vita quotidiana, ne individua una principale che è la role performance che è la messa in scena del ruolo. Attraverso la “role performance” che comprende: 
 - adattamento al ruolo: conosco le regole che caratterizzano l’agire tipico del ruolo e le metto in atto
 - distanza dal ruolo: comprende tutti quei comportamenti che fanno emergere una non 
 SOCIOLOGIA 9 Ottobre 2018 completa adesione delle aspettative informali (e che esprimono individualità). Ciò che mette insieme le aspettative che no abbiamo nel momento in cui noi proiettiamo un ruolo e l’immagine complessiva che noi abbiamo di noi stessi. (Goffman fa emergere un mettere insieme le aspettative di ruolo e la propria individualità). 
 Si colloca nello spazio intermedio tra le aspettative normative che definiscono i ruoli e l’immagine complessiva che proiettiamo e comprendiamo di noi stessi. I ruoli tendono ad essere ampiamente e liberamente interpretati quando: - l’istituzione a cui il ruolo si collega è in crisi - l’individuo si propone un rinnovamento dell’istituzione (es. trasgredire le regole, per rinnovare l’istituzione) • Attimo fuggente: film che racconta della messa in discussione del ruolo, scontro tra il protagonista e l’istituzione che pretende che chi interpreta un dato ruolo rispetti le aspettative sia formali che informali, lui va contro queste norme. I conflitti di ruolo Goffman mette in luce il fatto che i ruoli possono generare conflitti: 
 A volte diversi aspetti di più ruoli possono entrare in contraddizione. - Intra- ruolo: quando due aspetti dello stesso ruolo sono contraddittori - inter-ruolo: quando due ruoli riporti dalla stessa persona indicano componenti diversi (es. essere studente e capitano squadra di palla volo) Il ruolo è quell’aspetto che collega l’individuo al sistema sociale, ci consente di comunicare meglio con gli altri, consentendo di collocare il soggetto entro una rete potenzialmente complessa di relazioni :
 - relazioni che possono essere formali (come nel ruolo professionale) - informali (come nell’esercizio dell’influenza, dell’autorità, del prestigio, che può anche prescindere da un riconoscimento istituzionale) - ascritte come nei ruoli biologicamente definiti (maschio-femmina) - acquisiti (ruolo conseguito attraverso il lavoro Jurgen Habermans (1981) • Come si apprende un ruolo? Impariamo a comprendere i ruoli attraverso la socializzazione: per socializzazione si intende il complesso processo attraverso il quale l’individuo diventa un essere sociale, integrandosi in un gruppo sociale o in una comunità. Il concetto di socializzazione viene usato per indicare il trasferimento intergenerazionale di valori culturali, sistemi simbolici e norme sociali. I canali in cui avviene questo corso di socializzazione sono tre: - familiare e scolastica - mediata (il percorso di socializzazione avviene attraverso i media) - gruppi sociali di riferimento SOCIOLOGIA 9 Ottobre 2018 Dell’agire imperfetto dei bambini passiamo all’acquisizione delle qualificazioni di ruolo primarie (genere ed età) allo sviluppo di competenze di ruolo basate su identità personale e conoscenza morale. • I media? - Racconto di tipo conservativo : permette di conservare l’immagine l’insieme di aspettative legate ad un certo ruolo, produzione mirata a una socializzazione molto chiara e lineare. Funzione conservativa rispetto al ruolo, confermano e consolidano i ruoli . Esempio serie Er. - Racconto innovativo: es l’attimo fuggente, grey’s anatomy, dr.House. Suggerisce che il ruolo può essere interpretato anche in modo negativo, maggiore creatività. - Racconto disruptive: viene messa in discussione una o più caratteristiche fondanti del ruolo, portano un elemento destabilizzante . Macro- contesto Le aspettative di ruolo sono più stringenti e la devianza sanzionata quando: - un gruppo sociale si sente minacciato da forze interne o esterne —> il gruppo sociale si irrigidisce, e di conseguenza c’è meno flessibilità di interpretazione dei ruoli (es in contesto di guerra) - il gruppo è orientato a uno scopo/obbiettivo ben definito, accetto e morale —> gruppo dominante rispetto a delle attività (ad esempio nei mondiali di calcio, il gruppo si da un obbiettivo morale) - il gruppo ha bisogno di pianificazione e organizzazione SOCIOLOGIA 10 Ottobre 2018 Il processo di framing operato dai media funziona così: si selezionano alcuni aspetti, alcuni di essi sono esaltati e si suggerisce una definizione di quello che è successo (cause, effetti, questione etica a cui si lega l’evento). SOCIOLOGIA 15 Ottobre 2018 Framing e media I processi di framing: Selezione • selezionare alcuni aspetti di una realtà percepita: nel raccontare un evento vengono selezionati alcuni aspetti messi più in evidenza, rappresentativi di un dato evento • renderli più salienti in un testo comunicativo • promuovere una particolare definizione/interpretazione del problema • interpretazione causale, valutazione morale e/o indicazione del trattamento per l’elemento descritto [Entman, 1993]: suggerire delle cause e soluzione del problema Da un lato ci consente di riconoscere i temi, ma allo stesso suggeriscono anche secondo quale linea interpretarli. Ervin Goffman 1922-1982 
 Inizia a mettere a fuoco cosa consente di costruire un frame, individuando tre aspetti (processi di framing): • risonanza: individuano all’interno degli eventi alcuni aspetti che sono in grado di attirare e mobilitare le persone, generando coinvolgimento 8aspetti che hanno una capacità di risonanza) • credibilità: intesa come coerenza con le credenze e le azioni professati, credibilità culturale ed empiricamente verificabile, espressa da una fonte credibile.
 A partire da un evento il frame si basa su alcuni elementi che sono credibili, alcuni aspetti sono più facilmente credibili. • salienza: la rilevanza del frame e la sua coerenza rispetto a valori ed idee centrali per i destinatari. Devono toccare degli aspetti centrare rispetto ai valori e idee che caratterizzano i destinatari. Nel raccontare questi eventi si possono utilizzare dei modelli di racconto, i più diffusi : • conflitto: racconto qualcosa come opposizione tra due parti frapposte, modello utilizzato nei discorsi pubblici, politici. Pone l’enfasi su un conflitto tra due individui, gruppi o istituzioni esempio articolo : 
 “Cantone contro il decreto Genova: <<Troppe incertezze, la mafia può infiltrarsi>> 
 Il vertice dell’Authority in audizione alle Commissioni ambiente e Trasporti della Camera: << I poteri di deroga sono una norma senza precedenti, c’è il rischio di ricorsi>>” 
 • personalizzazione: si focalizza su un personaggio che permette di raccontare un evento secondo il punto di vista dell’individuo. esempio articolo: <<Mamma, stiamo morendo?>> Ma la piccola Irene salva due vite (e ora sogna da pompiere)
 di Elvira Serra
 Verona, l’auto finisce in un canale. La bimba di 8 anni sblocca il finestrino. Il sollievo della madre <<Siamo state fortunate. Ora mia figlia vorrà diventare pompiere>> —> racconto del fatto secondo il punto di vista della bambina SOCIOLOGIA 15 Ottobre 2018 • conseguenze: raccontare un evento partendo dalle conseguenze dello stesso. esempio articolo
 “Nel mondo un decesso su sei è causato dall’inquinamento 
 Nove milioni di morti: 15 volte più di tutte le guerre e violenze 
 di Antonio Cianciullo” • incorniciamento morale : tema presentato da un punto di vista da una valutazione 
 esempio articolo :
 “Oggi decolla il drone che salva la vita: porta sangue, medicine e organi tra ospedali”
 Viaggerà su medie distanze (fino a 70 km) a una velocità di 70 km all’ora: il primo esperimento all’ospedale di Pontedera, in provincia di Pisa.” • responsabilità 
 Il tema è presentato dal punto di vista della responsabilità della risoluzione del problema esempio articolo : “Cyberbullismo: non restare a guardare di Lucia Tironi” Esempio: La parola “femminicidio”: frame generato dai media, operazione di formazione dell’opinione pubblica. Non è rimasto solo un’operazione mediale, conseguenze di operazioni fisiche (esempio attraverso le manifestazioni, mobilitazioni), generando una sensibilità. Impatto sulle leggi che considerano il femminicidio come una categoria particolare: la categoria criminologica del femminicidio introduce un’ottica di genere nello studio di crimini “neutri” e consente di rendere visibile il fenomeno, spiegarlo, potenziare l’efficacia delle risposte punitive. Roger Silverstone (1945-2006)
 Il processo di framing permette di categorizzare le persone e collocarle all’interno della comunità. Definisce :
 In-group 
 Out- group Anche gli schemi di tipizzazione degli individui vengono mediati, racconto di tipologie di persone, soprattutto quelle con cui abbiamo un’esperienza spesso occasionale o mediata (non diretta). Responsabilità dei media.
 Secondo Silverstone non vanno bene le strategie di avvicinamento e nemmeno quelle di allontanamento • Strategie di avvicinamento: 
 - basterebbe che…e saremmo tutti uguali
 esempio articolo:
 “Roberta, il crac psico-fisico e la rinascita <<Ho battuto i miei fantasmi>>”—> in occasione della giornata della salute mentale. Secondo SIlverstone è inutile dire che non c’è differenza ad esempio tra i malati e quelli non, sostenendo che ciò non ci aiuta a riconoscere i bisogni di chi ha dei limiti. SOCIOLOGIA 16 Ottobre 2018 
 Questa fiducia ontologica per funzionare deve trasferirsi nell’altro generalizzato (mi aspetto dagli altri dei comportamenti “affidabili”)—> fiducia interpersonale generalizzata, in quella che è immagine mentale della società. Se possiedo la fiducia primaria sono in grado di trasferirlo alla società.
 Fuori dal gruppo primario: 
 - crescono l’anonimato e l’estraneità 
 - crescono le tipizzazioni dei ruoli sociali Quando trasferisco questa fiducia su delle istituzioni, questa diventa fiducia sistemica
 una fiducia in particolari istituzioni legata alla percezione che gli individui ne hanno, questa percezione si basa su :
 esperienza personale. Luhman sostiene che dobbiamo sviluppare una forma di confidenze nel fatto che i sistemi sociali funzionino come ci si aspetta che accada, ad esempio il sistema sanitario, giudiziario, dell’informazione che si basano su una base di routines e sistemi automatici. Forma di fiducia che è simile ad un atto di “fede”, forma di adesione che è qualcosa che va al di la dell’individuo, di adesione all’ordine sovra-individuale (esempio “se ho denaro potrò fare degli acquisti”). È la risposta al bisogno di sicurezza che nasce con il complessificarsi della società che richiede generalizzazione della fiducia. Si basa sull’aspettativa di riconferma del funzionamento e delle regole di un ordine sociale; sull’interioirizzazione di valori comuni. Fiducia e attuale sistema mediale Fiducia sistemica nei confronti dei sistemi dei media: il fidarsi del sistema dei media che agisce seguendo routine e automatismi affidabili (fonti controllate, verificate). —> quando va in crisi la fiducia sistemica, si sostituisce con altre forme di fiducia. Ad esempio rientra in gioco la fiducia dell’altro generalizzato (ex. fidarsi di un unico giornalista, considerandolo da solo invece che all’interno di un sistema), Diventa una fiducia su una singola persona, gli riconosco una competenza specifica, in uno specifico settore, si crede a “chi parla” perché è competente (ad esempio il testimone o l’esperto); è credibile per la competenza in uno specifico settore. A questo punto entrano in gioco due livelli di credibilità : 
 credibilità cognitiva: mi fido perché è esperto e coerente nel suo ruolo, ci si fida del singolo
 e credibilità normativa personale: riconosciamo in chi incarna un insieme di valori che si ritengono desiderabili, condivisibili, conferma il nostro sistema di valori e condivide il nostro punto di vista (ad esempio il santo, il ricco). È coerente nella sua condotta Entrambe le credibilità si possono applicare ad esempio al ruolo del giornalista. Credibilità affettiva personale: Ciò che da credibilità all’informazione, ad esempio chi condivide una notizia, cioè nel mediatore, è perché con lui si ha una relazione affettiva. Credibilità che si trasferisce (esempio da amico ad amico).
 La credibilità all’interno di questi processi si basa sull’affettività e sull’omologia - Van Damme SOCIOLOGIA 16 Ottobre 2018 La fiducia serve a ridurre l’incertezza sostituendo le informazioni mancanti con una forma di certezza che rassicura. Se manca la fiducia si acuisce il senso di incertezza, si moltiplicano le regole, si sostituisce la fiducia cognitiva con quella affettivo/emotiva delle forme solidaristiche e “fideistiche”, dei simboli generali, del carisma SOCIOLOGIA 17 Ottobre 2018 
 
