Scarica Sociologia generale; Bichi e più Dispense in PDF di Sociologia solo su Docsity! SOCIOLOGIA DA LIBRO TEORIE CLASSICHE I I primi giganti della teoria sociale sono noti per la creazione di grand theories che rappresentano il tentativo di sussumere lunghi periodi della storia in un unico quadro teorico di riferimento. Queste teorie culminano generalmente nella discrezione della società, che pur segnata dal progresso appare piena di problemi, quindi i creatori di queste teorie offrono idee su come risolvere i problemi e dare vita ad una società migliore. EMILE DURKHEIM: dalla solidarietà meccanica a quella organica Durkheim viene considerato il più importante e più influente teorico della storia della sociologia e ancora oggi abbiamo delle teorie con stampo durkheimiano. Due tipi di solidarietà La grand theory riflette l’interesse dell’autore per la trasformazione storica da società meccanica più primitiva a società organiche più moderne. Ciò che differenzia questi due tipi di società è la fonte della loro solidarietà, ovvero di ciò che le rende coese. L’elemento cruciale è la divisione del lavoro; dove predomina la solidarietà meccanica , la società è tenuta insieme dal fatto che tutti i suoi membri svolgono gli stessi compiti , quindi nelle società primitive, la divisione del lavoro era minima. Nella solidarietà organica i suoi membri sono chiamati a svolgere un numero crescente di attività specializzate, in questo caso la solidarietà proviene dalle differenze: gli individui hanno bisogno del contributo di un numero crescente di altri individui, e ciò si verifica nelle società moderne. Durkheim affronta i mutamenti del mondo materiale in particolare nel modo in cui viene diviso al lavoro. Mutamenti nella densità dinamica Cosa comporta la trasformazione da società organica a società meccanica? Per Durkheim si tratta di un amento della densità dinamica di una società. La dinamica è definita da due elementi il primo è dato dal numero degli individui di una società. Un aumento però non è sufficiente a spiegare il mutamento nella divisione del lavoro sociale. Di conseguenza è necessario un altro fattore e si tratta di un aumento nelle interazioni tra un numero sempre maggiore di membri della società. Quando un numero sempre più grande di individui interagisce con maggior frequenza la dinamica tende a crescere fino al punto di comportare un passaggio dalla società meccanica a quella organica. Aumentando, il lavoratore aumenta anche una inevitabile competizione, ma un’accresciuta divisione del lavoro da luogo a minori conflitti e a una maggiore armonia tra cittadini. Il risultato finale del lavoro è dato da livelli di pace e prosperità più elevati. Coscienza collettiva Il passaggio tra due tra i due diversi tipi di società risulta accompagnato anche da un mutamento della cosiddetta coscienza collettiva, ovvero nelle idee condivise dai membri di un gruppo o di una società. Viene definita collettiva perché nessun individuo conosce o possiede contemporaneamente in se stesso questo insieme di valori e norme, ma solo la collettività nel suo insieme è in grado di conoscere e definirli nella loro totalità. Nelle piccole società la coscienza collettiva esercita un effetto significativo su tutti membri del gruppo, nelle più ampie società invece , quindi in una solidarietà organica si osservano meno individui influenzati da questa coscienza collettiva, ossia la coscienza collettiva è più debole e non è in grado di esercitare un forte controllo sui membri della società. La legge: repressiva e restitutiva Per Durkheim è possibile osservare tutti i cambiamenti descritti precedentemente nella trasformazione del sistema normativo. La solidarietà meccanica tende a essere caratterizzata da leggi repressive. Questa forma del diritto è caratterizzata dalla punizione severa dei colpevoli, perché ogni azione che minaccia una comunità è anche un’offesa ad una potente coscienza collettiva. Quando è presente una coscienza collettiva debole, invece, si la ha presenza di leggi restitutive, gli individui colpevoli devono conformarsi alla legge, oppure rimborsare le vittime e quindi non sono punite come nelle società meccaniche. IL FATTO SOCIALE : per Durkheim i sociologi dovrebbero individuare i fatti sociali trattandoli come se fossero cose, i fatti sociali possono essere visti sotto un’investigazione empirica ed essi sono esterni all’individui ed esercitano un’azione coercitiva su di loro. È possibile distinguere due tipi di fatti sociali materiali , ovvero , fatti sociali materializzati nel mondo sociale esterno all’individuo; ci sono poi i fatti sociali non materiali si tratta di fatti che sono esterni e coercitivi rispetto all’individuo, ma che non assumono una forma materiale per esempio le norme e i valori. Le norme e i valori sono patrimonio condiviso della collettività, alcune sono interiorizzate dall’individuo durante il processo di socializzazione , ma nessuno le possiede interamente. L’intero insieme di norme e valori è posseduto pienamente solo dalla collettività, in questo senso possiamo affermare che sono esterni a noi. Oggi i sociologi si focalizzano sulle strutture sociali e sulle istituzioni sociali, ma spesso trattando argomenti che D non definirebbe come fatti sociali. L’anomia I due tipi di solidarietà sembrano essere differenti, e che nessuno dei due prevale sull’altro. Durkheim non appare preoccupato dalle difficoltà presenti nella solidarietà organica, e cerca di individuare delle soluzioni per poterle superare. Il problema maggiore è quello dell’anomia una patologia e una malattia, che può e deve essere curata. L’anomia può essere definita come il sentimento che prova l’individuo che non sa cosa cosa ci si aspetti da lui. Questa condizione è ben visibile nel declino della coscienza collettiva della solidarietà organica, quando le persone devono far fronte a delle situazioni e non sanno come comportarsi, ciò contrasta con la solidarietà meccanica, dove tutti sanno come comportarsi e gli individui non soffrono di anomia. IL SUICIDIO ANOMICO: Questo argomento svolge ruolo centrale nell’opera il suicidio. Il fattore che porta maggiormente al suicidano anomico è lo sconvolgimento sociale, ma è importante osservare che il suicidio aumenta sia durante sconvolgimenti positivi , che in tempi di sconvolgimenti negativi, in quanto entrambi possono causare ad una diminuzione della coscienza collettiva. Senza controllo l’individuo non sa come bisogna comportarsi. Durkheim divide il suicidio in quattro. Il suicidio egoistico = avviene quando gli individui non sono integrati nella collettività, si sentono privi di significato e portano fino alla loro vita. Il suicidio altruistico= gli individui sono troppo legati alla collettività , ed è il gruppo che li porta a commettere suicidio. Il suicidio fatalistico: avviene in presenza di eccessiva regolamentazione, quindi quando sono totalmente depressi per la loro mancanza di libertà. organizzative del capitalismo, ma nel frattempo avrebbe permesso ad ogni essere umano di diventare ciò che ciascuno avrebbe sempre potuto potenzialmente essere. MAX WEBER: la razionalizzazione della società Weber è il teorico più importante dalla prospettiva sociologica, ha dato un grande impulso al pensiero sociale, ed è conosciuto per la teoria della crescente razionalizzazione, che interessa la società occidentale, questa teoria si basa sui lavori svolti sull'azione , in particolare , sull'azione razionale Azione sociale I sociologi hanno concentrato la loro attenzione sull’azione sociale piuttosto che sulla teoria della razionalizzazione, che oggi è ritenuta rappresentare il cuore del suo pensiero teorico. Comportamento e azione L’interpretazione del concetto di azione si basa sulla distinzione tra comportamento e azione. Il comportamento avviene in modo automatico e senza pensarci; l’azione è il risultato di un processo consapevole. Il primo è legato all’approccio diffuso in psicologia conosciuto come comportamentismo. Weber pone la sua attenzione alle azioni che prevedono l’intervento del pensiero tra lo stimolo e la risposta. Egli ha definito la sociologia come lo studio dell’azione, e ciò che è importante sono i processi , che gli individui compiono consapevolmente, per comprendere l’azione è necessario comprendere come il soggetto definisce la situazione. Weber era interessato all’azione di un singolo individuo, ma lo era ancora di più rispetto all’azione di due o più individui, quindi si riferiva alla collettività come risultato dell’azione di due o più individui. Infatti solo gli individui possono agire, quindi la sociologia deve confrontarsi e basarsi sugli attori, in quanto la collettività non è altro che un insieme di attori. Tipi di azione Weber propone quattro tipi di azione. L’azione affettiva è risultato non razionale delle emozioni individuali. L’azione tradizionale rispecchia l’abitudine a compiere certi gesti in un certo modo. Entrambi , quindi, sono azioni non razionale. L’azione razionale rispetto al valore è possibile , quando, per ottenere uno scopo, l’azione é effettuata sulla base del più ampio sistema di credenze dell’attore, che compie tale scelta. L’azione razionale rispetto allo scopo o calcolante riguarda il perseguimento di fini che l’attore ha scelto per contro proprio, quindi l’azione non è guidata dall’insieme dei valori , anche se è influenzata dalla prospettiva che l’attore ha rispetto all’ambiente in cui si trova. Ciò significa che l’attore deve prendere in considerazione la natura della situazione quando sceglie i mezzi più adatti per raggiungere lo scopo prefissato. I quattro tipi di azioni sono definiti ideali- tipi, e ogni azione viene definita come combinazione di due o più di questi ideali tipi. Tipi di razionalità La teoria della razionalizzazione si fonda sulla tipologia di razionalità. La razionalità pratica è il tipo di nazionalità che tutti quanti mettiamo in atto quotidianamente, data la realtà delle circostanze cerchiamo di affrontare le difficoltà per raggiungere il nostro obiettivo. La razionalità teorica riguarda lo sforzo di dar conto cognitivamente della realtà, attraverso lo sviluppo di concetti sempre più astratti con lo scopo di ottenere una comprensione razionale del mondo piuttosto che agire all’interno di esso. La razionalità sostanziale riguarda direttamente l’azione, la scelta è dettata dall’ampio insieme di valori di riferimento, piuttosto che dall’esperienza quotidiana e dal pensiero pratico. Infine quella più importante è la razionalità formale, che è basata su un insieme di norme regolamenti e legge uguale per tutti . Questa razionalità formale è sorta solo nel mondo occidentale con l’avvento dell’industrializzazione . Questo ha portato Weber a domandarsi su quali fossero i fattori che hanno accelerato lo sviluppo della razionalizzazione in Occidente, la maggior barriera, che non hanno permesso lo sviluppo di questa razionalità negli altri paesi, è principalmente la religione. L’etica protestante e il capitalismo Il protestantesimo ha un ruolo cruciale nell’ascesa della razionalizzazione, in questo caso Weber era interessata alla razionalizzazione del sistema economico, e quello più razionale è senza dubbio il capitalismo. Egli ritiene che il capitalismo è razionale soprattutto per l’enfasi, che pone sulla quantificazione di ogni cosa . Dunque era principalmente attratto dal calvinismo, che servì per la nascita e lo sviluppo del capitalismo. Weber era interessato all’etica protestante tipica del calvinismo, essi credono che ogni individuo sia predeterminato dal volere divino, che manifesta una serie di segnali durante la vita terrena, uno dei più importanti è il successo negli affari. Tutte queste credenze sul successo economico si sono combinate nelle etica protestante a cui Weber collega lo spirito del capitalismo, ed è proprio questo sistema di