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Sociologia della comunicazione - Vittadini, Schemi e mappe concettuali di Sociologia Della Comunicazione

Appunti del corso A.A. 2020-21

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2019/2020

Caricato il 16/05/2022

VincenzoBognanni
VincenzoBognanni 🇮🇹

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Scarica Sociologia della comunicazione - Vittadini e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Sociologia Della Comunicazione solo su Docsity! SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE LEZIONE 1. 05/10/20 COSA RAPRESSENTANO I media in Italia ? Censis: istituto di ricerca che si occupa di monitorare le società di comunicazione. Esso ci dice che sono cresciuti gli italiani che guardano la tv via internet e gli italiani che guardano la mobile TV. Anche se cresciuta la spesa degli smartphone le tariffe dei servizi di telefonia sono calati e si utilizza per social media e ance per la radio. Stanno risalendo i consumi di testate cartacei quotidiani settimanali e libri. • OPINIONE PUBBLICA Che rapporto c’è tra i media e opinione pubblica. Perché i primi studi sul rapporto tra media e società focalizzano l’attenzione su questo, perché negli ambiti di studi il concetto di comunicazione e media è legato all’idea che la comunicazione e media servono a legare la società. Comunicazione ha diverse accezione e radici, nella sociologia comunicazione viene inteso come mettere in comune, come un fondamento del vivere sociale. Cosa mettiamo in come’ mettiamo in comune parole, valori, abitudini, strumenti che ci permettono di vivere in società, parole che raccontano cosa è importante per noi. (il racconto collettivo della realtà sociale) Tutto questo parlarsi produce un senso, un racconto di quello che ci sta attorno condiviso. Noi con le cose che ci raccontiamo con i media costruiamo quello che è il nostro presente ma anche il passato per esempio 11 settembre ecc.. - Walter Lippman uno dei primi studiosi che si occupa di questo tema dell’opinione pubblica. “ciò che l’individuo fa si basa non su una conoscenza diretta e certa ma su immagini che egli forma o che gli vengono date” I mezzi di comunicazione fornendoci dei racconti costruiscono la nostra opinione. - Cos’è l’opinione pubblica? • È il giudizio e modo di pensare collettivo della maggioranza dei cittadini e a formare l’opinione pubblica contribuiscono i media. • È l’insieme delle idee che un determinato agglomerato umano (città, nazione, gruppo di nazioni) ritiene giusto e vero in un determinato momento. Quindi non è ferma una volta per tutte, resta invariato. No varia nel tempo, e quindi ciò che è politicamente corretto varia. • L’opinione pubblica non mai qualcosa di unitario, ma è l’insieme delle correnti di opinione anche opposte dominanti in una società • L’opinione pubblica è un insieme di convinzioni, di credenze sulla cosa pubblica. 4 parole chiavi: -collettiva -credenze -determinata -non unitaria E I MEDIA? AGGIUNGERE AL PRIMO PARAGRAFO Il rapporto tra media e opinione pubblica è ancora più stretto perché l’opinione pubblica nasce perché ci sono i media, nascono quando nascono i media. L’opinione pubblica si forma quando possono liberamente esprimersi a riguardo su quello che crediamo sia vero, non vero ecc. se non c’è questa possibilità di esprimersi sulla cosa pubblica non si forma l’opinione pubblica. X Quando l’alfabetizzazione e si formano circoli culturali e politici e la diffusione dei media si forma l’opinione pubblica. Essa si forma con questo meccanismo a cascata dall’alto verso il basso a cinque livelli: • Dalle élite economiche e sociali • Alle élite politiche e il governo • Attraverso i media • Ai leader d’opinione • Al demos Accanto al modello a cascata oggi si forma con questo altro modello che viene chiamato per ribollimento: • Nel pubblico si formano “ribollimenti” o movimenti di opinione in modo veloce e inaspettato. Opinioni che nascono dal basso. E sono sostenuti dallo sviluppo dei social media blog ecc. Oggi abbiamo a che fare con un’ altro fenomeno, viviamo in una società frammentata, gruppi coesi e non con tante relazioni con l’esterno. E quindi c’è una decrescita dell’importanza di un’opinione comune ampiamente diffusa. LEZIONE 2 06/10/20 Il primo approccio contemporaneo allo studio del rapporto tra media e opinione pubblica fa emergere la figura dell’opinion leader. Questa figura così importante del KOL comincia a essere studiato da questi primi percorsi di studio di “two step flow of comunication”. Questa figura è molto importante. Chi è un opinion leader? Parliamo di un soggetto che gode di un prestigio o detiene i mezzi per influenzare in modo determinante l’opinione pubblica. Ha alcune caratteristiche particolari, caratteristiche legati alla sua posizione delle reti sociali, un soggetto che riesce a posizionarsi all’interno delle reti sociali in modo da conquistare spazio dei flussi di comunicazione in modo da influenzare l’opinione pubblica, ha delle capacità di comunicazione. È un soggetto molto importante e che ha un rilievo importane. Sono influenti membri della comunità, gruppo o società to whom others turn for advice, opinions and views. Questa definizione mette in luce il fatto che lui ha una precisa posizione è rilevante, a cui ci si chiede consigli, il suo essere opinion leader viene anche dal basso. È un soggetto situato all’interno di una società e anche un soggetto riconosciuto dal basso, cioè che gli altri riconoscono come opinion leader. - LEADERSHIP: deve esserci un riconoscimento dal basso, dei pari del possesso di maggiori conoscenze, cioè di opinion leader. Gli opinion leader non sono solo i giornalisti (verticali) ma sono anche orizzontali e informali, cioè far parte di un gruppo sociale anche se non sono influencer o che non parlano attraverso media. Gli opinion leader non corrisponde alla stessa tipologia di persona (varia al variare dei temi) - VERTICALI soggetti che hanno le caratteristiche dell’opinion leader e comunicano attraverso i media - ORIZZONTALI soggetti che hanno le caratteristiche dell’opinion leader e che agiscono all’interno di reti più o meno ampie LEZIONE 3 07/10/2020 Che tipo di soggetti vengono identificati come opinion leader verticali? All’interno del processo di formazione dell’opinione pubblica all’interno del contesto COVID 19 che porta a farso un’idea, ad aderire ad una narrazione di quello che ci accade attorno. Quando noi parliamo di costruzione dell’opinione pubblica parliamo di credenze, convinzioni e giudizi. In questo ambito, su questo tema del Covid, sono entrati in gioco degli opinion leader, che guidano il processo di formazione dell’opinione. Alcuni di questi sono verticali e “monomorfici”(su un tema specifico) dal punto di vista del tema del covid. • Hanno visibilità attraverso i media, quindi riescono a raggiungere molte persone (socievolezza) sono stati selezionati per le loro caratteristiche • Hanno una specifica area di riferimento • Sono punto di riferimento per gruppi sociali/culturali diversi • Leadership hanno ottenuto un riconoscimento dal basso. Sono verticali perchè hanno visibilità attraverso i media, una specifica area di influenza, e sono punto di riferimento per gruppi sociali e culturali diversi. Noi ci troviamo a vivere in una società in cui l’opinione pubblica tende a frammentarsi. La molteplicità di opinion leader che sono emersi durante questa pandemia ci fa capire che noi, nella nostra società siamo più portati a riconoscere dei leader di opinione per gruppi sociali e culturali diversi. Quindi all’interno del nostro paese riconosciamo come ci sia un’opinione pubblica frammentata che si scontra con la necessita di creare un’opinione pubblica unitaria (su questo tema). Thorsten Quandt = frammentazione dell’opinione pubblica. Media digitali favoriscono la frammentazione dell’opinione pubblica, perché si tendono a creare delle aggregazioni attorno le opinion leader. - Cyberbalcanizzazione: i social portano alla frammentazioni, sui social si tende a creare delle aggregazioni con utenti che la pensano allo stesso modo e quidni si formano opinioni diversificati e indipendenti le uno con le altre. Esistono opinion leader anche oltre i propri i confini geografici ex Greta Thunberg (leader mondiale) I leader d’opinione sono leader d’opinione per specifici gruppi di persone, che hanno dei confini sul loro agire. Gli studi sui leader sono andati avanti, si sono concentrati anche sul rapporto tra OL ed emergere di nuove piattaforme di comunicazione. • E oggi questo processo di formazione dell’OL all’interno dei media digitali e social media come avviene? Gli OL appartengono a diverse tipologie, - l’obbiettivo: essi possono essere locali o globali ex: Greta Thunberg è un leader monomorfico ed agisce in modo global, viceversa Massetti è local. - l’area: monomorfici, OL su un argomento specifico; polimorifici OL su più argomenti - comportamento: positivi non è il giudizio su quello che dicono o che non sono aggressivi, piuttosto che positivi possiamo usare il termine proattivi che significa che portano una posizione o un’idea anche se aggressiva, negativa o che incita all’odio alcuni sono OL che hanno un comportamento costruttivo, suggeriscono libri, letture, ecc ; distruttivi alcuni OL smantellano le narrazioni e i giudizi degli altri, che dicono che tutto è falso. - la prospettiva temporale: a lungo termine ; a breve termine ex: covid OL questi studi sono stati fatti sulla basi di analisi statistiche sui social per identificare quei leader di opinione che emergono all’interno dei social media. • “influencera on instagram: Antecedents and Consequences of Opinion Leadership 2020” Un altro ragionamento interessante sulla presenza degli OL sui social media si è cercato di capire quali son gli elementi all’interno dei social che contribuiscono a riconoscere la leadership di un soggetto. Si è visto che 4 elementi sono molto importanti nell’arrivare a riconoscere in alcune persone il ruolo di OL. Le persone come ATTRIBUISCONO A un profilo Instagram il ruolo di OL? Quando viene percepito come autentici (perceived originality). I 4 elementi che un profilo instagram deve avere per riconoscerne la leadership (OL) sono: - originalità, deve essere percepito come autentici - unicità, la distinzione, l’originalità, l’avere un elemento che caratterizza quel profilo Instagram diverso dagli altri. - qualità - quantità LEZIONE 4 12/10/20 Cosa succede oggi allo studio dell’opinion leader? Prima si pensava soprattutto al rapporto tra gli utenti e la stampa, la tv. Oggi viene studiata anche in relazione alle piattaforme social. • “influencera on instagram: Antecedents and Consequences of Opinion Leadership 2020” - Questo modello è frutto di un analisi di 808 follower di un account fashion. - Definizione di Ol basata sulla leadership, cioè del riconoscimento dal basso e devono avere almeno una di queste caratteristiche. Essere considerato un esperto, (quindi avere quel commitment), essere un membro attivo