 Opinione pubblica
 
 Lincoln :“La pubblica opinione è tutto”
 Bourdieu : “L’opinione pubblica non esiste” L’opinione pubblica è il giudizio e modo di pensare collettivo della maggioranza dei cittadini 
 
 —> non esiste un’unica opinione pubblica L’opinione pubblica è l’insieme delle idee che un determinato agglomerato umano (città, nazione, gruppo di nazioni) ritiene giusto e vero in un determinato momento 
 
 L’opinione pubblica è un sistema di credenze sulla cosa pubblica —> gli aspetti della nostra vita che fa parte della “dimensione pubblica”, ciò che fa parte della dimensione privata (opinioni e convinzioni della vita privata) non fa parte dell’opinione pubblica 
 
 L’opinione pubblica non è mai qualcosa di unitario, ma è l’insieme delle correnti di opinione anche opposte dominanti in una società Opinione pubblica è qualcosa di : - collettivo - si basa su credenze e opinioni (non sulla verità) - è qualcosa di determinato : ha confini nello spazio e nel tempo - non unitario Fattori di sviluppo
 Nasce quando nascono le società moderne. È legata allo sviluppo delle forme di libera espressione, da parte degli individui, di giudizi sulla cosa pubblica. 
 - alfabetizzazione
 - formazione di circoli culturali e politici
 - diffusione dei media (e della molteplicità delle fonti)
 Nel 700 l’opinione pubblica inizia a svilupparsi nei Caffè.
 