idee, che ha favorito la nascita e lo sviluppo del sistema economico capitalistico. Questo sistema, infatti, enfatizza il successo economico e la ricerca del profitto e diventa uno stile di vita, moralmente lecito, che caratterizza i predestinati alla salvezza eterna. Lo spirito del capitalismo si compone di diversi elementi tra i quali il più utile è la ricerca razionale, poi la frugalità, la puntualità, l’onestà e il guadagno, come scopo legittimo dell’esistenza umana. Ogni individuo deve accrescere la propria ricchezza , e lo spirito del capitalismo è affrancato dalla sfera dell’ambizione personale per diventare un imperativo etico generale. Con i suoi studi Webber ha scoperto , che i leader del sistema economico erano principalmente di religione protestante, ciò significa che il protestantesimo influisce significativamente nella scelta della professione, mentre non è così per altre religioni come per esempio per il cattolicesimo. VERSTEHEN: “comprendere” o “comprensione”. Nella teoria dell'azione indica il tentativo di comprendere i processi mentali dell'attore, ossia i fattori che conducono all'azione. Per Weber il verstehen non riguarda solo l’intuizione, ma rappresenta un metodo sistematico per studiare i pensieri e le azioni. I soggetti di studio sono esseri umani, e lo scienziato sociale può ottenere una maggior comprensione di cosa succede nelle loro menti e il motivo per cui lo fanno. Può darsi che Weber stesse comprendendo cosa succedeva nelle menti dei singoli calvinisti che si preparavano all’ascesa dello spirito del capitalismo; ma è anche vero che avrebbe potuto utilizzare il vertstehen per mettersi al posto dei calvinisti, e comprendere il contesto culturale che li portava comportarsi secondo schemi capitalistici. È possibile anche che il verstehen si occupi della relazione tra processi mentali individuali, e il più ampio contesto culturale , quindi è un metodo per analizzare l’azione a partire dalla prospettiva dei processi mentali individuali. Confucianesimo, induismo, capitalismo La Cina aveva i requisiti necessari allo sviluppo del sistema economico capitalistica, ma gli è mancato in anzitutto mercato, e tuttavia lo sviluppo non è stato possibile per le caratteristiche proprie del confucianesimo. Il confucianesimo prescrive un buon livello di alfabetizzazione e un elevata educazione letteraria, ma anche una forte arguzia e furbizia. I confuciani erano fondamentalmente disinteressati all’economia e alla attività economica ed erano restii al cambiamento economico, infatti, il loro obiettivo era il mantenimento dello status quo. Anche l’induismo in India pose delle barriere per lo sviluppo del capitalismo. Gli induisti ritenevano che ciascun individuo nasce in una determinata casta a secondo del comportamento che aveva avuto in una vita precedente, la salvezza viene quindi assicurata da un comportamento che si conforma fedelmente alle norme alle regole vigenti; l'attività mondana non è ritenuta importante, perché questa vita è una dimora transitoria dell'anima, che ottiene la elevazione per mezzo di numerose vite. L’IDEALTIPO E LA BUROCRAZIA IDEALITIPICA: l’idealtipo è l’idea più importante dal punto di vista metodologico. Riferendosi a un tipo ideale Weber non fa riferimento a qualcosa di ideale o di migliore, ma l'idealtipo è un’ ideale nella misura in cui si presenta di solito, quindi l'esagerazione della razionalità di un dato fenomeno. Queste esagerazioni diventano un concetto che Weber utilizza per analizzare il mondo sociale nelle variazioni storiche e contemporanee. L'idea dell’idealtipo serve per mettere a confronto diversi esempi specifici di fenomeni sociali nel tempo attraverso le culture. Uno degli esempi più famosi di idealtipi è la burocrazia. Questo ideltipo non esiste mai per intero, infatti nessuna organizzazione possiede pienamente tutte le caratteristiche elencate. Ma Weber intende utilizzare questi idealtipi per compiere un’analisi storica comparativa, e quest’analisi è possibile prendendo in considerazione le organizzazioni associate ai tre ai tre tipi di autorità. Tramite questo studio ha scoperto che l’autorità tradizionale e carismatica mancano di tutte le caratteristiche che ha una burocrazia. Si può anche utilizzare l’idea il tipo per confrontare organizzazione specifica all’interno del mondo moderno nel grado in cui queste si conformano all’idea al tipo. Strutture di autorità e razionalizzazione Il tema della razionalizzazione si manifesta anche nelle strutture di autorità, con il termine autorità intendiamo chi esercita legittimamente il dominio. L’Autorità si può fondare sulla tradizione sul carisma o essere di tipo legale razionale. L’autorità tradizionale è basata sulla credenza da parte dei seguaci, che certi individui abbiano esercitato l’autorità da tempi immemorabile, i capi hanno una aurea di santità che deriva dal crisma del tempo, e il ruolo del leader viene assegnato in modo ereditario; queste strutture non sono razionali e impediscono il processo di razionalizzazione. L’autorità carismatica è legittimata dalla credenza dei seguaci dell’eccezionale santità del leader carismatico , ciò significa che non sia indispensabile che un leader abbia delle qualità evidentemente straordinari per essere definito carismatico. L’ autorità carismatica non è razionale e si adatta malamente al compito di amministrazione di richieste da parte di una società che avanza. I seguaci avanzano iniziative per consentire al regime di rispondere ai compiti di ordinaria amministrazione, tramite il processo di routinizzazione del carisma. Per Simmel la libertà dell’individuo aumenta al crescere del gruppo. In un piccolo gruppo sarà più efficace il controllo sull’individuo, invece in gruppi maggiori l’individuo a maggior possibilità di nascondersi. La distanza e lo straniero Simmel si è interessato allo studio della distanza. Il tipo sociale, ossia lo straniero, è definito attraverso il concetto di distanza. Se si avvicinasse troppo, non sarebbe straniero, viceversa cesserebbe il contatto con il gruppo; per essere straniero è necessaria una combinazione di vicinanza e distanza. La forma di vicinanza/distanza porta a forme di interazione inusuale tra i due individui; per esempio la mancanza di coinvolgimento gli permette di essere più oggettivo, gli consente di dare un giudizio spassionato sulle relazioni. Lo straniero non è solo un tipo sociale, ma possiamo discutere il suo essere straniero, come forma sociale di interazione. La misura in cui un individuo è straniero entra nelle nostre relazioni più intime. SPAZIO: definizione dei confini dello spazio. La loro importanza viene sottolineata quando i confini appaiono indefiniti o indistinti. I confini indefiniti si osservano quando i gruppi non si limitano ai propri confini politici. Uno spazio è indistinto quando risulta non definito a un gruppo, che viene a ritrovarsi in uno spazio buio. Uno degli aspetti più interessanti riguarda il pensiero su “ponte e porta”. Un ponte porta sempre ad un unione, la porta può portare sia alla connessione (porta aperta), sia alla separazione (porta chiusa). La porta ha significato più ricco e vitale del ponte. La direzione non ha differenza per i ponti, ma c’è una grande distinzione nell’entrare o uscire dalla porta. Distanza e valore Il valore del soggetto è percepibile mediante la relazione con esso. Una delle più interessanti intuizione di Simmel sulla distanza, a che vedere con la nozione di valore in particolare con lo sviluppo di una teoria del valore alternativa a quella proposta da Marx. Simmel sosteneva che il valore delle cose fosse una funzione della loro distanza da noi, quelle che troviamo a portata di mano non hanno un gran valore, ma anche le cose troppo distanti non ne hanno. Ciò che riteniamo veramente prezioso è quello che sappiamo di poter ottenere, ma a fronte di uno sforzo considerevole. Cultura oggettiva e soggettiva Nel tragitto della cultura si basa sulla distinzione tra cultura soggettiva (individuale) e cultura oggettiva (collettiva) . La cultura oggettiva comprende quanto viene prodotto da una società; la cultura soggettiva o individuale si riferisce alle capacità di un individuo di produrre assorbire e controllare gli elementi della cultura oggettiva. La tragedia della cultura deriva dal fatto che nel tempo la cultura oggettiva cresce esponenzialmente mentre la cultura soggettiva e l’abilità del singolo di produrre cultura oggettiva crescono marginalmente. La cultura oggettiva cresce in termini di grandezza assoluta, e questa è visibile nella scienza; inoltre cresce il numero dei diversi componenti della cultura oggettiva e i diversi elementi della cultura oggettiva diventano sempre più numerosi,e interconnessi. La tragedia della cultura è data dal fatto che le nostre scarne risorse individuali non riescono a tenere il passo con i nostri stessi prodotti culturali La divisione del lavoro Un fattore determinante nella tragedia della cultura e la crescita della divisione del lavoro. Un’accresciuta specializzazione porta a una maggiore abilità di produrre componenti del mondo oggettivo ma l’individuo specializzato perde il senso della cultura nel suo totale e l’abilità controllarla. Ma la mano che la cultura oggettiva cresce la cultura individuale si atrofizza. Ci sono anche aspetti positivi la specializzazione ha portato a sviluppi nella vita quotidiana e la migliorata e inoltre abbiamo infinite possibilità di scelta. Ma il costo di tutto questo è rappresentato dal fatto che l'individuo si sente insignificante rispetto alla cultura oggettiva e quindi è destinato a perdere. Non c'è fine a questo processo quindi diventeremo sempre più insignificanti e saremo sempre più controllati dalla cultura oggettiva. THORSTEIN VEBLEN: il progressivo controllo dell’impresa sull’industria Veblen si occupa del rapporto conflittuale tra l’azienda e l’industria. Egli individua un forte contrasto, ma anche un vero e proprio conflitto interno, mentre lo sviluppo dell’industria porta alla produzione sempre maggiore, gli interessi spingono a limitare la produzione per mantenere alti i prezzi e i profitti. IL CONSUMO VISTOSO: importante teoria della produzione, ma anche innovativa teoria del consumo. La vera motivazione che ci porta a consumare una varietà di beni, è la creazione di robuste fondamenta che reggano le distinzioni tra gruppi di persone. Il possedere beni rari porta all’innalzamento nello status sociale, quindi la classe agiata si dedica a un consumo vistoso. Il consumo vistoso riguarda tutti quelli che si trovano all’interno del sistema di stratificazione: scegliendo i beni le persone finiscono con l’emulare il comportamento della classe agiata. Veblen distingue inoltre tra il consumo vistoso e tempo libero, che in quanto uso produttivo cel tempo rappresenta un primo modo per creare distinzioni tra le persone, cioè le persone sprecano in modo vistoso e appariscente il proprio tempo. Nel mondo moderno le élite si dedicano al consumo più che al tempo libero, perché il primo è visibile agli altri, e la visibilità fa aumentare il proprio prestigio. L’impresa Veblen ha tracciato un cambiamento storico nella natura dell’impresa e dei suoi capitani. I capitani d’impresa sono occupati a gestire compiti finanziari, per Veblen non guadagnano più il proprio reddito in senso proprio, perché la finanza non dà un contributo diretto all’impresa, di conseguenza il capitano è come un intermediario tra finanza e impresa. L’impresa rappresenta la chiave di lettura dell’epoca, soprattutto riferendosi alle classe superiori. L’impresa è definita da un approccio pecuniario, l’interesse prevalente è il denaro. L’obiettivo dell’impresa è il profitto dell’organizzazione. Così i capitani hanno un orientamento all’impresa nom produttivo, ma parassitico, e basato sullo sfruttamento. Veblen ammette che i leader stimolano la