dell’attività online (socievolezza). Partecipare con grande frequenza e capacità di produrre materiale significativo. Ed essere riconosciuto dal basso come qualcuno affidabile e competente. - Nel tempo e studiando anche gli OL è emersa una presenza di una serie di tipologie di contenuti che caratterizzano gli OL. Qui tratti che li caratterizzano sono: ð ORIGINALITA’: contenuti caratterizzati da novità, innovazione, non convenzionali, che è tipico della comunicazione di chi poi diventa un opinion leader nella reta. Autenticità; di sintonia con la vita, il punto di vista della persone che le sta pubblicando ( una forma di risonanza con i propri follower) quindi i contenuti che toccano più da vicino la propria vita quotidiana introduce quella sfera di autenticità che attira i follower. ð UNICITA’: vuol dire capacità di distinguersi dagli altri. I contenuti devono aver un elemento di particolarità che li rende diversi. Che hanno magari un proprio stile ecc. ð QUALITA’: cura dei contenuti e della forma. Cura della forma vuol dire che sono contenuti curati, non ci sono errori o sbavature, hanno scrittura corrette ecc. in modo da rendere i contenuti attraenti. Deve essere facilmente comprensibile che è un elemento di qualità. Tutti questi elementi sono essenziali alla creazione della reputazione dell’OL ð QUANTITA’: per essere riconosciuto come OL deve essere presente sui social. Non deve avere meno di 4 post giorni al giorno. Queste interviste sono state fatte per capire quali di questi elementi fosse più importante nel momento in cui i follower dovessero riconoscere un soggetto come OL - Alcuni comportamenti degli utenti di Instagram favoriscono gli effetti di opinion leader: ð La prima cosa che si è vista è la propensione all’interazione online anche con chi non si conosce - Alcune caratteristiche degli account favoriscono gli effetti di OL: ð Congruenza dei contenuti del profilo e interessi, gusti, personalità dei follower. Sulla base di tutto quello che abbiamo visto, hanno creato quello schema che stiamo analizzando quindi ci sono alcune caratteristiche degli account di Instagram che favoriscono il fatto che il proprietario di quel account diventi un OL. Ci sono caratteristiche che possono favorire la capacità di influenza. Ci sono 3 livelli di influenza: 1. Legata all’intenzione di interagire; se si verifica tutte queste condizioni, i follower sono spinti ad interagire con i soggetti, quindi pieni di commenti ecc. 2. Legato al fatto che i follower sono portati a suggerire, raccomandare, condividere i contenuti di quel profilo. 3. Riguarda le dinamiche di mercato, l’intenzione di seguire il consiglio Ex: sono un esperto di moda e suggerisco e l’influenza e che questi sono portati a cercare quella combinazione che io ho suggerito. Non è una pubblicità. Attraverso le interviste a questi follower emerge non solo questo modello ma emerge come questi elementi entrano in relazione. - Lei dice: “l’opinione pubblica è il frutto di un lavoro sociale teso all’allineamento” lei dice che alla fine ci sono dei temi su cui si continuano a tornare perché alla fine lo scopo è trovare dei temi comuni e avere una società più coesa. ð L’opinione pubblica si forma all’intersezione di: - Media - Comunicazione interpersonale e rapporti sociali - Manifestazioni individuali di opinioni - Percezione dei climi di opinione nel proprio ambiente sociale Lei dice che l’opinione pubblica si forma nell’interazione tra, il monitoraggio compiuto sull’ambiente sociale circostante e i comportamenti dell’individuo stesso. Formare l’opinione pubblica è un lavoro su cui tutti contribuiscono. C’è un autore che Elizabeth recupera perché lo aiuta a spiegare il monitoraggio dell’ambiente sociale circostante dell’opinione dominante. - DAVID RIESMAN, che aveva scritto “the lonely crowd: a study of the changing American Character” lui lavora ad Harvard, nel 1950 pubblica questo libro e vuole descrivere in modo storico come al cambiare dell’organizzazione della società vengano messi in atto dei modi diversi in cui la società si garantisce la conformità dei comportamenti degli individui. Quello che dice lui è che man mano che le società cambiamo mettono in atto modi diversi per raggiungere queste regole di comportamenti scelti e di conseguenza possiamo descrivere die tipi di individui che manifestano le società. Lui dice che la società si basa su un meccanismo di integrazione e di conseguenza, attraverso la socializzazione diffonde modelli di comportamento “conformi” David prende tre tipi di società: 1. Pre-moderna; Come si in una società organizzati in tribù, dove l’istruzione vinee a mancare come si fa creare quella coesione sociale, che serve a far stare insieme i membri della società? Quello che domina è la tradizione. gli individui agiscono diretti dalla tradizione tramandata oralmente, sono legati a ruoli (nascita, genere, status) immutabili e dipendono dalla fedeltà tra amici e parenti. Punto 1 che mette a fuoco, in alcune società pre-moderno, questa coesione sociale è garantita dalla tradizione tramandata oralmente, o insieme di regole che sono in possesso da quella parte della tribù che il compito di amministrare. È una tradizione che non cambia. 2. Moderna; nelle società moderne gli individui spesso si trasferivamo in centro città e lasciano la loro cultura tribale originale. Questo ci interessa perché in questi tipi di luoghi, le persone che vivono li devono trovare altri modi per trovare i comportamenti adatti, perché non c’è più la tradizione di tramandamento orale. Quindi le persone o nuclei famigliari che si spostano in città sono sole e le persone tendono ad orientarsi da un personale e individuale sistema di valori (mediati anche dalla stampa) emettono insieme le regole, dei giudizi di valore ecc. quindi cambia molto in modo in cui si costruisce la coesione sociale è qualcosa di più attivo e dinamico. Qui la stabilità di ruoli viene a mancare, magari si guadagnano più soldi, quindi possono mutare il proprio status sociale. Tutto frutto di un lavoro individuale fatto pero in sintonia, dove ciascuno deve costruirsi un’idea dei giudizi di valori e regole da rispettare. 3. Post-moderna; ex: Las Vegas, costruita con simboli da tutto il mondo, un mix. È un mondo caratterizzato da una grande mobilità, perché le persone città si spostano da grandi città a grandi città, uno spostamento da spostamenti da continente a continente. In questo contesto cambiano molte cose. Cosa cambia? Quell’organizzarsi in modo individuale, perché diventa insufficiente, perché ci si continua a spostare e perché i media non sono più cosi univoci. In questo continuo spostarsi, o nello spazio o di status sociale, quindi non sono più sufficienti i media o tradizione orale, nono sono appartenete a una classe sociale che mi da un’identità. Questo continuare a muoversi nasce un bisogno; il bisogno di condividere i valori, comportamenti e regole delle reti sociali a cui appartengono. Quello che sostituisci la tribù, o gli operai ci sono questi reti sociali che io entro in relazione, sia dove sono nato o dove mi sono trasferito. Alla fine prevalgono le pressioni esterne, si tende ad adeguarsi a quelle che sono le regole delle reti sociali che ci circondano. Rizman dice che gli individui di queste società monitorano quello che gli succede attorno. È una società in cui noi ci spostiamo molto velocemente, non i valori sociali. Quindi noi ci adeguiamo continuamente ad insieme di valori, comportamenti e giudizi e opinioni pubbliche che possono cambiare, o perché ci spostiamo noi nello spazio. Non è tanto un cambiamento nel tempo dell’opinione pubblica, giudizio, regole, ma siamo noi che cambiamo e quindi ci viene chiesto un lavoro di adattamento. Quindi noi dobbiamo tenere sotto controllo ciò che ci circondo, per captare qual è l’opinione dominante che ci circonda. Questo è il pezzo che interessa a Elizabeth, noi stiamo sempre attenti a ciò che ci circonda e tendiamo ad adeguarci nel modo in cui noi esprimiamo quello che pensiamo. • Gli assunti della teoria “Die sweige-spirale” partendo da quello che dice Rizman, in tutto questo processo di formazione dell’opinione pubblica, gli individui temono l’isolamento sociale. In questa società pot-moderna le persone temono l’isolamento sociali, perché le reti sociali sono quelli che li fanno restare inseriti all’interno di una comunità. Per evitare la condizione d isolamento gli individui monitorano costantemente ciò che gli altri pensano sui temi caldi dell’opinione pubblica. Soprattutto quando si tratta di temi divisivi. Come fanno a monitorare qual è l’opinione dominante ? attraverso l’esperienza personale, interagendo con le persone ma anche attingendo ai media. Attraverso queste due fonti gli individui di società post-moderno cercano di capire qual è il clima dominante. Cosi si forma un’opinione pubblica duale, su due fronti che a volte possono non essere in sintonia. E quindi a chi do retta? Lei dice che noi siamo molto bravi a fare questo, abbiamo una competenza statistica che ci mette in condizione di capire se quello che noi pensiamo, ci mette nella maggioranza o minoranza. In sintesi; in questa società post-moderne, l’individuo teme l’isolamento, per cercare di non essere isolati, monitoriamo l’opinione dominate che ci circonda, la monitoriamo sia tenendo conto di quello che dicono gli altri e quello che dicono i media. Fatto questo noi siamo capaci di capire se facciamo parte della minoranza o della maggioranza. LEZIONE 6 14/10/20 Il terzo elemento che Elizabeth osserva è che gli individui nel monitorare sono estremamente competenti. Gli individui sono in grado di capire se il proprio punto di vista si colloca nella maggioranza o nella minoranza. Quindi ci dice che noi cerchiamo costantemente di capire qual è l’opinione dominante e cerchiamo di capire se stiamo con i + o con i meno. Lei dice che mettiamo in atto una serie di strategie. Lei dice il risultato di questa valutazione influenza il loro comportamento soprattutto nella sfera pubblica e in particolare attraverso il mettere in mostra o il nascondere le proprie opinioni per esempio attraverso l’eloquio o il silenzio, quindi l’attraverso l’esprimersi pubblicamente. il meccanismo fondamentale della “teoria dell’aspira del silenzio” per evitare di essere isolati e se gli individui capiscono di far parte della maggioranza saranno portati ad esprimerla in modo più convinto e frequente nella sfera pubblica. Invece percepiscono che fanno parte della minoranza tenderanno a non esprimersi per paura di rimanere isolati. Quindi l’immagine dell’opinione pubblica può risultare distorta. Ex: previsioni dell’elezione Trump e Hilary Clinton ð Il modello della teoria dell’aspirale del silenzio. (foto slide) Succede che i media e le relazioni interpersonali danno a ciascuno un’immagine di qual è l’opinione pubblica prevalente su temi controversi. Tanto più è la discrepanza tra la mia opinione e quella che percepisco come prevalente tanto meno io esprimo quello che penso. E pure al contrario. Quindi se