 Prima dello sviluppo della rete ci si è chiesti “come si forma l’opinione pubblica”: 
 1. Nel 1968 Deutsch dice che l’opinione pubblica si forma “a cascata”—> 
 élite economiche e sociali; élite politiche e il governo; comunicazione attraverso i media; sai leader d’opinione; al demos 2. All’interno del modello a cascata si riconosce che esistono dei processi di formazione dell’opinione pubblica che vengono definiti “a ribollimento”, o movimenti di opzione in modo repentino e inaspettati. Oggi lo sviluppo dei media e soprattutto dei media digitali ha fatto si che questi due aspetti del processo di formazione pubblica siano molto più integrati. 
 SOCIOLOGIA 17 Ottobre 2018 SOCIOLOGIA 22 Ottobre 2018 La spirale del silenzio 
 Teoria elaborata da una studiosa tedesca Elisabeth Noelle Neumann: 
 “I media ci dicono cosa non dire” Si concentra sull’impatto che hanno i mezzi di comunicazione di massa e non su quello che noi esprimiamo sull’opinione pubblica, ciò che finiamo per dire o non dire. Lavora all’università di Magonza I media contribuiscono alla formazione dell’Opinione pubblica “un insieme di opinioni sullo stato della cosa pubblica generate dagli individui in relazione ai medi”—> idea non sufficiente a spiegare quali sono i fattori che entrano in gioco nell’opinione pubblica. Facendo dei lavori di ricerca, Elisabeth Neumann scopre altri tre elementi che costituiscono la formazione dell’opinione pubblica:
 Dice che non siamo soli davanti ai media ma sono anche importanti “la comunicazione interpersonale e i rapporti sociali”, mettendo a fuoco che anche queste dimensioni sono influenti nei processi di formazione dell’opinione pubblica. Dice che hanno anche un ruolo importante le “manifestazioni individuali di opinione” e “la percezione dei climi di opinione nel proprio ambiente sociale”; quello che io dico pubblicamente di quello che penso, le opinioni che esprimo in uno spazio pubblico pesa nel processo di formazione dell’opinione pubblica (quello che le persone esprimono hanno un peso). Le manifestazioni individuali sono quindi importanti. È anche importante quello che le persone percepiscono essere l’opinione dominante. Che funzione ha l’Opinione Pubblica? Il condividere un’Opinione pubblica è importante perché genera una coesione sociale, comunità che ha delle cose in comune. Quindi il processo di formazione della stessa è importante. Ha una funzione di controllo rispetto alla divergenza troppo forte. Arriva alla definizione di “opinione pubblica”: “opinione pubblica è il frutto di un lavoro sociale teso all’allineamento in cui l’allineamento del singolo è frutto dell’allineamento degli altri”
 “è la pelle sociale degli individui” (metafora) Noi cerchiamo di avere delle opinioni che sono condivise dalla società, è frutto di un lavoro per cui noi cerchiamo dei avere delle opinioni condivise, in modo da costruire una coesione sociale. Quindi l’opinione pubblica non è qualcosa che arriva dai media, ma è qualcosa che è in continua formazione dagli individui. Se noi cerchiamo di avere delle opinioni comuni allora è vero (dice Elisabeth Neumann) che è importante sapere cosa pensano le persone che stanno intorno d noi, sapere l’opinione condivisa che fa parte del nostro gruppo sociale e questo influenza i nostri comportamenti. Svolta: ricerca costante di capire ciò che pensano quelli che stanno intorno a noi come influenza il nostro modo di comportarci. SOCIOLOGIA 22 Ottobre 2018 Neumann recupera gli studi di David Riesman, nel libro “The lonely crowd” (del 1950). [ Lavora presso l’Università di Harvard. Sociologo tedesco di origine ebrea. In questo libro (la folla solitaria) fa un’analisi macrosociale, occupandosi del rapporto tra le tipologie di società che si sonno susseguite nel tempo e i tipi di individui che caratterizzano quel tipo di società. Analisi su come nell’ambito di diversi tipi di società si sono sviluppati modi e comportamenti attraverso cui gli individui hanno teso a comportarsi tutti nello stesso modo.
 Il punto di partenza: come le persone tendono ad avere delle opinioni e dei comportamenti comuni
 Dice che ogni tipo di società ha un modo suo, quindi, caratterizzata da diversi tipi da individui. Lui prende in considerazione 3 tipi di società:
 - premoderna: Nelle società pre-moderne, quelle prima dello sviluppo dei grandi centri urbani, piccolo gruppo di persone che vivono all’interno di piccoli territori . Gli individui agiscono diretti dalla tradizione tramandata oralmente, sono legati a ruoli stabili (nascita, genere, status) immutabili e dipendono dalla fedeltà tra amici e parenti. Legami forti tra parenti e amici più stretti. - moderna: Sviluppo di grandi centri urbani. Ognuno deve formarsi un proprio individuale sistema di valori, che si mischia con quello che viene dalla tradizione orale di famiglia con quello dei media. Gli individui agiscono diretti da un personale e individuale sistema di valori (mediati anche dalla stampa) possono mutare il proprio status sociale. - post moderna: sono quelle in cui Riesman pensa di vivere. Altissima mobilità, l’individuo si trova a vivere in tantissimi posti diversi nell’arco della sua vita. Non basta più far riferimento solo ai mezzi di comunicazione di massa, tipico delle società moderne Diventa fondamentale il bisogno di esser conformi ai valori delle reti sociali a cui si appartiene. Gli individui agiscono quindi diretti da: pressione sociali esterne (che richiedono di essere conformi a quelle reti sociali a cui l’individuo appartiene); norme di gruppi primari; bisogno di avere dei riferimenti all’interno delle reti sociali a cui si appartiene. L’individuo post moderno è un individuo che tiene costantemente sotto controllo, monitora costantemente il suo intorno come se avesse un “radar”. In tutti questi tre casi esiste la dimensione del vivere sociale esiste la socializzazione che diffonde i modelli di comportamento conformi. Diretto dalla tradizione: premoderno Autodiretto: moderno, si costruisce un proprio sistema di valori Eterodiretto: postmoderno, lo dirige la rete sociale a cui appartiene ] A Neumann serve vedere il fatto che nelle società postmoderne gli individui continuano a monitorare le opinioni che li circondano all’interno delle reti sociali. I quattro assunti sui quali basa la sua teoria sociale sulla spirale del silenzio: 
 1. La società fa uso nei confronti degli individui devianti della minaccia d’isolamento: una delle minacce più grosse degli individui che vivono in società postmoderne è quella dell’isolamento. Esseri isolati è rischioso perché l’individuo non sa cosa deve fare. Ci sono poi dei comportamenti devianti che tendono a isolare l’individuo (es. uno che ruba viene messo in prigione). 2. Gli individui avvertono costantemente la paura dell’isolamento 3. Per paura dell’isolamento essi tentano incessantemente di valutare il clima d’opinione SOCIOLOGIA 24 Ottobre 2018 Un altro studioso importante degli effetti dei media e la comunicazione è Eihu Katz Dice che se noi osserviamo cosa succede all’interno di un contesto sociale, qualche opinione minoritaria. Le minoranze rumorose
 Anche i gruppi minoritari possono generare un effetto di spirale e configurare nuovi movimenti di opinione. facendosi vedere come parte dell’opinione pubblica Nella sua analisi individua due caratteristiche che questi movimenti hanno nel rispetto dell’opinione pubblica: Purchè - condizione è che riescano ad avere accesso ai media - condizioni interne a questi movimenti, estremamente correnti, caratterizzati da un insieme di posizione molto chiari e coerenti • 1) Prima azione del Greenpeace (movimento ambientalista) del 1791: contro gli esperimenti nucleari che si stavano svolgendo in alcune zone degli stati uniti. Si pone quindi un obbiettivo molto chiaro. Gli manca l’accesso ai media, questo accesso ai media tradizionali passa attraverso un’azione che ha il carattere di un gesto eroico. I giornalisti vanno con la barca nella zona dove stanno facendo gli esperimenti nucleari, raggiungendo la costa dell’Alaska. Minoranze rumorose 
 un’imbarcazione con attivisti e giornalisti parte per l’Alaska dove si svolgono esperimenti nucleari USA L’obbiettivo di questi attivisti è : - ottienere risonanza mediatica - far si che l’opinione pubblica si accorga che loro esistono - la notizionabilità si basa sul gesto eroico degli attivisti 2) Nel decennio successivo, un po diminuiscono questi esperimenti nucleari Il nuovo obbiettivo diventa la lotta contro la caccia alle balene. Obbiettivo simbolico molto forte, molto facilmente trattabile dai media. Gli consente di riproporre il modello che aveva funzionato con gli esperimenti nucleari, il piccolo contro il grande. Tra tutte le scelte possibili che puo fare greenpeace di gesti simbolici per tenerli sotto attenzione dei controlli dei media, sceglie un animale mammiferi molto grande, dal forte portato simbolico. Ripropongono il gesto eroico, con l’obbiettivo di ostacolare la baleniera e creare un evento notiziario. Minoranze rumorose imbarcazioni di Greenpeace ostacolano l’azione delle baleniere 
 - ottiene risonanza mediatica
 - la notiziabilità si basa sul gesto eroico degli attivisti 3) Obbiettivo: sensibilizzazione rispetto al futuro del pianeta, esempio variazioni climatiche, tema del riscaldamento globale. Deve restare uguale la dimensione eroica degli attivisti (in quanto sono nati così) ; deve rimanere uguale il presentarsi come piccoli rispetto a qualcosa più grande; cambia il modo, il modo nuovo che viene scelto deve avere un valore altamente simbolico, scelgono come simbolo i grandi monumenti. Minoranze rumorose SOCIOLOGIA 24 Ottobre 2018 Banner esposti su monumenti di notorietà mondiale
 - ottiene risonanza mediatica 
 - la notizionabilità si basa sui luoghi - resta il gesto eroico degli attivisti 4) Passano agli eventi sportivi. Si creano l’evento da soli (non hanno bisogno che un giornalista racconti cosa sta succedendo, perché il pubblico è li e può vedere i cartelloni) raggiungere direttamente l’audience
 Minoranze rumorose banner esposti durante eventi sportivi molto seguiti - ottiene risonanza mediatica - la notiziabilità si basa sui luoghi - resta il gesto eroico degli attivisti 5) Minoranze rumorose
 video virali diffusi in rete Bambini vestiti da protagonisti di guerre stellari eliminare le manifestazioni di co2 Disintermediato, non c’è più bisogno di imprese eroiche. Diventa un produttore di contenuto che trova la sua forza attraverso la produzione di contenuti che diventano virali. Arrivare al pubblico facendolo attivare. - ottiene risonanza presso il pubblico - la notiziabilità è interna alla rete e si basa sulla condivisione da parte degli stessi utenti - non c’è il gesto eroico degli attivisti, ma si conquistano nuovi attivisti Elezione 2016 Meccanismi di silenzio che hanno influenzato il modo in cui i grandi sondaggisti americani non si sono accorti che avrebbe vinto Trump. Negli stati uniti c’è stato un problema di ascolto dell’opinione pubblica. Ad un certo punto prima delle elezioni hanno iniziato a circlare sondaggi diversi rispetto agli altri, alcuni davano come vincente la Clinton alcuni Trump. Tutti i media sembravano che tutti erano per Clinton. L’endorsement dei media (quotidiani e tv) per Hilary Clinton. La timidezza dei sostenitori di Trump nei sondaggi. La domanda era “secondo te chi vincerà”, non chi voterai. L’effetto a spirale c’è stato ma alla fine questo ha ingannato i sondaggisti, gli elettori di Trump non l’hanno detto. Madonna ha fatto un flashmob dicendo di votare la Clinton. - Un’altra cosa che ha ingannato i media americani è un problema di framing, quindi del fatto che ci sono delle storie che i media continuano a raccontare e che ritengono consolidate e confermate. 
 Ancora a novembre (il 9) il Nate Silver diceva che un outsider non aveva mai vinto le elezioni USA, attraverso l’analisi dei casi precedenti Quindi la fiducia nelle storie che i media avevano raccontato, è stato un altro degli elementi che ha ingannato. - prima del risultato della campagna elettorale di Trump, l’idea era che la campagna si sarebbe vinta usando i media nazionali, che quelli erano gli strumenti della campagna nazionale. SOCIOLOGIA 24 Ottobre 2018 - Effetto a spirale del silenzio centra perché tutto questo movimento a favore della Clinton ha zittito i sostenitori di Trump. Tutti i discorsi a partire dalla spirale del silenzio alle minoranze rumorose fino ad arrivare alle elezioni americane hanno visto ricorrere l’espressione “Opinion Leader”. - mediatori tra sistema dei media e le persone - Opinion leader che ne fanno porta voce - a volte le minoranze rumorose trovano visibilità perché c’è un opinion leader che le appoggia (caso elezioni americane, molti opinion leader, sostenevano Hilary Clinton)
 Un Opinion Leader è un altro oggetto di ricerca e attenzione di questi studiosi che stiamo considerando che analizzano i processi di formazione dell’opinione pubblica. 
 Per dare una definizione di un opinion leader si possono avere due fonti: - il vocabolario: è qualcuno che detiene o il prestigio o i mezzi per influenzare in modo determinante l’opinione pubblica. Qualcuno che evidentemente è in grado di utilizzare i mezzi di comunicazione, o perché appartiene ai sistemi dei media o qualcuno che deve avere anche del prestigio e quindi del riconoscimento (devo essere riconosciuto come qualcuno che sa usare bene i mezzi di comunicazione). - l’oxford businnes Dictionary : qualcuno che appartiene a una comunità, che è un membro influente di un gruppo. Qualcuno che è influente rispetto a una comunità di riferimento, a cui le persone si riferiscono per avere vari punti di vista. ”Influential members of a community, group, or society to whom other turn for advice, opinions and views” Elio Cut ha iniziato a studiare questo. Two step flow of communication(flusso di comunicazione a due stadi): la prima volta che se ne parla Alla fine degli anni 40 ha cominciato a studiare insieme al suo collega . La domanda che si sono posti è “che ruolo hanno i mezzi di comunicazione di massa nell’influenzare le scelte delle persone?”, hanno incominciato a studiare soprattutto gli indecisi (chi doveva scegliere ancora chi votare), iniziando a seguire il loro percorso di maturazione di una scelta, vedendo l’influenza che i mezzi di comunicazione di massa avevano su queste persone. Hanno pubblicato il The People choice nel 1948: che spiega come il votante prende una decisione nel corso di una campagna elettorale, e l’influenza dei mass media sulle scelte di voto dei cittadini americani di Eire County Ohio. Quello che comunicano i media è un processo di appropriazione nell’ambito dei processi sociali. Questo processo di ridiscussione è fondamentale nel modo di costruire l’opinione, dice questa ricerca. Quindi le reti sociali a cui appartengo sono uno strumento di mediazione di quello che dicono i media. - Qualche anno dopo, i due ricercatori dicono: “al di la della politica, succede qualcosa di simile nelle scelte di consumo?in che modo i media mi influenzano?” Iniziano una ricerca nella cittadina di Decatur negli Stati Uniti nelle aree del prodotti di mass market, fashion e cinema, sulle scelte di consumo delle donne di questa cittadina. Subisce lo stesso processo di appropriazione, viene ridiscusso sulla base sociale di quelle di riferimento. Dentro queste discussioni emerge le opinioni degli Opinion Leader, attraverso il processo di costruzione della scelta vengono individuati questi soggetti. SOCIOLOGIA 29 Ottobre 2018 Il leader può:
 - appartenere al sistema dei media giornalisti, testimonial - appartenere al sistema sociale politici, uomini di cultura 
 
 Ma:
 è sempre un leader d’opinione per uno specifico gruppo di persone 
 Il leader d’opinione ha:
 
 - non è detto che un opinion leader ha uno status socio- culturale sempre superiore ai “gregari”, sono alla pari con gli altri (sono persone comuni)
 —> esistono dei leader d’opinione orizzontali
 - non corrisponde sempre alla stessa tipologia di persona (varia al variare dei temi) —> leader d’opinione “informale”, cioè che variano al variare dei temi di discussione
 
 Nei social ci sono entrambi i tipi di opinion leader. • Twitter:
 Luogo in cui è stato studiato il fenomeno del two step flow of communication
 