crescita della capacità produttiva, ma possono anche disturbarla e rallentarla. L’industria L’industria ha a che vedere con la comprensione e con l’utilizzo di procedure meccaniche di tutti i tipi. Un orientamento industriale è associato a coloro che si occupano della produzione e della lavorazione. Come detto prima l’industria è controllata da capitani d’impresa, che hanno poca o nessuna conoscenza a livello di produzione. L’interesse principale è limitare la produzione, impedendo che il sistema produttivo operi liberamente, in modo tale da mantenere i prezzi più alti possibili. Il compito principale del capitano è ostruire, ritardare, sabotare il funzionamento del sistema industriale. La natura sempre più interconnessa dei sistemi industriali porta da una parte allo sviluppo di imprese cooperative, ma lo rende più vulnerabile ai tentativi di sabotaggio operati dall’impresa e dai suoi capitani. Questi possono essere intrapresi consapevolmente o rappresentare risultati inattesi portati dall’ignoranza del leader; ciò che ne consegue è un impoverimento della comunità. I leader sono i primi responsabili delle depressioni economiche, spingono a ridurre la produzione, perchè sotto certe condizioni il mercato non potrebbe reggere, e quindi ricavare dai beni prodotti ciò che considerano un profitto ragionevole. Il sistema industriale è cosi efficace che consente di tratte enormi guadagni. Il guadagno dei capitani è nettamente superiore a quello necessario per vivere, questo rendimento sono la fonte di ciò che Veblen definisce reddito libero. Esso va ai leader di impresa e ai lori investitori, ed essi vengono associato allo spreco. HERBERT MEAD: il comportamentismo sociale Teorico più importante della vita quotidiana, ed è una figura centrale nello sviluppo di un’importantissima teoria sociologica contemporanea: l’interazionismo simbolico. Il suo maggior contributo allo sviluppo della teoria sociologica è rappresentato proprio dalla sua sociologia della vita quotidiana. Mead sottolinea l’importanza di iniziare la riflessione sociologica partendo dai gruppi o meglio dal sociale. L’analisi deve partire dal gruppo organizzato, e scendere verso il singolo, piuttosto che partire con individui separati e risalire fino al gruppo. Il pensiero l’azione e l’interazione individuale devono essere spiegati in riferimento al gruppo. L’intero viene prima dei suoi elementi individuali. Egli accettava un meccanismo di base e di risposta, e tra l’applicazione di uno stimolo e l’emissione di una risposta interviene la mente. L’atto Nel presentare la propria teoria Mead si poggia sull’intero impianto teorico , ossia l’atto; secondo lui gli individui non reagiscono agli stimoli in modo automatico, e quindi riconosce 4 frasi distinte, dove ciascuna è collegata alle altre. IMPULSO: l’attore reagisce allo stimolo esterno e avverte la necessità di fare qualcosa. PERCEZIONE: L’attore si mette in cerca di stimoli legati all’impulso e ai modi in cui affrontarlo, reagendo agli stimoli, infatti, prima di agire ci pensano su. MANIPOLAZIONE: manipolazione dell’oggetto una volta che è stato percepito. È la fase prima che venga emessa una risposta e coinvolge le menti e loro pollici opponibili. CONSUMAZIONE: riguarda l’agire al fine di soddisfare l’impulso originale, è molto probabile che l’essere umano abbia successo nella consumazione per la sua capacità di pensare mentre compie l’atto. I gesti Un atto implica un solo individuo , ma sia gli individui , che gli animali interagiscono con gli altri. La forma più primitiva di interazione è il gesto, ossia un movimento di un soggetto che serve come stimolo per l’altro, da questo prendono vita le conversazioni gestuali. Solo gli esseri umani possono utilizzare gesti significativi, ovvero gesti che implicano l’uso del pensiero. Una struttural-funzionalista si occupa delle relazioni tra grandi strutture della società, per esempio il sistema educativo e il sistema economico. L’attenzione è rivolta alle funzioni, che ciascuna di queste strutture svolge per l'altra. Gli struttural- funzionalisti tendono a concentrare la propria attenzione sulle relazioni più positive. La teoria funzionale della stratificazione e i suoi critici La stratificazione sociale è sia universale che necessaria quindi rappresenta una necessità funzionale in quanto tutte le società hanno bisogno di un sistema di questo tipo , e quindi questo bisogno spinge lo sviluppo della stratificazione. Davis e Moore presentano un sistema di stratificazione con una struttura che si pone sul livello della società sottolineando come questa si riferisca agli individui ma soprattutto le loro posizioni quindi gli autori osservano che quelle stesse posizioni all’interno della struttura occupazionale portano con sé è una dotazione diversificate in termini di prestigio quindi il punto di vista di questi autori è rivolta alla struttura della stratificazione e alle strutture che essa svolge. La teoria Il tema centrale della loro teoria riguarda il modo in cui la società motiva e colloca l’individuo imposizione adeguate all’interno del sistema di stratificazione questo presenta due problemi , ossia come fa la società a convincere l’individuo di andare a ricoprire una determinata posizione , e come fa a installare in loro il desiderio di adempiere alle funzioni previste per quella posizione. Adeguata collocazione all’interno della società è un problema per tre ragioni: alcune occupazioni sono più piacevoli da occupare, sono più importanti e richiedono talenti diversi abilità diverse. Il problema è farsi che gli individui giusti trovino la propria strada verso la presa la posizione giusta. Ideo i due autori erano particolarmente interessati alle posizioni più importanti nel sistema di stratificazione: le posizioni di maggior valore sono quelle che vengono ritenute meno piacevoli ma solo le più importanti richiedono maggiore abilità e maggior talento la società deve da una parte assegnare maggiori ricompense cosicché un numero adeguato di individui e le occupi e inoltre assicurarsi che faccia un lavoro diligente, questo ragionamento implica anche l’opposto. La stratificazione sociale è una struttura che implica una gerarchia di posizione e che ha la funzione di condurre gli individui a svolgere il compito richiesto verso posizione di alto livello. I due autori non ritenevano che una società sviluppasse consapevolmente il sistema di stratificazione ma ritenevano che questo è un meccanismo che si evolve in maniera non pianificata e imprevedibile. La società deve farsi che gli individui che occupano una posizione più alta ottengano ricompensa adeguate. Le critiche Questo approccio non fa altro che giustificare i privilegi di coloro che si trovano già in una posizione di potere di prestigio di ricchezza. La stratificazione secondo lo strutturale funzionalismo implica che rimanga anche nel futuro in quanto esistente già nel passato e nel presente. Inoltre difficile sostenere l’idea che esistano posizioni funzionali che variano a seconda dell’importanza che essa rivestono per la società. A molti individui viene impedito di intraprendere il percorso formativo che li porterebbe a raggiungere posizioni di prestigio. Infatti coloro che si trovano in posizione sovraordinata hanno tutto l’interesse a limitare il numero di persone che appartengono all’élite così da mantenere elevati sia il proprio reddito che il proprio potere. Lo struttural funzionalismo di Talcott Parsons La sua teoria consiste in quattro imperativi funzionali comune a tutti sistemi di azione: AGIL. AGIL: Parsons si è concentrato su un insieme di attività mirate a soddisfare una necessità o bisogni di un sistema, dal suo punto di vista ci sono quattro funzioni che sono caratteristiche in tutti i sistemi. Infatti tutti sistemi per la loro sopravvivenza impegnarsi in quattro insieme di attività mirate a soddisfare i bisogni del sistema stesso. ADATTAMENTO : un sistema deve conformarsi all'ambiente che lo circonda e e deve affrontare i pericoli e le contingenze derivanti dalla situazione esterna inoltre il sistema può cercare di adattare l'ambiente alle proprie necessità, ma è più importante considerare i pericoli esterni e le contingenze a cui sistemi devono adattarsi e adeguarsi. PERSEGUIMENTO DEI FINI: riguarda il bisogno di un sistema sociale di definire e raggiungere i suoi scopi primari, l’obiettivo finale non è solo riuscire a sopravvivere nel futuro. ma anche di accrescersi ed espandersi. I sistemi sociali condividono questo fine generale, ma hanno anche una serie di obiettivi più specifici. INTEGRAZIONE: un sistema cerca di regolare le interrelazioni delle parti che lo compongono, e riguarda anche la gestione delle relazioni tra gli altri tre imperativi funzionali. LATENZA E MANTENIMENTO DEL CONTROLLO : la latenza si riferisce la necessità che al sistema di dare mantenere rinnovare le motivazione degli individui il mantenimento si riferisce più all’Indie alla necessità di dare mantenere e rinnovare i modelli culturali che tre anni sostengono una motivazione individuale. La latenza radicate nella teoria funzionalista della stratificazione: l’intera struttura del sistema è disegnata per motivare gli individui a competere per salire sempre più in alto nella scala sociale E occupare posizioni di alto livello. Questa motivi motivazione ma anche costantemente rinnovata affinché il sistema continua a funzionare e però gli individui a darsi da fare. Al fine di mantenere sistema di stratificazione sociale e farsi che gli individui siano sempre invogliati per raggiungere l’apice di questo sistema è necessario creare norme valori che supportino questo sistema e questo impegno degli individui. Norme valori non sono statici e devono costantemente cambiare per riflettere le nuove realtà sociali. Parsons ha pensato a questo modello per utilizzarlo a tutti livelli del suo sistema teorico con inclusione dei quattro sistemi di azione. 1. Organismo comportamentale si occupa della funzione di adattamento coordinandosi con il mondo esterno esterno trasformandolo. 2. Sistema della personalità svolge la funzione di perseguimento dei fini definendo gli obiettivi del sistema e mobilitando le risorse per ottenerli. 