ho tanta voglia di parlare, scrivere la mia opinione perché percepisco che siamo in tanti e mi sento parte di un grande gruppo. Tanto più evito di parlare perché mi sento parte della minoranza evito di parlare per paura dell’isolamento. Questo può influenzare alcune scelte politiche perché legate a quanto si percepisce essere l’opinione dominante. Ex: Vaccini; a un certo punto tra la comunicazione interpersonale e media si percepisce che la criticità verso i vaccini è in maggioranza. Quindi le persone che sono contro vaccini tendono a parlare di più. Gli altri tendono al silenzio. Quindi anche i politici cercano di leggere l’opinione pubblica per compiere delle leggi. - Un punto su cui lei va a fondo è qual è il ruolo dei media? È fondamentale, perché rappresentano alcune opinioni dome dominanti. I media rappresentano una pluralità di opinioni, ma alcune tendono a raccontarle come dominanti. Quindi hanno un ruolo fondamentale, nel dirci cosa pensano gli altri. Giorgio grossi 2004 dice, quello che i media presentano come degno di attenzione e significativo “finisce per imporsi come una seconda forma di conformità sociale, a volte persino in contrasto con la percezione primaria degli orientamenti collettivi” Contemporaneamente più le persone stanno zitte, più sono meno presenti all’interno dei media. Quindi le opinioni che scivolano nel silenzio finiscono per scomparire all’interno dei media. Nel 2011 torna il bisogno di aggangiarsi a un’idea più precisa, “fermiamo il nucleare” però mantiene quel modo di farsi vedere con i Banner. Questa volta però le cose importanti per i media diventano diversi e quindi si focalizza sugli eventi. Passa ad esporre i banner in eventi sportivi molto seguiti. Quindi il loro modello narrativo continua ad essere sempre lo stesso. Noi siamo i piccoli che sfidiamo i giganti. Nel 2014, questa modalità va avanti per tutti gli anni 10. Nella Milano fashion week. In questo caso gli obbiettivi si diversificano ma continuano ad essere mirati. (contro le pellicce di animali) Qualcosa cambia, una campagna del 2014 un flashmob, anche in questo caso l’obbiettivo è molto preciso. Loro focalizzano l’obbiettivo sui comportamenti ripetuti. Pero cambia completamente la modalità, la strategia comunicativa di green peace varia al variare della sensibilità dei media. Quindi è il flashmob che suscita adesso l’attenzione dei media e quindi cambia anche la loro strategia comunicativa. Come lo fa? Attraverso attività performative sul territorio e quindi i flashmob, e quindi il gesto eroico diventa il flashmob. Video virale con lego nel 2014, è un video realizzata da green peace, entra in gioco la modalità legata alla comunicazione digitale. Un video realizzato in modo professionale che diventa virale. Green peace cambia strumento, dall’eroe si passa alla performance, a questo piccolo spettacolo di cui parlano sia i media sia le persone. Insieme al flashmob c’è la creazione di questi video virali, anche questi sono piccoli spettacoli, e viene fatto circolare in rete. Passano ancora gli anni e la logica cambia ancora, qua si focalizza sulla plastica negli oceani. il problema non è più noi siamo minoranza, noi siamo minoranza perché la sensibilità alla plastica nei mari non è cosi diffusa. E quindi è necessario far salire la sensibilità “plastic radar” attraverso un numero su whatsapp, tutte le persone che vogliono essere coinvolte nella pulizia della plastica, possono segnalare dove trovano la plastica. Quindi attraverso il coinvolgimento di tutti, green peace è riuscita a creare delle mappe dove si trova più plastica. Cosi coinvolge tutte le persone. Sul sito di green peace, ce una parte dedicata all’attivismo, adesso l’attivismo è declinato verso la dimensione digitale. E quindi la minoranza fa vedere che c’è alle persone c’è attraverso il digitale. Siamo passati dagli eroi al flashmob, oggi all’interno di tutta questa partecipazione, c’è un modo in cui green peace interagisce con le diverse culture, con le citazioni. Ex: #WinterIsNotComing (citazione di games of thrones) LEZIONE 8 05/11/20 • LA SPIRALE DEL SILENZIO e social media La prima ricerca che è stata fatta su una scala significativa è stata realizzata negli usa da un centro di ricerca “ Pew research Center” nel 2014. Ce un idea anche all’interno di un sistema dei media rinnovato la teoria della spirale del silenzio possa essere ancora presente. Tutto questo funzione se si analizzano dei temi che generano dibattito, cioè che generano la polarizzazione dell’opinione pubblica, cioè le persone che fanno parte del sistema sociale si dividono in modo molto netto in persone che la pensano in un modo o nell’altro. Nel 2014 si va ad analizzare il caso SNOWDEN. Ex consulente NASA, rivela che esistono delle forme di sorveglianza diffusa dei telefoni e delle e- mail degli americani. Tutto questo genera uno scandalo, l’opinione pubblica americana si divide sul giudizio di valore relativo a questa attività di sorveglianza. A partire da questo caso il PRC realizza una survey su: - L’opinione delle persone sulle rivelazioni di Snowden - La loro propensione a parlarne in diversi contesti: di persona, online. - La loro percezione dell’opinione di coloro che li circondando offline e online. PER CAPIRE SE CHI HA UN OPINIONE CHE PERCEPISCHE DIVERSA DA QUELLE CHE LI CIRCONDANO E PROPENSO A PARLARNE, E SE CE UNA DIFFERENZA TRA LA PROPENSIONE A PARLARNE DI PERSONA O ALL’INTERNO DELLE PIATTAFORME SOCIAL. RISULTATI Il primo gruppo di risultati che emerge è sorprendente: - Gli americani risultano meno propensi a discutere il caso Snowden sui social media che di persona (86% vs 42%) - I social non vengono percepiti come una piattaforma alternativa o più sicura di discussione da parte di chi non è disponibile a parlarne di persone. - In entrambi i contesti (online e offline) gli americani risultano più disponibile a condividere le proprie opinioni se percepivano di essere in sintonia con la propria audience. - Gli utenti dei social media, risultavano più o meno propensi a esprimere la loro opinione nella vita reale, a secondo di quella che percepivano fosse l’opinione dominante tra i loro contatti social. Questa ricerca porta in luce come in un sistema dei media dove i social sono molto presenti la spirale del silenzio avviene. ð THE SPIRAL OF SILENCE REVISITED 2018 Vuole provare a verificare se questo effetto della spirale del silenzio all’interno dei social media esiste. Cosa ci dice questa ricerca: l’effetto spirale del silenzio avviene all’interno delle piattaforme social a partire da due meccanismi: - Anche nelle piattaforme social i media possono influire (attraverso i profili istituzionali) rappresentando le opinioni dominanti - Esistono poi altri modi di monitorare l’opinione dominante tipici dei social media ð Click speech; come i like e le condivisioni così come i commenti degli utenti possono essere strumenti di interpretazione del pensiero della maggioranza. ISOLAMENTO - Quello di cui si sono accorti gli autori di questa ricerca è che chi teme maggiormente l’isolamento monitora costantemente questi indizi per individuare l’opinione dominante. ð Anche nei social media in caso di espressione di un’opinione dissonante dalla maggioranza vengono generate delle forme di isolamento sia online che offline. SONOA aNCHE OFFLINE PERCHE POSSONO CERIFICARSI FOMRE DI ISOLANTNO legate al fatto che le reti sociali online e offline si sovrappongono. Il timore dell’isolamento non è solo online ma è anche offline. ð L’online isolamento si manifesta nella forma dell’hate speech edegli attacchi personali. FATTORI INTERVENIENTI; cioè che intervengono nella creazione della spirale del silenzio - Il livello di “disattività” dei temi trattati. Più sono divisivi e più si verifica l’effetto spirale del silenzio - I soggetti che verso cui si esprime il dissenso. Si crea un effetto aspirale soprattutto quando i soggetti coinvolti sono vicini a chi parla. ð Questo fenomeno è legato alla necessità di conservare la propria affidabilità sociale e non incrinare la propria rete di relazioni. ELEMENTI SPECIFICI; alcuni elementi sono specifici nel modo con cui le persone si contano all’interno delle piattaforme social in reazione a questo meccanismo dell’aspirale del silenzio. - Viene osservato che chi comunica all’interno delle piattaforme social se percepisce di far parte di una minoranza decide comunque di restare in silenzio. Quindi l’effetto della spirale del silenzio si manifesta anche nel contesto macro e non solo micro. Anche la varietà di relazione e la molteplicità di relazioni che si hanno all’interno delle piattaforme social favorisce l’effetto a spirale. In conclusione gli studiosi hanno affermato che anche nei social media si crea l’effetto a spirale. LEZIONE 9 / 10 / 11 10-11/11/20 • Teoria della coltivazione ‘70 - I media contribuiscono alla formazione dell’opinione pubblica attraverso il loro storytelling Ma in che senso si parla di storytelling? Attraverso i mezzi di comunicazione passino dei racconti. Sicuramente ha in mente la tv. In questi racconti ha in mente la narrazione. Fattori intervenienti - Con l’evoluzione della ricerca emergono alcuni fattori intervenienti nel processo di coltivazione: 1) Le relazioni sociali dei pubblici ( fattori di socializzazione) sono importanti nel rapporto che i media hanno con la società. Come sono importanti? ð I forti consumatori che vivono in contesti sociali omogenei sono più esposti a fenomeni di coltivazione ð “Mainstreaming significa che i telespettatori forti possono… non tenere conto delle differenze di prospettive e di comportamento che normalmente provengono da altri fattori e influenze” 2) Si verifica un effetto di risonanza ð I telespettatori che hanno esperienza di situazioni simili a quelle rappresentate sono più sensibili al contesto del messaggio. Es: Chi vive in contesti ad altro tasso di criminalità. Tipi di effetti di coltivazione - Effetti di primo ordine ð Il pubblico adotta letture e interpretazioni del mondo offerte dalla televisione che sovrastimano alcuni fonemi (es: numero di crimini; mi immagino una società più violenta della realtà) - Effetti di secondo ordine ð Il pubblico mutua dai media attitudini, sentimenti e valori. Questa ricerca è stata fatta sulla base della tv, quindi canali anche limitati. • Quali sono i problemi quando si passa da un sistema dei media a un sistema più complicato. - Molteplicità di canali offerti - Molteplicità di piattaforme - Differenziazione dei modi e tempi del consumo - Maggiore selettività del consumo ð Anche se il mezzo televisivo continua ad essere centrale nel consumo, verrebbe a mancare il sistema comune di messaggi che genera l’effetto di coltivazione ð La demassificazione della comunicazione di massa rende difficile immaginare la coltivazione di una vinse del mondo Mainstream, uno Storytelling di massa. Quindi si arriva a dire che nel mondo contemporaneo mediale, lo Storytelling è targettizzato. Cioè c’è un unico Storytelling mainstream , ma ci sono diversi storytelling che vanno