 Prima ricerca pubblicata nel saggio Who says what to whom on twitter (2011)
 Si sono accorti che c’erano dei soggetti che costituivano nodi più fitti di comunicazione, le informazioni circolano in twitter attraverso degli intermediari.
 La maggior parte di questi intermediari non appartengono alle élite (blogger, giornalisti…) ma sono utenti comuni. 
 Tuttavia non sono esattamente uguali a tutti gli altri in quanto sono esposti a più fonti mediali degli altri utenti; hanno più follower degli altri utenti e sono più attivi degli altri. Altro articolo : Measuring user influence in twitter: The million follower fallacy (2010) 
 - L’influenza in twitter ha almeno tre dimensioni:
 1. Indegree influence - pololarità: rappresentata dalla quantità di follower di un utente. Indica direttamente la dimensione dell’audience che è in grado di raggiungere la popolarità
 2. Retweet influence: legata al numero di retweet che un soggetto è in grado di generare. Indica l’abilità di generare contenuto con un valore aggiunto 
 3. Mention influence: dimensione legata alla reputazione, la quantità di volte che una persone viene citata all’interno di un altro tweet. Indica l’abilità di un certo utente di ingaggiare gli altri nella conversazione. • Malcolm Gladwell ha pubblicato un libro del nome The Tipping Point :
 Ha individuato 3 diversi tipi di leader, che sono in grado di spingere diversi tipi di SOCIOLOGIA 29 Ottobre 2018 contenuti in modo virale:
 1. Connettori: persone che hanno un’ampia rete di connessioni e fanno stare insieme le persone
 2. Esperti: procacciatori di informazioni, risolvono i problemi e forniscono risposte. Hanno la capacità di dormire queste informazioni in modo che vengano disseminate e diffuse rapidamente.
 3. Persuasori: leader carismatici in grado ci catalizzare il consenso SOCIOLOGIA 31 Ottobre 2018 Da metà degli anni 80 si iniziano a mettere in discussione alcuni aspetti della teoria degli usi e gratificazioni. In particolare l’eccessiva attenzione posta sui singoli individui piuttosto che sulle reti sociali. 
 • James Lull sviluppa la teoria degli Usi sociali dei media
 vedere cosa succede se ci si sposta dal singolo al piccolo gruppo sociale, in particolare il gruppo famigliare.
 Lavora presso la San Jose State University.
 Mette a capo due premesse:
 1. i media devono essere guardati come componente dell’esperienza della vita quotidiana, dobbiamo capire che i media vengono usati come uno strumento all’interno della vita quotidiana 
 sono una dimensione dell’esperienza quotidiana, parte del “tessuto generale dell’esperienza” ormai “naturalizzata”.
 2. quando guardiamo i media dobbiamo vedere i contenuti. 
 Doppia articolazione dei media:
 - tecnologia 
 - prodotti simbolici 1. Il metodo: 
 Ricerca etnografica (usa il metodo chiamato etnografico) all’interno di famiglie in relazione alla loro esperienza di visione televisiva. (Inside family viewing - ethnographic research on television’s audiences). Attua: 
 delle interviste;
 osservazione partecipante (non basta l’intervista);
 raccolta di materiali
 1.1 Individua due tipologie di usi dei media:
 
 - usi strutturali : identifica due tipi di usi strutturali 
 1.Uso ambientale. La televisione è considerata parte della struttura dell’ambiente domestico, sono tutti quei usi a cui la televisione viene sottoposta quasi più come tecnologia, che come contenuto. 
 L’uso ambientale non considera il “cosa sto vedendo in questo momento”. Può essere una compagnia durante i lavori domestici delle casalinghe. È un sottofondo perpetuo di comunicazione parlata sul quale costruire scambi interpersonali.
 2.Uso Regolativo. La televisione ha un ruolo di regolatore comportamentale, in quanto scandisce il tempo e l’attività familiare secondo le proprie modalità. La televisione serve per organizzare le attività della giornata (palinsesto strutturato, metà anni 80). 
 