3. Sistema sociale riguarda la funzione di integrazione controllando le parti che lo compongono 4. Sistema culturale svolge la funzione di latenza dettando gli attori di norme valori che motivano all’azione. Tutti questi sono legati all’azione ma ciascuno è collegato allo svolgimento di uno dei quattro imperativi funzionali. Sistema d’azione Vi è una struttura gerarchica nel sistema d’azione di Parsons, dove i livelli vengono integrati tra loro in due modi : ciascuno dei livello inferiori procura le condizioni e energia necessaria ai livelli superiori , e i livelli più elevati controllano quello a essi inferiore nella gerarchia. A livello più basso si colloca l’ambiente fisico e organico che coinvolge gli aspetti non simbolici del corpo umano. Il livello più elevato ossia la realtà più estrema, ha un che di metafisico e egli Parsons sottolinea il suo interesse sulla tendenza universale di tutte le società a far fronte simbolicamente alle difficoltà dell’esistenza umana che rappresentano le sfide significative all’organizzazione sociale. La sua maggior preoccupazione da sta il problema dell’ordine che presenta anche la maggior fonte di critica il suo lavoro. Nello strutturare funzionalismo trova la risposta che a lungo cercato il problema dell’ordine viene risolto a partire da questi fondamentali: • I sistemi sono caratterizzati dalla proprietà dell’ordine e dall’interdipendenza tra le parti • I sistemi tendono a un ordine che si auto conserva ovvero tendono all’equilibrio • Il sistema può essere statico o interessata da un processo ordinato di cambiamento • La natura di una parte del sistema ha un impatto sulla forma che le altri parti possono assumere • I sistemi mantengono dei confini con i loro ambienti • L’allocazione delle risorse e l’integrazione tra le parti sono due processi fondamentali per garantire un sistema in equilibrio • I sistemi tendono ad autoconservarsi attraverso la manutenzione dei confini e delle relazioni delle parti verso il tutto. Questi fondamentali hanno portato Parsons a dare priorità all’analisi della struttura ordinata della società, e soprattutto all’analisi delle diverse combinazioni di variabili sociali, e che è possibile osservare i loro cambiamenti di tempo, solo dopo averle descritte. Gli elementi che Parsons individua nella sua rappresentazione del mondo sociale non esistono nel mondo reale , ma sono strumenti analitici per riflettere e per studiare il mondo. Il sistema sociale La concezione del sistema sociale si sviluppa partire da un livello micro di interazione tra ego e alter ego, le caratteristiche di questo sistema di interazione sono presenti nelle forme più complesse che sistema sociale può assumere. Parsons definisce un sistema sociale come un insieme di attori umani che interagiscono gli uni contro gli altri entro un determinato contesto fisico ambientale, quindi gli attori cercano di massimizzare la propria gratificazione, mentre le loro relazioni vengono definite e mediate da simboli culturali condivisi. Nonostante i sei studi prevedono al centro il sistema sociale come un sistema di interazione egli preferisce la combinazione dei concetti di ruolo e di Stato piuttosto che l’analisi del sistema. Lo status si riferisce alla posizione strutturale che viene assunta dall’individuo nel sistema sociale, e il ruolo rappresenta ciò che l’attore fa in quella posizione, l’attore è visto come un intreccio di status e ruoli. Egli sei interessata principalmente alle sue componenti strutturali e si è anche occupato di componenti di larga scala del sistema come la collettività inoltre non è soltanto uno strutturalista ma anche un funzionalista. Ha delineato una serie di prerequisiti funzionali del sistema sociale più specifici. 1. I sistemi devono essere strutturati in modo tale da operare con altri sistemi. 2. Per sopravvivere devono poter ottenere il sostegno richiesto agli altri sistemi. 3. Il sistema deve soddisfare i bisogni dei suoi attori. 4. Deve stimolare un livello adeguato di partecipazione dei suoi membri. 5. Deve avere un controllo sui comportamenti potenzialmente distruttivi. 6. Se emerge un conflitto deve essere in grado di controllarlo. 7. Per sopravvivere richiede l’esistenza e l’utilizzo di un linguaggio. È chiaro che il suo obiettivo è rivolto ai sistemi di larga scala e alle loro relazioni reciproche, inoltre questa riflessione sottolinea l’interesse per il mantenimento dell’ordine all’interno del sistema sociale. Ma non ho del tutto ignorato la relazione tra gli attori e le strutture sociali e in prospettiva di un’integrazione individua come fondamentali processi di interiorizzazione di socializzazione ed è interessato ai modi con cui le norme valori vengono trasferite agli attori che fanno parte del sistema. Quando il processo di socializzazione risulta efficace norme valori vengono interiorizzate gli attori nel perseguire i propri interessi, perseguono anche gli interessi del sistema. Gli attori sono riceventi passivi nel processo di socializzazione. La socializzazione E contestualizzate come un processo conservativo in quelle disposizione bisogna legare bambini al sistema sociale che mette a Il terzo postulato quello dell’indispensabilità sostiene che tutti gli aspetti standardizzati della società non solo hanno funzioni positive ma rappresentano anche componenti indispensabili tutto l’insieme, da qui si deduce che tutte le strutture e tutte le funzioni sono necessarie per la società nessun altra struttura o funzione opererebbe altrettanto bene di quelle che sono attualmente presenti. La sua critica è che dobbiamo quantomeno essere disponibile ed ammettere che esistono diverse alternative e strutturali e funzionali all’interno della società quindi non è necessariamente vero che un sistema di stratificazione sociale è indispensabile per la società. Tutti questi postulati funzionali sono privi di fondamento empirico e si basano su sistemi astratti teorici mentre il sociologo alla responsabilità di verificarli e empiricamente questo rappresenterebbe la chiave di svolta per l’analisi funzionale della società e delle sue strutture così da integrare attivamente teoria e ricerca. Merton ha chiarito che l’analisi strutturale funzionalista deve partire dai gruppi, ogni oggetto dell’analisi deve rappresentare un’unità d’analisi standardizzata che si presenta secondo schemi relativamente invariabili. Egli era un funzionalista sociale, il loro obiettivo deve essere quindi rivolto alle funzioni sociali piuttosto che le motivazioni individuali. Le funzioni sono definibili come le conseguenze osservabili che consentono un particolare sistema di adattarsi ad adeguarsi. Esiste però un bias ideologico quando ci si concentra esclusivamente sull’adattamento, perché le conseguenze saranno inevitabilmente positive e quindi cruciale notare che una struttura sociale può avere conseguenze negative per un’altra struttura sociale. Merton ha sviluppato il concetto di disfunzione, così come le strutture possono contribuire al mantenimento di altre parti del sistema possono anche avere conseguenze negative o effetto contrario. Egli proporrei anche il concetto di non funzioni qui troviamo alcune forme sociali che sopravvivono da precedenti epoche storiche che non rivestono alcun significato per la società contemporanea. Merton sviluppa il concetto di equilibrio a letto non possiamo sommare funzioni positive disfunzioni perché le questioni coinvolte sono di tale complessità e così radicati nel giudizio soggettivo da non essere immediatamente e oggettivamente calcolabile. L’utilità di questo concetto deriva dal modo in cui esso orienta il sociologo nelle questioni cui può essere attribuito un significato relativo e discrezionale. Merton ha suggerito che esistono livelli di analisi funzionale, e ha chiarito che l’analisi può essere svolta in un’organizzazione o in qualsiasi fenomeno sociale. Egli anche introdotto i concetti di funzioni manifeste e latenti. Le funzioni manifeste sono quelle intenzionali quelle latenti non sono intenzionali. Questa idea è collegata alle conseguenze non previste, tutte le strutture causano infatti un insieme di conseguenze attese e in attese e spetta l'analisi sociologica scoprire quelle impreviste. Berger ha definito questa operazione svelamento, ossia, guardare gli effetti reali e al di là delle intenzioni. Secondo Merton le conseguenze non previste e le funzioni latenti non sono la stessa cosa. Esistono due tipi di conseguenze non previste: disfunzionali, e irrilevanti. Egli ha osservato che una struttura può essere disfunzionale per il sistema, ma continuare ad esistere. Riteneva che non tutte le strutture sociali sono indispensabili al funzionamento del sistema sociale, alcune parti del sistema potrebbero essere eliminate. Questa convinzione permette di superare un altro dei suoi bias conservatori: è possibile fare a meno di alcune strutture, e lo strutturale funzionalismo apre la possibilità di un effettivo cambiamento sociale. STRUTTURA SOCIALE E ANOMIA: una delle più importanti analisi e la relazione tra cultura struttura e anomia. Definisce la cultura come un insieme organizzato di valori normativi condivisi tra loro che appartengono a un gruppo o una società, la struttura sociale è l’insieme organizzato di relazioni sociali. L’anomia si realizza quando esiste una sconnessione tra la struttura sociale e la cultura, a casa della loro posizione nella struttura sociale della società alcuni individui non sono in grado di agire secondo i valori normativi. In queste circostanze si realizzeranno mia e si osserva una tendenza verso il comportamento deviante la devianza assume spesso le sembianze di mezzi alternative. Egli collega l’anomia alla devianza e sostiene che lo iato tra culture struttura alla conseguenza disfunzionale di condurre alla devianza nella società egli ci offre un atteggiamento critico nei confronti della stratificazione sociale . TEORIA DEL CONFLITTO La teoria del conflitto può essere considerata come uno sviluppo teorico che ha preso le mosse dalla reazione allo struttural funzionalismo, ma ha anche altre radici come il pensiero marxiano, e l’opera di Simmel sul conflitto sociale. Uno dei maggiori contributi della teoria del conflitto é rappresentato dal modo in cui ha gettato le basi per il successivo sviluppo di teorie più vicine all’opera di Marx. Il problema di questa teoria è che non si è mai liberata del tutto dalle sue radici struttural-funzionaliste. La teoria del conflitto ci offre il suo ritratto della società. L’opera di Ralf Dahrendorf I teorici del conflitto sono orientati allo studio delle strutture e delle istituzioni sociali, la teoria del conflitto non è altro che una serie di affermazioni che si collocano spesso in direzione opposta rispetto alle posizioni funzionaliste. Questa antitesi è ben presentata nell’Opera di Dahrendorf, dove vengono giustapposti i principi della teoria del conflitto e quelli della teoria funzionalista. • Per i teorici del conflitto ogni società è soggetta a processi di cambiamento. • Essi osservano che il dissenso, e il conflitto contraddistinguono ogni parte del sistema sociale. • Essi vedono molti elementi che contribuiscono alla sua disintegrazione e al mutamento. • Essi ritengono che qualsiasi tipo di ordine che esiste nella società deriva dalla coercizione esercitata da coloro che si trovano ai vertici, ed enfatizzano il ruolo del potere nel mantenere l’ordine nella società. Egli è stato il maggiore esponente della posizione secondo cui la società ha due facce: il conflitto e il consenso, la teoria sociologica deve essere necessariamente divisa in due componenti: la teoria del conflitto e la teoria del consenso. I teorici del consenso dovrebbero esaminare l’integrazione dei valori all’interno della società, i teorici del conflitto dovrebbero occuparsi dei conflitti di interessi e delle forze coercitive che tengono insieme la società. Egli riconosceva che la società non potesse esistere né senza il conflitto, né senza il consenso; non possiamo avere il conflitto, se prima non abbiamo un consenso e viceversa. Dahrendorf ha posto le basi per la costruzione di una teoria del conflitto a sé stante, e fu notevolmente influenzato dallo struttural-funzionalismo. Per il funzionalista il sistema sociale è tenuto insieme dalla cooperazione volontaria o dal consenso generale. Per il teorico del conflitto la società è tenuta insieme da vincoli imposti, dunque, alcune posizioni hanno l’autorità di esercitare il potere sulle altre posizioni. Questo fatto lo portò a sostenere la tesi centrale, secondo cui vincoli sociali sistematici sono sempre causati da una distribuzione ineguale dall’autorità. Autorità Dahrendorf si è concentrato sulle strutture sociali più complesse, ed è centrale l’idea che diverse posizioni all’interno della società godono di una diversa dotazione di autorità, quindi l’autorità non risiede negli individui, ma nelle posizioni che essi vanno ad occupare. Egli era anche interessato al conflitto, che si crea tra di esse, e l’origine di questi conflitti è rintracciabile nella relazione tra le posizioni che possiedono autorità, e quelle che sono soggette a quella stessa autorità. Il primo compito dell’analisi del conflitto consiste nell’identificare diversi ruoli di autorità all’interno della società. Inoltre, egli ha affermato che chi adottava un tipo di approccio individualistico non andava considerato un sociologo vero e proprio. L’autorità collegata alle posizioni sociali rappresenta l’elemento cruciale nella sua analisi. Essa