a coltivare diverse visioni del mondo. Non è che viene meno la teoria ma che si frammenta questo effetto di coltivazione, continua ad esserci ma su gruppi diversi. Quindi si comincia a dire bene nel sistema dei media contemporanei la teoria della coltivazione intercetterà diversi effetti di coltivazione: questi due autori (chaffe e metzger) nel sistema dei media contemporanei gli individui sono coltivati da specifiche visioni del mondo che sono selezionati in base alle loro scelte. Loro dicono che questi un effetto di personalizzazione della coltivazione. Questo non riduce l’effetto di coltivazione ma ansi lo aumenta; proprio perché siamo in sintonia on quello che vediamo. Grazie al fenomeno della risonanza l’effetto di coltivazione si potenzia anche nei nuovi media quando le visioni del mondo proposte collimano con quelle del pubblico. Bisogna approfondire l’aspetto della selettività; che vuol dire che io posso avere un effetto di coltivazione a partire dai contenuti che scelgo, e l’effetto di risonanza può essere ancora più forte, perché io posso anche scegliere contenuti che raccontano mondi simili a quelli in cui io vivo. OVERLOAD INFORMATIVO Tutta questa moltiplicazione di canali ci pone in una posizione di overload informativo, dove abbiamo una sovrabbondanza di contenuti e canali da fruire, per cui noi dobbiamo operare dei processi di selezione che li applichiamo su due livelli: - Di piattaforme - Di contenuti SELETTIVITA’ Tra le motivazioni che ci portano ad operare questa selezione, non ce solo il bisogno di ridurre l’overload informativo. Ci sono anche delle altre motivazione, che vanno nella direzione del consumo confortevole. La selettività del consumo in se è spesso motivata dalla volontà di evitare alcune situazione che ci mettono in difficoltà cioè forme di dissonanza cognitiva; - Vuol dire Cercare contenuti coerenti con le proprie attitudini preesistenti e sottrarsi a quelli discrepanti (Mutz 2006) - In questo processo di selezioni si cercano contenuti coerenti con le attitudini del proprio network. Oltre a ridurre la dissonanza cognitiva, il processo di selezione che noi operiamo rispetto ai contenuti che noi operiamo sono finalizzati anche a raggiungere altri obbiettivi oltre a ridurre la dissonanza cognitiva, per esempio: - Cercare sostegno informativo e rendere più articolata la propria idea. - Ridurre il costo di elaborazione delle informazioni - Attribuire un giudizio di qualità ai media - Cercare una conoscenza con l’audience “media audience homopily” attraverso la selezione ed esposizione di contenuti identitari. Questi elementi ci consentono di costruire un ambiente di consumo confortevole, sintonico, che comprendiamo facilmente e quindi consumi che noi poi possiamo esibire e portare con noi per raccontarci come parte di una media audience che hanno caratteristiche comuni. Questa selettività ha anche degli effetti, a livello di contenuti, questa selettività porta ad: - Evitare il discorso pubblico e politico o le news - Focalizzare il consumo mediale su specifici argomenti; - Previlegiare alcuni media rispetto ad alti perché ritenuti più affidabili - Privilegiare contenuti e media vicini alle proprie posizioni culturali e politiche All’interno della reta, o quando la rete internet o le piattaforme social diventano ancor a più importanti all’interno di questo panorama, questi effetti di selettività diventano ancora più significativi e si creano quelle camere dell’eco (echo chambers) ECOCHAMBERS 1. La rete produce (anche attraverso i social medi) una diffusione indistinta di informazioni da molte tipologie di fonti diverse e spesso “disintermediate” 2. In questo contesto la distinzione tra notizie vere e false è più difficile e l’opinione pubblica si struttura a fatica. 3. Gli individui si confinano in “echo chambers” in cui trovano conferma e continua ripetizione del medesimo punto di vista (sintonico con il proprio) Un “echo chamber” è una selezione di fonti e contenuti in sintonia con i propri punto di vista che le persone tendono a privilegiare all’interno dei loro consumi e nei social. E si tende quindi a trovare sempre conferma del medesimo punto di vista. La molteplicità di contenuti, quindi all’overload informativo l’effetto è di chiusura e la creazione di comfort zone. • La creazione di “echo chamber” generano rischi: - Cybercascades: promozione di campagne d’odio comunicative verso “nemici” perché non la pensano come noi - #..idioti - Autosegregazione e difficoltà di dialogo per la ricerca di soluzioni comuni È stata rivelata anche un effetto su come si costruisce un dibattito pubblico: - la chiusure nelle “echo chambers” porta ad atteggiamenti ostili a chi non la pensa come noi. La capacità di espressione aggressive e violenta di chi è chiuso nell’ echo chamber porta i politici a costruire relazioni specifiche con questi gruppi se non ad assumerne le forme comunicative. Ex: gli ultras delle squadre, sono anche piuttosto aggressive e impone le squadre ad entrare in relazione con loro per trattenerle e diciamo tenerli sotto controllo. Le “echo chamber” genera delle posizioni radicate che porta allo scontro e tendono ad avere atteggiamenti aggressivi. - Polarizzazione e contrapposizione tra individui che influenza anche dinamiche sociali (assunzioni ecc.) estremi e quelli che sono semplicemente coesi ma non radicalizzati. I media anche tradizionali, producono contenuti per rivolgersi a. un pubblico o target, e questi target esistono. Quindi anche i media tradizionali producono contenuti che si rivolgono a loro. In forma limitata neanche tanto. Per esempio molti talk show identificano in modo molto chiaro il loro target in gruppi molto coesi e polarizzati. Questo meccanismo di polarizzazione incrementa ancora di più. È possibile incrementare la credibilità delle Fake news attraverso l’alimentazione di un processo a cascata tramite “political bots”. ð Political bots => in tutto questo meccanismo di meccanizzazione, non sono persone reali, sono profili che funzionano come i chat boat. Sono qualche cosa di simile, sono dei sistemi di intelligenza artificiale che sono utilizzati per costruire un consenso. Primo modo in cui loro creano consenso è il fatto che sono in grado di mettere dei like. Adesso c’è anche un meccanismo più sofisticato che sono in gradi di commentare con frasi ripetitive alcuni contenuti. Ci sono profili alimentati dai boat, che con frasi semplici commentano. E quindi incrementa la credibilità di queste news che stanno a cavallo tra la verità dei fatta e una loro esagerazione che è alimentata dai boats. Questi political boats alimentano un altro aspetto che facilmente alimenta la circolazione delle fake new => è il processo a cascata: ð Processo a cascata: la credibilità di una notizia acquisita credibilità perché spesso raggiunge lo stesso utente da diversi punti di vista. L’effetto a cascata descrive come lo stesso contenuto può raggiungere un utente di Facebook ( o di un altro social) attraverso molti flussi di comunicazione, e assumendo forme diverse per ciascuno di essi. 1. Condivisone diretta della fonte, 2. Condivisione di qualcuno che descrive e commenta la fonte, 3. Fonti della fonte che sono state recuperate online Gli autori lo hanno raccontano; un turbinio di carene tutte iniziate da diverse persone che agiscono indipendentemente, e spesso convergono su un gruppo di amici e conoscenti. Questo effetto costruisce credibilità anche se l’origine è sempre la stessa. Nell’ambito del processo di costruzione dell’opinione pubblica l’effetto a cascata agisce sulla percezione della realtà che ci circonda e delle sue caratteristiche perché contribuisce alla trasformazione in informazione reale delle voci, dei rumors che circolano in rete e alla definizione rilevanza di un tema in base alla quantità di condivisioni che ci raggiungono. LEZIONE 12/13 16e17/11/20 • IL RAPPORTO TRA COMUNICAZIONE DIGITSLE E SOCIETà Quali sono gli effetti sulla società dello sviluppo delle tecnologie digitali? La prima idea che viene messa a fuoco degli studiosi è quello del network, poi connettività, poi piattaforma. ð Network society: tutto inizia negli anni Ottanta: lo studioso è un sociologo. L’idea viene costruita a partire da alcuni fenomeni che hanno inizio negli anni 80 e sono delle questioni che abbiamo sottolineato e ripreso quando dicevano della teoria della spirale del silenzio, della coltivazione. Quindi riprendiamo e mettiamo in ordine alcune questioni che hanno messo alla prova le teorie degli anni70 ma hanno messo le radici per le teorie degli anni80. Manuel Castells elenca i fenomeni degli anni 80 che costituiscono la radice di questa evoluzione mediale sono: - Il pubblico e la comunicazione mediale sono sempre meno “di massa” - Le audience sempre più segmentate - I prodotti mediali riescono a soddisfare le esigenze dei singoli - L’offerta mediale si pluralizza e diversifica - Il consumo si personalizza: walkman, videoregistratore, videocamera…device personali e portatili tattili e connettivi. Tutti questi fenomeni è un fenomeno mediale e contemporaneamente sociale che porta verso lo sviluppo della network society. Questa evoluzione tecnologia in sintonia e in sinergia con ….. X slide Manuel Castels; sono 3 i punti di partenza principali da cui parte, lui dice che stiamo vedendo 3 fenomeni sociali (1996): - Si afferma n nuovo paradigma tecnologico che ha al suo centro le tecnologie dell’informazione - I modelli economici prevalenti (capitalisti o statalisti) entrano in crisi - Si affermano alcuni movimenti culturali “portatori di valori sociali” (ambientalismo, difesa dei diritti umani…) Si stanno muovendo secondo Castells, due fenomeni, evoluzione del sistema dei media, evoluzione del contesto sociale. Tutti questi 3 elementi insieme all’evoluzione dei media favoriscono lo sviluppo della network society. Network society: “una nuova struttura sociale dominante, la società in rete; una nuova economia, l’economia informazionale/globale; e una nuova cultura, la cultura della virtualità reale” (Castells 1998) Castells descrive le caratteristiche della network society: 1. L’informazione è centrale nella società 2. Techno-socialità: le tecnologie agiscono in profondità sulle dinamiche individuali e collettive 3. Network logic: Ogni sistema o insieme di relazioni che poggia sulle tecnologie è dominato alla logica della rete 4. Cambiamento: la società evolve in modo costante 5. Convergenza: le tecnologie convergono in un unico sistema integrato. Castells cerca di delineare alcuni effetti che lo sviluppo della network society ha sulla dimensione mediale. - Effetti sui “pubblici” e sulla società; ð Quello che lui vede come effetto della network society è la differenziazione sociale e culturale diffusa 1. La personalizzazione dell’offerta e del consumo (sia nelle forme del marketing, sia in quella della scelta di contenuti molto personalizzati) creano una frammentazione culturale 2. La differenza di competenze nell’accesso ai media digitali crea una stratificazione sociale degli