 - usi relazionali tutte le volte in cui la televisione e i contenuti mediali vengono utilizzati per facilitare la relazione tra le persone o come risorsa nell’ambito delle relazioni. Identifica 5 tipi di usi relazionali. La comunicazione ha usi relazionali in quanto facilita la comunicazione.
 SOCIOLOGIA 31 Ottobre 2018 Time binding: un esempio sono tutti quelle culture che si sono sviluppate sulla base di una comunicazione che poneva l’enfasi su ad esempio le scritte sulla pietra. Sono in grado di trasmettere le tradizioni per le generazioni, me per piccole comunità che hanno una limitata estensione dello spazio. Favoriscono inoltre culture stabili, la costruzione della community, il tramandarsi delle tradizioni religiose. Space binding: veicolano informazioni che possono raggiungere il più destinatari possibili nello spazio, ma non permangono nel tempo (non attraverso narrazioni stabili). Favoriscono l’innovazione e il cambiamento, sviluppano coesione a distanza (rispetto alla costruzione di una community stabile nello spazio), favoriscono la nascita degli “imperi. In italia oggi si è orientati verso questo.
 SOCIOLOGIA 5 Novembre 2018 Harold Innis scrive un nuovo libro Empire and communications, che dice che l’evoluzione delle tecnologie di comunicazione sposta il controllo sulla diffusione della conoscenza tra diversi tipi di élite. Chi ha il controllo sulla tecnologia, infatti, controlla la conoscenza e se la tecnologia cambia, cambia anche chi la controlla. Le élite però cambiano nel tempo, dunque cambia il controllo sulla circolazione della conoscenza. Dagli scribi antichi, agli amanuensi medievali, agli editori, ai broadcaster, ecc. Sicuramente il controllo sulla conoscenza appartiene sempre ad una élite limitata, che detiene ed esercita il controllo. Ora però c’è una nuova élite, che si è costruita dal basso → quegli opinion leaders della rete che, grazie alla loro grande attività sui social, riescono a divenire una nuova élite (sempre un’élite, il controllo non è mai davvero del popolo), che si definisce sulla base di competenze tecnologicocomunicative. Sicuramente questa nuova élite ha cambiato anche i contenuti: una serie di minoranze rumorose hanno avuto un grande risalto, che sui media tradizionali non avrebbero ottenuto visibilità. Innis dice che ogni società privilegia il tipo di mezzi di comunicazione che è più sintonico con le direzioni di sviluppo o di consolidamento che sta sperimentando. I media broadcast ad esempio non sono nati a caso nelle società moderne, che avevano un bisogno di unità nazionale (es. la TV che diventa strumento di unione nazionale). Sempre della Scuola di Toronto fa parte Marshall McLuhan, che recupera l’idea che noi diamo forma ai nostri strumenti, e essi danno forma a noi. In sostanza legame strettissimo tra società e tecnologia. Per McLuhan i media broadcast hanno generato un “villaggio globale” → simultaneità temporale del mondo. Negli anni 80 Joshua Meyrowitz scrive “Oltre il senso del luogo – No sense of place”. Lui vuole capire come le tecnologie di comunicazione influenzano la vita quotidiana. Lui recupera i contributi di due autori: da un lato Goffman (perché si parla di vita quotidiana), dall’altro McLuhan (per SOCIOLOGIA 5 Novembre 2018 l’approccio culturale). Secondo lui, le caratteristiche tecnologiche dei media influenzano il modo in cui – in uno specifico contesto sociale – si percepisce e si rappresenta l’asse spazio- temporale. E il modo in cui si percepiscono spazio e tempo modificano la nostra vita quotidiana. Lui quindi parte da McLuhan (tecnologia impatta su spazio e tempo), ma arriva a Goffman (come la percezione mutata di spaio e tempo impatta su ruoli, regole e finalità dell’interazione comunicativa). Meyrowitz sceglie dunque di studiare la struttura delle situazioni sociali e l’impatto dei media su di essa. I media mutano i contesti dell’interazione e le loro dimensioni spazio-temporali e mutano le regole dell’interazione sociale poiché spostano i confini tra visibile e non visibile, accessibile e non accessibile, pubblico e privato. Meyrowitz parla anche di televisione come “secret exposing machine” che permette agli individui e ai gruppi di guardarsi gli uni gli altri in modo in innovativo. Sicuramente i media in generale hanno mutato molte cose: • i ruoli dell’essere (es. il genere maschile e femminile) → i media elettronici hanno dato accesso al backstage di questi ruoli (momenti di comunità maschili/femminili prima celati) e dunque noi abbiamo cambiato il nostro modo di agire il nostro essere maschile, femminile o di gruppo. Es. i reality show mettono in scena momenti di backstage di un genere o di una comunità culturale/etnica. Dunque noi riusciamo a capire i ruoli molto meglio di prima. O per lo meno li immaginiamo in un modo diverso, magari anche fuorviante. • I ruoli del divenire (es. il passaggio all’età adulta) → i media estendono l’accessibilità delle informazioni (discorsi, backstage) relative all’età adulta anche ai più piccoli. E attraverso la pervasività dei media i più piccoli vivono una socializzazione anticipatoria. Es. i teen movies raccontano magari i primi conflitti tra adulti e figli. I bambini vedono questi prodotti e si sviluppano in modo diverso: hanno competenze diverse rispetto a prima. Meyrowitz non critica tutto questo, si limita ad osservarlo. • I ruoli dell’autorità → i media estendono l’accessibilità ai retroscena della vita delle persone che rivestono ruoli di autorità. Questo spesso comporta una diminuzione dello status SOCIOLOGIA 6 Novembre 2018 Negli anni 80 nasce un altro filone di studio; si cominciano a considerare i prodotti dei media come il risultato di una produzione culturale. Le basi di questa idea: L'idea è molto vicina alla cultura antropologica (non è un bagaglio di tradizioni di un popolo, di sapere, ma un insieme di elementi simbolici, materiali come le credenze, conoscenze, che appartengono ad una comunità di persone). A metà degli anni 50, un autore chiamato Parsons ha provato a sistematizzare questa idea antropologica della cultura. Lui identifica 4 aspetti che possono essere riconosciuti come tipici della cultura: Norme: convinzioni condivise, criteri di giudizio riguardanti la vita collettiva (cosa è giusto e cosa è sbagliato nella socialità) Valori: gli ideali (felicità, giustizia), le mete collettive (istruzione, pace, rispetto per la natura), le qualità positive (solidarietà; riguardo per le scienze e le arti) Credenze: convinzioni profonde, i pregiudizi (i pregiudizi partono da condizioni) Simboli: tutto ciò che da un significato agli elementi precedenti (che racconta ed esprime il loro significato, forme attraverso cui una cultura esprime e da significato alle norme, valori e credenze) e che permettono loro di circolare e venire scambiati Parsons afferma che anche dal punto di vista della sociologia, la sfera simbolica (parole, immagini, suoni, rappresentazioni visive, pittura..) è il luogo in cui la cultura si esprime. Alle volte si esprime in prodotti e altre volte in azioni culturali con valore simbolico. L’idea di cultura passaggi: • Statica • Locale • Materiale • Dinamica • Simbolica Con il tempo si comincia a pensare alla cultura come un qualcosa di pratico, un’attività che le persone fanno. I soggetti incorporano una cultura (usano i prodotti culturali per capire come funziona la loro cultura) i soggetti usano i prodotti culturale per produrre identità culturali (chi sono io nella cultura?) Soggetti producono cultura Dunque i soggetti sono attivi. A metà degli anni 80 una sociologa della cultura chiamata Anne Swidler afferma che ci sono specifiche modalità con le quali si genera innovazione culturale. SOCIOLOGIA 6 Novembre 2018 Si ha innovazione culturale quando si prende un codice simbolico già esistete con significato e lo si cambia, il senso viene trasformato. Esempio: lavoro fatto dalla Pop Art da Andy Warhol (prende una scatola di zuppa molto popolare, prodotto di consumo e gli da una lettura nuova: mantiene l’idea che si aun prodotto di massa riconoscibile da tutti ma lo rende un oggetto artistico. Si può fare arte dunque attraverso prodotti popolari della vita quotidiana delle persone). Swildler capisce allora che ciascuno di noi ha una cultura che fornisce una serie di strumenti espressivi che noi usiamo per raccontare delle cose. La cultura è come se fosse una sorta di cassetta degli attrezzi, una collezione di strumenti che si trasformano in mezzi per la realizzazione dell’azione di una performance precisa. Pierre Bourdieu All’interno di una cultura le persone usano i prodotti culturale per raccontare le loro identità. Bourdieu si occupa della questione del gusto, ovvero una facoltà che distingue le persone le une dalle altre e per questo rappresenta un tema sociale. Di fatto, noi attraverso i nostri gusti personali raccontiamo chi vogliamo essere all’interno della società. È anche uno strumento di distinzione, ci permette di distinguerci e di appartenere ad un gruppo piuttosto che un altro. Secondo l’autore il gusto funziona come una bussola sociale; ci orienta verso le pratiche e i beni culturali che sono più affini a noi. Negli anni 80 si campisce che il gusto è molto importante nella nostra cultura. Le preferenze culturali si ramificano, si traducono in stili di vita, atteggiamenti differenti. Bourdieu pubblica ‘la distinzione’, critica sociale del gusto. Lui parte da una ricerca sui gusti culturali dei francesi che fa emergere che esiste un rapporto tra classe sociale e gusto. La classe sociale però è caratterizzata da tre aspetti, capitali: Economico: disponibilità delle risorse materiali e finanziarie Culturale: si basa sulle competenze di tipo scolastico e su quelle ereditate dalla socializzazione extra scolastica (non si basa solo su quanto si ha studiato, ma è legato anche alle relazioni sociali che si hanno in generale nella vita, fuori dalla scuola). Sociale: la quantità e qualità di reti di relazioni all’interno le quali si è inseriti (possono essere più o meno ricche. Esempio: ci possono essere gruppi sociali con grandi capitali economici ma scarsi dal punto di vista sociale e viceversa). Secondo lo studioso i gruppi che hanno i tre capitali simili, finiranno per sviluppare