implica sempre sovraordinazione e subordinazione. Il dominio viene esercitato in base alle aspettative che li circondano, e non alle caratteristiche personali; queste aspettative sono legate alle posizioni e non agli individui. L’autorità non è un fenomeno sociale generalizzato: all’interno di essa sono specificati gli individui e le posizioni soggetto al controllo. Nonostante questo l’autorità non è costante perché risiede nelle posizioni e non nelle persone. La società è composta da innumerevoli unità da lui definite associazioni imperativamente coordinate, che possono essere viste come associazione di individui controllati da una gerarchia o da una posizione di autorità. All’interno di ciascuna associazione , l’autorità ha natura dicotomica, e di conseguenza possono crearsi due gruppi di conflitto all’interno di ogni associazione: coloro che si trovano in posizione autorevole, e coloro in posizione di subordinazione, entrambi hanno interessi opposti. Questi interessi sono fenomeni di larga scala, quindi sono legati alle posizioni sociali e non alle caratteristiche psicologiche dell’individuo che occupa quelle posizioni. Coloro che si trovano in posizione dominante cercano di mantenere lo status, mentre coloro che si trovano in posizioni subordinate aspirano al mutamento, quindi si ha sempre un conflitto di interesse, il che implica che la legittimità dell’autorità è sempre precaria. Gli interessi dei sovrordinati e dei subordinati sono oggettivi, nel senso che si riflettono nelle aspettative legate alle posizioni. Se occupano determinate posizioni, gli individui si comporteranno nel modo atteso, quindi gli individui si adattano ai loro ruoli quando entrano nel conflitto tra sovraordinate e subordinate, questi sono gli interessi latenti. Gli interessi manifesti sono interessi latenti di cui gli individui sono diventati consapevoli. LE FUNZIONI DEL CONFLITTO SOCIALE: Solitamente lo struttural-funzionalismo, e la teoria del conflitto vengono discusse separatamente, e hanno posizioni contrapposte. Il conflitto può solidificare un gruppo debolmente strutturato, e con un’altra società può restituire integrazione interna, quindi può essere visto come strumento per consolidare una società. Il conflitto con un gruppo può servire a produrre coesione portando ad alleanze con altri gruppi. Inoltre adempie anche a una funzione comunicativa, prima del conflitto i gruppi possono essere dubbiosi circa la posizione dei propri avversari, ma come conseguenza del conflitto vengono chiarite le posizioni, e i confini tra essi. Il conflitto consente ai partiti di rendersi conto delle rispettive forze, e poi quindi di aumentare la possibilità di riconciliazione, e di accomodamento pacifico delle divergenze. È possibile dunque coniugare il funzionalismo e la teoria del conflitto, guardando le funzioni del conflitto sociale. Gruppi, conflitto e cambiamento Il processo di differenziazione è un modo per aumentare la complessità del sistema, in quanto ogni sottosistema può stringere diversi legami con gli altri sottoinsieme, e consente più variabilità all’interno del sistema al fine di rispondere efficacemente alla variabilità esistente nel suo ambiente. Una maggiore differenziazione causa dalla differenziazione consente non solo una migliore risposta all’ambiente, ma garantisce anche un’evoluzione più veloce. L’evoluzione è un processo di selezione indotta dalla variazione. Tuttavia, egli sostiene che si sono sviluppate solo un numero limitato di forme di differenziazione interna: come la segmentazione, stratificazione, differenziazione, centro-periferica e differenziazione funzionale. Queste accrescono la complessità del sistema attraverso la riproduzione della differenziazione tra il sistema e l’ambiente all’interno del sistema stesso. Le forme di differenziazione più complesse hanno la capacità di accelerare l’evoluzione del sistema. Differenziazione segmentaria: consente la suddivisione di un sistema in parti sulla base della necessità di adempiere ripetutamente a funzioni identiche. La disuguaglianza deriva da variazioni accidentali negli ambienti, ma non ha funzione sistematica. Differenziazione attraverso stratificazione: articolazione di tipo verticale, sistema concepito come gerarchico, in cui ogni livello adempie a una funzione distinta e particolare. La disuguaglianza è essenziale per il sistema, osserviamo l’intrecciarsi di uguaglianza e disuguaglianza e le loro reciproche relazioni. La difficoltà dei livelli bassi nell’essere soggetti di una comunicazione persuasiva creano un problema strutturale che limita la complessità del sistema. Quando coloro che dirigono il sistema diventano troppo distanti dai livelli più bassi, il sistema tende a collassare perché le importanti funzioni svolte dai livelli bassi non vengono più portati avanti con attenzione ed efficacia. Differenziazione centro-periferia: è una via di mezzo, una strategia intermedia tra la segmentaria, e la stratificazione. Differenzazione funzionale dei sistemi: forma più complessa e dominante nella società moderna. Ogni funzione all’interno di un sistema è ascrivibile a una unità particolare. La funzionale è più flessibile attraverso la stratificazione, se un sistema fallisce in un compito, sarà in pericolo tutto il sistema. I sistemi funzionalmente differenziati sono un insieme complesso di interdipendenza e indipendenza. Da qui emerge un’ulteriore differenza tra le forme di differenziazione: in quella segmentaria se un segmento fallisce nel suo compito, questo non minaccia l’intero sistema; in quello funzionale causerebbe problemi all’intero sistema. Da una parte l’aumento di complessità aumenta la capacità di un sistema di trattare con il proprio ambiente, ma questa aumenta il rischio che un sistema collassi se una funzione non e adeguatamente eseguita. In un segmentato le relazioni fra sottoinsiemi diversi non sono strutturalmente differenti. Le relazioni tra i livelli sono fondamentalmente diverse da quelle che intercorrono all’interno dello stesso livello. Le forme di differenziazione più complesse non escludono forme meno complesse, anzi le prime hanno bisogno delle seconde. Codice Un codice è un modo di distinguere gli elementi di un sistema degli elementi che non gli appartengono. Un codice è un linguaggio base di un sistema funzionale. Sono codici: la verità, la legalità. Esso è utile per limitare il numero di comunicazioni possibili, all’interno del sistema si suole trovare comunicazioni che fanno riferimento codice della verità. Nella teoria dei sistema di Luhmann nessun sistema utilizza né comprende i codici di un altro sistema:non c’è modo di tradurre il codice di un sistema nel codice di un altro sistema. Poiché sono chiusi possono reagire soltanto a ciò che avviene nel loro ambiente. Il sistema ha bisogno di poter descrivere l’interferenza che percepisce nell’ambiente secondo il proprio codice: unico modo per dare senso a ciò che accade. CAPITOLO VI: Teorie contemporanee della vita quotidiana Obiettivo concentrato verso una varietà di fenomeni di piccola scala, associati alla vita di tutti giorni. Interazionismo simbolico: influenza del pensiero di Mead; presentazione della drammaturgia: la vita sociale può essere paragonata a una performance teatrale e analizzata come se fosse una rappresentazione drammaturgica; Entometodologia: si occupa dei metodi che utilizziamo per condurre le nostre vite; teoria dello scambio: guarda alle relazioni in termini di costi e gratificazioni, e sostiene che proseguiremo nelle relazioni che ci appaiono gratificanti; teoria della scelta razionale: osserva il modo in cui gli attori fanno delle scelte che massimizzano la soddisfazione dei loro desideri e dei loro bisogni. Interazionismo simbolico L’obiettivo dell’interazionismo simbolico è rivolto alla vita di tutti giorni, la sua attenzione è concentrata sull’interazione e sui simboli che sono legate all’interazione. I principi fondamentali su cui si basa: • Gli individui agiscono nei confronti delle cose , ma lo fanno sulla base dei significati che essi attribuiscono ad esse. • Questi significati derivano dall’interazione che abbiamo con le altre persone. • Gli individui non si limitano ad interiorizzare i significati che apprendono attraverso l’interazione sociale , ma sono anche in grado di modificarli attraverso un processo interpretativo. • Gli individui hanno una capacità unica di utilizzare simboli, e fare affidamento sulla loro forza, infatti, gli esseri umani sono in grado di attribuire loro un significato e quindi di agire sulla base di quello. • Le persone diventano umani attraverso l’interazione sociale. • Come ha spiegato Mead, gli individui sono dotati di coscienza e sono in grado di riflettere su se stessi, dunque, possono modellare le proprie azioni e le proprie interazioni sulla base di questa riflessione, gli esseri umani hanno sia una “mente” che un “sé”. È molto importante la nostra capacità di interagire con noi stessi per decidere come interagire con gli oggetti che fanno parte del mondo. • In qualsiasi situazione quando gli individui agiscono lo fanno nel tentativo di perseguire dei fini. • La società può essere vista come un insieme di individui costantemente impegnati nell’interazione sociale, quindi, sono gli individui a produrre la società, che non è altro che l’azione congiunta di tutti gli individui che ne fanno parte. L’ interazionismo simbolico ha una spiccata propensione ad essere applicato e a produrre ricerca empirica più che teorie astratte, gli interazionisti escono allo scoperto e vanno incontro alle persone, quindi, vivono nel mondo reale, e interagiscono con individui veri e propri. Park, prima di diventare sociologo era stato un reporter, quindi raccoglieva dati , e osservava la realtà; in questo senso egli ha incoraggiato a compiere il cosiddetto lavoro di campo, dunque il metodo fondamentale dell’interazionismo simbolico diventò l’osservazione. Il sociologo può porsi in una posizione di introspezione empatica rispetto agli oggetti osservati. L’osservazione risulta essere la soluzione più appropriata per indagare i processi di pensiero, le azioni , e le interazioni nella vita quotidiana. I CONTRIBUTI CONCETTUALI DI COOLEY Egli è conosciuto per il concetto di io riflesso o Looking Glass Self. L’Immagine che abbiamo di noi stessi la otteniamo guardando in una sorta di specchio, e questo specchio sono le persone che ci circondano. Guardando in questo specchio siamo in grado di stabilire se siamo ciò che desideriamo essere, e se le nostre azioni sortiscono l’effetto desiderato: se vediamo quello che ci aspettiamo, allora, lo specchio ci dà delle conferme e continuiamo a pensare e ad agire così come abbiamo sempre fatto; se accade il contrario potremmo avvertire la necessità di ricalibrare le nostre azioni, o anche la percezione di chi siamo. Se l’io riflesso continua a mostrarci l’immagine diversa da quella che pensiamo di avere è il caso di rivalutare la nostra percezione di chi siamo, ossia, rivedere l’immagine di noi stessi. Inoltre egli ha proposto il concetto di gruppo primario, ossia, un gruppo intimo di relazioni faccia a faccia, che gioca un ruolo fondamentale nel legare l’individuo alla società. È principalmente all’interno del gruppo primario che si sviluppa l’io riflesso, e che il bambino passa dal pensare a se stesso al prendere in considerazione anche gli altri , quindi, sviluppa le capacità che gli consentono di diventare un membro attivo nella società. Egli ha anche sottolineato la necessità che i sociologi si mettano al posto degli autori , che tendano a studiare per meglio al fine di comprendere il modo in cui operano e i loro processi mentali. Questp viene chiamato introspezione empatica, ossia, mettersi al posto e nella mente di coloro che vengono studiati , in modo tale da provare empatia nei confronti dei soggetti analizzati , e cercando di comprendere i significati che stanno alla base dei loro comportamenti. DRAMMATURGIA Blumer definisce il Sé come la condizione per la quale gli individui possono diventare l’oggetto delle proprie azioni, ossia, gli individui hanno la capacità di agire non solo nei confronti degli altri, ma anche verso se stessi, entrambe le azioni si basano sul tipo di oggetto che le persone sono per se stesse. Le persone infatti interagiscono con se stesse per individuare i fenomeni verso cui intraprendere un’azione, e per capire il significato, che questi stessi fenomeni rivestono per loro. L’opera più importante nell’interazionismo simbolico è la vita quotidiana come rappresentazione di Goffmann. Il concetto di Sé, che gli espone, deve molto all’idea di Mead, in particolare alla La gestione delle impressioni serve a metterci al riparo dalle conseguenze di una serie di azioni inaspettate e di azioni intenzionali egli era interessata alle diverse modalità attraverso le quali possiamo gestire le problematiche che derivano da queste azioni: 1. Un primo insieme comprende le azioni orientate alla produzione di alleanze e drammaturgiche queste possono essere ottenute incentivando le alleanze interne al gruppo. 