utenti (have/have not; competenti/non competenti) - Effetti sui “contenuti” e sulla cultura ð L’esistenza di un unico ambiente mediale convergente (la rete) favorisce l’“integrazione dei messaggi in un unico schema comune” in cui i codici si mescolano 1. Gamification; il gaming diventa dominante all’interno della rete, quindi alcuni codici come il gioco o la community diventano dominanti. misinformation; ð Connective society Quando castells finisce di scrivere la sua trilogia, stanno nascendo i social. Si introduce una nuova dimensione. Che è quella della connective society. E questa porta con sé altre caratteristiche elementi ed effetti. Questa dimensione della connettività nella rete che sta diventando sempre più importante. - L’innovazione tecnologica porta alla pervasività della condizione di connessione online o della propensione all’essere online networked - Le condizioni di esistenza online e offline sono senza soluzione di continuità; non cerano delle drastiche differenze tra esperienze online o offline. L’elemento che diventa pervasivo è questa costante e continua connessione Si individuano degli effetti: - Networked individualism; individualismo connesso. ð “gli individui networked sono caratterizzati da forme di appartenenza parziale a molteplici network e fanno meno affidamento su forme di appartenenza permanente a gruppi stabili” (Rainie, Wellman 2012) - Social network revolution ð Gli individui gestiscono i legami in modi più complessi e si accresce l’importanza delle reti di legami deboli che vengono attivate da interessi e passioni comuni. Noi abbiamo una serie di legami deboli; che noi stringiamo all’interno della nostra vita, ma non arrivano ad appartenere ai legami forti. Sono i nostri amici. Ex: i nostri amici di danza. Noi abbiamo davanti piattaforme che hanno un ruolo importante di gatekeeper, che è caratterizzato da delle logiche proprie che influenza il modo con cui noi accediamo ai prodotti e contenuti e che influenzano il nostro modo di vedere la realtà. ð Logica della somiglianza; genera la filter bubble. Con la logica della somiglianza vengono fatti vedere contenuti e prodotti simili a quelli che io già ho visualizzato, messo like, commentato ecc. - Un altro aspetto è che queste piatta forme sono delle piattaforme dove noi impariamo regole di convivenza che sono influenzate dalle interfacce delle piattaforme. Noi le mixiamo con norme sociali e socio-tecniche create negli ambienti online. ð Anche qui agisce la logica della popolarità; il nostro primo modo di relazionarsi con gli altri passa attraverso l’apprezzamento. All’interno dei social, l’apprezzamento e quindi la logica della popolarità è suggerito come il modo con cui entrare in relazione con l’altro. Questa logica della popolarità è diventata centrale, per cui il modo con cui noi entriamo in relazione con gli altri nei social ci viene suggerito che è l’espressione dell’apprezzamento. Il giudizio è un elemento chiave. Sui social diventa il “mi piace”. Sul modello Amazon è che quello che viene suggerito come forma di partecipazione è l’espressione del giudizio. Quindi in tutte le piattaforme social noi siamo chiamati ad interagire con gli altri esprimendo un giudizio. Alcune interfacce che ci vengono offerte dalle piattaforme contribuiscono a modellare la nostra socialità online (e offline) - Sharing e following ð Strutturate attorno ad azioni pre-codificate (espressioni delle emozioni; pratiche come il follow, il tag, lo share) - Datafication ð Codificata dai comportamenti e delle emozioni per poterle standardizzare ed elaborare in forma di dati, che poi vengono condivisi con le aziende, istituzioni ecc. Tutta questa codifica delle emozioni è finalizzata a sostenere uno dei meccanismi fondamentali della platform society che è la datafication; cioè la trasformazione in dati cosi da essere utilizzati per analizzare gli utenti ed essere utilizzati a fini di marketing ecc. - Mercificazione; ð Trasformazione di contenuti ed emozioni in merci che possono essere scambiate all’interno e all’esterno delle piattaforme Quindi queste piattaforme hanno degli affetti sulla nostra società attraverso i processi di gatekeeping, datification e mercificazione. • Platform society Una piattaforma è un’architettura digitale programmabile, progettata per organizzare interazioni tra utenti; questi utenti non sono solo utilizzatori finali, ma sono anche imprese commerciali e istituzioni pubbliche. La seconda caratteristica che gli autori ci presentano del mondo delle piattaforme è che è un’ “ecosistema di piattaforme” ed è un assemblaggio di piattaforme interconnesse o perché sono dello stesso proprietario o perché tengono conto uno dell’altra, governate da un particolare insieme di meccanismi che modellano le pratiche quotidiane. Tutto l’ecosistema delle piattaforme con le sue logiche influisce sulla nostra vita quotidiana e società. La terza cosa che ci dicono gli autori è che questo ecosistema di piattaforme è fatto da 2 grande tipologie di piattaforma: 1. Le piattaforme infrastrutture che formano il cuore dell’ecosistema su cui le nostre app e piattaforme vengono poi ad appoggiarsi. Sono le big five o FAMGA (facebook, Apple, Microsoft, Google, Amazon) le 5 grandi companies che ergano le piattaforme infrastrutture su cui le altre app poggiano Questi 5 grandi ecosistemi funzionano da online gatekeeper gestendo incanalando e archiviando il flusso di dati che circola in rete. Questo è il primo tipo di piattaforme che formano il cuore di questo ecosistema 2. Le piattaforme di settore che sono incorporate nell’ecosistema complessivo all’interno di specifici settori (news e giornalismo, spostamento e alloggio ( ex: airbnb), medicina, istruzioni ecc..) Dipendono dalle Big five per quel che riguarda l’approvvigionamento di servizi e informazioni. Vengono sviluppate e spesso integrate influenzando l’organizzazione di specifici settori. Tutte queste piattaforme hanno degli elementi comuni, che sia Google, Facebook, Airbnb, e la prima cosa è capire quali sono questi elementi comuni e costitutivi. ð Le piattaforme hanno degli elementi costituitivi: • I dati: - tutte le piattaforme raccolgano automaticamente grandi quantità di dati relativi ai contenuti prodotti e circolanti e relativi ai comportamenti degli utenti. - La raccolta di dati è consentita e modellata da hardware e software. ð Dai device utilizzati per accedere che incorporano software e App che raccolgono i dati ð Dai click del mouse (indirizzi, geolocolizzazioni, interessi) ð Dai social buttons ( sono tutti questi pulsanti che ci permettono di condividere qualcosa sui social) e dai pixel ( un piccolo pezzetto di software che si aggancia al mio browser quando io consulto un sito web in cui si vendono dei prodotti, questo comunica all’azione cosa io ho fatto dopo, fornendo cosi una serie di informazioni. E serve così lei ci raggiunge sul nostro profilo Facebook, Instagram, giornale ecc. con la pubblicità di quel prodotto.) Queste caratteristiche dei dati ha imposto delle trasformazioni nelle nostra vita quotidiana per esempio la privacy. Noi viviamo in un contesto dove cediamo la nostra privacy per vedere dei contenuti. • Gli algoritmi: - Le piattaforme utilizzano gli algoritmi per filtrare automaticamente l’enorme quantità di dati raccolta e per connettere utenti, contenuti e pubblicità. - Insieme di istruzioni automatizzate per trasformare i dati di input in output: Ex: Page Rank di Google ð Input numero di link alla pagina, descrittori della pagina; cioè l’algoritmo riceve una serie di dati per esempio quante volte io ho cliccato su un sito e quale ecc. e poi produce ð Output rilevanza della pagina web nella ricerca - Gli algoritmi non sono trasparenti e noti, sono considerati “segreti industriali” al pari dei brevetti e soggetti a continui mutamenti. • Le interfacce: tutti i contenuti passano attraverso delle interfacce, ma non sono soltanto uno schermo attraverso quale io vedo ciò che mi interessa, ma esiste tutto un qualcosa intorno che sono tutti gli strumenti che me li rendono più o meno visibile, che mi rendono possibile fare o non fare alcune cose. Ex: Instagram; evoluzione del like, direct e ricerca e la sua evoluzione. - Rendono visibili e accessibili i contenuti - Orientano produzione, connessione e accesso ai contenuti - Agiscono secondo una logica predittiva: favoriscono alcune azioni/interazioni e ne disincentivano altre. - Sono anche in grado di interagire con le norme e le rappresentazioni sociali • Status proprietario: non è una nuvola comunicativa che noi incontriamo nel nostro percorso nella reta. - Ogni piattaforma ha uno status giuridico ed economico ð Proprietà: è di qualcuno ð Scopo: lucro o no profit ð Luogo: è legalmente situata in un luogo. Ex: Airbnb; di proprietà di una company statunitensi e di una serie di azionisti tra cui diversi venture capitalist Fa riferimento ai sistemi di regolamentazione americani rispetto alle transazioni economiche e alla tassazione e anche rispetto alla privacy. • Modello di business: non sono immediatamente visibili a noi, perché la maggior parte sono free. - Ogni piattaforma ha il suo modello di business che si basa – nella maggior parte dei casi – sulla connessione iper-profilata tra utenti, dati e pubblicità. - La modalità standard di creazione di valore è: cessione di informazioni personali in cambio di servizio utili agli utenti. - Il valore si misura attraverso: attenzione, dati, valutazione degli utenti oltre che denaro. - Le possibilità di declinazioni di questo modello di business sono: - Games dipendono dagli app store - Le applicazioni pubbliche alle infrastrutture private • Piattaforme di settore; quelle che riguardano dei settori specifici, noi le immaginiamo come connettori tra utenti e fornitori. Per esempio (airbnb) è una piattaforma che si limita a mettere in contatto chi vuole affittare e chi lo vuole prendere in affitto. Sono dei connettori. Questa connessione avvien tra noi che siamo fornitori e tuta una categoria di soggetti che sono i microimprenditori (chi affitta una casa) . L’esistenza di queste piattaforma a fatto si che si formasse la micro imprenditoria. Ex: Uber; è un esempio di connessione tra utenti e microimprenditori. Questa microimprenditoria ha bisogno di essere regolamentata. Le big fice entrano spesso all’interno delle piattaforme di settore, dove possono fornire un servizio. Ex: google possiede il 20% di uber e fornisce le mappe. Queste piattaforme di settore sono anche connettori tra utenti e imprese complementari tradizionali. Ex I delivery. E anche booking. Alberghi che hanno già una loro fisionomia che si appoggiano su booking per essere connessi. ð I meccanismi delle piattaforme - Intendono sottolineare che le piattaforme social non sono strumenti neutri, che noi utilizziamo senza che abbiamo conseguenze su di noi, sulla nostra vita sociale ecc. ð Questo mix di tecnologie (dati algoritmi, interfacce); strategie commerciali, pratiche degli utenti che definiscono i meccanismi delle piattaforme che incidono