gusti simili. In ‘popular culture and high culture’ di herbert Gans si mette a fuoco come nei gruppi sociali esista un grado di omogeneità e coerenza a livello di gusti. Ogni gruppo ha propri calori estetici e culturali. SOCIOLOGIA 6 Novembre 2018 Le persone usano la cultura per dividersi all’interno della stessa società in persone con tratti comuni. Nei prodotti culturali che si consumano vi sono anche valori culturali specifici. Lezione XV Le questioni tra media e cultura sono studiate dall’approccio culturale: una sociologia della cultura. Si comincia a pensare che i prodotti mediali non siano solo prodotti di massa, ma prodotti culturali: siamo negli anni ‘80. Ma cosa si intende per cultura? Negli anni 80 c’è un approccio antropologico alla cultura: essa è vista come l’insieme di elementi simbolici (credenze, convinzioni) e materiali (oggetti, prodotti) che appartengono ad una comunità di persone. Nel 1951 Parsons aveva provato a sistematizzare questa idea antropologica di cultura. Individua 4 elementi caratteristici della cultura: • norme: serie di criteri di giudizio che definiscono cosa è giusto e cosa no per una certa cultura • valori: ideali (felicità, giustizia), mete collettive (istruzione, pace, rispetto, ecc.), qualità positive (solidarietà, ecc). Essi variano spesso anche a seconda del periodo storico • credenze: convinzioni profonde, pregiudizi • simboli: tutto ciò che dà un significato agli elementi precedenti e che permette loro di circolare e venire scambiati I prodotti mediali sono in questo senso dei prodotti culturali: essi contengono norme, valori, credenze e simboli, che vengono così diffusi e scambiati. Dunque la “sfera simbolica” diventa il luogo della cultura sia che si esprima in forme e prodotti culturali sia che si esprima in azioni che sono “culturali” in quanto hanno un valore simbolico. È un approccio sociologico alla comunicazione. Secondo Raymond Williams ad esempio pensa che i prodotti culturali servano a creare culture di gruppo. Secondo lui ad esempio “La musica pop è usata dai gruppi giovanili per affermare la loro identità”. La cultura è un processo di continua trasformazione e innovazione. Negli anni 80 si arriva ad un concetto di cultura dinamica. Gli usi che facciamo dei prodotti culturali e i prodotti culturali che noi produciamo hanno la capacità di innovare la cultura. Le persone nello specifico: • incorporano la cultura: usano cioè i prodotti culturali per capire la cultura di cui fanno parte • usano i prodotti culturali per produrre identità culturali: usano cioè i prodotti culturali per capire il proprio ruolo nella società. Es. una serie tv rappresenta i giovani in un certo modo. Se io mi riconosco in loro allora trovo la mia identità di giovane nella mia società. SOCIOLOGIA 7 Novembre 2018 Caratteristiche socio demografiche  • Presupposto da cui si parte: persone che presentano diversi profili socio demografici hanno anche diversi bisogni ed aspettative nei confronti di prodotti e servizi: gusti.  • vi sono una serie di variabili: le persone vengono di fatti divise in genere, età, reddito, istruzione, occupazione, provenienza geografica, dimensioni nel nucleo familiare.  Dunque non si analizza più il singolo, ma l’organizzazione sociale per intero.  Le classi di età rappresentano un elemento cruciale; i demografi hanno segmentato la nostra vita in una serie di piccole fasce ristrette: • infanzia  • Tweens  • Teens  • Giovani  • Giovani adulti  • Adulti  • Tardo adulti  • Giovani anziani  • Anziani  • Grandi anziani  Sono proprio le fasce demografiche che vanno ad orientare i diversi tipi di gusto.  I gusti culturali sono associati alle classi sociali nei periodi in cui c’è poca mobilita sociale e geografia e quando il tasso di cambiamento è basso. Problema: ci sono delle fasi storiche in cui la gente si muove geograficamente nello spazio, c’è mobilità sociale e alto tasso culturale.  G. Lewis afferma che in questa situazione, ovvero nelle fasi di alta mobilità sociale e geografica, i gusti culturali sono in continua evoluzione per tutto il corso della vita e non sono più correlati con l’origine sociale (non è più sufficiente dire che una fascia demografia a quel tipo x di gusti).  Per questo lui dice che si dovrebbe parlare di classi culturali: gruppi di persone non necessariamente accomunate da parametri socio demografici ma invece unite da stili di consumo culturali analoghi. Bisognerebbe chiamare queste culture ‘culture di gusto’, in cui i membri tendono a scegliere le stesse cose, esprimendo di conseguenza valori comuni. Si sceglie quindi la combinazione più adatta alle proprie esigenze.  Arnold Mitchell  Qualche anno successivo afferma che le persone usano determinati prodotti consumandoli per comunicare agli altri determinate caratteristiche, relazioni collegati ad una serie precisa di valori.  Dalle classi sociali di cui parlava Bourdieu, negli anni 80 si arriva a dire che ciò che conta davvero siano gli stili di vita.  Parti di essi sono costituiti dalle scelte di consumo. Gli oggetti materiali acquistano una maggiore importanza in quanto segnali sottile di identificazione con codici simbolici (attraverso SOCIOLOGIA 7 Novembre 2018 ciò che compre metto in atto il mio stile di vita: scelgo di comprare una bicicletta piuttosto che una macchina costosa per un tot di ragioni).  Gli stili di vita sono l’insieme dei comportamento che noi assumiamo e che raccontano i valori ai quali crediamo.  Diane Crane  Scrive un libro sulla sociologia della cultura nel quale scrive che la stratificazione sembra seguire le distinzioni opache che emergono dal consumo piuttosto che quelle nette dettate dalla produzione. Gli oggetti materiali o la cultura depositata diventano segni di distinzione e di appartenenza.  Inoltre lo spostamento verso le distinzioni di gusto, le differenze negli stili di vita e nelle preferenze di consumo rimanda all’idea di una cultura altamente frammentata.  In seguito si cerca di approfondire maggiormente che cosa sia lo stile di vita.  definizioni principali significative:  • Insieme tendenzialmente unitari di preferenze da un singolo attore sociale o da un gruppo negli ambiti della vita privata e sociale, relativo alle risorse di cui si dispone e riferibile ad un sistema valoriale.  • Il modo in cui soggetti singoli o gruppi scelgono, con tutti i possibili condizionamenti, la loro immagine e i loro comportamenti a seconda delle loro caratteristiche culturali e personali, ai modelli di riferimento e alle disponibilità finanziarie.  • Lo stile di vita racconta com’è fatto il sé: ad esempio il modo di vestire e di abitare, il cibo, gli spettacoli, attività della vita quotidiana. I prodotti culturali che si cercano di consumare sono degli accessori rituali, in quanto viene loro attribuito un valore simbolico, che potrebbe cambiare nel tempo (in base ad un determinato contesto culturale, periodo storico).  Nell’ambito della cultura di gusto noi usiamo oggetti come segni di qualcosa attribuendo loro un valore differente (esempio: uso la borsa di stoffa per fare la spesa perché quella di plastica inquina. Questa è un’abitudine che si è diffusa negli anni recenti, anche se in realtà già prima erano esistenti borse in stoffa / i tatuaggi: hanno perso valore simbolico; nel passato erano indice di esperienza vissuta, oggi si hanno principalmente per moda, sono più diffusi) -> i gruppi sociali desemantizzano e risemantizzano il significato di alcuni consumi facendoli rientrare in un sistema di segni.  Segmentazione psicografica  Dalla fine degli anni 80 si cerca di individuare nel contesto sociale delle caratteristiche legate allo stile di vita che permettano di segmentare e sistematizzare la popolazione.  La segmentazione psicografica si basa sullo stile di vita, espressione multidimensionale delle caratteristiche e del comportamento dell’individuo come singolo e come membro di una comunità.  Rilevanti appaiono essere le attività come i propri interessi, come viene impiegato il proprio tempo libero, le opinioni (valori e convinzioni) dell’utente.  SOCIOLOGIA 7 Novembre 2018 Una delle società di ricerca di mercato più importanti in Italia negli stessi anni ah creato una mappatura degli stili di vita: la sinottica. Ogni anno vengono fatta 5000 interviste ad un campione rappresentativo di persone over 14.  A partire dalle interviste hanno identificato una serie di valori.  • Asse dell’integrazione sociale: appartenenza ad un gruppo, dimensione etica, socialità  • Asse dell’innovazione sociale: capacità di adattamento, concentrazione su di sé In seguito sono stati distribuiti sulla mappa una serie di soggetti diversi i posizioni differenti.  Vi sono:  • le elite • Stili di vita femminili orientati alla dimensione sociale: valori più legati alla riflessione • Stili di vita maschili orientati alla realizzazione personale: valori più legati all’azione  La stratificazione viene poi analizzata maggiormente in modo più preciso (ad esempio le elite si dividono in maschili e femminili).  Questa ricerca mostra in modo approfondito l’organizzazione della società con i propri valori e consumi. SOCIOLOGIA 12 Novembre 2018 Decodifica negoziale: non pone in discussione il codice dominante, ma si oppone a tale codice elaborando delle definizioni particolari Struggle for meaning : resistance-incorporation
 Vengono posti da un lato l’industria culturale, dall’altra i pubblici David Morley analizza l’influenza che il contesto - e i tratti identitari - esercitano sulle pratiche di ricezione. Come i gruppi sociali interpretano lo stesso programma televisivo
 - professione, genere e generazione influenzano i gruppi di riflessione, vedere se interpretano in modo simile lo stesso programma - verifica la tenuta dei modelli di decodifica proposti da Hall Sceglie un programma molto significativo, “Nationwide”(1980) dell BBC. 
 Ipotesi: gli stessi programmi sottoposti a pubblici differenziati per caratteristiche socio demografiche producono letture: 
 - dominanti (incorporation) 
 Termini, argomentazioni, priorità e temi sono gli stessi indicati dai produttori 
 - si hanno quelle resistenti (resistance- oppositiva) quando: 
 Termini, argomentazioni, priorità e temi sono diversi da quelli indicati dai produttori 
 