2. Egli ha suggerito diverse forme di autodisciplina drammaturgica. 3. Hai identificato diverse modalità di cautela come per esempio determinare in anticipo in quale direzione debba muoversi l’attore. Anche il pubblico ha un suo interesse nel far si che l’attore gestisca con successo le impressioni. Il pubblico può salvare lo spettacolo, attraverso strategie come mostrare interesse e attenzione. Inoltre per Goffman, gli attori vanno in scena senza essere pienamente consapevoli di quello che stanno facendo. Essi manipolano le proprie performance, o le impressioni che intendono produrre, al fine di raggiungere i propri obiettivi. ETNOMETODOLOGIA E ANALISI DELLA CONVERSAZIONE Il termine etnometodologia sta a indicare le tecniche che le persone utilizzano giorno dopo giorno per mandare avanti la propria vita quotidiana. Il mondo è visto come un’incessante realizzazione pratica, dove gli individui sono visti come esseri razionali, ma che nello svolgimento dei compiti quotidiani utilizzano un ragionamento di tipo pratico, e non la logica formale Definendo l’etnometodologia L’ etnometodologia È lo studio dei membri di una società nelle situazioni quotidiane in cui vengono a trovarsi e dei modi in cui essi utilizzano conoscenze per affrontare gestire queste situazioni. Garfinkel fu il fondatore; come Durkheim egli sostiene che i fatti sociali siano fenomeni sociologici fondamentali. Per Durkheim sono esterni agli individui ed esercitano un potere imperativo nei suoi confronti, quindi descrivono gli attori sociali come se fossero vincolati o determinati dalle strutture sociali, e incapaci di esercitare il minimo giudizio in modo indipendente. L’etnometodologia tratta l’oggettività dei fatti sociali come il risultato delle azioni e delle attività metodologiche dei suoi membri. Essa si occupa dell’organizzazione della vita ordinaria nella sua quitidianità. I modi in cui organizziamo ordinariamente le nostre vite di tutti i giorni rappresentano qualche cosa di straordinario. Gli individui non pensano continuamente a se stessi, e a quanto dovrebbero fare in ogni situazione che si presenta loro. Essi riconoscono che la routine non dà luogo a grandi riflessioni. Gli etnometodologi si concentrano sui membri della società, come l’insieme di attività o di abili pratiche attraverso le quali producono ciò che per loro sono sia le strutture di più larga scala, sia le attività della vita quotidiana. Sono interessati alle pratiche che producono il significati che gli individui attribuiscono a entrambi questi tipi di strutture. Essi hanno un nuovo modo di occuparsi del tradizionale interesse per le strutture oggettive. Narrazioni Uno dei punti cardine su cui si basano è che questi possono essere i riflessivamente oggetto dell’analisi di chi li utilizza, che diventa quindi responsabile di quanto essi producono. Si tratta di narrazioni, modi con cui gli attori spiegano situazioni specifiche; narrare è il processo attraverso il quale gli individui offrono le loro narrazioni con l’obiettivo di dare un senso al mondo. Essi dedicano molta attenzione ad analizzare le narrazioni individuali, e osservano i modi con cui queste vengono offerte e accettate dagli altri , quindi si preoccupano di analizzare le conversazioni. Gli etnometodologi si occupano delle pratiche narrative. Nell’analizzare le narrazioni adottano una sorta di indifferenza etnometodologica: non giudicano la natura delle narrazioni, ma le analizzano in termini di come queste vengono utilizzate nell’azione pratica. Anche sociologi offrono narrazioni, i rapporti di studi sociologici possono essere visti come narrazioni e analizzati da etnometodologi secondo le stesse modalità con cui vengono studiati tutti gli altri tipi di narrazione. Essi possono studiare la relazione del sociologo nello stesso modo in cui studiano nella relazione dell’uomo della strada, le pratiche quotidiane dei sociologi e di tutti licenziati passano al vaglio dell’etnometodologo. Ieri le narrazioni sono riflessive nel senso che entrano a far parte dello stato di cose quando offriamo una narrazione entriamo a far parte del processo che stiamo descrivendo. Nello studiare nell’offrire resoconti sulla vita sociale i sociologi cambiano ciò che studiano: i soggetti alterano il loro comportamento come conseguenza dell’essere oggetto di osservazione in risposta alle descrizioni di quel comportamento. Esperimenti di rottura Negli esperimenti di rottura la realtà sociale viene violata per poter gettare luce sui metodi che le persone utilizzano per costruire la realtà sociale. L’obiettivo è di disturbare le procedure normali così da rendere osservabili e studiabili, i processi attraverso i quali viene continuamente costruito e ricostruito il mondo della vita quotidiana. Per esempio se in una partita di tris uno dei due giocatori pone il segno non interamente nel quadratino, ma tra due di essi, vengono violate le regole. Altro giocatore certamente insisterebbe per far posizionare correttamente il segno, ma se questa non avesse luogo il giocatore cercherebbe di spiegare dei motivi per cui sono state trasgredire le regole. Le azioni verrebbero così studiate per vedere come venga soggettivamente ricostruita l’ordinarietà delle partite di tris. È importante che le persone agiscano coerentemente agli assunti di senso comune su come ci si debba comportare. Gli esperimenti di rottura vengono intrapresi per mostrare il modo in cui le persone ordina la loro vita quotidiana, il modo in cui le persone reagiscono queste rotture ci dà molte informazioni sul modo in cui essi gestiscono le loro vite quotidiane. Conseguendo il genere I comportamenti degli individui manifestano sono semplicemente una conseguenza di un insieme di caratteri biologici di solito non pensiamo che gli individui conseguono al proprio genere. Un individuo non deve fare o dire nulla per essere definito uomo o donna. È possibile osservare il modo di procedere di una analisi che parte dal punto di vista privilegiato di chi rompe con l’ordine realtà della vita quotidiana svelandone le convenzioni implicite. Garfinkel È venuto a contatto con una persona che sembrava esteriormente una donna, ma che in realtà era nata in veste di uomo. Quest’ultima ha imparato ad agire con una donna e imparò ad essere definita e a definirsi come tale. Egli era interessato alle pratiche di trasformazioni che avevano permesso a questa persona di presentarsi con una donna la società. Non siamo uomini e donne perché nasciamo con certi caratteri fisici ma perché impariamo a comportarci e utilizzare abitualmente delle pratiche di senso comune che fanno sì che noi stessi ci riteniamo uomini e donne. Anche la categoria come il genere può essere interpretate come risultato di un insieme di pratiche situate. TEORIA DELLO SCAMBIO La teoria dello scambio è un’altra teoria del comportamento quotidiano è uno degli autori più importanti è Homans. La teoria dello scambio di Homans Lo sviluppo della sua teoria deriva dallo scambio di una quantità di stimoli diversi e quello più importante è rappresentato dalla teoria psicologica conosciuta con il nome di behaviorismo. Il sociologo behaviorista si occupa delle relazioni tra gli effetti che il comportamento di un attore ha sull’ambiente, e l’impatto che questo ha sui comportamenti successivamente messi in atto dall’attore stesso. Questa relazione é fondamentali per il condizionamento operante, ossia quel processo di apprendimento attraverso il quale le conseguenze di un determinato comportamento contribuiscono a modificarne il comportamento stesso. Quando si ha una reazione gratificante è possibile che il comportamento venga ripetuto in futuro; se la reazione è stata dolorosa è meno probabile che il comportamento venga adottato in futuro. Questo tipo di sociologo è interessato alla relazione tra la storia delle reazioni ambientali, e la natura del comportamento presente. Il nucleo della sua teoria di scambio risiede in un insieme di proposizioni fondamentali derivanti da almeno due individui che interagiscono tra loro, tutti questi si basano su principi psicologici e trattano di comportamenti individuali. Homans può essere considerato un riduzionista psicologico, il riduzionismo prevedere la dimostrazione che le proposizioni di una scienza sono derivate da proposizioni più generali di un’altra scienza. Nonostante pone i suoi studi sull’individuo, riconosce che le persone sono esseri sociali e passano gran parte del proprio tempo interagendo con le altre persone. Egli aspirava a spiegare il comportamento sociale attraverso principi di derivazione psicologica, ossia principi che è possibile applicare alla relazione tra essere umani e ambiente fisico, che sono gli stessi che mettono in relazione all’ambiente quei casi in cui l’ambiente è rappresentato da esseri umani. Per far emergere questo aspetto utilizzò il concetto sociologico fondamentale di norma. Egli riteneva che le norme esistessero, e che portassero atteggiamenti di conformità, ma riteneva che le persone non si conformano automaticamente, ma lo fanno perché vedono un vantaggio nel conformarsi a queste norme. Egli sviluppa un programma che mira a riportare nella sociologia gli uomini, ma con un modo di pensare, che ci concentra sulla psicologia e sulle forme elementari della vita sociale. Dunque ha focalizzato la sua attenzione sul comportamento sociale che comprende almeno due persone nello scambio di attività. Base al principio della rivoluzione industriale sul fatto che le persone si comportano sempre in maniera tale da accrescere i propri benefici , e quindi si ha uno sviluppo delle macchine per accrescerli. Egli ha cercato di spiegare il comportamento sociale elementare in termini di ricompense ricevute e costi sostenuti, assumendosi il compito di sviluppare proposizioni che si concentrano sul livello psicologico, e formano le basi per la teoria dello scambio. Radici nel behaviorismo In le forme elementari del comportamento sociale riconosce che la teoria dello scambio è basata su principi del behaviorismo psicologico. Psicologia applicata su situazioni specifiche. Il suo interesse era rivolto agli uomini, in quanto i loro scambi sono bilaterali. Stimola il sociologo a studiare il comportamento sociale in cui le attività di due o più esseri umani si rinforzano reciprocamente. Homans si limita a considerare l’interazione sociale quotidiana, inoltre, credeva che la sociologia fosse costruita a partire dai principi enunciati da egli stesso, e da essi si sarebbe potuto spiegare tutto il comportamento sociale. Proposizioni fondamentali 1. La proposizione di successo: tanto più una persona viene