sull’organizzazione della società attraverso una forma di modellamento reciproco. Gli autori identificano come meccanismi tipici delle piattaforme 3 aspetti: 1. Datificazione 2. Mercificazione 3. selezione • Datificazione; si basa su un concetto molto chiaro che è, grazie a queste piattaforme ci sono aspetti del mondo mai quantificati prima vengono trasformati in dati. Per esempio la geolocalizzazione, ma si tratta della nostra posizione nello spazio, che viene trasformata in dati specifici. Un altro esempio sono i nostri pagamenti. Quindi datificazione vuol dire che aspetti del mondo che prima non erano mai datificati adesso vengono trasformati in dati. Questi dati sono importanti perché le piattaforme mantengono questi dati come risorse primarie che servono a sviluppare tecniche di analisi predittiva in tempo reale; cioè per prevedere il comportamento degli utenti e poter distribuire pubblicità e servizi personalizzati in modo molto mirato. Sulla base delle analisi predittive che si possono anche svolgere in tempo reale. - analisi predittiva nel marketing: un utilizzo di dati, algoritmi statistici e tecniche di apprendimento autonomo che permettono sulla base di tutto quello che noi abbiamo fatto è possibile prevedere quello che noi faremo in futuro. Quindi si intende che tutti questi dati vengono rielaborati sulla base dei dati, algoritmi ecc.. permettono di prevedere quello che noi faremo in futuro. Questo processo di datificazione si basa su due meccanismi: 1. Raccolta dei dati (in tempo reale) avviene attraverso: • pratiche standard datificate delle big five: - Richieste di amicizia - Like - Condivisioni - Valutazioni - Suggerimenti Sono pratiche standard che noi svolgiamo nella nostra interazione con le big fice. Accanto a queste pratiche standard che riguardano le big fice ci sono: • Pratiche standard datificate (di settore): - Gioco; a quali giochi gioco - Affitto; dove vado a soggiornare - Guida - Apprendimento - Acquisto La datificazione del like; nel momento io nel cui metto un like, questo diventa processo di visibilità del dato che riguarda la visibilità con l’utente quindi: - La visualizzazione nel news feed dell’utente - La traccia delle attività che ho svolto online, quindi questo dato che io ho promosso quando ho messo like, anche a me è evidente. Ex: si mette like sulle big five, questo dato poi è subito evidente sul mio newsfeed, il dato che io ho prodotto mettendo like, mi vinee reso visibile in due forme; la prima è il like che io metto ai diversi contenuti e la seconda sono le metriche dell’oggetto a cui ho messo like, e quindi entro in questo computo di questi 680 like, non rientro ma li vedo. Nella mia visibilità ci sono queste due forme di rappresentazione del dato che io ho prodotto, non visibile a me ci sono i: - Facebook insights: dati aggregati invisibili agli utenti finali, ma visibili ai social media manager. Questo è qualcosa che facebook offre in termini di dati aggregati ai social media manager. - Dopo c’è una parte di dati aggregati dalla piattaforma, visibili solo ai gestori della Facebook In, ma che vengono restituiti ai social media manager e alle persone che usano la piattaforma attraverso dei servizi. Cioè a differenza di prima io non vedo più grafici ma soltanto l’esito finale. Per esempio: le persone che protesti conoscere o anche la pubblicità. Vediamo post sponsorizzati che dipendono da una serie di dati raccolti. Un altro aspetto della raccolta dei dati n tempo reale è: • La standardizzazione; cioè tutti questi nostri dati-segnale (like, commento ecc) che vengono raccolti devono essere standardizzati per poter essere elaborati e aggregati e così le “azioni” possibili più comuni sono: - Vota - Rispondi - Commenta - Condividi - Apprezza - Aggiungi agli amici - Segui 2. Circolazione dei dati: questi dati sono di proprietà delle piattaforme, ma questi dati circolano attraverso le diverse piattaforme e circolano attraverso API (application programming interface) sono porzioni di software che sono delle interfacce che permettono di usare una parte di database delle big five. È possibile programmare delle piccole interfacce di dialogo tra piattaforme che permettono alle piattaforme di settore, siti web, app di usare una parte del database delle big fice. Tutto questo è possibile attraverso accordi ecc. attraverso queste API è possibile: - Accedere - Remix e trasformazione dei dati per nuove applicazioni. Questi dati circolano tra le piattaforme di settore, big five, siti e app attraverso questo API. Si generano così degli ecosisitemi di applicazioni che partecipano all’economia della piattaforma, quindi si generano cosi delle applicazioni che usano parte del database messo a disposizione dalla piattaforma e che quindi partecipano del modello del sistema economico della piattaforma. Una piattaforma che utilizza molto questa modalità di circolazione dei dati è google maps. Qualche cosa torna anche a noi di questi database, non solo in termini di servizi (pubblicità ecc) ma anche in termini di: - Insight sul nostro profilo - Attività di amici e follower - Consumi simili - Valutazione Tutti questi sono elementi che tornano a noi sulla base dei database. Quindi alla fine questa restituzione che le piattaforme fanno a noi di questo grande database che hanno a disposizione ha anche una serie di effetti, relativi a come noi ci sentiamo all’interno dell0ambiente virtuale. Non è soltanto una restituzione di servizi ma è anche la generazione di una percezione di: - consapevolezza degli altri: esperienze, attività, scambi - rispetto alle notizie, fatti di cronaca, che ci vengono restituiti, quindi grazie alla restituzione del dato abbiamo consapevolezza dell’evoluzione dei sentimenti pubblici nei confronti degli eventi. contenuti è frutto di una co-responsabilità tra attività degli utenti e caratteristiche delle piattaforme. Le piattaforme privilegiando contenuti che generano un ampio e veloce coinvolgimenti degli utenti. Quello che conta è l’ampiezza e velocità. Ex: balletto jerusalemma Quindi gli algoritmi previlegiano anche queste tipologie di contenuti. ð La parte reputazione, significa che la selezione algoritmica privilegia i contenuti con una “buona reputazione” e quindi agli utenti viene costantemente chiesto di “recensire”, costruire la reputazione degli altri utenti e dei contenuti/prodotti. Ex: airbnb. Sulla base della selezione algoritmica che privilegia i contenuti con una buona reputazione, abbiamo un elemento caratterizzante. Da un lato noi siamo coinvolti nella produzione di dati che consentono di costruire una buona reputazione di un prodotto o soggetto, dall’altra ci si chiede di attribuire fiducia, credibilità a coloro che sono stati ben recensiti. Quindi ci si chiede di dare fiducia alle recensioni. Ex: ebay; che consentono la compravendita tra pari. E qui ci si basa sulla reputazione. Le metriche della reputazione non sono semplicemente un riflesso della qualità e dello status di un servizio offerto… sono modellate e definite in primo luogo dagli operatori di piattaforma. Quindi la piattaforma decide qual è il modo della reputazione; per esempio la stellina, la percentuale ecc. - Moderazione: si intende che le piattaforme non selezionano soltanto i contenuti che vogliono mostrarci ma selezionano anche alcune tipologie di contenuti che non ritengono “adatte” e le rimuovono. I contenuti vengono selezionati sulla base dei “criteri di accettabilità” che ciascuna piattaforma ha definito. Quindi le piattaforme definiscono cosa è accettabile e cosa non all’interno della loro piattaforma. Ogni piattaforma definisce dei criteri accettabiltà di contenuti. Ex: Facebook; 1. Sicurezza: non sono accettabili le espressioni che minacciano le persone, possono intimidire escludere o limitare il diritto di espressione altrui, pertanto non sono consentiti su Facebook. 2. Autenticità: facebook si propone di mostrare solo contenuti autentici. Non vogliono che le persone usino Facebook per rappresentare in modo furviante la propria identità o le proprie attività. Per esempio profili fake o negozi online fake. Esiste all’interno di Facebook un elenco molto preciso. Ex: foto della guerra del Vietnam. “the terror of war” ð I contenuti da rimuovere sono identificati attraverso: - Tecnologie di rilevamento automatiche - Moderatori “umani” che valutano attività e contenuti non conformi - Collaborazione degli utenti chiamati a segnalare eventuali contenuti non conformi. • TEMA DELL’INFORMAZIONE Il rapporto tra la platform society e l’informazione, il macro-tema è l’informazione nella platform society. La costruzione delle Fake News. La disintermediazione, finisce per costruire delle forme di verità rientrano in quella che è definita la post-verità. Ex: la campagna presidenziali degli stati uniti del 2016; hanno cominciato a nascere proprio durante questa campagna. ð Il caso di Austin-Texas; il 9 novembre 2016, tutto comincia con delle immagini postati da Erik Tuker, un addetto al marketing (40 follower su Twitter) che mette online un tweet in cui ipotizza che i manifestanti anti Trump che si erano raccolti ad Austin non fossero li spontaneamente ma fossero stati portati con un pullman dai sostenitori del candidato democratico. Dopo alcuni giorni il suo tweet era stato condiviso 16.000 volte su Twitter e più di 350.000 volte su Facebook. Il problema è che questo tweet si basava su una interpretazione errata dei fatti. L’affermazione si basa su una rapida ricerca su google e sulla mancanza di tempo per fare verifiche più approfondite. Il tweet viene condiviso da un gruppo di supporter di Trump attraverso Reddit (piattaforma di social news) a sostegno della teoria che le manifestazioni anti-trump che sono sostenute dai democratici. Il post di Reddit viene condiviso all’interno di un forum di conservatori Free Republic. Al forum hanno accesso diversi personaggi politici conservatori che condividono il link attraverso le loro pagine Facebook ad esempio Robertson Family Values. Questi post vengono condivisi più di 5.000 volte, e più di 300.000 utenti di Facebook condividono a loro volta il link al Forum. Il 10 novembre si sono sviluppati 3 flussi di comunicazione attorno a questo evento. A. Il manager della compagnia di autobus inizia a ricevere mail e telefonate in cui le vengono chieste spiegazioni B. Un reporter della Fox Tv chiede un’intervista per un servizio televisivo allo stesso manager C. I social media: la diffusione dell’informazione cresce attraverso Facebook (Right wing News) e blog (gateway Pundit) Emerge che gli autobus sono li per portare li dei dipendenti di un’azienda (la tablo software) a una convention aziendale. Quindi google non ha intercettato la convention aziendale, proprio perché privata. Questa notizia nasce tra un mix di condizione, lui fa un lavoro che non è giornalistico, perché pensava di condividerlo solo con i suoi 40 amici, ma mette due hashtag. 