 Risultati: individua tre tipi diversi di lettura: 
 1. lettura dominanti (incorporation)
 - Manager, professionisti etc. 
 Le persone che appartengono a queste classi sociali esprimono il riconoscimento di una conformità del senso comune, l’interpretazione del programma e della realtà rappresentata è conforme con il senso comune. 
 2. letture negoziate
 - Sindacalisti, soggetti impegnati nella politica L’interpretazione del programma e della realtà rappresentata è ritenuta conforme al “senso comune”. Si scollano dal racconto di alcune problematiche precise (es. questioni legate alla disoccupazione, la loro competenza su alcuni temi fa avere una lettura negoziale. Ci si identifica nel “noi” della lettura del programma. 3. letture oppositive
 - Commessi, studenti, neri
 L’interpretazione del programma e della realtà rappresentata è ritenuta “di parte” ritenendo che è il punto di vista solo di una parte della popolazione con cui loro non si preoccupano, per tanto rifiutano questo modello di racconto. Non si identificano nel “noi” proposto dal programma e rifiutano l’ipotesi di costruire un “noi” nazionale. 
 
 Espressione con cui traduce questa cosa che ha scoperto è :
 “Dovremmo ultimamente pensare all’audience dei media non tanto come una massa indifferenziata di individui, ma come una complessa struttura di individui socialmente organizzati in numero indefinito di sottogruppi e subcultura ciascuna delle quali ha la sua storia e le sue tradizioni culturali (e le sue chiavi di interpretazioni culturali)” - David SOCIOLOGIA 12 Novembre 2018 Morley dimostra che quello che aveva mostrato Stewart Hall regge. 1983 
 Soap operas sono oggetto di studio.
 È un prodotto che circola a livello mondiale. Verso la metà degli anni 80 questi programmi cominciano ad avere una circolazione globale, diversamente da Nationwide, che era un programma solo inglese. 
 Ci si comincia a chiedere se le appartenenze culturali a più ampio raggio hanno un’influenza anche loro sul tipo di decodifica/interpretazione che viene fatta sui prodotti culturali. Ci si chiede se questi prodotti culturali cercano tutti allo stesso modo, se effettivamente si può parlare di imperialismo culturale, o se in questa diffusione a livello mondiale entrano in gioco delle variabili.
 Viene analizzata l’influenza di appartenenze culturali (etniche) hanno sulla decodifica. 
 Elihu Katz scrive un libro dal nome The Export of Meaning (1986) :
 Oggetto: processi di comprensione della fiction tv Dallas, e verificare se l’appartenenza culturale delle persone che vedono questo programma in realtà ne influenzi l’interpretazione della cultura.
 Ipotesi: le persone coinvolgono al loro esperienza culturale nei processi di attribuzione di senso e nel fare ciò cercano sostegno e conferma negli altri, nei rapporti interpersonali e nei gruppi sociali di appartenenza. 
 Metodo: fanno una ricerca qualitativa con la tecnica del focus group. Il moderatore sottopone a tutti e 8 le stesse domande e analizza come le persone elaborano la risposta. Ogni gruppo è costituito da più coppie legate tra loro da rapporti di amicizia e appartenenti alla stessa etnia, scelgono quindi dei gruppi omogenei, alla fine vedono come il gruppo da la risposta. Soggetti coinvolti: israeliani con lo stesso status socio-economico ma provenienti da paesi diversi. La ricerca viene fatta in Israele solo, in modo tale da prendere delle persone con le stesse caratteristiche ma che vengono da paesi diversi (periodo di grande immigrazione) che si trovano in quegli anni a vivere lì con lo stesso status socio- economico. Dallas: prodotta in america dalla CBS, andata in onda dal 1978 al 1991 ed è stata distribuita in tutto il mondo. È la storia di una famiglia di petrolieri texiani.
 Trama: Jock e Miss Ellie petrolieri texani hanno tre figli maschi: J.R, Gary e Bobby. J.R., il primogenito, è un uomo senza scrupoli infelicemente sposato a Sue Ellen Shephard, ex Miss Texas…. Risultati della ricerca: SOCIOLOGIA 12 Novembre 2018 Queste tre provenienze culturali influenzano il modo con cui viene letta la Soap, differenziano il modo di interpretazione dei temi cruciali del racconto, in particolare: -Ebrei di origine marocchina:
 interpretavano Dallas come un’opera sui legami familiari sulla difficoltà della vita familiare
 - Ebrei di origine russa:
 interpretavano Dallas come una dura e puntuale critica al capitalismo e al modello di vita conseguente
 - Ebrei nati in Israele: vedevano Dallas come una pur opera di intrattenimento che non rifletteva una realtà sociale realistica Queste persone hanno una lettura diversa a seconda della loro cultura di origine. Esistono quindi differenze tra i diversi gruppi etnici nei processi di attribuzione di senso e questi processi hanno una valenza sociale.
 I membri di ciascun gruppo si sostengono a vicenda nella comprensione e interpretazione soprattutto nel caso di decodifiche alternative, le quali si concentrano sui temi centrali della storia (es. successo, ricchezza) che sono valori con riferimento ai modelli di comportamento e agli orientamenti di valore propri della cultura di appartenenza.
 I riceventi si rivelano soggetti competenti e selettivi che rispetto alla selezione e valorizzazione dei temi.
 I risultati di questa ricerca confermano che l’approccio encoding e decidono è fondato sulle ricerche empiriche e mette in discussione l’approccio dell’imperialismo culturale. In parte un elemento di uniformità esiste ma è anche vero che i prodotti sono soggetti di un processo di appropriazione che è diverso da paese in paese, e quindi l’influenza che questi prodotti hanno sulle diverse culture non è uguale. Si comincia quindi a porre l’attenzione sulla localizzazione, intesa come processo di ricezione. Introduzione di una nuova diversa lettura dell’imperialismo culturale. Le linee di cambiamento • Nuove audience dei media
 - la convergenza impone un ripensamento sul significato dell’espressione “consumare i media” (su cui si basano marketing e programmazione)
 Da audience nazionali a audience transnazionali. Da prevedibilità e stabilita a audience migranti e instabili. Non si pensa più a utenti individuali ma si pensano a utenti socialmente connessi (in molti gruppi).
 Si pensano a audience pensate come attive, che prendono in mano i media e agiscono in modo “rumoroso e pubblico”, non più accondiscendenti. Infine ci si sposta dalle audience che erano fedeli al network w al medium, fino ad arrivare a quelle fedeli al contenuto e al brand.
 
 Man mano la definizione di audience, il modo di pensare il pubblico si arricchisce di SOCIOLOGIA 12 Novembre 2018 Narcisismo 
 Le persone agiscono come se fossero guardate, come se fossero di fronte a una immaginaria audience.
 In una società narcisistica la parte intima del sé, i sentimenti, le emozioni sono al centro dell’interesse (Abercrombie & Longhurst) Per rendere il mondo sociale uno spettacolo, le persone devono essere incitate, motivate, per mettere in atto performance. Sollecitate nel loro narcisismo, vengono sollecitata ad essere sempre più performative.
 In un contesto in cui sempre più persone si vedono come perforare osservati da altri; il narcisismo è la cura del se come spettacolo. Audience performative 
 1. È performativa l’audience che per una spinta narcisistica cerca di entrare nel mondo dei media in cerca di visibilità, in cerca di audience. 2. È performativa l’audience che si immedesima nel programma televisivo o nel personaggio, attraverso meccanismi di identificazione e proiezione 3. è performativa l’audience che condivide con gli altri racconti delle storie mediali, per come le ha vissute rispetto al proprio contesto sociale e culturale, per come utilizzerà queste narrazioni per creare relazioni con altri 
 Dialettica che si è formata intorno ai media è : se entro a far parte delle performances o no
 SOCIOLOGIA 14 Novembre 2018 Lucca Comics&Games
 Nasce come festival del fumetto 
 Cosplay come performatività individuale
 Espressione dell’identificazione con una comunità immaginata, il loro vestirsi come un personaggio dei fumetti /giochi preferiti è anche espressione di essere parte di una comunità, di cui alcuni partecipanti le danno vita. È anche presente una composizione di contenuti mediali, il Lucca Comics come oggetti di produzioni video bottom up. Espressione di Petty Producers identificabili con la figura degli YouTubers. Il Lucca Comics non è solo luogo di performances individuali, non solo occasione di produzione dal basso di video ecc, ma è anche un momento in cui la città di Lucca viene ri-semantizzata. (Flash mob come semantizzazione dello spazio). 
 Performatività attraverso le parte e i flash mob. 
 Ogni anno il 4 Maggio (giorno in cui è uscito il primo episodio della serie) viene celebrato lo Star Wars Day.
 È un evento che genera un altro tipo di produttività da parte delle audience, c’è un profilo Facebook dedicato allo Star Wars Day, che cerca di mantenere connessa la rete di persone. - Anche in questo caso si tratta di audience produttive. - È presente anche la componente performativa. - Trasversalità: mediale-materiale SOCIOLOGIA 14 Novembre 2018 SOCIOLOGIA 20 Novembre 2018 
 Social media logic - Van Dijck 
 La pervasività dei social media introduce delle logiche nuove che influenzano il contesto sociale come le media logic, perché continuiamo a vivere in un contesto sociale altamente mediatizzato. 1. Prima logica: PROGRAMMABILITÀ 
 Le piattaforme non sono ininfluenti, influenza quello che andiamo scrivere, comunicare, sollecita certi tipi di contributi e il flusso di comunicazione e informazione. La comunicazione attraverso queste piattaforme è una comunicazione che è influenzata dalle interfacce e la dimensione tecnologica degli strumenti. Modella quello che le persone ci fanno: principalmente le interfacce e gli algoritmi
 <<la capacità di una piattaforma di sollecitare e guidare i contributi creativi o comunicativi degli utenti, mentre gli utenti, attraverso le loro interazioni con questi ambienti codificati possono a loro volta influenzare il flusso di comunicazioni e informazioni attivati dalla piattaforma>> (Van Dijck, Poell 2013, p.5) 2. Logica della POPOLARITÀ
 I social media vivono sulla logica della popolarità, quello che è più popolare è più visibile, la popolarità è estremamente premiante. (es funzionamento degli algoritmi, io vedo i post dei miei amici che hanno avuto più like o condivisioni). I contenuti che vengono premiati con una maggiore visibilità sono i contenuti più popolari. Le forme in cui si esprime sono molte. 
 Indice di popolarità dei singoli utenti o dei singoli contenuti premiato con una maggiore visibilità. La popolarità <<anche se non ha relazione con verità, affidabilità. qualità viene equiparata a esse>>: principio di acclamazione, quindi ci si chiede di esprimere una popolarità emotiva, di impulso. La pressione a esprimere apprezzamento, a condividere è però un elemento che determina la gerarchia dei contenuti, perché quello che si vede è quello che “ha ottenuto più like”, quindi più Fase della pre- mediatizazione Fase della mediatizzazione Fase dell’auto- mediatizzazione Fonti informative Esperienze personali e comunicazione interpersonale Media di massa Internet, media personali ed esperienze personali Autonomia dei media Prevalente dipendenza dei media dalla politica Prevalente indipendenza dei media dalla politica o collateralismo Prevalente indipendenza dei media dalla politica e crescente dipendenza dei media e della politica dalle corporations globali della tecnologia e di Internet - 
 