ricompensata, maggiore sarà la probabilità che quella persona metta in atto l’azione che l’ha portato ad ottenere una ricompensa. Il comportamento che rientra nella proposizione del successo include tre I due elementi fondamentali sono quindi gli attori e le risorse. Le risorse sono le cose su cui gli attori hanno controllo e nei confronti delle quali nutrono qualche interesse. Egli descrive che la loro interazione conduce dal livello individuale a quello del sistema. Questo si basa sul fatto che gli attori sono portatori di risorse a cui altri attori possono essere interessati. Un sistema sociale viene formato da attori interdipendenti, ognuno dei quali cerca di massimizzare il proprio interesse. L’obiettivo in termini della questione micro-macro è il legame che si crea tra il livello micro e quello macro, ovvero cercare di comprendere come la combinazione di azioni individuali crei il sistema più ampio. Egli si occupa anche del legame tra macro e micro, ovvero su come il sistema macro pone limiti sugli orientamenti degli attori, ed inoltre dell’aspetto micro-micro della relazione, ossia all’impatto del comportamento individuale sul comportamento di altri individui. Ci sono però tre debolezze in questo approccio. Egli assegna una priorità assoluta alla questione micro-macro; ignora la questione macro-macro; le sue frecce casuali sono orientate in una direzione. Quindi ignora la continua relazione esistente tra fenomeni micro e macro. Iniziando a livello micro e individuale cerca di spiegare una serie di fenomeni di livello macro, come il comportamento collettivo, norme, e l’attore collettivo. Comportamento collettivo Egli sceglie di trattare il comportamento collettivo, perché a causa del suo carattere disordinato è considerato difficile da analizzare sotto una prospettiva di scelta razionale. Ma la teoria della scelta razionale può spiegare tutti i tipi di fenomeni macro. Il comportamento collettivo implica che attori razionali trasferiscono unilateralmente il controllo delle proprie azioni ad altri, e tentano così di massimizzare la propria utilità. Questa massimizzazione implica la ricerca di un equilibrio tra diversi attori e questo produce un equilibrio all’interno della società. Tuttavia nel caso del comportamento collettivo la massimizzazione individuale crea uno squilibrio, poiché unilaterale, e non necessariamente porta ad un equilibrio del sistema. A sua volta si crea uno squilibrio tipico del comportamento collettivo. Norme Le norme sono stabili e servono a produrre ordine nella società. Egli si chiede come sia possibile che in un gruppo di attori razionali emergano e vengano mantenute delle norme. Le norme sono create e mantenute da alcuni individui che vedono derivare benefici dall’esistenza di determinate regole che controllano il comportamento di gruppo. Le norme guadagnano parte di controllo individuale e collettivo sul comportamento degli altri. Il trasferimento di controllo è reciproco, nel caso delle norme c’è equilibrio. Le norme agiscono a vantaggio di alcuni e a svantaggio di altri. Gli attori cedono il diritto di controllare le proprie azioni a coloro creano e mantengono le norme. Queste diventano effettive quando emerge un consenso tra alcune persone che hanno il diritto di controllare le azioni di altre persone. L’efficacia delle norme dipende dall’abilità di imporre quel consenso. È possibile affrontare la questione macro-micro sull’interiorizzazione delle norme, questo è un effetto di un sistema di sanzione interno, gli individui sanzionano se stessi quando violano una norma. È nell’interesse di un insieme di attori di avere un altro insieme di persone che interiorizzano le norme e vengono sottoposte al loro controllo. L’attore collettivo All’interno di una collettività gli attori individuali potrebbero non essere in grado di compiere delle scelte tra diversi corsi d’azione tenendo in considerazione solo ed esclusivamente i propri interessi egoistici, dovranno scegliere sulle basi dell’interesse della collettività. Ci sono diverse regole diversi meccanismi per passare dalla scelta individuale alla scelta collettiva. Il caso più semplice è il voto dimensione micro verso macro mentre la lista dei candidati riguarda il legame macro verso micro. Sia gli attori collettivi che gli attori umani hanno degli scopi dentro una struttura collettiva come un’organizzazione, gli attori umani possono perseguire degli scopi propri diversi da quelli della collettività. Il legame micro verso macro comprende i modi in cui gli individui privano l’autorità del controllo sulla struttura collettiva e conferiscono legittimità a coloro che danno origine sostengono la rivolta. C’è anche un legame macro verso micro in certe condizioni di livello macro portano gli individui a compiere queste azioni di privazione o conferimento di controllo e legittimità. Egli prende le mosse a partire dall’individuo con l’idea che sia questa di bello in cui esistono tutti diritti e tutte le risorse, sono in interessi degli individui che dovrebbero determinare il corso di eventi. L’attore collettivo può agire a beneficio a danno dell’individuo. Sono le persone individuali essere sovrani e i sistemi sociali devono essere valutati sulla base di quanto sono effettivamente in grado di servire gli interessi della sovranità individuale. L’esistenza di questi nuovi attori collettivi solleva la questione di come assicurarsi che essi siano socialmente responsabile e questo è possibile attraverso l’attuazione di riforme interne o la modifica delle strutture esterne. Il suo obiettivo è quello di creare una nuova struttura sociale che vada a sostituire quella tradizionale. La sua speranza è che lavoro basato sulla teoria della scelta razionale ridurrà il numero delle tematiche che si ritiene non possono essere affrontate attraverso questo approccio teorico. CAPITOLO 7: teorie integrative contemporanee Tentativi teorici di combinare l’intero spettro delle tematiche micro e macro e secondo modalità con una maggiore integrazione fra questi due filoni di ricerca. UNA TEORIA DELLO SCAMBIO PIÙ INTEGRATIVA Emerson ha creato una teoria più integrativa. Egli era interessato alla teoria dello scambio come cornice più ampia dei suoi precedenti interessi di ricerca, ossia studio del potere e della dipendenza. Il potere è una questione di importanza centrale nella prospettiva della teoria dello scambio. Egli poteva utilizzare il beahvorismo come base per la sua teoria, e poteva utilizzarlo senza assumere che l’attore sia razionale. Inoltre sviluppa una prospettiva sullo scambio che fosse in grado di spiegare i fenomeni di livello macro. Egli voleva occuparsi di struttura sociale e cambiamento sociale analizzando le relazioni e le reti sociali, e utilizzando le une e le altre come fondamenta utili a fondare tutti livelli di analisi; gli attori possono essere sia individui che grandi strutture organizzative. Utilizza principi della psicologia per sviluppare una teoria della struttura sociale. Nel primo saggio presenta le basi psicologiche dello scambio sociale, nel secondo affronta il livello macro delle relazioni di scambio e delle strutture di rete. Il legame tra livelli di analisi micro e macro é dato dalle strutture reticolari di scambio. Per Cook, una delle sue più importanti allieve, l’idea delle strutture reticolari è centrale per il legame micro-macro, perché mette in relazione dei singoli individui con collettività sempre più ampie. Entrambi accettano le premesse rispetto alle ricompense, e da queste sviluppano la loro teoria. Emerson accetta come punto di partenza i principi comportamentisti, descrivendone in tre principali: quando gli individui sono impegnati in situazioni che ritengono premianti agiscono razionalmente e queste situazioni avranno luogo; ma la mano che gli individui vengono saziati dalle ricompense queste stesse situazioni diventano meno importanti; I benefici ottenuti dipendono dei benefici che vengono offerti in cambio. La teoria si concentra sul flusso di ricompense. Egli desiderava procedere verso situazioni più complesse, infatti, desidera includere la struttura sociale come variabile dipendente nella teoria dello scambio. Nel secondo saggio affronta le relazioni di scambio sociale e anche i reticoli di scambio. Relazioni di scambio e reticoli Gli attori possono essere sia individui e collettività, egli si occupa della relazione di scambio che esiste tra gli attori. Un reticolo di scambio presenta diverse componenti: coinvolge un certo numero di attori individuali o collettività; i diversi attori dispongono di una varietà di risorse; tutti gli attori hanno opportunità di scambi nel reticolo, e di intrattenere relazioni di scambio gli uni con gli altri; buona parte delle relazioni risultano legate le une alle altre a formare un’unica struttura di reticolo. Per formare una struttura sociale sono necessari almeno due relazioni di scambio tra gli attori. La connessione tra le relazioni di scambio é di primaria importanza, é cruciale per mettere in relazione lo scambio che avviene tra due attori a fenomeni che si trovano ad un alto livello più macro. Ciò che è cruciale è la relazione di dipendenza: due relazioni di scambio formano un reticolo minimale quando lo scambio in una delle due dipende dallo scambio dell’altra. È necessario che esista una relazione di dipendenza tra gli scambi. Ogni relazione è inserita in un più ampio reticolo di scambio, che consiste in due o più relazioni. Se lo scambio in una relazione colpisce lo scambio nell’altra sono connesse. La connessione può essere positiva quando lo scambio colpisce positivamente lo scambio nell’altra, negativa quando serve a inibire lo scambio che avviene nell’altra. Potere, dipendenza Il potere è il costo potenziale che un attore è in grado di fare accettare ad un altro attore. La dipendenza è il costo potenziale che un attore è disponibile a tollerare all’interno di una relazione. In una relazione di scambio il potere che un attore può esercitare sull’altro è funzione della dipendenza che quell’attore ha nei confronti dell’altro attore. Un diverso potere di dipendenza porta ad uno squilibrio nelle relazioni, ma che col tempo si smorzano avvicinandosi ad una relazione di potere e dipendenza più bilanciata. La dipendenza è fondamentale e determina la natura dell’interazione e l’ammontare del potere, il senso di dipendenza è legato alla definizione di potere. Il potere di A su B equivale alla dipendenza che ha B su A. Quando c’è squilibrio , l’attore che ha un minor grado di indipendenza, gode di più potere. Il potere è un potenziale insito nella struttura della relazione che esiste tra A e B, e può anche essere utilizzato per ricompense della relazione. Studi della relazione tra potere-dipendenza si sono concentrati sulle conseguenze positive, ossia la capacità di offrire ricompense agli altri. Il potere, infatti, può derivare dalla capacità di premiare, ma anche di punire gli altri. Il potere che punisce è più debole di quello che ricompensa. Una teoria dello scambio più integrativa Nello spiegare la dipendenza e il potere, la teoria dello scambio si concentra sulle relazioni diadiche che possono esistere tra gli attori. Cook ed Emerson si concentrano sul potere che può essere espresso da una posizione in una struttura più articolata. La determinazione del potere di una posizione si basa sulla quantità di dipendenza dell’intera struttura nei confronti di quella posizione. Questa dipendenza sarà una funzione sia della centralità strutturale di quella posizione, sia della natura delle relazioni potere-dipendenza. Essi adottano un approccio di vulnerabilità nel tentativo di innalzare questa teoria ad un livello di analisi macroscopico. La vulnerabilità contempla la dipendenza di una particolare posizione strutturale, che si estende attraverso tutto il reticolo. Un’altra critica mossa a Giddens