2 la sua totale affidabilità che lui attribuisce a google, perché google mi restituisce nelle prime due pagine ciò che mi può interessare. Poi il giornalista scopre la verità e la mette in onda. Ma il tweet originale continua a diffondersi attraverso i social media. La comunicazione dei media continua con interviste ai protagonisti (il manager di Tableau Software) diffuse attraverso emittenti locali o siti web di quotidiani locali. Tucker e alcuni siti di confutazione di bufale online pubblicano rettifiche. Tucker condivide attraverso Twitter un link al suo blog in cui descrive come si sono svolti realmente i fatti. Condivide anche il suo tweet originale con sovrapposta la parola: FALSO. L’11 novembre l’informazione che continua a essere diffusa attraverso le principali pagine dei conservatori è quella originale di Tucker. Tucker cerca di rimediare ma il suo nuovo post riceve solo 25 like e 27 retweet. Lesson Learned ( ciò che abbiamo imparato da questo caso): • Flussi di condivisione flussi di comunicazione a cascata, dove la cascata non è la cascatella con un unico flusso, ma tanti fonti da cui arriva la stessa notizia. E questi flussi di comunicazione a cascata è quello che abbiamo osservato in questo caso. Perché il tweet di Tucker si è diffuso attraverso 350.00 condivisioni, ma non circolava solo quello suo ma anche gli altri successivi. Il fiume che siamo noi, la riceviamo apparentemente da tanti fonti diverse. E questo è quello che gli studiosi di flussi di comunicazione a cascata hanno voluto raccontare. La diffusione attraverso i social media può avvenire anche a distanza dalla fonte originaria ( non era più la diffusione del tweet stesso) delle informazioni. Queste cascate non si basano sempre sulla ricondivisione della fonte. Queste dinamiche rendono molto difficile arrestare la circolazione del tweet di partenza. È infatti, molto difficile riprodurre le stesse dinamiche di attivazione dei contenuti nel momento in cui si voglia rendere nota una rettifica. • Omofilia delle reti; di relazioni che si costruiscono all’interno dei social media. L’omofilia delle reti non nasce con la nascita dei social media, nasce prima, che appartiene al processo di costruzione delle reti sociali. L’attrazione tra soggetti dovuta alla presenza di tratti comuni e la tendenza di questi ad associarsi e a stabilire legami con altri simili. All’interno delle piattaforme social, questo diventa più evidente, cioè le reti sociali. Non significa “omofile” che sono tutti uguali ma condividono molti tratti, pensieri ecc. Questa omofilia delle reti sociali, esiste all’interno delle reti sociali che si costruiscono all’interno delle piattaforme social. L’omofilia delle reti sociali contribuisce a strutturare le reti di relazioni degli individui e influisce sul loro comportamento comunicativo. Nella realtà ci sono due grandi aree dell’omofilia, del riconoscersi simili: - L’omofilia di status (basata su caratteri come l’età, la religione, l’etnia) è molto meno influente nella creazione di reti sociali nello spazio social - L’omofilia di valori (basati su valori, attitudini, credenze) è invece fondamentale nella creazione di reti sociali nello spazio social. Questo aggregarci per similitudine che tipo di effetti ha? 1. Si ha una percezione di somiglianza incrementale; è una specie di meccanismo ad accumulo, più percepisco che alcuni soggetti sono simili con me, più interagisco con loro. (like,share,mention) Più interagisco con loro, più mi è evidente la loro somiglianza. 2. Si tendono ad evidenziare e a rendere molto potenti i sistemi di significati condivisi; il circuito chiuso di relazioni tra soggetti che si percepiscono come simili genera sistemi simili di interpretazione dei fatti e degli eventi. I sistemi di significati condivisioni sono le credenze, il modo con cui io mi racconto cio che mi succede attorno. Ex: a Natale ci sono 3 possibili narrazioni di ciò che sarà il nostro Natale. Una narrazione è ci verrà sottratto il natale, seconda narrazione Questo sarà un natale senza altre feste ma che si festegierà un natale cioè ridotto alla sua essenza, terza narrazione questo sarà un natale dei sotterfuggi. Questo è un insieme di credenza - La propagazione della credibilità Un altro aspetto tipico della dimensione della credibilità all’interno delle piattaforme social è che la credibilità si propaga all’interno dei social network. Essa è stata descritta come simile al passaparola (ricondivido, ecc) si tratta di informazioni e contenuti che passano da un soggetto all’altro attraverso contatti interpersonali e in questo meccanismo di passaparola si ha anche una propagazione di credibilità. Perché un’informazione ci sembra credibile in base a chi l’ha condivisa. Ex: questa notizia mi sembra credibile perché questa notizia l’ha condiviso un amico di cui mi fido. La propagazione della credibilità: ð Si basa anche sulle forme di accreditamento con cui un individuo proietta la sua credibilità su un altro. È come una presentazione di un amico a un amico in cui parte della propria credibilità viene trasferita sull’altro. Questo meccanismo è fondamentale all’interno dei social. Nei social media, attraverso le FOAF (friend to a friend network), la credibilità si propaga verso altri utenti che non si conoscono sulla base del numero di amici che hanno già attribuito loro credibilità e fiducia. Un membro di un social media può attribuire fiducia e credibilità a un soggetto che non è direttamente connesso con lui sulla base delle raccomandazioni di diverse altre catene di amici. La fiducia è composta combinando diverse catene fiduciarie. RIASSUNTO: Quindi si è passato a una fiducia sistemica con i media tradizionali a una fiducia interpersonale, che inizialmente era cognitiva ma poi si è trasformata in normativa. Cioè dal mi fido perché so, o perché vedo che sta intervistando le persone che sono state testimone dei fatti. Al mi fido perché il giornalista dice ciò che penso io e quindi è giusto. Il terzo passaggio è che i social hanno portato una credibilità affettiva personale. Quindi una credibilità del mediatore ad esempio chi condivide una notizia perché con lui si ha una relazione. La credibilità si basa sull’affettività e sull’omologia. Credibilità che può essere trasferita ad altri (amici di amici) generando una catena di credibilità in cui la fonte originaria è sempre meno importante. Tutta questa forma di costruzione di una verità credibile e condivisa si basa su alcuni meccanismi tipici della comunicazione attraverso i social media (e le piattaforme digitali come i blog o i forum) Meccanismi che abbiamo visto in atto nel caso di Austin (comunicazione social): - Gli utenti dei social media possono essere raggiunti dallo stesso contenuti che proviene da diverse fonti e, di consequenza, percepirne una grande rilevanza (data dalla frequenza della visualizzazione) e credibilità (accumulando la credibilità delle diverse fonti) - I contenuti che fluiscono tra le reti di amici che comunicano frequentemente attraverso i social media (con like, commenti, condivisioni) possono godere della fiducia relazionale e della percezione di essere parte di una identità condivisa che li caratterizza. - Le catene di amici di amici basate sulla credibilità normativa o affettiva, quando sostengono la circolazione di un contenuto caricano quel contenuto della credibilità dei singoli e della catena di amici. Accanto alla circolazione dei contenuti all’interno delle piattaforme social e dei processi di costruzione della verità tipici delle piattaforme sociale. Noi osserviamo anche dei fenomeni più macroscopici. Il grande fenomeno macroscopico è che ma tutto il sistema dell’informazione cosa succede nel momento in cui si passa dai media tradizionali alle piattaforme. • Qual è il ruolo delle piattaforme nell’evoluzione del sistema dell’informazione? Quello che succede sono due fenomeni: - Disaggregazione - Riaggregazione Nel momento in cui hanno iniziato a nascere le piattaforme social, queste hanno avuto un impatto sul sistema dell’informazione e cioè su come funzionano. Tutto questo si è modificato. Questo modificarsi del rapporto tra testate giornalistiche loro utenti, tipologia di informazione che circola all’interno dei media. È stato descritto come caratterizzato da due processi: disaggregazione prima e riaggregazione dopo. 1. Disaggregazione; Questo processo comincia negli anni 90, quando cominciano a nascere le prime piattaforme, che sono tutte le piattaforme (motori di ricerca, piattaforme di settore) - Essa è una disgregazione che riguarda quella tra contenuti giornalistici e pubblicità. Cioè nascono nuovi soggetti (piattaforme) che ospitano i contenuti pubblicitari a pagamento prima presenti nelle testate giornalistiche. Per esempio: Ebay per gli annunci commerciali e Google per la pubblicità. La disaggregazione che caratterizza i contenuti informativi negli anni 90 ha un altro aspetto molto importante. - Cioè la disaggregazione tra DEI contenuti informativi e audience. Quello che succede negli anni 90, è che l’avvento dei motori di ricerca cambia il modo in cui le audience si relazionano con i contenuti informativi ma cambia proprio il modo in cui i contenuti informativi circolano, arrivano. Le due immagini nelle slide rappresentano il modo in cui i contenuti informativi arrivano a noi audience secondo un modello piattaforma. Chi immagina un giornale lo immagina come un aggregato dove gli articoli stanno insieme e dove si spiegano l’uno con l’altro. La pagina del giornale è un modello di accesso all’informazione pre-piattaforma, nel senso che non passa per motori di ricerca, mi fa vedere le notizie come un aggregato di diverse notizie che si spiegano e si richiamano l’una con l’altro. È un modello pre-piattaforma anche il sommario del telegiornale o il telegiornale in se. Il lavoro invece che fanno i motori di ricerca è che ogni singola storia diventa un prodotto separato che sta nudo sul mercato ovvero senza contesto e che vive o muore sulla base dei propri meriti in termini di remunerazione. Un effetto di questo processo è che le testate hanno perso il controllo sulla “curatela” delle notizie ovvero su quella capacità attraverso quei due o tre articoli di dare una copertura accurata, completa ed estesa della notizia basata su più articoli quindi di darci un contesto. 2. Riaggregazione; sempre negli anni 90, c’è un fenomeno di riaggregazione. Cioè tutti questi frammenti che sono stati messi in circolazione all’interno delle piattaforme dall’avvento dei motori di ricerca poi hanno trovato anche dei punti di riaggregazione. Che on sono le testate giornalistiche da cui sono partiti. - Sono riaggregazione di notizie da parte di una piattaforma Ex: google news, apple news. Tutto ciò è un lavoro di database, non c’è nessun giornalista che sceglie le notizie da far vedere. Quello che caratterizza questa riaggregazione degli anni 90 è che raccolgono contenuti di diversi fonti. Gli “aggregatori” di notizie raccolgono i contenuti di diverse fonti a differente statuto (blog, testate, podcast) Questi motori di ricerca, questi aggregatori negli anni 90 cominciano a diventare il primo “gateway” portale di accesso per accedere alle notizie. Quindi è l’aggregatore piuttosto che la testata il primo “gateway” per accedere alle notizie. Tutto questo fenomeno va avanti negli anni 2000: 1. Disaggregazione; - Disaggregazione nelle piattaforme; la disaggregazione va avanti anche con lo sviluppo delle piattaforme social. Nelle piattaforme social, i contenuti informativi continuano a circolare in modo disaggregato. Io vedo la singolarità del singolo articolo o video. Riaggregazione dentro il flusso delle bacheche secondo una logica che mette insieme soggetti a diverso statuto che possono anche non avere niente a che fare l’uno con l’altro. 