 Pratiche dei media Contenuti prevalentemente orientati alla logica politica Contenuti prevalentemente orientati alla logica dei media Contenuti prevalentemente orientati alla logica del network (algoritmi, diffondibilità e microtargeting) SOCIOLOGIA 20 Novembre 2018 adesione. La logica della popolarità viaggia su queste due tendenze: pressione ad esprimere la propria adesione; quello che più riceve sale nella qualità 3. Logica della CONNETTIVITÀ 
 Promuove la necessità di essere connesso in rete con altre persone. Le reti si formano sulla base di <<alleanze strategiche o comunità che partono da iniziative degli utenti>> oppure sulla base di << tattiche di formazione automatica di gruppi (ad esempio <<i gruppi cui potresti essere interessato>>) o suggerimenti personalizzati (<<le persone che hanno acquistato questo hanno acquistato anche… >>). Il tipo di connettività che viene aumentata dagli algoritmi su cui si basano i social, è una connettività per interessi. La social media logic privilegia un aspetto (es. interessi in comune di persone) 4. La DATAFICATION
 Trasformazione di buona parte degli aspetti del mondo in dati. Dati che vengono estratti direttamente dalle attività degli utenti e dagli interessi espressi (nel rapporto con le piattaforme social noi siamo produttori di dati) . È una forma di sorveglianza (aspetto culturale) sulle opinioni, discussioni, temi di interese degli utenti che condividono informazioni su di sé attraverso i social media. La datafication ha anche una dimensione economica. Dati come bene di scambio. Ha anche una dimensione sociale, la sorveglianza può essere di tipo politico. 
 SOCIOLOGIA 21 Novembre 2018 Le due responsabili dell’approccio dello studio dei social media sono Van Dijck e Papacharissi
 Social media devono essere guardati da due punti di vista: • Papacharissi parla di spazi socioculturali (2009) • Van Dikck parla di artefatti tecno-socio-culturali (2013) 
 Obbiettivi: - studiare i social media come forme di comunicazione tipiche di una cultura - studiare logiche proprie della comunicazione attraverso i social media che sono espressione e al contempo contribuiscono a modellare la cultura contemporanea o più specificamente, la cultura connessa Entrambe ritrovano le radici dell’approccio culturale allo studio dei social media, riprendono tutto il filone di studi che parte da McLuan ecc… (filone di studi culturali sui media).
 Interessa a entrambe il fatto che i media influenzano gli spazi, tempo ecc.. hanno quindi un impatto dal punto di vista culturale, co-modellamento tra come è evoluto internet, il contesto socio culturale in cui si sono sviluppate, e il fatto che queste piattaforme cambiano qualcosa all’interno della nostra società e nella cultura. Papacharissi riprende esplicitamente l’approccio di Meyrowitz e suggerisce che l’espressione <<trasformazione della geografia situazionale della vita sociale>> (1985) quello che lui guardava negli anni ottanta dicendo che : i media trasformano trasformano il pensiero, questo vale anche per i social media. Papacharissi dice che i social media devono essere considerati come architetture, basate su una struttura, design e una dimensione organizzativa (che comprende anche il modello economico), che disegnano specifiche situazioni comunicative e abilitano particolari modalità di interazione.
 Questo influenza il nostro modo di interagire, comunicare, vivere situazioni sociali, modo che mira a guardare gli effetti della presenza della cultura sulla società. Queste modalità hanno una funzione modellante rispetto alle pratiche degli utenti : ci aiutano a gestire le situazioni comunicative in un certo modo e noi questo modello lo portiamo anche fuori dagli spazi “social” = funzione modellante, ci guidano ad agire e questa abitudine ad agire viene riportata all’interno della vita quotidiana. Modellazione reciproca, noi contribuiamo a modificare la piattaforma con i nostri usi, ma contemporaneamente la piattaforma modella i nostri modi di agire.
 Vengono sempre considerate come oggetto di negoziazione nell’ambito dell’interazione tra individui, tecnologie e il più ampio contesto sociale. Quello che le piattaforme social propongono come modello sono :
 - modelli di auto-presentazione - agiscono come modelli nel modo in cui noi coltiviamo ed esibiamo i nostri gusti - offrono bilanciamento tra pubblico e privato SOCIOLOGIA 21 Novembre 2018 • auto-presentazione: strumenti per presentare noi stessi • coltivazione ed esibizione dei gusti • bilanciamento tra pubblico e privato • situazioni sociali e comunicative più o meno vincolate a seconda della piattaforma Per quanto riguarda la presentazione del sé, il design delle piattaforme è vincolante nella definizione della strumentazione espressiva a disposizione degli utenti per costruire la propria rappresentazione identitaria. L’immagine è divenuta su quasi tutti i social lo strumento principe dell’auto-presentazione. Questo perché si è verificato un comodellamento: la nostra società ha ormai adottato, sia fuori sia dentro i social, l’immagine come principale strumento di narrazione, di sé e non solo. Ormai quando dobbiamo raccontare qualcosa molto spesso usiamo una foto. Su questo, hanno avuto un impatto i social? Sicuramente. Ma è stato un comodellamento, tra società e mondo social. Ormai anche i vari eventi pubblici sono costruiti in modo che siano rappresentabili attraverso le immagini. Per quanto riguarda l’identificazione culturale e la coltivazione ed esibizione dei gusti...abbiamo già detto dell’importanza delle culture di gusto. E anche le piattaforme ci offrono strumenti diversi per la coltivazione e esibizione dei gusti: i like, la condivisione, i gruppi Facebook, gli hashtags… Tramite questi strumenti gli utenti si dichiarano parte di una cultura di gruppo. In questa nuova geografia situazionale della vita sociale, cambiano i rapporti tra pubblico e privato. Papacharissi dice che le piattaforme social in questo senso sono spazi ibridi: c’è una compresenza di pubblico e privato, che sono costantemente mescolati e devono essere gestiti in contemporanea. Questo è frutto del comodellamento tra situazioni sociali mediate e non mediate, in cui la distinzione tra pubblico e privato si è decisamente assottigliata. José Van Dijck parla dunque di una “cultura connettiva”, in cui ricopre un ruolo importante il sistema dei media connettivi, che influenzano le attività sociali e la forma che assumono le relazioni tra persone o gruppi. Per quanto riguarda i media connettivi gli elementi in gioco sono: • le caratteristiche tecnologiche • le interfacce • gli usi degli utenti • i discorsi sociali prodotti dai media e dagli utenti stessi • i modelli economici delle diverse piattaforme E qui arriviamo alla social media logic, che citavamo nella lezione precedente. • Programmabilità • popolarità: i social media premiano la dimensione della popolarità. Chi è più popolare è più visibile e “di qualità”. Ma la popolarità sui social è espressa da like, SOCIOLOGIA 21 Novembre 2018 condivisione, commento...quindi è una popolarità espressa attraverso la reazione impulsiva, l’acclamazione. Non è una popolarità sedimentata nel tempo. È qualcosa di momentaneo, che raccoglie adesione emotiva momentanea. È questo che muove la popolarità nei social media. Nel contesto sociale cosa ritorna di questa logica? Che noi abbiamo incorporato il fatto che seguito e popolarità sono segnali importanti di qualità e ciò che è seguito finisce “in agenda”. Noi ormai valutiamo positivamente la capacità di generare un consenso immediato (pensiamo alle reazioni della critica cinematografica: ormai si è entusiasti o furiosi subito! E le opinioni non si sedimentano più. Ciò che è popolare è bello. Punto.) • connettività: c’è un costante bisogno di condivisione di gusti ed interessi, per essere connessi alle persone che ci circondano. Pensiamo anche alla dimensione della recomendation: es. Tripadvisor, ossia una community di viaggiatori che si recensisce reciprocamente le cose… Siamo sempre connessi agli altri, si cerca aiuto nella community e ci si sente parte di un gruppo • datafication: secondo José Van Dijck essa è il fatto che i social tendono a tradurre buona parte dei nostri comportamenti, scelte, movimenti, azioni, attività...in dati. Gli utenti sono costanti produttori di dati. Tutto ciò che noi facciamo lascia una traccia (digital footprint) che viene utilizzata dalle piattaforme. La datafication ha un aspetto culturale e uno economico. Quello culturale è che ci si addentra in una dimensione di sorveglianza continua (questo aspetto attira parecchie critiche, ovviamente). Quello economico è che le piattaforme sono in grado di tracciare i nostri interessi e di inviarci un certo tipo di pubblicità, su cui loro guadagnano molti soldi. Questi dati sono dunque soprattutto un bene di scambio: sono la possibilità di profilare l’utente. E c’è ancora un aspetto sociale: non oggi, non qui ma questi dati potrebbero essere usati anche per una sorveglianza politica e giudiziaria. Cos’è l’audience? Sonia Livingstone (London School of Economics and Political Sciences) dice che il termine audience fa riferimento all’ascolto e alla visione. Ma con i social anche questo aspetto è cambiato: non abbiamo più davanti spettatori, ma utenti, users, che svolgono attività complesse su una piattaforma. Essi sono coinvolti su diversi piani dell’engagement. L’audience era il prodotto di un certo sistema dei media e di un certo tipo di studi sui media. Ora invece il rapporto che i media digitali hanno con le persone va indagato a partire dalla vita sociale. Noi dobbiamo studiare come le persone concepiscono i diversi media e che valore esse danno ad essi. Le audience sono persone che combinano il sistema dei media in un certo modo, spesso diverso gli uni dagli altri. Adesso ognuno si crea il proprio sistema dei media, combinando social, internet, tv, teatro, cinema...in modo personalizzato. Culture partecipative SOCIOLOGIA 21 Novembre 2018 Le audience fruiscono i contenuti, ma ormai producono contenuti. E su molte piattaforme sono fruibili contenuti prodotti da audience e industria culturale. Le audience distribuiscono i loro prodotti sulle stesse piattaforme su cui circolano contenuti dell’industria culturali. Si genera una nuova figura: il prosumer (producer/ consumer). Abbiamo un’audience che fa cose: si organizza il sistema dei media, si racconta e produce contenuti. SOCIOLOGIA 4 Dicembre 2018 Le pratiche d'uso: ingresso dell' uso delle tecnologie nella vita quotidiana delle family households Riorganizzazione del tempo e delle sue routines Reciproca influenza delle routines esistenti (anche di consumo mediale) e dell'uso delle tecnologie . Ha generato nuove routine relazionali ad esempio con gli amici e i famigliari Analisi di raccolta di diari d'uso (spazi, tempi e soggetti che condividono il consumo) e focus nelle interviste ai membri della famiglia conversione La riapertura verso l'esterno: le relazioni che il nucleo famigliare ha instituito con la tecnologia vengono investite di un valore simbolico. Costruisco un altro piano di immaginazione. Entrano nelle relazioni comunicative delle family households con l'esterno Analisi di focus nelle interviste ai membri della famiglia; accolta di auto-produzioni 7EB7A357-C20B-43BA-AAD9-B2739709227B-1-2048x1536-oriented.png audiweb Organismo che quantifica gli ascolti televisivi, sia in termini assoluti sia in termini di percentuale. (3 milioni di spettatori della trasmissione : termini assoluti, 35% termini di percentuale). Come misura gli spettatori ? Dispositivi collocati nelle case di un campione rappresentativo della popolazione italiana, che accetta di essere misurato. Per auditel basta che la trasmissione sia stata guardata anche solo un minuto. Le persone che accettano di essere monitorate devono inviare dei riscontri su ciò che stanno guardando, e in quanti lo stanno guardando. La chiusura di Audiradio 
 Dall’articolo di Rockol: “Il consiglio di amministrazione convocato per oggi, 21 giugno, non ha cambiato le carte in tavola né è riuscito a raggiungere una posizione di compromesso. E così, a seguito della mancata approvazione del bilancio 2010 da parte dei soci “dissidenti” (RTL 102.5, RDS e gruppo Finetico), si è arrivati a quello che per molti era il “worst […] • Dal 1988 Audiradio rilevava gli ascolti radiofonici attraverso interviste telefoniche agli ascoltatori, ad un campione rappresentativo della popolazione italiana. • Nel 2009 sperimenta una nuova modalità di rilevazione: il panel (si chiama così perché ciclicamente intervistano sempre loro, invece si chiama campione quando intervistano le persone una sola volta) a cui chiedono di compilare dei diari, i quali dovrebbero integrare e poi sostituire la vecchia metodologia. 
 Sostituzione dell’intervista telefonica con questi diari. Le persone che devono costruire questo campione rappresentativo sbagliano . • 2010 alcune radio si accorgono che c’è qualcosa che non funziona, diminuiscono i dati di ascolto. In questo anno Audiradio dichiara: “Distorsioni emerse nella composizione del campione, 4 gruppi - uno per periodo di rilevazione - di 3.600 persone incaricati di annotare quotidianamente in un diario le proprie abitudini radiofoniche (emittenti ascoltate, durante e luogo dell’ascolto, tipi di apparecchi utilizzati per la ricezione )” (Comunicato stampa) 
 SOCIOLOGIA 4 Dicembre 2018 Le irregolarità riscontrate nel sistema, ammette Audiradio, sono tali da indicare l’attendibilità dei dati di ascolto rilevati. “Pertanto”, aggiunge il comunicato, “anche i primi dati Panel Diari comunicati dall’ente relativamente al primo trimestre 2010 risentono di queste anomalie e quindi non vanno considerati come dati attendibili”. Fino al 2011 la radio ha viaggiato senza dati di ascolto, si è mossa a seguito l’organizzazione chiamata RadioTer (Tavolo Editori Radio) Radio TER 2019 è costituita da due indagini (la sigla indica le indagini di mercato fatte sulla base di interviste telefoniche), entrambe condotte mediante interviste telefoniche, sia su telefoni fissi che mobili, con metodo CATI e basate su campioni nazionali rappresentativi dell’universo di riferimento (individui presenti sul territorio italiano di almeno 14 anni di età). - Hanno un’indagine principale, che sono 120.000 interviste all’anno, realizzate dagli Instituti GfK Italia srl e Ipsos srl su campioni equamente suddivisi, che produce per tutte le emittenti iscritte le seguenti metriche: o ascolto nel quarto d’ora medio e durata dell’ascolto, quanti sono gli ascoltatori nel giorno medio e quanti sono gli ascoltatori nei 7 giorni. - Indagine parallela, è basata su 20.000 interviste annuali, realizzata dall’Instituto Doxa spa, è un’indagine di controllo, che permette di alimentare le modellistica di creazione della coperture dinamica a 4 settimane. Indagini più di approfondimento, e meno di monitoraggio (ex. altri consumi, preferenze, caratteristiche socio demografiche). Tutti questi dati sono soggetti ad una elaborazione statistica, i quali finiscono in un Data Base chiamato Nastro di pianificazione, e a livello di singola emittente i seguenti dati sono integrati anche con i dati dell’Indagine Principale. 
 Audipress. Società che si occupa della rilevazione dell’audience dei prodotti a stampa (quotidiani, magazine) Fornire i dati di lettura e informazioni sui lettori per i principali quotidiani e periodici in italia. I dati dell’indagine vengono elaborati quella base delle interviste, relative ai quotidiani e un altro set relativo ai periodici. Dal 2017 hanno mescolato le due pratiche, facendo un’intervista unica, chiedendo complessivamente il consumo di quotidiani e periodici. Audiweb È l’organismo super partes che rileva e distribuisce i dati di audience di internet in Italia, offrendo al mercato dati obbiettivi, di carattere quantitativo e qualitativo, sulla fruizione del mezzo. Audiweb è un Joint industry Committee, un organismo partecipato dalle associazioni di categoria che rappresentano gli operatori del mercato: Fedoweb (50%), associazione degli editori online. UPA Utenti Pubblicità Associati (25%), che rappresenta le aziende nazionali e multinazionali che investono in pubblicità e Assap Servizi s.r.l. l’azienda servizi di AssCom (25%), associazione delle agenzie e centri media operanti in Italia. Servizi di accesso—> Planning tool: punto di arrivo per Audiweb, dove possono organizzare la loro attività. Fonti: una ricerca di base (Auditel/Audiweb), non rinuncia a fare dei cicli di interviste trimestrali. Questo ciclo di interviste serve a capire chi sono gli utenti, da quale dispositivo si connettono, e questi contribuiscono a costruire il secondo livello che è il Panel. 
 SOCIOLOGIA 10 Dicembre 2018 Il sistema di rilevazione tramite i big data servono a descrivere l’udienza quotidiana settimanale dei siti. Per profilare gli utenti hanno deciso di utilizzare il big data provider (per Audiweb per ora i big data vengono solo da Facebook). Le fonti alla base del sistema audiweb La metodologia Audiweb 2.0, sviluppata in partnership con Nielsen, è basata su tre fonti di dati. […] 
 Le persone che fanno parte del Panel sono 30.000 che hanno dato l’ok per l’installazione sul loro pc. Panel su tablet e smartphone hanno preso persone dai 18 anni in su, che raccoglie il consumo del web e delle app, poi ci sono le persone che hanno il panel su tutti i dispositivi. Sistema censuario: tutti i siti che aderiscono hanno i loro tag. Audiweb ha selezionato facebook come partner che fornisce dati, come il più affidabile per profilare i dati relativi a genere ed età. Il passaggio di dati tra le fonti coinvolte prevede il trasferimento e l’elaborazione di codici criptati e anonimizzati al fine di attribuire ai contenuti un’audience di pubblico attraverso dati statistici aggregati solo per “age and gender”. Ripasso Libro di Colombo 1. Conoscere definizione di sociologia—> saperla collegare alla definizione generale di sociologia Idea di sociologia come studio di relazione tra gli uomini (Comte, Simmel) 
 Weber: la comunicazione è uno delle forme dell’agire sociale…” Comunicazione come strumento per costruire la nostra realtà sociale 2. Comunicazione interpersonale 
 Questione dei ruoli, contesti e fiducia. Tutti e tre hanno delle ricadute rispetto al sistema dei media, indice 2.1 - Definizione di ruolo, all’interno della comunicazione entra in gioco il sé particolare dell’individuo, cosa lo distingue dal sé totale <<insieme delle norme e delle aspettative che convergono su un individuo in quando occupa una determinata posizione in una più o meno strutturata rete di relazioni sociali>> 3. Discorso Mind, self and society , I-me= self 
 perch entra nella comunicazione interpersonale - Come si crea e si fonda il ruolo, il processo attraverso cui si crea e riconosce, riprendendo Simmel: Dimensione della tipizzazione, che si basa su delle competenze che abbiamo, individualizzazione (saperlo riconoscere), assunzione di una posizione sociale. - a cosa serve il ruolo: fa parte della dimensione normativa dell’interazione comunicativa - interpretazione del ruolo - conflitti di ruolo e tipologie di ruolo - come si apprende il ruolo —> si arriva al ruolo dei media 
 Socializzazione: familiare e scolastica, mediata, gruppi sociali di riferimento (dall’agire imperfetto dei bambini si passa all’acquisizione…) - macro- contesto 2.2 I contesti Parte dall’intenzione di Goffman In che modo è stato schematizzato il concetto di situazione comunicativa, quali elementi ne fanno parte. Definizione della situazione - negoziazione.