è il problema che la relazione tra struttura e azione ha oscurato la questione del rapporto tra cultura e azione. Archer intravede una distinzione tra struttura e cultura, ma sostiene che la distinzione è di tipo concettuale, perchè nel mondo reale sono intrecciate. La struttura è il regno dei fenomeni e degli interessi materiali, la cultura comprende fenomeni e idee non materiali. Esse sono anche in parte autonome, infatti, Archer le tratta come relativamente autonome, e non le impone sono il titolo di struttura. HABITUS E CAMPO Bordieu vuole superare la contrapposizione tra oggettivismo e soggettivismo, e quindi tra individuo e società. Egli colloca Durkheim per i suoi studi e fatti sociali in un approccio oggettivista, si concentrano sulle strutture oggettive, ignorando il processo di costruzione sociale. Egli, invece, predilige una posizione che non perde di vista l’agente o l’attore della vita reale. Comunicazione tra soggettivismo e oggettivismo L’obiettivo di questa comunicazione spinge Bourdieu nella direzione di una posizione soggettivista associata all’interazionismo simbolico. Questo è considerato come un soggettivismo perchè si occupa dei modi in cui gli agenti pensano il mondo sociale, ignorando le strutture in cui hanno luogo questi processi. Queste teorie interazioniste si concentrano sull’azione e ignorano la struttura. Egli osserva la relazione tra strutture oggettive e fenomeni soggettivi, le oggettive limitano il pensiero, ma queste limitazioni sono poste anche dai modi con cui gli individui rappresentano il mondo. Queste rappresentazioni soggettive non possono essere ignorate perchè condizionano le strutture oggettive. Egli si concentra sulla pratica che rappresenta la relazione dialettica tra struttura e azione, le pratiche tendono fede al suo interesse nella dialettica tra la struttura e il modo, quindi descrive il proprio orientamento come strutturalismo costruttivista. Egli definisce strutturalismo genetico lo studio delle strutture oggettive che non possono essere separate dalle strutture mentali, le quali implicano l’interiorizzazione delle strutture oggettive. In questo senso l’autore sottoscrive una prospettiva strutturalista, nonostante altri autori si concentrino sulle strutture nel linguaggio e nella cultura, secondo Bourdieu simili strutture esistono anche nel mondo sociale stesso, quindi vede il mondo composto da strutture oggettive che possono guidare e limitare i pensieri e le pratiche degli attori. Egli adotta, anche, una prospettiva costruttivista che gli permette di occuparsi di come nascono certi schemi nella percezione. La sua opera ha una propensione verso lo strutturalismo, e viene spesso definita come post- strutturalista. Il suo costruttivismo ignora la soggettività e l’intenzionalità. È convinto che la percezione e la costruzione nel mondo sociale sono animate e vincolate dalle strutture, e appare molto interessari a comprendere la relazione tra strutture mentali e strutture sociali. Tuttavia nella sua teoria esiste un attore dinamico, capace di inventiva e improvvisazione. L’invenzione è intenzionale, l’improvvisazione è regolata dalle strutture. Il cuore dell’opera è mettere in contatto soggettivismo e oggettivismo, e trova espressione nei concetti di campo e habitus. L’habitus esiste nelle menti degli attori, il campo è al di fuori di esse. Habitus L’habitus è una struttura mentale o cognitiva attraverso la quale le persone interagiscono con il mondo sociale. Attraverso questi schemi gli individui sono in grado sia di produrre le proprie pratiche che di percepirle e valutarle. L’habitus è il prodotto dell’interiorizzazione delle strutture del mondo sociale. Un habitus viene acquisito come conseguenza dell’aver occupato per un tempo sufficientemente lungo una determinata posizione sociale, e quindi esso cambia a seconda della natura della posizione che ciascuno occupa nel mondo. L’habitus può anche essere considerato come un fenomeno collettivo, permette all’attore di dare senso al mondo sociale, e implica che il mondo sociale e le sue strutture non si impongono agli attori in modo uniforme. Esso viene acquisito nel corso della vita individuale, è al tempo stesso durevole e trasponibile, ossia trasferibile da un campo all’altro. È possibile avere un habitus inappropriato, e soffrire di ciò che viene definito isteresi. Habitus: struttura strutturante, struttura il mondo sociale, e al tempo stesso una struttura che viene strutturata dal mondo sociale. Esso riguarda la dialettica tra l’interiorizzazione delle strutture esterne, e l’esteriorizzazione delle cose interne dell’individuo. Bordieu sfugge così dallo scegliere soggettivismo o oggettivismo. L’Habitus però non è in grado di determinare il pensiero e la scelta d’azione. Esso, semplicemente, suggerisce ciò che le persone dovrebbero pensare e cosa dovrebbero scegliere di fare, offre i principi attraverso cui gli individui compiono scelte e identificano delle strategie che utilizzeremo nel mondo sociale. Gli individui non sono incapaci di giudizio. Gli individui non sono neanche pienamente razionali, hanno senso pratico: LOGICA DELLA PRATICA. La nostra logica può sostenere una quantità di mezzi che può sembrare confusa e apparentemente illogica. L’habitus non è una struttura fissa, ma viene continuamente adattato dagli individui, che sono in costante cambiamento di fronte alle situazioni contraddittorie in cui vengono a trovarsi, esso non siamo in grado di controllarlo attraverso atti di volontà, si manifesta belle nostre attività pratiche. SOCIOLOGIA RIFLESSIVA: si utilizzano i propri strumenti per comprendere meglio la propria disciplina. Bourdieu incoraggia l’analisi dell’habitus entro i campi della sociologia, e si preoccupa delle strategie messe in atto dai singoli sociologi. Egli definisce un caso di meta teorizzazione, quando sostiene che chi pratica la sociologia deve evitare di diventare un giocattolo delle forze sociali che possono muovere i sociologi ed il loro mondo. Per sottrarsi ad esso è necessario comprendere la natura delle forze che agiscono sul sociologo in un certo momento della storia. Forse che si comprendono attraverso un’analisi meta teorica: socioanalisi. Una volta che i sociologi comprendono la natura di queste forze che agiscono su di loro, essi saranno in posizione tale di controllare l’impatto di queste forze sulla propria opera. Bourdieu ha cercato di utilizzare la sociologia per ripulire la propria opera delle determinanti sociali. Campo Il campo è il reticolo di relazioni tra le posizioni oggettive che lo compongono, queste relazioni non sono interazioni né legami intersoggettivi tra gli individui. Coloro che occupano queste posizioni possono essere sia agenti che istituzioni. Il mondo sociale presenta campi semi-autonomi, ciascuno dei quali funziona secondo una propria logica specifica, e ciascuno dei quali genera negli attori che vi prendono parte un insieme di credenze rispetto agli oggetti e ai fenomeni che fanno parte del campo stesso. Il campo viene visto da Bourdieu come un’arena nella quale le persone diverse lottano e combattono per avere accesso a determinate posizioni nel campo disponendosi a difendere le proprie posizioni correnti o migliorarle. La struttura del campo costituisce sia le fondamenta che la guida delle strategie utilizzate per migliorare le proprie posizioni: il campo è una sorta di mercato competitivo, dove sono utilizzate diverse forme di capitale, il campo del potere ha maggior importanza. Bourdieu descrive un processo di analisi che si sviluppa attraverso 3 passaggi: 1. Riflessione sulla supremazia del campo del potere. Rintracciare le relazioni di ciascun campo specifico con quello della politica. 2. Mappare la struttura oggettiva di relazioni tra le posizioni all’interno di un determinato campo. 3. Cercare di determinare la natura dell’habitus degli agenti che occupano i diversi tipi di posizioni all’interno del campo. Le posizioni sono determinate dalla quantità e dal peso relativo dei capitali di cui essi dispongono. Il capitale consente ad un individuo di assumere il controllo sul proprio destino cosi come sul destino degli altri. Egli individua 4 tipi di capitale: economico= ovvio e autoesplicativo; culturale = diversi tipi di conoscenza legittimata; sociale= relazioni sociali cui le persone attribuiscono un valore; simbolico= discenda dall’onore e il prestigio di un individuo. Tutti coloro che occupano posizioni nel campo adottano una varietà di strategie, e questo modo di pensare dimostra che gli attori godono di un certo grado di libertà. Le strategie, però, sono strutturate e seguono un modello ordinato e regolare. Esse dipendo dall’habitus e dalla natura della posizione che essi occupano all’interno del campo. Bourdieu vede lo stato come il luogo della lotta sul monopolio di quella che viene definita da lui come violenza simbolica. Essa viene praticata indirettamente, e si contrappone alle forme più dirette di controllo sociale. Il sistema educativo è la principale istituzione attraverso cui viene praticata la violenza simbolica sugli individui, esso è profondamente implicito nella riproduzione delle strutture di potere e delle relazioni di classe già esistenti. L’aspetto politico è evidente nella nozione di violenza simbolica: si è impegnato ad emancipare gli individui da questa forma di violenza e dalla dominazione politica di classe. Egli rifiuta la scissione tra individualisti metodologici e olisti metodologici. Si interessa della relazione tra campo e habitus, e questa opera secondo due modalità: da un lato il campo condiziona l’habitus, ma l’habitus definisce il campo come qualcosa di significativo, dotato di senso e di valore, meritevole di un investimento di tempo e energia. APPLICAZIONE DELL’HABITUS E DEL CAMPO: la distinzione. Egli prova ad applicare una serie di questioni empiriche, queste applicazioni del suo approccio sono illustrare nel suo studio intitolato la Distinzione, dove esamina le preferenze estetiche di diversi gruppi nella società. Egli cerca di dimostrare che la cultura può essere oggetto di studio scientifico, cercando di reintegrare la cultura nel senso di cultura alta, che guarda a tutte le sue forme, nelle espressioni più elevate come in quelle più popolari. Egli mette in relazione le preferenze per oggetti raffinati con preferenze per oggetti primitivi. Le diverse preferenze dei gruppi nella società costituiscono sistemi coerenti. Egli si focalizza sulle variazioni nel senso estetico. Il gusto serve a unificare coloro che hanno preferenze simili e a differenziarli da coloro che hanno preferenze diverse. Attraverso le applicazioni pratiche gli individui classificano gli oggetti, e se stessi. Queste pratiche devono essere immaginate all’interno del tutto. Nel suo studio sono coinvolti due campi legati tra loro: relazioni di classe, relazioni culturali. Questi campi sono rappresentati come un insieme di posizioni in cui si svolgono una varietà ci giochi e di strategie. Coloro che sono nelle classi più elevate sono più in grado di far si che i propri gusti vengano accettati e di opporsi ai gusti di coloro che si trovano nelle classi meno privilegiate. Bourdieu mette in relazione il gusto con il concetto di habitus. Preferenze individuali che appaiono sotto certi aspetti vengono definite dall’habitus. Queste preferenze servono a unificare le classi. Il gusto crea relazioni: attraverso il gusto un habitus indica il grado di compatibilità con un altro habitus. Importante è la relazione dialettica tra habitus e campo, poiché si definiscono reciprocamente. A partire dalla loro relazione vengono stabilite le pratiche culturali. Egli vede la cultura come una sorta di economia, dove le persone utilizzano il capitale culturale. Gli individui cercano la distinzione in una varietà di campi culturali. La questione principale è quella di