2. Riaggregazione; - Riaggregazione do notizie da parte di una piattaforma; le stesse piattaforme stanno proponendo delle forme di riaggregazione delle notizie sul modello “Google new” “Apple new” Le piattaforme social fanno informazione come aggregatori e non producono contenuti originali. diventano loro il “gateway” attraverso cui io accedo alle informazioni, proponendo una selezione condivisa tra processi di selezione delle piattaforme e scelte di testate da parte dell’utente. ð Facebook 1) Instant articles; sono degli articoli di testate giornalistiche, che vengono pubblicati direttamente sulla piattaforma. Quando Facebook propone questo nuovo modo di collaborale lui lo definisce “è un modo do distribuire articoli veloci e interattivi ai lettori attraverso l’app per dispositivi mobili di Facebook e Messenge” i vantaggi sono che sono più veloci da caricare, diminuisce le frequenze di rimbalzo e ha un aumento di coinvolgimento. I social sono a tutti gli effetti delle fonti di informazione, e questi Instant article è una possibilità di dare informazioni ancora più complete. Gli instant articles sono veloci e di qualità, nascondono la presenza dell’editore dietro la notizia uniformandola agli altri contenuti digitali. Gli instant articles non hanno avuto tutto questo successo perché per gli editori non sono un investimento cosi convincente. Perché gli instant articles sono un programma di hosting che consente agli editori di estendere le campagne pubblicitarie o di attivarne specifiche, riduce il controllo degli editori sul rapporto con l’audience. Ovviamente sono vantaggiosi per le piattaforme perché mantengono gli utenti sulle stesse piattaforme e permettono loro di controllarne i dati. Agli editori non gli è convenuto cedergli i dati a Faceboook, inoltre alle testate giornalistiche fa piacere che i lettori visitano la loro pagina, quindi automaticamente riduce il controllo agli editori sulle audience. Che tipo di relazione possono avere? Possono avere due possibilità: - Contenuto brandizzato che parla di temi legati al brand: permette al brand di presidiare temi legati al suo business e al tempo stesso dare al lettore un contenuto rilevante. - Contenuto brandizzato che parla di temi a cui il brand si vuole legare: permette al brand di presidiare temi di interesse pubblico che arricchiscono la sua identità. • I social media di fronte al Covid-19 Questa pandemia ha avviato un percorso di trasformazione, ha avviato un cambio rispetto ai contenuti che offre. - L’emergenza sanitaria ha determinato un’evoluzione fondamentale nel modo con cui le piattaforme social hanno gestito il loro rapporto con la natura editoriale dei contenuti……………….. Sono rimaste aperte delle situazioni; Cambridge Analytica. All’apparenza non c’entra niente, ma centra quello che Zuckenberg ha detto dopo. In queste audizioni lui ha detto sempre facebook è una tech companay, perché la nostra attività principale è programmare, costruisce prodotti e servizi per altre persone. A lui importa di dire ciò perché gli toglie responsabilità sui contenuti. Perché lui mette la piattaforma ma i contenuti li mettono gli utenti. Attraverso le sue parole i social media sono stati proposti al discorso pubblico come tech company, quindi forniscono le infrastrutture di piattaforma per chi la vuole usare. Sempre lui dice, che non è che si toglie tutte le responsabilità. Ancora dice, l’ultima cosa che vogliamo fare come company, è quello di non censurare quello che i politici possono dire su facebook, perché le persone debbono essere in grado di giudicare i caratteri dei politici. ð Quindi cosa sono i social media? Prima del covid-19, erano questi: - Piattaforme tecnologiche che abilitano la produzione e condivisione di contenuti. - Piattaforme i cui algoritmi regolano la visualizzazione dei contenuti e non la loro natura. Con la pandemia di Covid-19: insieme alla circolazione del virus si inizia a porre il problema che informazioni circolano su questo virus? A un certo punto si comincia a parlare di “Infodemia”; circolazione di una quantità eccessiva di informazioni, talvolta non vagliate con accuratezza, che rendono difficile orientarsi su un determinato argomento per la difficoltà di individuare fonti affidabili. In questa situazione di infodemia si trovano anche le piattaforme social, perché anche sulle piattaforme circola una grande quantità di informazioni. ð La posizione delle piattaforme all’inizio della pandemia; con il covid le piattaforme fanno fatica a definirsi solo delle tech company. - Succede che su Twitter nel primo mese è la prima piattaforma a prendere posizione. Twitter si posizionava in modo da appire in modo diverso da facebook, cioè ad essere più attenta. Cosa fa, si accorda con il ministero della salute per inserire un messaggio che rimanda alla pagina internet del ministero quando la ricerca verte sui temi al coronavirus. Il passaggio importante è proprio che se tu cerchi Covid, io non ti faccio vedere quelli con più like, condivisione, questa volta se tu cerchi covid io twitter mi prendo la responsabilità di rimandarti a una fonte affidabile. Facebook, invece dice che dobbiamo essere noi utenti in grado di capire se una informazione è affidabile o meno. Ma qual è il criterio che io ti dico di andare sul sito del ministero della salute, io Twitter mi posso prendere la responsabilità di dirti che quelle sono notizie vere perché non ho nessune competenze, allora twitter si prende la responsabilità di dire che in quel sito ci sono le informazioni ufficiali del tuo paese. La seconda cosa che fa twitter è ancora più importante, sul tema covid orienta gli algoritmi di visualizzazione dei risultati in modo che i primi visibili agli utenti che cercano “covid” siano fonti affidabili e ufficiali. Tutto ciò non era mai successo prima, che una pagina social ti dice cosa devi andare a cercare. e non è la stessa cosa che fa facebook. - Facebook; in questa prima fase prende posizione in modo meno marcato, ha proseguito lungo la linea già avviata di contrasto alle fake news: ð Attivazione di una squadra di fact-checker interna ð Nessun indirizzamento a fonti istituzionali, ma solo revisione dei contenuti sulla propria piattaforma. FASE 1: iniziamo a cancellare posrt con contenuti pericolosi, cercando di indirizzare i lettori ai siti con le notizia corrette. Le nuove misure verranno anche applicate agli hashtag che promuovono fake news tramite foto su Instagram- ha spiegato Kang-Xong Jin, capo della divisione sanità del social. È importante che chi usa Facebook non causi danno al pubblico. Per Jin, le decisioni sui post da rimuovere si baseranno sui consigli “delle principali organizzazioni sanitarie globali e locali” Anche Facebook, attraverso i suoi algoritmi, privilegia comunque fonti istituzionali come risultato di ricerca per chi usa il suo motore interno per trovare informazioni sul covid-19. - Anche Tiktok, prende posizione per arginare l’infodemia; tiktok immagina i propri utenti come creatori di contenuti. Quindi a febbraio mette al centro l’attività creativa degli utenti e li invita a: consultare siti e fonti attendibili prima di produrre contenuti sul Covid-19. - Anche Pinterest, a febbraio fa la stessa scelta di Tiktok Si rivolge ai propri utenti come creators, in questo caso responsabili di attività di content curation. In più pinterest, fa un lavoro di addomesticamento degli algoritmi, valorizzazione di alcuni contenuti rispetto ad altri, quindi suggerisce alcune fonti affidabili. Nel primo mese di pandemia: - Tutti i social media prendono parola - Le strategie sono diverse ma hanno due obbiettivi comuni: ð Orientare i loro utenti verso un’informazione affidabile ð Interviene sul funzionamento degli algoritmi in modo da rendere più visibili le fonti affidabili. Dopo il primo mese: - Le piattaforme sviluppano una propria offerta editoriale sul tema covid-19 - Selezione e aggregazione di contenuti che provengono da fonti istituzionali o da testate giornalistiche. Quindi più o meno da marzo le piattaforme cominciano a costruire una riaggregazione di contenuti sulle fonti ufficiali che diventa il loro prodotto culturale sul tema covid. Facebook costruisce il centro informazioni sul covid e viene definito come: - “Elaborazione di una sezione specifica di Facebook news, ovvero dell’attività di un team di giornalisti esperti di diversi settori assunti da Facebook con l’obbiettivo di fornire una panoramica di notizie pubblicate da quelle che vengono definite affidabili” - Anche TikTok fa la stessa cosa; arriva a produrre un suo prodotto editoriale, un pò diverso da quello di Facebook, si definisce come uno strumento che serve ad aiutare la community a rimanere protetta e informata. E quindi costruisce una pagina informativa, che propone nozioni attendibili provenienti dall’organizzazione mondiale della sanità. Tra le quali risposte alle domande più comuni e consigli su come proteggersi, e smentisce alcuni falsi miti sul covid-19. Vengono date raccomandazioni fornite dal ministero della salute su come evitare un’ulteriore diffusione del virus , una serie di pratiche FAQ ed una pagina contenente tutti i numeri regionali da contattare in caso di bisogno. In questo momento Titok ha privilegiato l’italia. Anche tiktok arriva a modellare gli algoritmi di visualizzazioni dei contenuti in modo da far comparire video sul covid pubblicati da account verificati, che forniscono informazioni affidabili. Alla fine della prima ondata: - I social media agiscono come fonti informative, che propongono aggregatori editoriali propri. - Da questo cambiamento non si potrà facilmente tornare indietro - Si tratta di un cambiamento strutturale che investe la natura delle piattaforme social e il loro rapporto con i contenuti. Quindi le piattaforme non sono tech company ma sono media che producono prodotti informativi ed editoriali. • Le campagne social delle istituzioni Anche le istituzioni hanno fatto molte campagne social. - Ministero della salute - Istituo superiore di danità - Dipartimento di protezione civile - Croce rossa italina - Presidenza del consiglio dei misnistri Hanno utilizzato facebook e instagram per fare delle campgane social ð Si tratta di micro-campagne che durano al massimo tre o quattro settimane ð Si tratta di campagne spesso condivise e rilanciate tra diverse istituzioni ð Costruiscono un racconto per grandi linee